I
programmi per il biennio degli istituti tecnici industriali
D.M. 9 marzo 1994
QUADRO
ORARIO BIENNIO
COSTITUZIONE
CATTEDRE BIENNIO
AREA
DI PROGETTO
EDUCAZIONE
FISICA
ITALIANO
LINGUA
STRANIERA
STORIA
DIRITTO
E ECONOMIA
GEOGRAFIA
MATEMATICA
SCIENZE
DELLA TERRA
BIOLOGIA
FISICA
E LABORATORIO
CHIMICA
E LABORATORIO
QUADRO
ORARIO BIENNIO
Discipline
del piano di studi
|
Ore settimanali
per anno di corso
|
Prove di
esame
(a)
|
Classi
di concorso
|
1a |
2a |
Educazione
fisica |
2 |
2 |
P.O. |
XXXV |
Religione/attività
alternative |
1 |
1 |
- |
- |
Italiano |
5 |
5 |
S.O. |
LXVI |
Lingua
straniera |
3 |
3 |
S.O. |
LXII |
Storia |
2 |
2 |
O. |
LXVI |
Diritto ed
economia |
2 |
2 |
O. |
XXV |
Geografia |
3 |
- |
O. |
LXVI |
Matematica
(b) |
5
(2) |
5
(2) |
S.O. |
LXIII
- (XXXIV/C) |
Scienze
della terra |
3 |
- |
O. |
LXXXVI |
Biologia |
- |
3 |
O. |
LXXXVI |
Discipline
di indirizzo |
. |
. |
. |
. |
Fisica e
laboratorio |
4
(2) |
4
(2) |
P.O. |
XLIV
- (XXX/C) |
Chimica e
laboratorio |
3
(2) |
3
(2) |
P.O. |
XV
- (XXIII/C) |
Tecnologia
e disegno |
3
(2) |
6
(2) |
P.O. |
XXVIII-CII
- (XXXIV/C) |
Area di
progetto (*) |
. |
. |
|
. |
Totale ore
settimanali |
36 (8)
|
36 (9)
|
G.O.
|
. |
(a) S. = scritta; O.=
orale; G.= grafica; P. = pratica
(b) Comprensiva di
informatica
(*) All'area di progetto
deve essere destinato un numero di ore non superiore al 10% del monte
ore annuo delle discipline coinvolte in questa attività
N.B.
Tra parentesi sono indicate le ore di lezione da effettuarsi con il
supporto del laboratorio
COSTITUZIONE
CATTEDRE BIENNIO
Classi
di concorso
|
Discipline
del piano di studi
|
Classi
|
Ore
|
LXVI/A |
Italiano,
Storia,
Geografia |
Nella I
e II classe
di un corso |
17 ore |
LXII/A |
Lingua
straniera |
Nella I
e II classe
di tre corsi |
18 ore |
XXV/A |
Diritto
ed economia |
Nella I
e II classe
di quattro corsi |
16 ore |
LXXIII/A |
Matematica |
Nella I
e II classe
di un corso e in una classe di un altro corso |
15 ore |
LXXXVI/A |
Scienze
della terra
e biologia |
Nella I
e II classe
di tre corsi |
18 ore |
LXV/A |
Fisica
e laboratorio |
Nella I
e II classe
di due corsi |
16 ore |
XV/A |
Chimica
e laboratorio |
Nella I
e II classe
di tre corsi |
18 ore |
XXVIII/A
o CII/A |
Tecnologia
e disegno |
Nella I
e II classe
di due corsi |
18 ore |
Ore disponibili per
ogni corso ai fini della costituzione dei posti di insegnamento tecnico
pratico
XXVII/C |
Laboratorio
di Chimica |
Nella I
e II classe |
4 ore |
XXX/C |
Laboratorio
di Fisica |
Nella I
e II classe |
4 ore |
XXXIV/C |
Laboratorio
di Tecnologia
Laboratorio di Matematica |
Nella I
e II classe |
5 ore |
Nella I
e II classe |
4 ore |
Il
principio della unitarietà del sapere e del processo di educazione e
formazione culturale deve trovare una sua esplicita e specifica
affermazione anche nella attuazione di un'area di progetto che conduca
al coinvolgimento ed alla concreta collaborazione fra docenti di alcune
o di tutte le discipline. A questo fine, al di là di iniziative più
limitate, realizzate autonomamente da gruppi di docenti, occorre che nel
corso del biennio siano attuati progetti di ricerca multidisciplinare,
di ampiezza e durata variabile. L'area di progetto è dunque un modello
di articolazione culturale ricavato dal monte ore annuo delle lezioni,
che non altera né il quadro orario né la composizione delle cattedre e
delle classi. All'area di progetto sarà dedicato un numero di ore non
superiore al 10 % del monte ore annuo delle discipline coinvolte in
questa attività. Da questo 10 % sono escluse le ore indicate come
attività extrascolastica (visite guidate, stages, campi scuola ecc...).
L'area di progetto si propone di:
-
favorire
l'apprendimento di strategie cognitive mirate a comprendere come si
formano ed evolvono le conoscenze;
-
far
cogliere all'alunno le relazioni esistenti tra l'
"astratto" e il "concreto";
-
sollecitare
l'alunno ad affrontare nuovi problemi con spirito di autonomia e
creatività;
-
promuovere
nell'alunno atteggiamenti che favoriscano la socializzazione, il
confronto delle idee, la tolleranza verso la critica esterna e
l'insuccesso, la revisione critica del proprio giudizio e la
modifica della propria condotta di fronte a prove ed argomenti
convincenti;
-
favorire
il confronto tra la realtà scolastica e la realtà di lavoro, con
particolare riferimento a quelle presenti sul territorio.
I
problemi dell'area di progetto dovranno tener conto di diversi aspetti:
conoscitivo, applicativo, tecnologico, informatico, economico,
organizzativo e di documentazione. Tali problemi devono basarsi su un
consistente nucleo di attività operative e realizzative. L'area di
progetto deve essere realizzata durante l'intero corso di studio.
