D.I. 18 dicembre 1975
Norme tecniche aggiornate relative all'edilizia
scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica,
edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di
edilizia scolastica
Norme tecniche
1. Criteri generali
1.0. Introduzione.
1.0.1 In sede di formazione dei piani urbanistici dovrà procedersi alla
localizzazione e al dimensionamento delle scuole di ogni ordine e grado,
attenendosi ai criteri di cui ai seguenti punti e tenendo conto di tutti
gli elementi che confluiscono nel problema, e cioè
I) delle condizioni ecologiche ed urbanistiche;
II) delle caratteristiche di sviluppo demografico ed economico del
territorio esaminato, con riferimento al tipo ed agli effettivi
andamenti della popolazione residente;
III) della conseguente entità degli effettivi da scolarizzare, nonché
dei tipi e della quantità delle scuole;
IV) del livello delle attrezzature culturali;
V) della quantità e dello stato degli edifici esistenti;
VI) dei piani finanziari per attuare il programma, ai vari livelli;
VII) dei tempi di attuazione;
VIII) delle osservazioni e delle proposte formulate dal consiglio
scolastico provinciale e dai consigli scolastici distrettuali ove
costituiti.
Qualora le previsioni del piano urbanistico generale debbano essere
attuate mediante la successiva precisazione della delimitazione
dell'area, i criteri suddetti dovranno essere verificati in sede di
formazione dei piani di esecuzione (piani particolareggiati,
lottizzazioni convenzionate, ecc.).
Le previsioni dei piani regolatori vigenti o adottate dovranno essere
adeguate alle presenti norme e pertanto dovrà procedersi alle relative
verifiche. La stessa verifica dovrà essere effettuata per i programmi
di fabbricazione.
Per le opere da realizzare in comuni sprovvisti di piani urbanistici
l'ubicazione degli edifici sarà determinata tenendo conto delle
presenti norme.
1.0.2. Allo scopo di garantire, per qualunque tipo di scuola,
indipendentemente dalla localizzazione e dimensione, un massimo di
relazioni che permettano a tutti gli allievi, senza distinzione di
provenienza e di ceto, di istruirsi, nelle migliori condizioni
ambientali ed educative, ogni edificio scolastico va considerato parte
di un "continuum" educativo, inserito in un contesto
urbanistico e sociale, e non come entità autonoma.
Pertanto, gli edifici scolastici debbono essere previsti in stretta
relazione tra di loro e con altri centri di servizio, con essi
integrabili sia spazialmente che nell'uso, quali: servizi sportivi,
ricreativi, culturali, amministrativi, ecc.
Per quanto concerne l'interrelazione tra più scuole di uno stesso
ambito territoriale, si deve favorire lo stretto coordinamento tra i
servizi, le attività scolastiche e parascolastiche delle singole
scuole.
1.1. Localizzazione della scuola
1.1.1. Le destinazioni di zona e le localizzazioni relative all'edilizia
scolastica debbono discendere da uno studio morfologico preliminare
dell'ambiente (preesistenze urbane, storiche, naturali, risanamento e
completamento di centri urbani, nuove progettazioni urbane, ecc.), che
valuti le conseguenze determinate dalla scuola nel contesto in cui viene
inserita.
Nello stesso studio dovrà essere precisato in quali modi la scuola
favorisce lo scambio di relazioni sociali, assumendo, insieme con le
altre componenti della struttura urbana, il carattere di strumento
correttivo o inventivo della pianificazione urbanistica.
Si dovrà, inoltre, tenere conto:
I) del tipo di scuola, dell'età e del numero degli alunni destinati a
frequentarla;
II) del tempo massimo e del modo di percorrenza (a piedi, con veicoli,
motoveicoli, autoveicoli pubblici o privati, servizi di trasporto
scolastico, ecc.) tra la residenza degli alunni e la scuola e viceversa;
III) delle condizioni ambientali.
1.1.2. Per quanto riguarda i tempi e modi di percorrenza in relazione al
tipo di scuola e all'età degli alunni, va considerato quanto segue:
I) la scuola materna è strettamente collegata alla morfologia
residenziale e gli alunni non sono autonomi nella percorrenza dalla
residenza alla scuola e viceversa;
II) la scuola elementare si riferisce ad un ambito residenziale, che,
nella normalità dei casi, consente di raggiungerla a piedi; per gli
insediamenti sparsi, ove non sussistano condizioni di eccezionalità
(mancanza di strade adeguate, insufficienza di mezzi di trasporto,
condizioni climatiche stagionali avverse per lunghi periodi di tempo,
ecc.) gli alunni, per raggiungere la scuola, possono usufruire di mezzi
di trasporto scolastico o di mezzi pubblici o privati;
III) la scuola secondaria di primo grado (media), sia che si riferisca
allo stesso ambito residenziale della scuola elementare o, come talora
avviene, a zona più vasta, è frequentata da alunni più autonomi nel
percorrere la distanza residenza-scuola, e maggiormente adatti ad
usufruire di mezzi di trasporto;
IV) la scuola secondaria di secondo grado può essere raggiunta con
mezzi di trasporto scolastici o autonomi, pubblici o privati, e,
appartenendo ad un ambito territoriale, deve essere localizzata in modo
da permettere agli alunni, indipendentemente dalle loro condizioni
economiche e sociali, la più ampia scelta tra i vari tipi che la
differenziano; a tale scopo possono essere riunite in un unico centro
scolastico scuole di diverso tipo, con servizi ed attrezzature comuni,
e, nei casi espressamente previsti, con annessa residenza per allievi e
professori.
Quando la scuola è raggiungibile a piedi, il percorso casa-scuola deve
essere agevole ed effettuabile nelle condizioni di massima sicurezza e,
possibilmente, senza attraversamenti di linee di traffico (stradale,
tranviario, ferroviario, ecc.); quando gli alunni provengono da un più
vasto ambito territoriale, l'ubicazione deve essere tale da garantire,
nelle condizioni di massima sicurezza, un rapido collegamento tra la
scuola e il territorio servito: si deve, pertanto, tener conto della
vicinanza e della agevole raggiungibilità di nodi di traffico (stazioni
ferroviarie, di metropolitana, di autobus, svincoli autostradali, ecc.)
e di linee di comunicazione.
1.1.3. Le distanze ed i tempi di percorrenza massimi, in relazione ai
modi di percorrenza ed ai tipi di scuola, sono prescritti nella tabella
1.
Onde evitare un eccessivo frazionamento delle attrezzature scolastiche,
inopportuno sotto il profilo didattico ed economico, si ammette la
possibilità di deroga purché l'ente obbligato
istituzionalizzi e gestisca un servizio di trasporto gratuito per gli
alunni della scuola materna e della scuola dell'obbligo.
1.1.4. Per quanto riguarda le condizioni ambientali, la scuola dovrà
essere ubicata:
I) in località aperta, possibilmente alberata e ricca di verde, che
consenta il massimo soleggiamento o che sia, comunque, una delle
migliori in rapporto al luogo;
II) lontana da depositi e da scoli di materie di rifiuto, da acque
stagnanti, da strade di grande traffico, da strade ferrate e da
aeroporti con intenso traffico, da industrie rumorose e dalle quali
provengono esalazioni moleste e nocive, da cimiteri e da tutte quelle
attrezzature urbane che possono comunque arrecare danno o disagio alle
attività della scuola stessa;
III) in località non esposta a venti fastidiosi e non situata
sottovento a zone da cui possano provenire esalazioni o fumi nocivi o
sgradevoli.
1.2. Dimensioni della scuola
1.2.1. Premesso che la scuola deve disporre di un minimo di servizi e di
attrezzature affinché il processo educativo sia efficiente, la
dimensione ottimale di un edificio scolastico è in funzione:
I) di quanto detto nel punto 1.0.;
II) della necessità di assicurare che i raggruppamenti di alunni in
relazione all'età, al grado e al tipo di scuola frequentata risultino
socialmente educativi;
III) dei programmi che, per ogni tipo di scuola, determinano la
quantità e la qualità dei servizi e delle attrezzature necessarie;
IV) del grado di utilizzazione dei servizi e delle attrezzature, che
deve tendere ad essere massimo, compatibilmente con le esigenze di una
razionale organizzazione dei movimenti degli alunni;
V) della possibilità di disporre di locali utilizzabili anche per le
funzioni degli organi previsti dai decreti delegati, per l'educazione
permanente, per la sperimentazione didattica;
VI) all'opportunità, nella programmazione degli interventi, di porre
particolare attenzione nella scelta delle dimensioni dei vari tipi di
scuole, preferendo quelle che, a parità di altre condizioni, presentino
il più basso rapporto superficie/alunno.
Ciò, oltre a favorire la concentrazione, auspicabile anche in base a
criteri didattici e gestionali, tenderebbe all'eliminazione di fatto di
alcune dimensioni intermedie che non trovano molte giustificazioni di
tipo curricolare, organizzativo ed economico.
1.2.2. In applicazione alle considerazioni di cui al punto precedente,
le dimensioni minime e massime dell'edificio scolastico per ogni tipo di
scuola sono così indicate:
I) Scuola materna.
Tenuto conto dell'antieconomicità e dell'inopportunità degli edifici
di una o due sezioni, si deve evitare, per quanto possibile, di
realizzare edifici di dimensioni inferiori alle tre sezioni, assicurando
contemporaneamente, ove necessario, i trasporti di cui al punto 1.1.3.
Dal punto di vista didattico e logistico è opportuno prevedere, laddove
possibile, edifici contigui per scuole materne ed elementari.
La dimensione massima è fissata in nove sezioni.
II) Scuola elementare.
Con criteri analoghi a quelli indicati per la scuola materna la
dimensione minima è fissata in 5 classi e quella massima in 25 classi
III) Scuola media.
La dimensione minima è fissata in 6 classi e quella massima in 24
classi.
IV) Scuole secondarie superiori.
Tenuto conto:
- del limitato periodo di applicazione delle presenti norme;
- dell'imminente entrata in vigore della riforma della scuola
secondaria;
- della opportunità di concentrare istituti superiori di vario tipo in
centri polivalenti, la cui dimensione massima globale va relazionata
alle condizioni del traffico ed alle reti di trasporti pubblici inerenti
alle zone servite;
la dimensione minima è di 10 classi (250 alunni) e quella massima di 60
classi (1500 alunni).
