Legge 14 agosto 2000, n. 247
(in GU 4 settembre 2000, n. 206)
Interventi urgenti per l'utilizzazione di finanziamenti destinati all'istruzione
Art. 1.
1. Il disposto di cui all’articolo 1, comma 13, della legge 10 marzo 2000, n. 62, si applica a decorrere dall’esercizio finanziario 2000.
2. Le disponibilità finanziarie iscritte alle unità previsionali di base 3.1.2.1 e 10.1.2.1, ad esclusione di quelle imputate al capitolo 4150 della stessa unità previsionale di base 10.1.2.1, dello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione per l’anno 2000, come incrementate a norma dell’articolo 1, comma 13, della legge 10 marzo 2000, n. 62, sono immediatamente assegnate alle scuole elementari parificate e alle scuole materne non statali autorizzate, sulla base, per queste ultime, di un parametro unitario per sezione, al fine di assicurare il regolare inizio dell’anno scolastico 2000-2001.
3. La somma di lire 220 miliardi di cui all’unità previsionale di base 10.1.2.1 dello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione già iscritta al capitolo 1461 per l’anno 1999 e trasferita nel conto dei residui relativo al medesimo esercizio è mantenuta in bilancio per l’esercizio 2000 in deroga alle vigenti disposizioni in materia di contabilità pubblica. La predetta somma è immediatamente assegnata alle scuole materne non statali autorizzate con la stessa modalità di cui al comma 2.
4. All’onere di lire 340 miliardi per l’anno 2000 derivante dall’attuazione del comma 1 si provvede mediante utilizzo dello stanziamento iscritto nell’ambito dell’unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l’anno 2000, utilizzando, quanto a lire 327 miliardi, l’accantonamento relativo al Ministero della pubblica istruzione, e, quanto a lire 13 miliardi, l’accantonamento relativo al Ministero dei trasporti e della navigazione. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.