Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti del Sistema Nazionale di
Istruzione e per l’Autonomia Scolastica
Circolare Ministeriale 22 aprile
2008, n. 45
Prot. AOO DGOS n. 4198
Oggetto: Indicazioni per il curricolo per la scuola
dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione relativamente
all'insegnamento della religione cattolica
Nel corrente anno scolastico 2007-08 è stata avviata la prima
attuazione delle Indicazioni per il curricolo per la scuola
dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione, allegate al DM
31-7-2007. Tali Indicazioni sono state oggetto di una prima graduale
attuazione nei primi mesi del corrente anno scolastico, secondo le
istruzioni fornite dalla Direttiva n. 68 del 3-8-2007, mentre con la
nota ministeriale del 31-1-2008 è stata avviata una fase di confronto
che dovrebbe condurre le scuole, nella seconda metà del corrente anno
scolastico, a sintonizzare i Piani dell'offerta formativa del prossimo
anno scolastico con dette Indicazioni.
Come era esplicitato nel testo delle stesse Indicazioni per il
curricolo, «l'insegnamento della Religione Cattolica è disciplinato
dagli accordi concordatari in vigore. I traguardi per lo sviluppo delle
competenze e gli obiettivi di apprendimento saranno definiti d'intesa
con l'autorità ecclesiastica, come da disposizione concordataria». In
attuazione di tale intento, la presidenza della Conferenza episcopale
italiana ha proposto a questo Ministero uno specifico progetto di
revisione delle indicazioni didattiche già in vigore per l'insegnamento
della religione cattolica al fine di armonizzare la collocazione di
questa disciplina nel nuovo impianto curricolare della scuola
dell'infanzia e delle scuole del primo ciclo.
Accertata la coerenza di tale proposta con le linee portanti delle
Indicazioni per il curricolo, si ritiene di poter accogliere il
documento della Conferenza episcopale italiana e quindi avviare la prima
attuazione dei relativi contenuti al fine di consentire anche
all'insegnamento della religione cattolica di inserirsi adeguatamente
nei Piani dell'offerta formativa che le scuole stanno attualmente
redigendo per il prossimo anno scolastico. Pertanto si allega alla
presente circolare il documento di lavoro contenente lo Strumento base
(Allegato 1), la relativa Legenda (Allegato 2) e il relativo Protocollo
(Allegato 3), affinché tutte le scuole possano prenderne visione e
tenerne conto nella propria programmazione educativa e didattica e nella
redazione dei Piani dell'offerta formativa.
L’azione che così prende il via si allinea a quella già in corso per il
resto del curricolo delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo, per
svolgersi nel corso del prossimo anno scolastico 2008-09, al fine di
giungere ad un testo condiviso delle Indicazioni che possa essere
sottoposto alle valutazioni conclusive del Presidente della Conferenza
episcopale italiana e del Ministro pro tempore in vista di una formale
adozione in tutte le scuole a partire dall'anno scolastico 2009-10, nel
rispetto delle procedure previste in materia dal vigente regime
concordatario e in particolare dal DPR 751/85.
Il Ministro
F.to Fioroni
Allegati
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici
INDICAZIONI PER IL
CURRICOLO
DIRETTIVA 3 agosto 2007 n. 68 – RAPPORTO DI ATTIVITA’
La direttiva n. 68 del 3 agosto 2007 ha dato avvio
alle misure di accompagnamento e di sostegno alla prima attuazione delle
Indicazioni per il curricolo. Le iniziative da realizzare nel periodo
settembre-dicembre 2007 avevano l’obiettivo di diffondere nel modo più
ampio possibile il testo delle Indicazioni per il curricolo, di
adoperarsi perché tutti gli insegnanti ne ricevessero copia, di attivare
idonei interventi di prima informazione, analisi, comprensione delle
Indicazioni stesse coinvolgendo in questa azione la scuola, le famiglie,
il territorio. Non è possibile, infatti, avviare un processo di
innovazione quale quello auspicato nelle Indicazioni, se non se ne
conoscono e condividono i principi ispiratori, i criteri di fondo,
l’impostazione innovativa dei contenuti disciplinari e delle
metodologie.
Tutta questa operazione non poteva non richiedere l’apporto deciso e
convinto dell’amministrazione scolastica nelle sue articolazioni
centrali e periferiche, in un’ottica di costruzione di un quadro
unitario e sinergico pur nel rispetto e nella valorizzazione della
creatività e delle sensibilità delle singole autonomie territoriali.
In questo senso la Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici, in
collaborazione con l’apposito gruppo di coordinamento nazionale, ha
monitorato in itinere l’attuazione della direttiva ed è, pertanto, in
grado di fornire un rapporto sullo stato dell’arte.
1
Informazioni di carattere generale
Come previsto nella citata direttiva 68/2007 è stato costituito il
gruppo di coordinamento nazionale.
Il gruppo si è riunito numerose volte per monitorare l’andamento delle
iniziative, sostenere gli uffici scolastici regionali, programmare di
volta in volta le azioni ritenute necessarie ai fini
dell’implementazione della conoscenza delle Indicazioni.
Numerosi sono stati gli incontri realizzati per promuovere azioni di
collaborazione con le associazioni professionali e disciplinari, con le
associazioni dei genitori e con l’ufficio-scuola della CEI.
E’ stato realizzato, nei giorni 18-19-20 settembre u.s. il corso
residenziale riservato a tutti i dirigenti tecnici del settore.
Il 25-26 ottobre u.s.è stato poi organizzato, a cura dell’Agenzia
nazionale, un altro seminario per la formazione dei “comunicatori”,
ovvero di 150 tra ricercatori ex Irre e delegati regionali a cui
affidare il compito di presentare le Indicazioni secondo parametri e
criteri coerenti con il testo delle Indicazioni. Allo scopo l’Agenzia ha
prodotto materiale informativo (video e slide) che in occasione del
seminario è stato condiviso e acquisito dai partecipanti.
Sono stati predisposti a cura dell’Agenzia un piano di
formazione e a cura dell’Invalsi un progetto di
monitoraggio sull’impatto che le Indicazioni hanno avuto sugli
insegnanti.
Sul portale del Ministero, così come sul sito dell’Agenzia nazionale, è
stata realizzata l’area dedicata alle Indicazioni. Sono
in cantiere i previsti numeri degli Annali.
Riguardo alle misure da attuare a livello regionale si
può affermare che tutti gli Uffici scolastici regionali hanno elaborato
il proprio piano di intervento in ottemperanza alla direttiva 68,
coinvolgendo in prima persona i dirigenti tecnici del settore e in
diversi casi i nuclei ex-Irre.
Le azioni messe in campo nel mese di settembre hanno riguardato la
distribuzione a tutte le scuole del testo delle Indicazioni,
accompagnata con una nota informativa da parte dei Direttori generali.
In contemporanea sono state previste le conferenze di servizio
su base provinciale per i dirigenti scolastici. Nel corso di
queste conferenze di servizio sono state concordate le modalità di
diffusione e di sensibilizzazione delle scuole alla lettura e ad una
prima riflessione sulle indicazioni stesse. La partecipazione alle
conferenze di servizio è stata massiccia. In alcuni casi, allo scopo di
raggiungere la totalità dei dirigenti, si è provveduto a organizzare
conferenze suppletive (Campania). In Emilia Romagna, prima delle
conferenze di servizio, è stata realizzata una videoconferenza
regionale cui si stima abbiano partecipato circa 600 tra
dirigenti scolastici e figure di staff di scuola.
I dirigenti scolastici, su indicazione ricevuta nelle conferenze di
servizio, hanno organizzato collegi docenti dedicati alla presentazione
delle Indicazioni. Laddove è stata richiesta, c’è stata la
partecipazione dei dirigenti tecnici (Liguria). In qualche caso la
presentazione ha coinvolto anche i genitori (Basilicata).
Nella regione Marche, le conferenze provinciali hanno interessato sia i
dirigenti scolastici sia i docenti individuati nei collegi, in
rappresentanza degli ordini di scuola presenti negli Istituti (800 tra
dirigenti e docenti). Per la realizzazione delle conferenze provinciali
è stato individuato un “materiale preparatorio” distribuito
anticipatamente e sagomato in modo da indirizzare il dibattito e il
confronto.
