Dipartimento per l'Istruzione
Nota 23 maggio 2007 Prot. n. 2546/DGS
Oggetto: Comitato Nazionale "Scuola e Legalità" - Linee
di indirizzo
Premessa
Nell'ambito del suo ruolo di indirizzo e di promozione di strategie
educative, funzionali ai bisogni formativi emergenti dai diversi
contesti socio-culturali del Paese, il Ministro della Pubblica
Istruzione ha istituito un Comitato Nazionale Scuola e Legalità, con il
compito di trasformare gli obiettivi strategici enunciati nelle Linee di
indirizzo sulla cittadinanza democratica e legalità (Direttiva
Ministeriale del 16 ottobre 2006) in un piano operativo capace di
attivare la collaborazione interistituzionale e l' interazione con tutte
le associazioni e le agenzie formative impegnate nella lotta
all'illegalità.
Le indicazioni e le proposte del Comitato Nazionale "Scuola e
Legalità"
Le indicazioni fornite dalle commissioni in cui si è articolato il
Comitato delineano un modello coerente con quanto proposto dalla scuola
dell'autonomia, dell'accoglienza, dell'apertura al territorio e alle
famiglie, nel riconoscimento della sua funzione educativa e di
socializzazione. La promozione di intese in atto con altri Ministeri,
Enti ed Associazioni consentirà di realizzare iniziative concrete e
valutabili.
Le riflessioni contenute nel presente documento intendono agevolare le
istituzioni scolastiche nella capacità di interpretazione e di
intervento sulla complessa realtà del mondo contemporaneo, in sinergia
con tutti gli altri soggetti che condividano i medesimi obiettivi.
Le istituzioni scolastiche autonome potranno inoltre, potenziare la loro
funzione di "fucina di legalità", facendo riferimento ai valori
essenziali per la costruzione di un futuro sostenibile, così come
sottolineato anche nei documenti UNESCO ed UNECE .
Nelle citate Linee di indirizzo sulla cittadinanza democratica e
legalità viene sottolineato "il valore educativo dell'esperienza
acquisita anche al di fuori dei sistemi di istruzione e formazione",
valorizzando le connessioni tra apprendimento formale e non formale;
viene, inoltre, richiamata l'attenzione sulla partecipazione attiva dei
giovani alla realizzazione di una società multietnica, nel rispetto
della libertà, dell'uguaglianza e dei diritti umani.
L'impegno a favore della legalità risponde al diffuso malessere dei
giovani che si esprime in molteplici forme e dimensioni: le difficoltà
di apprendimento, lo scarso rendimento scolastico, l'abbandono precoce
degli studi, l'inosservanza delle regole che spesso diventa
microdelinquenza e bullismo.
A tale proposito, le Linee di indirizzo generali per la prevenzione e la
lotta al bullismo emanate in data 5 febbraio 2007 hanno prospettato un
piano di interventi e di azioni per supportare ed incrementare
iniziative di prevenzione e contrasto delle varie forme di violenza
giovanile.
Educazione alla legalità e il sistema educativo di Istruzione e
Formazione
Un moderno sistema educativo di istruzione e formazione, che ha la
responsabilità di contribuire alla coesione sociale attraverso
l'attenzione alle differenze tra generazioni, generi, etnie, lingue,
religioni e culture, assume come obiettivo primario la formazione di
cittadini protagonisti della vita sociale, in una dimensione europea e
transnazionale.
L'educazione alla legalità dovrebbe assumere dunque, una funzione nuova
nel complesso della programmazione didattica per diventare uno snodo
interdisciplinare completamente integrato nei curricola. Essa potrebbe
svolgere un ruolo fondamentale anche nella dimensione cognitiva, nella
prospettiva di un'evoluzione dello statuto epistemologico delle
discipline. A questo proposito, saranno determinanti le conoscenze e le
competenze dei docenti che dovranno introdurre l'educazione alla
legalità in tutti gli ambiti curricolari, evidenziandone le dimensioni
trasversali.
