D.M. 9 febbraio 1979
Programmi, orari di insegnamento e prove di esame per
la scuola media statale
Il Ministero della Pubblica Istruzione
Visto l'art. 2 della Legge 16 giugno 1977, n. 348, recante modifiche
di alcune norme della Legge 31 dicembre 1962, n. 1859, sulla istituzione
e l'ordinamento della scuola media statale:
Sentito il Consiglio nazionale della pubblica istruzione:
Decreta
I programmi, gli orari di insegnamento e le prove di esame per la scuola
media statale sono stabiliti secondo il testo allegato al presente
decreto
Premessa generale
Parte I - Caratteri e fini della scuola media 1.- Il dettato
costituzionale - La Costituzione italiana sancisce all'art. 34 che
"l'istruzione inferiore impartita per almeno otto anni è
obbligatoria e gratuita" e all'art. 3 che "è compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,
limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,
economica e sociale del Paese"
Al raggiungimento di queste finalità è diretta e ordinata la scuola
media nella sua impostazione educativa e didattica. nelle sue strutture.
nei suoi contenuti programmatici.
2.- Gli interventi legislativi - La scuola media discende da interventi
legislativi che appartengono ad un unico disegno riformatore.
La Legge 31 dicembre 1962, n. 1859, ha istituito la scuola media unica,
obbligatoria, gratuita, secondaria di primo grado.
La Legge 16 giugno 1977, n. 348, ha perfezionato il processo di
unificazione eliminando il principio della facoltatività, estendendo in
pari tempo l'area delle discipline obbligatorie tutte aventi uguale
valore e dignità, e introducendo notevoli innovazioni nella
impostazione dell'educazione linguistica, dell'educazione scientifica e
dell'educazione tecnica.
La Legge 4 agosto 1977, n. 517, ha rafforzato la capacità democratica
delle strutture della scuola media ponendo al centro dei suoi interventi
la programmazione educativa e didattica dalla quale discendono nuovi
criteri di organizzazione del lavoro scolastico, nuovi strumenti
valutativi e corrispondenti iniziative di integrazioni e di sostegno.
Gli interventi legislativi del 1977 sviluppano i principi ispiratori
della riforma del 1962, sia mettendo a disposizione più adeguate
strutture per un servizio scolastico finalizzato alla promozione umana e
culturale di tutto il popolo italiano, sia eliminando quelle strutture
che si erano dimostrate inadeguate (classi d'aggiornamento e classi
differenziali).
Come scuola per l'istruzione obbligatoria, la scuola media risponde al
principio democratico di elevare il livello di educazione e di
istruzione personale di ciascun cittadino e generale di tutto il popolo
italiano, potenzia la capacità di partecipare ai valori della cultura,
della civiltà e della convivenza sociale e di contribuire al loro
sviluppo.
La scuola media, secondo la legge istitutiva, "concorre a
promuovere la formazione dell'uomo e del cittadino secondo i principi
sanciti dalla Costituzione e favorisce l'orientamento dei giovani ai
fini della scelta dell'attività successiva"
a) Scuola della formazione dell'uomo e del cittadino.
La scuola media è formativa in quanto si preoccupa di offrire occasioni
di sviluppo della personalità in tutte le direzioni (etiche, religiose,
sociali, intellettive, affettive, operative, creative, ecc.) Essa
favorisce, anche mediante l'acquisizione di conoscenze fondamentali
specifiche, la conquista di capacità logiche, scientifiche, operative e
delle corrispondenti abilità e la progressiva maturazione della
coscienza di sé e del proprio rapporto con il mondo esterno.
b) Scuola che colloca nel Mondo.
La scuola media aiuta pertanto l'alunno ad acquisire progressivamente
una immagine sempre più chiara ed approfondita della realtà sociale. a
riconoscere le attività con cui l'uomo provvede alla propria
sopravvivenza e trasforma le proprie condizioni di vita, a comprendere
il rapporto che intercorre fra le vicende storiche ed economiche, le
strutture, le aggregazioni sociali e la vita e le decisioni del singolo.
Le esperienze e le conoscenze che la scuola media è tenuta a fornire
offrono, in questo quadro, un ruolo di primaria importanza anche ai fini
dell'orientamento.
c) Scuola orientativa.
La scuola media è orientativa in quanto favorisce l'iniziativa del
soggetto per il proprio sviluppo e lo pone in condizione di conquistare
la propria identità di fronte al contesto sociale, tramite un processo
formativo continuo cui debbono concorrere unitariamente le varie
strutture scolastiche e i vari aspetti dell'educazione. La possibilità
di operare scelte realistiche nell'immediato e nel futuro, pur senza
rinunciare a sviluppare un progetto di vita personale, deriva anche dal
consolidamento di una capacità decisionale che si fonda su una
verificata conoscenza di sé.
d) Scuola secondaria nell'ambito dell'istruzione obbligatoria.