Ciascun USR ha provveduto a costituire il gruppo di
coordinamento regionale e i nuclei provinciali di supporto alle
Indicazioni.
I gruppi di coordinamento regionali variano nel numero e nella
composizione. In particolare si registra il coinvolgimento di
ricercatori ex-Irre; si evidenzia una più alta presenza di dirigenti
(amministrativi, tecnici e scolastici) e di personale comandato. In
alcuni casi, il gruppo regionale è articolato secondo aree tematiche che
vanno dall’informazione e documentazione, all’ascolto e monitoraggio,
alla ricerca e innovazione, alla formazione in servizio e sviluppo
professionale (Emilia Romagna); per funzioni, con un gruppo di
elaborazione progettuale, un gruppo di coordinamento formativo e un
gruppo di coordinamento operativo (Veneto).
Riguardo alla configurazione, i nuclei provinciali si caratterizzano per
la maggiore presenza dei docenti, individuati tra quelli impegnati nei
processi di innovazione.
In un’ottica di coinvolgimento sempre più ampio e di dialogo allargato e
integrato per sostenere la riforma, si sottolinea la presenza di
coordinatori di scuole paritarie (Toscana, Veneto, Liguria), di docenti
universitari (Friuli, Puglia, Toscana), di delegati di associazioni
(Puglia, Sicilia), di rappresentanti del territorio (Sardegna).
I gruppi di coordinamento e i nuclei provinciali hanno svolto e svolgono
incontri per condividere scelte e programmare interventi e, in qualche
caso, si sono già attivati per offrire alle scuole servizi di
consulenza, di ascolto, di raccolta di domande e proposte
(Campania, Liguria, Toscana, Sardegna). In Campania dal 5 dicembre 2007
sono attivi, a cura dei nuclei provinciali di supporto, n. 7 servizi
permanenti di ascolto e consulenza alle istituzioni scolastiche,
funzionanti a livello provinciale c/o gli UU.SS.PP. e a livello
interdistrettuale c/o scuole polo.
Iniziative intraprese dagli Uffici scolastici regionali
Gli Uffici scolastici regionali hanno avviato autonomamente diverse
iniziative.
Sono state organizzate giornate seminariali per i dirigenti
scolastici delle scuole statali e paritarie (Abruzzo,
Basilicata, Campania) anche con la partecipazione di membri della
Commissione (Veneto, Toscana); incontri su base provinciale per
dirigenti scolastici (206 partecipanti) e docenti (oltre 300
partecipanti) in rappresentanza delle scuole della regione (Sardegna);
10 convegni provinciali volti all’approfondimento della conoscenza delle
Indicazioni, alla costituzione di gruppi di ricerca-azione e alla
individuazione di docenti referenti delle singole scuole (Sicilia).
Sono state organizzate giornate di studio per i dirigenti tecnici e per
i membri dei nuclei regionali e provinciali di supporto alle Indicazioni
(Campania, Liguria, Veneto, Puglia), incontri informativi con le
associazioni dei genitori e le associazioni disciplinari (Piemonte).
Sono stati realizzati seminari regionali di analisi e
studio delle indicazioni (Basilicata, Lazio, Calabria, Liguria,
Lombardia [1000 persone], Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto,
Sardegna[400 persone], Sicilia[3 convegni oltre 1000 persone], Emilia
Romagna. I seminari svolti in Emilia Romagna [1 seminario regionale ” Se
la scuola fa ricerca” e 16 seminari territoriali di
approfondimento “ Case dei saperi”, con oltre 1600 partecipanti] hanno,
tra l’altro, avuto l’obiettivo di valorizzare l’esperienza di ricerca
realizzata in precedenza e di creare un ponte di raccordo tra le
precedenti e le nuove Indicazioni.
Nelle Marche sono stati realizzati seminari interprovinciali
sui temi “Ricominciamo dalla scuola per l’infanzia” e “La matematica è
solo questione di numeri?”.
Sono state organizzate iniziative in collaborazione di associazioni
professionali (Sardegna, Sicilia); in collaborazione con le case
editrici (Piemonte); convegni territoriali in
collaborazione con Enti locali (Sicilia[Petralia Sottana 250 persone;
Palazzolo Acreide -200 persone]).
Il materiale informativo – slide e video - realizzato
dall’Agenzia e presentato ai referenti regionali nel corso del seminario
nazionale del 25-26 ottobre – è stato trasmesso alle scuole (Toscana,
Marche), pubblicato sul sito regionale (Lombardia); presentato ai
rappresentanti di tutte le scuole in una giornata di approfondimento
(Liguria).
Sui siti regionali – così come sul portale del
Ministero - è stato ritagliato uno spazio dedicato alle
Indicazioni (Lombardia, Calabria, Emilia Romagna, Piemonte, Umbria,
Sicilia, Emilia Romagna, Marche).In Piemonte è stata realizzata una
piattaforma collaborativa web alla quale possono accedere le scuole, i
componenti del gruppo di coordinamento e dei nuclei provinciali.
C’è stata la presentazione delle Indicazioni nel corso di programmi
radiofonici trasmessi da radio locali (Sicilia).
Sono state costituite o riorientate reti di scuole per
progetti di ricerca-azione (in Piemonte; in Basilicata, in Emilia
Romagna; 25 reti in Abruzzo per progetti di ricerca sull’area
antropologica in collaborazione con l’Università di Chieti; 26 nel
Lazio; 11 in Umbria; in Sardegna gruppi di studio per gradi di scuola,
per tematiche trasversali; 60 in Sicilia; in Toscana è stato distribuito
a tutte le scuole il testo del prof. F. Cambi “ Ricerca-azione,
materiali di riflessione”. In Piemonte le reti di scuole hanno
realizzato incontri con esperti sui temi del curricolo e l’ufficio
dispone di un primo report sullo stato di avanzamento del progetto.
Nella regione Puglia, i 40 Centri di risorse territoriali per la
formazione, fungendo da nodi di una rete di servizio per le scuole
appartenenti ai rispettivi territori, in collaborazione con i nuclei
provinciali, hanno progettato e realizzato 120 corsi di formazione per
approfondimenti nelle aree disciplinari delle Indicazioni, destinati a 3
docenti per ciascuna scuola in rete (oltre 1000 docenti).
E’ stato avviato un primo monitoraggio per rilevare
l’impatto delle Indicazioni sulle scuole attraverso schede e questionari
da compilare (Abruzzo, Liguria, Puglia, Molise, Lazio, Lombardia,
Toscana, Sardegna, Piemonte, Veneto) e attraverso un sondaggio
telefonico su un campione di scuole (Emilia Romagna). In alcuni casi è
stato predisposto un sistema permanente di monitoraggio on-line (Emilia
Romagna).
Sono stati raccolti, tabulati i dati e rilevate questioni aperte e
domande formative (Molise, Puglia, Liguria, Lombardia, Sardegna,
Marche). Si segnala un sostanziale coinvolgimento dei collegi dei
docenti nell’analisi del testo delle Indicazioni, nella ricerca di
elementi di continuità con le precedenti Indicazioni e nell’approvazione
delle peculiarità introdotte dal nuovo testo, ritenute più funzionali ai
risultati di apprendimento attesi (Puglia).
Sono stati prodotti strumenti di analisi e di informazione:
scheda di registrazione per servizio ascolto e consulenza (Campania,
Piemonte); slide e dispense per l’informazione dei genitori (Lombardia);
modello di convenzione per la costituzione di reti di scuole; un Cd che
contiene materiale informativo/formativo sui “nuclei chiave” delle
Indicazioni (Piemonte). Sono stati rafforzati rapporti di collaborazione
con le associazioni professionali, disciplinari, sindacali, culturali e
con gli Enti locali (Toscana, Sardegna, Sicilia, Puglia).
Infine si sottolinea che tutti gli Uffici scolastici regionali si sono
dichiarati disponibili e stanno programmando, in stretto contatto con il
gruppo di coordinamento nazionale, i seminari nazionali
secondo lo schema allegato (all. 1).
