Circ. 26 ottobre 1999, prot. 5769/A1
Ministero
della pubblica istruzione
Ispettorato per Educazione Fisica e Sportiva
Coordinamento delle attività per gli studenti
Programma Perseus
Intervento triennale per la valorizzazione dell'educazione
motoria, fisica e sportiva nella scuola dell'autonomia
Approvato dal Ministro della Pubblica Istruzione con lettera
prot. n°. 40951/BL del 3 agosto 1999
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1999-2001
1.- Premessa Introduttiva
Il dibattito culturale relativo all'attività motoria, fisica e
sportiva, fino ad oggi, si è sviluppato prevalentemente in ambiti
specialistico - sportivi, al di fuori della cornice scolastica.
L'attuale bisogno di condividere un nuovo sistema di significati
dell'attività motoria e di ricondurla ai suoi valori educativi è un
sintomo del processo di innovazione della realtà scolastica attuale.
E' giunto il momento, vista le riforme in atto, di raccogliere con
esperienze operative le indicazioni e gli orientamenti che emergono a
più livelli, cercando di oltrepassare la divisione che esiste tra le
varie discipline scolastiche tra il mondo "scuola" e
"realtà sociale"
La scuola non può più permettersi di trasmettere i contenuti fissi di
un sapere codificato, ma deve insegnare ad apprendere ed a riscoprire la
circolarità esistente tra i processi formativi e i processi sociali.
L'istituzione scolastica pertanto deve essere in grado di rispondere a
quelle necessità, che la complessità delle realtà di oggi ci impone,
rinnovando ed ampliando l'offerta formativa ed, in quest'ambito, le
risorse disponibili per le attività motorie e sportive.
Per questo il Ministero della Pubblica Istruzione si pone come
obiettivo strategico un intervento pluriennale per la valorizzazione
dell'educazione motoria, fisica e sportiva nella scuola e non è un caso
che quest'ultima sia quella dell'autonomia, e si configura anche come
una risposta ed un adeguamento didattico - organizzativo del nostro
paese alla nuova dimensione europea.
Il programma Perseus colloca l'attività motoria e sportiva in un
contesto scolastico non limitato strettamente alla disciplina
dell'educazione motoria, fisica e sportiva, ma inserito in quel portato
dell'autonomia, che sta costruendo la scuola oltre che come sede di
realizzazione dell'istruzione degli studenti, come ambiente educativo
che favorisce, attraverso la valorizzazione dì un percorso individuale,
lo sviluppo partecipato di ogni studente, che permetta di acquisire
cultura, prepari alla vita e all'esercizio delle sue responsabilità.
Perseus si inserisce come strumento di una scuola dell'autonomia, che
mette in risalto le potenzialità diversificate di ogni singolo alunno e
che non penalizza e discrimina quell'utenza fatta di intelligenze
concreto - operative, che non sono mai state ritenute intellettualmente
capaci di esprimersi ad alti livelli, come se esistesse un solo canale
espressivo riconosciuto e privilegiato.
Le nuove indicazioni e direttive programmatiche di Perseus mirano ad una
scuola intesa come luogo di promozione, organizzata al successo
formativo, con un attenzione forte sia alla complessità della realtà
sociale, che all'individualità dei membri che la compongono.
In questo ambito, all'interno di Perseus, la prevalenza
dell'educazione motoria e fisica su quella sportiva, a scuola, è
riconosciuta indiscutibile base del nostro ordinamento scolastico.
L'attività sportiva non può sostituire né surrogare l'educazione
fisica e motoria ed il portato complessivo delle missioni educative
delle attività motorie. Lo sport è una forma di attività motoria,
può far acquisire competenze e crediti formativi ma è sempre una parte
che non può sostituirsi al tutto.
Nel nuovo scenario della scuola dell'autonomia tale attività deve
essere peraltro implementata, fornita dei mezzi necessari ma anche
verificata, ricollocata e ridefinita, soprattutto tramite un nuovo
impianto programmatico e metodologico, aggiornato alle più recenti
acquisizioni epistemologiche.
L'autonomia è l'opportunità di riferimento per superare vincoli
normativi, rigide strutture gerarchiche, relazioni a struttura
verticistico-piramidale e automatismi organizzativi aprendo alle
progettualità rispondenti ai reali bisogni.
L'autonomia è anche chiave dì volta per una scuola fluida, dinamica
che sappia modularsi e modulare il contesto in cui opera, che tenda al
miglioramento continuo dell'offerta formativa e ad una sempre maggiore
soddisfazione delle esigenze dello studente, mediante un contratto
formativo anch'esso dinamico.
Il programma triennale Perseus costituisce , dunque, un primo intervento
per consentire una riflessione sul campo e il contributo partecipato di
tutti gli operatori del settore. Un laboratorio che prelude ad una
pronta valorizzazione stabile e consolidata dell'educazione motoria,
fisica e sportiva nell'ordinamento scolastico italiano.
Nell'attuazione del programma sarà sottolineato lo stretto legame che
intercorre tra educazione motoria, fisica e sportiva, gioco e sport e
gli aspetti culturali tipici del mondo occidentale, per cui, come
afferma Huizinga, il concetto di gioco "si fa coestensivo a quello
di cultura in tutte le sue forme possibili."
Fondamentale il concetto di continuità delle attività motorie in
tutto il curricolo scolastico.
L'educazione motoria è quella parte dell'educazione fisica che, nel
nostro ordinamento, attiene gli insegnamenti della scuola elementare;
altrettanto correttamente potrebbe dirsi che l'educazione fisica è
quella parte che, nel nostro ordinamento, attiene gli insegnamenti delle
classi successive alla scuola elementare.
La prevalenza dell'educazione fisica, d'altro canto, non può portare
all'azzeramento dell'interesse della scuola per il fenomeno sportivo, da
intendersi comprensivo della dimensione più strettamente agonistica,
bensì deve mirare alla costruzione di attività sportive scolastiche
che siano integralmente attività di sviluppo e maturazione del giovane
atleta, mantengano forti matrici culturali, consentano la necessaria
formazione di base e quella continua per mezzo del movimento; in
sintesi, che siano parte integrante del progetto complessivo di crescita
dello studente.
La riflessione critica in atto da tempo all'interno e all'esterno delle
Istituzioni Scolastiche ha portato ad individuare una serie di
necessità impellenti da risolvere. Le più urgenti sono quelle cui si
volge il programma Perseus:
- l'elaborazione di attività di educazione motoria e fisica congrue
con un campo d'azione che riguarda la crescita, lo sviluppo e il
mantenimento delle funzioni motorie in un rapporto interattivo con lo
sviluppo delle capacità cognitive ed emotive, il gioco, la relazione
con le altre discipline fondamentali del curricolo.
- l'organizzazione di uno sport scolastico educativo che sostituisca
l'attuale dimensione dello sport fatto a scuola, che si caratterizza per
la rigidità dei ritmi e dei tempi di attuazione delle iniziative e per
l'esasperato tecnicismo. Uno sport educativo può essere agonistico ma
non deve vedere la prestazione sportiva come uno scopo a sé, non cedere
alle estremizzazioni dettate dal profitto e dal commercio, ma offrire
una opportunità educativa perché ognuno impari ad esercitare la
propria efficacia sull'ambiente attraverso la padronanza della propria
motricità e una sempre migliore conoscenza di sé.
L'esasperazione e le patologie dello sport vanificano alcuni dei suoi
elementi costitutivi fondamentali e valorizzano l'anomia, la cultura
di una sorta di legge della giungla, proponendo l'esempio della
sopraffazione, della prepotenza e della strumentalizzazione, (se non
dell'inganno) , dove la sconfitta è colpa intollerabile e la vittoria
imperativo assoluto, da conseguire veramente a tutti i costi; dove il
corpo può diventare mero strumento, laboratorio clandestino per il
doping.
Questa tipologia di pratica sportiva smette di essere una esperienza di
libertà e creatività e diventa un'ossessione, con la quale la scuola,
senza cedimenti, deve fare i conti, opponendosi con fermezza alle
richieste provenienti dall'esterno di un allenamento sportivo e del
avviamento allo sport precoci o anticipatori.
Nel suo complesso l'educazione motoria, fisica e sportiva supportata dal
programma Perseus ha come suo primo referente il corpo ed "il
corpo, "insegna Raffaele Laporta", è il tramite della
trasformazione e della fruizione del mondo [...]; ciò che nel mondo
esiste di umano non può essere spiegato, utilizzato, compreso, goduto
al di fuori di un intervento corporeo. Dal pane alla musica, dal veicolo
al poema o al testo scientifico [...] il corpo [...] è il ministro
della produzione e della fruizione".
L'attività sportiva scolastica è idonea ad affermare valori e principi
universali, che non attengono cioè esclusivamente al mondo sportivo, e
può rappresentare uno strumento capace di restituire allo sport la
funzione pedagogica che la società gli riconosce da sempre.