2. Area
2.0. Caratteristiche generali.
2.0.1. Oltre avere tutti i requisiti generali, di cui ai capitoli
precedenti, l'area deve avere le seguenti caratteristiche specifiche:
I) deve essere generalmente di forma regolare e possibilmente
pianeggiante; qualora non siano disponibili suoli di tali
caratteristiche l'ampiezza minima di cui al punto 2.1.2. dovrà essere
congruamente aumentata;
II) non deve insistere su terreni umidi o soggetti a infiltrazioni o
ristagni e non deve ricadere in zone franose o potenzialmente tali;
inoltre le caratteristiche meccaniche devono essere tali da non esigere
fondazioni speciali che possano incidere eccessivamente sul costo totale
della costruzione;
III) quando non sia possibile reperire aree che presentino i requisiti e
le caratteristiche di cui al punto precedente II), la commissione
provinciale prevista dall'art. 10 della Legge 5 agosto 1975, n. 412,
prima di pronunciarsi, potrà richiedere che siano svolte le necessarie
indagini geologiche e geotecniche e che sia sentito, eventualmente, il
parere di esperti per la programmazione di necessarie opere di
consolidamento, sistemazione e fondazione, da attuare nel rispetto delle
istruzioni riportate nella circolare del Ministero dei lavori pubblici
n. 3797 del 6 novembre 1967;
IV) deve avere accessi sufficientemente comodi ed ampi muniti di tutte
le opere stradali che assicurino una perfetta viabilità V) deve
consentire l'arretramento dell'ingresso principale rispetto al filo
stradale in modo da offrire sufficiente sicurezza all'uscita degli
alunni;
VI) non deve avere accessi diretti da strade statali e provinciali
2.0.2. L'area non coperta dagli edifici deve essere congruamente
alberata, sistemata a verde, e attrezzata per consentire un permanente
svolgimento, anche all'aperto, delle attività educative e
ginnico-sportive; la sistemazione, prevista in sede di progetto, dovrà
essere tale da consentire una sua facile ed idonea manutenzione
2.0.3. Le caratteristiche di ampiezza dovranno risultare da appositi
atti istruttori in sede di approvazione dei piani urbanistici, mentre i
requisiti geotecnici potranno risultare in sede di approvazione dei
piani di esecuzione.
2.1. Ampiezza
2.1.1. L'ampiezza dell'area dovrà essere tale da garantire, per ogni
tipo di scuola ed in funzione dei programmi didattici:
I) la costruzione dell'edificio nel rispetto delle esigenze espresse
dalle presenti norme;
II) le successive trasformazioni ed ampliamenti dell'edificio che
dovessero rendersi necessarie al fine di adeguarlo ad ulteriori esigenze
di ordine didattico;
III) la realizzazione degli spazi all'aperto previsti nelle presenti
norme.
2.1.2. L'ampiezza minima, che ogni area deve avere, è prescritta nella
tabella 2, salvo che, qualora ricorrano eccezionali motivi, non sia
diversamente prescritto in sede di approvazione dei piani urbanistici.
2.1.3. L'area coperta dagli edifici non deve essere superiore alla terza
parte dell'area totale.
2.1.4. Il rapporto tra l'area dei parcheggi e il volume dell'edificio di
cui all'art. 18 della Legge 6 agosto 1967, n. 765, deve essere non
inferiore ad 1 m2 su ogni 20 m3 di costruzione.
Il volume complessivo della costruzione si determina sommando, al netto
delle murature i volumi delle aule normali e speciali (esclusi i
laboratori e gli uffici), dell'auditorio, della sala riunioni, della
biblioteca, della palestra e dell'alloggio del custode.
3. Norme relative all'opera
3.0. Caratteristiche dell'opera in generale.
3.0.1. Ogni progetto dovrà prevedere la realizzazione dell'edificio o
plesso scolastico, completo dell'indicazione di tutti gli impianti,
servizi e arredi, nonché della sistemazione dell'area.
3.0.2. In relazione al tipo di scuola e al numero di alunni e di servizi
e di classi, ed alle reciproche integrazioni, determinate in base ai
capitoli precedenti, i progetti dovranno prevedere tutti i locali e
spazi necessari:
I) per lo svolgimento dei programmi didattici e delle attività
parascolastiche;
II) per lo svolgimento dei programmi di insegnamento dell'educazione
fisica e sportiva;
III) per le attività di medicina scolastica a norma del decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1967, n. 1518;
IV) per l'alloggio del custode quando sia riconosciuto necessario
dall'ente obbligato, sentito il parere del provveditore agli studi;
V) per la mensa scolastica, quando non sia possibile assicurare
diversamente tale servizio se indispensabile.
3.0.3. Per quanto riguarda la morfologia dell'edificio, si stabilisce
quanto segue:
I) l'edificio, qualunque sia l'età degli alunni e il programma
didattico, sarà concepito come un organismo architettonico omogeneo e
non come una semplice addizione di elementi spaziali, contribuendo così
allo sviluppo della sensibilità dell'allievo e diventando esso stesso
strumento di comunicazione e quindi di conoscenza per chi lo usa;
II) la disposizione, la forma, la dimensione e le interrelazioni degli
spazi scolastici saranno concepiti in funzione:
a) della età e del numero degli alunni che ne usufruiscono, nonché
delle attività che vi si svolgono;
b) delle unità pedagogiche determinate dai tipi di insegnamento e dai
metodi pedagogici, e formate sia dal singolo alunno, come unità
fondamentale, che da gruppi più o meno numerosi, fino a comprendere
l'intera comunità scolastica;
c) della utilizzazione ottimale degli spazi previsti (superfici
costruite) e dei sussidi didattici, compresi gli audiovisivi;
III) l'organismo architettonico della scuola, per la introduzione nei
metodi didattici di attività varie e variabili in un arco temporale
definito (un giorno, una settimana, ecc.), deve essere tale da
consentire la massima flessibilità dei vari spazi scolastici, anche
allo scopo di contenere i costi di costruzione;
l'individuazione delle parti flessibili deve corrispondere, peraltro,
alla individuazione di parti ben definite (fisse), quali, ad esempio,
gli spazi per le attività speciali (scienze, fisica, chimica, ecc.),
auditorio, palestra, ecc.
Per realizzare la flessibilità, che interessa anche le differenti
dimensioni dei gruppi di allievi durante la giornata, si adotteranno i
più moderni accorgimenti atti a suddividere lo spazio mediante pareti o
porte scorrevoli e arredi trasportabili;
IV) inoltre, per il continuo aggiornarsi e trasformarsi dei metodi
didattici, l'organismo architettonico deve essere trasformabile nel
tempo senza costosi adattamenti. A tale scopo si dovrà prevedere, ad
esempio, la eventuale rimozione delle pareti interne delimitanti
l'attuale spazio per l'unità pedagogica (aula), senza che debbano
essere ripristinati pavimenti e soffitti e senza una complessa
trasformazione degli impianti tecnici.
3.0.4. L'edificio deve essere progettato in modo che gli allievi possano
agevolmente usufruire, attraverso gli spazi per la distribuzione
orizzontale e verticale, di tutti gli ambienti della scuola, nelle loro
interazioni e articolazioni ed, inoltre, raggiungere le zone all'aperto.
Ciò comporta che le attività educative si svolgano:
I) per la scuola materna, a diretto contatto con il terreno di gioco e
di attività all'aperto;
II) per la scuola elementare e media, normalmente, su uno o due piani e,
qualora il comune, previo parere del provveditore agli studi, sentito il
consiglio di distretto ove costituito, lo ritenga inevitabile, su più
di due piani;
III) per la scuola secondaria di secondo grado, normalmente su tre piani
e, qualora l'ente obbligato, previo parere del provveditore agli studi,
sentito il consiglio di distretto ove costituito, lo ritenga necessario,
su più piani.
3.0.5. In funzione delle caratteristiche morfologiche dell'insediamento,
o quando previsto in sede di piani regolatori generali e
particolareggiati, o di altri definiti strumenti urbanistici, è
consentito collocare l'organismo scolastico, progettato secondo le
presenti norme, su strutture edilizie non di uso scolastico, o comunque
sollevate dal suolo.
In tal caso gli accessi alla scuola dovranno essere indipendenti ed i
collegamenti verticali, necessari per raggiungere i piani adibiti a
scuola, dovranno essere meccanici ad uso esclusivo della scuola ed
essere dimensionati in funzione degli effettivi scolastici.
Dovrà, in ogni caso, essere garantito lo svolgimento delle attività
ginnico-sportive, anche in zone adiacenti o limitrofe, e quelle relative
alla vita all'aperto, in zone o terrazze praticabili opportunamente
sistemate e protette, strettamente adiacenti alla scuola.
3.0.6. Sarà consentito ubicare in piani seminterrati solamente locali
di deposito e per la centrale termica o elettrica; non saranno
considerati piani seminterrati quelli la cui metà del perimetro di base
sia completamente fuori terra.
3.0.7. L'edificio scolastico dovrà essere tale da assicurare una sua
utilizzazione anche da parte degli alunni in stato di minorazione
fisica. A tale scopo saranno da osservarsi le norme emanate dal Servizio
tecnico centrale del Ministero dei lavori pubblici, contenute nella
circolare n. 4809 del 19 giugno 1968, con gli adattamenti imposti dal
particolare tipo di edificio cui le presenti norme si riferiscono, e
indicati nei capitoli che seguono, relativamente agli spazi per la
distribuzione (3.8.2.) e per i servizi igienico-sanitari (3.9.2.).
3.0.8. I valori di illuminamento dipendono anche dalla posizione
dell'edificio scolastico rispetto ad altri circostanti o prospicienti
che potrebbero limitare il flusso luminoso proveniente dalla volta
celeste: per tale ragione non sono ammessi cortili chiusi o aperti nei
quali si affacciano spazi ad uso didattico senza una precisa e motivata
ragione che giustifichi la loro funzione nella configurazione
dell'organismo architettonico, e che dimostri, attraverso il calcolo, il
rispetto delle presenti norme per la parte riguardante le condizioni
dell'illuminazione. Sono invece consentiti piccoli patii, negli edifici
ad uno o a due piani.
Per analoga ragione la distanza libera tra le pareti contenenti le
finestre degli spazi ad uso didattico e le pareti opposte di altri
edifici, o di altre parti di edificio, dovrà essere almeno pari ai 4/3
dell'altezza del corpo di fabbrica prospiciente; tale distanza non
dovrà, comunque, essere inferiore a 12 m.
La distanza libera dovrà risultare anche se gli edifici prospicienti
siano costruiti, o potranno essere costruiti, in osservanza di
regolamenti edilizi locali all'esterno dell'area della scuola.
