Prot. n. 968/DIP/Segr.
Si trasmette, per quanto di competenza delle
SS.LL., l'atto di indirizzo dipartimentale sulle azioni amministrative
per l'anno 2004, prot. 967 del 6 maggio 2004.
L'atto in questione è stato assunto in attuazione della Direttiva
generale sull'azione amministrativa e la gestione relativa all'anno
2004, emanata dal Ministro con atto in data 16 gennaio 2004, prot. n.
287/MR e registrata dalla Corte dei Conti in data 16 aprile 2004.
Con separato atto saranno inviate le Schede utili per il
monitoraggio degli esiti, riportanti la declinazione in obiettivi
operativi dei macro obiettivi contenuti nell'elenco allegato alla sopra
indicata Direttiva del Ministro.
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per
l’istruzione
Dipartimento per la programmazione ministeriale
e per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e
dell’informazione
INDIRIZZI OPERATIVI DEL CAPO
DIPARTIMENTO
SULLE ATTIVITA’ DI GESTIONE PER
L’ANNO 2004
Prot. n. 967/DIP/Segr.
Roma, 6 maggio 2004
|
Ministero
dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per l’istruzione e per la programmazione ministeriale
e
per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e
dell’informazione
Prot. n. 967 / DIP/
Segr. Roma, 6
maggio 2004
Sommario
SEZIONE A) Linee generali del
nuovo contesto organizzativo del MIUR..
6
SEZIONE B) I profili e i punti
significativi della direttiva generale sull’azione amministrativa e la
gestione per l’anno 2004 con riferimento agli obiettivi strategici
9
SEZIONE C) Il ruolo e i compiti
del Capo Dipartimento - Finalità e profili caratterizzanti l’attività
del Dipartimento per l’Istruzione e del Dipartimento per la
Programmazione ministeriale e per la Gestione ministeriale del
Bilancio, delle Risorse umane e dell’Informazione -
11
SEZIONE D) Il ruolo delle
Direzioni Generali Centrali e degli Uffici Scolastici Regionali
15
SEZIONE E) Principi guida,
criteri, obiettivi, interventi del Dipartimento dell’Istruzione e del
Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione
ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione.
17
SEZIONE F) Indirizzi relativi
alle materie rientranti nelle competenze del Dipartimento per
l’istruzione.
21
1) Ordinato e puntuale avvio dell’anno anno scolastico 2004-2005.
22
2) Riforma degli ordinamenti scolastici
23
3) Valutazione dell’efficienza e dell’efficacia gestionale delle
scuole.
24
4) Iniziative di integrazione degli alunni diversamente abili
27
5) Sviluppo e adeguamento del sistema educativo e formativo e
potenziamento dell’autonomia scolastica
28
6) Partecipazione degli alunni e delle famiglie.
29
7) Valorizzazione del personale della scuola.
30
8) Adeguamento e messa a norma delle strutture edilizie.
31
SEZIONE G) Indirizzi relativi alle
materie rientranti nelle competenze degli Uffici scolastici regionali
34
SEZIONE H) Indirizzi relativi
alle materie rientranti nelle competenze del Dipartimento per la
programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del
bilancio, delle risorse umane e dell’informazione.
38
1) Consolidamento del nuovo assetto organizzativo del MIUR.
38
2) Attività di studio, analisi e documentazione.
40
3) Risorse finanziarie.
42
Sistema dell’istruzione
43
Sistema dell’università e
ricerca.
45
4) Personale dell’Amministrazione.
47
5) Comunicazione.
48
6) Sistema informativo.
50
SEZIONE I) Le attività di
programmazione, di monitoraggio e di controllo..
52
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per l’istruzione
Dipartimento per la
programmazione ministeriale
e per la gestione
ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione
Prot. n. 967 /
DIP/
Segr.
Roma, 6 maggio 2004
IL CAPO DIPARTIMENTO
VISTO
il Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 e successive
modificazioni ed integrazioni, concernente il riordino delle
Amministrazioni dello Stato, a norma degli articoli 11 e 15 della
Legge 15 marzo 1997, n. 59;
VISTO
in particolare l’articolo 5 del succitato Decreto Legislativo n.
300/99 con il quale vengono individuate le finalità ed i compiti dei
Dipartimenti, nonché le attribuzioni dei Capi Dipartimento;
VISTO
il Decreto del
Presidente della Repubblica dell’11 agosto 2003, n. 319 recante il
Regolamento di organizzazione del Ministero dell’istruzione,
università e ricerca, con il quale, tra l’altro, sono stati
costituiti tre dipartimenti, articolati in uffici di livello
dirigenziale generale, denominati: dipartimento per la programmazione
ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle
risorse umane e dell’informazione; dipartimento per l’istruzione;
dipartimento per l’Università, l’alta formazione artistica, musicale e
coreutica e per la ricerca;
VISTO
il Decreto
Ministeriale n. 2929 del 28 aprile 2004, registrato dalla Corte dei
Conti in data 3 maggio 2004 che, in esecuzione del citato D.P.R. n.
319\2003, ha individuato gli uffici di livello dirigenziale non
generale dell’amministrazione centrale;
VISTA
la Direttiva Generale sull’azione amministrativa e sulla gestione per
l’anno 2004 emanata dal Ministro dell’istruzione, dell’università e
della ricerca con atto in data 16 gennaio 2004, prot. n. 287/MR e
registrata dalla Corte dei Conti in data 16 aprile 2004, registro n.
1, foglio n 346;
VISTO
il Decreto del Presidente della Repubblica in data 27 gennaio 2004,
con il quale al dottor Pasquale Capo è stato conferito l’incarico di
direzione del Dipartimento dell’istruzione e di reggenza del
Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione
ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione;
VISTE
le Direttive
della Presidenza del Consiglio dei Ministri rispettivamente in data 15
novembre 2001 e in data 11 novembre 2002, con le quali, tra l’altro,
sono state indicate le politiche intersettoriali che le
Amministrazioni devono attuare in sede di programmazione annuale degli
interventi;
VISTA
la Direttiva
della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 febbraio 2003,
recante istruzioni e indirizzi per il monitoraggio dello stato di
attuazione del programma di Governo, nella quale, tra l’altro, si
evidenzia l’esigenza che il Piano generale di Governo, la
programmazione strategica settoriale, definita con la Direttiva
annuale del Ministro, e la relativa, successiva programmazione
operativa siano tra loro logicamente e sequenzialmente correlate;
VISTO
il
Decreto-legge del 25 settembre 2000 n. 212, convertito con
modificazioni nella Legge 25 novembre 2002, n. 268, avente ad oggetto
misure urgenti per la scuola, l'università, la ricerca scientifica e
tecnologica e l'alta formazione artistica e musicale;
VISTA
la legge
28 marzo 2003, n.53 di delega al Governo per la definizione delle
norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle
prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale;
VISTA
la legge 24 dicembre 2003, n. 350 recante
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2004) e in particolare
l’art. 14, con il quale si individuano misure di razionalizzazione in
materia di organizzazione scolastica;
VISTO
il Documento di
Programmazione Economico-Finanziaria relativo agli anni 2004-2007;
CONSIDERATO
che il
Capo Dipartimento, ai sensi dei commi 3 e 4 dell’art.5 del Decreto
Legislativo 30 luglio 1999, n. 300, dell’art. 3 del Decreto del
Presidente della Repubblica dell’11 agosto 2003, n. 319 e in
esecuzione della Direttiva Generale sull’azione amministrativa e la
gestione per l’anno 2004, deve definire e indicare gli indirizzi
operativi destinati ai Direttori generali centrali e periferici volti
a realizzare le finalità e a raggiungere gli obiettivi specificati
dalla stessa, in aderenza alle linee politiche generali indicate dal
Ministro, nonché porre in essere gli interventi più idonei a
garantirne l’attuazione;
RITENUTA
l’esigenza di
adottare apposito Atto di Indirizzo al quale le Direzioni Generali
debbono attenersi nello svolgimento della propria azione, in coerenza
col proprio ruolo istituzionale e con le proprie funzioni e nel
rispetto degli obiettivi da raggiungere singolarmente e attraverso
collaborazioni, interazioni e raccordi con altri soggetti, Uffici e
livelli istituzionali;
VALUTATI
i risultati
raggiunti dall’Amministrazione nell’anno 2003 e riportati nelle schede
e nella relazione conclusiva sull’azione amministrativa e la gestione
per l’anno 2003;
CONSIDERATO
che, per
effetto della riunificazione dell’ex Ministero della Pubblica
Istruzione e dell’ex Ministero dell’Università e della Ricerca
Scientifica e Tecnologica, nei primi mesi dell’anno 2004
l’Amministrazione affronterà una fase di transizione e di graduale
adeguamento strutturale, organizzativo ed operativo, per la cui
gestione si imporrà l’adozione di indirizzi flessibili, coerenti col
particolare contesto e con le specifiche contingenze, alla luce di
quanto, tra l’altro, previsto dalla stessa Direttiva del Ministro;
CON RISERVA
degli adattamenti che dovessero rendersi necessari in relazione al
predetto nuovo quadro ordinamentale e strutturale
dell’Amministrazione;
E M A N A
il presente Atto
contenente l’individuazione di indirizzi ed obiettivi operativi
riferiti al Dipartimento per l’istruzione e ai rispettivi Uffici
centrali e periferici, nonché al Dipartimento per la programmazione
ministeriale e per la gestione ministeriale del Bilancio, delle
Risorse Umane e dell’Informazione e ai rispettivi Uffici centrali.
Tale atto è così
strutturato:
1.
Sezione
A):
linee generali del nuovo assetto istituzionale e organizzativo del
MIUR;
2.
Sezione
B):
profili e punti significativi della direttiva generale sull’azione
amministrativa e la gestione per l’anno 2004, con riferimento agli
obiettivi strategici;
3.
Sezione C):
il ruolo e i compiti del Capo Dipartimento e le finalità e i profili
caratterizzanti l’attività dei Dipartimenti;
4.
Sezione
D):
ruolo delle strutture centrali e periferiche e indirizzi generali
sulle attività dei Dipartimenti;
5.
Sezione
E):
principi guida, criteri, obiettivi, interventi comuni e trasversali ai
quali deve ispirarsi l’azione dei Dipartimenti;
6.
Sezione
F):
indirizzi relativi alle materie rientranti nelle competenze del
Dipartimento per l’istruzione;
7.
Sezione
G):
indirizzi relativi alle materie rientranti nelle competenze degli
Uffici Scolastici Regionali;
8.
Sezione
H):
indirizzi relativi alle materie rientranti nelle competenze del
Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione
ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione;
9.
Sezione
I): le
attività di programmazione, di monitoraggio e di controllo.