L'educazione motoria, fisica e sportiva tende a dare agli allievi il
potere di agire secondo la propria volontà nei limiti delle regole
definite e liberamente accettate.
Una libertà del genere, vissuta nella nostra organizzazione culturale e
sportiva contribuisce alla valorizzazione dei diritti di cittadinanza ed
all'acquisizione di competenze sociali di particolare rilevanza.
Le attività motorie di gioco, educazione motoria, educazione fisica e
sport scolastico saranno organizzate come attività democratiche, dove
tutti gli attori hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri.
La proposta che segue mira all'uguaglianza delle opportunità, alla
possibilità di integrazione e all'attuazione della solidarietà, a
contribuire ad un adeguamento del nostro sistema educativo nella lotta
contro la dispersione ed alla riduzione delle diseguaglianze sociali e
culturali, poiché nei vari livelli della pratica sportiva scolastica lo
studente, oltre a partecipare ad un momento di cultura sportiva di
qualità, può elaborare un proprio progetto personale, che gli consente
di vivere in armonia con se stesso e con gli altri.
2 - La lotta contro la dispersione scolastica e la formazione
strumenti contro la criminalità organizzata
E' ormai risaputo che l'investimento nell'istruzione può ridurre il
conflitto esistente tra valori presenti nella società e mezzi offerti
per raggiungerli, e con ciò contenere le tendenze a carattere
trasgressivo-penale ed il successo della criminalità organizzata nel
reclutamento di manovalanza tra i giovani. Nel programma Perseus molte
iniziative sono anche disegnate come impegno pubblico complementare alla
stessa spesa tradizionale per la giustizia e la sicurezza.
Sono previsti interventi che indirettamente ma efficacemente si volgono
contro la dispersione scolastica ed altri che più in generale
rispondono all'esigenza di offrire modalità diversificate e di nuova
opportunità agli studenti, che non hanno né le conoscenze né le
competenze per trarre il massimo del profitto dalle ordinarie
opportunità di socializzazione offerte dal territorio.
Si tratta di studenti svantaggiati dal punto di vista socio - culturale
con molteplici difficoltà di inserimento, cui è necessario offrire un
percorso particolarmente qualificato, ma in cui la padronanza del
linguaggio verbale e scritto non costituisce presupposto discriminante.
Ne deriva un ampio ventaglio di risposte che si ispirano, tra l'altro,
al Libro Bianco "Insegnare e apprendere: verso la società
conoscitiva", con gli adattamenti suggeriti:
- dalle peculiarità delle situazioni personali e sociali di alcuni
studenti provenienti da particolari zone in ritardo di sviluppo, dove
particolarmente forte è l'influenza della criminalità organizzata;
- dal locale contesto socio - economico e politico;
I giovani studenti provenienti da zone ad alto tasso di criminalità
faticano a raggiungere il livello di sapere e saper fare previsto alla
fine dell'obbligo, abbandonano presto la scuola e, seppure raggiungono
la scuola secondaria superiore, non riescono a raggiungere il termine
degli studi e men che meno ad inserirsi nel mondo del lavoro. Da adulti
rischiano di insabbiarsi nell'emarginazione e nell'esclusione, quando
non addirittura di alimentare le leve della criminalità organizzata.
Indagini hanno appurato che tali situazioni sono spesso legate ad una
serie di esperienze negative nelle strutture dell'istruzione. Si tratta
di eliminare, per quanto possibile, fin dalla scuola dell'obbligo, la
fatalità di tali frustranti esperienze, di interrompere un circolo
vizioso che difficilmente sarà eliminabile nell'arco della vita attiva
e di avviare un circolo "virtuoso" di reinserimento integrato,
cui collegarsi per ulteriori interventi di sostegno e recupero .
Specifici sottoprogrammi (Mycenae) si concentreranno in zone segnate da
un complesso di fattori socioeconomici sfavorevoli e risorse saranno
allocate con priorità in zone note per l'alto tasso di criminalità
organizzata.
Una delle caratteristiche del complesso delle iniziative fa perno sulla
localizzazione decentrata degli istituti scolastici nell'ambiente
abituale dei giovani, e, insieme alla possibilità che ha la scuola
opportunamente sostenuta e attrezzata, di esercitare un notevole potere
di attrazione.
Il centro scolastico si volge con esse a rappresentare una plausibile
opportunità di scelta di vita alternativa ed a sviluppare un senso di
appartenenza tra gli studenti che lo frequentano.
3 - Scelte Organizzative e efficienza di spesa.
Per le scelte organizzative si è deciso di seguire le collaudate
procedure dei vecchi programmi di intervento valorizzando le
opportunità messe a disposizione dalla scuola dell'autonomia.
E' facilmente prevedibile che la nuova struttura del Ministero della
Pubblica Istruzione e l'assistenza tecnica che sarà in grado di fornire
assicurerà un miglioramento dell'attuale tasso di esecuzione e di
spesa.
Si segnala l'alto numero di studenti raggiungibile con il programma.
4 - Integrazione delle iniziative.
Il presente programma parte dalla constatazione dell'affermazione
nella cultura contemporanea dei nuovi significati di corporeità, di
movimento e di sport e dalla constatazione della crescente richiesta di
attività motoria e di pratica sportiva. L'educazione motoria è
inquadrata nell'ambito di una educazione finalizzata anche alla presa di
coscienza del valore del corpo inteso come espressione della
personalità e come condizione relazionale, comunicativa, espressiva,
operativa.
Dovranno essere particolarmente valorizzate le interconnessioni tra i
campi di esperienza educativa indicati negli orientamenti della scuola
materna, le diverse discipline, le diverse 'educazioni'.
L'educazione motoria, fisica e sportiva, nel quadro della nuova
istruzione da produrre nella riforma del riordino dei cicli deve
soddisfare l'esigenza , su cui oggi tutti convengono, di abituare ad un
apprendimento che dovrà durare durante tutto l'arco della vita attiva e
comprendere l'acquisizione di abiti comportamentali radicati sulle
attività motorie con intersezioni e sinergie con l'educazione alla
salute, l'educazione ambientale, l'educazione alla legalità e tutte le
altre educazioni.
Se la proposta del riordino dei cicli ritiene decisivo che la scuola
individui forme originali di ampliamento dell'offerta formativa, il
programma Perseus consente di seguire e realizzare un ampliamento
notevole delle opportunità di applicazione delle conoscenze e delle
abilità che gli allievi hanno acquistato.
Per questa sintesi tra sapere e vita è propedeutica la sintesi tra
educazione fisica ed altre discipline, tra educazione fisica ed
educazioni varie, tra tradizione e novità. E' l'interdisciplinarità
che rende possibile le più opportune sinergie tra i vari ambiti
disciplinari sul piano dei contenuti e del metodo come possibilità di
approcci diversi ad un problema.
Dal confronto di più discipline che convergono nei metodi e negli
oggetti emergerà sia la scoperta delle affinità culturali esistenti,
sia un approccio coerente alla concretezza dei vissuti e alla loro
gestione pratico - operativa.
Un grande contributo l'educazione motoria, fisica e sportiva potrà dare
se opportunamente integrata negli snodi interdisciplinari
dell'educazione.
L'educazione alla salute è più efficace se perseguita in maniera
attiva e ludica, magari utilizzando le tecniche e i giochi collegati
alla motricità .
L'educazione alla legalità trova una radice ovvia nel problema del
rispetto delle regole del gioco. Il collegamento tra posizione delle
norme, il loro rispetto o la trasgressione e la possibilità di
continuare a giocare o a fare sport non abbisogna di particolare
spiegazione.
Anche gli snodi interdisciplinari dell'educazione alla pace ed alla non
violenza, postulano un mutamento delle relazioni interpersonali
(conoscenza, fiducia, comunicazione, cooperazione...) e dei rapporti
sociali (gli ambienti di vita, l'uso delle cose, l'armonia con
l'ambiente) per cui l'educazione motoria, fisica e sportiva acquista una
nuova valenza educativa.
Tra le nuove impostazioni maturate sull'orientamento, emerge la
necessità condivisa un po' da tutti di uscire dalla logica frammentata
dei pacchetti che contengono modelli generalissimi, e come tali
scarsamente utili.
L'orientamento non deve essere considerato l'orientamento cosa
aggiuntiva, complementare, di mero studio, ma componente strutturale del
curricolo nella sua continuità.
Si è ormai consapevoli che l'orientamento deve essere formativo,
diacronico, ordito della continuità del curricolo, centrato sulle
esigenze dello studente, inquadrato nella prospettiva del sistema
integrato scuola formazione professionale - lavoro. L'obiettivo da
perseguire con il riordino dei cicli è la costruzione di un
orientamento ad itinerari personalizzati di formazione, che siano
plausibili ed abbiano speranza di successo.
Punto fermo di Perseus è che l'orientamento non deve risolversi in una
mera diagnosi psico-attitudinale o esaurirsi nella diffusione di
informazioni sulle prospettive professionali, deve invece entrare nel
curricolo e manifestarsi per quello che è: una componente strutturale
dei processi formativi sia nella scuola che nell'università.