3.0.9. I parametri dimensionali e di superficie, nonché il numero dei
locali, dipendono dalle caratteristiche degli stessi, dai programmi e
dal grado di utilizzazione dei servizi e delle
attrezzature.
Nella tabella 3 sono indicati i valori delle superfici globali lorde per
i vari tipi di scuole. Tali valori, come del resto viene sottolineato in
nota alla stessa tabella, sono orientativi e sono
presentati allo scopo di facilitare una prima valutazione in sede di
programmazione.
Da tali valori risultano pertanto escluse le superfici relative a
richieste eventuali quali: l'alloggio del custode, l'alloggio per
l'insegnante o gli uffici per le direzioni didattiche (per determinati
tipi di scuole elementari), le palestre del tipo B in scuole elementari
o medie secondo quanto previsto al punto 3.5.1.
Nella tabella 4 sono prescritte le altezze (nette) standard di piano.
Nelle tabelle 5 e 12 sono prescritti gli indici standard di superficie,
e il loro eventuale grado di variabilità, articolati per categorie di
attività
I) per attività didattiche (aule normali e, a seconda del grado della
scuola, spazi per attività interciclo, aule speciali, laboratori,
ecc.);
II) per attività collettive (biblioteca, mensa, spazi per attività
integrative e parascolastiche);
III) per attività complementari alle attività precedenti (uffici,
servizi igienici, atrio, percorsi interni, ecc.).
Sono inoltre prescritti gli standard dimensionali relativi:
- agli spazi per le attività sportive, espressi in termini di valori
unitari corrispondenti ad unità funzionali ripetibili costituite da
spazio palestra, spogliatoi, servizi, depositi e locali
per la visita medica;
- all'abitazione del custode ove richiesta;
- alla direzione didattica per le scuole elementari ove richiesta.
Nelle medesime tabelle sono inoltre indicati il tipo e il numero dei
locali, per alcuni dei quali vengono fissate dimensioni ottimali.
3.0.10. Per i tipi di scuole e di istituti non contemplati si fa rinvio,
in quanto applicabili, alle disposizioni di cui alle presenti norme.
3.1. Caratteristiche degli spazi relativi all'unità pedagogica
3.1.0. Generalità
La classe costituisce il raggruppamento convenzionale previsto dai
programmi vigenti per ogni tipo di scuola, ad eccezione della scuola
materna che è organizzata in sezioni. Tale raggruppamento convenzionale
tende a trasformarsi in altri raggruppamenti determinati non solo in
base alla età, ma anche in funzione delle attitudini e degli interessi
di ciascun alunno, sia per quanto concerne le attività programmate che
quelle libere. Ne consegue che lo spazio tradizionalmente chiamato
"aula", destinato oggi ad ospitare la classe, già organizzata
per attività, dovrà in futuro consentire l'applicarsi di nuove
articolazioni di programmi e la formazione di nuove unità pedagogiche.
Ciò premesso, lo spazio destinato all'unità pedagogica deve essere
concepito in funzione del tipo di scuola (che determina quale parte di
attività didattica vi si deve svolgere) e del conseguente grado di
generalità o di specializzazione dell'insegnamento. Inoltre quale che
sia il tipo di scuola:
I) deve consentire lo svolgersi completo o parziale (ai livelli di
informazione, di progetto, di verifica, di comunicazione) delle materie
di programma da parte degli allievi, sia individualmente, sia
organizzati in gruppi variamente articolati;
II) deve poter accogliere nel suo ambito tutti quegli arredi o
attrezzature per il lavoro individuale, o di gruppo, necessari oggi o
prevedibili in futuro, in conseguenza di quanto detto (arredi mobili e
combinabili, attrezzature audiovisive, lavagne luminose, laboratori
linguistici o macchine per insegnare, impianti di televisione a circuito
chiuso, ecc.);
III) lo spazio dell'aula è complementare rispetto all'intero spazio
della scuola, in quanto esaurisce solo una parte delle attività
scolastiche e parascolastiche. Esso, pertanto, non può costituire
elemento base da ripetere in serie lungo un corridoio di disimpegno, ma
dovrà, quanto più possibile, integrarsi spazialmente con gli altri
ambienti, sia direttamente, sia attraverso gli spazi per la
distribuzione.
3.1.1. Nella scuola materna - (omissis)
3.1.2. Nella scuola elementare - (omissis)
3.1.3. Nella scuola secondaria di primo grado (media).
In tale tipo di scuola, nello spazio dell'unità pedagogica si svolgono
quelle attività che hanno carattere prevalentemente teorico e che
attualmente non usufruiscono di attrezzature specializzate; poiché,
però, per la maggiore complessità dei metodi di insegnamento,
l'arricchimento e l'ampliamento dei programmi con nuove materie ed
attività facoltative, e l'articolarsi dei gruppi di apprendimento, le
unità pedagogiche presentano nuove necessità, gli spazi ad esse
riservati debbono avere le seguenti caratteristiche:
I) conseguire una flessibilità tale, nel loro intento e fra essi, da
permettere lo svolgersi sia di attività individuali che di gruppi di
media grandezza;
II) consentire una facile trasformazione da aula normale in aula
speciale, qualora, in futuro, una materia di insegnamento necessiti di
una attrezzatura specializzata (ad esempio: l'insegnamento delle lingue
potrà richiedere domani un laboratorio linguistico, che, una volta
installato, trasformerà l'aula da normale in speciale);
III) essere integrati, spazialmente e visivamente, con gli altri
ambienti della scuola, in modo tale che siano evitati, per quanto
possibile, disimpegni a corridoio e simili.
3.1.4. Nella scuola secondaria di secondo grado.
(Omissis)
3.2. Caratteristiche degli spazi relativi all'insegnamento specializzato
3.2.0. Generalità
Tenendo conto di quanto detto al punto 3.1. e in particolare in 3.1.3.
III), occorre ulteriormente specificare che lo spazio per l'insegnamento
specializzato, di esclusivo uso della scuola secondaria di primo e
secondo grado, deve ospitare attività didattiche che sono ben
caratterizzate e definite per tipi di scuole e di insegnamento, e che
possono essere poste in correlazione sia per particolari esigenze
didattiche, riguardanti singole operazioni, nell'ambito di singole
attività, sia per esigenze di coordinamento tra le attività stesse.
Tali attività sono:
- attività scientifiche;
- attività tecniche;
- attività artistiche;
cui corrispondono altrettanti spazi che, a seconda dei tipi di scuola,
possono essere in correlazione tra loro o subire ulteriori
specializzazioni per le singole attività. Inoltre gli spazi destinati
all'insegnamento specializzato per ogni tipo di scuola debbono:
I) essere tali da permettere, nel loro interno, un facile svolgimento di
ogni materia di programma ai livelli di informazione, progettazione,
verifica, comunicazione, ai quali corrispondono spazi particolari
variamente specializzati, sia per il lavoro individualizzato, sia per
l'attività di gruppo;
II) essere tali da accogliere le attrezzature e gli arredi specializzati
necessari per ogni attività, in modo da consentire una loro facile
rimozione e sostituzione, qualora la evoluzione della tecnologia e dei
metodi di insegnamento lo rendessero necessario;
III) essere corredati di locali e spazi accessori (studi per gli
insegnanti, spazi di preparazione, magazzini, ripostigli, ecc.),
necessari per lo svolgimento dei programmi di insegnamento; ove la
dimensione dell'istituto richieda, per lo stesso insegnamento, due aule
speciali, tali spazi saranno comuni ad entrambe le aule ed avranno da
queste uguale accesso diretto;
IV) essere corredati di necessari impianti di adduzione (gas,
elettricità, acqua) e di scarico.
3.2.1. Nella scuola secondaria di primo grado (media):
I) per le osservazioni scientifiche, è necessario predisporre uno
spazio le cui articolazioni comprendano:
- un ambiente per il deposito, mostre e museo e per la preparazione del
materiale didattico;
- un ambiente per l'insegnamento, sia teorico che pratico, dove le
attività possano essere svolte individualmente e in gruppi;
II) per le applicazioni tecniche, è necessario:
- uno spazio di deposito;
- uno spazio di insegnamento che, per le particolari esigenze della
materia di programma, deve contenere arredi e attrezzature per il lavoro
manuale e tecnico
III) per l'educazione artistica, è necessario un ambiente che permetta,
nel suo interno, una facile variabilità nella disposizione degli
elementi di arredo, in conformità alle caratteristiche delle materie di
insegnamento, e che sia spazialmente concepito anche per
potervi svolgere mostre ed esposizioni;
IV) per l'educazione musicale è necessario uno spazio acusticamente
predisposto, che possa contenere pianoforte, pianole elettriche ed altri
strumenti musicali, e di un podio che consenta lo svolgersi di attività
libere e ritmiche.
Tale attività, a seconda delle dimensioni della scuola, può essere
localizzata o negli spazi per le attività integrative e parascolastiche
o nel palcoscenico dell'auditorio o in ambiente
proprio come specificato nella tabella n. 7.
3.2.2. Nella scuola secondaria di secondo grado: (omissis)
3.3. Caratteristiche degli spazi relativi a laboratori e officine:
(omissis)
3.4. Caratteristiche degli spazi relativi alla comunicazione, alla
informazione e alle attività parascolastiche e integrative.
3.4.0. Generalità
Questi spazi comprendono, come nuclei fondamentali, la biblioteca e
l'auditorio, in cui tutte le attività della scuola, sia didattiche o
parascolastiche, sia associative, trovano un momento di sintesi globale.
Essi inoltre, pur garantendo lo svolgimento delle specifiche funzioni,
debbono essere tali da integrarsi, visivamente e spazialmente, con tutto
l'organismo scolastico.
3.4.1. Nella scuola elementare - (omissis)
3.4.2. Nella scuola secondaria di primo grado (media) e di secondo grado
Gli spazi per la comunicazione e l'informazione assumono un carattere
complesso per le attività che vi si svolgono, di tipo non solo
didattico, ma anche gestionale, parascolastico e associativo, per i
rapporti, cioè, che possono stabilirsi con la comunità cui la scuola
si riferisce.