In Sardegna, il 13 dicembre scorso, è stato realizzato il seminario
sulla tecnologia (500 persone). Il seminario ha riscosso notevole
successo per la presenza di relatori di fama nazionale e internazionale
(oltre al prof. Ceruti, erano presenti i prof.Edoardo Boncinelli,
Derrick de Kerckhove, Ernesto Hofmann, Roberto Maragliano, Silvano
Tagliagambe). Sul sito dedicato dell’Agenzia nazionale si legge una
relazione di sintesi del seminario e si segnala la modalità per accedere
alla documentazione degli interventi.
Sono in fase avanzata di programmazione i seminari nazionali che si
svolgeranno a partire da marzo 2008, in Piemonte (storia), in Veneto
(matematica), in Toscana (italiano), in Campania (scienze), in Emilia
Romagna (musica).
Aspetti organizzativi e funzionali
Appaiono interessanti le modalità organizzative dei seminari regionali
che si sono svolti in Liguria e in Lombardia.
In Liguria è stata effettuata preventivamente -
attraverso schede inviate alle scuole - una rilevazione dei bisogni
formativi e delle domande. Sulla base delle questioni emerse il prof.
Fiorin, chiamato in qualità di relatore del seminario, ha organizzato il
proprio intervento.
In Lombardia la rilevazione dei bisogni, dei quesiti e delle proposte è
avvenuta all’atto dell’iscrizione al seminario, in un apposto spazio web
dedicato. Le proposte sono state raccolte, suddivise per tematiche e
consegnate, in anticipo, ai relatori (prof. Ceruti e prof. Fiorin), in
modo tale che gli interventi potessero rispondere a quanto rilevato.
Nella relazione della Toscana si sottolinea il clima
collaborativo dei dirigenti scolastici e dei coordinatori delle scuole
paritarie.
Nella relazione della Campania si riscontra la
condivisione dell’approccio metodologico del cantiere biennale;
l’apprezzamento della cornice culturale, della unitarietà del percorso
scolastico, la continuità con esperienze precedenti, l’essenzialità del
testo.
Nella relazione della Sardegna si richiama la necessità
della formazione come snodo strategico di un processo di innovazione. In
questo senso si pone in discussione il criterio di non obbligatorietà
della formazione in servizio.
Nella relazione della Sicilia si rileva una
mobilitazione generale con un forte coinvolgimento del
territorio(Associazioni, Enti locali), un’attenzione privilegiata al
tema della cittadinanza.
Interessante la modalità di coinvolgimento dei docenti adottata. “Io
c’ero…”: con questo messaggio sono state aperte le iscrizioni alle
iniziative e alla partecipazione ai gruppi di lavoro.
Si coglie, inoltre, una particolare attenzione alla circolarità
dell’informazione (dibattito su radio locali, spazio
dedicato[www.spazio22.eu].
Nella relazione dell’Emilia Romagna si osserva
l’esigenza di valorizzare le esperienze di innovazione espresse dalla
scuola in questi anni, di garantire spazi di ricerca e di pluralismo di
proposta culturale, di coinvolgere una pluralità di soggetti
(Associazioni, Università, Enti locali, scuole e reti di scuole,
organismi culturali).In questa prospettiva sono già state realizzate
alcune significative iniziative: contatti con le rappresentanze delle
Università e associative; produzione di un numero monografico di
“Innovazione Educativa” sulle Indicazioni per il curricolo (ottobre
2007); incontri, dal titolo “Il dialogo dei saperi”, organizzati
congiuntamente con l’ex IRRE, con l’Università di Bologna per
l’approfondimento di nodi critici legati alle Indicazioni; sostegno ad
iniziative di dibattito sulle Indicazioni promosse dalle associazioni
più rappresentative del territorio regionale; seminari o convegni su
temi collegabili alle Indicazioni per il curricolo, promossi
autonomamente da Enti locali, scuole, gruppi di docenti.
Nella relazione della Basilicata si pone in risalto che
una parte significativa delle istituzioni scolastiche ha provveduto alla
elaborazione del piano dell’offerta formativa avendo come riferimento le
Indicazioni e promuovendo una programmazione didattica per competenze.
Nella relazione della Puglia si sottolineano quali
aspetti caratterizzanti le Indicazioni: lo sfondo culturale-pedagogico
unitario per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado
nonché la sollecitazione alla continuità verticale e orizzontale; il
focus acceso sull’unitarietà del sapere; il richiamo alla valenza
formativa delle discipline; le indicazioni metodologiche della didattica
laboratoriale e dell’apprendimento cooperativo; la responsabilità della
scuola nella costruzione del curricolo; la spinta a progettare per
competenze.
Questioni aperte e priorità formative
Dalla lettura delle relazioni degli uffici scolastici regionali, si
inferiscono, quando non si espongono esplicitamente, questioni aperte,
punti da chiarire, priorità formative.
dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della LIGURIA
- Chiarificazione dei concetti di conoscenza, competenza, capacità.
- La questione della valutazione e certificazione competenze.
- Curricolo e personalizzazione- quale possibile conciliazione.
- Come si costruisce un curricolo – Come evitare il “fai da te”.
- La costruzione di un curricolo verticale.
- Continuità/discontinuità tra Indicazioni e linee guida sull’elevamento
dell’obbligo.
- Integrazione stranieri, disabilità, difficoltà di
apprendimento:questioni deboli nelle Indicazioni.
- Quadro ordinamentale e autonomia.
- Ambiente di apprendimento e riferimento al nuovo umanesimo, alla
multiculturalità e all’integrazione degli alunni con disabilità.
- Necessità di una formazione epistemologico/disciplinare per un nuovo
modo di affrontare le discipline.
- Richiesta di formazione in presenza piuttosto che formazione on line.
- Esigenza di formazione dei componenti dei nuclei provinciali di
supporto.
dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della LOMBARDIA
- Chiarificazione del concetto di “Indicazioni per il curricolo”.
- Rapporto tra finalità, traguardi, obiettivi di apprendimento
(Indicazioni) e obiettivi generali, obiettivi specifici di apprendimento
relativi alle competenze alunni (DPR 275).
- Continuità/discontinuità delle riforme dall’80 in poi.
- Obiettivi specifici di apprendimento e piani personalizzati: quale
possibile conciliazione con le nuove Indicazioni.
- Quadro ordinamentale vigente e congruenza/incongruenza con le
Indicazioni. Definizione del nuovo assetto organizzativo.
- Formazione sulla didattica per competenze.
- Rapporto tra curricolo di scuola e obbligo di certificazione delle
competenze.
- Rapporto Indicazioni e obbligo. Rapporto discipline, aree
disciplinari, assi culturali. Quale differenza tra “traguardi”(I ciclo)
e competenze (obbligo).
- Livello di prescrittività delle Indicazioni e precisazioni sulla
opzionalità.
- Come si costruisce il curricolo.
- Esigenza di formazione su competenze relazionali e comunicative.
- Contraddizione tra l’indicazione di lavorare per connessioni, per aree
e la centratura disciplinare.
- Valutazione e prove Invalsi (in particolare per l’esame al termine del
I ciclo).
dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della CAMPANIA
- Urgenza di rimotivare i docenti e i dirigenti scolastici verso una
nuova riforma.
- Problematicità della costruzione dei curricoli in verticale.
- Opacità della questione valutazione.
- Necessità di pratiche assistite per lo sviluppo professionale.
dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale del MOLISE
- Bisogni formativi in ordine di priorità: costruzione curricolo in
verticale, valutazione e strumenti, scelte metodologiche e
organizzative, didattica disciplinare e interdisciplinare, cornice
valoriale.
- Strategie per una formazione efficace: prioritariamente laboratori di
ricerca–azione, formazione in presenza, poi stage formativi, consulenza,
formazione on.line, reti insegnanti, collaborazione con le università.
- Esigenza di formazione su tutte le discipline, in particolare quelle
dell’area scientifica, e sulla progettazione e valutazione.
dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della TOSCANA
- Esigenza di formare i docenti tutor di sostegno alle Indicazioni
(400/500 docenti, in 20/25 corsi).
- Legami con le politiche europee di formazione.
- Collegialità della progettazione curricolare.
- Unitarietà e verticalità del curricolo.