Una siffatta concezione postula certamente come irrinunciabile momento
di partenza un recupero equilibrato della propria identità corporea e
della conseguente identità psicologica che solo l'educazione motoria,
fisica e sportiva può consentire.
Con Perseus si mira ad ottenere un coordinamento tra le
istituzioni preposte, che porti ad unità di strategia gli interventi
dell'educazione motoria, fisica e sportiva ed a ricomporre le politiche
pubbliche nel settore valorizzando forme associative e consortili tra i
diversi soggetti e sostenendone lo sviluppo attraverso adeguati
incentivi.
Una insufficiente coerenza del rapporto strumenti/processi/obiettivi
potrebbe rendere estremamente difficile l'acquisizione di quei livelli
qualitativi ai quali punta il rinnovamento in atto.
La disponibilità di attrezzature sportive autonome, adeguate e
coerenti, assume infatti una rilevanza decisiva ai fini dell'effettivo
conseguimento degli obiettivi formativi posti, specie in zone deprivate,
poiché attualmente le attrezzature esistenti sono commisurate alla
natura scolastica dell'offerta o disponibili solo per una stretta
finalizzazione all'addestramento, al precoce avviamento allo sport, alla
ricerca del piccolo campione.
5 - Modularità
Il programma Perseus è stato disegnato con una impostazione unitaria,
ma è articolato modularmente.
Per ogni sottoprogramma è previsto un moltiplicatore che dà conto del
numero delle edizioni necessarie per la realizzazione ottimale che è
diversa nel triennio.
6 - Obiettivi di spesa
I fondi del progetto Perseus possono essere utilizzati per tutte le
spese necessarie all'attuazione ed in particolare per:
- Spese per il funzionamento e l'adattamento di palestre e impianti,
l'acquisto di attrezzature ginnico - sportive; attività di promozione
dell'educazione fisica e motoria, dei linguaggi e delle espressività
del corpo, del gioco;, attività e manifestazioni sportive scolastiche
in Italia e all'estero; consulenze, ricerche sul ruolo dell'educazione
fisica nello sviluppo dello studente e nelle problematiche giovanili ,
aggiornamento di docenti e consulenti di educazione fisica nella scuola
materna ed elementare; mostre, convegni, viaggi didattici.
Le economie ottenute su un sottoprogramma possono essere destinate ad
implementare i bilanci di altri sottoprogrammi.
Analisi dei diversi sottoprogrammi
1) Sottoprogramma Hermes
(Consulenza nella scuola materna ed elementare)
- Inquadramento del sottoprogramma
Per una molteplicità di ragioni nella scuola materna ed elementare non
si è dato ancora il giusto risalto al linguaggio corporeo. Eppure
"nell'interazione con il mondo circostante, ciascun bambino
comunica attivando una molteplicità di linguaggi, verbali e non
verbali. Tra i linguaggi non verbali, i linguaggi del corpo,
rappresentano una costante presenza comunicativa, a volte prevalente, a
volte complementare di altre forme di linguaggio."1
Se è giusto affermare che la scuola deve affrontare le problematiche
del linguaggio del corpo, la disciplina maggiormente (ma non da sola)
deputata diventa proprio l'educazione motoria, fisica e sportiva.
Non è più possibile, pertanto, nell'educazione motoria continuare a
porre l'accento sull'arte del gareggiare e sulla competizione, (almeno
dal 1969 non è nemmeno più formalmente consentito dai programmi
ministeriali) e a sottovalutare i linguaggi motori.
Il linguaggio è un sistema di segni e i gesti, gli atteggiamenti, le
mimiche del corpo, che noi generalmente usiamo nelle relazioni sociali e
interpersonali, si organizzano in modo da significare qualcosa
per gli altri, sono appunto "linguaggio".
Il primo linguaggio è quello corporeo, poiché la prima manifestazione
del bambino è data dal movimento, un movimento che segnala i bisogni di
chi dipende totalmente dagli altri, ma anche emozioni. Mentre l'ambiente
induce sentimenti, emozioni, esperienze interpersonali il primo
linguaggio, quello corporeo, affina le sue capacità di esprimere e
comunicare, costruendo una serie di gesti che sono non solo significanti
ma già espressione di una personalità.
E' evidente che solo attraverso la motricità e l'espressione corporea
il bambino manifesta la qualità dei suoi rapporti con l'ambiente e che
il linguaggio della motricità e dell'espressione corporea, prima innato
e spontaneo, si evolve sino ad acquisire consapevolezza degli effetti
che produrrà sugli altri.
Si tratta del primo approfondimento importante del processo di
simbolizzazione.
Un equilibrio nel padroneggiamento e nello sviluppo e arricchimento di
questi elementi del linguaggio corporeo si può facilmente ottenere
attraverso una corretta educazione fisica o motoria, che abbia
consapevolezza che tutti gli elementi del linguaggio corporeo e
gestuale, (anche la tanto sottovalutata mimica) costituiscono oggetto
dei propri obiettivi educativi.
Anche i più avveduti insegnanti della scuola materna, che hanno sempre
insegnato educazione motoria, recentemente hanno purtroppo registrato la
tendenza a trascurare di utilizzare, insegnare e migliorare il
linguaggio del corpo per impegnarsi nell'insegnamento precoce della
lettura, per il quale c'è un'errata ma forte richiesta da parte delle
famiglie, ignare delle reali esigenze del bambino nella varie fasi dello
sviluppo.
Chi insegna nella scuola materna o elementare e non riconosce
l'importanza fondamentale di un corretto insegnamento dell'educazione
motoria trascura invece l'importanza decisiva che hanno le attività
motorie in relazione allo sviluppo dell'apprendimento in generale.
Per questo l'inserimento nei Circoli Didattici di un consulente
Educazione Motoria, Fisica e Sportiva mira a sostenere il coordinamento
didattico, a fornire l'assistenza organizzativa alla programmazione
delle attività ludiche e sportive, oltre che curriculari e a costituire
un sostegno alla formazione degli insegnanti.
Compito preminente del consulente sarà quello di studiare e di
realizzare con le insegnanti sul piano programmatico - didattico le
interconnessioni tra i campi di esperienza educativa indicati negli
orientamenti della scuola materna.
A partire cioè dal campo d'esperienza 'il corpo e il movimento', il
consulente dovrà favorire e realizzare collegamenti con gli altri
campi di esperienza: i discorsi e le parole, lo spazio, l'ordine, la
misura, le cose, il tempo e la natura, messaggi, forme e media, il sé e
l'altro.
Tanto più ricca sarà l'efficacia didattico - professionale del
consulente, tanto più verrà accettata e sviluppata l'esperienza di
Hermes. E' evidente, data la complessità dei compiti che dovrà
svolgere in qualità di esperto non soltanto dell'area motoria ma di
tutti gli altri ambiti, che egli debba possedere capacità professionali
e culturali indiscutibili.
Sinora le proposte delle federazioni e di altri enti si sono limitate
alla trattazione del solo campo di esperienza 'il corpo e il movimento'
e nella maggioranza dei casi hanno prodotto disinteresse culturale nei
docenti e non hanno modificato minimamente la loro diffidenza
progettuale nei confronti delle attività motorie.
L'inserimento nei Circoli Didattici del consulente si caratterizzerà
per compiti di collaborazione programmatica e progettuale, interventi in
campo motorio e successivamente di collegamento fra quest'ultimo e gli
altri linguaggi e le diverse Educazioni presenti nei programmi della
Scuola Elementare.
Anche per la Scuola Elementare il Consulente dovrà necessariamente
possedere competenze e capacità culturali e professionali, che gli
consentano di realizzare nella prassi la "continuità didattico -
educativa".
L'intervento nella scuola elementare deve mettere in risalto la
centralità delle finalità formative, sociali, espressive e di
autorealizzazione derivanti dall'integrazione dell'educazione motoria
con le altre educazioni.
Necessariamente saranno "decentrate e svalutate" le finalità
collegate esclusivamente all'autoaffermazione e al successo, che sono
state impropriamente suggerite e sollecitate in tante proposte di
Organismi ed Enti esterni alla scuola.
Articolazione del sottoprogramma
Il sottoprogramma Hermes intende costituire una palestra di
esperienze che consenta di:
- rispondere al grande bisogno di movimento dei bambini;
- promuovere un'azione educativa e culturale della pratica motoria
perché diventi abitudine di vita;
- riscoprire il valore educativo del gioco nei suoi aspetti, motorio,
socializzante e comportamentale;
- favorire l'integrazione dell'educazione motoria nell'ambito del
curricolo didattico, considerando il movimento al pari di altri
linguaggi, totalmente integrato nel processo di maturazione
dell'autonomia personale;
- fornire ai bambini momenti di confronto con coetanei per favorire lo
sviluppo di un corretto concetto di competizione, definendone
l'importanza in un ambito educativo e limitandone, nello stesso tempo,
le degenerazioni che purtroppo caratterizzano molte manifestazioni
sportive a livello giovanile.