Gli indirizzi
strategici individuati con la Direttiva generale sull’azione
amministrativa e la gestione per l’anno 2004 e, di conseguenza,
gli indirizzi gestionali e operativi del presente Atto, vanno
inquadrati nell’ampio e complesso processo di riforma, ormai in fase
conclusiva, che da tempo interessa l’Amministrazione scolastica nelle
sue articolazioni centrali e locali (fatti salvi ulteriori adeguamenti
connessi alla riforma del Titolo V della Costituzione).
Con D.P.R. 11
agosto 2003, n. 319 recante il Regolamento di
organizzazione del Ministero dell’istruzione, università e ricerca,
sono stati ridisegnati in senso complessivo l’impianto,
l’articolazione e l’organizzazione dell’Amministrazione scolastica.
Il richiamato
Regolamento segna il superamento dell’architettura di sistema
recepita e disciplinata dai Decreti del Presidente della Repubblica 1
dicembre 1999, n. 477 e 6 novembre 2000, n. 347, con i quali veniva
disposto in via provvisoria il riordino dell’ex Ministero della
Pubblica Istruzione e dell’ex Ministero dell’Università e della
Ricerca.
Al Regolamento n.
319 hanno fatto seguito il decreto ministeriale di individuazione
degli uffici di livello dirigenziale non generale dell’Amministrazione
centrale (art. 2, comma 4 Regolamento) e le Linee guida per
l’organizzazione degli Uffici scolastici regionali.
In coerenza con le
citate Linee guida, i Direttori regionali propongono l’assetto
strutturale e funzionale dei rispettivi uffici scolastici regionali,
sulla cui base il Ministro adotta i decreti ministeriali di natura non
regolamentare per l'individuazione degli uffici di livello
dirigenziale non generale delle direzioni generali regionali e la
definizione dei relativi compiti (art. 8, comma 8 Regolamento).
A conclusione del periodo di
transizione e di adeguamento sopra menzionato si realizzeranno le
condizioni necessarie per dare stabilità al nuovo assetto
istituzionale e organizzativo del MIUR e per il definitivo superamento
della tradizionale struttura ordinamentale di tipo piramidale,
accentrata, autoreferente, impostata su logiche gerarchiche formali.
Il modello previsto dal Regolamento n. 319/2003 riordina e riassesta
le competenze degli Uffici, ridefinisce funzioni e processi di lavoro
per aree omogenee, nell’ambito delle attribuzioni riferite ai settori
dell’istruzione e dell’università, prevede strutture reticolari e
trasversali che si configurano come centri interservizi a sostegno
delle predette attività.
In particolare, il
nuovo Regolamento istituisce tre dipartimenti comprendenti ciascuno
uffici di livello dirigenziale generale:
1.
Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione
ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione,
articolato in:
§
direzione
generale studi e programmazione sui sistemi dell'istruzione,
dell'università, della ricerca e dell'alta formazione artistica,
musicale e coreutica;
§
direzione
generale per la politica finanziaria e per il bilancio;
§
direzione
generale per le risorse umane del Ministero, acquisti e affari
generali;
§
direzione
generale per la comunicazione;
§
direzione
generale per i sistemi informativi.
2.
Dipartimento per l’istruzione,
articolato in:
§
direzione
generale per gli ordinamenti scolastici;
§
direzione
generale per lo studente;
§
direzione
generale per l'istruzione post-secondaria e per i rapporti con i
sistemi formativi delle regioni e degli enti locali;
§
direzione
generale per il personale della scuola;
§
direzione
generale per gli affari internazionali dell'istruzione scolastica.
3.
Dipartimento per l’Università, l’alta formazione artistica, musicale e
coreutica e per la ricerca,
articolato in:
§
direzione
generale per l'università;
§
direzione
generale per lo studente e il diritto allo studio;
§
direzione
generale per l'alta formazione artistica, musicale e coreutica;
§
direzione
generale per le strategie e lo sviluppo dell'internazionalizzazione
della ricerca scientifica e tecnologica;
§
direzione
generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca.
Le Direzioni
Generali regionali, pur non essendo organicamente incardinate nella
struttura dipartimentale, dipendono funzionalmente dal Dipartimento
dell’istruzione, ai sensi del comma 3 dell’art. 6 del D. P.R. 11
agosto 2003, n. 319 e debbono, di conseguenza, conformarsi alle
relative linee di indirizzo ed indicazioni, nonché operare in maniera
coerente con le missioni e il disegno complessivo
dell’Amministrazione.
In sintonia con l’articolazione
unitaria del Ministero, prevista dal Decreto Legislativo n. 300/1999,
i Dipartimenti interagiscono e collaborano attivamente e in maniera
coordinata, con riferimento ai profili e agli aspetti comuni delle
rispettive aree di attività.
Col riordino del Ministero a livello
centrale e periferico e l’unificazione in un unico soggetto
istituzionale dell’ex Ministero della Pubblica Istruzione e dell’ex
Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica,
sono intervenuti nell’Amministrazione significativi cambiamenti
destinati ad incidere, come accennato, anche sugli assetti e sui
profili organizzativi ed operativi. Per effetto di quanto sopra, si
rende necessario ricontestualizzare e ridistribuire le citate
missioni, direttive e funzioni in relazione alla nuova architettura di
sistema, attraverso l’adozione di appositi provvedimenti.
Il presente atto di indirizzo, nel
recepire gli assetti e le competenze individuati dai citati
provvedimenti, determina e definisce, ai sensi del richiamato
articolo 5 del Decreto legislativo n. 300/1999, operativamente i nuovi
ambiti di intervento del Dipartimento dell’istruzione e del
Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione
ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione.
Ulteriori indirizzi potranno essere
adottati e diramati a seguito delle indicazioni delle concrete
esigenze operative che si manifesteranno in dipendenza della graduale
stabilizzazione del modello organizzativo.
Per una puntuale ed
esaustiva individuazione degli indirizzi, degli obiettivi operativi e
dei programmi d’azione cui debbono conformarsi gli Uffici centrali e
periferici nell’anno 2004, si richiamano, in sintesi, le linee
generali e i profili strategici della Direttiva Generale del Ministro
sull’azione amministrativa e la gestione, quale atto presupposto e
riferimento obbligato del presente documento di indirizzo:
Ø
piena
aderenza al Documento di Programmazione Economico-Finanziaria, alle
previsioni di cui alla Legge 24 dicembre 2003, n. 350 (finanziaria
2004), ai documenti di programmazione generale, alla legislazione, sia
vigente che in via di elaborazione, con specifico riguardo
all’Amministrazione scolastica;
Ø
miglioramento della qualità e dei livelli del servizio scolastico,
attraverso la compiuta attuazione del complessivo processo di riforma
del sistema dell’istruzione e della formazione, avviato con la legge
28 marzo 2003, n.53, e adozione di una serie di iniziative di
supporto, promozione, comunicazione e potenziamento atte a garantire
la buona tenuta, l’efficacia e l’efficienza del sistema educativo e
formativo, dando particolare rilievo all’innalzamento della cultura di
base, al ruolo dell’orientamento, alla possibilità di opzioni anche
nel corso degli studi, al rafforzamento del rapporto tra il sistema
dell’istruzione e il mondo della produzione e del lavoro;
Ø
realizzazione di un’offerta formativa di più alto e qualificato
profilo, in grado di corrispondere alle attese e ai bisogni
individuali e complessivi di una società in rapida evoluzione e
tecnologicamente avanzata, quale quella in cui viviamo, mediante
adeguate azioni di sostegno e potenziamento dei processi
dell’autonomia scolastica, in armonia con le esigenze culturali,
sociali ed economiche presenti in ambito regionale;
Ø
valorizzazione della centralità dell’alunno e del ruolo delle
famiglie;
Ø
valorizzazione del rapporto tra sistema di istruzione e mondo della
produzione e del lavoro, tra sistema di istruzione e formazione
tecnica superiore e azioni finalizzate allo sviluppo culturale della
popolazione adulta e all’inclusione sociale;
Ø
potenziamento degli interventi di consolidamento, ampliamento e
monitoraggio del servizio della scuola paritaria;
Ø
costituzione
del Sistema Nazionale di Valutazione, avente come finalità il
monitoraggio, la verifica e la valutazione dei processi di
apprendimento;
Ø
razionalizzazione delle procedure e dei processi organizzativi al fine
dell’ordinato e puntuale avvio dell’anno scolastico 2004-2005;
Ø
migliore
qualificazione del personale della scuola e in particolare di quello
docente;
Ø
monitoraggio
e valutazione del complessivo andamento gestionale del sistema
scolastico sotto il profilo dell’efficienza e dell’efficacia e dell’economicità
dei costi;
Ø
rigorosa
razionalizzazione e qualificazione della spesa;
Ø
adozione,
promozione e sviluppo di modelli organizzativi intesi a modernizzare e
a rendere più efficiente l’Amministrazione nelle sue articolazioni
centrali e periferiche;
Ø
semplificazione e snellimento dell’azione amministrativa;
Ø
valorizzazione delle professionalità più capaci;
Ø
più ampia
diffusione e potenziamento delle iniziative e soluzioni di
informatizzazione dei servizi della Scuola e dell’Amministrazione,
anche nel quadro delle linee programmatiche individuate e definite dal
Ministro per l’innovazione e le tecnologie;
Ø
aumento
della capacità di programmazione e di omogeneità della gestione;
Ø
sostegno e
sviluppo dei processi di convergenza delle politiche educative e della
formazione dell'Unione Europea;
Ø
responsabilizzazione dei Dirigenti scolastici e amministrativi in
ordine ai risultati delle attività amministrative e gestionali e
valutazione degli stessi secondo criteri oggettivi, verificabili e
misurabili.
Le linee generali e
i profili strategici sopra indicati recepiscono, a loro volta, i
principi guida ai quali si ispira il piano programmatico del Governo
in materia di istruzione e formazione e trovano esplicitazione in una
serie di aree di intervento e di macro obiettivi strategici .
In funzione di tali
macro obiettivi e delle relative scansioni temporali, la Direttiva
Generale sull’azione amministrativa e la gestione per l’anno 2004 reca
apposite Schede descrittive, attraverso le quali vengono declinati
nell’arco dell’anno i vari adempimenti.