L'attività inizierà, nell'ambito della programmazione didattica, con
una riunione del Consiglio di classe dedicata alla definizione
preliminare di progetti sulla base delle proposte espresse dai vari
docenti e degli interessi manifestati dagli allievi.Ogni progetto deve
essere sottoposto ad analisi di fattibilità per mettere in luce la
natura e l'ampiezza delle competenze e delle risorse materiali
necessarie alla sua realizzazione. E' importante che questa fase si
sviluppi con molto anticipo rispetto all'attuazione del progetto, in
modo da garantire per tempo il reperimento delle risorse. Nello studio
di fattibilità dovranno essere definite:
-
le
competenze necessarie per affrontare i molteplici aspetti dei
progetti;
-
i
compiti da affidare agli insegnanti ed eventualmente ad esperti
esterni;
-
le
modalità ed i tempi di attuazione;
-
le
modalità di verifica e di comunicazione dei risultati.
La
realizzazione dell'area di progetto si sviluppa normalmente attraverso
alcune fasi che si possono così distinguere:
-
l'analisi
della situazione o del problema che il progetto intende affrontare;
-
la
formulazione dell'ipotesi di lavoro;
-
l'attuazione
del progetto;
-
la
verifica e la documentazione dei risultati.
Si
possono ipotizzare progetti ai quali lavorano intere classi,
eventualmente con divisione in sottoprogetti, oppure si possono dividere
le classi in più gruppi ciascuno con un proprio progetto. Non si
esclude che un progetto possa avere durata pluriennale né che le classi
di scuole diverse collaborino alla realizzazione di uno stesso progetto.
In particolare, per ogni progetto, saranno definiti il periodo di
svolgimento, le ore ad esso destinate, la loro distribuzione settimanale
e la loro ripartizione fra le varie discipline. Il Preside, su
designazione del Consiglio o dei Consigli di classe, nomina, di volta in
volta, un coordinatore di area di progetto. La valutazione degli
studenti relativamente all'attività dell'area di progetto contribuisce
alla formulazione dei giudizi periodici e finali di ciascuna disciplina
e complessivi, secondo modalità decise dai Consigli di classe. Di tali
giudizi si dovrà tener conto in sede di scrutini finali.
Finalità
L'insegnamento
di Educazione fisica si propone le seguenti finalità:
-
l'armonico sviluppo corporeo e motorio dell'adolescente, attraverso
il miglioramento delle qualità fisiche e neuromuscolari;
-
la maturazione della coscienza relativa alla propria corporeità,
sia come disponibilità e padronanza motoria sia come capacità
relazionale, per superare le difficoltà e le contraddizioni tipiche
dell'età adolescenziale;
-
l’acquisizione di una cultura delle attività di moto e sportive
che tenda a promuovere la pratica motoria come costume di vita e la
coerente coscienza e conoscenza dei diversi significati che lo sport
assume nell'attuale società;
-
la scoperta e l'orientamento delle attitudini personali nei
confronti di attività sportive specifiche e di attività motorie
che possano tradursi in capacità trasferibili al campo lavorativo e
del tempo libero;
-
l'evoluzione e il consolidamento di una equilibrata coscienza
sociale, basata sulla consapevolezza di sé e sulla capacità di
integrarsi e differenziarsi nel e dal gruppo, tramite l'esperienza
concreta di contatti socio-relazionali soddisfacenti.
Riferimenti generali
L'educazione
mediante il movimento contribuisce allo sviluppo integrale della
personalità e si avvale sia dell'educazione del corpo intesa come
sviluppo e conservazione ottimale del medesimo sia dell'educazione al
corpo intesa come atteggiamento positivo verso il corpo stesso.<
L'insegnamento dell'educazione fisica nei primi due anni della
secondaria superiore, cioè nel periodo iniziale dell'adolescenza, deve
tener conto dei rapidi ed intensi cambiamenti psicofisici che avvengono
in questa età, della grande disomogeneità di situazioni personali,
delle significative differenze esistenti fra i due sessi e della
variabilità del processo evolutivo individuale.
E' comunque essenziale che ogni studente sia guidato ad ottenere un
significativo miglioramento delle conoscenze, delle capacità e delle
competenze motorie rispetto alla propria situazione iniziale.
OBIETTIVI DI
APPRENDIMENTO
Lo
studente al termine del biennio deve dimostrare
a)
un significativo miglioramento della sua capacità di:
-
tollerare
un carico di lavoro submassimale per un tempo prolungato;
-
vincere
resistenze rappresentate dal carico naturale e/o da un carico
addizionale di entità adeguata;
-
compiere
azioni semplici e/o complesse nel più breve tempo possibile;
-
eseguire
movimenti con l'escursione più ampia possibile nell’ ambito del
normale raggio di movimento articolare;
-
avere
disponibilità e controllo segmentario;
-
realizzare
movimenti complessi adeguati alle diverse situazioni spazio
temporali;
-
attuare
movimenti complessi in forma economica in situazioni variabili;
-
svolgere
compiti motori in situazioni inusuali tali che richiedono la
conquista, il mantenimento ed il recupero dell'equilibrio;
b)
di essere in grado di:
-
conoscere e praticare, nei vari ruoli, almeno due discipline
individuali e due sport di squadra;
-
esprimersi con il corpo ed il movimento in funzione di una
comunicazione interpersonale;
-
trasferire capacità e competenze motorie in realtà ambientali
diversificate, là dove è possibile;
-
conoscere le norme elementari di comportamento ai fini della
prevenzione degli infortuni ed in caso di incidenti;
-
organizzare le conoscenze acquisite per realizzare progetti motori
autonomi e finalizzati.
INDICAZIONI DIDATTICHE
Nell'insegnamento
dell'educazione fisica vanno tenute preliminarmente presenti due
indicazioni generali ugualmente importanti: da un lato la necessità di
valutare la situazione iniziale degli studenti nei confronti degli
obiettivi che dovranno essere conseguiti e, dall'altro, l’esigenza di
individuare modalità diverse nell'applicazione del programma unico in
relazione alle differenze esistenti tra i due sessi.
Indicazioni più specifiche per i singoli gruppi di obiettivi possono
essere le seguenti.