La consulenza mirerà prioritariamente allo sviluppo degli obiettivi
proposti nei vigenti Programmi Ministeriali:
Percezione, conoscenza e coscienza del corpo;
Coordinazione oculo-manuale e segmentaria;
Organizzazione spazio-temporale;
Coordinazione dinamica generale.
Il consulente presenterà adeguata programmazione secondo le seguenti
indicazioni:
- educazione ludico-motoria curricolare con formule
organizzativo-gestionali definite dagli oo.cc. scolastici a seconda dei
bisogni educativi delle classi (su modelli individuati da apposita
direttiva) col compito di programmare-realizzare e verificare, anche in
forma ricorrente:
1) l'organizzazione della pratica dell'educazione;
2) l'insegnamento degli apprendimenti disciplinari mediante
l'educazione motoria in forma diretta o in copresenza cogli altri
docenti;
3) l'attuazione dell'educazione ludica e ludico - sportiva
anche per gruppi misti di classi parallele abbinate (in forma
diretta o in contemporaneità, su un progetto di laboratori che
coinvolga a rotazione nell'arco dell'anno scolastico tutti gli alunni
delle classi
interessate).
In particolare, con un coerente processo didattico - educativo Hermes
consentirà di raggiungere:
· l'acquisizione della "grammatica" del linguaggio del corpo;
· l'arricchimento della capacità di comunicare attraverso il
linguaggio del corpo, ampliando l'espressività degli alunni;
· lo sviluppo dei prerequisiti necessari agli apprendimenti scolastici;
· l'integrazione con gli obiettivi trasversali del curricolo.
Le attività proposte terranno conto delle differenti caratteristiche
di sviluppo e maturazione dell'alunno della scuola materna e primaria e
mireranno pertanto allo sviluppo delle capacità di percezione, analisi
e selezione delle informazioni e alla promozione delle capacità
coordinative deputate alla scelta del movimento, alla sua direzione e al
relativo controllo.
Gli aspetti metodologici si presentano di fondamentale importanza in
relazione allo sviluppo del bambino come persona e alla riscoperta del
suo corpo sotto l'aspetto ludico-motorio.
Ogni intervento richiederà una continua collaborazione e
integrazione tra il Consulente di Educazione Motoria e i Docenti di
classe attraverso incontri che favoriscano gradualmente la costruzione
di un linguaggio comune e che si traducano a livello operativo
Sono previste verifiche del progetto sia in itinere, sia al termine
dell'anno scolastico.
I Consulenti di Educazione Motoria sono :
Docenti di Educazione Fisica con particolare professionalità ed
esperienze o formati attraverso appositi corsi;
Diplomati l.S.E.F. con esperienze o interesse per la scuola elementare,
che abbiano svolto un anno di tirocinio volontario sotto il
coordinamento di un consulente, secondo procedure da definirsi.
Il ruolo del consulente
La possibilità per i docenti di educazione fisica di lavorare come
consulenti presso le scuole elementari è presente nella normativa già
da prima degli anni novanta, ma per lungo tempo è stata presa in esame
solo da parte di poche persone per la difficoltà di definire le
competenze del ruolo e le modalità normative per richiedere
l'attuazione dell'esperienza.
In esperienze pregresse i compiti del consulente erano stati così
definiti:
"...può intervenire per:
- Programmare con insegnanti della scuola elementare con riferimento
ai programmi ministeriali e ai Giochi della gioventù annuali;
- Affiancarsi per brevi periodi alla maestra lavorando con lei
sull'osservazione e la verifica dei gruppi classe;
- Organizzare all'interno dei circoli o dei plessi elementari
incontri a carattere ludico - sportivo tra le classi;
- Tenere rapporti con enti sportivi esterni;
- Rientrare in un progetto di collegamento con la scuola elementare
e media in funzione di una continuità sia di tipo metodologico che
contenutistico.
Le indicazioni date dai coordinatori del progetto ai colleghi che si
inserivano nelle scuole sono state le seguenti:
- essere attenti al lavoro effettuato finora dai docenti elementari,
comprenderlo e inserirsi nel rispetto delle reciproche competenze
ponendosi in un'ottica di ascolto dei reali bisogni;
- prendendo come spunto la proposta tecnica dei giochi rivedere
insieme la programmazione annuale delle classi, in modo tale che
l'attività non fosse momento a sé ma integrata nella didattica
annuale;
- lavorare insieme in palestra aiutando i colleghi a superare i
timori relativi al' farsi male", impostando le lezioni secondo
principi di sicurezza e di assistenza preventiva;
- promuovere momenti comuni di confronto tra docenti
dell'interclasse, incontri ludico - sportivi tra i ragazzi sia di
uno stesso plesso che di plessi diversi.
Le modalità di operatività del consulente saranno regolate più
specificamente da un provvedimento concordato tra Ispettorato educazione
Fisica e Sportiva, Direzione Generale Istruzione Elementare e servizio
per la scuola materna.
L'attività del consulente è regolata da un contratto d'opera che si
riferisce a 6 ore a settimana L. 600.000 lordi x 9 mesi = (compreso il
mese di luglio)
Costo unitario: L. 10.800.000 -£. 1.200.000 mensili (x 12 ore
settimanali) x 9 mesi
2) Sottoprogramma Danae
(Attività di promozione dell'educazione fisica e sportiva e
organizzazione dei giochi sportivi studenteschi )
- Inquadramento del sottoprogramma
Presupposto generale del sottoprogramma è l'opportunità di uscire
dall'impianto centralistico con uno sbocco in una struttura reticolare
di scuole dove interagiscono più soggetti che fanno
"comunità" ed attivano relazioni collaborative.
Una scuola aperta all'ambiente culturale, capace di leggere i bisogni
sociali di formazione e quelli specifici di adattamento della propria
utenza, un servizio aperto e interattivo al concorso di quei soggetti
che, in modo più o meno diretto, sono cointeressati all'educazione ed
alla formazione delle nuove generazioni.
L'enorme cambiamento di fronte a cui si trova la scuola presuppone anche
un cambiamento di cultura organizzativa e cioè il passaggio da una
situazione di garanzia a una situazione di progettualità, assunzione di
responsabilità e un'azione di coordinamento e di gestione della
collegialità, in grado di valorizzare le risorse professionali
ispirandosi a veri criteri di qualità.
La progettualità dovrà riguardare le attività di gioco, quelle di
educazione motoria, quelle di educazione sportiva.
La relazione tra sport e scuola è sempre stata conflittuale: il mondo
dello sport ha lamentato da un lato l'assenza di un piano moderno di
educazione motoria e sportiva nella scuola, dall'altro (e soprattutto)
l'indisponibilità sostanziale della scuola a cooperare alla selezione
dei talenti ed al precoce avviamento allo sport.
Da parte sua la scuola ha contestato sia il contenuto educativo di
questa posizione, sia la sua qualità/professionalità: ma l'alternativa
di un "progetto educativo" qualificato e moderno è rimasta,
sino ad ora, inattuabile, per la debolezza della riflessione degli
operatori, per l'arretratezza dei programmi, le condizioni di autentica
sottovalutazione dei docenti di educazione fisica, gli storici
pregiudizi contro le attività motorie e sportive che nella scuola
italiana sono state svalutate come componente culturale.
I Giochi della Gioventù ed i Campionati Studenteschi sono stati
l'espressione della contraddittoria dialettica di queste weltanschauung.
Il pensiero forte e mass-mediaticamente ben rappresentato e sostenuto
del mondo dello sport ha sostanzialmente convinto l'opinione pubblica
che la scuola fosse un problema, luogo del ritardo, vincolo allo
sviluppo e alla modernizzazione della pratica sportiva del Paese.
La forte determinazione del ministro Berlinguer al cambiamento e alla
modernizzazione dell'istituzione scolastica, anche attraverso
l'abbandono dell'autoreferenzialità e il collegamento con tutte le
agenzie formative della società ha condotto alla sigla del protocollo
d'intesa Ministero della Pubblica Istruzione - Coni.
Il protocollo mirava all'esternalizzazione, alla rinuncia a costruire
tutto "dentro" la scuola, ciò che nel privato si definisce outsourcing.
L'effetto di una mancanza di un progetto culturale e di governo ha
prodotto invece un effetto opposto, poiché scuole e docenti hanno avuto
l'impressione di un appalto dell'insegnamento dell'educazione fisica al
Coni e si sono arroccati in difesa.