Ne deriva che:
I) nell'edificio scolastico dovrà essere previsto uno spazio
polivalente per attività didattiche a scala di grande gruppo,
spettacoli, assemblee, riunioni di genitori, ecc.;
tale spazio deve essere estremamente flessibile, per acconsentire la sua
più ampia utilizzazione;
può essere realizzato mediante aggregazioni di altri spazi per
attività didattiche di dimensioni inferiori o può essere definito come
spazio autonomo;
ambedue le soluzioni possono essere compresenti: la prima soluzione ne
assicura una migliore fruizione per le attività curricolari, alle quali
offre uno spazio alternativo di immediata accessibilità; la seconda è
consigliabile nei centri scolastici polivalenti;
in questo caso tale attrezzatura, che non dovrà per ragioni di
funzionalità ed economia superare i 500 posti, può essere considerata
comune alle varie scuole e si qualifica come un vero e proprio auditorio
assumendo un carattere molto specializzato, tale da:
- garantire le condizioni di sicurezza stabilite dalle vigenti norme per
la protezione civile emanate dal Ministero dell'Interno-Direzione
generale della protezione civile e servizio antincendi;
- garantire la massima flessibilità nel suo interno per permettere lo
svolgimento, nelle forme più varie della vita associata,
attraverso attrezzature mobili che dividano lo spazio secondo le
necessità, ecc.;
- essere correlato con gli spazi necessari per lo svolgimento di
attività parascolastiche ed integrative qualora la dimensione della
scuola lo renda necessario;
- essere corredato da tutti quegli ambienti di servizio necessari per il
funzionamento (cabina di proiezione depositi, ecc.);
- avere un rapido accesso dall'esterno della scuola per facilitarne
l'uso da parte della comunità locale;
- essere dotato di almeno un nucleo di servizi igienici.
II) la biblioteca deve avere uno spazio tale da permettere lo
svolgimento di tutte le attività individuali e di gruppo relative
all'informazione, alla ricerca ed allo scambio dei dati. Detto spazio,
non necessariamente concentrato in un unico punto dell'edificio, può
assumere un carattere complesso e articolato a seconda delle dimensioni
della scuola o delle necessità derivanti dal contesto in cui si
inserisce.
A tale scopo la biblioteca è costituita da:
- uno spazio per i cataloghi o bibliografie, arredato con
classificatori, tavoli per la consultazione, ecc.;
- uno spazio per il personale della biblioteca addetto a svolgere
attività di ausilio didattico, reperimento, conservazione e
manutenzione dei materiali (audiovisivi, libri, ecc.) e attività
particolari, quali sviluppo di microfilms, registrazioni, ecc. Tale
spazio dovrà consentire anche i rapporti tra gli addetti alla
biblioteca e gli insegnanti. Qualora la scuola sia dotata di un sistema
televisivo a circuito chiuso i locali necessari per lo svolgimento dei
programmi potranno essere previsti in tale ambito;
- uno spazio variamente articolato che permetta la consultazione e la
lettura dei testi; a tale scopo dovranno essere previsti:
- arredi e posti per attività individuali, per attività di gruppo e
discussioni, per lettura di filmine, ascolto di dischi e nastri, ecc.;
- scaffali per libri disposti in modo da essere facilmente accessibili
da parte degli allievi e senza che si abbia un traffico fastidioso ai
lettori.
III) inoltre gli spazi per la comunicazione e l'informazione debbono
essere progettati anche tenendo presenti le esigenze derivanti dai
decreti delegati (riunioni di organi collegiali, di circolo o di
istituto); tali spazi debbono essere integrati da alcuni locali nei
quali possono aver luogo tutte quelle attività associative, ricreative
e culturali che richiedono incontri o lavori di gruppo fra studenti,
incontri scuola-famiglia, ecc.
3.5. Caratteristiche degli spazi per l'educazione fisica e sportiva e
per il servizio sanitario
3.5.0. Generalità
Tale categoria di spazi dovrà presentare caratteristiche e requisiti
strettamente correlati al livello scolastico per cui vengono realizzate,
anche al fine di evitare sotto-utilizzazioni.
In tal senso si prevedono tre tipi di palestre:
3.5.1. Palestre
tipo A1) unità da 200 m2 più i relativi servizi per scuole elementari
da 10 a 25 classi, per scuole medie da 6 a 20 classi, per scuole
secondarie da 10 a 14 classi.
tipo A2) due unità da 200 m2 più i relativi servizi per scuole medie
da 21 a 24 classi, per scuole secondarie da 15 a 23 classi.
tipo B1) palestre regolamentari da 600 m2 più i relativi servizi,
aperte anche alla comunità extrascolastica, per scuole secondarie di
secondo grado (da 24 a 60 classi) (divisibili in tre settori) ma
utilizzabili da non più di due squadre contemporaneamente;
tipo B2) palestre come le precedenti con incremento di 150 m2 per spazio
per il pubblico e relativi servizi igienici.
Qualora le amministrazioni competenti rilevino gravi carenze nel settore
delle attrezzature per l'educazione fisica e sportiva nelle scuole degli
ambiti interessati dai nuovi interventi di edilizia scolastica si
prevede la realizzazione di palestre di tipo B anche per scuole
elementari da 10 a 25 classi e per scuole medie da 9 a 24 classi e per
scuole secondarie da 10 a 23 classi.
Più precisamente le palestre per i vari tipi di scuole presenteranno:
una zona destinata agli insegnanti costituita da uno o più ambienti e
corredata dai servizi igienico-sanitari e da una doccia;
una zona di servizi per gli allievi costituita da spogliatoi, locali per
servizi igienici e per le docce;
l'accesso degli allievi alla palestra dovrà sempre avvenire dagli
spogliatoi;
una zona per il servizio sanitario e per la visita medica ubicata in
modo da poter usufruire degli spogliatoi e degli altri locali
disponibili anche per questa funzione;
una zona destinata a depositi per attrezzi e materiali vari necessari
per la pratica addestrativa e per la manutenzione.
Per quanto attiene più specificatamente le attività e gli spazi
destinati al gioco e alle attività ginniche e sportive nei vari tipi di
palestre si avrà
I) per la scuola elementare la palestra, obbligatoria negli edifici da
10 a 25 classi, può essere di forma non collegata a dimensioni di campi
per giochi agonistici, in quanto l'attività ginnica che vi si svolge è
di carattere ludico; nelle scuole da 5 a 9 classi l'attività ginnica si
svolge nella sala per attività collettive opportunamente attrezzata;
II) per la scuola media le dimensioni e le caratteristiche sono analoghe
mentre si avrà un raddoppio della unità prevista (tipo A2) per le
scuole da 21 a 24 classi, con la possibilità sia di poter creare su
tale superficie di 400 m2 un campo regolamentare di pallavolo o di
minibasket, sia di dividere la palestra in due unità da 200 m2 per
consentire l'uso contemporaneo a due gruppi diversi; sempre per la
scuola media in alternativa all'unità da 200 m2 raddoppiata è
consentita la realizzazione di una unità A1 ed una unità con vasca di
almeno m 12,50 x 6 x 0,80 per l'apprendimento e la pratica del nuoto
elementare;
III) nelle scuole secondarie di secondo grado le dimensioni e le
caratteristiche della palestra dovranno essere tali da poter contenere
un campo regolamentare di pallacanestro, secondo le norme CONI-FIP.
Poiché la palestra potrebbe essere disponibile all'uso della comunità
extra-scolastica (oltre, naturalmente, a quello delle altre scuole) è
importante che la sua relazione con l'organismo scolastico sia tale da
consentire un accesso praticamente indipendente, anche in previsione di
uso in orario non scolastico, e con la possibilità di escludere
l'accesso agli spazi più propriamente didattici; sempre a tale scopo i
vari impianti relativi a questa parte dell'edificio dovranno poter
funzionare indipendentemente dal resto della scuola.
Gli spazi suddetti dovranno presentare la disponibilità alla
installazione sulle pareti di attrezzi quali il palco di salita, il
quadro svedese, ecc.; le sorgenti d'illuminazione e aerazione naturale
dovranno essere distribuite in modo da consentire tale installazione
senza alterare gli indici di illuminazioni previsti (riguardo le
finestrature si dovranno sempre prevedere materiali trasparenti con
resistenza agli urti o con adeguate protezioni).
In ogni scuola insieme agli spazi per l'educazione fisica dovranno
essere previsti adeguati locali per il servizio sanitario e per la
visita medica e di dimensioni tali da consentire nella scuola
secondaria, ricerche e studi psicotecnici, e che siano forniti dei
servizi necessari.
In ogni caso, laddove siano previsti gli ambulatori, dovranno essere
osservate le norme di cui agli articoli 4, 6 e 7 del decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1967, n. 1518.
3.5.2. Aree di gioco all'aperto: esse dovranno avere le seguenti
superfici per le attività all'aperto:
I) per la scuola media:
- pista da 4 o 6 corsie di almeno 100 metri, oltre gli spazi partenze ed
arrivi;
- impianti per il salto in alto ed in lungo;
- pedana per il lancio del disco;
- campo sportivo polivalente (pallacanestro, pallavolo, pallamano,
possibilmente tennis);
II) per le scuole secondarie di II grado:
- pista da 4 a 6 corsie di almeno 100 metri oltre gli spazi per partenze
ed arrivi;
- impianti per il salto in alto, in lungo e con l'asta;
- pedana per il lancio del peso e del disco;
- campo sportivo polivalente (pallacanestro, pallavolo, pallamano,
possibilmente tennis).
Nella progettazione e realizzazione delle suddette aree dovranno essere
tenuti presenti i migliori materiali al fine di rendere la manutenzione
agevole ed economica.
Per quanto riguarda i campi sportivi polivalenti la pavimentazione
dovrà, inoltre, essere tale da ridurre al minimo i danni conseguenti a
cadute.
3.6. Caratteristiche degli spazi per la mensa
3.6.1. La mensa dovrà svolgersi in uno spazio dimensionato in funzione
del numero dei commensali, calcolato tenendo presente che i pasti
potranno essere consumati in più turni, convenientemente compresi nel
tempo disponibile e che la sua dimensione, compresi i relativi servizi,
non dovrà superare i 375 m2.
È possibile, considerando l'eventuale concentramento di più scuole,
prevedere un unico servizio, di mensa; in questo caso la superficie
afferente viene dedotta dal globale delle singole scuole.
Inoltre lo spazio per la mensa potrà anche non costituire un ambiente
isolato ed in questo caso la superficie afferente, con le relative
funzioni, verrà distribuita all'interno dell'organizzazione degli spazi
didattici con un criterio di polifunzionalità
3.6.2. A servizio dello spazio per la mensa si deve prevedere:
I) un locale cucina di dimensioni e forma tale da permettere lo
svolgimento in modo razionale delle funzioni cui è destinata
(preparazione, cottura, ecc.) e di poter accogliere le attrezzature
necessarie all'uopo;
II) una dispensa per la conservazione delle derrate anche in
frigorifero, possibilmente con accesso proprio dall'interno;
III) un'anticucina e un locale per lavaggio delle stoviglie;
IV) uno spogliatoio, doccia e servizi igienici per il personale addetto,
separati con idonei disimpegni dai locali precedenti;
V) uno spazio per la pulizia degli allievi, corredato di lavabi.