Miglioramento delle
qualità fisiche
Una
scelta adeguata di attività motorie protratte nel tempo in situazione
prevalentemente aerobica secondo oculati carichi crescenti e/o
adeguatamente intervallati (metodo continuativo - alternato o
intervallato - Jogging - Cross-promenade - situazioni sportive ecc.)
promuove il miglioramento della resistenza.
Per lo sviluppo della forza il docente deve porre attenzione, in
particolare, alla forza veloce e resistente, utilizzando prevalentemente
il carico naturale o bassi carichi addizionali (20/30% del peso
corporeo), in esecuzioni dinamiche, non escludendo nessun settore
corporeo.
L'incremento della velocità si può ottenere ricorrendo a prove
ripetute su brevi distanze (25/30m) e a tutta quella gamma di esercizi
interessanti i diversi distretti corporei che favoriscono il
miglioramento della rapidità di esecuzione. Sono altresì utili
esercizi che, esigendo dal soggetto una risposta immediata allo stimolo
esterno (uditivo, visivo e tattile), favoriscono il miglioramento della
velocità di reazione.
La mobilità articolare, nel rispetto dell'età auxologica, è favorita
da movimenti ampi ed eseguiti con intervento attivo del soggetto.
Affinamento delle
funzioni neuromuscolari
La
presa di coscienza e l'elaborazione di tutte le informazioni spaziali,
temporali e corporee e il conseguente controllo del movimento,
costituiscono un passaggio fondamentale per l'affinamento delle funzioni
neuromuscolari. E' pertanto opportuno scegliere fra i contenuti una
vasta gamma di attività individuali e di gruppo, con e senza attrezzi
(piccoli e grandi, codificati e non).
Tali attività, utilizzate in forme variate e sempre più complesse e in
situazioni diversificate e inusuali, favoriscono un continuo affinamento
delle funzioni di equilibrio e di coordinazione per una sempre più
efficace rappresentazione mentale del proprio corpo in azione
Acquisizione delle
capacità operative e sportive
Per
lo sviluppo delle capacità operative nei vari ambiti delle attività
motorie si devono privilegiare le situazioni-problema implicanti
l'autonoma ricerca di soluzioni e favorire il passaggio da un approccio
globale a una sempre maggiore precisione anche tecnica del movimento.
Un'adeguata utilizzazione delle diverse attività permette di
valorizzare la personalità dello studente, generando interessi e
motivazioni specifiche utili a scoprire e orientare le attitudini
personali che ciascuno deve sviluppare nell'ambito a lui più
congeniale. A tal fine il docente può anche cogliere e valorizzare
stimoli culturali legati alla tradizione e alle realtà locali.
La pratica degli sport individuali e di squadra, anche quando assume
carattere di competitività, deve realizzarsi in armonia con l'istanza
educativa, sempre prioritaria, in modo da promuovere in tutti gli
studenti, anche nei meno dotati, l'abitudine alla pratica motoria e
sportiva. Le molteplici opportunità offerte dallo sport favoriscono
l'assunzione di ruoli diversi e di responsabilità specifiche (di
arbitraggio, organizzativi, progettuali), promuovendo una maggiore
capacità di decisione, giudizio e autovalutazione. In particolari
situazioni ambientali e strutturali possono trovare spazio anche sport
quali lo sci, il nuoto, il pattinaggio, la vela ecc..
L'attività motoria realizzata in ambiente naturale e da questo
caratterizzata tende alla unificazione di esperienze e conoscenze
derivanti da discipline diverse e costituisce occasione per il recupero
di un rapporto corretto dell'uomo con l'ambiente.
Per l'attività espressiva, il passaggio da attività globale di tipo
espressivo-comunicativo codificata e non codificata a varie tecniche di
comunicazione non verbale consente allo studente di leggere criticamente
i messaggi corporei propri, gli altrui e quelli utilizzati dai mezzi di
comunicazione di massa.
Aspetto teorico-pratico
E'
importante che il docente, cogliendo gli spunti emergenti nello
svolgimento dell'attività didattica, non tralasci di spiegare le norme
elementari di comportamento ai fini della prevenzione degli infortuni e
della prestazione dei primi soccorsi avvalendosi, eventualmente, della
collaborazione di Enti e strutture che, nel territorio, abbiano
specifica competenza.
Per conquistare una consolidata cultura del movimento e dello sport che
si traduca in costume di vita, lo studente deve interiorizzare principi
e valori ad essi collegati. Ciò può essere conseguito mediante
informazioni sulla teoria del movimento e sulle metodologie
dell'allenamento costantemente correlate con l'attività pratica svolta.
Verifiche
Per
quanto riguarda la verifica è opportuno tener conto che all'interno di
ogni singolo obiettivo deve essere valutato il significativo
miglioramento conseguito da ogni studente. Al termine
“significativo” si attribuisce un duplice valore: una misura
quantitativa, se è possibile la definizione precisa del livello
raggiungibile all'interno di un obiettivo; un'indicazione soltanto
qualitativa, se tale definizione non è quantificabile. Va sottolineato,
infatti, che la prestazione motoria umana appartiene alla categoria
delle produzioni complesse, categoria per la quale è difficile definire
costantemente criteri oggettivi.
Il docente può far ricorso oltre che alla pratica delle attività
sportive, individuali e di squadra, a prove di valutazione ormai note,
anche orale, e/o a prove
Le
finalità, gli obiettivi e i contenuti vengono presentate distinguendo i
tre settori istituzionali delle abilità linguistiche, della riflessione
sulla lingua e dell'educazione letteraria. Tale partizione e l'ordine
che ne consegue non costituiscono indicazione di priorità intrinseca o
di sequenza nella prassi didattica, la quale deve invece attuare una
forte circolarità e una chiara interconnessione fra le attività di
ciascun settore.
FINALITA'
Finalità
specifiche del biennio sono:
a)
nel settore delle abilità linguistiche.
