SINTESI DEL RAPPORTO FINALE
SULLA SPERIMENTAZIONE A.S.C.A.N.I.O. |
Ladozione del progetto A.S.C.A.N.I.O. (Attività Sperimentale
Coordinata Avvio Nuovi Indirizzi Organizzativi) ha consentito alla scuola
dellinfanzia:
- da un lato di costruire modelli organizzativi coerenti con il nuovo profilo culturale
disegnato dagli Orientamenti;
- dallaltro di anticipare i processi di realizzazione dellautonomia
scolastica, nel quadro della riforma complessiva delle istituzioni educative (riordino dei
cicli).
1. LE CONDIZIONI |
CHE HANNO DATO VITA ALLA SPERIMENTAZIONE |
Adesioni alla sperimentazione, durata e personale aggiuntivo
Lattività sperimentale si é realizzata nellarco di
quattro anni ed ha coinvolto un notevole numero di scuole, uniformemente distribuite
sullintero territorio nazionale. La diffusa adesione alla sperimentazione risulta
dai seguenti dati:
- 1295 sezioni sono state inserite nel campione sperimentale (il 70% delle sezioni
autorizzabili), di cui 1102 sezioni sono state autorizzate nel primo anno (85%) e 193
sezioni (15%) nel secondo anno;
- 1117 sezioni hanno svolto lattività sperimentale: 937 sezioni (il 72% del
campione sperimentale) per quattro anni e 180 sezioni (il 14 %) per tre anni;
- 178 sezioni (pari al 14% del campione) hanno rinunciato a completare il ciclo
sperimentale: il 6% delle sezioni autorizzate nelle regioni del Nord, il 15% in quelle del
Centro e nelle due Isole maggiori, il 18% nelle regioni del Sud.
- 86 unità di personale docente aggiuntivo sono state complessivamente assegnate ai
nuclei sperimentali: il 7% delle sezioni inserite nel progetto ha così potuto avvalersi
di tale risorsa, in misura maggiore (10%) nelle regioni del Nord, nella media (7%) nelle
regioni del Centro e nelle due Isole maggiori, in misura minore nelle regioni del Sud
(4%);
La domanda sociale, le motivazioni e le risorse utilizzate
Con la sperimentazione non si é inteso proporre un unico modello
organizzativo, valido per tutte le scuole dellinfanzia, quanto piuttosto
sollecitarle a rispondere adeguatamente, mediante lofferta di una molteplicità di
modelli, alla varietà della domanda formativa presente in contesti economici,
sociali e culturali diversi:
- in ambienti urbani, mediante la messa a punto di unofferta formativa nell'ottica
del superamento sia del modello custodialistico-assistenziale, che caratterizza la domanda
di certe periferie urbane, sia del modello anticipazionistico, che é presente talvolta in
quartieri della città in cui i servizi sono ben organizzati ed integrati;
- in comunità di medie dimensioni, contraddistinte per lo più da un buon livello di
comunicazione e di collaborazione fra scuola, famiglia e territorio, mediante il
potenziamento di modelli organizzativi che facilitino la funzione di filtro, di
arricchimento e di valorizzazione delle esperienze dei bambini nei diversi contesti ed
ambienti di vita;
- in piccoli centri rurali, mediante ladozione di modelli organizzativi atti a
spezzare la rigidità della mono-sezione, mediante unorganizzazione educativa e
didattica più flessibile e tale da permettere a chi opera in tali contesti di uscire
dallisolamento.
Sostanzialmente due sono state le motivazioni delladesione
alla sperimentazione Ascanio da parte di scuole che operano in contesti così diversi:
- proseguire esperienze di ricerca nelle quali le scuole si erano già impegnate, in modo
da dare maggiore spessore e visibilità alle loro iniziative, con controlli più rigorosi,
verifiche più puntuali, documentazioni più accurate, forme di pubblicizzazione più
estese;
- migliorare ulteriormente la qualità dellofferta formativa, mediante cambiamenti
nella predisposizione dei tempi, nellutilizzazione degli spazi, nelle forme di
raggruppamento dei bambini, nella diversa suddivisione delle competenze fra i docenti,
nella pluralità delle tipologie didattiche e nelle modalità di progettazione degli
interventi educativi.