Successiva alla scuola primaria, la scuola media si colloca all'interno
del processo unitario di sviluppo della formazione che si consegue
attraverso la continuità dinamica dei contenuti e delle metodologie
nell'arco della istruzione obbligatoria: essa persegue con sviluppi
originali, conformi alla sua natura di scuola secondaria di primo grado,
il raggiungimento di una preparazione culturale di base e pone le
premesse per l'ulteriore educazione permanente e ricorrente. Come tale
non è finalizzata all'accesso alla scuola secondaria di secondo grado
pur costituendo il presupposto indispensabile per ogni ulteriore impegno
scolastico.
4.- Strutture partecipative per la collaborazione tra famiglia e scuola
previste dal decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n.
416 - Le strutture partecipative di una scuola non ancorata ad un'unica
interpretazione della realtà, ma effettivamente aperta a tutti i
fermenti e gli apporti del mondo esterno, debbono consentire alla scuola
media di sviluppare in modo del tutto particolare la propria azione
educativa in stretta cooperazione con le famiglie, raccogliendo le loro
indicazioni per quanto riguarda le scelte educative fondamentali: a tal
fine dovranno essere vitalizzate le occasioni di incontro offerte dai
consigli di classe, dal consiglio d'istituto, dalle assemblee dei
genitori, dai periodici incontri docenti-genitori. Dovranno essere
altresì utilizzate tutte le occasioni e le strutture per un proficuo
rapporto fra la scuola e le comunità territoriali, anche per il tramite
del consiglio distrettuale, ai sensi del decreto delegato del 31 maggio
1974, n. 416, e delle disposizioni legislative successive.
5.- La professionalità dei docenti nella scuola media - Agli insegnanti
si richiede una specifica capacità professionale al fine di assicurare
la loro iniziativa responsabile nelle scelte didattiche e nella
programmazione degli itinerari di apprendimento anche per realizzare un
proficuo dialogo educativo.
In relazione all'ampliamento delle responsabilità nel rispetto dei
nuovi compiti a lui assegnati dai decreti delegati, si pone per il
docente l'esigenza di una approfondita preparazione non solo sul piano
culturale specifico, ma anche su quello didattico. Da ciò la necessità
di un aggiornamento - come diritto e dovere - che permetta al docente
non solo di adeguare le proprie conoscenze ma anche di acquisire gli
strumenti necessari per affrontare con competenza i propri compiti.
6.- La libertà d'insegnamento e i diritti degli alunni - La libertà
d'insegnamento è garantita ai docenti dall'art. 4 della Legge 30 luglio
1973, n. 477, esplicitato nell'art. 1 del decreto del Presidente della
Repubblica n. 417 che recita: "nel rispetto delle norme
costituzionali e degli ordinamenti della scuola stabiliti dalle leggi
dello Stato, ai docenti è garantita la libertà d'insegnamento.
L'esercizio di tale libertà è inteso a promuovere attraverso un
confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della
personalità degli alunni. Tale azione di promozione è attuata nel
rispetto della coscienza morale e civile degli alunni stessi."
Vengono qui chiaramente indicati gli spazi di una interpretazione
realmente democratica del principio della libertà d'insegnamento per il
docente, il quale, mentre è protagonista delle scelte didattiche, è
tenuto contemporaneamente, nel rispetto dei diritti degli alunni, ad
operare per il raggiungimento dei livelli educativi e culturali
suggeriti dai programmi.
Parte II.- Una scuola adeguata all'età e alla psicologia dell'alunno
1.- La realtà dell'alunno che si trova nella fase della preadolescenza
- Gli alunni ai quali questa scuola si rivolge si trovano ad affrontare
(pur nella diversità delle situazioni personali, dei ritmi dello
sviluppo psico-fisico e dei livelli di maturazione) il passaggio dalla
fanciullezza all'adolescenza per giungere ad una più avvertita
coscienza di sé, alla conquista di una più strutturata capacità di
astrazione e di problematizzazione e ad un nuovo rapporto con il mondo e
con la società.
L'aderenza alle caratteristiche psicologiche di una fase evolutiva,
nella quale si sviluppa la capacità sociale di reciproca relazione e
collaborazione e si avvia l'organizzazione della personalità in una
responsabile autonomia, deve costituire un criterio direttivo costante
dell'azione educativa e didattica dei docenti e della scuola, affinché
possano realizzarsi, da parte degli alunni, proficui processi di
apprendimento e di auto-orientamento.
Dato per scontato che alla scuola media accedono alunni che hanno un
retroterra sociale e culturale ampiamente differenziato, la scuola deve
programmare i propri interventi in modo da rimuovere gli effetti
negativi dei condizionamenti sociali, da superare le situazioni di
svantaggio culturale e da favorire il massimo sviluppo di ciascuno e i
tutti.
2.- Individualizzazione degli interventi - La individualizzazione egli
itinerari di apprendimento è garanzia, per l'alunno di effettiva
soddisfazione del diritto allo studio, cui corrisponde il dovere di
impegnarsi per la promozione di sé e per la preparazione ad assolvere i
propri compiti sociali in termini sia di conquista degli elementi
culturali comunque indispensabili, sia di sviluppo di tutte le
potenzialità personali.