-
l'acquisizione della capacità di usare la lingua nella
ricezione e nella produzione, orali e scritte, in maniera
sufficientemente articolata, in relazione agli scopi e alle
situazioni comunicative, e secondo una dimensione propriamente 'testuale';
-
l’acquisizione, in particolare, dell'abitudine alla
lettura, come mezzo insostituibile per accedere a più vasti campi
del sapere, per soddisfare nuove personali esigenze di cultura, per
la maturazione delle capacità di riflessione e per la maggiore
partecipazione alla realtà sociale;
b)
nel settore della riflessione sulla lingua:
-
l'acquisizione di una conoscenza riflessa più sicura e
complessiva dei processi comunicativi e della natura e del
funzionamento del sistema della lingua, allo scopo sia di rendere più
consapevole il proprio uso linguistico sia di cogliere i rapporti
tra la lingua, il pensiero e il comportamento umano sia di
riconoscere, nella lingua,. le testimonianze delle vicende storiche
e culturali;
-
l'acquisizione di un metodo più rigoroso anche nell'analisi
della lingua, in analogia con le esperienze che si compiono in altri
campi disciplinari:
c)
nel settore dell'educazione letteraria:
-
la maturazione, attraverso l'accostamento a testi di vario
genere e significato e l'esperienza di analisi dirette condotte su
di essi, di un interesse più specifico per le opere letterarie.,
che porti alla 'scoperta' della letteratura come rappresentazione di
sentimenti e situazioni universali in cui ciascuno possa
riconoscersi e luogo in cui anche i gruppi sociali inscrivano e
riconoscano le loro esperienze, aspirazioni e concezioni.
Riferimenti generali
L'insegnamento
dell'italiano si colloca nel quadro più ampio dell'educazione
linguistica, la quale coinvolge tutti i linguaggi, verbali e non
verbali, e impegna tutte le discipline. La connessione fra i diversi
linguaggi e la varietà dei contenuti e delle situazioni di
apprendimento, a cui la pratica dei linguaggi va collegata,
costituiscono punti di riferimento obbligati in ogni fase del percorso
formativo. In particolare la lingua primaria, come strumento
fondamentale per l'elaborazione e l'espressione del pensiero e per
l'ampliamento dell'intero patrimonio personale di esperienze e di
cultura., si offre come terreno di intervento diretto per tutti gli
insegnamenti. In tale contesto, l'insegnamento
dell' Italiano assume come oggetto specifico dell'azione
educativa e come campo di acquisizioni culturali i processi di
produzione e comprensione in questa lingua, facendosi speciale carico di
farne emergere la varietà di caratteri e di funzioni. In tale azione
esso trova particolari attinenze con gli altri insegnamenti linguistici.
Si segnala in particolare che la civiltà contemporanea ha accresciuto
il suo interesse per il linguaggio, del quale vengono messi sempre più
in evidenza le connessioni con i processi di sviluppo cognitivo e con il
formarsi di una coscienza etnica e culturale e il nesso indissolubile
con i contenuti del sapere. Il linguaggio stesso, e in special modo la
lingua umana, diventano perciò oggetto centrale di osservazione
riflessa, anche in funzione propedeutica nei riguardi di altre direzioni
di studio, come quelle della logica, della matematica, della filosofia.
L'osservazione della lingua si riconosce oggi percorso obbligato anche
per l'approccio ai testi letterari, nei quali il mezzo linguistico
esprime al massimo le sue potenzialità.
CONTENUTI
Abilità linguistiche
Lo
sviluppo delle abilità linguistiche trova i suoi contenuti nelle
specifiche attività che lo studente deve svolgere sulla base di
motivazioni e spunti concreti.
Per la ricezione e la produzione orale tali attività sono:
-
la
pratica dei diversi generi di scambio comunicativo, quali: la
conversazione, la discussione, il dibattito, l'intervista,
l'esposizione libera o sulla base di appunti e scalette;
-
rilevamenti
e registrazioni della produzione,. di altri e degli studenti stessi
in situazioni extrascolastiche, anche attraverso i mezzi radiofonici
e televisivi;
-
l'utilizzazione
consapevole delle caratteristiche strutturali e testuali del
parlato, che lo rendono funzionale alla particolare modalità
comunicativa e lo differenziano dall'uso scritto.
Per
la lettura i contenuti fanno riferimento sia all'ulteriore necessario
sviluppo dell'abilità specifica, sia al soddisfacimento dei bisogni di
cultura e di partecipazione alla vita sociale presenti nello studente.
Le attività di analisi e comprensione dei testi devono:
-
riguardare
un'ampia varietà di testi, riferibili a tipologie e tematiche
diverse: da testi espositivi e informativi a testi argomentativi, da
testi scientifici e tecnici a testi letterari;
-
portare
a individuare i caratteri specifici della testualità e il loro
vario manifestarsi nelle diverse forme di testo:
-
realizzarsi
anche in letture strumentali, eseguite in situazioni di USO concreto
(a fini di studio, per preparare dibattiti, relazioni ecc.).Per la
scelta e le attività riguardanti i testi propriamente letterari si
rinvia a quanto è detto nel paragrafo sull'educazione letteraria.
Per
la scrittura le attività consistono nella produzione di vari tipi di
testo, allo scopo di accostarsi alle utilizzazioni e alle finalità che
la scrittura trova nella vita reale e che possono essere così indicate:
-
dare,
registrare e chiedere informazioni, in forme testuali quali appunti
di lezioni e di conferenze verbali di discussione, annunci e
comunicazioni di carattere privato o pubblico, ecc.;
-
dare
istruzioni per eseguire operazioni o regolare attività;
-
descrivere
in termini oggettivi o soggettivi luoghi, oggetti, persone, eventi;
-
sviluppare
argomentazioni su tema dato, secondo istruzioni compositive
indicate;
-
trasferire
contenuti di testi in altra forma, mediante parafrasi, riscritture,
riassunti di varia dimensione e secondo prospettive diverse;
-
interpretare
e commentare testi, redigendo recensioni di libri. film, spettacoli,
note esplicative e osservazioni valutative a margine di testi;
-
rielaborare
in modo creativo esperienze personali, informazioni oggettive ed
elementi fantastici, in forma di diari, dialoghi, racconti,
sceneggiature ecc.