L'educazione alla legalità, infatti, non va aggiunta alle discipline, ma
sono queste ultime a dover cedere spazi ed agganci formativi. Dovranno
essere ampliate ed integrate le occasioni di conoscenza e di
comprensione dei fenomeni sociali, nel rispetto delle esigenze formative
degli studenti, che saranno in grado di contestualizzare problemi e
soluzioni attraverso solide competenze cognitive, civiche e relazionali.
Il nuovo modello di scuola, oltre a coinvolgere l'intero personale che
in essa opera, le famiglie e il territorio, dovrà offrire agli studenti
" occasioni di confronto, di dialogo e di conoscenza promuovendo la più
ampia progettualità, la capacità di co-gestire, organizzare, esperire"
lavorando per i giovani, con i giovani e attraverso i giovani.
La scuola, presidio di legalità, è credibile nella sua funzione
educativa quando è in grado di proporre modelli positivi di
comportamento. L'autonomia scolastica è lo strumento migliore per
promuovere, tramite gli organi collegiali e gli organismi
rappresentativi, la responsabilità diffusa nelle scelte decisionali che
impegnano la scuola e per consentire al Ministero della Pubblica
Istruzione di avviare una politica pluriennale e di sistema con tutte le
istituzioni competenti in materia.
L' educazione alla legalità è, in primo luogo, impegno comune a
fronteggiare situazioni in cui le organizzazioni criminali si pongono
come antagoniste dello Stato e a stimolare i giovani a respingere le
seduzioni dell' illegalità organizzata. La lotta alle mafie non può
prescindere dalla loro conoscenza; ha come finalità il graduale
superamento del fenomeno mafioso e va condotta attraverso una strategia
globale, lungo vari versanti. Uno di questi è quello culturale ed
educativo che va percorso da differenti istituzioni ed agenzie
formative: la scuola, le associazioni e gli enti di impegno civico,
culturale e religioso, particolarmente attivi nel contrastare la
criminalità organizzata attraverso iniziative di forte impatto
culturale.
Il fenomeno mafioso è presente, anche se in modo diverso, in tutto il
Paese. Conseguentemente, l'educazione alla legalità finalizzata alla
lotta alle mafie dovrà offrire strumenti per la comprensione delle loro
differenti connotazioni nelle diverse aree geografiche del territorio
nazionale. Nelle zone maggiormente a rischio appare fondamentale
un'educazione alla legalità che proponga agli studenti modelli di
comportamento e di vita alternativa agli stili mafiosi che hanno presa
sul mondo giovanile. Tuttavia nei differenti contesti territoriali,
occorre far capire che la corruzione è l'anticamera della mafia e far
conoscere i rischi della ulteriore diffusione del fenomeno mafioso.
La scuola, luogo di tutela dei diritti e di esercizio di cittadinanza
attiva, offre agli studenti le basi per diventare cittadini consapevoli,
nella propria Città, nella propria Nazione, nel Mondo, responsabili del
proprio e dell'altrui futuro.
Nella pratica didattica dovranno essere create le condizioni per
consentire la massima armonia fra la dimensione cognitiva e la
dimensione educativa degli interventi. Con riferimento alla dimensione
cognitiva, infatti, possono affrontarsi la storia e le caratteristiche
del fenomeno mafioso, con particolare riguardo alla sua pervasività, che
presenta il rischio di sempre maggiori inquinamenti - e non soltanto nel
Sud - del sistema economico e delle Istituzioni pubbliche. La dimensione
educativa può promuovere negli studenti il senso di responsabilità
civile e democratica, per spronarli ad un costante impegno sociale.. Le
attività educative promosse nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine
e grado, dovrebbero favorire l'acquisizione di competenze
interpersonali, interculturali, sociali e civiche, che consentano la
partecipazione consapevole e responsabile alla vita sociale e lavorativa
in società sempre più complesse.
E' prioritario potenziare la conoscenza approfondita dei valori
costituzionali attraverso interventi educativi rivolti ai giovani e
centrati sui temi della cittadinanza democratica ed attiva e, di
conseguenza, della legalità. Una tale formazione dovrà essere rivolta
agli alunni mediante percorsi che producano la graduale presa di
coscienza delle regole alla base della convivenza civile, con modalità
da differenziare in relazione alle età dei soggetti coinvolti e alle
loro competenze culturali e linguistiche.