In questo quadro pone particolari problemi la presenza di alunni
portatori di handicap, i quali evidentemente esigono, pur se inseriti,
come disposto dalla legge, nelle classi normali, il rispetto più
attento della loro differenziata situazione e la messa in azione di
appropriati interventi educativi e didattici.
Gli interventi specialistici di medicina scolastica, la disponibilità
di docenti particolarmente preparati, il servizio socio-psico-pedagogico,
le forme particolari di sostegno previsti dalla legge n. 517 del 1977 a
favore degli handicappati - tanto più che il solo inserimento dello
handicappato nella scuola non risolve le difficoltà ma rischia
addirittura di determinare situazioni dannose per lo stesso handicappato
e gli altri membri della comunità-classe-concorrono proprio ad
assicurare un servizio scolastico adeguato alla delicatezza
dell'inserimento. Di fronte a queste situazioni peraltro
l'individualizzazione didattica diventa esigenza imprescindibile nella
programmazione del consiglio di classe.
3.- Rapporti interpersonali - Di fondamentale importanza è infine,
la presa di coscienza del ruolo che in educazione ha la interazione
educativa nei rapporti interpersonali che coinvolgono aspetti razionali
ed affettivi, emotivi, etici: e ciò particolarmente in quella delicata
fase dell'età evolutiva in cui avvengono le trasformazioni più
importanti nella condizione fisica e psicologica (crisi puberale,
affermazione della propria autonomia, ricerca di una società di
sostegno e di rassicurazione tra i coetanei).
Si impone perciò ai docenti una costante verifica dei propri
comportamenti in base alla conoscenza delle dinamiche psicologiche sia
individuali che sociali e tenendo presenti che il rispetto della
crescita e della maturazione personale del preadolescente è essenziale
in questa fase del processo educativo.
Parte III.- Programmazione educativa e didattica
1.- Significato, finalità e struttura dei programmi - Ai programmi di
tutte le discipline debbono riferirsi il consiglio di classe e i singoli
docenti per impostare concretamente, e in relazione alla situazione
della classe e dei singoli alunni, i piani didattici, secondo il
criterio della programmazione curriculare.
La relativa ampiezza dei programmi è giustificata dalla esigenza di
richiamare: le finalità specifiche delle singole discipline e
attività, nel quadro educativo generale in cui esse si inseriscono; la
proposta di alcune linee metodologiche, pur nel rispetto della libertà
didattica dei docenti: la definizione dei contenuti programmatici,
reimpostati, secondo gli sviluppi della ricerca culturale tenendo
presente gli esiti positivi e quelli meno soddisfacenti dell'esperienza
sinora maturata nella scuola dal 1963 e, per alcune discipline, delle
indicazioni contenute nella legge n. 348 del 1977.
2.- Il consiglio di classe - Il consiglio di classe che costituisce
l'organo competente a realizzare il coordinamento degli interventi delle
singole discipline, concorda ed elabora la programmazione educativa e
didattica.
In base alla legge n. 517 la programmazione presenta caratteristiche
notevolmente innovative rispetto a quanto previsto dalla legge n. 1859:
viene ribadita la corresponsabilità degli organi collegiali (consiglio
di classe - collegio dei docenti - consiglio d'istituto) - nella
specificità delle loro competenze - in tutte le fasi sia di
impostazione ed attuazione sia di verifica periodica della
programmazione stessa: sono incluse tutte le attività educative da
realizzare nel corso dell'anno scolastico, comprese le iniziative di
sostegno e le attività di integrazione: sono indicati tempi specifici
per lo svolgimento dell'attività programmata: sono previste periodiche
verifiche collegiali del suo andamento complessivo, per opportuni
conseguenti adempimenti didattici e organizzativi.
3.- Fasi della programmazione - Questa impostazione postula un progetto
educativo didattico che comprende organicamente i seguenti momenti:
a) individuazione delle esigenze del contesto socio-culturale e delle
situazioni di partenza degli alunni:
b) definizione degli obiettivi finali, intermedi, immediati che
riguardano l'area cognitiva, l'area non cognitiva e le loro interazioni:
c) organizzazione delle attività e dei contenuti in relazione agli
obiettivi stabiliti;
d) individuazione dei metodi, materiali e sussidi adeguati;
e) sistematica osservazione dei processi di apprendimento;
f) processo valutativo essenzialmente finalizzato sia agli adeguati
interventi culturali ed educativi sia alla costante verifica dell'azione
didattica programmata;
g) continue verifiche del processo didattico, che informino sui
risultati raggiunti e servano da guida per gli interventi successivi.
La programmazione può prevedere anche l'organizzazione flessibile e
articolata delle attività didattiche (attività interdisciplinari
interventi individualizzati, nonché raggruppamenti variabili di alunni,
anche di classi diverse, e utilizzazione di docenti specializzati
nell'ambito consentito dalla legge n. 517).