SEZIONE C)
Il ruolo e i
compiti del Capo Dipartimento
- Finalità e profili caratterizzanti l’attività del Dipartimento per
l’Istruzione e del Dipartimento per la Programmazione ministeriale e
per la Gestione ministeriale del Bilancio, delle Risorse umane e
dell’Informazione -
Per completezza
espositiva e di riferimenti si indicano qui di seguito le competenze
del Capo Dipartimento, come individuate dall’art.5, commi 3 e 4, del
Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300:
a)
svolge
compiti di propulsione, coordinamento, direzione, controllo, vigilanza
degli Uffici di
livello
dirigenziale generale compresi nel Dipartimento;
b)
elabora
e definisce, con la collaborazione dei Direttori Generali, programmi,
strategie e metodi di lavoro per dare attuazione agli indirizzi del
Ministro;
c)
alloca
le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili per
l’attuazione dei programmi e il
raggiungimento
degli obiettivi, secondo principi di economicità, efficacia ed
efficienza, nonché
di rispondenza
dei servizi all’interesse collettivo;
d)
assicura
organicità, sistematicità, continuità, unicità di indirizzo alle
attività dell’Amministrazione;
e)
adotta
gli atti occorrenti per l’utilizzazione più idonea del personale,
disponendo i movimenti dello stesso all’interno del Dipartimento;
f)
formula proposte per il conferimento degli incarichi di direzione
degli Uffici di livello dirigenziale generale, ai sensi del comma 4
dell’art. 19 del Decreto Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29;
g)
propone
l’adozione dei provvedimenti di revoca degli incarichi di direzione
degli Uffici di livello generale, ai sensi del comma 7 dell’art. 19
del Decreto Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 ed è sentito
nell’ambito del relativo procedimento;
h)
si
rapporta col Ministro per l’esercizio delle attribuzioni a Questi
conferite dal comma 1 dell’art. 14 del Decreto Legislativo 3 febbraio
1993, n. 29;
i)
assume la
responsabilità dei risultati complessivamente raggiunti dagli Uffici
da lui dipendenti,
in attuazione
degli indirizzi del Ministro.
Il
Capo del Dipartimento dell’istruzione con riferimento a tale specifico
settore:
Ø
convoca la
Conferenza di cui all’art. 4, primo comma del D.P.R. n 319 dell’11
agosto 2003;
Ø
indice, in
relazione alla specificità dei temi da trattare, le riunioni di cui
all’art. 4, primo comma del D.P.R. n 319 dell’11 agosto 2003;
Ø
fissa
incontri periodici con i Direttori Generali centrali e regionali in
ordine a tutti gli aspetti e i profili più rilevanti della gestione;
Ø
stabilisce
interlocuzioni assidue con i singoli Direttori Generali;
Ø
assume, con
continuità, informazioni, elementi e dati aggiornati sulla conduzione
degli Uffici, sull’andamento della gestione, sullo stato degli
adempimenti e sui provvedimenti adottati o da adottare, anche
attraverso l’utilizzo di procedure e strumenti operativi atti ad
assicurare puntuali riscontri e verifiche;
Ø
costituisce
gruppi di studio e di lavoro preordinati all’acquisizione di supporti
tecnici ed operativi per l’emanazione di atti di portata generale e/o
aventi rilevanza esterna;
Ø
attiva
organismi di collegamento tra diversi Uffici centrali per l’esame e lo
svolgimento coordinato e coerente di attività e adempimenti di
carattere trasversale e di comune interesse;
Ø
stabilisce
raccordi funzionali con le Direzioni Generali centrali e regionali,
fornendo ad esse indirizzi, supporti, indicazioni coerenti con
l’intero disegno organizzativo, gestionale, operativo
dell’Amministrazione scolastica e funzionali a linee di conduzione
omogenee e assistite.
Il Capo del Dipartimento per
l’Istruzione proseguirà, altresì, l’azione, avviata nel corso
dell’anno 2003, a supporto dell’indagine sull’andamento gestionale
delle scuole attivata dalla Corte dei Conti nell’ambito delle funzioni
di controllo annuali. In particolare, attraverso gli uffici di diretta
collaborazione, garantirà il coordinamento dei lavori del Gruppo di
progetto costituito ai fini dell’individuazione di un organico modello
di supporto alle decisioni strategiche ed operative, omogeneo a
livello nazionale, per la valutazione della gestione delle scuole
sotto il profilo dell’efficienza, dell’uso delle risorse e
dell’efficacia realizzativa degli interventi educativi e formativi.
Al fine di portare a soluzione
l’annosa questione del gravoso arretrato relativo alle pratiche di
riscatto, ricostruzione di carriera e liquidazione delle “pensioni
definitive” del personale docente e non docente, arretrato che
condiziona pesantemente l’attività e il buon funzionamento degli
Uffici regionali e territoriali, sottraendo, tra l’altro, cospicue
risorse professionali alle attività di gestione ordinaria degli Uffici
stessi, il Capo Dipartimento, d’intesa col Direttore Generale del
personale della scuola, assumerà e sosterrà ogni utile iniziativa
volta ad accelerare il passaggio delle competenze dall’Amministrazione
alle scuole e all’I.N.P.D.A.P.
Curerà, altresì, le relazioni con le
Organizzazioni sindacali aventi ad oggetto materie di particolare
rilevanza e interesse, non riservate alla contrattazione decentrata
nazionale, avvalendosi, a tal fine, della collaborazione dei Direttori
Generali interessati.
Inoltre
seguirà con particolare attenzione l’elaborazione, lo svolgimento e la
realizzazione di programmi e progetti di rilevante interesse, di
carattere nazionale ed internazionale (in particolare comunitari) in
un’ottica di maggiore diffusione e di valorizzazione dell’impegno
educativo e formativo della Scuola e dell’Amministrazione.
Il Capo
del Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione
ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione,
ferme restando le attribuzioni generali sopra menzionate e quelle
specifiche in quanto compatibili, attende in via prioritaria
alla trattazione di questioni e problematiche concernenti gli assetti
logistici, la sicurezza dei luoghi di lavoro, il riordino, la corretta
collocazione e sistemazione degli atti e delle dotazioni, l’attuazione
dei programmi e dei piani di informatizzazione e di modernizzazione
riguardanti la messa a regime dei nuovi modelli organizzativi e
gestionali del sistema educativo e formativo del Ministero con le sue
articolazioni centrali e periferiche (regionali e locali).
Tali modelli, per poter trovare piena applicazione e produrre i
risultati attesi, debbono disporre di un sistema informativo moderno
ed efficiente che colleghi tra loro in maniera interattiva e
partecipata, componendole in un disegno unitario, le varie
parti dell’intero contesto (scuole, uffici, regioni, enti locali,
ecc.) e consenta ai soggetti interessati di comunicare e di operare in
tempo reale.
Anche tale
incombenza assume un rilievo prioritario al fine dell’efficacia,
dell’efficienza e dell’economicità.
Nell’anno 2004 va intensificata l’azione di formazione e
di riqualificazione del personale dell’Amministrazione in funzione dei
rilevanti cambiamenti in corso e dell’ampio processo di riforme che
interessa e coinvolge l’Università, la Scuola, l’Amministrazione e la
società civile nel suo complesso. Il Capo del Dipartimento per la
programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del
bilancio, delle risorse umane e dell’informazione, in tale
prospettiva, imposterà il suo impegno, d’intesa con il Capo del
Dipartimento per l’istruzione e con la collaborazione della Direzione
Generale delle risorse umane.
In
esecuzione delle disposizioni vigenti e in particolare delle
prescrizioni e indicazioni di cui al Decreto legislativo n. 286/1999 e
delle Direttive della Presidenza del Consiglio, il Capo del
Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione
ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione,
d’intesa con il Capo Dipartimento per l’istruzione rivolgeranno
particolare cura alla definizione e all’attuazione di un modello di
valutazione dei dirigenti. A tale riguardo il gruppo di lavoro
costituito nell’anno 2003 presso il Gabinetto del Ministro, col
compito di strutturare in via sperimentale un sistema di valutazione
coerente con la normativa sopra richiamata e con l’assetto giuridico e
gestionale del M.I.U.R., ha individuato un’ipotesi di modello di
valutazione che, opportunamente supportato da un adeguato e coerente
sistema di gestione per obiettivi, sarà adottato in via sperimentale
nel corso dell’anno. A tal fine, il Progetto PRO.MO, in quanto
ispirato a logiche di MBO, rappresenta lo strumento di base per la
verifica oggettiva delle prestazioni e dei risultati raggiunti.
Pertanto nel 2004 tale strumento sarà ulteriormente perfezionato, in
modo da allinearne le caratteristiche metodologiche e di rilevazione
alle esigenze del richiamato modello di valutazione dei dirigenti.
Il Capo
Dipartimento per l’istruzione e il Capo del Dipartimento per la
programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del
bilancio, delle risorse umane e dell’informazione, sentiti i Direttori
Generali competenti e su loro proposta, assumeranno, nell’ambito delle
rispettive competenze, gli atti di designazione e di nomina relativi
alla costituzione di comitati, commissioni, gruppi di studio o di
lavoro.
I responsabili dei
due citati Dipartimenti, per la realizzazione degli obiettivi
derivanti dall’esercizio delle proprie funzioni e per dare uniformità
e coerenza alle proprie azioni, si avvalgono delle strutture di
supporto e diretta collaborazione, previste dal D.M. 2929 del 28
aprile 2004. Tali strutture, coerenti con il nuovo modello
organizzativo del Ministero e in particolare con gli assetti dei due
Dipartimenti, quello per l’istruzione e quello per la programmazione
ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle
risorse umane e dell’informazione, operano, nell’ambito di un disegno
unitario e di linee progettuali comuni, con le Direzioni Generali
centrali e regionali e svolgono le loro azioni in maniera sinergica.
In tale logica gli adempimenti vanno definiti e gestiti, pur
nell’ampiezza dei contesti di riferimento, nel quadro di una
programmazione e pianificazione unitaria, superando frammentazioni e
parcellizzazioni dei compiti, attraverso un’opera costante di
propulsione, coordinamento, controllo, vigilanza e monitoraggio; ciò
anche come logica e ulteriore esplicazione di quanto stabilito con la
nota dipartimentale n. 2 del 2 gennaio 2002. A tali fini risponde il
provvedimento di organizzazione per la puntuale individuazione delle
aree di intervento entro le quali le strutture di supporto debbono
esplicare le richiamate attività di coordinamento e sostegno.
Nell’ottica sopra descritta, le strutture sopramenzionate debbono
interfacciare la loro attività con quella degli Uffici centrali,
assicurando una costante interazione con le Direzioni Generali e tra i
Dipartimenti, dando visibilità e significato alla propria azione.
Nel
rispetto di una linea programmatoria, organizzativa e operativa
unitaria, che coinvolge l’intera struttura ministeriale, ciascun Capo
Dipartimento stabilisce rapporti collaborativi puntuali e proficui
con gli altri Capi Dipartimento, con specifico riguardo ai profili
comuni , connessi e interagenti, delle rispettive aree.
SEZIONE D)
Il ruolo delle Direzioni Generali Centrali e degli Uffici Scolastici
Regionali
Le Direzioni
Generali centrali attendono ai propri compiti secondo l’assetto
ordinamentale previsto dal D.P.R. n. 319 dell’11 agosto 2003,
avvalendosi delle risorse umane, strutturali e strumentali loro
assegnate.
Nell’attuale
quadro normativo e operativo, i Direttori Generali, per raggiungere
gli obiettivi prefissati, predispongono e adottano le iniziative, gli
interventi e le soluzioni atti ad assicurare livelli di impegno idonei
e la massima efficacia, efficienza e trasparenza all’azione dei
rispettivi Uffici.