Le risorse culturali e professionali utilizzate nel corso
dellattività di sperimentazione sono state:
- gli insegnanti, risorsa fondamentale, con la loro disponibilità sia a ristrutturare
l'orario di servizio, privilegiando la presenza di tutto il gruppo docente nei momenti di
maggior impegno dei bambini, sia a mettere in campo la loro professionalità, in termini
di competenze culturali, pedagogiche, metodologiche e didattiche, unite ad una aperta
sensibilità e disponibilità alla relazione educativa;
- il direttore didattico con la sua presenza fattiva e il suo apporto insostituibile al
fianco degli insegnanti nelle diverse fasi della sperimentazione e l ispettore
tecnico, spesso coadiuvato dai membri della Commissione provinciale per lattività
di monitoraggio;
- gli I.R.R.S.A.E. per la realizzazione, in alcune realtà, anche di iniziative autonome
di aggiornamento;
- per ultimo, ma non da ultimo, le Organizzazioni sindacali e le Associazioni degli
insegnanti, per il ruolo svolto anche con l'attivazione di un "Osservatorio
permanente" che ha seguito la sperimentazione in ogni sua fase.
Il monitoraggio a livello provinciale e nazionale.
Le commissioni provinciali hanno operato nelle varie fasi della
sperimentazione con modalità di intervento non sempre omogenee. Ad alcune scuole, ad
esempio, è mancato il supporto della consulenza iniziale da parte delle Commissioni
nominate successivamente.
Nella fase iniziale il ruolo delle Commissioni è stato quello di
fornire consulenza alle scuole interessate a partecipare alla sperimentazione. Tale
consulenza si è caratterizzata, fra laltro, nellattività di:
- organizzazione di conferenze di servizio e di riunioni dirette ai capi di istituto e ai
docenti;
- attivazione di uno sportello di consulenza e orientamento sul progetto Ascanio, anche
tramite contatti telefonici, tramite fax...
Nella fase successiva di selezione dei progetti le Commissioni,
evitando atteggiamenti fiscali e selettivi, hanno cercato di cogliere il significato delle
proposte elaborate dalle scuole, mediante lindividuazione dellipotesi
sperimentale non sempre chiaramente esplicitata nei progetti.
Nella attività di coordinamento e di supporto i momenti chiave della
consulenza offerta sono stati costituiti da:
- incontri periodici con i rappresentanti dei nuclei sperimentali;
- sollecitazioni alle scuole per la raccolta sistematica della documentazione;
- predisposizione di opportuni strumenti di verifica (griglie guida, questionari).
Le Commissioni sono state impegnate anche nella promozione e
nellorganizzazione di iniziative di aggiornamento e di diffusione della conoscenza
della sperimentazione Ascanio mediante:
- giornate di studio ed incontri sia a livello provinciale che regionale per
lanalisi della sperimentazione condotta in base alle relazioni presentate dai
docenti dei nuclei sperimentali;
- incontri di formazione del personale docente con la collaborazione di Associazioni ed
Enti locali.
Il Comitato Tecnico Scientifico (C.T.S.), costituito presso il
Servizio per la scuola materna, ha provveduto ad elaborare, nelle diverse fasi della
sperimentazione, una serie di strumenti per il monitoraggio.
Nella fase di avvio sono state predisposte le seguenti schede:
- sintesi dei singoli progetti presentati dalle scuole (Ascanio/1), da compilare da parte
delle Commissioni provinciali;
- individuazione in ogni provincia dei nuclei sperimentali (Ascanio/2), da redigere da
parte dei Provveditori agli Studi.
Nella fase di attuazione della sperimentazione sono stati tabulati i
dati relativi alle informazioni fornite dai singoli nuclei sperimentali in merito a:
- modifiche apportate alle variabili indipendenti (Ascanio/3);
- cambiamenti riscontrati nelle variabili dipendenti (Ascanio/4).
Nella fase finale, preceduta da una giornata di studio con gli
Ispettori del settore e da tre seminari interregionali e culminata nella stesura del
Rapporto finale e di questa sintesi, il C.T.S. ha predisposto ulteriori strumenti relativi
a:
- rilevazione dei nuclei sperimentali operanti nellanno 1997/98 (Ascanio/5);
- attività svolta dalle Commissioni Provinciali (Ascanio/6);
- schema per la relazione provinciale finale (Ascanio7).