Il rispetto della legalità, l'osservanza di diritti e di doveri andranno
rappresentati come i mezzi più adeguati per divenire protagonisti in un
progetto comune e solidale volto allo sviluppo della società.
Legalità e formazione
La formazione costituisce azione strategica che, nel pieno rispetto
dell'autonomia, è atta a mobilitare la scuola nella sua interezza,
promuovendo la sensibilizzazione di tutto il personale (dirigenti
scolastici, docenti e personale ATA) e delle famiglie.
Il Ministero della Pubblica Istruzione promuoverà un piano nazionale di
formazione collocando l'educazione alla legalità in una dimensione
trasversale a tutte le discipline con l'obiettivo di incidere, fin da
subito, sulla professionalità di tutti gli operatori scolastici.
Per quanto concerne la formazione dei dirigenti scolastici e del
personale ATA, dovranno essere realizzate attività formative
diversificate da parte degli UU.SS.RR. e degli UU.SS.PP. sulle
specifiche tematiche della sicurezza e della vigilanza nelle scuole, al
fine di potenziare le azioni di controllo degli ambienti e dei
comportamenti che minano il sereno svolgimento del servizio scolastico;
anche dalla mancanza di rispetto per l'ambiente scolastico, infatti, si
può giungere alle "ragioni" di alcuni comportamenti devianti.
La formazione per l'educazione alla legalità si inserirà, dunque,
nell'ambito del sistema di educazione permanente di tutto il personale
della scuola.
Educazione alla legalità e ruolo attivo degli studenti e dei genitori
Si è istruiti ed educati quando si possiedono le competenze necessarie
per dominare i complicati processi della società: la cultura rende
indipendenti, liberi, capaci di scegliere e di assumere le proprie
responsabilità nella vita individuale, sociale e civile.
La cultura della legalità può diventare il nesso di congiunzione tra
l'istruzione e l'esperienza attraverso il coinvolgimento attivo degli
studenti nella vita della scuola, con l'obiettivo di sviluppare la loro
capacità di assumere impegni, di autoregolarsi e di amministrarsi.
La partecipazione si impara praticandola. Luoghi privilegiati e
consentiti dagli Ordinamenti scolastici vigenti sono le Consulte
Provinciali degli Studenti ¹ che saranno invitate a fare sempre più
"rete" tra di loro, a mettere in sinergia le risorse, le idee per
l'attuazione di progetti e di iniziative volti a valorizzare le
capacità,le vocazioni,i talenti dei giovani, fornendo occasioni di
sviluppo della loro creatività.
Nelle scuole andranno potenziate forme di comunicazione più diretta,
anche con il ricorso alla modalità dell'educazione tra pari: gli
studenti potranno essere coinvolti nella predisposizione di percorsi
formativi attraverso i quali trasmettere messaggi di legalità in modo
moderno ed efficace. I giovani potranno partecipare alla realizzazione
di video, documentari o cortometraggi su dvd, concorsi foto-videografici
e fiction.
Anche il fenomeno videoludico merita un' attenzione particolare; il
videogioco rappresenta uno strumento di socializzazione, una forma di
espressione artistica e culturale che gode di un consenso sociale sempre
più ampio. Nel videogioco e nei computer game si realizza un'
integrazione simultanea di vari linguaggi (parlato, scritto, filmico,
musicale) in un unico canale di comunicazione, organizzato e integrato.
Spetta alla scuola fornire a tutti gli studenti i meta-apprendimenti, le
conoscenze e gli strumenti critici, oltre che concettuali, per poter
competere con l'industria del gioco, che bombarda i giovani di
sollecitazioni destrutturate, casuali, spesso contraddittorie e
disorientanti ma sempre seducenti.