In
tale ottica, i Direttori Generali, specie nell’attuale particolare
periodo di transizione, debbono riservare particolare cura e
attenzione ai rapporti col proprio personale, affinché lo stesso possa
assolvere alle proprie funzioni con motivazioni adeguate,
professionalità e senso di responsabilità.
Al
fine poi di rendere coerente il proprio impegno con l’azione
complessiva e unitaria del Ministero, le Direzioni Generali valutano
ed approfondiscono col Capo Dipartimento tutti i profili più
significativi della gestione e dell’azione amministrativa – ivi
compresi quelli relativi ai rapporti con gli altri due Dipartimenti e
le Direzioni Generali regionali - da quelli che chiamano in causa,
direttamente o indirettamente, il ruolo e la responsabilità del
vertice politico, a quelli che, per la loro rilevanza esterna e per la
loro valenza generale, impegnano l’Amministrazione sul piano delle
scelte complessive e delle determinazioni finali.
In tale logica,
gli atti diretti al Capo di Gabinetto e agli Organi del vertice
politico, da sottoporre alla valutazione e/o alla firma dei medesimi,
vanno inoltrati tramite il Capo Dipartimento, perché possano essere da
quest’ultimo debitamente esaminati e istruiti per l’ulteriore seguito.
Gli Uffici
scolastici regionali
costituiscono, ai sensi dell’art. 8 del D.P.R. 8 agosto 2003, n. 319,
autonomi centri di responsabilità amministrativa cui sono assegnate
tutte le funzioni già spettanti agli Uffici periferici
dell’Amministrazione della pubblica istruzione, fatte salve le
competenze riconosciute alle istituzioni scolastiche autonome.
Le
citate Direzioni, ratione materiae, attendono alle loro
funzioni in conformità di quanto disposto dal Dipartimento per
l’istruzione e dal Dipartimento per la programmazione ministeriale e
per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e
dell’informazione.
Ai sensi dell’art.
6, comma 3 del D.P.R. 319\2003, spetta al Dipartimento per
l’istruzione il raccordo funzionale con gli Uffici scolastici
regionali.
Compito
fondamentale delle suddette Direzioni generali regionali è di dare
attuazione, nei contesti di rispettiva competenza, alle politiche,
alle linee di indirizzo e alle istruzioni elaborate e impartite in
sede centrale, conformandole e adattandole alle caratteristiche, alle
vocazioni, alle necessità e alle dinamiche delle diverse realtà
territoriali in una delicata e impegnativa opera di raccordo e di
interazione con le Regioni, gli Enti locali, gli organi e i livelli
istituzionali a vario titolo interessati e coinvolti.
Gli obiettivi che il Dipartimento per
l’istruzione, il Dipartimento per la programmazione ministeriale e per
la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e
dell’informazione e gli Uffici scolastici regionali debbono
raggiungere sono indicati nel D.P.R. n.319 dell’11 agosto 2003 per
quanto riguarda le attribuzioni funzionali, e nella Direttiva Generale
sull’azione amministrativa e la gestione per l’anno 2004 per quanto
concerne i risultati strategici attesi (in particolare, nelle Schede
che il Ministro ha posto a corredo della Direttiva stessa).
I Dipartimenti sopra menzionati, nel
quadro dell’ordinamento vigente e nelle linee di una comune strategia,
di raccordi puntuali e significativi con il Dipartimento del settore
universitario e della ricerca e tenendo a riferimento l’attività
svolta e i risultati raggiunti nel 2003, danno attuazione alla
direttiva generale sull’azione amministrativa e la gestione relativa
all’anno 2004, interpretandone il senso e la portata, anche in
funzione delle nuove esigenze connesse alla riforma
dell’Amministrazione.
Tra i principi guida, contenuti nella
citata Direttiva, con riferimento al Dipartimento per l’istruzione,
assumono particolare rilievo, a seguito delle innovazioni intervenute
nel sistema dell’istruzione e della formazione:
Ø
la
centralità dell’alunno, non come oggetto da trattare e come
destinatario di un’offerta formativa rigida, dirigistica, calata
dall’alto, ma come protagonista responsabile delle sue scelte e del
suo progetto educativo e formativo e come soggetto consapevole dei
percorsi personalizzati e flessibili per lui predisposti;
Ø
il
rafforzato ruolo delle famiglie;
Ø
la compiuta
realizzazione dell’autonomia scolastica come condizione essenziale per
la realizzazione di un sistema scolastico decentrato, attento alle
vocazioni, alle istanze ed ai bisogni del territorio, in sintonia con
le esigenze del mondo del lavoro e della produzione;
Ø
un’offerta
formativa di alto e qualificato profilo, valida e competitiva anche in
ambito comunitario, in grado di raccogliere le sfide che incombono,
arricchita dagli apporti del fare e dell’agire, articolata e
flessibile, in grado di garantire l’uguaglianza dei punti di partenza,
di includere tutti, anche i meno dotati e di valorizzare le
eccellenze;
Ø
l’attivazione di servizi scolastici adeguati alle esigenze, efficienti
ed efficaci, tali da corrispondere alle attese ed ai bisogni
dell’utenza, dei vari contesti territoriali e della società “della
conoscenza”nel suo complesso. E ciò in coerenza con le logiche
organizzative e operative di un sistema a prevalente struttura
reticolare, ordinato per livelli e per funzioni, con forte
connotazione pluralista, aperto al confronto e alla molteplicità e
circolarità degli apporti e alle interazioni con le Regioni, gli enti
locali e le forze sociali.
Con
riguardo al Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la
gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e
dell’informazione, vanno richiamati, in relazione alle previsioni del
D.P.R. 319/2003, i seguenti principi guida, individuati dalla
Direttiva del Ministro per l’anno 2004:
o
rigorosa
qualificazione della spesa e degli investimenti, razionalizzazione
degli interventi di programmazione finanziaria e di bilancio,
monitoraggio delle spese;
o
potenziamento delle azioni a supporto alle istituzioni scolastiche in
materia amministrativo-contabile;
o
valorizzazione del ruolo e dei compiti del personale amministrativo;
o
interventi
programmati e mirati per la costruzione e l’attivazione di modelli di
supporto alle decisioni;
o
apporti
qualificati finalizzati alla realizzazione di validi sistemi di
monitoraggio e valutazione del complessivo andamento gestionale del
sistema scolastico sotto il profilo dell’efficienza e dell’efficacia;
o
espansione e
potenziamento del sistema informativo del Ministero e connessione
con i sistemi informativi delle università, degli enti di ricerca e
dei consorzi interuniversitari;
o
garanzia
della continuità di esercizio del sistema informativo;
o
attivazione
di efficaci mezzi di comunicazione, informazione e relazione con il
pubblico e di iniziative di promozione di attività in ambito
editoriale, pubblicitario e di comunicazione;
o
predisposizione e messa in atto di procedure di verifica e
monitoraggio degli effetti della riforma del sistema universitario in
materia di attività finanziaria e di bilancio;
o
crescita
professionale dei dirigenti amministrativi e sviluppo della cultura
della valutazione dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi
prefissati.
Nell’assolvere ai propri compiti, i
due Dipartimenti debbono ispirarsi a criteri di funzionalità,
efficacia, efficienza, economicità, flessibilità, e debbono operare,
attraverso i propri Uffici, in stretta e costante collaborazione, in
maniera da realizzare utili sinergie, da assicurare una produzione
quantitativamente e qualitativamente adeguata, la circolarità delle
informazioni, la trasparenza nell’attività, il buon andamento dei
servizi, l’imparzialità nelle scelte.
Tali compiti, di carattere
strumentale, organizzativo e gestionale, attengono ad ambiti e materie
omogenee, si inquadrano nei macro-obiettivi individuati nella
Direttiva del Ministro per l’anno 2004 e vanno tradotti in interventi
organici, coerenti e sistematici.
Detti interventi, come previsto dalla
citata Direttiva, devono essere puntualmente programmati e monitorati
da parte dei Capi dipartimento, in coerenza con le indicazioni e
prescrizioni richiamate dalla direttiva del Presidente del Consiglio
dei Ministri del 4 febbraio 2003, citata in premessa. Pertanto,
conclusa la fase esecutiva, per la definitiva transizione verso il
nuovo assetto previsto dal DPR 319\2003, dal successivo D.M. 2929\2004
e dalle Linee guida per l’organizzazione degli uffici scolastici
regionali, con separato atto e sulla base delle presenti linee di
indirizzo, saranno predisposte apposite Schede utili per il
monitoraggio dei risultati raggiunti, riportanti la declinazione in
obiettivi operativi dei macro obiettivi contenuti nell’elenco allegato
alla sopra menzionata Direttiva del Ministro.
In funzione degli obiettivi
assegnati alle strutture, vanno individuate e ordinate in maniera
coerente e organica le molteplici iniziative e attività di competenza
dei vari Uffici, da quelle di carattere progettuale, programmatorio e
gestionale, a quelle di monitoraggio e di verifica, sia in itinere che
ex post.
Qualora i citati obiettivi siano
perseguiti non dal singolo Ufficio, nell’ambito delle proprie
attribuzioni istituzionali e mediante le proprie risorse e strutture,
ma col contributo e lo sforzo congiunto di più Uffici o Centri di
responsabilità, che, per la loro ampiezza e valenza complessiva,
richiedano l’attivazione di opportune forme di coordinamento e il
ricorso a strategie comuni e condivise, si rende necessario il
supporto di un’adeguata programmazione.
In relazione agli obiettivi della
prima categoria, ciascun Direttore Generale, in attuazione degli
indirizzi politico-amministrativi e delle linee programmatiche
generali, deve impostare la propria attività su logiche organizzative
interne all’ufficio di titolarità, distribuendo i carichi di lavoro
tra i singoli dirigenti di base, dotando gli stessi delle necessarie
risorse umane, strumentali e finanziarie, fornendo ogni utile apporto
e sostegno, vigilando in maniera puntuale e assidua sulle diverse fasi
della gestione e verificandone gli esiti.
Con riferimento agli obiettivi della
seconda categoria, basati su rapporti e interazioni fra diversi Uffici
e tra i relativi responsabili, si rivela essenziale l’impegno delle
strutture di diretta collaborazione del Capo Dipartimento di
ricomporre in un quadro unitario e di sintesi le attribuzioni
dislocate in settori operativi diversi, all’interno o all’esterno
delle strutture dipartimentali, di governare i processi, di monitorare
i risultati, di porre in essere, ove necessari, interventi correttivi
e di adeguamento.
Alcuni dei compiti e degli obiettivi
dei menzionati Dipartimenti, per la loro ampiezza e consistenza e per
il fatto di collocarsi in una logica di tipo processuale e progettuale
di ampio e articolato respiro, trascendono la durata dell’anno e,
pertanto, nel 2004 faranno registrare esiti non definitivi, ma
parziali. Del pari, alcuni compiti e obiettivi di durata pluriennale,
risalenti all’anno 2003 o ad anni precedenti, vanno attualizzati
nell’anno in corso attraverso una riprogrammazione delle attività o
delle fasi progettuali.