- Autoanalisi e autovalutazione di istituto.
- Didattica laboratoriale.
- Rilettura delle pratiche innovative attivate nelle scuole alla luce
delle nuove Indicazioni.
- Definizione di standard di competenza. valutazione e certificazione
competenze
dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della SARDEGNA
- Costruzione del curricolo.
- Ambiente di apprendimento.
- Comunità professionale.
- Curricolo unitario per l’attuazione dell’obbligo.
dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della SICILIA
- Idea di curricolo.
- Ambiente di apprendimento.
- Cittadinanza attiva.
- Rapporto scuola/Enti locali/genitori.
dalla relazione dell’ufficio scolastico regionale dell’Emilia
Romagna
- Individuazione dei nodi critici dei nuovi curricoli disciplinari (in
un’ottica di verticalità), anche attraverso un rapporto di ascolto
interattivo con le scuole impegnate nell’innovazione.
- Elementi relativi alla valutazione formativa in una prospettiva
orientata alla descrizione delle competenze attese, alla progettazione
dei percorsi, alla certificabilità dei risultati.
- Prime esemplificazioni didattiche attraverso il recupero delle
migliori esperienze.
- predisposizione di modelli formativi, in relazione alla formazione di
formatori-tutor.
- l’elaborazione del curricolo di scuola.
- L’ambiente di apprendimento e la costruzione della classe.
- Gli standard di apprendimento.
- La relazione e la cura educativa.
- Il curricolo verticale e la continuità educativa.
- Il raccordo scuola sec. di I grado e biennio alla luce dell’estensione
dell’obbligo.
- La valutazione e la certificazione delle competenze.
- La didattica laboratoriale.
- L’educazione alla cittadinanza.
dalla relazione dell’Ufficio scolastico regionale della Puglia
La valutazione che, in assenza di standard di riferimento, rimane tutta
delegata alla responsabilità delle scuole.
La certificazione delle competenze.
La didattica laboratoriale.
L’apprendimento cooperativo.
La costruzione dei curricoli, soprattutto attraverso una più
significativa collaborazione e integrazione con le scuole di grado
diverso e con il contesto territoriale.
L’ampia flessibilità organizzativa e metodologico-didattica che
presuppone modifiche ordinamentali.
L’affiancamento della sperimentazione con tecniche di autovalutazione e
con microseminari di formazione mirati ai bisogni formativi di volta in
volta emergenti.
dalla relazione dell’ufficio scolastico regionale delle Marche
Il quadro valoriale
Esplorare i nessi tra l’analisi di carattere sociologico-storico, di
filosofia dell’educazione e di pedagogia, proposta nella premessa delle
indicazioni (Cultura, scuola, persona), e il suo costituirsi come
connettivo unificante nella prassi educativa e didattica.
In particolare emergono i temi de
- La cittadinanza
- Il rapporto tra educazione-formazione e ruolo
delle famiglie,
- Il rapporto tra lo sviluppo dell’approccio
disciplinare e l’integrazione dei saperi nella dimensione di quello
che viene indicato come “Nuovo Umanesimo”.
L’ambiente di apprendimento
Un tema che integra diversi e rilevanti aspetti:
- Il setting di apprendimento in relazione alla
dinamica dello sviluppo dei soggetti, ai diversi stili di
apprendimento, alla dimensione individuale e collettiva dei percorsi
- Il rapporto tra ambiente di apprendimento,
curricolo implicito e sviluppo delle competenze come integrazione
“personale” di conoscenze, abilità, esperienze, capacità,
attitudini.
La progettazione dell’autonomia scolastica e il
curricolo.
Con le seguenti articolazioni:
- La metodologia e la strumentazione della
progettazione curricolare in verticale.
- L’integrazione tra personalizzazione e
individualizzazione nelle realizzazioni curricolari.
- I livelli essenziali di prestazione.
La valutazione.
Intesa nelle sue complesse articolazioni che emergono dalle indicazioni:
- La prassi valutativa continua.
- L’articolazione tra obiettivi di apprendimento e
competenze.
- L’articolazione tra i traguardi di competenza
definiti nelle indicazioni e la declaratoria delle competenze di
base assunta dal quadro europeo e fatta propria nelle indicazioni
sull’obbligo scolastico decennale.
- La documentazione dei percorsi e degli esiti
(portfolio).
La didattica delle discipline.
Il tema va sviluppato in una parte generale che affronti
- Lo sviluppo in continuità tra aree disciplinari e discipline;
- i nessi e le connessioni tra discipline e le specificità
formative di esse;
- e in filoni specifici che esplorano ciascuna area
disciplinare/disciplina.
Nuove tecnologie e impostazione curricolare.
In base alle articolazioni contenute nelle Indicazioni e in continuità
con le esperienze già avviate
- Sostenere la ricerca azione online con l’utilizzo di ambienti
idonei agli alunni per la sperimentazione di itinerari curricolari.
- Valutare i collegamenti trasversali tra l’area
tecnologico-scientifica e le altre aree tematiche utilizzando il
multimediale e la telematica come mediatori della conoscenza
(integrazione dei saperi)finalizzati alla costruzione del “Nuovo
Umanesimo”
- Favorire esperienze di continuità curricolare supportata dai
nuovi artefatti tecnologici (blog, wiki et al) coniugando l’attività
di sperimentazione con la ricerca e la formazione dei docenti.
dall’ufficio scolastico regionale del Piemonte
Il quadro di riferimento europeo e internazionale in cui si collocano le
Indicazioni.
I rapporti tra Indicazioni e DPR 275/99.
Che cosa si intende per curricolo e qual è la collocazione del curricolo
all’interno degli adempimenti a cui la scuola è tenuta (quindi i
rapporti con il POF, la valutazione degli alunni, la programmazione
quotidiana delle attività).
L’esigenza di continuità tra i vari livelli scolastici e le modalità per
realizzarla in modo coerente con lo sviluppo degli alunni alle diverse
età..
I riferimenti a conoscenze, abilità e competenze e le modalità di
declinazione operativa degli obiettivi di apprendimento e dei traguardi
di sviluppo enunciati nelle Indicazioni.
La realizzazione di un’interdisciplinarità non artificiosa ma
corrispondente alla complessità del sapere e della cultura e alle
modalità di apprendimento degli alunni.
dall’ufficio scolastico regionale dell’Umbria
L’ambiente di apprendimento.
Chiavi di lettura e modelli interpretativi delle Indicazioni.
Programmazione curricolare e valutazione formativa.
Il valore formativo delle discipline: processi, competenze, connessioni.
Costruzione del curricolo verticale.
Scuola, territorio, ambiente.
Le discipline (lingua, matematica, scienze,…)
Metodologia e didattica.
Valutazione degli apprendimenti e certificazione delle competenze.
Risorse finanziarie
Con nota della Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici del 6
novembre 2007 sono state affidate agli uffici scolastici regionali le
risorse finanziarie di cui all’allegata tabella (all.2). Le risorse sono
state impegnate e ripartite per sostenere attività regionali, per la
realizzazione del seminario nazionale affidato, per attività
provinciali, e in parte distribuite direttamente alle scuole.
Conclusioni
Si coglie una forte richiesta di informazione, presenza, dibattito; si
percepisce un vivo interesse per le idee innovative presenti nelle
Indicazioni. Del testo, tra l’altro, si apprezzano l’essenzialità, la
semplicità e la comprensibilità del linguaggio.
Si registra una mobilitazione puntuale degli organismi istituzionali,
rispettosa dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Le iniziative
appaiono ben orientate a motivare, a stimolare il coinvolgimento delle
scuole. Ad un tempo emerge l’esigenza e la volontà di sostenere e
supportare le scuole in questo cammino innovativo, attraverso la messa a
disposizione di strumenti, di risorse professionali e finanziarie.
Si manifesta in modo chiaro e forte il bisogno di soluzioni coerenti con
il testo delle Indicazioni sul piano ordinamentale.
Si richiede una puntualizzazione di termini quali traguardi, competenze,
certificazione.. anche in rapporto alle linee guida dell’obbligo.
Si evidenzia come prioritaria la necessità di sviluppare maggiormente la
questione “valutazione”, che appare appena accennata all’interno del
testo delle Indicazioni.