4.- Interventi di integrazione e di sostegno - Particolare attenzione
dovrà essere prestata dal collegio dei docenti e dal consiglio
d'istituto alla rilevazione delle esigenze manifestate dalla comunità
sociale entro la quale la scuola sviluppa la sua azione, assumendo anche
i problemi proposti da particolari situazioni di emarginazione culturale
o sociale e promuovendo interventi capaci di rimuoverle nel quadro
dell'educazione permanente programmata dal distretto scolastico.
In tale prospettiva rientrano le attività scolastiche di integrazione
anche a carattere interdisciplinare, organizzate per gruppi di alunni
della stessa classe o di classi diverse, e le iniziative
individualizzate di sostegno.
Il collegio dei docenti, sulla base dei criteri generali indicati dal
consiglio di istituto e delle proposte elaborate dai consigli di classe,
particolarmente in riferimento ai dati offerti dalle verifiche
periodiche, stabilisce il piano di queste iniziative da correlarsi
strettamente con gli obiettivi individuali nella programmazione e da
realizzarsi secondo le modalità previste dalla legge n. 517/77.
Nelle attività di integrazione dovranno essere impegnati tutti gli
alunni: in particolare si dovrà evitare che gli alunni bisognosi delle
iniziative di sostegno siano impegnati soltanto in esse mentre i loro
compagni si dedicano alle attività di integrazione.
Parte IV.- Le discipline come educazione metodologie dell'apprendimento
1.- L'unità dell'educazione - Se la legge n. 348/1977 pone l'accento
sul rafforzamento dell'educazione linguistica sul potenziamento
dell'educazione scientifica, sulla valorizzazione del lavoro
nell'educazione tecnica e sull'introduzione dell'educazione sanitaria,
tuttavia non perdono valore né significato i restanti interventi
disciplinari, i quali tutti concorrono in una prospettiva unitaria
all'educazione della persona.
Infatti, se correttamente interpretate, tutte le discipline curriculari
- sia pure in forme diverse - promuovono nell'allievo comportamenti
cognitivi, gli propongono la soluzione di problemi, gli
chiedono di produrre risultati verificabili, esigono che
l'organizzazione concettuale e la verifica degli apprendimenti sono
consolidate mediante linguaggi appropriati.
Nella loro differenziata specialità le discipline sono, dunque,
strumento e occasione per uno sviluppo unitario, ma articolato e ricco,
di funzioni, conoscenze, capacità e orientamenti, indispensabili alla
maturazione di persone responsabili e in grado di compiere scelte. Si
tratta del resto di soddisfare l'esigenza che il preadolescente
manifesta, passando da esperienze di vita più globali e di cultura più
indifferenziate, proprie della scuola primaria, a quelle più articolate
e specifiche della scuola secondaria di primo grado, sulla linea della
necessaria e appropriata pluralità delle discipline e dei contributi
che esse forniscono.
Confluiscono armonicamente in tale quadro, aderente alle caratteristiche
dell'età e all'esigenza di partecipare alla cultura e alla società
contemporanee, gli insegnamenti indicati dalla legge. Di ognuno è
necessario ricercare e potenziare il contributo peculiare al progetto
educativo formulato unitariamente dal consiglio di classe.
2.- Le articolazioni di una educazione unitaria.
(OMISSIS)
g) Educazione fisica
L'educazione fisica, nella peculiarità delle sue attività e delle sue
tecniche, concorre a promuovere l'equilibrata maturazione psico-fisica,
intellettuale e morale del preadolescente e un suo migliore inserimento
sociale mediante la sollecitazione di un armonico sviluppo corporeo.
(OMISSIS)
3.- Unità del sapere interdisciplinarità - I vari insegnamenti
esprimono modi diversi di articolazione del sapere, di accostamento alla
realtà, di conquista, sistemazione e trasformazione di essa, e a tal
fine utilizzano specifici linguaggi che convergono verso un unico
obiettivo educativo: lo sviluppo della persona nella quale si realizza
l'unità del sapere.
I vari linguaggi infatti concorrono - attraverso il processo di
comunicazione e utilizzando contenuti, attività, strumenti specifici a
seconda della disciplina - all'acquisizione di un sapere unitario.
Di conseguenza possono stabilirsi modalità di cooperazione tra i
diversi insegnamenti evitando comunque accostamenti forzati o puramente
estrinseci. Tale cooperazione dovrà consentire di perseguire, per vie
diverse, gli obiettivi della programmazione educativa, e di mettere a
disposizione di altre discipline i contributi specifici dell'uno e
dell'altro ambito. Riuscirà pertanto pedagogicamente e didatticamente
utile programmare le interrelazioni delle varie discipline in vista di
un approccio culturale alla realtà più motivato e concreto, volto
all'acquisizione di un sapere articolato ed insieme unitario (si
considerino ad esempio il contributo che l'educazione linguistica può
dare alla comprensione dei termini scientifici e del linguaggio
matematico: o, viceversa, il contributo che il metodo scientifico e le
operazioni tecniche possono dare al chiarimento dell'espressione
verbale; nonché gli esiti di chiarezza di pensiero e di capacità di
espressione promossi dall'educazione artistica e dall'educazione
musicale attraverso i linguaggi non verbali pertinenti ai due campi
disciplinari). In particolare, in tutte le discipline deve trovare
spazio l'operatività, che non è solo compito dell'educazione tecnica e
dell'educazione scientifica, al fine di superare la separazione tra
attività intellettuale ed attività manuale.