Di qui l’esigenza di pianificare e
programmare l’intero iter delle azioni da porre in essere e le
relative scansioni temporali, nonché di verificarne gli stati di
avanzamento e i risultati sino alla completa realizzazione.
Nell’ampio quadro
programmatico e progettuale, nel quale si collocano i macro obiettivi
strategici individuati dalla Direttiva del Ministro, si innestano gli
interventi e le fasi di attività di competenza delle Direzioni
Generali del Dipartimento per l’istruzione. In coerenza con
l’articolazione unitaria del Ministero, prevista dal Decreto
Legislativo n. 300/1999 e col progetto complessivo di governo del
sistema, il Dipartimento per l’istruzione stabilisce raccordi puntuali
con gli altri due Dipartimenti, con riferimento ai profili e agli
aspetti comuni e interagenti relativi alle rispettive aree di
attività. Per gli indirizzi e i criteri generali per l’assolvimento
dei compiti e per lo svolgimento coordinato e coerente di attività e
adempimenti di carattere trasversale e di comune interesse, si rinvia
alla precedente Sezione E.
Di seguito si individuano gli
obiettivi più significativi affidati al Dipartimento per l’istruzione,
precisando che alcuni di essi, per la loro ampiezza e valenza
complessiva, sono perseguibili col contributo e lo sforzo congiunto di
più Uffici o Centri di responsabilità e richiedono l’attivazione di
opportune forme di coordinamento e il ricorso a strategie comuni e
condivise.
L’elencazione che segue non esaurisce
il complesso degli obiettivi di competenza del Dipartimento, ma
individua quelli che, per l’anno in corso, si ritiene abbiano una
particolare rilevanza strategica:
1) ordinato e puntuale avvio
dell’anno anno scolastico;
2) riforma degli ordinamenti
scolastici e delle innovazioni del sistema educativo;
3) valutazione dell’efficienza e
dell’efficacia gestionale delle scuole;
4) iniziative di sostegno e di
integrazione degli alunni diversamente abili;
5) sviluppo del sistema educativo e
potenziamento dell’autonomia scolastica;
6) protagonismo delle famiglie e
degli alunni;
7)
valorizzazione del personale della scuola;
8)
adeguamento e messa a norma delle strutture edilizie.
L’ordinato e puntuale avvio dell’anno
scolastico 2004/2005 costituisce un obiettivo complesso, di
fondamentale importanza strategica, che coinvolge l’Amministrazione
nella sua interezza i cui esiti rappresentano, anche per la
collettività, uno dei più significativi indicatori di riferimento per
la valutazione del buon funzionamento, dell’efficienza e
dell’efficacia dei servizi scolastici.
Occorre, pertanto, adottare
procedure, modalità organizzative e operative, interventi che
consentano di ricomprendere in un unico disegno organico integrato,
efficace, i diversi processi, rendendoli funzionali alle finalità da
raggiungere.
Ciò richiede:
·
l’elaborazione di un
progetto articolato e coerente che preveda le diverse fasi e le
relative scansioni temporali, coinvolga opportunamente i diversi
organi, uffici e soggetti a vario titolo competenti, consenta di
monitorare le attività e di verificare e valutare gli esiti sia in
itinere che finali;
·
un costante impegno di
razionalizzazione delle attività e delle metodologie;
·
una precisa indicazione
dei risultati attesi da ogni processo di lavoro attivato, delle
interrelazioni operative, delle competenze, attribuzioni e
responsabilità dei diversi attori coinvolti, delle tappe intermedie
all’interno dei vari processi di lavoro e dei relativi tempi e
scadenze;
·
la costituzione di sedi
di confronto, di approfondimento e di coordinamento con compiti di
differenziazione degli interventi e di integrazione rispetto
all’obiettivo finale, di valutazione dei risultati raggiunti e del
rispetto dei tempi, di individuazione delle criticità e di attuazione
degli eventuali correttivi, anche ai fini un reporting
costante e strutturato al Capo Dipartimento;
·
un efficace utilizzo
dei sistemi informativi di supporto alle decisioni e di individuazione
alle azioni di miglioramento di tali sistemi;
·
un costante flusso
informativo con gli Uffici scolastici regionali sia al fine di fornire
agli stessi una adeguata consulenza, sia per una adeguata azione di
monitoraggio sugli esiti degli interventi a livello locale;
·
una particolare
attenzione alle iniziative necessarie per il coinvolgimento dei
diversi attori istituzionali e sociali.
Il processo attuativo dell’ampio e complesso disegno di riforma
riguardante gli ordinamenti scolastici richiede una serie di
interventi e misure coordinate e integrate, il cui buon esito dipende
soprattutto dalla capacità di focalizzazione, analisi e soluzione di
problemi di diversa natura.
Si tratta, cioè, di prevedere, progettare, attivare e gestire
strutture, iniziative e soluzioni organizzative e operative coerenti
con i principi ed i profili delle riforme in corso, con un elevato
livello di consapevolezza in ordine alle finalità della riforma stessa
ed al complesso delle azioni da intraprendere e da porre in essere.
La varietà dei profili coinvolti postula interventi sistemici:
·
di supporto alla fase ordinamentale, di elaborazione dei decreti
legislativi, dei regolamenti attuativi previsti dalla legge 53/2003;
·
di natura regolativa, attraverso l’adozione di direttive, linee guida
e atti finalizzati a modellare e stabilizzare gradualmente il nuovo
quadro ordinamentale;
·
di natura comunicativa, attraverso azioni mirate ed efficaci di
informazione della comunità nel suo complesso e della comunità
scolastica, che tengano conto della segmentazione
sociale e professionale del sistema scolastico e dell’utenza,
accompagnate da azioni di sostegno alle scuole per favorire ed
intensificare approfondimenti ed interventi divulgativi ed
informativi, ad opera delle stesse scuole, sui temi significativi
della riforma;
·
di natura organizzativa:
o
per l’adeguamento degli organici;
o
per il dimensionamento dei servizi;
o
per la formazione e aggiornamento sui contenuti e sulle innovazioni
previste dalla riforma, del personale docente, tecnico ed
amministrativo della scuola e per la formazione del personale
dell’amministrazione centrale e periferica del MIUR;
·
di natura finanziaria, per la gestione delle risorse destinate a
sostegno della riforma;
·
di natura socio-educativa e formativa, per la progettualità connessa
all’implementazione:
o
delle politiche giovanili e delle diverse politiche integrative, in
coerenza con le finalità di crescita educativa, culturale e
professionale e della responsabilità personale e sociale;
o
delle diverse linee di intervento delle politiche educative e
formative e per favorire l’avvicinamento della scuola al mondo del
lavoro;
·
di natura valutativa, per l’avvio e la progressiva stabilizzazione del
sistema di valutazione dell’efficacia dei processi formativi;
·
di natura analitico-documentale, tramite la promozione e lo
svolgimento di attività di indagine studi e documentazione, che
contribuiscano ad ampliare le conoscenze e ad arricchire i contenuti
per il continuo miglioramento del nuovo quadro ordinamentale;
I menzionati interventi richiedono, da parte dei diversi uffici
coinvolti, la definizione di piani di lavoro che, nel quadro delle
rispettive competenze, individuino:
Ø
gli ambiti di interazione della riforma del I e II ciclo con il
complesso di riforme in atto (organi collegiali, immissione in ruolo
degli insegnanti di religione cattolica, disciplina degli istituti
atipici, sistema nazionale di valutazione), al fine di coordinare i
diversi interventi attuativi, in coerenza con il complessivo disegno
di innovazione del sistema educativo;
Ø
i principi, gli obiettivi, le aree tematiche, i modelli di intervento
operativi, sperimentali e progettuali e le modalità di interrelazione
e raccordo con gli altri uffici dell’Amministrazione centrale e
regionale e con enti e istituzioni esterne chiamati a contribuire allo
sviluppo attuativo della riforma.
Particolare importanza sul piano
strategico-progettuale assume l’obiettivo dell’ulteriore sviluppo e
del potenziamento dei sistemi di monitoraggio e di valutazione delle
varie fasi operative considerate singolarmente o nel loro complesso,
attraverso le quali verificare, in itinere e conclusivamente,
l’efficienza, l’efficacia e l’economicità della gestione. In tale
ottica, nel decorso anno, tenendo a riferimento una specifica indagine
avviata dalla Corte dei Conti nell’ambito della programmazione delle
attività di controllo relative all’anno 2003 (deliberazione n.
1/2003/G del 2-1-2003 della Sezione centrale di controllo sulla
gestione delle Amministrazioni dello Stato) gli Uffici scolastici
regionali, con il coordinamento degli Uffici di supporto e
collaborazione del Capo del Dipartimento per lo sviluppo
dell’istruzione e del Dipartimento per i servizi nel territorio, hanno
avviato specifiche rilevazioni finalizzate sia all’analisi
dell’andamento gestionale delle istituzioni scolastiche sotto il
profilo amministrativo-contabile e dei livelli di realizzazione dei
piani dell’offerta formativa per l’anno 2002-2003, sia
all’acquisizione di buone pratiche valutative e di elementi
informativi utili. I risultati di tali rilevazioni hanno consentito di
fornire alla Corte dei Conti primi contributi, coerenti con le
richieste formulate nel richiamato programma di controllo.
Inoltre, a conferma del notevole
rilievo assegnato alle problematiche in parola, la Corte dei Conti,
con la deliberazione n. 1/2004/G, del 13 gennaio 2004, nel contesto
della programmazione delle attività di controllo per l’anno 2004, in
considerazione della durata pluriennale e della particolare importanza
dell’indagine, ha disposto la prosecuzione, con possibile ampliamento,
del programma di controllo del 2003.
Occorre, pertanto, dare seguito agli
interventi posti in essere nel 2003, attraverso specifiche azioni di
sostegno, monitoraggio e orientamento, con il coinvolgimento degli
Uffici Scolastici regionali, la collaborazione sinergica del
Dipartimento per l’istruzione e del Dipartimento per la programmazione
ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle
risorse umane e dell’informazione e con il supporto dell’INVALSI.
Tanto per l’attivazione di una fase sperimentale che, tra l’altro,
consenta l’individuazione di modelli adeguati e interagenti, di
supporto alle decisioni strategiche ed operative e funzionali alla
valutazione della gestione delle scuole sotto il profilo
dell’efficiente allocazione delle risorse, dell’efficacia realizzativa
delle azioni educative e formative, nonchè all’adozione di eventuali
azioni correttive, volte al riequilibrio del sistema scolastico e al
complessivo miglioramento dei servizi. Tale fase sperimentale, in
corso di svolgimento, è opportunamente gestita e monitorata da un
apposito gruppo di progetto e di coordinamento, costituito con Decreto
Dipartimentale n. 5 del 13 febbraio 2004, del quale fanno parte
rappresentanti degli Uffici e delle istituzioni sopra indicati.