Inoltre il C.T.S. ha elaborato e diffuso materiale relativo a:
- schema per lanalisi di caso,
- indicazioni sulla documentazione nellambito del progetto Ascanio,
- linee-guida per una rilevazione ed unautoanalisi da parte delle singole scuole del
percorso sperimentale.
2. LA REALIZZAZIONE |
DEL PERCORSO SPERIMENTALE |
Larticolazione del tempo-scuola e la costituzione del
"team" docente (variabili indipendenti)
Il progetto sperimentale ha previsto la possibilità di intervenire
operativamente, a livello organizzativo, su due elementi fondamentali della struttura
della scuola dellinfanzia:
- la ridefinizione degli orari;
- la costituzione di un "gruppo docente" operante su gruppi di bambini di più
sezioni.
I nuclei sperimentali hanno variato in modo consistente in tutte le
realtà territoriali entrambi gli elementi.
In relazione alle modalità di variazione del tempo-scuola si
può rilevare quanto segue:
- un numero consistente di sezioni, già aperte nella giornata del sabato, ha optato per
la chiusura della scuola in tale giornata;
- diverse sezioni con orario giornaliero di otto ore hanno scelto un orario diverso, con
una ridistribuzione fra le fasce orarie limitrofe, proseguendo la linea di tendenza già
in atto in ognuna delle varie zone del Paese: al Nord le fasce orarie interessate sono
state quelle superiori alle otto ore, al Sud e nelle Isole quelle inferiori alle otto ore,
al Centro entrambe;
- le variazioni precedentemente indicate sono state più accentuate fra le sezioni che
hanno svolto sei giorni di attività settimanale.
Il team docente ha organizzato il proprio orario in
modo da garantire un periodo di compresenza funzionale al progetto didattico. Ciò ha
permesso di operare con gruppi ridotti di bambine e di bambini sia della stessa sezione
sia di sezioni diverse. Solo in pochi casi gli insegnanti hanno continuato ad operare
esclusivamente con gruppi di bambini della propria sezione.
Al riguardo possono essere formulate le seguenti osservazioni:
- con la sperimentazione più giorni alla settimana sono stati riservati ad attività
svolte in compresenza, impegnando per tali attività più ore ogni giorno;
- la compresenza giornaliera, sia prima sia durante la sperimentazione, ha fatto
registrare frequenze che si distribuiscono disegnando una 'curva a campana': il punto
massimo delle ore di compresenza è passato dalla fascia oraria 12-12.30' a quella
11.30'-12, favorendo così le attività di piccolo gruppo rispetto al momento della mensa
maggiormente privilegiato in precedenza;
- ladozione di tale modello organizzativo si è manifestata in modo sostanzialmente
uniforme nelle varie zone territoriali del paese, rispetto alla situazione anteriore
piuttosto diversificata.
Le trasformazioni indotte nel sistema organizzativo (variabili
dipendenti)
Gli elementi del sistema organizzativo della scuola dell'infanzia che
sono stati interessati da cambiamenti significativi sono stati i seguenti:
- l'utilizzazione delle risorse (spazi. tempi, materiali);
- le forme di raggruppamento dei bambini;
- le modalità di organizzazione dei docenti;
- le tipologie didattiche;
- la progettazione.
Per ognuno di tali aspetti le scuole hanno indicato le caratteristiche
salienti della loro realtà e la variazione intervenuta con la sperimentazione rispetto
alla situazione precedente.
In relazione all'utilizzazione delle risorse (spazi, tempi,
materiali) meritano di essere sottolineati i seguenti elementi:
- più della metà dei nuclei sperimentali ha cambiato lutilizzazione degli spazi
interni, mentre sono stati variati in misura inferiore quelli esterni non ancora del tutto
pedagogicamente riconosciuti e quindi meno valorizzati,
- nella giornata scolastica vi è stato un sostanziale equilibrio nei tempi dedicati alle
diverse forme di attività educativa e didattica, con un maggior rilievo alle attività
specifiche (ad esempio con lattivazione di laboratori), elemento questo da correlare
con il curricolo articolato in campi di esperienza indicato dagli
Orientamenti;
- i nuclei hanno variato sensibilmente lutilizzazione dellintera gamma dei
materiali tutti presenti in misura significativa, ad eccezione del materiale tecnologico
il cui uso, anche se in fase di espansione, risulta ancora ridotto; il ricorso ad una
pluralità di strumenti è stato connesso ad una significativa diversificazione delle
attività didattiche.