Mentre in uno sforzo di interpretazione autentica del protocollo il
Ministero tentava un corretto rilancio dell'Intesa, cercando in sostanza
la ricostituzione delle condizioni ottimali per l'outsourcing (il
recupero del governo della intesa, la costruzione di una pluralità di
collaborazioni da offrire alle scuole, l'elaborazione di un progetto
culturale d'educazione e lo stimolo del partenariato col mondo dello
sport su basi culturali, il miglioramento dei rapporti con gli enti
locali trascurati nell'intesa) la questione doping, finalmente emersa
dai sussurri e dai mugugni, non solo demolisce la credibilità delle
istituzioni sportive nazionali e internazionali, ma mette in crisi nella
pubblica opinione stessa i due fondamenti della legittimità e dello
strisciante tentativo egemonico dello sport sulla scuola: la convinzione
che lo sport sia sempre e comunque salutare e quella che lo sport sia
sempre e comunque educativo.
Nello stesso tempo la tenuta organizzativa e finanziaria delle
istituzioni sportive collassa, la scuola si trova senza appoggi
finanziari per lo sport a scuola ma, in questa nuova situazione, si
trasforma agli occhi di operatori scolastici, di tifosi, sportivi e
cittadini, da problema in risorsa.
Il programma Perseus interviene in una prospettiva non facile da
percorrere, ma sufficientemente semplice nel tracciato e negli
obiettivi.
Il primo punto chiave sta certamente nella sperimentazione di
attività, programmi e curricoli di una cultura dell'educazione motoria
e sportiva come percorso di pratiche "adeguate alle esigenze di
crescita degli studenti".
Adeguato alle "esigenze di crescita degli studenti" non
significa però una scala graduata che porta dal gioco e dall'alfabetizzazione
motoria al coronamento ineluttabile della specializzazione disciplinare,
bensì una crescente multiformità dell'offerta, una progressiva
implementazione di opportunità tra le quali, adeguatamente monitorate,
anche quelle di sbocco agonistico.
Il presupposto fondamentale del sottoprogramma Danae sta nella
centralità della scuola in una proposta di educazione motoria e
sportiva integrata e condivisa con altre agenzie formative: centralità
e non autarchia, non autoreferenzialità. Solo così si può convivere e
collaborare nella logica dell'autonomia scolastica e dell'apertura alla
società e al territorio che sono i capisaldi della riforma.
Articolazione del sottoprogramma
La costituzione di una struttura reticolare di scuole dove
interagiscono più soggetti che fanno "comunità" ed attivano
relazioni collaborative, presupposto generale del sottoprogramma,
postula la creazione di una semplice rete di comunicazione telefonica,
via fax ed informatica tra tutte le scuole della provincia e l'ufficio
del coordinatore per l'educazione fisica e sportiva.
I coordinatori dovranno avere la disponibilità piena e responsabile di
una linea telefonica, di un telefax e di una postazione informatica per
l'accesso ad internet ed a intranet.
Ove per casi eccezionali gli uffici periferici non avessero già così
costituito l'ufficio del coordinatore per l'educazione fisica e sportiva
o non fossero in condizioni per ovviare all'inconveniente,
eccezionalmente dai fondi del presente sottoprogramma potrà essere
accantonato quanto necessario per la creazione della rete.
I - educazione motoria, educazione fisica, gioco (50%
dell'intero finanziamento del sottoprogramma)
L'educazione motoria e l'educazione fisica non possono assolutamente
essere confuse con attività sportive liberamente praticate da ragazzi e
ragazze in orario extra-scolastico e con le stesse attività sportive
scolastiche; in nessun caso questi ultimi impegni possono divenire
sostitutivi dell'esperienza scolastica medesima.
Nello sport competitivo praticato dai giovani nelle Società Sportive
prevalgono, come è giusto che sia, le dimensioni motoria (apprendimento
di abilità sportive), fisico-organica (sviluppo di capacità
condizionali), tecnico e tattiche (dello sport di squadra prescelto),
oltre alla evidente componente agonistica.
Tale impostazione non esclude significative proiezioni di ordine
educativo, morale e comportamentale, ma la prevalente attenzione al
risultato sportivo che presuppone comunque una formazione motoria di
base, colloca, a volte, in secondo ordine il processo di formazione
complessivo del giovane e condiziona la sua partecipazione ed incontro
con il gruppo dei pari.
Nello stesso tempo l'esperienza scolastica di educazione motoria e
fisica, mentre persegue fondamentali obiettivi di ordine motorio -
sportivo e fisico - organico e si lega fisiologicamente alle
opportunità del confronto agonistico in competizioni studentesche,
costituisce parte integrante del curricolo, componente educativa
ineliminabile, che si rapporta con le altre materie del curricolo
medesimo nella formazione di un cittadino partecipe e responsabile.
In particolare contribuisce a dare risalto agli aspetti conoscitivi,
comunicativo - relazionali e sociali, concorrendo in modo rilevante al
processo complessivo di formazione della persona.
Aiutare compagni in difficoltà, gestirsi autonomamente nell'attività
specifica, assumere un ruolo propositivo all'interno di un gruppo nel
rispetto di regole condivise, ricondurre l'esperienza complessiva a
specifici significati di ordine educativo, sociale e culturale, sono
solo alcuni dei processi attivati da ogni singolo ragazzo nella pratica
motoria e sportiva scolastica.
Risulta immediatamente percepibile, l'importanza di una stretta
correlazione tra le due esperienze motorio - sportive (nel rispetto di
ruolo e compiti di ognuno), in quanto complementari tra loro.
Col sottoprogramma Danae dovranno essere superati i pregiudizi
inveterati che hanno a lungo impedito una seria presa in considerazione
del gioco nell'educazione in generale e nell'educazione fisica in
particolare, mentre, prima che altrove, nell'educazione motoria il gioco
ha da tempo trovato spazi che, con Danae, devono essere amplificati e
valorizzati, tanto più che il gioco è giustamente ritenuto ormai dalla
maggioranza dei docenti la tappa obbligata che deve precedere la
proposta di attività di stretta educazione fisica e sportive.
Con i progetti di Danae dovranno essere superati anche alcuni
atteggiamenti pregiudiziali tuttora difficili da sradicare.
Il più grave è quello che fa ancora ritenere il gioco attività
tollerabile ma non necessaria, in qualche modo una "perdita di
tempo" utile tutt'al più a rilassare e far riposare gli studenti;
il gioco in quanto tale, invece, è necessario alla crescita dell'uomo
perché appartiene "alle motivazioni primarie" e non deve mai
connotarsi come lavoro travestito, perché travestire il lavoro da gioco
è una delle incongruenze didattiche e pedagogiche più pericolose.
Il gioco dei progetti di Danae dovrà essere interessante e formativo di
per sé, non per la sua valenza seduttiva che può favorire
strumentalmente l'insegnamento o il passaggio di valori etici e morali.
Secondo i programmi della scuola primaria " Compito dell'insegnante
sarà di programmare e suggerire i giochi più idonei al raggiungimento
degli obiettivi prefissati."
Con il programma Perseus ed il sottoprogramma Danae l'amministrazione
afferma oggi una "fiducia pedagogica nel valore del gioco, nella
sua importanza intrinseca per lo sviluppo del bambino, nella sua
utilità funzionale che affianca l'esperienza del reale, nella sua
ricchezza sul piano motorio, relazionale, cognitivo." 2
II - educazione sportiva e giochi sportivi studenteschi (50%
dell'intero finanziamento del sottoprogramma)
a) educazione sportiva
L'attività da proporre in questo ordine scolastico sarà
finalizzata da una parte all'incremento della promozione della pratica
sportiva, dall'altra alla definizione di nuovi ambiti di intervento e di
collegamento dell'educazione fisico - motoria con le altre educazioni.
Ci si riferisce in particolare alla centralità dell'educazione motoria
rispetto alle altre educazioni.
Non è pensabile, come finora è accaduto, che essa sia considerata e
realizzata come un segmento autonomo del processo formativo, avulso
dalla interazione che ha naturalmente e implicitamente con l'educazione
alla salute e con l'educazione all'ambiente.
Nell'ottica dell'offerta formativa e a partire dall'educazione fisico
- motoria si potranno realizzare "progetti strutturati di
rete" (così come avvenuto per l'autonomia) che affrontino
interdisciplinarmente le problematiche relative allo "star
bene" fisico e psicologico, propugnate dall'educazione alla salute
e alla "conoscenza e adattamento" all'ambiente, così come
ipotizzato dall'educazione ambientale.
In ogni provincia una quota va riservata ad un eventuale progetto che
sperimenti la continuità dell'educazione motoria dalla scuola materna
alla scuola media.
I progetti di rete su queste tematiche potranno essere finanziati sulla
base delle valutazioni formulate da un nucleo di esperti, che dovrà
vedere particolarmente impegnati il Provveditore agli Studi e il
coordinatore di educazione fisica.
Gli indirizzi generali di riferimento saranno stabiliti dal
Ministero, ma le singole scuole avranno la libertà di costruire propri
progetti, che saranno tanto più efficaci quanto più "creativi ed
innovativi"
Le susseguenti sperimentazioni avranno tempi di verifica certi e le
risultanze saranno pubblicizzate.
Anche gli interventi a favore delle pratica sportiva si baseranno su
progetti mirati, che verranno finanziati sulla base della loro efficacia
didattica e pedagogica.