1 I dati e le considerazioni presenti nel rapporto
sono ricavati dalle relazioni che le Direzioni regionali hanno
trasmesso alla Direzione Ordinamenti a seguito di puntuale richiesta
dell’11-12-2007.
Le informazioni sono state estrapolate anche dai siti degli uffici
scolastici regionali e dal sito dell’Agenzia nazionale.
La lettura della documentazione a disposizione è stata effettuata
secondo i seguenti indicatori: organizzazione complessiva, ruolo dei
dirigenti scolastici, costituzione e composizione del gruppo di
coordinamento regionale e dei nuclei provinciali, iniziative
intraprese per una prima informazione alle scuole, primo
monitoraggio, questioni aperte, bisogni formativi, proposte.
Allegati
Dipartimento per l'Istruzione
Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici
Nota 31 gennaio 2008
Prot. D.G.O.S. 1296
Oggetto: Misure di accompagnamento alla costruzione
del curricolo di scuola secondo le Indicazioni per la scuola
dell'infanzia e del primo ciclo (febbraio - agosto 2008)
Il decreto 31 luglio 2007 ha previsto la messa alla prova consapevole
e condivisa delle Indicazioni per il curricolo nell'arco del biennio
2007/2008 -2008/2009. La loro validazione richiede un confronto e un
dibattito con e dentro la scuola favorito da un piano di appropriate e,
di volta in volta, aggiornate misure di accompagnamento.
La direttiva n. 68/2007 ha avviato tale percorso biennale di lavoro,
promuovendo sin dall'inizio del corrente anno scolastico una serie di
iniziative tese a far conoscere meglio i principi ispiratori, i
contenuti, i criteri di fondo delle Indicazioni per il curricolo.
Si apre adesso una seconda fase del percorso. Nel periodo
febbraio-agosto 2008 le scuole vengono cioè invitate ad approfondire -
con il supporto di tutte le strutture amministrative e professionali -
la riflessione su tali principi, contenuti e criteri.
La prospettiva è appunto quella di sintonizzare i prossimi Piani
dell'Offerta Formativa con le Indicazioni: con l'anno scolastico
2008-2009 le scuole dell'infanzia e del primo ciclo saranno difatti
chiamate a proporre, in prima applicazione, il nuovo curricolo. Proprio
l'anno scolastico 2008-2009 potrà così essere dedicato, grazie anche al
contributo della diretta verifica sul campo, al processo di compiuta
definizione delle Indicazioni in vista della loro successiva messa a
regime.
Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile una piena e coerente
mobilitazione di tutti: lungo tre assi di azione (1.), attraverso
puntuali azioni prioritarie a partire dall'ascolto delle scuole (2) e
con una condivisa responsabilità (3).
1. ASSI DI AZIONE
1.1 Strategie di scuola
Nell'ambito della propria autonomia istituzionale e della
discrezionalità professionale degli insegnanti, ogni singola istituzione
scolastica dell'infanzia e del primo ciclo è chiamata a costruire il
proprio curricolo tenendo conto di puntuali orientamenti strategici:
* valorizzare al meglio le risorse umane e finanziarie
disponibili;
* migliorare la qualità delle metodologie e degli itinerari
didattici;
* raggiungere quei traguardi sviluppo delle competenze - contenuti
nelle Indicazioni - che costituiscono l'indispensabile premessa per
il conseguimento delle otto competenze chiave di cittadinanza
previste a conclusione dell'obbligo di istruzione.
Nello scenario dell'autonomia organizzativa, didattica e di ricerca
assumono, pertanto, rilevanza centrale le scelte e gli interventi volti
a rendere coerenti le pratiche didattiche quotidiane con la logica delle
Indicazioni. Le Indicazioni diventano il comune quadro di riferimento
per dare una risposta solida, efficace e di alto profilo alle attese
delle famiglie e alle domande della società.
In tale contesto, per i dirigenti scolastici diventa indispensabile
sviluppare filosofie e prassi di gestione mirate a:
* sostenere le comunità professionali dei docenti;
* rafforzare i legami tra le scuole dell'infanzia, primaria e
secondaria di I grado, in una prospettiva di curricolo unitario;
* potenziare, sulla base delle opportunità esistenti, pratiche
riflessive e operative;
* raccogliere e far circolare materiali e proposte di lavoro;
* mantenere rapporti costanti con i nuclei provinciali per le
Indicazioni;
* sviluppare la collaborazione con le Associazioni professionali e
disciplinari;
* incrementare rapporti e intese con gli Enti locali.
Le strutture centrali e periferiche del Ministero e le Agenzie
nazionali sono impegnate a offrire una gamma di opportunità e di risorse
di cui le scuole potranno avvalersi in un clima di dialogo aperto e di
reciproco ascolto.
1.2 Docenti, curricolo e crescita professionale
Gli obiettivi di apprendimento e i traguardi per lo sviluppo delle
competenze definiti dalle Indicazioni per il percorso formativo dai 3 ai
14 anni costituiscono per ogni docente un'occasione per riflettere sulle
proprie metodologie di lavoro e sulle finalità complessive del processo
di insegnamento / apprendimento. Le Indicazioni si presentano cioè anche
come una utile (e feconda) opportunità per aggiornare e migliorare la
quotidiana attività in classe.
È necessario, allora, prevedere momenti di formazione in servizio in
grado di rispondere alle domande e alle reali esigenze dei docenti.
L'esperienza, infatti, insegna che le diverse modalità di intervento
formativo vanno misurate sia in rapporto alla sensibilità personale dei
singoli docenti - alla loro crescita e alla loro stessa biografia
professionale - sia in rapporto all'effettiva ricaduta didattica sui
livelli di apprendimento degli alunni.
In questa direzione va orientato l'intero sistema di opportunità
formative a partire dal piano di formazione a livello di singola scuola
o di reti di scuola, dalle scelte individuali dei singoli docenti, alle
proposte dei nuclei provinciali e all'offerta specifica che l'Agenzia
nazionale sta predisponendo.
1.3 Dialogo e collaborazione
Il dialogo tra le istituzioni scolastiche è un requisito indispensabile
per capire l'impatto delle Indicazioni, i problemi inerenti alla
costruzione del nuovo curricolo delle scuole, ma anche per elaborare
proposte.
Questo dialogo, aperto e pluralistico, si allarga alle comunità
scientifiche, disciplinari e professionali e coinvolge le famiglie e gli
organismi territoriali. La buona riuscita di qualsiasi innovazione,
infatti, è agevolata dalla condivisione più ampia possibile dei
presupposti ispiratori e del significato della innovazione stessa; è
altresì sostenuta dalla intelligente sinergia di risorse professionali
interne ed esterne alla scuola.
Strategico è il ruolo del gruppo di coordinamento nazionale per
ricondurre a sistema le diverse azioni di implementazione delle
Indicazioni così come assumono un ruolo rilevante nel dialogo con i
docenti e con le scuole i gruppi di coordinamento regionali affiancati
dai nuclei provinciali.