4.- Processi di apprendimento e graduale sistemazione delle esperienze e
delle conoscenze - L'insegnamento della scuola media si innesta
sull'effettivo grado di sviluppo e di preparazione conseguito nel corso
della istruzione primaria.
A questo scopo non è sufficiente prendere atto delle condizioni
soggettive di maturazione e di preparazione raggiunte da ogni alunno.
È necessario che la scuola media predisponga la sua organizzazione
didattica avendo presente i caratteri metodologici inerenti alle
attività educative realizzate nella scuola elementare e precostituendo,
in tal modo, una situazione scolastica nella quale la progressione dei
processi di apprendimento e di maturazione dell'alunno non abbia a
subire, particolarmente nei tempi del primo approccio con la nuova
istituzione, compressioni artificiose e sollecitazioni innaturali.
Si dovrà dunque riprendere, all'inizio, la peculiarità dei
procedimenti che consentono all'alunno di compiere efficacemente tutte
le possibili esperienze capaci di suscitare in lui interesse e, quindi,
valida motivazione all'apprendimento.
Ciò non significa, peraltro, che tali procedimenti, pur se certamente
proficui soprattutto nella fase di approccio conoscitivo debbano
permanere in tutto lo svolgersi dell'apprendimento, ché anzi ad essi
debbono sempre più accompagnarsi processi di sistemazione che,
elaborando ed ordinando le conoscenze acquisite, introducano l'alunno
alla capacità di astrazione e di sintesi, base sicura di ogni ulteriore
conquista culturale e condizione di libero giudizio critico e quindi di
umana dignità. In particolare l'educazione al metodo scientifico, che
è uno degli obiettivi principali della scuola media, viene favorita dal
procedimento che - muovendo dalle curiosità da esperienze facilmente
comprensibili e per quanto possibile realizzabili dallo stesso alunno,
dall'operatività - sviluppi gradualmente la capacità di astrazione e
sistemazione.
Il procedimento induttivo non è disgiungibile dal procedimento
deduttivo, operazioni logiche entrambe, sempre presenti nell'operare
della mente che si consolida in rapporto allo sviluppo delle capacità
logico-formali.
Vanno visti in questa prospettiva taluni strumenti metodologici che
traggono la loro validità dalla correttezza dell'impostazione e
dell'esecuzione, come, ad esempio, la ricerca individuale e di gruppo
Essa si fonda essenzialmente su alcuni punti, il rispetto dei quali ne
assicura l'utilità ai fini dell'apprendimento:
a) la definizione dell'ipotesi che la ricerca si propone di realizzare;
b) l'obiettivo che si intende conseguire;
c) il metodo prescelto e gli strumenti (documentazione e materiale) da
utilizzare.
È preferibile che la ricerca sia attuata in classe sotto la guida
dell'insegnante.
Un corretto procedimento metodologico perseguirà costantemente la
organicità e la coerenza nella trattazione dei contenuti culturali.
Evitare di insistere su tematiche quasi esclusivamente riferite al
presente non significa certamente voler impedire che l'interesse
naturale dell'alunno si polarizzi su argomenti più vicini alla sua
diretta esperienza, ma far sì che egli, insieme alla più gradita
conoscenza del presente, acquisti anche la consapevolezza dei rapporti
che ci legano al passato. Parimenti è da evitare la insistenza su temi
monografici che restringono il vasto spazio delle conoscenze a fatti
episodici, oggetto di trattazione pressoché obbligata in una prassi
didattica ampiamente diffusa che consegue spesso il risultato di privare
l'alunno della visione di insieme di un quadro di conoscenze
organicamente tra loro collegate sia pur nelle loro linee fondamentali.
In tal modo acquistano validità ed incisività culturale le nozioni,
tempestivamente ed adeguatamente utilizzabili in un contesto più ampio,
mentre è da evitare che la cultura si identifichi in una serie di
informazioni fini a se stesse e nella successione
memorizzazione-ripetizione. Sotto questo profilo particolarmente
opportuno sembra che tutti gli insegnanti stimolino gli alunni alla
lettura di opere divulgative o monografiche su aspetti fondamentali di
vari ambiti: dalla storia alla letteratura, alle scienze, alle arti,
alla tecnica, ecc.