Valgono per la scuola media superiore le proposizioni enunciate
per la scuola media inferiore.
Oltre all'attività sportiva vera e propria, che anche in questo caso
dovrà realizzarsi per progetti autonomi da parte delle scuole, dovranno
essere sperimentati progetti di collegamento tra le diverse educazioni.
Potranno inoltre essere accolte le eventuali proposte degli studenti,
che siano però fondate sulle loro reali e personali necessità, di
attivare altre forme di attività sportiva, non codificate e autogestite,
di tutte quelle attività cioè che possano essere svolte al di fuori di
qualsiasi indicazione proveniente da associazioni formalizzate
(regolamenti organizzativi federali, regole di gioco incluse nei
regolamenti tecnici etc.).
E' il caso di rammentare che l'attività sportiva autogestita e
autodiretta, ma sotto la guida ed il coordinamento del docente, secondo
recenti ricerche in campo psico-sociologico, svolge una forte funzione
affiliativa, in quanto accomuna negli interessi e nelle motivazioni
gruppi stabili dì individui, che si ritrovano assieme con l'intento
primario di divertirsi giocando, salvaguardando nel contempo la propria
salute ed il proprio equilibrio fisico.
Dagli eccessi dello sport competitivo continuano ad emergere motivi
di contestazione e di sospetto (ed è questo uno dei punti più
conflittuali del rapporto tra scuola e sport).
L'attuale periodo storico è caratterizzato dalla ricerca, da parte dei
docenti, di un equilibrio nell'attività didattica tra la proposizione
di contenuti tipici dell'educazione fisica e l'offerta di proposte di
pratica sportiva.
Come noto quest'ultima costituisce uno degli elementi fondamentali
dell'azione didattico educativo della scuola, ma proprio per questa sua
rilevanza formativa vanno ricercati e garantiti i principi pedagogici,
metodologici e biologici di riferimento, che devono essere tenuti
presenti nella progettazione di ogni intervento attuato sia
autonomamente dalla istituzione scolastica o suggerito e proposto da
altre agenzie esterne.
Nel sottoprogramma Danae alcuni principi fondamentali costituiscono le
direttrici che devono obbligatoriamente segnare sia l'attuazione di
Perseus, sia la strada progettuale del sistema scolastico con
riferimento allo sport educativo.
L'educazione sportiva deve essere rivolta al massimo coinvolgimento
possibile degli alunni. In questa ottica assumono grande rilevanza
pedagogica le attività scolastiche svolte dai singoli istituti, che
costituiscono l'unico strumento utile per la diffusione capillare della
pratica sportiva.
Si ribadisce la necessità di privilegiare i confronti fra le classi con
il coinvolgimento sistematico anche degli alunni portatori di handicap e
di studenti che hanno conseguito al di fuori della scuola un elevato
grado di competenze sportive, che non possono essere disperse in quanto
costituiscono un patrimonio di risorse umane e di esperienze che devono
essere messe a disposizione della comunità scolastica.
Le iniziative rivolte a tutti gli alunni devono diventare strumento
significativo di aggregazione sociale, nonché luogo privilegiato di
esperienze formative e consolidamento di civismo e solidarietà, contro
i pericoli dell'isolamento, dell'emarginazione sociale, delle devianze
giovanili ed a sostegno della lotta alla dispersione scolastica (C.M.
257).
Tutte le proposte da attuare finalizzate alla promozione sportiva
costituiscono parte fondamentale dei progetti di istituto. Gli
obiettivi didattico - educativi da perseguire e le procedure
metodologiche che devono essere impiegate contribuiscono a realizzare
interventi coerenti tra le "diverse educazioni" e soprattutto
a realizzare una dimensione di continuità tra tutta l'attività
scolastica superando la distinzione tra attività curriculare e
extracurriculare.
Le offerte di pratica sportiva devono tenere in debito conto i bisogni
formativi e le motivazioni degli studenti. Nella scuola dell'autonomia
assume grande rilevanza la capacità di ogni istituto di realizzare
progetti che prevedano contributi degli studenti in sintonia con le
esigenze dei docenti e di cogestire le iniziative da parte di tutte le
componenti scolastiche in alternativa alla "gestione
eterodiretta e prescrittiva" che ha caratterizzato nel recente
passato le collaborazioni con organismi esterni.
Lo sport è efficace e assume valenza educativa solo e quando considera
ogni allievo come una "totalità antropologica"
composta dall'ambito cognitivo, emotivo - relazionale, sociale e
motorio, da rispettare sempre. Per realizzare questa funzione deve fare
ricorso alla metodologia educativa, che si differenzia in toto
dalle metodologie utilizzate nell'allenamento sportivo e che
privilegiano il risultato e la prestazione .
I contributi e le collaborazioni tecniche e culturali di organismi
esterni alla scuola devono essere comunque coerenti con i principi e le
finalità che la scuola persegue e in ogni caso non si possono
sostituire alle progettualità, che ogni insegnante è tenuto a
realizzare sulla base, tra l'altro, delle conoscenze precise e
specifiche di ogni allievo.
Le offerte di pratica sportiva che ogni istituzione scolastica dovrà
proporre non possono non tener conto della componente agonistica
presente in ogni forma di confronto. L'agonismo rientra tra le
motivazioni primarie e, se opportunamente orientata dal docente, svolge
una funzione pedagogica fondamentale di "canalizzazione"
dell'aggressività.
L'esasperazione della componente agonistica va comunque bandita in
ambito scolastico perché da essa originano sempre successive devianze o
difficoltà di comportamento.
Le offerte e i progetti di collaborazione non possono essere
caratterizzati dalla episodicità ma devono rientrare negli interventi
sistematici e permanenti da realizzarsi durante il corso di almeno un
intero anno scolastico.
Lo sport educativo privilegia i processi di acquisizione delle abilità
da parte dell'allievo e ricusa le forme di allenamento centrate
esclusivamente sulla prestazione e sul conseguimento di risultati fini a
se stessi.
In questa prospettiva sembra accertato che un impianto verticistico
della attività sportiva scolastica non corrisponda più alle necessità
della scuola.
Questo non solo per la mancata congruità di fondo con i principi sopra
enunciati ma per l'attuale difficoltà di programmazione delle
attività, causata anche dalla limitata durata delle manifestazioni,
dall'aleatorietà della eliminazione diretta, dal gigantismo nelle
manifestazioni finali e da una serie di problemi tali da rendere sempre
più irraggiungibile qualsivoglia momento educativo.
Nel programma Perseus, sottoprogramma Danae, si stabiliscono sulla base
delle scelte didattiche dei propri esperti, quali e quante siano le
discipline sportive la cui conoscenza deve diventare realizzabile anche
all'interno del sistema dei crediti formativi e perché queste stesse
discipline concorrano nella loro globalità a garantire l'educazione
sportiva degli Studenti in tutto il loro percorso scolastico.
b) giochi sportivi studenteschi
Per rendere la scuola capace di una propria iniziativa e di una
collaborazione non subalterna è necessario onorare, con o senza il contributo
del Coni, impegni organizzativi da adattare alla dimensione educativa
perseguita ma non rinunciabili.
Una parte del sottoprogramma Danae risponde sul campo a questa
emergenza, per comprovare coerenza e credibilità, senza tuttavia
considerare la disputa dei giochi sportivi studenteschi qualcosa di
immutabile, un valore a sé o la gestione integralmente autarchica come
un modello di prospettiva.
Sarà quindi possibile nell'ambito del sottoprogramma Danae anche una
gestione diretta dei giochi sportivi studenteschi che porti
contestualmente :
-a garantire il diritto degli studenti ad avere una propria rassegna
sportiva nazionale,
-a stabilire che le manifestazioni per gli studenti si svolgano in
collaborazione con Enti Locali e le forze sportive ma in autonomia
educativa dalle agenzie esterne alla scuola.
Le pregresse attività hanno ricalcato i modelli federali, per cui
spesso lo sport scolastico ha ritrovato a competere gli stessi ragazzi
già sportivizzati fuori dall'ambiente scolastico.
Introducendo il meccanismo delle fasi successive era inevitabile la
selezione dei migliori con la conseguente esclusione di tutti gli altri.
Forse per questo il rapporto tra mondo sportivo e scolastico non ha mai
veramente funzionato.
I Giochi e i Campionati studenteschi si sono ridotti sempre più ad una
serie di appuntamenti agonistici, senza incidere profondamente e con
continuità sulla formazione sportiva degli studenti. Lo sforzo
organizzativo ed economico merita qualcosa di più dell'intento di non
far notare la mancanza di una vera educazione sportiva, quella di cui
gli studenti dovrebbero poter usufruire in una scuola moderna di una
società civile.
Con Danae una nuova struttura organizzativa dello sport scolastico si
profila.
L'attività sportiva scolastica è organizzata attraverso
l'associazionismo studentesco, che è parte dell'Associazionismo
culturale, ed è previsto dallo Statuto delle Studentesse e degli
Studenti. Ogni singolo Istituto può aderire alle discipline prescelte
dai suoi studenti .
