Proposta di Legge AC 295
d'iniziativa dei deputati Giacco, Duca, Ruggieri
Riconoscimento della lingua dei
segni italiana
(Presentata il 30 maggio 2001)
Art. 1.
1. In applicazione degli articoli 3 e 6 della Costituzione e in
ottemperanza alla risoluzione sui linguaggi gestuali per i sordi del
Parlamento europeo del 17 giugno 1988, la lingua dei segni italiana
(LIS) è riconosciuta come lingua della comunità dei sordi, con la
previsione delle competenze, provvidenze e tutele conseguenti a tale
riconoscimento.
2. Con decreto del Presidente della Repubblica sono emanate, entro
tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentito
l'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordomuti, le
relative norme di attuazione.
Relazione
Onorevoli Colleghi! - I sordi in Italia sono oltre 70 mila: in
questa cifra sono inclusi sia coloro che sono nati sordi o che sono
diventati sordi nei primi anni di vita (e quindi non hanno potuto
acquisire il linguaggio parlato come bambini udenti, a causa della
sordità), sia le persone che sono diventate sorde, dopo aver appreso
il linguaggio parlato.
Specie per i primi, i cosiddetti "sordomuti", che possono
imparare la lingua parlata solo dopo un iter di riabilitazione, è
molto importante disporre della lingua dei segni italiana (LIS), con
una propria specificità morfologica, sintattica e lessicale.
La LIS consente ai bambini sordi un pieno sviluppo cognitivo
nell'ambito della propria comunità che includa sia persone sorde che
udenti. Tale sviluppo è la base per un pieno accesso all'istruzione,
alla cultura e all'inserimento lavorativo e sociale. La lingua dei
segni infatti è la lingua naturale delle persone sorde perché la sua
modalità visivo-gestuale può essere acquisita in modo spontaneo dai
bambini sordi con le stesse tappe del linguaggio parlato.
In Italia, la prima ricerca sulla LIS si è svolta negli anni ottanta
presso l'Istituto di psicologia del Consiglio nazionale delle ricerche
in collaborazione con alcuni ricercatori sordi che hanno cominciato ad
indagare sulla loro competenza nativa in una lingua che non erano mai
stati abituati a considerare tale. A questa prima ricerca sono seguite
altre di stretta connessione con quelle di altri Paesi europei ed
extraeuropei.
Ormai esistono in Italia, così come in tanti altri Paesi europei ed
extraeuropei, dizionari delle lingue dei segni e molte pubblicazioni,
alle quali hanno contribuito anche ricercatori sordi, che analizzano
dimensioni diverse, linguistiche, storiche e socio-linguistiche, della
LIS.
Si rileva che nel corso degli ultimi anni la presenza degli interpreti
della lingua dei segni alla RAI-Radiotelevisione italiana ha
contribuito ad accrescere la cultura e l'informazione dei sordi e che
analoghe funzioni saranno sempre più richieste in contesti educativi,
legali, di assistenza sanitaria e molti altri.
Esistono già alcune leggi che costituiscono riferimenti fondamentali
per l'inserimento sociale, educativo e lavorativo delle persone sorde;
possiamo citare come esempio:
la legge quadro 5 febbraio 1992, n. 104, per l'assistenza,
l'integrazione sociale ed i diritti delle persone portatrici di
handicap;
il testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297,
titolo VII, capo IV, sezione I, paragrafo I, per il diritto
all'educazione, all'istruzione e all'integrazione dell'alunno,
portatore di handicap, che stabilisce, altresì, l'obbligo scolastico
per gli alunni sordi;
la legge 12 marzo 1999, n. 68, recante norme sul diritto al lavoro dei
disabili ed il relativo regolamento di esecuzione di cui al decreto
del Presidente della Repubblica 10 ottobre 2000, n. 333.
Esistono infine, in tale senso, importanti atti delle istituzioni
europee:
risoluzione del Parlamento europeo del 13 novembre 1985 sull'Europa
dei cittadini (Gazzetta Ufficiale n. C345 del 12 dicembre 1985, pagina
27);
comunicazione della Commissione al Consiglio del 29 ottobre 1981
sull'integrazione sociale dei minorati (Gazzetta Ufficiale n. C347 del
31 dicembre 1981, pagina 14) e risoluzione del Consiglio del 21
dicembre 1981 sullo stesso argomento (Gazzetta Ufficiale n. C347 del
31 dicembre 1981). |