2. AZIONI PRIORITARIE
Rendere gli indirizzi strategici sin qui segnalati concreti ed efficaci
fattori di miglioramento richiede un'ampia, diversificata e coerente
rete di interventi, a livello regionale e nazionale, da sviluppare nella
fase febbraio - agosto 2008. In questa ottica sono prioritarie le
seguenti azioni:
2.1. a livello regionale (febbraio-agosto 2008)
Sulla base delle azioni di informazione già condotte e in collaborazione
con i dirigenti tecnici del settore e dei gruppi regionali e nuclei
provinciali di coordinamento, i direttori generali regionali sviluppano
un programma di interventi per il periodo febbraio-agosto 2008 che
prevede:
- conferenze di servizio riservate ai dirigenti scolastici per
fare il punto della situazione e raccogliere le esigenze e le
domande;
- sostegno ai dirigenti scolastici impegnati nella costituzione di
reti di scuole e nella realizzazione di iniziative di
ricerca-azione;
- seminari regionali per dirigenti scolastici, centrati sulle
funzioni di ri-progettazione del curricolo, di costruzione della
comunità professionale, delle azioni di governance verso il
territorio, dell'implementazione dei sistemi valutativi interni;
- sostegno alle comunità professionali attraverso la messa a
disposizione di strumenti che facilitino pratiche riflessive e
operative. Questi potranno essere predisposti dai nuclei provinciali
in collaborazione con i dirigenti tecnici del settore ed
eventualmente con le associazioni professionali e disciplinari e le
università presenti sul territorio;
- coordinamento a livello regionale con le proposte di formazione in
servizio predisposte dall'Agenzia nazionale;
- costituzione di gruppi di ricerca regionali, con il supporto
tecnico-scientifico dell'Agenzia nazionale-nuclei ex- IRRE e dei
nuclei provinciali;
- micro-seminari territoriali rivolti a potenziali formatori (tutor,
e-tutor, coordinatori di dipartimento disciplinare, figure di
sistema);
- sviluppo della comunicazione in rete con il potenziamento e
l'arricchimento dei siti istituzionali;
- seminari tematici di approfondimento sui contenuti, sulle
metodologie, sulle aree disciplinari, sulle dimensioni trasversali,
sulle idee innovative presenti nelle Indicazioni per il curricolo,
coerenti con il piano nazionale di implementazione;
- ascolto delle scuole e raccolta sistematica e ragionata di
commenti, riflessioni e proposte sulla base di modelli di report
condivisi a livello nazionale;
- disseminazione di "buone pratiche" ( ad es. prime elaborazioni di
percorsi curricolari) e pubblicizzazione dei Piani dell'offerta
formativa coerenti con le Indicazioni, sui siti degli USR e sul
portale dell'Agenzia;
- informazione sulle iniziative di formazione promosse da vari
soggetti (USR, università, associazioni, altre agenzie accreditate).
2.2. a livello nazionale (febbraio-agosto 2008)
Il quadro operativo affidato al gruppo di coordinamento nazionale - in
collaborazione con le strutture ministeriali centrali - prevede:
- giornata di approfondimento e di programmazione con i direttori
scolastici regionali;
- seminari nazionali di approfondimento su tematiche trasversali.
Pubblicazione sui siti nazionale, regionali e dell'Agenzia nazionale
e produzione editoriale dei materiali significativi;
- incontri interregionali di coordinamento tra l'Agenzia nazionale,
i gruppi regionali e i nuclei provinciali, le associazioni
professionali e disciplinari;
- presentazione delle proposte di certificazione di competenze -
anche nell'ottica introdotta dalle Indicazioni - per la conclusione
del primo ciclo di istruzione;
- costituzione di un gruppo di lavoro interdirezionale con il
compito di studiare le implicazioni ordinamentali per le scuole e
proporre modelli organizzativi congruenti;
- incontro nazionale con le associazioni dei genitori e le
associazioni degli Enti locali, programmato dalla Direzione generale
per lo studente;
- costituzione di un gruppo di lavoro interdirezionale (Direzione
generale per la scuola post secondaria e Direzione generale per gli
ordinamenti scolastici), finalizzato a delineare il raccordo tra
primo ciclo e obbligo di istruzione;
- diffusione dei materiali e della documentazione prodotti, a cura
dell'Agenzia nazionale;
- implementazione dello spazio web dedicato e dell'area di dialogo
con le scuole sul sito dell'Agenzia nazionale;
- realizzazione di un incontro-seminario con gli Editori scolastici
per la presentazione delle Indicazioni nella prospettiva del ruolo
del libro di testo in rapporto ai processi di innovazione in atto;
- un seminario internazionale di comparazione tra i curricoli di
altri Paesi non solo Europei, organizzato dall' Agenzia nazionale in
collaborazione con la Direzione generale per gli affari
internazionali e la Direzione generale per gli ordinamenti
scolastici;
- conferenza nazionale sullo stato dell'arte e di presentazione
delle ricerche-azioni più significative sviluppate nelle scuole.
3. UNA RESPONSABILITA' DIFFUSA E CONDIVISA
E' imprescindibile una mobilitazione e una sinergia operativa di tutte
le strutture ministeriali centrali e periferiche per il sostegno alle
scuole e alle reti di scuole; così come un funzionale raccordo con
iniziative di innovazione in atto nella scuola ( ad esempio gli
interventi di sostegno e di recupero di cui alla direttiva 113/2007, la
definizione del modello di certificazione delle competenze al termine
del primo ciclo di cui alla circolare n. 28/2007, le opportunità offerte
dal programma "scuole aperte" di cui alla circolare del 29 agosto 2007,
ecc.) .
Allo stesso modo devono essere interessati alla fase di rinnovamento del
primo ciclo il Comitato nazionale per l'apprendimento pratico della
musica, il Comitato scientifico per la matematica, la Commissione
nazionale per la cultura scientifica, nonché i gruppi di lavoro
ministeriali (certificazione competenze I ciclo; sperimentazione
obbligo, tavoli di lavoro su tematiche trasversali:legalità, ambiente,
salute, educazione stradale, bullismo, …).
È indispensabile, infine, ricondurre a sistema le molteplici e variegate
iniziative che il Ministero realizza in diversi settori e ambiti di
interesse. In particolare occorre prevedere forme di raccordo con il
Programma PON per le regioni del Sud, con gli Osservatori nazionali per
la disabilità e per l'intercultura, con i protocolli di intesa
sottoscritti e in via di definizione (Reggio Children, CONI…) e con il
progetto DIGI scuola.
IL CAPO DIPARTIMENTO
Giuseppe Cosentino
Direttiva Ministeriale 3 agosto
2007, n. 68
(Estremi di registrazione: Reg. 6, foglio 175) Modalità operative avvio
Indicazioni nazionali per il curricolo
IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE VISTO il
decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275,
Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni
scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59;
VISTA la legge 28 marzo 2003, n. 53, recante delega al Governo per la
definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli
essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione
professionale;
VISTO il decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, contenente norme
generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo di
istruzione;
VISTO in particolare l’articolo 12, comma 2; l’articolo 13, comma 3;
l’articolo 14, comma 2 del citato decreto legislativo n. 59, secondo cui
si adottano, in via transitoria, gli assetti pedagogici, didattici e
organizzativi individuati negli allegati A, B, C e D, rispettivamente
per la scuola dell’infanzia, per la scuola primaria e per la scuola
secondaria di primo grado;
CONSIDERATO che, ai sensi dell’articolo 7 della legge n. 53 del 2003, la
definizione dei curricoli scolastici, in via ordinamentale, richiede
l’emanazione di uno o più regolamenti da adottare ai sensi dell’articolo
17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
CONSIDERATO che la normativa regolamentare potrà trovare applicazione
solo a conclusione del complesso iter procedimentale previsto dal citato
articolo 17, comma 2, della legge n. 400/1988;
CONSIDERATA l’opportunità di consentire, in attesa della definizione
dell'apposito regolamento di cui al citato articolo 7, alla scuola
dell’infanzia, alla scuola primaria e alla scuola secondaria di primo
grado l’adozione, in via sperimentale, delle nuove indicazioni
nazionali;
VISTO il decreto ministeriale in data 31 luglio 2007, con il quale si
dispone una prima, graduale attuazione delle Indicazioni contenute nel
documento allegato al decreto medesimo;
CONSIDERATA l’esigenza di realizzare, secondo particolari modalità
operative, l’iniziale avvio della fase di prima attuazione, prevista dal
predetto decreto ministeriale;
EMANA
la seguente direttiva
A. - Primo avvio - Settembre-Dicembre 2007
La definizione, in chiave sperimentale, delle Indicazioni per il
curricolo delle scuole dell’infanzia e delle scuole del primo ciclo,
apre un importante cantiere biennale di lavoro. In questo contesto la
fase iniziale di accompagnamento diventa decisiva per una proficua ed
efficace azione che dovrà estendersi nel tempo.
La prima fase è quella di informazione, di lettura, di comprensione e di
approfondimento del contenuto delle Indicazioni, dei criteri di fondo,
dei principi ispiratori, delle implicazioni per le scuole e per gli
insegnanti. Occorre mettere solide basi per un lavoro di innovazione che
coinvolga gli insegnanti nella loro azione di educazione ed istruzione.