La trasformazione in atto nella scuola dell'autonomia permetterà una
più facile costituzione delle "Associazioni Scolastiche"
(culturali e sportive) e potrà dare un contributo per lo stesso
cambiamento dell'intero sistema sportivo.
Dal laboratorio di Perseus, come accade negli altri Paesi Europei,
potrebbe costituirsi un sistema di avviamento allo sport basato
essenzialmente sull'iniziativa del mondo della scuola.
La strutturazione delle Associazioni Scolastiche darà l'opportunità a
molti giovani di iniziare "nella giusta età" quel processo di
alfabetizzazione motoria che permetterà in momenti successivi
apprendimenti più specifici di carattere sportivo, che li porterà
dentro quel positivo processo rappresentato dalla competizione
agonistica per il raggiungimento di risultati di prestigio.
Le discipline contemplate concorrono, ordinariamente nel rispetto delle
norme della Federazione Internazionale dello Sport Scolastico come
discipline di base, ai programmi ed ai progetti dell'educazione
sportiva scolastica. Per le discipline che non concorrono alle tre
rassegne locali, regionali, nazionali, in quanto non diffuse sull'intero
territorio nazionale, saranno stipulati appositi accordi e convenzioni
tra il Ministero dalla Pi e le stesse Federazioni.
Lo svolgimento delle manifestazioni sportive e delle varie gare sarà
elettivamente previsto in un determinato pomeriggio della settimana, da
dedicare alle varie attività dell'associazionismo scolastico, sia
sportivo, sia musicale sia culturale in genere.
Per l'organizzazione dell'attività sportiva scolastica esistono cinque
livelli di attività: di istituto (individuale o per classi); comunale -
distrettuale; provinciale; regionale; nazionale.
Ognuno dei livelli vedrà forme di promozione - retrocessione sulla
scorta dei risultati dell'anno precedente.
Con il programma Perseus si intende dar vita ad un sistema sportivo che
garantisca sia la preparazione sia la partecipazione allo sport in
maniera non episodica e per fare questo si prevedono modalità elastiche
che non ripetono pedissequamente le normative ufficiali dei vari sport.
In ogni ambito di responsabilità verranno stabiliti i criteri e le
modalità di partecipazione. I vincoli nazionali che saranno emanati con
regolamentazione apposita riguarderanno la garanzia dello studente di
prendere parte ad un vera rassegna sportiva e non ad un semplice
episodio agonistico.
Anche le disponibilità economiche dei responsabili organizzativi
saranno quindi determinate sulla scorta delle necessità provinciali,
regionali e nazionali.
In particolare il livello nazionale potrà veder attive due ipotesi :
a) fase conclusiva delle manifestazioni regionali (modello play
off) con quattro ammesse alla fase nazionale;
b) suddivisione in due (3) gironi da otto squadre; il campionato
nazionale studentesco inizia nel mese di novembre e termina entro il
mese di maggio. La scuola vincitrice di ogni girone si incontrerà nella
finale nazionale degli sport di squadra con l'altra;
c) tornei multilaterali per sport meno frequentati.
Nel rispetto delle regole dell'ISF uno studente potrà frequentare gli
allenamenti e le competizioni con un'altra scuola a condizione che il
proprio istituto non possa svolgere quello sport o che la propria scuola
non aderisca motivatamente alla disciplina stessa.
Le manifestazioni di istituto si svolgono per classi e hanno lo
scopo primario di allargare la partecipazione alla generalità degli
alunni. Le manifestazioni di Istituto durano l'intero anno scolastico,
pur non potendo superare un terzo delle ore complessive autorizzate .
Sport individuali.
Per le manifestazioni degli sport individuali vanno previste a livello
provinciale e regionale almeno sei giornate gara all'anno, al fine di
consentire una reale partecipazione degli studenti e per togliere l'occasionalità
dell'approccio sportivo. I calendari delle manifestazioni saranno
opportunamente predisposti sulla base delle adesioni. Si possono
ipotizzare anche manifestazioni interprovinciali sulla scorta della
caratteristiche orografiche delle province.
Sulla scorta delle manifestazioni provinciali e regionali si svolgeranno
le più opportune manifestazioni di carattere nazionale.
Per le giurie e gli arbitraggi verrà dato vita ad un sistema di
formazione di giudici ed arbitri tra gli studenti ed il personale della
scuola. Sulla base di un piano che inserisca anche questa forma di
collaborazione tra i crediti formativi e tra gli incentivi per i
docenti.
Anche la formazione degli studenti collaboratori avrà quindi garanzia
di finanziamento.
La nuova formula dello sport scolastico, per analogia con le simili
iniziative Europee, necessita che lo sport non sia più un'occasione
fortuita legata alle volontà di docenti e federazioni, ma divenga un
diritto di ogni studente.
L'educazione sportiva mira anche alla possibilità che gli studenti
decidano in piena autonomia se prendere parte o meno ai momenti
competitivi e che ad ognuno di essi venga garantita una buona conoscenza
sportiva.
Tra gli enti esterni alla scuola sono da interessare in primo luogo
il rinnovato Coni, poi gli Enti Locali ( Regioni, Province e Comuni
hanno già oggi notevoli capacità di collaborazione).
Vanno anche interessati gli Enti Statali che possono concorrere
all'educazione sportiva del cittadino (Forze armate, Polizia,
Carabinieri) inducendo anche una ricaduta positiva sul sistema di
protezione civile.
Le nuove norme sull'autonomia consentono tra l'altro, in termini di
collaborazione, anche nuove ed agili forme di sponsorizzazione.
Una organizzazione molto decentrata sul territorio consentirà di
assolvere a tutte le incombenze senza gigantismi e senza le
sovrastrutture che hanno appesantito l'attività fino ad oggi tanto
criticate, di aumentare il coinvolgimento degli interi istituti, di far
apprezzare agli studenti la propria scuola in quanto fornitore di un
servizio di qualità e di conseguenza di far apprezzare lo sforzo che lo
Stato compie di coinvolgere in modo diverso e determinante gli Enti
locali, che oggi sono quasi esclusi dal sistemo sportivo scolastico.
Lo stanziamento verrà distribuito tra tutti i Provveditorati agli
Studi, previo accantonamento nazionale per le fasi interregionali e
finali.
I finanziamenti verranno assegnati dal Provveditore agli Studi sulla
base delle valutazioni formulate dal Comitato Tecnico per il Perseus
all'uopo nominato e presieduto dal Provveditore o, su sua delega, dal
Coordinatore per l'educazione fisica e sportiva.
I componenti del Comitato Tecnico per il Perseus possono coincidere con
quelli del Nucleo di supporto all'autonomia qualora quest'ultimo preveda
la presenza del Coordinatore di educazione fisica e sportiva. Data la
novità dell'organizzazione e considerato il carattere sperimentale del
programma e l'opportunità di avviare col massimo di omogeneità e
coerenza le iniziative, i progetti prescelti saranno inviati
all'Ispettorato Educazione Fisica e Sportiva per la validazione tecnica.
Gli indirizzi generali di riferimento e i principi di valutazione
saranno stabiliti dal all'Ispettorato Educazione Fisica e Sportiva con
proprio provvedimento che conterrà, tra l'altro, i seguenti criteri:
· la coerenza didattica con le finalità formative della scuola;
· lo spessore didattico - metodologico dell'innovazione;
· l'articolazione del progetto in rete con altre scuole, soprattutto
con quelle di piccole dimensioni;
· il coinvolgimento di altri soggetti del territorio (Federazioni, enti
di promozioni, società, enti che hanno siglato intese col Ministero);
· la disponibilità e l'utilizzo di tecnologie didattiche multimediali.
Nell'esame e nel piano finanziario predisposti per i progetti complessi
si avrà cura di privilegiare quelle scuole che, pur in particolari
situazioni di debolezza istituzionale e/o socio-culturale del territorio
in cui operano, abbiano saputo comunque, da sole o in rete con altri
istituti, elaborare validi progetti.
Anche i progetti relativi ai giochi sportivi studenteschi, a parte le
finali 1999 che seguono ovviamente il regime pregresso, potranno essere
finanziati solo se conterranno elementi innovativi che esaltino la
valenza educativa dello sport agonistico. Le finali del 2000, lungi dal
costituire una occasione spettacolare limitata ad alcuni sport
maggiormente praticati, dovranno tendenzialmente consentire modalità di
confronto, anche per sport meno diffusi, magari limitata ad alcuni
territori o a tornei.
Tutti gli interventi a favore della pratica sportiva si baseranno
infatti su progetti mirati che saranno finanziati sulla base della loro
efficacia didattica e pedagogica, che prevedano procedure metodologico -
didattiche che si adattino in toto alle esigenze anche ludiche degli
alunni. E' prevista la realizzazione di "Progetti strutturati di
rete", così come avvenuto per l'autonomia.