Nel contesto delle azioni volte a promuovere la cultura della legalità,
il Ministero della Pubblica Istruzione ha avviato, anche in
collaborazione con l'Associazione Editori Software Videoludico Italiana,
iniziative finalizzate a garantire una fruizione corretta dei
videogiochi a tutela dei minori. In particolare, si opererà sia per
diffondere una maggiore conoscenza del primo sistema europeo di
autoregolamentazione degli editori software per la classificazione dei
videogiochi in base all'età ed al contenuto (PEGI), sia al fine di
effettuare una selezione dei distributori degli stessi prodotti che
accettano regole trasparenti di informazione all'utenza, anche in
raccordo con il Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori e il
Comitato nazionale TV e Minori.
Saranno anche promosse collaborazioni e progettazioni operative per
sviluppare competenze e professionalità nel campo della Media Education.
L'Amministrazione favorirà la realizzazione di prodotti videoludici da
parte degli studenti, coinvolgendo quelle istituzioni scolastiche nelle
quali sono già in atto corsi di studi per divenire "periti in
videogiochi."
Legalità e sport
La scuola valorizza il ruolo educativo dello sport, contribuendo a
promuovere una corretta concezione dell'educazione motoria e delle
attività sportive offrendo, in tal modo, una alternativa culturale alla
violenza, all'esasperazione del risultato, a comportamenti sleali nei
confronti degli avversari.
Come precisato nelle Linee di indirizzo generali ed azioni a livello
nazionale per lo sport a scuola del 9 Febbraio 2007, l'attività motoria
e sportiva, attraverso una corretta azione interdisciplinare,
contribuiscono allo sviluppo armonico della persona e alla promozione
della cultura della legalità attraverso il rispetto dell'altro ,delle
regole e del fair play.
Lo sport scolastico, infatti, rappresenta una significativa fonte di
esperienza per tutti i giovani, capace di costruire uno stile di vita
salutare permanente, di favorire una maggiore integrazione sociale, di
aprire ai rapporti interpersonali, di riassumere ruoli e responsabilità
precise.
Attraverso l'attività sportiva i giovani acquisiscono competenze
indispensabili alla loro formazione ed alla loro crescita, come il
controllo di sé, il senso della solidarietà, la capacità di collaborare
per un fine comune, la valorizzazione del ruolo di tutti ed il rispetto
del ruolo di ciascuno.
Una particolare forma di lotta all'illegalità si attiva nella scuola
allorché si affronta il tema del doping tra i giovani. Sport e doping
sono termini incompatibili, poiché quest'ultimo è inconciliabile non
solo con la salute e la vita, ma anche con le regole, i fini e i valori
di ogni società, oltre che di ogni tipo di pratica sportiva.
La valorizzazione delle buone pratiche
Sul tema della legalità le scuole hanno, da tempo, realizzato numerosi
progetti elaborando metodologie, materiali didattici ed interventi
riproponibili che il Ministero intende raccogliere e mettere a
disposizione attraverso una serie di iniziative.
Le numerose esperienze didattiche che hanno caratterizzato l'offerta
formativa delle istituzioni scolastiche saranno divulgate nell'ambito di
una convention nazionale, che consentirà di valorizzare le prassi poste
in essere in collaborazione con associazioni, enti ed agenzie formative
del territorio, impegnati in attività di prevenzione di fenomeni
antisociali e in attività di lotta ai fenomeni mafiosi.
L'evento coinvolgerà esponenti della Politica e della Economia,
dell'Informazione e della Cultura, delle Forze dell'Ordine e della
Magistratura, delle Associazioni più accreditate dando continuità al
rapporto di cooperazione istaurato per diffondere la cultura della
legalità.
L'iniziativa diverrà un appuntamento annuale con il mondo della scuola e
con tutti gli altri soggetti attivamente impegnati nella costruzione di
percorsi di legalità, libertà, cittadinanza, giustizia e solidarietà,
offrendo così visibilità, negli anni a venire, anche ad esperienze
internazionali in ottemperanza alle disposizioni del Consiglio
Istruzione d'Europa.
La convention valorizzerà in modo particolare la cultura e la creatività
studentesca, fornendo ai giovani occasioni di riflessione, di conoscenza
e di comunicazione per renderli co-protagonisti dell'iniziativa.