Sono
altresì contenuto specifico della didattica della scrittura, per ogni
forma da praticare, tutti gli aspetti, le fasi e le tecniche del
processo di composizione, riguardanti l'ideazione, l'ordine di
costruzione e la graduale definizione formale del testo (articolazione,
correttezza e registro della lingua, ampiezza, impostazione grafica) in
rapporto alla sua funzione e destinazione, nonché al tempo di
elaborazione.
Le varie forme di produzione scritta
vanno il più possibile riferite alle attività scolastiche, affinché
tale pratica non abbia puro carattere di esercizio fine a se stesso.
Riflessione
sulla lingua
I
contenuti della riflessione sono dati dalla materia relativa ai processi
di comunicazione e al funzionamento del sistema della lingua. Tale
quadro, parzialmente già noto allo studente, deve ora acquistare
decisiva chiarezza e completezza e perciò deve ricomprendere tutti i
principali nuclei tematici. Diventano argomenti di particolare o nuova
trattazione:
-
le caratteristiche fondamentali di un 'testo (unità, completezza,
coerenza, coesione che ne realizzano l'informatività) e le sue
possibili articolazioni, sia nelle forme dell'oralità, sia in
quelle della scrittura;
-
la varietà dei tipi di testo (“tipologia dei testi”), che
conduce ad esaminare il rapporto tra la forma del testo e il suo
contenuto;
-
gli aspetti retorici, legati particolarmente a valori semantici, nei
diversi usi della lingua;
-
le implicazioni principali del rapporto tra semantica e sintassi
nella struttura della frase: legami tra i costituenti, reggenze,
concordanze modali, temporali e aspettuali dei verbi;
-
punti fondamentali nella vicenda storica della lingua italiana,
dalle sue origini latine ad oggi, e dei suoi rapporti con i dialetti
e con altre lingue;
-
le varietà sociali e funzionali della lingua (standard scritto, uso
medio, usi regionali, linguaggi settoriali) anche in relazione alle
esperienze presenti negli studenti.
Educazione
letteraria
L'educazione
letteraria trova i suoi contenuti nella diretta lettura ed analisi dei
testi letterari, affiancata da una conoscenza essenziale delle
istituzioni (modelli tematici e formali, procedimenti retorici, circuiti
sociali e culturali) che ne regolano la produzione e da iniziali
esperienze di contestualizzazione dei testi. L'analisi di tali testi
permette di rilevare anche le inesauribili risorse della lingua e offre
occasione privilegiata per lo sviluppo di abilità linguistiche
generali.
La scelta dei testi deve tener conto sia degli interessi e delle
motivazioni culturali degli studenti, sia di obiettivi più ampi e
organici dell'educazione letteraria, dei quali si fa interprete il
docente in base alla programmazione. Mediante tale scelta si deve
proporre un orizzonte abbastanza largo di cultura, senza pregiudiziali
restrizioni di tempo, di spazio e di genere, e quindi tenendo conto dei
seguenti criteri:
-
accanto ad opere di epoche
relativamente recenti e più affini con la cultura degli studenti,
non devono mancare adeguati contatti con testimonianze di altre
epoche, anche antiche, per attingere a motivi culturali profondi
(memoria di miti e di figure, luoghi ed eventi emblematici);
-
la prevedibile maggiore presenza di
opere letterarie italiane non deve ridurre eccessivamente la
presenza delle altre culture europee ed extraeuropee. Per il
panorama italiano non deve mancare l'interesse per quanto è stato
prodotto dalla nostra cultura anche in altre lingue (latino,
dialetti, altri idiomi) e a tal fine si possono utilizzare buone
traduzioni affiancate agli originali;
-
occorre attingere alla varietà di
forme e generi della produzione letteraria, poiché questa si
configura come un sistema dotato di proprie istituzioni portatrici
di significato; va dato il dovuto spazio alla poesia, nella quale
anche la funzione creativa della lingua trova la sua massima
espressione.
Una
lettura varia e articolata di testi letterari richiede anzitutto il
ricorso ad adeguate scelte antologiche, come terreno di esercitazione
intensiva delle competenze letterarie ed occasione e stimolo alla
scoperta di opere intere. La scelta dei testi deve essere organizzata in
modo significativo mediante raggruppamenti e percorsi, al fine di far
rilevare la persistenza e l'evolversi di temi, motivi e forme nel tempo,
nelle diverse culture e nei vari tipi di rappresentazione.
La lettura di opere intere costituisce scopo fondamentale
dell'educazione letteraria. Quanto alla loro dimensione, la scelta deve
essere tale da consentire per ogni anno, d'obbligo, sia la lettura
collettiva e guidata di almeno un'opera narrativa intera, sia la lettura
più rapida e individuale di altre opere. Circa i loro requisiti di
qualità, si deve tenere responsabilmente conto dei seguenti criteri,
che sono tra loro interconnessi:
-
la
riconosciuta dignità letteraria delle opere;
-
la
significatività tematica, in rapporto agli interessi presenti ed
educabili negli studenti;
-
le
caratteristiche formali e gli aspetti linguistico-espressivi, in
relazione alle possibilità di accesso iniziale e a quelle di
crescita e di affinamento della comprensione
Si
pone altresì l'esigenza di accostare lo studente anche alle espressioni
letterarie di maggiore rilievo per valore artistico e per il contributo
dato al patrimonio di memorie e di figure simboliche della collettività.
In tale ambito, la lettura dei Errore.
L'origine riferimento non è stata trovata.
è tradizionalmente presente in questa fascia scolastica
per il ruolo svolto dal romanzo nelle vicende della letteratura italiana
moderna e per ragioni di prima accessibilità della forma e di varietà
e ricchezza di temi. La lettura di questa, come di altre opere di
particolare ampiezza e complessità, non va condotta né in modo
estensivo e globale (tanto meno per riassunti) per giungere ad un
generico inquadramento di contenuto, né perseguendo il disegno di una
piena contestualizzazione storico-culturale, obiettivo proprio di una
fase più matura: tale lettura deve seguire opportunamente itinerari
selettivi che mettano in evidenza aspetti significativi dell'opera e
integrarsi nelle altre esperienze di lettura e di educazione letteraria
proprie del biennio.