La scuola inoltre non deve ignorare che gli alunni vivono in un contesto
ampiamente connotato dai messaggi dei mezzi di comunicazione sociale che
possono avere un forte potere persuasivo e massificante: in questa
situazione la scuola media deve favorire la comprensione dei loro
linguaggi specifici al fine di mettere i preadolescenti in grado sia di
utilizzare tali linguaggi a fini espressivi o comunicativi sia di
leggere e di valutare criticamente i messaggi così trasmessi.
5.- La socializzazione - Non minore importanza, rispetto all'educazione
al conoscere, riveste l'educazione al vivere insieme, all'operare in
spirito di solidarietà con gli altri nella costruzione
del bene comune.
La scuola media concorre alla formazione del cittadino sia mediante la
proposta di prospettive culturali, offerta da tutte le sue discipline e
da tutte le sue attività, che valgano a far cogliere il significato del
contributo del singolo allo sviluppo sociale sia mediante concrete
esperienze di cooperazione, a cominciare da quelle costituite dal
procedimento didattico del lavoro di gruppo di cui, al di là di errate
mitizzazioni, si deve utilizzare la funzione di stimolo all'operare
insieme nel rispetto reciproco, avviando un utile tirocinio del
comportamento democratico. Evidentemente il lavoro di gruppo dovrà
essere attuato in modo da valorizzare il contributo di ciascuno e non
sopprimere il momento della riflessione e dello studio personale.
Se alla formazione del cittadino debbono concorrere, come si è detto,
tutte le discipline, l'educazione civica avrà una sua peculiare
responsabilità in quanto consente in modo più preciso di prendere
conoscenza e coscienza degli ordinamenti e delle strutture civiche e
politiche.
Utile sarà anche un avvio alle metodologie del vivere in democrazia che
educhi ad un dibattito tanto più corretto quanto più fondato sulla
tolleranza e sul rispetto reciproci e su una conoscenza della realtà la
più documentata possibile e che valga ad evitare forme distorte di
competitività
Le conoscenze acquisite, le capacità maturate, i comportamenti e le
abilità sviluppate, sempre nell'ambito di un clima che consenta
all'allievo di nutrire fiducia nella propria possibilità di esprimere
liberamente e criticamente opinioni e proposte, gli permetteranno una
lettura puntuale e funzionale della realtà che lo circonda e lo
coinvolge ed una partecipazione responsabile alla gestione critica e
creativa di essa.
Ponendo gli alunni a contatto con i problemi e le culture di società
diverse da quella italiana, la scuola media favorirà anche la
formazione del cittadino dell'Europa e del mondo, educando ad un
atteggiamento mentale di comprensione che superi ogni visione
unilaterale dei problemi e avvicini alla intuizione di valori comuni
agli uomini pur nella diversità delle civiltà, delle culture e delle
strutture politiche.
(OMISSIS)
Educazione fisica
Indicazioni generali
L'insegnamento dell'educazione fisica, nella peculiarità delle sue
manifestazioni, dei suoi linguaggi e delle sue tecniche, rientra
naturalmente nel concerto dell'azione educativa della scuola media,
fornendo un particolare contributo alla formazione dell'uomo e del
cittadino.
Gli aspetti concorrenti dell'insegnamento dell'educazione fisica sono:
la coscienza della corporeità anche come mezzo espressivo pur
nell'unità fondamentale della persona umana: l'ordinato sviluppo
psico-motorio nel quadro del pieno sviluppo della personalità: la
valorizzazione di un ambito privilegiato per lo svolgimento di
esperienze formative di vita di gruppo e di partecipazione sociale. Il
coordinamento dell'azione didattica del docente di educazione fisica con
quella degli altri docenti favorirà inoltre nell'alunno,
l'interiorizzazione di una cultura interdisciplinare, relativamente alle
materie con le quali l'educazione fisica più frequentemente entra in
contatto. Ciò vuol dire che, ferma restando l'area di professionalità
di ciascun docente, l'insegnamento dell'educazione fisica, mentre
persegue gli obiettivi suoi propri, può e deve costituire, da un verso
verifica vissuta di nozioni apprese, dall'altro stimolo alla
chiarificazione di concetti, relativi a discipline diverse. Nessi
interdisciplinari con le scienze naturali (avendo particolare riguardo
all'educazione sanitaria), con l'educazione civica, artistica e musicale
sono immediatamente percepibili: ma altri possono venirne continuamente,
nella realtà sempre nuova della vita scolastica.
Il programma è unico per il triennio e comune a entrambi i sessi.
Sono rimesse alla responsabile valutazione dell'insegnante, di fronte
alle diverse situazioni, la traduzione in concreto del programma e la
sua scansione nel tempo, in relazione ai problemi specifici delle
singole scuole, delle singole scolaresche, dei singoli alunni e in
relazione alla graduale evoluzione delle motivazioni nell'arco dei tre
anni. Ogni alunno, quale che sia la sua condizione (anche handicappato),
deve poter trarre giovamento dal servizio apprestato dalla scuola e
partecipare alla vita del gruppo con inserimento il più attivo
possibile. Le attività saranno articolate in un progetto predisposto
annualmente dall'insegnante, didatticamente coordinato nell'ambito delle
competenze del consiglio
di classe.