Le amministrazioni competenti potranno comunque prevedere un servizio
centralizzato per la preparazione dei cibi ed in tal caso i locali di
cui ai punti I), II) e IV) potranno essere in parte o totalmente
eliminati, mentre il locale di cui al punto II) dovrà avere un accesso
diretto dall'esterno.
3.6.3. Data la natura dei locali richiesti, particolare cura dovrà
essere posta nella scelta dei materiali e degli impianti tecnologici
atti a garantire, in stretta relazione con i requisiti dell'igiene,
l'osservanza delle norme relative alle condizioni di abitabilità
3.7. Caratteristiche degli spazi per l'amministrazione
3.7.1. Il nucleo per la direzione e l'amministrazione della scuola,
presente nelle scuole elementari, quando vi sia direzione didattica, e
in ogni scuola secondaria, dovrà essere ubicato possibilmente al piano
terreno e comprenderà
I) l'ufficio del preside (o del direttore), con annessa sala di aspetto
ubicato in posizione possibilmente baricentrica;
II) uno o più locali per la segreteria e l'archivio; la segreteria
dovrà permettere un contatto con il pubblico attraverso banconi o
altro;
III) sala per gli insegnanti, atta a contenere anche gli scaffali dei
docenti, ed a consentire le riunioni del consiglio d'istituto;
IV) servizi igienici e spogliatoio per la presidenza e per gli
insegnanti.
3.8. Caratteristiche degli spazi per la distribuzione
3.8.0. Generalità
In ogni tipo di scuola gli spazi per la distribuzione dovranno assumere
la funzione sia di collegamento tra tutti quegli spazi e locali
dell'edificio che, per la loro attività, non possono essere
interdipendenti nei riguardi dell'accesso, che di tessuto connettivo e
interattivo, visivo e spaziale, di tutto l'organismo architettonico (ad
esempio: con l'affaccio continuo verso gli spazi posti a diverso
livello; con l'integrazione di parti dell'organismo, con il considerare
la scala non solamente come mezzo per passare da un piano all'altro, ma
come strumento di mediazione spaziale, ecc.); essi debbono consentire,
nelle varie articolazioni, rapporti di scambio non formalizzati tra
tutti i fruitori della scuola e permettere la collocazione di arredi ed
attrezzature particolari, quali vetrine, arredi per collezioni, arredi
mobili, posti di lavoro individuali.
3.8.1. La distribuzione verticale in edifici a più piani dovrà essere
assicurata da almeno una scala normale e da una scala di sicurezza,
posta all'esterno dell'edificio.
Ai fini del flusso degli alunni, le scale devono:
I) essere in numero tale da consentire che ciascuna scala, esclusa
quella di sicurezza, serva di regola a non più di 10 aule per ogni
piano al di sopra del piano terreno;
II) avere la larghezza della rampa pari a 0,5 cm per ogni allievo che ne
usufruisce e comunque non inferiore a 1,20 m e non superiore a 2 m;
III) avere i ripiani di larghezza pari a circa una volta e un quarto
quella delle rampe medesime;
IV) avere i gradini di forma rettangolare di altezza non superiore a 16
cm e di pedata non inferiore a 30 cm;
V) essere previste con ogni possibile accorgimento al fine di evitare
incidenti.
3.8.2. Allo scopo di assicurare anche ai minorati fisici l'uso
indiscriminato dei locali scolastici, le scuole con più di un piano
dovranno essere munite di ascensore tale da poter contenere una sedia a
ruote ed un accompagnatore, nel rispetto delle norme E.N.P.I.
L'adozione di rampe prevista dalla circolare del Ministero dei lavori
pubblici n. 4809 del 19 giugno 1968, è in tal caso, facoltativa.
3.8.3. Qualora gli spazi per la distribuzione orizzontale assumano
l'aspetto di corridoi di disimpegno di locali ad uso degli allievi, essi
dovranno avere larghezza non inferiore a 2 m; nel caso che in essi siano
ubicati gli spogliatoi, la larghezza dovrà essere non inferiore a 2,50
m.
3.9. Caratteristiche degli spazi per i servizi igienico-sanitari e per
gli spogliatoi
3.9.1. Servizi igienico-sanitari. Essi debbono avere le seguenti
caratteristiche:
I) il numero di vasi per gli alunni dovrà essere di 3 per ogni sezione
per le scuole materne e di 1 per classe per gli altri tipi di scuole,
oltre alcuni vasi supplementari per servire gli spazi lontani dalle
aule. Il locale che contiene le latrine e le antilatrine deve essere
illuminato ed aerato direttamente. Possono essere installati efficienti
impianti di aerazione e ventilazione in sostituzione della aerazione
diretta nell'antilatrina;
II) la latrine debbono:
- essere separate per sesso, salvo che per la scuola materna;
- essere protette dai raggi diretti del sole, specie nelle regioni più
calde;
- essere costituite da box, le cui pareti divisorie siano alte, salvo
che per la scuola materna, non meno di 2,10 m e non più di 2,30 m;
- avere le porte apribili verso l'esterno della latrina, sollevate dal
pavimento e munite di chiusura dall'interno, salvo che per la scuola
materna, tale però che si possano aprire dall'esterno, in caso di
emergenza;
- avere impianti col sistema a caduta d'acqua con cassetta di lavaggio o
altro tipo equivalente, purché dotato di scarico automatico o
comandato;
- avere le colonne di scarico munite di canne di ventilazione,
prolungate al di sopra della copertura;
- avere le colonne di scarichi dei servizi igienici dimensionate in
relazione agli apparecchi utilizzati, con possibilità di ispezioni
immediate;
- avere, preferibilmente, vasi del tipo misto a tazza allungata (a
barchetta) e con poggiapiedi per essere usati anche alla turca; e
dotati, inoltre, al piede della colonna di scarico, di un pozzetto
formante chiusura idraulica;
III) nel locale che contiene le latrine, se destinato ai maschi, saranno
di norma collocati anche gli orinatoi, con opportuna schermatura tra
l'uno e l'altro. I lavabi e gli eventuali lavapiedi debbono essere ad
acqua grondante. Le fontanelle per bere, ubicate nei punti più
accessibili, o nell'antilatrina, debbono essere dotati di acqua
sicuramente potabile, erogata a getto parabolico;
IV) il locale latrine dovrà essere munito, sul pavimento, di un
chiusino di scarico a sifone, ispezionabile e di una presa d'acqua con
rubinetto portagomma per l'attacco di una lancia per l'effetto di acqua;
V) le docce possono essere, tutte o in parte, ubicate nel nucleo dei
servizi igienico-sanitari della palestra; esse debbono essere singole e
munite di antidoccia singolo per i vestiti e per l'asciugamano. Esse
debbono essere del tipo col piatto a vaschetta e inoltre l'erogazione
dell'acqua deve avvenire, previa miscelazione automatica e regolabile,
tra calda e fredda, attraverso un soffione inclinato collocato in modo
da investire non la testa, ma le spalle dell'allievo, che possa servire
anche per il solo lavaggio dei piedi.
3.9.2. In relazione alla norma di cui al punto 2.3.3. (locali igienici)
della circolare del Ministero dei lavori pubblici numero 4809 del 19
giugno 1968, ogni scuola dovrà essere dotata di un gabinetto per piano
avente le dimensioni minime di 1,80 x 1,80 m, attrezzato come
specificato dalla citata norma, salvo che per i corrimani, che potranno
essere installati qualora se ne presenti la necessità
3.9.3. Spogliatoi.
Nel caso che la scuola disponga di appositi locali ad uso di spogliatoi,
questi debbono avere la larghezza minima di 1,60 m. 4. Norme relative
all'arredamento ed alle attrezzature
(Omissis)
Vedi tabella n. 1.1
Vedi tabella n. 2.1
Vedi tabella n. 3.1
Vedi tabella n. 4.1
Tabella 3/B (Omissis)
Vedi tabella n. 5.1
Tabella 5 - Indici standard di superficie: scuola materna
(Omissis)
Tabella 6 - Indici standard di superficie: scuola elementare
(Omissis)
Vedi tabella n. 6.1
Tabella 8 - Indici standard di superficie netta: liceo classico
(Omissis)
Tabella 9 - Indici standard di superficie netta: liceo scientifico
(Omissis)
Tabella 10 - Indici standard di superficie netta: istituto
magistrale (Omissis)
Tabella 11 - Indici standard di superficie netta: istituti tecnici
commerciali (Omissis)
Tabella 12 - Indici standard di superficie netta: istituto tecnico
per geometri (Omissis)
5. Norme relative alle condizioni di abitabilità
5.0. Generalità
5.0.1. Ogni edificio scolastico nel suo complesso ed in ogni suo spazio
o locale deve essere tale da offrire a coloro che lo occupano condizioni
di abitabilità soddisfacenti per tutto il periodo di durata e di uso,
malgrado gli agenti esterni normali; queste condizioni di abitabilità
debbono garantire, inoltre, l'espletamento di alcune funzioni in caso di
agenti esterni anormali.
5.0.2. Le condizioni di abitabilità, alle quali corrispondono
determinati requisiti e livelli, possono essere raggruppate come segue:
I) condizioni acustiche (livello sonoro, difesa dai rumori, dalla
trasmissione dei suoni, dalle vibrazioni, ecc.);
II) condizioni dell'illuminazione e del colore (grado e qualità
dell'illuminazione naturale e artificiale; eccesso e difetto di luce,
regolabilità, qualità del colore e i suoi rapporti con la luce, ecc.);
III) condizioni termoigrometriche e purezza dell'aria (livello termico,
igrometria, grado di purezza, difesa dal caldo e dal freddo,
dall'umidità, dalla condensazione, ecc.);
IV) condizioni di sicurezza (statica delle costruzioni, difesa degli
agenti atmosferici esterni, dagli incendi, dai terremoti, ecc.);
V) condizioni d'uso dei mezzi elementari o complessi necessari a
stabilire i livelli delle esigenze espresse nei punti precedenti
(ricerca dei livelli di agibilità, tipo e complessità di manovre per
il funzionamento di apparecchi, per l'apertura di finestre o per
l'inclusione o l'esclusione di impianti o sistemi di ventilazione,
rispetto di norme di uso da parte dell'utente, ecc.);
VI) condizioni di conservazione dei livelli raggiunti nel soddisfare le
esigenze di cui ai punti precedenti (durata dei materiali o delle parti
costituenti la costruzione degli apparecchi impiegati, manutenzione,
ecc.).