L'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica sarà
incaricata di rendere fruibili, tramite piattaforma telematica e siti
dedicati, i materiali elaborati non soltanto dalle scuole italiane ma
anche dalle istituzioni scolastiche dell'Unione Europea. Si realizzerà
una rete nazionale di banche-dati sulla cultura della legalità che
diventerà un archivio costantemente aggiornato di testi, articoli,
dossier ed esperienze di associazioni, enti e scuole per favorire la
cooperazione e lo scambio tra insegnanti, operatori e cittadini. Uno
sportello di consulenza sarà riservato agli insegnanti, agli studenti e
a tutti gli altri professionisti del settore educativo.
In considerazione dell'Accordo siglato in data 11 settembre 2006 dal
Ministro della Pubblica Istruzione e dal Ministro per le Riforme e
l'Innovazione nella Pubblica Amministrazione, per potenziare l'utilizzo
nelle scuole delle nuove tecnologie, saranno inseriti sul portale
www.digiscuola.it i contenuti digitali relativi alla vasta tematica
dell'educazione alla legalità.
Tale strategia, nell'avvicinare la didattica ai mezzi di comunicazione
più diffusi tra gli studenti, contribuirà ad evidenziare le connessioni
tra le discipline umanistiche e scientifiche in materia di cultura della
legalità.
Strutture di supporto
Al fine di garantire omogeneità di interventi su tutto il territorio
nazionale, saranno poste in essere strutture articolate su diversi
livelli e coordinate dall' Amministrazione Centrale.
A livello regionale, gli Osservatori sul bullismo, di cui alle Linee di
indirizzo del 5 Febbraio 2007, faranno parte di una più vasta rete di
Osservatori sulla legalità.
Analoga struttura si prevede anche in ambito provinciale.
A livello territoriale, le scuole potranno individuare soggetti per
interagire con detti Osservatori ed, in piena autonomia, potranno
valutare l' opportunità di realizzare specifici interventi, volti a
favorire lo sviluppo di un clima positivo e a garantire relazioni
improntate al reciproco rispetto.eventualmente anche con la creazione di
strutture ad hoc.
Per situazioni di grave emergenza che richiedano interventi urgenti e
straordinari potrà essere costituita, a livello centrale, una task-force
interistituzionale composta da psicologi dell'età evolutiva,
pedagogisti, metodologi della ricerca, assistenti sociali, mediatori
culturali, rappresentanti dell'Ufficio minori delle Forze dell'Ordine,
rappresentanti di agenzie formative di dichiarata esperienza in materia
di educazione alla legalità ed operanti sul territorio. L' équipe
specialistica potrà partecipare, separatamente o in maniera congiunta,
alla progettazione di interventi mirati.
Sarà, inoltre, ripristinato lo Sportello-Scuola della Commissione
Parlamentare Antimafia onde assicurare agli Istituti scolastici autonomi
un'attività di consulenza esperta .
Il complesso di opportunità offerte dal Ministero della Pubblica
Istruzione é orientato al superamento della cultura dell'emergenza a
favore della cultura della prevenzione.
Legalita' e politiche del lavoro: strategie di intervento
La scuola autonoma, in raccordo con tutti i soggetti del territorio e
con la partecipazione degli studenti e delle famiglie, è chiamata a
costruire percorsi di conoscenza volti a informare e orientare i
giovani, favorendo un inserimento consapevole nel mercato del lavoro.
E' opportuno intervenire a favore di tutti gli studenti che hanno
diritto a una scuola aperta al mondo esterno. Per tale motivo, sarà
potenziata l' attivazione di servizi, anche co-progettati con i giovani,
per il sostegno orientativo da rivolgere, in via preventiva, agli alunni
della scuola media e del biennio secondario superiore, fasce nelle quali
si riscontra la quota più consistente di abbandoni.