I richiamati modelli devono
consentire, in particolare, l’analisi e la valutazione:
Ø
degli
aspetti caratterizzanti la gestione amministrativo-contabile delle
scuole,
con specifico riferimento alle fonti di provenienza e alle modalità di
allocazione delle risorse finanziarie, alle tipologie e capacità di
spesa, alla verifica della correttezza e della legittimità degli
adempimenti, al rispetto dei tempi;
Ø
delle
tendenze emergenti dall’utilizzazione delle risorse finanziarie
destinate alla realizzazione del programma annuale
in termini di
articolazione, efficacia e coerenza della programmazione in funzione
del POF; rispetto delle esigenze e dei fabbisogni formativi;
Ø
del
raggiungimento degli obiettivi formativi ed educativi
con specifico
riguardo ai livelli di realizzazione dei progetti/attività previsti
dal P. O. F. - programma annuale;
Ø
di
valutazione del risultato-impatto degli interventi educativi e
formativi realizzati.
Considerate le caratteristiche
multidimensionali dei processi valutativi del sistema scolastico, i
modelli di valutazione gestionale sopra menzionati devono essere
opportunamente correlati e integrati e risultare coerenti con il
complesso degli altri strumenti già utilizzati o in fase di
predisposizione, finalizzati sia alla verifica dei diversi profili
oggettivi della qualità e dell’efficacia dell’offerta formativa, sia
all’esame delle prestazioni dei dirigenti scolastici. Riguardo a tale
ultimo aspetto, va precisato che le valutazioni sull’andamento
gestionale delle scuole vanno collegate e rese funzionali anche al
sistema di valutazione dei dirigenti scolastici (SIVADIS). Occorre,
pertanto, creare una base informativa sull’andamento gestionale delle
scuole, che possa essere utilizzata anche come strumento da cui
attingere elementi utili per la valutazione delle prestazioni dei
dirigenti scolastici. E’ evidente, infatti, che la valutazione
dell’andamento gestionale complessivo del servizio scolastico dovrà
necessariamente basarsi preminentemente su elementi e dati informativi
raccolti a livello di singola istituzione scolastica, da analizzare e
interpretare in relazione all’intero territorio di riferimento.
Ai fini suindicati, particolare
rilievo assume il ruolo del collegio dei revisori dei conti operante
presso le istituzioni scolastiche, chiamato a fornire un qualificato e
importante contributo alle rilevazioni ed alle indagini. Vanno
pertanto rafforzate le iniziative di orientamento, supporto e
consulenza riferite all’attività dei collegi dei revisori delle
scuole, per porre gli stessi gradualmente nelle condizioni più idonee
per l’esercizio di una corretta azione di supporto, funzionale al
modello di indagine. Così come vanno estesi e potenziati gli
interventi formativi nei confronti dei dirigenti dell’Amministrazione
centrale e periferica, con specifico riferimento alle materie del
controllo di gestione e della valutazione dei risultati. Parimenti gli
Uffici scolastici regionali debbono essere opportunamente
sensibilizzati perché pongano particolare attenzione alle dinamiche
organizzative e comunicative tra scuole, collegi dei revisori e uffici
periferici dell’Amministrazione, prevedendo e costituendo in via
formale, al loro interno, organi di interfaccia stabili ed efficienti,
canali e flussi informativi in grado di fornire dati ed elementi
continuamente aggiornati.
Il sistema di valutazione gestionale,
per risultare rispondente allo scopo, omogeneo a livello nazionale,
deve essere strutturato in modo organico, sì da raccordarsi con il
sistema di rilevazione dei flussi finanziari e di spesa e con il
sistema di monitoraggio degli obiettivi strategici ed operativi
dell’Amministrazione. Le analisi di efficienza ed efficacia effettuate
in ambito regionale debbono, pertanto, avvalersi delle informazioni di
natura economico-finanziaria presenti nel sistema contabile
informativo nazionale, che va, quindi, opportunamente potenziato e
adeguato. Ciò, ovviamente non esclude la possibilità che gli Uffici
scolastici regionali svolgano specifiche ed autonome rilevazioni ad
integrazione delle notizie, degli elementi e dei dati reperibili con
gli strumenti sopra menzionati.
Gli interventi per l’integrazione
degli alunni diversamente abili richiedono l’apporto congiunto e
sinergico di diversi contributi, sia da parte delle strutture
dell’Amministrazione centrale e periferica, che da parte di soggetti,
organi rappresentativi, livelli istituzionali (Ministero della Salute,
Ministero del Lavoro, Ministero delle tecnologie) enti locali,
associazioni operanti nel settore dell’integrazione dei disabili, ecc..
Nell’anno 2004 occorre dare ulteriore
impulso e consistenza alle iniziative in corso, con specifico riguardo
ai seguenti ambiti di intervento:
·
prosecuzione
e ampliamento delle attività dell’Osservatorio sull’handicap e del
Comitato tecnico di sostegno;
·
individuazione delle soluzioni organizzative e operative più idonee in
funzione di un forte rilancio in senso moderno e adeguato alle reali
esigenze delle politiche di integrazione scolastica dei disabili;
·
definizione,
in collaborazione con il Ministero della Salute, delle procedure
inerenti la individuazione e certificazione dell’handicap;
·
di modalità
di partecipazione al Tavolo interistituzionale sull’handicap,
istituito presso la Conferenza Unificata;
·
collaborazione attenta e puntuale alle iniziative in tema di sicurezza
ed abbattimento delle barriere architettoniche, anche attraverso un
adeguamento degli strumenti e delle modalità di monitoraggio collegate
all’attuazione del Decreto legislativo 626 (anagrafe nazionale
edilizia scolastica, osservatorio per l’edilizia scolastica);
·
inserimento
nel piano di formazione per il personale docente di iniziative e
percorsi volti a potenziare la cultura degli interventi didattici
finalizzati all’integrazione;
·
individuazione di nuove e più idonee opportunità per il conseguimento
della specializzazione da parte dei docenti di sostegno;
·
prosecuzione
nella partecipazione ai programmi internazionali, anche tenendo a
riferimento attività realizzate nel semestre europeo di presidenza
italiana e nell’anno europeo del disabile;
·
definizione
del ruolo degli istituti atipici per una adeguata collocazione nel
nuovo contesto delineato dal processo di riforma degli ordinamenti.
Nell’anno 2004 va
proseguita l’azione di sviluppo e di adeguamento del sistema educativo
e formativo, sia attraverso la predisposizione e l’adozione di
provvedimenti legislativi e regolamentari attuativi della legge n.
53/2003, sia attraverso la messa in atto di iniziative finalizzate ad
una migliore qualificazione, efficacia ed efficienza dei servizi
scolastici e dell’offerta formativa in generale.
A tale ultimo
riguardo occorre adottare misure di:
Ø
potenziamento dei raccordi e delle interazioni tra il sistema
dell’istruzione e il mondo della produzione e del lavoro, anche sulla
base di intese e convenzioni con imprese, enti e soggetti competenti e
a vario titolo interessati, nonché attraverso forme di alternanza
scuola-lavoro, come modalità di realizzazione dei nuovi percorsi
formativi introdotti con la riforma;
Ø
coinvolgimento sempre più esteso e proficuo delle Regioni, degli Enti
locali e di altri soggetti rappresentativi di interessi delle realtà
territoriali, nella ridefinizione di importanti parti ed aspetti del
sistema educativo e formativo e nel relativo funzionamento, in un
quadro di più avanzati equilibri e interazioni tra il sistema
dell’istruzione e quello della formazione professionale;
Ø
sostegno e
consulenza alle scuole nella progettazione dell’offerta formativa,
anche in sintonia con le esigenze culturali, sociali ed economiche
espresse in ambito regionale e locale;
Ø
ulteriore
definizione e impulso alle iniziative legate ai settori
dell’istruzione e formazione tecnica superiore e dell’educazione degli
adulti, al fine di ampliare sempre più la partecipazione, di
accogliere il maggior numero possibile di giovani in relazione al
miglior utilizzo delle risorse finanziarie disponibili e di mettere
gli stessi nella condizione di raggiungere livelli di qualificazione
atti a favorirne l’occupazione, sia in ambito locale che nazionale e
comunitario, nonché a rafforzare le competenze di base della
popolazione adulta;
Ø
prosieguo e
potenziamento dell’integrazione tra scuole paritarie e sistema di
istruzione statale, come parti dell’unico sistema scolastico
nazionale;
Ø
attivazione
e graduale messa a regime del Servizio Nazionale di Valutazione, a
conclusione della fase sperimentale;
Ø
ulteriore
ampliamento degli ambiti di proposta e realizzazione dei progetti di
carattere comunitario ed extracomunitario, bilaterali e multilaterali;
Ø
rafforzamento della dimensione europea delle politiche educative e
formative, attraverso: l’implementazione delle linee d'azione definite
durante il Semestre di Presidenza italiana; il sostegno e lo sviluppo
dei processi di convergenza delle politiche educative e della
formazione dell'Unione Europea; la promozione e la qualificazione
della partecipazione delle scuole ai programmi di azione comunitaria;
la riprogrammazione delle risorse dei fondi strutturali e delle
modalità di pubblicizzazione per l’accesso ai fondi stessi e per
l’incentivazione delle azioni relative alla riforma della scuola;
promozione e attuazione delle relazioni culturali, della cooperazione
multilaterale e dei rapporti bilaterali.
Nell’ottica
dell’attuazione dei processi di riforma e di una piena valorizzazione
del ruolo di centralità delle istituzioni scolastiche, va infine
riservato particolare impegno al funzionamento e consolidamento
dell’autonomia scolastica, nelle linee di un’azione iniziata già da
alcuni anni e sostenuta da un cospicuo impiego di risorse.