5.1. Condizioni acustiche
Criteri di valutazione dei requisiti acustici dell'edilizia scolastica.
5.1.1. Introduzione
I) Si adottano i criteri generali, i metodi di misura e i criteri di
valutazione dei risultati indicati nelle norme di carattere generale di
cui alla circolare 30 aprile 1966 n. 1769 parte 1^ del Servizio Tecnico
Centrale del Ministero dei lavori pubblici, salvo alcune prescrizioni
riguardanti la particolare destinazione dell'edificio.
II) Si dovranno eseguire misure in opera e in laboratorio, al fine di
verificare i requisiti richiesti.
III) Le misure in opera devono essere eseguite su tutti i tipi di spazi
adibiti ad uso didattico presentanti caratteristiche diverse.
Le determinazioni di isolamento acustico dovranno essere eseguite fra
ambienti ad uso didattico adiacenti e sovrastanti, aventi normale o
particolare destinazione, anche a titolo saltuario (come ad esempio aule
speciali, officine, laboratori, ecc.).
Le determinazioni devono essere eseguite in aule complete di
rivestimento assorbente, col normale arredamento scolastico; non oltre
due persone debbono essere presenti nelle aule durante l'esecuzione
delle misure.
IV) I limiti di isolamento sono fissati essenzialmente tenendo conto dei
requisiti minimi richiesti per scuole o aule d'insegnamento generale.
Per scuole o aule di determinato tipo e ubicazione o destinate a
insegnamento particolare (sale di musica, ecc.) possono essere richiesti
valori più elevati dell'isolamento acustico.
V) possono essere richiesti particolari requisiti per ambienti in
rapporto alla loro specifica funzione come ad esempio: auditori, sale di
musica, sale di spettacolo.
VI) Il tempo di riverberazione nelle aule arredate non deve superare i
limiti prescritti dalle presenti norme.
Il controllo può anche essere effettuato mediante la conoscenza dei
coefficienti di assorbimento e delle superfici dei materiali adoperati
per il trattamento. I valori dei coefficienti di assorbimento dei
materiali impiegati devono risultare da certificati rilasciati da
laboratori qualificati, nei quali le misure siano state effettuate
secondo le norme.
5.1.2. Verifiche e misure
I) L'isolamento acustico e i requisiti acustici dovranno essere
verificati per quanto concerne:
- il potere fonoisolante di strutture verticali, orizzontali, divisorie,
ed esterne, di infissi verso l'esterno, di griglie e prese d'aria
installate verso l'esterno;
- l'isolamento acustico contro i rumori trasmessi per via aerea tra
spazi adiacenti e sovrapposti ad uso didattico e nei locali comuni
(isolamento ambiente);
- il livello di rumore di calpestio normalizzato di solaio;
- il livello di rumore di calpestio tra due spazi sovrapposti;
- la rumorosità dei servizi e degli impianti fissi;
- il coefficiente di assorbimento dei materiali isolanti acustici.
Le misure, le determinazioni sperimentali, la presentazione e la
valutazione dei dati, seguiranno per quanto possibile, le
raccomandazioni ISO/R 140-1960 per le misure in laboratorio e in opera
della trasmissione di rumori per via aerea e di rumori di calpestio ed
ISO/R 354-63 per le misure del coefficiente di assorbimento in camera
riverberante; i valori delle frequenze nominali da utilizzare saranno
quelli normalizzati di 125, 250, 500, 1000, 2000, 4000 Hz.
II) I dati di laboratorio dovranno essere richiesti, rilevati e
presentati secondo le norme generali. Le grandezze da sottoporre a
misure di laboratorio saranno:
- il potere fonoisolante (R) di strutture divisorie interne, di infissi
verso l'esterno, di griglie e prese d'aria e pareti esterne opache;
- il coefficiente di assorbimento acustico dei materiali isolanti
acustici.
III) I requisiti di accettabilità da determinare con misure di
laboratorio saranno i seguenti (con indice di valutazione I riferito al
valore dell'ordinata a 500 Hz);
- potere fonoisolante di strutture divisorie interne verticali ed,
eventualmente, orizzontali (come specificate nel seguente punto V) I =
40 dB;
- potere fonoisolante di chiusure esterne opache superiore di 10 dB a
quello degli infissi esterni;
- potere fonoisolante di infissi verso l'esterno I = 25 dB;
- potere fonoisolante di griglie e prese d'aria installate verso
l'esterno I = 20 dB;
- livello di rumore di calpestio normalizzato di solai (come specificato
nel punto V) I = 68 dB.
Il coefficiente di assorbimento deve essere misurato in camera
riverberante e suono diffuso alle frequenze di 125, 250, 500, 1000,
2000, 4000 Hz.
IV) Il collaudo in opera deve essere richiesto, eseguito e
presentato secondo le norme generali contenute nella circolare 30
aprile 1966 n. 1769 parte I del Servizio Tecnico Centrale del Ministero
dei lavori pubblici. Le misure devono essere eseguite nelle condizioni
prescritte dai paragrafi I) e II) delle presenti norme.
Le grandezze da sottoporre a misura in opera sono:
- l'isolamento acustico (D) per via aerea fra ambienti ad uso didattico
adiacenti e sovrastanti (isolamento acustico tra pareti divisorie e di
solaio);
- il livello di rumore di calpestio tra due spazi sovrapposti con la
macchina normalizzata generatrice di calpestio;
- la rumorosità provocata da servizi ed impianti fissi;
- il tempo di riverberazione.
Per quanto concerne gli impianti dovranno essere eseguite misure su:
- impianti di riscaldamento, aerazione e condizionamento centralizzato;
- scarichi idraulici, bagni, servizi igienici, rubinetterie.
La determinazione della rumorosità dovrà essere eseguita nelle aule
indipendentemente dalla posizione dell'elemento disturbante.
V) Requisiti di accettabilità da determinare con misure in opera (con
indice di valutazione I riferito al valore dell'ordinata a 500 Hz);
- isolamento acustico fra due ambienti adiacenti (come specificato nel
punto VI) I = 40 dB;
- isolamento acustico fra due ambienti sovrapposti (come specificato nel
punto VI) I = 42 dB;
- livello di rumore di calpestio fra due ambienti sovrapposti (come
specificato nel punto VI) I = 68 dB.
VI) Requisiti di accettabilità
I risultati delle misure (in opera e in laboratorio) saranno riportati
sotto forma di grafico su appositi moduli sui quali dovranno figurare
anche le indicazioni grafiche (in scala e descrittive) degli elementi
cui la prova si riferisce (piante, masse degli elementi per unità di
superficie, sezioni, ubicazione dei punti di misura e descrizione delle
strutture esaminate). Per le misure di calpestio sarà specificata la
natura del pavimento del locale di misura, mentre per la rumorosità dei
servizi, indicati in dB (A), nel certificato saranno indicati i punti di
misura, le cause della rumorosità misurata e le condizioni di
funzionamento dei servizi stessi, durante la misura.
Sarà inoltre data indicazione del livello del rumore di fondo, secondo
la circolare 30 aprile 1966, n. 1769, del Servizio Tecnico Centrale del
Ministero dei lavori pubblici.
I risultati ottenuti con i procedimenti esposti verranno, per la ricerca
dell'indice di valutazione richiesto, posti a confronto con le allegate
curve normalizzate, ciascuna riferibile ad una specifica misura (figg.
1, 2, 3).
In relazione a tali metodi di prova si stabilisce quindi che:
- il potere fonoisolante delle pareti divisorie (R) e l'isolamento
acustico (D) per via aerea soddisfino alla curva di riferimento
stabilita quando i punti sperimentali siano al di sopra della curva
limite (v. figg. 1 e 2) relativa: al valore dell'indice I fissato nei
punti II), III), e V) con la seguente tolleranza; la somma delle
differenze di livello tra la curva di riferimento ed i punti del
diagramma sperimentale, che stanno al di sotto di essa, non deve
superare i 12 dB (in ogni banda di ottava lo scarto non deve superare 5
dB).
- Qualora le divisioni tra ambienti vengano realizzate con elementi
movibili o scorrevoli, in osservanza ai criteri di flessibilità di cui
alle presenti norme non è necessaria la effettuazione delle misure di
isolamento acustico tra i detti ambienti.
- Il livello di rumore di calpestio soddisfi alle curve di riferimento
stabilite quando i punti sperimentali siano al di sotto delle curve
limite (v. fig. 3) relative al valore indice I fissato nei punti III) e
V) con la seguente tolleranza: la somma delle differenze di livello tra
la curva riferimento ed i punti del diagramma sperimentale che stanno al
disopra di essa non superi i 12 dB (in ogni banda di ottava lo scarto
non deve superare 7 dB).
- La rumorosità dei servizi, determinata dal massimo livello (A)
misurato non dovrà superare i seguenti limiti:
- servizi a funzionamento discontinuo:
A = 50 dB (A)
- servizi a funzionamento continuo:
A = 36 dB (A)
I valori ottimali dei tempi di riverberazione vanno determinati in
funzione del volume dell'ambiente e riferiti alle frequenze 250 - 500 -
1000 - 2000 Hz secondo i diagrammi delle figg. 4 e 5.
Il tempo di riverberazione può essere misurato in opera.
Vedi tabella n. 7.1
Vedi tabella n. 8.1
Vedi tabella n. 9.1
Vedi tabella n. 10.1
Vedi tabella n. 11.1
5.2. Condizioni dell'illuminazione e del colore
5.2.1. Introduzione
L'illuminazione naturale e artificiale degli spazi e dei locali della
scuola deve essere tale da assicurare agli alunni il massimo del
conforto visivo; pertanto deve avere i seguenti requisiti:
I) livello d'illuminazione adeguato;
II) equilibrio delle luminanze;
III) protezione dai fenomeni di abbagliamento;
IV) prevalenza della componente diretta su quella diffusa soprattutto
nel caso di illuminazione artificiale.