Nel mutato scenario del rapporto fra domanda e offerta di lavoro,
saranno sviluppate azioni interistituzionali tese a valorizzare la
componente formativa dell'esperienza , integrando lo studio teorico con
l'apprendimento in contesti operativi reali. Si potranno raggiungere
tali obiettivi attraverso l'organizzazione e il funzionamento di
sportelli informativi.
Tali servizi, finalizzati a contrastare il lavoro nero, lo sfruttamento
minorile e per promuovere condizioni di sicurezza sul lavoro saranno
affidati, nella gestione, agli studenti con l'assistenza, nella fase di
avvio, di docenti ed esperti, anche in collegamento con le agenzie per
il lavoro ed i servizi "informagiovani".
Legalità e dispersione: strategie operative e metodologia
Per rimuovere il disagio, l'emarginazione, l'esclusione, le
situazioni a rischio, occorre prevenire e contrastare, in primo luogo,
la dispersione scolastica, fenomeno antitetico allo sviluppo della
cittadinanza democratica e della legalità. Occorre favorire, anche
attraverso la collaborazione con le agenzie formative accreditate, il
rientro nei circuiti educativi e formativi dei giovani espulsi dalla
scuola.
La dispersione scolastica è insieme conseguenza e concausa di illegalità
e sottrae ogni anno migliaia di studenti - spesso già segnati da
un'esistenza difficile - al percorso educativo che potrebbe costituire
valida guida verso la consapevolezza di sé e dei propri mezzi
intellettuali.
Gli strumenti normativi attualmente in vigore sono idonei a garantire
un'efficace azione di contrasto della dispersione, per il raggiungimento
degli obiettivi europei di Lisbona.
La legge 296/06, all' art. 1 comma 622, prevede che "l'istruzione
impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a
consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria
superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale
entro il diciottesimo anno di età". Essa dispone, inoltre, che "nel
rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici previsti
dai curricula, possono essere concordati tra il Ministero della Pubblica
Istruzione e le singole Regioni percorsi e progetti che, fatta salva
l'autonomia delle istituzioni scolastiche, siano in grado di prevenire e
contrastare la dispersione e di favorire il successo nell'assolvimento
dell'obbligo di istruzione".
In tale prospettiva, le scuole da tempo realizzano azioni di rinforzo
del metodo di studio, di recupero delle competenze di base, di
accoglienza, di orientamento e riorientamento per rimuovere in tutto, o
in parte, il fenomeno dell'insuccesso scolastico e dunque
dell'abbandono, ai fini del conseguimento del diploma di scuola media
superiore (obiettivo di Lisbona del 2010).
Si sottolinea la valenza di azioni progettuali legate ad attività
attrattive, collegate alle culture giovanili ma sempre riferibili ai
processi formativi. Si considerano di particolare efficacia interventi
che coinvolgano soprattutto le classi-ponte tra un ciclo di studi e
l'altro, le classi del biennio della secondaria. Gli interventi di
orientamento scolastico diacronico e di riorientamento, le attività di
accoglienza , i colloqui orientativi con lo studente e le famiglie,
tutte le azioni che favoriscano la conoscenza dell'organizzazione e
delle opportunità formative e una partecipazione diffusa costituiscono
il percorso idoneo per contrastare efficacemente il fenomeno della
dispersione scolastica.
Ai fini di una reale partecipazione di tutti i soggetti al processo
educativo, di particolare incisività si rivela il contratto formativo
tra scuola e famiglia e/o tra scuola e studenti perché esso rappresenta
lo strumento di condivisione degli obiettivi dei processi formativi.
Un'efficace azione di contrasto della dispersione scolastica è
l'istituzione di un' anagrafe che segua, per tutta la sua durata, il
percorso formativo di tutti gli aventi diritto. La possibilità di
utilizzare i dati anagrafici raccolti dalle ASL rende più concreta la
fattibilità di un monitoraggio, anche se non dovranno essere
sottovalutati i problemi derivanti dalla protezione dei dati personali,
ai sensi del Decreto legislativo n. 135 del 11 maggio 1999 e successive
modificazioni.