In rapporto alle forme di raggruppamento dei bambini possono
essere formulate le seguenti osservazioni:
- vi è stata una distribuzione piuttosto equilibrata fra le diverse modalità di
aggregazione: tutti i bambini insieme in sezione oppure in gruppi della stessa sezione o
di sezioni diverse;
- vi è stata un notevole aumento delle attività di gruppo, in particolare fra bambini
della stessa sezione, aspetto che denota una sensibile diminuzione delle forme di
insegnamento di carattere collettivo e di tipo frontale;
- sono state svolte attività con gruppi di bambini di scuola materna ed elementare in un
quinto dei nuclei sperimentali, una percentuale che, anche se piuttosto differenziata fra
le varie zone territoriali, ha comunque evidenziato una maggiore attenzione alle esigenze
della continuità verticale.
In merito alle modalità di organizzazione dei docenti va
osservato:
- vi è stata una distribuzione equilibrata fra le attività svolte con la guida di un
solo insegnante e le attività che hanno richiesto la presenza di più insegnanti, con una
significativa correlazione con i dati precedentemente presentati, relativi alle forme di
raggruppamento dei bambini;
- si è rilevato un aumento degli interventi dei docenti in base a particolari competenze
e per lapprofondimento di specifici campi di esperienza, aspetti questi
legati ad una maggiore valorizzazione della professionalità dei docenti.
Per quanto riguarda le tipologie didattiche (gioco,
esplorazione/ricerca, relazione/comunicazione) si può osservare:
- le libere attività, offrendo al bambino una ricca e varia gamma di proposte, si sono
realizzate in modo prevalente nel gioco, risorsa privilegiata di apprendimenti e di
relazioni;
- le attività specifiche, realizzandosi essenzialmente nellesplorazione e nella
ricerca, hanno consentito al bambino di adattarsi creativamente alla realtà,
conoscendola, controllandola, modificandola;
- le attività di routine, costituendo la cornice per momenti di più intensa
comunicazione ed interazione, hanno facilitato le relazioni dei bambini fra di loro e con
gli adulti.
In merito alle attività di programmazione e progettazione
possono essere formulate le seguenti osservazioni:
- la programmazione che in precedenza talvolta si esauriva nella fase iniziale è passata
da una impostazione in prevalenza basata sugli obiettivi ad una attuale impostata in
misura maggiore su sfondi integratori;
- la progettazione, periodicamente sottoposta a verifica, è passata da una
"centrazione" sui bambini ad una valorizzazione delle competenze dei docenti e
delle opportunità formative offerte dal contesto.
L'analisi dei processi di osservazione, di verifica/valutazione
e di documentazione consente di rilevare che:
- è diminuita losservazione occasionale ed aumentata quella sistematica;
- non si sono registrate variazioni significative nelle modalità di verifica dei percorsi
compiuti dai bambini, a conferma di indagini specifiche svolte dal Servizio per la scuola
materna su tale tematica che sollecitano ulteriori approfondimenti ed iniziative;
- è stata rivolta maggiore attenzione allaccertamento della qualità della scuola,
utilizzando anche specifici strumenti di rilevazione rispetto alla semplice verifica della
progettazione;
- si è fatto ricorso a tutta la gamma delle modalità di documentazione secondo la
seguente maggiore frequenza: diario di bordo, registrazione filmica,
narrazione registrata, ripresa sonora, prove di verifica delle attività dei bambini,
lavori dei bambini.