5.2.2. Livello di illuminamento ed equilibrio di luminanze
I valori minimi dei livelli di illuminamento naturale ed artificiale
sono esposti nella seguente tabella:
Illuminamento sul piano di lavoro - lux
- Sul piano dei tavoli negli spazi per il disegno, il cucito, il ricamo,
ecc.: 300
- Sulle lavagne e sui cartelloni: 300
- Sul piano di lavoro negli spazi per lezione, studio, lettura,
laboratori, negli uffici: 200
- Negli spazi per riunioni, per ginnastica, ecc. misurati su un piano
ideale posto a 0,60 m dal pavimento: 100
- Nei corridoi, scale, servizi igienici, atri, spogliatoi, ecc. misurati
su un piano ideale posto a 1,00 m dal pavimento: 100
5.2.3. Allo scopo di garantire che le condizioni di illuminamento
indicate nella tabella 5.2.2. siano assicurate in qualsiasi condizione
di cielo e in ogni punto dei piani di utilizzazione considerati, dovrà
essere realizzato uno stretto rapporto mediante integrazione
dell'illuminazione naturale con quella artificiale.
5.2.4. Particolare cura dovrà essere posta per evitare fenomeni di
abbagliamento sia diretto che indiretto facendo in modo che nel campo
visuale abituale delle persone non compaiano oggetti la cui luminanza
superi di 20 volte i valori medi.
5.2.5. Fattore medio di luce diurna.
Allo scopo di assicurare l'economica realizzazione dei livelli di
illuminamento prescritti al precedente punto 5.2.2. e contemporaneamente
le esigenze derivanti dalla protezione dall'irraggiamento solare, è
opportuno che il fattore medio di luce, definito come il rapporto tra
l'illuminamento medio dell'ambiente chiuso e l'illuminamento che si
avrebbe, nelle identiche condizioni di tempo e di luogo, su una
superficie orizzontale esposta all'aperto in modo da ricevere luce
dall'intera volta celeste, senza irraggiamento diretto del sole, risulti
uguale ai seguenti valori:
Vedi tabella n. 12.1
5.2.6. Allo scopo di consentire, durante il giorno, proiezioni di films,
filmine, ecc., i locali ad uso didattico dovranno essere muniti di
dispositivi per attenuare il livello di illuminazione naturale; alcuni
locali dovranno essere predisposti per un completo oscuramento.
5.2.7. Per quanto riguarda l'illuminazione artificiale i minimi valori
richiesti debbono essere ottenuti con opportuni apparecchi di
illuminazione completi di lampade o tubi fluorescenti, che dovranno
essere compresi, come parte integrante, nell'impianto elettrico.
5.3. Condizioni termoigrometriche e purezza dell'aria 5.3.1. I fatti o i
fenomeni presi in considerazione che influiscono sull'abitabilità e
confortabilità dell'ambiente, devono rispondere ai requisiti che
riguardano:
I) l'equilibrio e la conservazione dei fattori fisici dai quali dipende
il benessere termoigrometrico;
II) la conservazione della purezza chimica e microbiologica dell'aria.
5.3.2. Nel periodo invernale i requisiti di abitabilità, per un
ambiente realizzato con pareti perimetrali, che soddisfano ai requisiti
riportati nelle presenti norme, si ottengono soltanto se l'ambiente
stesso è provvisto di impianto di riscaldamento.
5.3.3. Grandezze considerate, termini, simboli, definizioni, unità di
misura.
I termini, i simboli, le definizioni, le unità di misura delle
grandezze anzidette e delle altre comunque richiamate nelle presenti
norme sono riassunti nella seguente tabella:
Vedi tabella n. 13.1
5.3.4. Controlli e misure di laboratorio
Controlli e misure di laboratorio su campioni di pareti fuori opera
possono essere richiesti dal committente.
Tali controlli e misure, da eseguirsi presso laboratori universitari o
qualificati che rilasceranno appositi certificati di prova, dovranno
consistere nelle operazioni di seguito specificate:
I) Controllo di conformità
Comprende tutte le misure e i controlli necessari per accertare che la
misura presentata alla prova corrisponde esattamente per conformazione,
caratteristiche geometriche, materiali impiegati a quanto indicato dalle
specificazioni e dai disegni di progetto.
Nel caso di componenti prefabbricati, il controllo deve riguardare sia
il singolo pannello sia gli elementi di giunzione tra pannelli.
II) Controlli del rapporto massa/superficie frontale della parete.
La misura, da effettuarsi con la precisione del 5%, deve essere
eseguita in modo da fornire elementi sufficienti per risalire, per via
di calcolo, alla massa media della parete definita al precedente punto
5.3.3.
III) Misura della trasmittanza
Dovrà essere eseguita su campioni di dimensioni sufficientemente
grandi, comprendenti almeno un giunto, in modo che la misura su essi
effettuata fornisca il valore medio della trasmittanza dell'intera
parete nelle condizioni quanto più possibile prossime a quelle di
impiego.
IV) Controllo delle proprietà termoigrometriche
Deve essere eseguito in modo da accertare che nelle condizioni di
temperatura previste per l'impiego della chiusura opaca, in nessun punto
della faccia interna di questa possano aversi fenomeni di condensazione,
almeno fino a quando il valore dell'umidità relativo nell'ambiente
interno non superi il limite del 70%.
V) Controllo della tenuta pneumatica.
Deve essere eseguito in modo da accertare che in un ambiente
normalizzato, la parete, normalizzata, da sottoporre a prova
limitatamente alla porzione opaca con esclusione di infissi ma
comprendente gli eventuali giunti tra elementi opachi contigui, assicuri
una tenuta tale che sia possibile mantenere una pressione statica di 50
mm di colonna di acqua con un ventilatore di portata non superiore a 10
m3/h per ciascun m2 di superficie frontale della
parete considerata.
VI) Controllo della tenuta alla pioggia.
Per il controllo della tenuta e impermeabilità alla pioggia è da
osservare quanto prescritto dal punto 5.3.15.
5.3.5. Controlli e misure di cantiere.
I controlli e le misure considerati nelle presenti norme potranno essere
eseguiti sia in corso di opera sia in sede di collaudo.
Essi consisteranno, comunque, almeno, nelle operazioni di cui ai punti
seguenti:
I) Controllo di conformità
Comprende tutte le misure e i controlli necessari per accertare che la
parete in corso di costruzione in opera, o costruita a piè d'opera, o
consegnata a piè d'opera, corrisponde esattamente per conformazione,
caratteristiche geometriche, materiali impiegati, a quanto indicato
dalle specificazioni e dai disegni di progetto e riportato
dall'eventuale certificato delle prove di laboratorio.
II) Controllo della corretta posa in opera.
È un controllo qualitativo, diretto ad accertare che non sono presenti
difetti di esecuzione o di montaggio, tali da compromettere le
caratteristiche funzionali precisate dai disegni e dalle specificazioni
di progetto, confermate dai certificati di eventuali prove di
laboratorio.
Nel caso di costruzioni realizzate con elementi prefabbricati di grandi
dimensioni, come indice qualitativo di corretta posa in opera potrà
essere assunta la condizione di verticalità della chiusura completa,
generalmente verificata ai fini del collaudo statico.
III) Verifica dell'assenza di manifestazioni conseguenti a fenomeni di
condensazione sulla faccia interna della chiusura.
Non essendo possibile effettuare rilevamenti strumentali, dovranno
eseguirsi dopo che sia trascorso almeno un intero ciclo stagionale dalla
ultimazione e dalla consegna dell'edificio e, comunque, entro e non
oltre i termini stabiliti per il collaudo dell'impianto di
riscaldamento, verifiche tendenti ad accertare l'assenza delle tipiche
manifestazioni (macchie, degradazioni d'intonaco o di materiali di
finitura, ecc.) conseguenti a fenomeni di condensazione.
IV) Prove di tenuta all'aria.
Eventuali prove di tenuta all'aria potranno essere effettuate adottando
prove e controlli in cantiere come specificato nel punto 5
3.14.
5.3.6. Equilibrio e conservazione dei fattori fisici
L'equilibrio e la conservazione dei fattori fisici dai quali dipende il
benessere termico è in rapporto:
I) con la caratteristica termica delle pareti perimetrali (fenomeni di
trasmissione di calore e fenomeni connessi e scambi per irraggiamento);
II) con le temperature e l'umidità dell'aria;
III) con i fenomeni di condensazione sulla faccia interna delle chiusure
opache;
IV) con la permeabilità all'aria
5.3.7. Trasmittanza delle chiusure opache
Ai fini del contenimento del flusso termico attraverso le chiusure,
nonché del contenimento delle variazioni della temperatura interna nel
tempo, i massimi valori della trasmittanza H, misurata come specificato
al punto 5.3.3., dovranno risultare non superiori a quelli indicati
nelle seguenti tabelle in relazione alle masse medie per unità di
superficie delle chiusure stesse.
Vedi tabella n. 14.1
Si precisa che il valore di riferimento della somma delle due resistenze
termiche liminari va assunto pari a 0,2 m2h gradi C/Cal.
5.3.8. Trasmittanza delle chiusure orizzontali e verticali trasparenti.
La trasmittanza H media (telaio + vetro) delle chiusure trasparenti
orizzontali o verticali non dovrà risultare superiore ai seguenti
valori:
1) Costruzioni da realizzarsi nei territori della fascia costiera della
penisola e nelle isole ... H minore di 5,5 Cal/m2h gradi C
2) Costruzioni da realizzarsi nell'Italia del Nord e al di sopra dei 500
m ... H minore di 3,5 Cal/m2h gradi C
N.B.- Non essendo ancora definite le zone climatiche in Italia, si è
fatto ricorso a tale sommaria classificazione di carattere indicativo.
5.3.9. Trasmittanza delle chiusure verticali opache con elevata
percentuale di vetratura.
Per le chiusure verticali eminentemente vetrate potrà ammettersi, in
deroga alla norma di cui al precedente punto 5.3.7., 1) che la porzione
opaca della parete stessa corrispondente a davanzale e ciclino sia
caratterizzata da un valore della trasmittanza H minore di 1 Cal/m2h
gradi C indipendentemente dalla massa media di essa, tutte le volte che,
per esigenze di illuminazione diurna, sia necessario prevedere superfici
di finestre di area uguale o maggiore del 50% dell'area della parete che
delimita l'ambiente stesso dall'esterno.
Il valore della trasmittanza H minore di 1 Cal/m2h gradi C potrà
inoltre essere tollerato, sempre indipendentemente dalla massa media,
per le porzioni di speciali elementi prefabbricati che, in un elemento
unico, comprendono la finestra, il sottodavanzale, il ciclino, la
schermatura (infissi monoblocco).
Per tutte le restanti pareti opache vale la norma del punto 5.3.7.