La natura stessa dei processi di insegnamento e di apprendimento che si
realizzano nel vivo della scuola non richiede, infatti, un mero processo
esecutivo, ma l’apporto della professionalità e dell’esperienza di
tutti, per una reale condivisione dello scopo per cui sono state redatte
queste Indicazioni per il curricolo.
Perché questo accada è indispensabile un sistema di supporto che
coinvolga l’amministrazione scolastica, nelle sue componenti tecniche e
amministrative, i dirigenti scolastici e le istituzioni nazionali di
servizio, quali l’Agenzia nazionale e l’INVALSI.
La fase iniziale di avvio, collocata nel periodo settembre - dicembre
2007, costituisce una funzione preliminare rispetto alle successive fasi
in cui gli interventi relativi allo sviluppo professionale degli
insegnanti ed al lavoro di ricerca e di innovazione nelle scuole
assumeranno un rilievo strutturale. Per le iniziative mirate allo
sviluppo professionale dei docenti occorrerà rivisitare approcci e
metodi di intervento, privilegiando la formazione in presenza e i
modelli innovativi sviluppati in questi anni, anche in collaborazione
con le associazioni professionali e disciplinari. Il rilancio della
ricerca didattica dovrà mettere a frutto il ruolo attivo della scuola
come luogo di studio e di innovazione.
B. - Finalità
La fase iniziale, settembre – dicembre 2007, ha obiettivi specifici e
precisi. Nell’arco di quattro mesi si procede a:
a) far conoscere a tutti gli insegnanti, a tutti i dirigenti scolastici
le nuove Indicazioni, nel loro contenuto, nei loro fondamenti e nella
loro articolazione;
b) promuovere la diffusione della conoscenza delle Indicazioni anche tra
i genitori;
c) assistere le scuole nella prima e graduale messa in pratica delle
Indicazioni;
d) far emergere le domande di formazione che dovranno guidare gli
interventi successivi;
e) cogliere le aree di innovazione e individuare le scuole disponibili a
diventare punti di riferimento;
f) realizzare un puntuale monitoraggio sulle condizioni da garantire per
rendere possibile la piena efficacia delle Indicazioni nel medio e lungo
periodo e per fornire alle singole istituzioni scolastiche le risorse e
gli strumenti necessari.
Le azioni in questa fase devono essere tempestive ed efficaci;
richiedono una forte sinergia tra l’amministrazione centrale, le
strutture regionali e provinciali per realizzare il servizio e
l’assistenza alle scuole e alle reti di scuole.
C. - Azioni e misure
Nella fase di avvio le azioni da mettere in campo nel periodo settembre
– dicembre 2007 sono le seguenti.
A livello nazionale la Direzione generale per gli ordinamenti scolastici
avrà cura di:
1. Predisporre e realizzare un corso residenziale nazionale di tre
giorni sul tema delle Indicazioni (e della loro prima implementazione),
riservato a tutti i dirigenti tecnici del settore (scuole dell’infanzia
e del primo ciclo).
2. Realizzare un’area dedicata nel portale del Ministero per
informazione e documentazione.
3. Aprire uno spazio web per il confronto, la discussione e la messa in
comune di esperienze, anche ricorrendo a soluzioni dedicate e
specifiche.
4. Organizzare un seminario nazionale con le associazioni professionali
e scientifiche per la consegna formale del testo delle Indicazioni e per
l’approfondimento di alcuni temi specifici.
5. Predisporre due numeri speciali degli Annali per l’approfondimento
scientifico dei contenuti delle Indicazioni.
6. Assicurare che venga predisposto ed avviato un piano di attività di
ricerca da parte dell’Agenzia nazionale di sostegno all’autonomia,
secondo le indicazioni contenute nell’Atto di indirizzo del 10 luglio
2007.
7. Verificare che venga definito, da parte dell’INVALSI, un piano di
intervento per il monitoraggio e la valutazione della fase di avvio
secondo la Direttiva n. 52 del 19 giugno 2007.
8. Predisporre una Consultazione nazionale nelle scuole da realizzare
nella primavera 2008, dopo la fase di iniziale accompagnamento, per la
raccolta sistematica e ragionata di commenti, riflessioni e proposte
scaturite direttamente dall’esperienza degli insegnanti.
A livello regionale, ogni singolo Direttore generale regionale organizza
un piano di lavoro per il periodo settembre-dicembre 2007, comprendente,
tra le diverse iniziative:
1. una o più conferenze di servizio (in relazione alle dimensioni della
Regione) riservate ai Dirigenti tecnici e a tutti i Dirigenti scolastici
del primo ciclo di istruzione per la consegna del testo delle
Indicazioni e l’illustrazione del piano di lavoro;
2. uno o più corsi, anche residenziali, riservati a tutti i Dirigenti
scolastici del settore, nella prospettiva di una accurata conoscenza del
contenuto delle Indicazioni e di ricadute nelle singole Istituzioni
scolastiche;
3. invito alle scuole ad organizzare una apposita riunione dei collegi
dei docenti in occasione dell’apertura dell’anno scolastico. Nel
rispetto dell’autonomia, le scuole sono invitate – d’intesa con i propri
Consigli di Istituto - a costituire commissioni di lavoro (capi di
istituto, docenti, dirigenti amministrativi, genitori…) per impostare e
seguire gli sviluppi del processo di informazione e prima attuazione
delle Indicazioni;
4. promozione, nelle scuole dell’infanzia e del primo ciclo, di una
discussione impostata e coordinata organicamente a livello
dipartimentale e interdipartimentale, tesa a individuare le Indicazioni
come occasione per una riflessione comune sulle finalità del servizio
formativo e sul miglioramento della sua qualità;
5. orientamento delle iniziative di formazione per il personale della
scuola, nel rispetto delle disposizioni contrattuali in vigore, alla
prima conoscenza delle Indicazioni;
6. sostegno per il rafforzamento e l’istituzione di reti di scuole (ex
art. 7 DPR n. 275/1999), chiamate a discutere temi generali e specifici
delle Indicazioni e a diffondere e monitorare buone pratiche.
D. - Organizzazione
Per assicurare efficacia e funzionalità all’intero piano di attività
sono costituite le necessarie basi amministrative e funzionali.
A livello nazionale viene costituito un gruppo di coordinamento con la
responsabilità di impostare, gestire e verificare l’intera azione di
iniziale accompagnamento, avvalendosi delle strutture ministeriali e in
collaborazione con i diversi soggetti istituzionali.
A livello regionale i Direttori scolastici regionali istituiscono gruppi
di coordinamento regionali incaricati di operare con intensità crescente
nel territorio. Esse sono composte da dirigenti tecnici, dirigenti
scolastici e docenti e sviluppano il piano di lavoro regionale.
A livello provinciale i Direttori scolastici regionali costituiscono
unità operative di sostegno progettuale e organizzativo a livello
provinciale, così realizzando Nuclei di supporto per le Indicazioni. I
componenti di tali nuclei vengono sensibilizzati e formati sui contenuti
e sui principi delle nuove Indicazioni attraverso percorsi specifici di
formazione che tengano conto delle aree disciplinari; delle singole
discipline; delle metodologie di insegnamento e dei loro nessi
interdisciplinari.
I Nuclei provinciali di supporto costituiscono i termini di riferimento
per il biennio di lavoro e i punti di contatto e di incontro per le
scuole, per i diversi soggetti coinvolti, enti locali, agenzie culturali
e sociali operanti sul territorio.
E. - Risorse finanziarie e sviluppo biennale
La rilevanza del programma di lavoro per la prima fase di
accompagnamento e l’impegno di tutte le strutture al servizio delle
scuole e degli insegnanti richiedono un investimento adeguato di risorse
finanziarie.
Con successivo provvedimento vengono finalizzate operativamente e
ripartite le risorse finanziarie disponibili.
Tutte le azioni di accompagnamento nella fase iniziale contribuiscono a
creare le condizioni per il varo di interventi di formazione, di ricerca
e di sostegno che saranno realizzate entro il biennio di sviluppo della
fase di attuazione e di realizzazione delle Indicazioni.