La
partecipazione attiva e consapevole degli alunni e delle famiglie ai
processi educativi e formativi rientra tra le priorità del
Dipartimento dell’istruzione, in coerenza con il progetto complessivo
di qualificazione e potenziamento dell’offerta formativa, con
specifico riguardo:
Ø
alla
personalizzazione dei percorsi educativi e formativi in funzione dei
bisogni, delle attitudini e delle vocazioni di ciascun allievo e in
modo da garantire pari opportunità e di realizzare la massima
inclusione e di valorizzare le eccellenze;
Ø
alla
prevenzione e al contrasto del disagio giovanile, all’innalzamento dei
livelli di scolarità e dei tassi di successo scolastico, alla
partecipazione all’esercizio attivo della cittadinanza, alla
valorizzazione della componente familiare in relazione al progetto
educativo scolastico, al rafforzamento dell’orientamento per favorire
l’inserimento sociale a pieno titolo, all’integrazione scolastica
degli alunni delle aree a rischio di devianza sociale e
criminalità minorile, al sostegno degli alunni in situazioni di
handicap, al supporto didattico agli alunni ricoverati in strutture
sanitarie;
Ø
all’attivazione di azioni e di misure volte a garantire, nell’ambito
della collaborazione istituzionale con le Regioni e gli Enti locali,
il graduale esercizio del diritto-dovere all’istruzione e formazione
per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica
professionale entro il 18° anno di età, più ampie e concrete
possibilità di accesso alla formazione superiore, nonché un effettivo
sviluppo delle opportunità offerte all’educazione permanente;
Ø
alla
promozione e maggiore diffusione delle attività motorie e sportive;
Ø
al
coinvolgimento consapevole e partecipato degli studenti e delle
famiglie nei processi di innovazione del sistema scolastico e
formativo, al fine della piena fruizione del diritto allo studio;
Ø
alla pratica
sempre più estesa di forme di alternanza scuola-lavoro, come ulteriore
arricchimento e personalizzazione degli interessi formativi degli
studenti che abbiano conseguito il 15° anno di età;
Ø
alla
realizzazione di una cultura progettuale e imprenditoriale degli
studenti basata su competenze e abilità che consentano la scelta e lo
svolgimento di attività autonome.
L’attivazione di
efficaci iniziative per la valorizzazione del personale della scuola
costituisce una delle priorità del Dipartimento dell’istruzione, in
coerenza col progetto complessivo di ridefinizione, qualificazione e
potenziamento del sistema educativo, con specifico riguardo:
Ø
alla
formazione del personale della scuola statale e paritaria con
particolare riferimento a temi della innovazione del sistema di
istruzione e formazione e al mutato assetto disciplinare,
organizzativo e tecnologico;
Ø
alla
previsione e determinazione delle quantità di organico e alla relativa
assegnazione agli Uffici scolastici regionali, nel quadro e in
attuazione delle disposizioni regolanti la materia;
Ø
alla
programmazione e gestione a livello centrale e locale delle fasi
operative e degli adempimenti riferiti allo stato giuridico e alle
situazioni contrattuali del personale dirigente, docente e non
docente, di ruolo e non di ruolo e, in particolare, all’istituto della
mobilità;
Ø
alla
consulenza e sostegno alla programmazione, progettazione e
realizzazione di attività complementari integrative dell’iter
formativo, al fine di favorire, sviluppare e rafforzare le capacità di
socializzazione, la formazione personale, la cultura
dell’orientamento, l’educazione alla convivenza civile degli studenti
ed estendere il coinvolgimento e la partecipazione dei genitori alle
scelte educative e ai percorsi formativi della scuola;
Ø
al sostegno
e orientamento alla realizzazione di percorsi formativi flessibili,
differenziati, aderenti alle diverse esigenze dei giovani, aperti al
fare e all’agire, nonché ad interazioni col mondo della produzione e
del lavoro;
Ø
all’attuazione, per le parti di competenza, delle previsioni contenute
nel Contratto collettivo nazionale della scuola per il quadriennio
2002-2005, in particolare di quelle relative ad una maggiore efficacia
ed efficienza del sistema scolastico e al miglioramento dei rapporti
con i destinatari del servizio;
Ø
all’attuazione di soluzioni finalizzate all’istituzione di meccanismi
di carriera professionale per i docenti, compatibilmente con le
risorse disponibili;
Ø
al sostegno,
monitoraggio e orientamento della fase sperimentale di applicazione
del modello di valutazione dei dirigenti scolastici, ai fini della
messa a regime dello stesso;
Ø
alla
progettazione ed attivazione, in base anche alle proposte ed agli
esiti dei lavori del Gruppo di progetto per l’impianto di un modello
di valutazione dell’efficienza ed efficacia gestionale delle scuole,
di interventi formativi rivolti ai dirigenti scolastici ed ai
direttori dei servizi generali e amministrativi delle scuole, per
rafforzare le competenze degli stessi nelle materie relative alla
valutazione della gestione e per porli gradualmente nelle condizioni
professionali più idonee per una corretta azione di supporto,
funzionale al predetto modello di indagine;
Ø
all’ulteriore potenziamento e ampliamento:
-
delle
attività e delle funzioni informative di acquisizione dei dati e di
monitoraggio relative al personale docente e ATA in servizio con
rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato, sia a livello
centrale che presso gli uffici territoriali riguardanti la consistenza
degli alunni, delle classi, dei posti, compresi quelli di sostegno e
le relative deroghe, dei carichi orari, delle diverse tipologie dei
rapporti di lavoro, ecc..;
-
dei
periodici e mirati riscontri finalizzati all’accertamento continuo
della consistenza delle dotazioni di organico in rapporto all’entità
della popolazione scolastica e all’incidenza di taluni fattori e
circostanze (aree e contesti in situazioni di disagio
socio-ambientale, economico, ecc., alunni in particolare condizioni,
ecc.).
Il patrimonio
edilizio scolastico presenta notevoli carenze sia sotto il profilo
strutturale (con punte di notevole degrado in alcune realtà
territoriali per lo più concentrate in aree meridionali) che della
rispondenza alle norme antisismiche e di sicurezza. E ciò nonostante
l’impegno di Province e Comuni - responsabili della fornitura,
manutenzione, adeguamento e messa a norma degli immobili adibiti
all’uso scolastico - e i notevoli sforzi di carattere finanziario
prodotti negli ultimi anni anche da questo Ministero, attraverso il
ricorso ad apposite sovvenzioni con i citati enti, finalizzate
soprattutto alla messa a norma delle strutture e degli impianti.
Tra l’altro,
nell’anno 2003 la situazione si è ulteriormente aggravata anche per
effetto di note emergenze ed eventi calamitosi, che hanno interessato
alcune aree del Paese.
In relazione a
quanto sopra, si rende necessario che questo Ministero (in particolare
la Direzione Generale competente per l’edilizia) nell’anno 2004,
prosegua negli interventi avviati nel 2003, finalizzati al graduale
superamento delle carenze e precarietà in atto e all’adeguamento delle
strutture e degli ambienti ai bisogni di una scuola veramente moderna
e al passo con i tempi: questo anche in coerenza con le previsioni
della normativa di riforma degli ordinamenti scolastici.
In tale ottica si
collocano una serie di iniziative preliminari e di supporto, da
attivare, potenziare e mettere a regime: costituzione e aggiornamento
della banca dati; acquisizione di professionalità all’altezza del
compito; instaurazione di rapporti e interazioni con il Ministero
delle infrastrutture, gli enti locali e con altri Uffici e livelli
istituzionali e operativi a vario titolo interessati e coinvolti in
materia di strutture e di sicurezza; finanziamento, attraverso mutui,
di appositi programmi di intervento; formazione e aggiornamento del
personale; puntuale raccordo con gli Uffici scolastici regionali e
locali sui temi legati alla specifica materia.
Tale complesso e
articolato quadro progettuale, organizzativo e operativo deve
comprendere anche la serie delle incombenze legate alle previsioni di
cui alla legge n. 289 del 27 dicembre 2002, in particolare dell’art.
80, comma 21, che dispone l’inserimento, nell’ambito del programma
delle infrastrutture strategiche di cui alla legge n. 443 del 21
dicembre 2001, di un piano straordinario per la messa in sicurezza
degli edifici scolastici, con particolare riferimento a quelli
insistenti nelle zone a rischio sismico, da presentare al Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica di concerto con il
Ministero delle Infrastrutture, sentita la Conferenza unificata.
La concreta
attuazione di tale piano, una volta intervenute le necessarie
autorizzazioni, costituisce impegno prioritario e cogente
dell’Amministrazione scolastica.
Tale impegno si è
già concretizzato nell’elaborazione di mappe ricognitive dello stato
degli edifici scolastici riferite a ciascuna regione e, in ambito
regionale, alle diverse realtà locali; mappe che costituiscono la
base di riferimento per l’individuazione delle necessità, per la
definizione delle priorità, per la quantificazione dei costi. Con
riguardo a tali dati ed
elementi, le
Regioni e gli enti locali si attiveranno, secondo le proprie
competenze, in stretta sintonia e sinergia con l’Amministrazione
(Uffici centrali, regionali e locali) e con gli altri soggetti,
livelli istituzionali e organi a tanto deputati.
Le
prescrizioni e le indicazioni contenute nella Direttiva del Ministro e
recepite nel presente atto hanno come destinatari, oltre gli Uffici
centrali, gli Uffici regionali e locali, i quali attendono ai propri
compiti nel quadro di un sistema complesso, a struttura reticolare,
articolato per aree funzionali omogenee.
Tale
assetto, rientrante nel più ampio modello ordinamentale
dell’Amministrazione scolastica, concorre in maniera organica e
funzionale alla realizzazione del disegno unitario e degli obiettivi
del sistema dell’istruzione.
In
coerenza con le Linee guida di cui all’art. 8, comma 8, del D.P.R. n.
319/2003, i Direttori Generali regionali formulano al Ministro le
proposte di dimensionamento e di organizzazione degli Uffici
scolastici regionali e locali.
Perché
tali proposte possano contribuire a definire assetti e soluzioni il
più possibile uniformi e coerenti in ambito nazionale, occorre
sviluppare e realizzare una forte interazione tra gli Uffici
scolastici regionali, il Dipartimento dell’istruzione e il
Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione
ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione
dell’Amministrazione centrale, sia nella fase elaborativa delle
proposte stesse, sia in quella attuativa dei provvedimenti adottati
dal Ministro.
Nella
Sezione H (paragrafo: Consolidamento del nuovo assetto
organizzativo del MIUR) sono indicati gli interventi da porre in
essere in relazione agli obiettivi da raggiungere: a tale Sezione si
rinvia per una individuazione organica e sistematica degli
adempimenti.
Le Direzioni
Generali regionali debbono osservare livelli di coerenza e di
omogeneità strutturale, organizzativa e gestionale, con riferimento ad
aspetti e profili dell’attività aventi rilevanza generale e stabilire
raccordi puntuali con l’Amministrazione Centrale.
Ai fini
suaccennati le Direzioni Generali centrali, nel quadro di linee
progettuali comuni e coerenti, debbono fornire alle Direzioni Generali
regionali indirizzi, orientamenti, istruzioni, supporti
interpretativi, ecc., e verificarne la rispondenza in sede di
attuazione.
Le
citate Direzioni regionali, dal canto loro, nell’assolvere i propri
compiti e per il raggiungimento delle finalità preventivate, operano
in conformità delle istruzioni e delle indicazioni impartite dai
responsabili dei Dipartimenti interessati.
Possono rivelarsi utili al riguardo, oltre gli ordinari flussi di
comunicazione, conferenze di servizio, riunioni finalizzate a
confronti e approfondimenti su temi e problematiche di rilevante
interesse, seminari di studio, ecc..