Infine, gli interventi di altri adulti (genitori, operatori
scolastici, esperti), in aggiunta ai docenti, suggeriscono due osservazioni:
- vi è stata una molteplicità di figure che hanno svolto specifici ruoli nella
promozione dellesperienza infantile, tenendo conto della pluralità dei contesti di
vita del bambino;
- con la sperimentazione si è osservato un incremento più marcato della presenza di
esperti e di altri operatori, in ambito scolastico, oltre allabituale collaborazione
offerta dai genitori.
- GLI ASPETTI PIÙ RILEVANTI
E LE DIFFICOLTÀ INCONTRATE |
Aspetti qualificanti della sperimentazione
Le Commissioni provinciali hanno individuato, dintesa con le
scuole aderenti alla sperimentazione, gli aspetti qualificanti che hanno caratterizzato la
sperimentazione.
Per quanto attiene alla ridefinizione dell'orario scolastico e
all'articolazione del gruppo docente, rilevata la stretta connessione operativa.fra
i due elementi, emerge che:
- l'articolazione del tempo scuola (prima variabile indipendente) ha rappresentato il
tentativo di ottimizzare l'offerta formativa in relazione alle esigenze locali e ai
bisogni psicologici delle bambine e dei bambini;
- la costituzione del team docente (seconda variabile indipendente) operante
su gruppi di bambini di più sezioni ha consentito uno scambio e un confronto fra gli
insegnanti, sollecitando e vivificando i momenti della collegialità, della
collaborazione, della corresponsabilità, della condivisione, della flessibilità, della
decisionalità.
Gli aspetti più rilevanti prodotti dalle modifiche indotte nel sistema
organizzativo della scuola dellinfanzia sono individuabili in un ricorso più ampio
alla osservazione, in unaccentuazione della flessibilità degli
interventi, in una progettualità varia e ricca, in una sempre più consapevole partecipazione.
L osservazione da parte dei docenti dellattività propria e
di quella dei bambini ha caratterizzato la fase più avanzata della sperimentazione. Essa
ha comportato:
- lautoanalisi dello stile professionale adottato;
- lacquisizione della consapevolezza delle proprie scelte metodologico-didattiche;
- losservazione del comportamento dei bambini conseguente agli atteggiamenti e alle
proposte degli insegnanti.
La flessibilità ha caratterizzato lorganizzazione
didattico-operativa della scuola, consentendo la ridefinizione degli spazi, dei tempi e
dei materiali. Gli aspetti più significativi risultano i seguenti:
- i tempi sono stati strettamente connessi agli spazi ed ai materiali: ogni momento della
giornata scolastica viene vissuto in determinati spazi, lavorando con materiali specifici,
a seconda dell'attività che si realizza;
- i tempi di transizione - micro-tempi che intercorrono fra unattività e
laltra - sono stati potenziati così come è valorizzato il passaggio da uno spazio
allaltro;
- il gruppo docente ha alternato il lavoro di sezione con tutti i bambini, la conduzione
di laboratori con piccoli gruppi di alunni, il lavoro individuale,
Unorganizzazione più flessibile ha permesso in tal modo ai
docenti di conoscere tutti gli alunni della scuola, di mettere al servizio delle
necessità dei piccoli la propria competenze e ha consentito ai bambini forme di
aggregazione libere, legate ad affinità elettive.
La progettualità condivisa è stata un ulteriore aspetto importante
della sperimentazione. Una collegialità vissuta, una forte corresponsabilità ed una
decisa convergenza su obiettivi comuni, su metodologie di lavoro simili, su scelte di
percorsi didattici omogenei hanno comportato un cambiamento delle forme di
programmazione-progettazione secondo le seguenti linee:
- l'adempimento formale della progettazione ha ceduto il passo ad un progetto educativo
unitario e coerente, più aderente ai veri bisogni dei bambini;
- da una definizione di obiettivi posti in successione lineare si è passati ad una
"reticolarità" di obiettivi correlati gli uni agli altri, allinterno di
una rete complessa;
- programmazioni per sfondo integratore, in alcuni casi, hanno inteso dare
ampio spazio agli avvenimenti e ai contenuti, mentre programmazione per "mappe"
hanno individuato le relazioni fra eventi e concetti.
La partecipazione al progetto educativo delle diverse componenti
scolastiche e di alcune realtà dell'extrascuola ha costituito un ulteriore punto
qualificante. In particolare:
- si è registrato un miglioramento apprezzabile nei rapporti con le famiglie;
- sono state accolte ed utilizzate nel progetto educativo anche le varie opportunità
offerte dal territorio.