A conclusione del periodo settembre – dicembre 2007 viene redatto un
rapporto di sintesi a cura della Direzione generale per gli ordinamenti
scolastici.
La presente direttiva è trasmessa alla Corte dei Conti per la
registrazione, ai sensi dell’art. 3, comma 1, lettera b), della legge 14
gennaio 1994 n. 20.
IL MINISTRO
f.to Giuseppe Fioroni
Decreto Ministeriale 31 luglio 2007
(Estremi di registrazione: Reg. 6, foglio 176)
Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell'infanzia e
del primo ciclo
Il Ministro della Pubblica Istruzione VISTO il
Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, relativo al Testo Unico
delle disposizioni legislative in materia di istruzione;
VISTA la legge 15 marzo 1997, n. 59, di delega al Governo per il
conferimento di funzioni e compiti alle Regioni e agli Enti locali, per
la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione
amministrativa, e, in particolare, l’articolo 21;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275,
avente a oggetto Regolamento recante norme in materia di autonomia delle
istituzioni scolastiche ai sensi dell’art. 21 della legge 15 marzo 1997,
n. 59;
VISTA la legge 10 marzo 2000, n. 62, recante norme per la parità
scolastica e disposizioni sul diritto allo studio ed all’istruzione, e
le successive modificazioni;
VISTO il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive
modificazioni e, in particolare, l’art. 4;
VISTA la legge 28 marzo 2003, n. 53, di Delega al Governo per la
definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli
essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione
professionale;
VISTO il decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, recante
Definizione delle norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al
primo ciclo di istruzione, a norma dell’articolo 1 della legge 28 marzo
2003, n. 53, e, in particolare: l’articolo 12, comma 2, l’articolo 13,
comma 3, l’articolo 14, comma 2, per i quali si adottano, in via
transitoria, gli assetti pedagogici, didattici e organizzativi
individuati negli allegati A, B, C e D;
VISTA la legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge
finanziaria 2007), ed, in particolare, l’articolo 1, comma 622;
VISTE le linee programmatiche, illustrate dal Ministro della Pubblica
istruzione il 29 giugno 2006 in sede di audizione presso le commissioni
istruzione di Camera e Senato, di individuazione delle missioni e degli
obiettivi generali dell’azione di governo;
VISTA la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri per
l’attuazione del programma di governo per il 2007 e per la definizione
degli obiettivi di carattere strategico per l’anno 2008, adottata in
data 12 marzo 2007;
VISTO l’atto di indirizzo del Ministro della Pubblica istruzione del 28
giugno 2007 nella parte in cui si richiama la necessità di portare a
compimento l’avviato processo di revisione delle Indicazioni nazionali
per la scuola dell’infanzia e per quella del primo ciclo di istruzione;
VISTO il parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione
espresso nella riunione del 27 luglio 2007;
CONSIDERATO che il percorso di revisione dell’impianto complessivo della
scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, avviato con il
documento di base “Cultura, scuola, persona”, presentato nel corso del
seminario nazionale del 3 aprile 2007 e, successivamente, inviato alle
scuole con nota del 15 maggio 2007, ha il carattere oggettivamente
processuale degli itinerari di innovazione e richiede, pertanto, tappe
successive, in vista della predisposizione del Regolamento ai sensi
dell’art. 7, comma 1, della Legge 53/2003;
CONSIDERATA, tuttavia, l’urgenza di superare il carattere transitorio
delle Indicazioni nazionali allegate al Decreto Legislativo 19 febbraio
2004, n. 59, anche alla luce delle osservazioni formulate da parte delle
scuole che hanno evidenziato l’opportunità di tale revisione
complessiva;
CONSIDERATA l’opportunità che siano fornite alle istituzioni scolastiche
autonome, già a partire dal prossimo anno scolastico, Indicazioni per la
elaborazione dei curricoli per la scuola dell’infanzia e per il primo
ciclo di istruzione, sulle quali attivare una fase di interlocuzione,
ascolto e approfondimento con il mondo della scuola, al fine di
validarne i contenuti con le esperienze maturate sul campo;
TENUTO CONTO che l’applicazione del comma 622 dell’art. 1 della legge
296/06, relativo all’elevamento dell’obbligo di istruzione a 16 anni
tramite la definizione di saperi e competenze chiave, si realizza, in
prima attuazione, negli anni scolastici 2007-2008 e 2008-2009 e rende,
pertanto, urgente creare un raccordo di principi e contenuti tra il
primo ciclo di istruzione e il biennio successivo;
TENUTO CONTO che le impegnative sfide dell’agenda di Lisbona 2000 in
merito agli obiettivi strategici dei sistemi europei d’istruzione e
formazione sollecitano un’azione incisiva della scuola di base
soprattutto per prevenire la dispersione scolastica e per promuovere la
diffusione della cultura matematica e scientifica;
CONSIDERATA l’esigenza che la definizione delle scelte curricolari per
la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione siano
rispettose della discrezionalità professionale degli insegnanti e
dell’autonomia delle istituzioni scolastiche;
PRESO ATTO, infine, dei lavori svolti dalla Commissione nominata con
decreto dipartimentale n. 7 del 22 gennaio 2007 e incaricata della
elaborazione delle nuove Indicazioni nazionali; DECRETA
Art. 1 A partire dall’anno scolastico 2007-2008, le scuole
dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione procedono all’elaborazione
dell’offerta formativa avendo a riferimento in prima attuazione e con
gradualità, le Indicazioni – definite in via sperimentale - contenute
nel documento allegato, che è parte integrante del presente decreto.
Limitatamente all’anno scolastico 2007-2008 i collegi docenti
utilizzeranno le parti delle predette Indicazioni compatibili e coerenti
con il piano dell’offerta formativa adottato, le esperienze maturate
nell’ambito del contesto scolastico, le esigenze del territorio e le
condizioni di fattibilità in cui la singola scuola opera.
Art. 2 La fase di prima attuazione delle disposizioni contenute
nel presente decreto si realizza negli anni scolastici 2007-2008 e
2008-2009. Nel corso del predetto biennio le istituzioni scolastiche,
nel quadro delle finalità generali indicate e degli obiettivi
individuati per la scuola dell’infanzia, per la scuola primaria e per la
scuola secondaria di primo grado, verificano la congruità dei contenuti
proposti e la loro articolazione per campi di esperienza, aree,
discipline e competenze, anche al fine di eventuali modificazioni e
integrazioni. Art. 3 Nella prospettiva della
revisione degli ordinamenti degli studi vigenti per la scuola
dell’infanzia, per la scuola primaria e per la scuola secondaria di
primo grado, le istituzioni scolastiche verificano altresì - anche
attraverso le pratiche della ricerca/azione – l’efficacia e le modalità
di attuazione delle Indicazioni contenute nel documento allegato,
utilizzando a riguardo tutti gli strumenti di flessibilità previsti dal
D.P.R. 275/1999, con particolare riferimento agli articoli 4, 5 e 6.
Art. 4 La fase di prima attuazione di cui all’art. 2 si
inscrive nell’ambito degli attuali ordinamenti, che, pertanto, in
relazione al monte ore complessivo, ai quadri orari delle discipline e
alle classi di concorso, rimangono disciplinati dalla normativa vigente.
Art. 5 L’Amministrazione, avvalendosi dei diversi soggetti
istituzionali e professionali promuove azioni di formazione in servizio
del personale della scuola e attiva un sistema di monitoraggio delle
esperienze che consenta di raccogliere dati, osservazioni e suggerimenti
di cui tener conto nella stesura dei provvedimenti di natura
ordinamentale da adottare in via conclusiva. Art. 6
Per la fase iniziale di accompagnamento sono destinate risorse
complessive pari ad € 36.000.000 disponibili nell’apposito fondo del
Ministero dell’economia e delle finanze previsto dalla legge finanziaria
2007. Art. 7 Il presente decreto è trasmesso
alla Corte dei Conti per la registrazione ai sensi dell’art. 3, comma 1,
lettera b), della legge 14 gennaio 1994 n. 20.
IL MINISTRO
Giuseppe Fioroni
Indicazioni Nazionali per il curricolo delle scuole
dell'infanzia e del primo ciclo |