Per l'ideazione dei soggetti, dei logotipi e dei prototipi per la
fornitura di coppe, targhe, medaglie, distintivi, magliette, gadget
ecc., si farà riferimento prioritario alla creatività studentesca.
Non saranno accettate sponsorizzazioni con contenuti pornografici,
violenti, contrari alla morale, all'educazione alimentare, provenienti
da industrie del tabacco, di liquori o apparentate e comunque ritenute
dall'Ispettorato Educazione Fisica e Sportiva lesive degli interessi
delle istituzioni scolastiche italiane.
Per il primo anno di attuazione il sottoprogramma Danae sarà
utilizzabile per finanziare in parte o in toto le finali dei giochi
sportivi studenteschi relative alle attività dell'a.s.1998-1999, che
sono state, sia pur con le limitazioni necessarie, una anticipazione
degli obiettivi del Perseus e che il Ministero si è determinato
politicamente ad assumere in gestione senza aumenti di bilancio all'uopo
destinati e comprimendo altre esigenze attinenti l'educazione fisica e
motoria, gestionali ed altre finalità parimenti opportune.
Costi
Costo totale: 18.760.000.000
3) Sottoprogramma Mycenae
( Attrezzature per l'educazione fisica e sportiva, ove possibile in
cofinanziamento con gli enti locali)
I progetti riguarderanno alcune diverse tipologie di attrezzature
ritenute utili per il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi
previsti, con particolare riferimento alle palestre ed alle esigenze di
uso del tempo libero maggiormente sentite.
Costo totale : L. 8.000.000.000
I due sottoprogrammi che seguono (Athena e Pegasus), sono parti
integranti di "Perseus" e saranno realizzati nel secondo e
terzo anno di applicazione del programma triennale
4) Sottoprogramma Athena
(formazione dei consulenti e dei docenti di educazione fisica tramite
pacchetti multimediali in autoformazione.)
Inquadramento del sottoprogramma
Appare evidente che la complessità operativa di Perseus postula
nuovi indirizzi nella formazione e nell'aggiornamento degli operatori ai
diversi livelli.
I contenuti dell'aggiornamento dovranno necessariamente affrontare la
preparazione professionale del consulente, la metodologia e la didattica
della attività sportiva, svincolata quest'ultima dai dettami e dagli
indirizzi derivanti dalle teorie dell'allenamento.
Si può tracciare una linea metodologico - didattica autonoma, efficace
ed interna al sistema scuola, attraverso la quale il docente può
realizzare la sua azione didattica senza la preoccupazione di dover
seguire la liturgia dell'allenamento tecnico.
Il nuovo regolamento sull'autonomia (art. 7) riconosce alle istituzioni
scolastiche la possibilità di determinare accordi, convezioni in rete
tra scuole, istituzioni, università, enti, agenzie specializzate
operanti sul territorio per il raggiungimento delle proprie finalità
didattiche di ricerca ed istituzionali.
La dimensione è quella della rete, che si caratterizza per la
flessibilità ed elasticità strutturale - organizzativa e pone la
scuola come nodo di relazioni interistituzionali.
Le professionalità necessarie sono nuove.
In questo quadro di riferimento l'integrazione fra soggetti e organismi
autonomi si può realizzare solo attraverso un sistema aperto
"reticolare e plurale".
Il concetto dì rete presuppone non il riferimento a semplici
collegamenti tra soggetti diversi, ma una configurazione organizzativa
centrata sulla valorizzazione delle relazioni significative, dove ogni
soggetto rappresenta un nodo importante ma non gerarchicamente
privilegiato, dove la relazionalità condivisa ed integrata diviene
elemento di servizio e co-agente della produttività, della qualità',
dell'efficienza ed efficacia del sistema stesso.
Tutto ciò dovrà essere rivolto ai docenti interessati ad assumere
nuove responsabilità.
Sotto il profilo organizzativo è necessario prestare attenzione alla
realtà di riferimento ed individuare rapporti significativi anche con
soggetti esterni all'organizzazione scolastica.
L'interistituzionalità deve essere intesa come rapporti tra autonomie,
concertazione interistituzionale, costruzione di collaborazioni
sinergiche, che nel rispetto e valorizzazione delle specificità
individuali/istituzionali si ispirino ad un principio di
corresponsabilità (protocolli d'intesa, gruppi di progetto, programma
con progettualità e decisionalità interistituzionali).
Progettare in rete per costruire percorsi di integrazione significa,
pertanto, assumere una mentalità fattoriale e combinatoria,
responsabilità e calcolo del rischio, abilità e competenze manageriali
per valutare la dimensione e l'equilibrio delle offerte fatte alla
scuola dalle agenzie esterne.
Con Athena si potranno porre premesse professionali e presupposti di
competenza per costruire legami atti ad annodare, nella trasparenza, la
negoziazione interattiva dei tanti soggetti co-protagonisti, tenendo
presente che attivare processi tendenti al miglioramento ed alla
qualità presuppone l'accettazione della sfida del contesto situazionale
come sistema aperto e complesso, dinamico ed interattivo. Riannodare il
reticolo funzionale di servizi ed iniziative rappresenta non solo la
linea di sfondo culturale ed istituzionale, ma l'ipotesi concreta dì
lavoro dentro cui si legittima un corretto sviluppo di rapporti.
Articolazione del sottoprogramma
L'attuazione prevede iniziative articolate di elaborazione dei
pacchetti formativi multimediali, un seminario settimanale di
validazione per ciascun prodotto multimediale ed una serie di seminari
brevi per la diffusione del pacchetto e l'analisi delle procedure di
somministrazione della scheda di valutazione.
Il sottoprogramma si compone dunque di tre fasi.
Nella prima gli istituti secondari individuati dall'Amministrazione
Centrale come poli di riferimento per l'aggiornamento elaborano, anche
con la collaborazione di agenzie esterne particolarmente qualificate:
- Pacchetti formativi multimediali, tendenzialmente in autoformazione
per aggiornamento a distanza sull'educazione motoria, fisica e sportiva,
la continuità del curricolo, le educazioni varie come snodi
interdisciplinari
- Una scheda contenente per ogni pacchetto gli indicatori di efficacia.
Nella seconda fase un gruppo di docenti esperti della materia, in un
corso appositamente realizzato, validano il pacchetto e le procedure di
valutazione della scheda, predisponendo i necessari aggiustamenti.
Nella terza fase si prevedono seminari brevi programmati per il maggior
numero di docenti interessati coinvolgibili (con priorità per i docenti
titolari). I docenti del gruppo di validazione potranno illustrare
proficuamente le caratteristiche del pacchetto. I seminari hanno lo
scopo di diffondere il pacchetto multimediale con riferimento ai
contenuti ed alle modalità di utilizzazione tecnologica e didattica.
L'elaborazione di moduli in autoformazione e la loro diffusione a
distanza è supportata da sistemi di verifica e consulenza.
5) Sottoprogramma Pegasus
( Ricerche sul ruolo dell'educazione fisica nello sviluppo dello
studente, collegate alle problematiche giovanili quali: disagio,
difficoltà relazionali, dispersione e orientamento)
Inquadramento del sottoprogramma
Il mondo dello sport e quello della scuola avvertono da anni la
necessità di ricercare e approfondire il senso dell'educazione motoria,
fisica e sportiva, anche nella prospettiva di stabilire una coerente
collaborazione attiva con organismi esterni.
Questa necessità permane anche nella realtà attuale.
I momenti di collaborazione si sono infatti costruiti su basi spesso
fragili, senza il supporto effettivo di una critica profonda della
situazione reale e sono mancate strategie globali e condivise, capaci di
attivare una trasformazione positiva.
La scuola non ritiene più di possedere "l'esclusiva" per
attuare qualsiasi intervento nel campo della formazione e si apre alla
collaborazione di agenzie esterne anche nel settore delle attività
motorie.
Il mondo dello sport se intende, d'altro canto, perseguire una strategia
di integrazione delle sue attività con quelle della scuola deve
approfondire la consapevolezza dei limiti dell'azione promozionale ed
educativa svolta sinora.
Come è stato rilevato "L'errore di fondo che sempre ha fatto il
CONI nei confronti della scuola è quello di essersi rivolto essa
proponendo attività segnate da una logica esterna, propria del mondo
sportivo".
La cultura della polisportività ristabilisce il giusto rapporto tra
studente e sport. Non dovrà più essere lo sport a scegliere studente
sulla base delle prestazioni che quest'ultimo può e potrà realizzare,
ma sarà lo studente a scegliere lo sport per il suo bisogno di crescere
in maniera più completa e gioiosa.
1
- A. Santini, Appunti e schede sintesi sul progetto "Sport a
Scuola", Corso di aggiornamento organizzato dal Comune di
Riccione, dal Comitasto Prov. UISP di Rimini per gli Insegnanti delle
Scuole Elementari del II e III Circolo, a.s. 1998/1999 (dattiloscritto),
3.
2 - G. Staccioli, Il gioco e il giocare,
Roma, cit.,18. .
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