Limiti e difficoltà
Le commissioni provinciali, sulla base sulle informazioni fornite dai
nuclei sperimentali, segnalano ostacoli di ordine interno ed esterno incontrati
nellattuazione della sperimentazione.
Le difficoltà legate ad elementi non modificabili da parte dei nuclei
sperimentali - da considerare come limiti esterni - sono state :
- elevato numero dei bambini per sezione;
- trasferimenti dei docenti, mancanza di personale docente aggiuntivo, impossibilità di
nominare un supplente in caso di assenze brevi;
- difficoltà ad effettuare la "formazione in servizio" e mancanza di risorse
finanziarie aggiuntive;
- carenze strutturali di molte scuole (spazi interni ed esterni, servizi), soprattutto in
alcune realtà territoriali.
Le difficoltà, riferibili ad aspetti gestiti direttamente dalla scuola
e dal "team" docente - da considerare come limiti interni - sono stati
identificati nei seguenti fattori:
- mancanza di un adeguato riconoscimento alle ore aggiuntive necessarie per verificare il
percorso effettuato e difficoltà di condividere a livello di "team" la
progettazione delle attività e i criteri di verifica;
- mancanza di un esperto in grado di aiutare i docenti ad utilizzare i dati ricavati
dall'osservazione ed insufficienza di una cultura della valutazione.
A tali aspetti vanno altresì aggiunti problemi di comunicazione
allinterno dellintero progetto sperimentale:
- mancanza e/o rarità di scambi con le altre realtà sperimentali e conseguente
"isolamento" dei docenti.
- attivazione tardiva della Commissione provinciale o sua continua modificazione;
- scarsità di rapporti con l'Amministrazione Centrale.
- LE PROSPETTIVE DELLA SCUOLA DELLINFANZIA
IN UN SISTEMA SCOLASTICO RINNOVATO |
Realizzazione degli "Orientamenti"
Gli "Orientamenti" hanno costituito lorizzonte entro il
quale si é realizzata la sperimentazione Ascanio. Infatti, gli aspetti culturali,
pedagogici e didattici più innovativi contenuti nella "carta programmatica"
della scuola dellinfanzia hanno costituito la variabile assegnata alla
sperimentazione. Nelle relazioni redatte dalle scuole tale fondamentale aspetto emerge con
chiarezza: esse hanno aderito alla sperimentazione per poter meglio realizzare sia il curricolo
esplicito proposto dagli Orientamenti, sia il curricolo implicito da essi
suggerito. A tal riguardo valgono le seguenti osservazioni:
- per quanto attiene al curricolo esplicito occorre rilevare che nelle scuole che hanno
adottato nuovi modelli organizzativi i campi di esperienza non sono stati
considerati come ambiti chiusi, quasi pre-disciplinari, ma sono stati collegati
dinamicamente fra loro, come mostra il passaggio - a cui si è già accennato in
precedenza - da una rigida programmazione per obiettivi a forme di
progettazione per sfondo integratore ed a progetti integrati;
- per quanto riguarda il curricolo implicito, esso é stato al centro di tutta la
sperimentazione: i vari nuclei sperimentali hanno pienamente colto, infatti, il messaggio
contenuto nel quarto capitolo degli Orientamenti, laddove si afferma che il modello
organizzativo della scuola dellinfanzia é "da intendersi come una sorta di
curricolo implicito", contraddistinto dallapertura delle sezioni,
dallimportanza delle attività ricorrenti di vita quotidiana, dalla coerenza nella
strutturazione degli spazi e dalla flessibilità nella scansione dei tempi;
- la sperimentazione si é rivelata come unoccasione importante e significativa per
una verifica su quanto gli Orientamenti abbiano inciso nella trasformazione del
costume educativo in atto. Gli elementi innovativi in essi presenti sono
diventati saldo patrimonio delle scuole che hanno aderito alla sperimentazione. Sarebbe
opportuna, anche sulla base dei riscontri effettuati, una indagine di verifica sullo stato
di attuazione degli Orientamenti estesa a tutte le scuole.