Legalita' e dialogo interculturale
La normativa italiana nel suo complesso si richiama ai principi
generali dell'universalismo, della scuola comune, della centralità della
persona e dell'intercultura. La scuola, che da sempre ha adottato questa
prospettiva, si trova oggi nella necessità di rivolgere una maggiore
attenzione all'educazione interculturale e alla promozione del dialogo e
del confronto.
Scegliere la prospettiva interculturale non significa limitarsi a mere
strategie di integrazione degli alunni immigrati, né a misure
compensatorie di carattere speciale. Si tratta, piuttosto, di assumere
la diversità come paradigma dell'identità della scuola e come occasione
per aprire l'intero sistema formativo a tutte le differenze (di
provenienza, genere, livello sociale, storia scolastica).
La lotta all'illegalità trova solido fondamento anche nella "via
italiana" per la piena integrazione degli studenti di origine straniera,
"via" che unisce alla capacità di conoscere e valorizzare le differenze
la ricerca della coesione sociale , in una nuova visione di
cittadinanza.
Sarà sollecitata, inoltre, la cruciale mediazione dei genitori per
favorire un più sereno inserimento degli alunni stranieri nel mondo
della scuola. A tale proposito, la Carta dei Valori, elaborata dal
Ministero dell'Interno, sarà un utile strumento di dialogo, anche in
ambito scolastico, con la popolazione immigrata.
Per ridurre il senso di isolamento che viene avvertito talvolta dalle
famiglie - e non solo straniere - la scuola dovrà divenire luogo di
dialogo interfamiliare, anche al di fuori dalle occasioni istituzionali
d'incontro individuale e collettivo.
Legalità e sicurezza
Legalità e sicurezza rappresentano un binomio inscindibile poiché la
sicurezza genera la fiducia nelle Istituzioni e la fiducia nelle
Istituzioni favorisce comportamenti orientati al rispetto delle regole.
Nell'ambito della mission della scuola, la cultura della sicurezza, come
sintesi e compendio dei valori di libertà e democrazia, costituisce
parte rilevante dell'educazione alla cittadinanza e alla convivenza
civile.
La scuola garantisce, ai sensi della normativa vigente, le condizioni di
sicurezza degli edifici scolastici e, all'interno degli stessi, il
rispetto rigoroso di un complesso di regole - anche frutto di
negoziazione- quale premessa indispensabile per la creazione di un clima
organizzativo improntato alla condivisione e alla cooperazione.
Rientrano in tale quadro le iniziative di formazione destinate al
personale della scuola e agli studenti, finalizzate a diffondere la
cultura della sicurezza.
La collaborazione che questo Ministero ha attivato con le Forze
dell'Ordine, alle quali spetta prioritariamente il compito di garantire
il rispetto della legalità e delle norme di sicurezza, potrà generare
sinergie utili ai fini di una maggiore incisività degli interventi.
Le istituzioni scolastiche, nell'ambito della propria autonomia,
proseguiranno i numerosi progetti nazionali e locali, posti in essere
con il contributo di altri soggetti istituzionali.
Per l'attuazione delle finalità sopra richiamate, sono già operanti, a
livello centrale, il Comitato Nazionale Scuola e legalità e le
commissioni nelle quali si è articolato.
Nell'ambito degli Uffici scolastici regionali e provinciali, saranno
individuati e formati referenti col compito di raccogliere e monitorare
le attività didattiche relative alle problematiche della legalità, della
cittadinanza democratica e della sicurezza, facilitando le interazioni
tra tutti i soggetti interessati e le realtà territoriali di
appartenenza.
Tutte le iniziative progettate saranno rese possibili grazie al
protocollo di intesa, che individua le fonti di finanziamento necessarie
all'effettiva realizzazione del programmato piano di interventi, già
sottoscritto tra i Ministeri facenti parte del Comitato Nazionale
"Scuola e Legalità."
Si raccomanda la massima diffusione e ogni opportuna riflessione sul
presente documento.
IL MINISTRO
Giuseppe Fioroni
¹DPR 567 del 10 ottobre 1996 e successive
modifiche e integrazioni; DPR 249 del 24 giugno 1998 - Statuto delle
studentesse e degli studenti
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