INDICAZIONI
DIDATTICHE
L'azione
educativa da svolgere nel biennio, in ciascuno dei tre settori in cui si
articola la disciplina, costituisce una coerente continuazione di quella
svolta nei precedenti gradi scolastici: essa ripropone in un nuovo ciclo
gli stessi percorsi fondamentali della disciplina, con lo scopo non solo
di consolidare i risultati già conseguiti
dagli studenti, ma di far loro raggiungere livelli chiaramente più
avanzati, in relazione alle accresciute capacità e ai maggiori bisogni
della loro età.
Per il raggiungimento degli obiettivi indicati si richiede in ogni caso
che preliminarmente si compia la verifica dei livelli di partenza nei
vari ambiti di attività, rilevando in particolare: quali abitudini
linguistiche il singolo studente abbia derivato dal suo contesto
socio-culturale, quale grado di competenza abbia raggiunto nella
comprensione e nella produzione dei testi e nelle conoscenze
metalinguistiche.
Considerata la collocazione dell'insegnamento dell'italiano nel quadro
più ampio dell'educazione linguistica e la trasversalità che questa
assume nell'intero processo formativo e di istruzione, in sede di
programmazione collegiale vanno stabiliti concreti collegamenti con
tutte le discipline, in termini di obiettivi comuni e di procedimenti
operativi, per lo sviluppo delle capacità e delle conoscenze relative
al linguaggio. Intese particolari vanno instaurate tra l'insegnamento
dell'italiano e quello delle altre discipline linguistiche per gli
obiettivi di apprendimento, i contenuti e i metodi che ne accomunano la
didattica.
Per quanto riguarda la distribuzione della materia nei due anni, si
segnala che non sono stati proposti percorsi vincolanti: spetta alla
programmazione indicare quali strategie adottare e quali itinerari
seguire per garantire la gradualità, l'organicità e la produttività
dell'azione didattica. Spetta parimenti al docente stabilire raccordi e
connessioni tra singole attività, per evitarne la rigida separazione e
per non frammentare gli apprendimenti.
Abilità
linguistiche
Tutte
le attività per lo sviluppo delle abilità linguistiche, sia orali che
scritte, vanno specificamente previste e programmate. A tale scopo vanno
pienamente utilizzate l'interazione comunicativa in classe e le attività
di studio, in quanto occasioni concrete per un esercizio finalizzato
delle abilità.
Riguardo alla comunicazione orale, è necessario che il docente faccia
emergere l'importanza che in questa hanno i vari fattori situazionali,
facendone oggetto di osservazione e guidando i comportamenti degli
studenti nelle diverse forme di scambio comunicativo. Tutti i componenti
della classe vanno coinvolti in tali scambi. E' particolarmente
importante utilizzare la cosiddetta 'interrogazione' innanzitutto come
occasione per l'esercizio dell'esposizione orale, distinguendo perciò
tale aspetto dal fine della valutazione.
Si richiama l'attenzione sul fatto che, nell'uso orale, il comportamento
comunicativo e linguistico tenuto dai docenti nello svolgimento delle
attività didattiche costituisce la fonte e il modello più diretto per
gli studenti.
Nella pratica della lettura è essenziale attivare le diverse strategie
e modalità, alternandole e sottolineandone i diversi caratteri, e
accertarsi che lo studente acquisisca la capacità autonoma di applicare
tali modalità alle diverse tipologie dei testi e alle finalità della
lettura.
Si segnala che è particolarmente utile avviare gli studenti a
frequentare strutture e luoghi (biblioteche, librerie, archivi e simili)
che favoriscono la lettura come attività autonoma e permettono anche di
soddisfare interessi personali.
Per quanto riguarda la scrittura si sottolinea che le tecniche di
produzione sono oggetto di insegnamento esplicito e che pertanto occorre
mettere al centro dell'attenzione didattica il complesso di fasi e di
operazioni attraverso le quali il testo prende forma definitiva e
adeguata agli scopi comunicativi. Anche la correzione dei testi prodotti
va considerata come parte del processo di addestramento alla scrittura e
a tal fine lo studente deve essere educato altresì all'autocorrezione.Ai
fini della valutazione vanno considerati tutti gli aspetti del processo
di scrittura sopra indicati, e perciò negli elaborati vanno verificate
sia la presenza di informazioni, conoscenze ed elaborazioni personali,
sia la correttezza formale, sia la rispondenza alle istruzioni
compositive impartite.
Riflessione
sulla lingua
La
riflessione sulla lingua, nelle sue molteplici direzioni, non va
concepita a fini meramente normativi o sussidiari all'uso, ma va invece
rivalutata come fondamentale forma di indagine sul rapporto fra i
contenuti di pensiero e le forme linguistiche e sulla realtà della
comunicazione. Tale attività deve ora mettere a frutto le maggiori
capacità di astrazione e le potenzialità di pensiero ipotetico
deduttivo dello studente, perché l'analisi della lingua sia anche sede
e occasione per accostarsi a problemi più generali riguardanti i
processi di conoscenza e di simbolizzazione affrontati in altri campi
disciplinari.Sotto il profilo del metodo è necessario porre come
oggetto concreto di osservazione il sistema linguistico, attraverso
itinerari ordinati e collegamenti con l'uso, evitando il prevalere di
esposizioni di teorie e l'assunzione rigida di un unico modello.E'
indispensabile altresì confrontare e raccordare metodi e terminologie
con quanto si apprende nella scuola media e nell'insegnamento delle
altre lingue.
Educazione
letteraria
La
lettura e l'interpretazione dei testi letterari si fondano
prioritariamente sull'analisi diretta delle forme del testo. Bisogna
pertanto educare lo studente a cogliere una parte essenziale del
significato del testo osservandone concretamente la lingua nei suoi
diversi livelli e gli altri aspetti formali. Nel condurre tale analisi
sono da evitare sia l'esposizione di teorie fine a se stessa, sia gli
eccessi di tecnicismo che la condurrebbero ad operazione meccanica.E'
altresì necessario collocare l'opera nel suo contesto, ossia 'storicizzarla',
senza tuttavia ricorrere ad inquadramenti storiografici ingombranti.