5.3.10. Protezione delle chiusure verticali o orizzontali trasparenti.
Tutte le superfici trasparenti dovranno essere dotate di schermature
esterne ventilate, mobili, realizzate in maniera da garantire che il
flusso termico entrante dovuto all'irraggiamento solare, diretto e
diffuso, non risulti superiore al 30% di quello che si verificherebbe in
totale assenza della schermatura.
5.3.11. Temperatura ed umidità relativa dell'aria degli ambienti.
La temperatura degli ambienti adibiti ad usi scolastici dovrà essere
assicurata, in condizioni invernali, da un adatto impianto di
riscaldamento capace di assicurare in tutti gli ambienti, quando
all'esterno si verificano le condizioni invernali di progetto, le
seguenti condizioni interne:
temperatura ... 20 gradi C + o - 2 gradi C
salvo non sia diversamente prescritto per locali ad uso speciale.
È consigliabile che vengano assicurati adatti valori della umidità
relativa negli ambienti interni adibiti ad attività didattiche e
collettive nel periodo invernale, mediante un trattamento di
umidificazione dell'aria esterna effettuato dall'impianto di
ventilazione idoneo a realizzare un'umidità relativa dell'aria ambiente
del 45 - 55% e a mantenere negli ambienti T = 20 gradi C.
5.3.12. Purezza dell'aria.
Dovrà essere assicurata l'introduzione delle seguenti portate d'aria
esterna, mediante opportuni sistemi:
I) Ambienti adibiti ad attività didattica collettiva o attività di
gruppo.
Per scuole materne ed elementari coefficienti di ricambio 2,5.
Per scuole medie coefficiente di ricambio 3,5.
Per scuole secondarie di II grado coefficiente di ricambio 5.
II) Altri ambienti di passaggio, uffici.
Coefficiente di ricambio 1,5.
III) Servizi igienici, palestre, refettori.
Coefficiente di ricambio 2,5.
5.3.13. Trattamento dell'aria esterna.
Nelle zone in cui si verificano condizioni particolarmente gravi di
inquinamento atmosferico dovrà porsi particolare cura per quanto
riguarda la presa dell'aria esterna.
5.3.14. Prescrizioni relative alla tenuta d'aria.
La chiusura esterna considerata nel suo insieme (comprendente, cioè,
tutti gli elementi che la compongono quali infissi, giunti, ecc ) deve
assicurare nel locale, delimitato da chiusure considerate stagne e dalla
chiusura in esame, una tenuta tale che sia possibile realizzare
nell'ambiente anzidetto una pressione statica di 10 mm di colonna
d'acqua con un ventilatore di portata non superiore a 10 m2/h per
ciascun m2 di superficie frontale della chiusura considerata.
5.3.15. Prescrizioni relative alla tenuta all'acqua.
Le chiusure esterne verticali ed orizzontali, considerate nel loro
complesso e particolarmente nei giunti e negli infissi, debbono essere
realizzate in modo da assicurare che non possano avvenire attraverso di
esse infiltrazioni di acqua di pioggia. Il controllo in laboratorio
della tenuta alla pioggia, dovrà accertare che l'acqua di pioggia che
scorre su una porzione di chiusura esterna verticale opaca comprendente
eventuali giunti, ma non esclusione di infissi, non possa attraversare
la parete, anche quando sulla faccia bagnata si esercita una pressione
statica di 50 mm di colonna di acqua. Per quanto riguarda la
impermeabilità all'acqua la chiusura sottoposta per un periodo di tempo
di 3 ore alla prova sopradescritta, non dovrà presentare un aumento di
peso superiore al 5% di quello determinato prima della prova.
5.3.16. Prescrizioni termoigrometriche.
Negli edifici muniti di impianti di riscaldamento atti a realizzare e
mantenere la temperatura interna di 20 gradi C, nelle condizioni
invernali, in nessun punto della superficie interna delle chiusure
esterne opache delimitanti ogni ambiente la temperatura superficiale
deve risultare inferiore alla temperatura di 14 gradi C in
corrispondenza della temperatura esterna di progetto.
5.3.17. Prescrizioni relative alla condensazione.
I materiali porosi, isolanti termici, devono essere opportunamente
protetti dai fenomeni di condensazione con idonee barriere antivapore
5.4. Condizioni di sicurezza
5.4.1. Le condizioni di sicurezza riguardano principalmente:
I) la stabilità degli edifici in condizioni normali o eccezionali
(terremoti, alluvioni, ecc.);
II) la sicurezza degli impianti, sia nell'uso che nella gestione;
III) la difesa dagli agenti atmosferici;
IV) la difesa dai fulmini;
V) la difesa dagli incendi;
VI) la difesa microbiologica.
5.4.2. Per quanto concerne la stabilità dovrà essere osservato quanto
segue: nella redazione del progetto e dei calcoli di dimensionamento
delle strutture, eseguita secondo i principi della scienza delle
costruzioni, e nella esecuzione dei lavori ci si dovrà attenere
rigorosamente a tutte le norme generali e locali vigenti.
I) I solai, qualunque sia il tipo adottato, dovranno avere un grado di
rigidezza tale da evitare inconvenienti di qualsiasi genere
(deformazioni delle strutture, distacchi da altri elementi della
costruzione, fessurazione dei pavimenti, ecc.).
I sovraccarichi accidentali da adottare sui solai e coperture sono i
seguenti:
- per coperture impraticabili...... 150 Kg/m2
- per laboratori con attrezzatura leggera ...... 500 Kg/m2
- per laboratori con attrezzatura pesante ...... 1000 Kg/m2
- per palestre...... 500 Kg/m2
- per scale e terrazze praticabili ...... 400 Kg/m2
- per tutti gli altri locali ...... 350 Kg/m2
II) Particolare cura dovrà porsi nei calcoli ove i solai sono destinati
a ricevere macchinari e quindi con la presenza di carichi concentrati.
III) Particolare cura dovrà porsi nei calcoli delle azioni derivanti da
vento e neve, tenendo conto delle condizioni locali di clima e di
disposizione, con l'osservanza della norma CNR UNI 10012-67.
IV) Per la resistenza all'urto di corpo molle di grandi dimensioni (urti
accidentali) le pareti, soggette alle opportune prove, dovranno fornire
una resistenza alle sollecitazioni indotte, secondo le modalità di
prova, non inferiore a 25 kgm, sotto tale sollecitazione d'urto, esse
non dovranno presentare lesione alcuna o danneggiamenti tali da
pregiudicare le caratteristiche di sicurezza, di tenuta, di
complanarità o di estetica; le modalità di prova verranno effettuate
secondo le norme ICITE.
5.4.3. Tutti gli impianti, comprese le relative forniture di apparecchi,
dovranno essere tali da non causare danni diretti o indiretti alle
persone che li usano. Dovranno essere osservate tutte le norme in
proposito vigenti ed in particolare:
I) le prescrizioni del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile
1955, n. 547, per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, nonché le
successive regolamentazioni;
II) le prescrizioni dell'Ente nazionale prevenzione infortuni
(E.N.P.I.);
III) nella progettazione dell'impianto di riscaldamento e della relativa
centrale termica dovranno tenersi presenti le disposizioni di cui alla
Legge 13 luglio 1966, n. 615, riguardanti i provvedimenti contro
l'inquinamento atmosferico e dovranno essere osservate le norme di
sicurezza per le centrali termiche emanate dal Ministero dell'interno,
direzione generale dei servizi antincendi e della protezione civile.
5.4.4. Per quanto riguarda la difesa dagli agenti atmosferici delle
pareti perimetrali verticali ed orizzontali, dovrà essere osservato
quanto prescritto nel punto 5.3.15.
5.4.5. Per la protezione contro gli incendi si dovranno osservare le
disposizioni vigenti.
5.4.6. Tutti gli edifici dovranno essere muniti di impianto per la
protezione dai fulmini.
5.4.7. Le sorgenti luminose di illuminazione artificiale poste in
laboratori, officine, palestre, ecc., dovranno essere opportunamente
protette dai pericoli derivanti da urti, vibrazioni, vapori, esalazioni
corrosive, ecc.
5.4.8. Nella progettazione e nella esecuzione di opere relative ad
ambienti ove si svolgono attività di movimento saranno da evitarsi le
cause di possibili infortuni degli alunni.
5.4.9. Le porte di accesso alla scuola e a tutti i locali di uso
collettivo dovranno aprirsi verso l'esterno.
5.5. Condizioni d'uso
Le condizioni di abitabilità debbono essere raggiunte e conservate,
compatibilmente con le esigenze da assolvere, con manovre semplici per
il funzionamento di apparecchi, per la apertura o chiusura di finestre,
per l'inclusione o l'esclusione di impianti e
di sistemi di ventilazione, ecc.
All'atto della consegna dell'edificio l'Ente che ha provveduto alla
costruzione dovrà fornire alla scuola una particolareggiata descrizione
sulla gestione degli impianti, sui livelli di agibilità sul tipo e
complessità delle manovre e sull'uso dei mezzi elementari o complessi,
necessari a consentire:
a) il raggiungimento e la conservazione delle condizioni di agibilità
di cui alle presenti norme;
b) il funzionamento di quelle parti tecniche, o tecnologiche, destinate
ad assicurare un perfetto svolgimento delle operazioni didattiche;
dovranno essere consegnati in duplice copia i disegni e gli schemi della
effettiva realizzazione di tutti gli impianti tecnologici:
riscaldamento, idraulico, elettrico, ecc.
5.6. È da raccomandarsi che il dimensionamento degli edifici e le
relative aree da occupare siano determinati in base ai criteri di
percorrenza già contenuti nelle norme sopraspecificate ed in base alla
percentuale di popolazione nelle varie età scolastiche ubicate nelle
zone da servire, percentuale che sarà dedotta dai più aggiornati dati
statistici delle classi di età della popolazione in mancanza di studi
maggiormente approfonditi.
5.7. Norme finali e transitorie
Le norme di cui sopra, mentre per i progetti in corso di esecuzione, o
già approvati, o in fase inoltrata di approvazione e per gli
ampliamenti, adattamenti, completamenti di edifici già esistenti hanno
carattere indicativo, debbono invece intendersi prescrittive per i
progetti afferenti ai nuovi programmi ed a quelli già esistenti per i
quali non ancora si è provveduto alla progettazione delle relative
opere.
Le norme stesse hanno carattere transitorio e sono fondamentalmente
valide per tutti gli interventi relativi al primo piano triennale di cui
all'art. 1 della Legge 5 agosto 1975, n. 412, in pendenza
dell'emanazione delle nuove norme tecniche previste dall'art. 9 della
legge stessa.
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