Il
Dipartimento verifica, poi, la rispondenza delle azioni intermedie e
finali agli esiti individuati con gli atti sopracitati, predisponendo
e pianificando le soluzioni più utili.
In tale
ottica, sono predisposti e resi operativi mezzi e strumenti di
controllo di gestione, servizi di monitoraggio attraverso cui
individuare e valutare costantemente l’assetto, il funzionamento e
l’attività degli uffici e degli organi titolari di attribuzioni
particolarmente significative e i risultati conseguiti in itinere e
nelle fasi conclusive. Tali strumenti debbono rispondere anche alle
esigenze di valutazione dei dirigenti, sulla base del modello di esame
e verifica delle prestazioni e del comportamento organizzativo
introdotto sperimentalmente nell’anno in corso.
Inoltre, il Capo
Dipartimento fornisce alle Direzioni Generali regionali istruzioni e
indicazioni sulla tempistica degli adempimenti rientranti nelle
previsioni dei piani programmatici.
Nell’ambito di tale
quadro di riferimento, gli Uffici regionali elaborano, per il
Dipartimento e le Direzioni generali centrali, rapporti e resoconti
sulle attività di competenza più rilevanti, in sintonia con gli
obiettivi da raggiungere.
Sulle modalità e
sulla tempistica da seguire, si forniranno successive,
particolareggiate indicazioni.
Con riguardo alle
priorità gestionali per l’anno in corso, si riportano i principali
adempimenti richiamati dalla Direttiva del Ministro per l’anno 2004:
Ø
realizzazione delle iniziative di comunicazione e formazione
finalizzate a diffondere nelle scuole le innovazioni introdotte con la
riforma del sistema scolastico e formativo, anche con azioni di
sostegno all’attivazione delle iniziative stesse;
Ø
consolidamento dell'autonomia scolastica, in coerenza con le esigenze
di riforma degli ordinamenti scolastici e rafforzamento dei rapporti e
delle interazioni tra il sistema dell'istruzione, i livelli
istituzionali interessati, le Regioni, gli enti locali, gli altri
soggetti e organismi rappresentativi di realtà territoriali, il mondo
della produzione e del lavoro;
Ø
progettazione e realizzazione delle condizioni e delle soluzioni
istituzionali ed organizzative atte a favorire l’introduzione e il
consolidamento delle forme di alternanza scuola-lavoro, nel quadro del
disegno educativo e formativo delineato dalla riforma;
Ø
ordinato e
puntuale avvio dell'anno scolastico, portando a definizione, in tempo
utile, tutte le operazioni preordinate alla sistemazione,
utilizzazione e nomina del personale dirigente, docente ed ATA, nonché
ponendo in essere, anche con l'apporto degli enti locali, le
iniziative atte a garantire il corretto e regolare funzionamento dei
servizi scolastici;
Ø
attivazione
di interventi di formazione rivolti al personale della scuola sui temi
dell'innovazione del sistema di istruzione e formazione professionale
e del mutato assetto disciplinare, organizzativo e tecnologico;
Ø
programmazione, destinazione e utilizzo in tempo utile dei flussi
finanziari, nel rispetto delle esigenze temporali delle istituzioni
scolastiche, in una logica di sistema che coinvolga e responsabilizzi
nelle linee di un disegno unitario gli uffici della Direzione
regionale e quelli dei C.S.A.;
Ø
monitoraggio
dei flussi di cassa delle scuole, per una puntuale conoscenza
dell'andamento dei movimenti finanziari e di spesa delle scuole
stesse, anche a supporto delle valutazioni di cui al successivo
alinea;
Ø
verifica dei
livelli di efficienza gestionale delle scuole, di efficacia
dell’attività formativa e di osservanza degli standard programmati.
Tale verifica assume particolare rilevanza sia per ché consente di
stabilire se sono stati raggiunti da parte dell’Amministrazione gli
obiettivi funzionali di indirizzo e di governo strategico del sistema
scolastico, sia per l’attenzione ad essa riservata dagli Organi di
controllo. Nell’ottica suindicata si rendono necessarie la
programmazione di interventi adeguati allo scopo e la costituzione,
sul piano organizzativo ed operativo e in coerenza con le indicazioni
fornite con le Linee guida prima menzionate, di organismi
dotati delle occorrenti competenze e professionalità, in grado di
interagire con le istituzioni scolastiche e gli uffici locali.
Inoltre, considerata la complessità della materia e l’esigenza di
utilizzare metodologie e modelli di azione omogenei a livello
nazionale, è richiesta una particolare capacità di interazione tra gli
Uffici scolastici regionali e i Dipartimenti. Nella Sezione F,
punto 3, sono indicate le modalità generali attraverso cui poter
realizzare il coordinato svolgimento delle relative attività e fasi
progettuali; alla stessa pertanto si rinvia per le conseguenti
considerazioni di ordine metodologico ed organizzativo. Per il
corrente anno, nelle more della definizione da parte dell’apposito
Gruppo di lavoro (costituito con Decreto Dipartimentale n. 5 del 13
febbraio 2004), di un omogeneo sistema di valutazione, viene
assicurata la prosecuzione delle rilevazioni e delle analisi già
avviate a livello regionale nel corso del 2003 – anche in relazione
alle specifiche richieste della Corte dei Conti - per la valutazione
delle tendenze amministrativo-contabili della gestione
economico-finanziaria delle scuole e dei livelli di realizzazione dei
piani dell’offerta formativa. In particolare, gli Uffici scolastici
regionali proseguono la rilevazione e l’analisi:
Ø
delle linee caratterizzanti la gestione
amministrativo-contabile delle scuole, con specifico riferimento
alle modalità di allocazione delle risorse finanziarie; alle tipologie
e capacità di spesa; alla verifica della correttezza e della
legittimità degli adempimenti; al rispetto dei tempi;
Ø
delle tendenze emergenti dall’utilizzazione delle
risorse finanziarie per la realizzazione del programma annuale in
termini di articolazione, efficacia e coerenza della programmazione in
funzione del P. O. F.; di conseguente rispetto delle esigenze e dei
fabbisogni formativi;
Ø
del raggiungimento degli obiettivi formativi ed
educativi con riguardo a livelli di realizzazione dei
progetti-attività previsti dal POF annuale; alla valutazione del
risultato-impatto degli interventi educativi e formativi realizzati.
Specifica attenzione va poi riservata, ai fini dell’effettuazione
della rilevazione e dell’analisi sopra menzionate, all’individuazione
e definizione delle migliori modalità di utilizzo dei collegi dei
revisori dei conti.
a.
delle linee caratterizzanti la gestione amministrativo -
contabile delle scuole, con specifico riferimento alle fonti di
provenienza dei finanziamenti, alle modalità di allocazione delle
risorse finanziarie, alle tipologie e capacità di spesa, alla verifica
della correttezza e della legittimità degli adempimenti, al rispetto dei
tempi;
b.
delle tendenze emergenti dall’utilizzazione delle risorse
finanziarie per la realizzazione del programma annuale, in termini
di: articolazione, efficacia e coerenza della programmazione in funzione
del POF; conseguente rispetto delle esigenze e dei fabbisogni formativi;
c.
del raggiungimento degli obiettivi formativi ed educativi in
termini di livelli di realizzazione dei progetti-attività previsti
dal POF/programma annuale, valutazione del risultato/impatto degli
interventi educativi e formativi realizzati.
In
funzione di tali obiettivi sono individuate le modalità organizzative
più idonee a consentire un efficace impiego dei collegi dei revisori dei
conti.
Sul piano attuativo, inoltre, i livelli di analisi sopra elencati
debbono avvalersi anche delle informazioni di natura
economico-finanziaria desunte dal sistema di rilevazione dei flussi
finanziari e di spesa delle istituzioni scolastiche e, pertanto, il
sistema contabile informativo nazionale va funzionalmente adeguato alle
esigenze di valutazione sopra richiamate.
Per l’anno in corso, nelle more della definizione del sistema di
valutazione prima indicato, sarà assicurato adeguato sostegno agli
Uffici scolastici regionali per la prosecuzione delle rilevazioni e
delle analisi già avviate a livello regionale nel corso del 2003, per la
valutazione delle tendenze amministrativo-contabili della gestione delle
scuole e dei livelli di realizzazione economico-finanziaria dei piani
dell’offerta formativa, secondo la griglia di riferimento riportata nei
precedenti alinea “a”, “b”, e “c”.
Nell’ampio contesto di riferimenti, tracciato dal Decreto legislativo n.286\1999
in materia di controlli interni, si collocano anche le indicazioni e
prescrizioni delle Direttive della Presidenza del Consiglio del 15
novembre 2001, dell’11 novembre 2002 e del 4 febbraio 2003 (Indirizzi
per il monitoraggio dello stato di attuazione del programma di Governo)
le quali individuano una fase “ascendente” di determinazione degli
indirizzi dell’azione amministrativa, e una “fase discendente" di
monitoraggio e verifica dei tempi e del grado di realizzazione degli
obiettivi relativi ai singoli settori.
Il
modello PRO.MO. (Programmazione e Monitoraggio dipartimentale) adottato
dall’Amministrazione, risponde alle logiche di MBO ed è coerente con i
principi contenuti nelle Direttive della Presidenza del Consiglio sopra
citate. Per l’anno in corso, l’adozione generalizzata di strumenti di
monitoraggio si rivela ancor più importante in relazione alla
circostanza che è in corso di sperimentazione un sistema di valutazione
della dirigenza amministrativa. Tale sistema, che poggia su principi
gestionali avanzati, è finalizzato soprattutto alla valutazione delle
prestazioni e presuppone una gestione impostata agli esiti omogenei in
tutta l’Amministrazione, che consenta l’utilizzo a cascata degli
obiettivi, degli indicatori, dei criteri di misurazione, ecc., nonché il
successivo monitoraggio dei risultati raggiunti. Ne consegue che
l’applicabilità e la reale funzionalità del modello di valutazione sono
fortemente condizionate dall’applicazione del correlato modello di
gestione per obiettivi utilizzato. In tale ottica, il PRO.MO rappresenta
il modello di riferimento anche per la rilevazione degli elementi
oggettivi utili per il corretto impianto del sistema di valutazione.
Infatti, l’assenza di criteri univoci può portare a valutazioni
disomogenee sul territorio. Per tale ordine di motivi, le Direzioni
generali dell’Amministrazione centrale e periferica, destinatarie del
presente atto, nella fase di monitoraggio e valutazione degli esiti,
debbono dedicare una particolare attenzione all’individuazione di
indicatori gestionali in grado di supportare le valutazioni espresse in
ordine ai risultati raggiunti. Seguiranno in materia azioni di
approfondimento e riflessioni mirate, al fine di affinare e migliorare
gli strumenti a disposizione, adeguarli al contesto operativo,
mettendoli in sintonia con l’obiettivo finale di accrescere
l’efficienza, l’efficacia e l’economicità dell’azione amministrativa dei
Dipartimenti.