Partendo dai segnali interni all'opera stessa, vanno introdotti
riferimenti alla personalità e ad altre opere dell'autore e sviluppati
essenziali confronti con altre testimonianze coeve e
di altra epoca, nonché con la cultura e le esperienze proprie
del lettore e del suo tempo.Per le opere in traduzione risulta molto
utile mettere a confronto diverse traduzioni di uno stesso originale,
specialmente se questo è in una lingua nota allo studente.L'esperienza
sui testi letterari si avvantaggia e si arricchisce notevolmente tramite
opportuni collegamenti e raffronti con manifestazioni artistiche di
altro tipo, quali quelle figurative, musicali e filmiche: vengono così
in evidenza le analogie e differenze e i reciproci apporti di forme,
temi e rappresentazioni simboliche.
FINALITA'
Le
finalità dell'insegnamento di Lingua straniera sono le seguenti:
-
l'acquisizione
di una competenza comunicativa che permetta di servirsi della lingua
in modo adeguato al contesto;
-
la
formazione umana, sociale e culturale mediante il contatto con altre
realtà, in una educazione interculturale che porti a ridefinire i
propri atteggiamenti nei confronti del diverso da sé;
-
l'educazione
al cambiamento, derivante dal fatto che ogni lingua recepisce e
riflette le modificazioni culturali della comunità che la usa;
-
il
potenziamento della flessibilità delle strutture cognitive,
attraverso il confronto con i diversi modi di organizzare la realtà
che sono propri di altri sistemi linguistici:;
-
l'ampliamento
della riflessione sulla propria lingua e sulla propria cultura,
attraverso l'analisi comparativa con altre lingue e culture;
-
lo
sviluppo delle modalità generali del pensiero, attraverso la
riflessione sulla lingua.
OBIETTIVI Dl
APPRENDIMENTO
Al
termine del biennio lo studente deve dimostrare di essere in grado di:
-
comprendere
una varietà di messaggi orali di carattere generale finalizzati a
scopi diversi e prodotti a velocità normale cogliendo la
situazione, l'argomento e gli elementi del discorso: atteggiamenti,
ruoli e intenzioni degli interlocutori, informazioni principali,
specifiche e di supporto;
-
individuare
il senso globale di brevi messaggi dei mass-media (radio, cinema,
TV) su argomenti di interesse generale, spettacoli, notiziari ecc.;
-
esprimersi
su argomenti di carattere generale in modo efficace e appropriato,
adeguato al contesto e alla situazione, pur se non sempre corretto
dal punto di vista formale;
-
comprendere
il senso e lo scopo di testi scritti per usi diversi;
-
inserire
il significato di elementi non noti di un testo sulla base delle
informazioni ricavabili dalle caratteristiche degli elementi stessi
e dal contesto;
-
produrre
semplici testi scritti di tipo funzionale e di carattere personale e
immaginativo, anche con errori e interferenze dall'italiano, dal
dialetto o da altre lingue, purché la comprensibilità non ne venga
compromessa;
-
identificare
l'apporto dato alla comunicazione dagli elementi paralinguistici
(intonazione, ritmo, accento ecc.) del extralinguistici (gestualità,
mimica, postura, prossemica ecc.);
-
individuare
l'apporto culturale specifico implicito nella lingua straniera e
confrontarlo con quello della lingua italiana o di altre lingue;
-
individuare
e sistematizzare strutture e meccanismi linguistici che operano ai
diversi livelli: pragmatico, testuale, semantico-lessicale,
morfo-sintattico e fonologico.
CONTENUTI
Comprensione
e produzione orale.
I testi orali per lo sviluppo dell'ascolto, monologhi e
dialoghi presentati a viva voce o registrati, devono:
- riguardare
situazioni comunicative di vita quotidiana: comunicazione personale
(conversazioni, interviste ecc.) e
comunicazione di massa (notiziari radiofonici e televisivi, spot
pubblicitari, cronache sportive ecc.);
- essere
espressi a velocità normale;
-
presentare una varietà di pronunce.
La
produzione orale deve:
- riguardare situazioni
quotidiane;
-
rifersi alle esperienze e agli interessi degli studenti;
- essere
finalizzata inizialmente alla comunicazione di informazioni e
successivamente all'espressione,
all'argomentazione e alla giustificazione delle opinioni;
-
tenere conto delle regole dell'interazione, anche in presenza di
più interlocutori.
Comprensione
e produzione scritta
I testi
per la lettura sono prevalentemente di tipo funzionale (lettere,
istruzioni, pubblicità, annunci, facili articoli ecc.) e devono
rappresentare via via una gamma sempre più ampia fino ad includere
testi di tipo immaginativo (brevi racconti, semplici poesie, canzoni
ecc.).
I testi scritti devono:
- riguardare argomenti
di attualità relativi ai vari aspetti della vita e della cultura dei
paesi stranieri;
-
offrire occasioni di confronto con la realtà italiana;
-
essere possibilmente rapprensentati da materiali autentici.
I testi
prodotti dagli studenti devono:
- essere orientati alla
comunicazione (lettere di vario tipo, resoconti ecc.) e all'espressione
(diari, brevi
composizioni ecc.);
- rispettare
le conversazioni determinate dal contesto comunicativo: tipo di
destinatario, scopo della comunicazione ecc.;
- riguardare
argomenti precedentemente trattati in classe.
Riflessione
sulla lingua.Nell'arco del biennio la riflessione sulla lingua deve
essere condotta in un'ottica interculturale e interlinguistica e
riguardare:
-
apporti dei linguaggi non verbali alla comunicazione;
- variabilità
della lingua: registro formale/informale, varietà geografiche e sociali
ecc.;
- caratteristiche
della lingua in relazione ai diversi mezzi: parlato, scritto, forme
multimediali;
- diversità
di realizzazione linguistica di uno stesso atto comunicativo o di una
stessa nozione;
- coesione
e coerenza del testo e struttura dei diversi tipi testuali;
-
lessico: formazione delle parole, significato degli affissi,
rapporto tra elementi lessicali appartenenti alla stessa area
semantica ecc.;
-
strutture morfosintattiche (caratteristiche fondamentali della
frase e dei suoi costituenti, costruzione del periodo, aspetti
della morfologia delle diverse categorie di parole);
-
sistema fonologico.