Riforma degli ordinamenti e realizzazione dell'autonomia
Le Commissioni provinciali sono concordi nel ritenere che il progetto
Ascanio ha di fatto anticipato in qualche modo l'attuazione dell'autonomia didattica ed
organizzativa. Strettamente connessa al percorso dell'autonomia continua ad essere la
necessità di una riforma degli ordinamenti, obiettivo primario sin dallinizio della
sperimentazione.
Le Commissioni, sulla base delle indicazioni fornite dai nuclei
sperimentali, hanno individuato i seguenti elementi che ritengono essenziali per una
rinnovata impostazione della scuola dell'infanzia: ridefinizione della struttura,
valorizzazione del ruolo docente, elaborazione di modalità condivisibili di verifica
valutazione, rafforzamento dei servizi integrativi.
In merito alla struttura della scuola dell'infanzia emerge
quanto segue:
- viene ribadita l'esigenza del mantenimento della integrità del ciclo 3-6 anni
all'interno della scuola dell'infanzia;
- viene ritenuto funzionale un tempo scuola giornaliero di otto ore-otto ore e trenta, per
cinque giorni alla settimana; soluzioni diverse vanno collegate alle esigenze ambientali,
lasciando alla comunità locale la scelta in merito; nel caso di prolungamento oltre le
otto ore sarebbe opportuno che fosse coinvolto anche l'Ente Locale, con un servizio a
programmazione e finanziamento integrati;
- si richiede che il calendario scolastico della scuola dell'infanzia sia lo stesso della
scuola elementare; eventuali prolungamenti potrebbero essere studiati in analogia con
quanto esposto in merito al prolungamento dell'orario giornaliero.
Per quanto riguarda i docenti si rileva che:
- occorre una ridefinizione dell' orario di servizio con lassegnazione di una
adeguata quota oraria riservata alla programmazione, che non va necessariamente ottenuta
con una riduzione dellorario di docenza; vanno valorizzare opportunamente le diverse
tipologie di orario che possano permettere il massimo della compresenza (orario spezzato,
settimane non a 25 ore fisse);
- si sollecita l'adozione dell' organico funzionale anche nella scuola dell'infanzia in
modo da garantire una gestione più adeguata del servizio scolastico; il rapporto
insegnante/alunni potrebbe essere di 1/20 nelle situazioni ordinarie, lasciando poi alle
scuole, sulla base del parametro definito a livello nazionale, le scelte in merito alla
formazione delle sezioni ed alla utilizzazione funzionale del personale; durante le
attività svolte per gruppi di alunni in compresenza il rapporto insegnante/alunni
potrebbe scendere a 1/10;
- si concorda sullesigenza che venga garantita la collegialità sulla base della
contitolarità di più insegnanti: i gruppi dovrebbero funzionare valorizzando le
competenze dei singoli docenti, assicurando modalità di divisione dei compiti mediante un
recupero di quote orarie significative per la progettazione e la documentazione periodica,
per l'osservazione partecipata, per il coordinamento delle attività, per la
predisposizione di progetti a favore dei bambini in situazione di svantaggio o di
handicap;
- si richiede, in definitiva, una più qualificata professionalità dei docenti, senza la
quale è impensabile l'attuazione di un autentico processo riformatore.
Per quanto riguarda le modalità di verifica/valutazione le
Commissioni, tenendo conto della pluralità e della ricchezza degli strumenti adottati dai
vari nuclei sperimentali, segnalano:
- lesigenza che le scuole abbiano degli standard valutativi nazionali a cui
rispondere e con cui confrontarsi, non solo per verificare la propria capacità
progettuale e la propria azione formativa, ma anche per ribadire la propria identità di
scuola;
- la necessità di indicatori di qualità a livello nazionale che prevedano la
interrelazione fra contesto, professionalità e costruzione della conoscenza per valutare
la qualità dell'offerta formativa;
- il bisogno di provvedere alla socializzazione e alla partecipazione delle esperienze fra
le scuole, anche di diverso ordine, estendendo lutilizzazione dei supporti
telematici.