Le indicazioni operative che seguono, per esigenza di chiarezza,
tracciano distintamente alcune aree fondamentali dell'insegnamento
dell'educazione fisica. È ovvio che nella prassi della azione educativa
le esercitazioni connesse vanno combinate logicamente nel modo più
opportuno, in modo che la successione di sforzi e di carichi risponda
anche a rigorose leggi fisiologiche curando che ciascuna lezione abbia
come protagonista l'alunno con le sue esigenze psicofisiche e comprenda
anche attività particolarmente gradite agli alunni (esercizi sportivi,
giochi di gruppo, ecc.) tutte però finalizzate al raggiungimento degli
obiettivi prescelti. Anche in ordine all'educazione fisica è necessario
tenere conto dell'unità fondamentale della personalità dell'alunno in
ogni istante della sua evoluzione. In questo quadro deve essere
rispettata il più possibile una gradualità che corrisponda all'ordine
insito nello sviluppo fisico onde evitare il verificarsi di ritardi
psicofisici spesso irreparabili e di conseguenza fortemente negativi.
Ne deriva la necessità di porre massima attenzione al grado di sviluppo
psico-motorio che il preadolescente ha acquisito, sin dalla scuola
elementare, anche se spesso questo dato non è adeguato sia per ragioni
intrinseche (ritmi personali di sviluppo) sia per motivi di obiettiva
difficoltà della scuola di provenienza. Si suggerisce,
conseguentemente, l'adozione di una metodologia che, presupposta una
chiarezza di obiettivi e di interventi, si realizzi in una educazione
fisica centrata su attività che abbiano la possibilità di colmare le
lacune, di sostenere lo sviluppo in ciascuno delle qualità fisiche
fondamentali e delle relative capacità (potenziamento fisiologico), il
consolidamento e il coordinamento degli schemi motori di base, la
promozione della capacità di vivere il proprio corpo in termini di
dignità e di rispetto; la formazione di sane abitudini di previdenza e
di tutela della vita, il conseguimento di capacità sociali di rispetto
per gli altri.
Sarà, perciò, necessario partire dall'osservazione ed analisi del
preadolescente per stabilire il reale livello psico-motorio, proporre
situazioni educative personalizzate e seguire, via via, in sede di
valutazione, il grado di sviluppo del soggetto correlato ai dati
ambientali, relazionali, psico-somatici che costituiscono i tratti
essenziali del livello di partenza.
Obiettivi e indicazioni programmatiche
1 ) Potenziamento fisiologico
Il potenziamento fisiologico costituisce, oltre un obiettivo di per sé
apprezzabile, il presupposto per il normale svolgimento delle attività
appresso specificate. In questo ambito vanno curati:
a) il miglioramento della funzione cardio-respiratoria. Sono noti al
riguardo differenti metodi operativi, che hanno in comune i seguenti
elementi: il predominio del lavoro di resistenza integrale (regime
aerobico); la necessità di integrare questo lavoro con minime, graduali
attività in regime anaerobico; l'attenzione da prestare alle tecniche
di recupero. Si sottolinea, a questo riguardo, l'utilità della corsa,
su distanze opportunamente programmate, nell'arco dell'anno e del
triennio possibilmente su terreno vario, con ritmo alterno, con
superamento in agilità di ostacoli naturali o predisposti;
b) il rafforzamento della potenza muscolare. La forza è una componente
che determina e influenza il gesto finalizzato. Per l'incremento di
questa qualità sono utili gli esercizi a carico naturale o con piccoli
carichi (palle zavorrate, bastoni di ferro, altri attrezzi anche
adattati). Il rafforzamento della muscolatura delle grandi masse degli
arti è inefficace se non associato al
rafforzamento del tono dei muscoli della colonna vertebrale e delle
cinture delle spalle e del bacino. A scopo preventivo-correttivo può
insistersi sul rafforzamento di gruppi muscolari specifici;
c) la mobilità e la scioltezza articolare. La capacità di eseguire
movimenti di grande ampiezza è condizione necessaria per una buona
esecuzione di movimento e facilita qualsiasi apprendimento motorio. Sono
utili a conseguirla esecuzioni ripetute ai piccoli e grandi attrezzi,
assicurando sempre il corretto gioco delle articolazioni in un momento
dell'evoluzione delle ossa lunghe;
d) la velocità. Essa, intesa come capacità di compiere azioni otorie
nel più breve tempo, presuppone le altre capacità dianzi lencate, e si
sviluppa con l'automatismo del gesto, efficace ed conomico. Tale
automatismo deve essere suscettibile di adattamento d una situazione
mutevole, portando così alla destrezza.
2) Consolidamento e coordinamento degli schemi motori di base Premessa
la presa di coscienza del proprio corpo da parte ell'alunno,
l'aggiustamento dello schema corporeo implica nuove e pù ricche
acquisizioni relative al rapporto del corpo con lo mbiente. In
particolar modo debbono essere ricercate situazioni implicanti rapporti
non abituali fra il corpo e lo spazio, quali le capovolte, gli
atteggiamenti variati in fase di volo, gli esercizi di acquaticità
(dove possibile). L'attrezzo, sia grande che piccolo, codificato o
occasionale, sarà considerato in funzione della molteplicità degli
stimoli che può offrire. Particolarmente valida può riuscire
l'esecuzione di azioni, accuratamente scelte e preferibilmente tratte
dai grandi giochi, al fine di verificare e affinare: l'equilibrio
posturale e dinamico; la coordinazione generale; l'apprezzamento delle
distanze (es., con lanci di precisione, con balzi misurati in corsa) e
delle traiettorie (es.. esercizi e attività combinate con pallone in
spostamento, spostamenti in relazione al piazzamento o al movimento del
compagno o dell'avversario); la percezione temporale (es., movimenti a
ritmo e riproduzione del ritmo, movimenti correlativi ai tempi di
spostamento di un compagno o del pallone): la rappresentazione mentale
di situazioni dinamiche (es., programmazione di azioni di attacco o
difesa in giochi sportivi).
Particolare attenzione va posta al consolidamento della lateralizzazione
assecondando le naturali e spontanee funzioni. Le relative esercitazioni
potranno fornire anche spunti ad altri ambiti, fra cui l'educazione
stradale.
3) L'attività motoria come linguaggio
Il movimento è uno dei linguaggi attraverso il quale l'uomo esprime il
suo mondo interiore ed entra in rapporto con gli altri.
Tale linguaggio deve pur essere utilizzato nella scuola, accanto ai
linguaggi verbali, visuali e musicali, per consentire all'alunno
l'esplorazione e la valorizzazione di tutti i mezzi di espressione e
d'interrelazione. In questo senso saranno perseguiti tutti i tentativi
validi allo scopo di far rappresentare, attraverso la ricerca di
movimenti naturali, sensazioni, sentimenti, immagini, idee, sia a
livello individuale, sia a livello di gruppo.
4) Attività in ambiente naturale
Costituisce vasto settore dell'attività motoria in cui la scuola si
riaggancia alla vita, rinnovando il rapporto uomo-natura.
L'insegnante, in relazione all'ambiente in cui opera, privilegerà lo
espletamento delle lezioni all'aria aperta o in ambiente naturale.
Tali iniziative, se attentamente preordinate nel quadro della
programmazione educativa e didattica, da un lato valgono come ulteriore
elemento formativo della personalità degli alunni,
dall'altro possono costituire occasioni concrete di apprendimento
interdisciplinare.
5) Avviamento alla pratica sportiva
L'avviamento alla pratica sportiva si inserisce armonicamente nel
contesto dell'azione educativa, in quanto teso allo scopo di contribuire
alla formazione della personalità degli alunni e a porre le basi per
una consuetudine di sport inteso come acquisizione di
equilibrio psicofisico nel quadro dell'educazione sanitaria. In questa
considerazione, l'insegnante troverà modo di inserire nelle lezioni di
educazione fisica l'avviamento a discipline sportive, la cui pratica
potrà essere poi sviluppata nell' ambito delle apposite ore
d'insegnamento complementare.
L'avviamento alle discipline sportive offrirà occasione di utilizzare o
scoprire globalmente gesti usuali, quali il correre, il saltare, lo
scansare, il lanciare, il prendere, secondo uno scopo in una continua
successione di situazioni problematiche. L'impegno di miglioramento dei
risultato discende solo dalla logica della ricerca e della verifica del
movimento più corretto e preciso; in questo senso lo sport scolastico
tende alla disciplina interiore, alla padronanza del corpo, alla
formazione e all'affinamento di condotte motorie personali. Il rispetto
che deve sempre pretendersi delle regole dello sport o del gioco - siano
esse codificate o liberamente concordate - tende ad imprimere una
consuetudine di lealtà e di civismo che non può esaurirsi nell'ambito
della lezione e della scuola. Gli sport e i giochi di squadra valgono in
più a introdurre e consolidare abitudini di collaborazione reciproca.
L'avviamento allo sport comporta naturalmente forme di competizione fra
gli alunni. Ciò induce a chiarire che l'agonismo, inteso come impegno a
dare il meglio di se stessi nel confronto con gli altri, rientra nella
logica dell'educazione e perciò della scuola Ciò comporta
l'acquisizione da parte degli alunni di una coscienza critica nei
confronti di comportamenti estranei alla vera essenza dello sport, come
la ricerca del risultato a ogni costo, o l'assunzione di atteggiamenti
divistici.
Infatti una prestazione o una vittoria hanno significato solo in quanto
rappresentano il segno di una conquista su se stessi o il frutto di un
impegno liberamente assunto e tenacemente perseguito
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