In merito a i servizi integrativi emergono le seguenti
considerazioni:
- la disponibilità di adeguate strutture (edifici, spazi esterni attrezzati,
materiali) e di efficienti servizi integrativi(trasporto e mensa scolastica) costituisce
un requisito essenziale per linnalzamento della qualità del servizio scolastico,
per il quale si richiede la collaborazione di vari soggetti istituzionali;
- la presenza del personale ausiliario durante tutto l'orario di funzionamento rappresenta
un valido supporto, nel rispetto delle competenze contrattuali, alle attività educative,
ivi comprese le iniziative progettate per i bambini in situazione di handicap.
Attuazione della continuità e riordino dei cicli
Il problema della continuità è stato affrontato, nelle diverse
sperimentazioni Ascanio, sia sul versante organizzativo che su quello
pedagogico-didattico, collocandolo nella più vasta tematica del riordino dei cicli. A
tale proposito si è distinto fra:
- continuità allinterno della scuola dellinfanzia, in quanto fondata
sull'unitarietà del progetto educativo elaborato per tutte le sezioni e per tutti i
bambini dai 3 ai 5 anni;
- continuità con lasilo-nido e con la scuola elementare considerata in tutta la sua
articolazione e non solo con il primo anno di questo ordine di scuola;
- continuità orizzontale che si realizza con le famiglie dei piccoli alunni, ma anche
attuando una forte connessione tra scuola e territorio per realizzare politiche integrate
rivolte all'infanzia.
Alcune problematiche connesse con il progetto di "riordino dei
cicli" "sono state affrontante nei progetti Ascanio come espressione
dellevoluzione naturale del tema della continuità. In particolare sono stati
indicati i seguenti punti:
- lobbligatorietà della frequenza della scuola materna nel quinto anno di
vita del bambino, punto di forza del progetto di riordino dei cicli, non deve essere
artificiosamente separata dalla frequenza dei due anni precedenti: si tratta, infatti, di
garantire l unitarietà del ciclo dellinfanzia (3 - 5 anni), assicurando il
mantenimento del profilo unitario e perciò non frammentabile dellintero percorso
formativo della scuola dellinfanzia;
- l anticipo dellobbligo con un intervento tempestivo e non anticipatorio
contribuirà a prevenire i fenomeni dellinsuccesso, dellabbandono e della
dispersione scolastica, sempre che nella scuola vengano realizzate le condizioni
strutturali, metodologiche e didattiche che sono state assicurate nei progetti Ascanio,
rifiutando ogni impostazione che si ispiri a forme di deteriore scolasticismo, di vieto
disciplinarismo e di malinteso precocismo;
- il "setting pedagogico", delineato dalla sperimentazione Ascanio, può
costituire un complesso di condizioni che "influenzano il comportamento degli
operatori della scuola ed il significato che essi attribuiscono alla loro attività e che
si ripercuotono, in tal modo, sulla capacità stessa dellesperienza dei
bambini".
Per approfondire ulteriormente tale tematica sono state attivate alcune
sperimentazioni che, coinvolgendo più circoli didattici di una stessa provincia,
propongono percorsi curricolari per lanno-ponte fra la scuola dellinfanzia e
la scuola elementare, in linea con i risultati più significativi della sperimentazione
Ascanio.
La partecipazione al progetto sperimentale ha fatto prendere coscienza
ai diversi nuclei sperimentali che si può lavorare "insieme" - anche da più
parti del territorio nazionale - condividendo sia contenuti ed obiettivi, sia modelli di
organizzazione, di progettazione, di verifica. Ciò ha costituito un ideale filo
rosso tra le diverse realtà sperimentali, unite da comunanza di intenti per
lattuazione dinamica degli Orientamenti. Ogni gruppo sperimentale ha potuto
affermare la propria identità e specificità in ideale collegamento con gli altri nuclei.
Si è consapevoli, ora, che gli effetti della sperimentazione sono superiori rispetto alle
previsioni, in quanto hanno interessato aree molto vaste della professionalità degli
insegnanti ed ampi spazi dell'esperienza pedagogico/didattica. I risultati ottenuti con la
sperimentazione, già notevolmente condivisi e diffusi, permettono alla scuola
dellinfanzia di occupare un posto di rilievo in un sistema scolastico profondamente
rinnovato.