Note
-
Gli obiettivi elencati riguardano in generale la competenza
comunicativo-relazionale; l'obiettivo 9 si riferisce alla
riflessione sulla lingua.
-
Base dell'insegnamento linguistico è il testo nelle sue
varietà. E' importante che le tematiche presentate siano
significative sotto il profilo culturale, motivanti per gli studenti
ed espresse in modo da presentare un livello di difficoltà
linguistica adeguata alla loro competenza. Una puntuale
articolazione dei contenuti, individuati in funzioni, nozioni e
forme linguistiche e riconducibili nelle grandi linee alle proposte
del Consiglio d 'Europa, spetta al docente in sede di
programmazione.
INDICAZIONI
DIDATTICHE
Gli
obiettivi prefissati possono essere meglio raggiunti facendo ricorso ad
attività di carattere comunicativo condotte abitualmente in lingua
straniera e in cui le abilità linguistiche di base siano usate in una
varietà di situazioni adeguate alla realtà dello studente. La lingua
può essere acquisita in modo operativo mediante lo svolgimento di
attività su compiti specifici perché in tal modo viene percepita come
strumento e non come fine immediato di apprendimento.
Per sviluppare nello studente una competenza comunicativa che lo porti a
formulare messaggi chiari occorre considerare il testo come minima unità
significativa. Il docente può facilitare l'acquisizione della lingua a
livello non consapevole strutturando situazioni motivanti e, in seguito,
può guidare lo studente nel processo di formalizzazione in modo da
farlo giungere a gestire sempre più autonomamente il proprio
apprendimento.
Nelle attività di ascolto è importante accertare se e in quale misura
il testo viene compreso. Da qui discende la necessità di un'attenta
selezione del materiale da proporre. Le difficoltà di comprensione,
infatti, non si limitano ad aspetti di ordine lessicale e sintattico, ma
includono la distanza del testo dalla realtà (sia linguistica che
culturale) dello studente e la sua incapacità a mettere in atto
strategie appropriate. E' pertanto utile abituarlo a identificare il
contesto sulla base di elementi extralinguistici e ad attivare strategie
di ascolto differenziate. Infatti lo studente, a seconda del tipo di
testo e dello scopo per cui lo ascolta, può focalizzare l'attenzione su
elementi diversi, quali la situazione, l’argomento, l’atteggiamento
dei parlanti, le informazioni principali e quelle specifiche.
La produzione orale si favorisce dando allo studente la più ampia
opportunità di usare la lingua straniera in attività comunicative in
coppia o in gruppo: giochi linguistici, drammatizzazione, simulazione,
role-play ecc. . Le attività comunicative richiedono che si
privilegi l'efficacia della comunicazione e che si tollerino errori di
carattere formale. Sarebbe infatti controproducente interrompere
l'esposizione dello studente per correggere errori di questo tipo. Si può
intervenire in un secondo tempo, coinvolgendo nella correzione lo
studente con il suo sottogruppo o l’intero gruppo classe. Se è stata
fatta una registrazione, si può utilizzare il riascolto.
Nel contesto comunicativo assume particolare rilevanza il consolidamento
di un sistema fonologico corretto e funzionale. E' importante che lo
studente si renda conto che una pronuncia scorretta del fonema può
interferire nel processo di comunicazione, che un'intonazione non
appropriata può stravolgere il significato di un enunciato e che il
contorno intonativo, diverso da lingua a lingua, trasmette anche le
dimensioni affettive del discorso.
Nelle attività di lettura, analogamente a quanto si è detto per le
attività di ascolto, le conoscenze extralinguistiche influenzano
notevolmente la comprensione del testo. Tuttavia il testo scritto ha
caratteristiche di permanenza che consentono l'attivazione di
particolari strategie per favorire la comprensione, basate sulla
verifica delle ipotesi formulate prima della lettura e durante la
stessa. E' pertanto utile sollecitare aspettative e ipotesi sul testo ed
utilizzare varie tecniche di lettura a seconda dei diversi scopi ai
quali è finalizzata e che possono essere:
- la lettura globale, per la comprensione dell'argomento generale
del testo;
- la lettura
esplorativa, per la ricerca di informazioni specifiche;
- la lettura analitica,
per la comprensione più dettagliata del testo.
Per far
cogliere il significato del testo può essere utile ricorrere ad una
lettura silenziosa, accompagnata da attività individuali o di gruppo.
Nella produzione scritta il legame tra abilità ricettive e produttive
è molto stretto; partendo dalla lettura e riflettendo sulle
caratteristiche del testo, lo studente ha la possibilità di individuare
la specificità del codice scritto, di analizzare le peculiarità delle
diverse tipologie testuali e di identificare le regolarità nella loro
organizzazione. Un approccio efficace allo scritto può essere garantito
da questo lavoro propedeutico.
Esistono varie attività che aiutano a sviluppare l'abilità della
scrittura: quelle di carattere manipolativo permettono l'acquisizione di
automatismi linguistici e sono propedeutiche ad attività di carattere
funzionale che abituano lo studente a tenere conto delle caratteristiche
dei vari tipi di testo e che richiedono maggiore autonomia. Possono
servire allo scopo la scrittura di paragrafi su modelli dati, le
composizioni guidate, le riformulazioni di testi con modifica di alcune
variabili della situazione, il completamento di racconti, le
composizioni libere ecc..
Le attività che consentono l'integrazione di più abilità avvicinano
ulteriormente lo studente ad un uso reale della lingua. Sono utili per
questo scopo esercizi di tipo cloze, dettati e completamento di
minisituazioni. Ma vi sono anche altre attività che posseggono un
carattere più comunicativo. Per esempio:
- prendere appunti da un testo orale;
- prendere
appunti da un testo scritto;
-
ricostruire un testo da appunti presi;
- riferire
oralmente o per iscritto il contenuto di un dialogo;
-
riassumere testi orali e scritti;
-
effettuare interviste sulla base di questionari predisposti.
Il
riassunto ha particolare rilevanza formativa perché mette in gioco
diverse competenze, tra le quali l'individuazione degli elementi
essenziali del testo e l'uso di strutture sintattiche complesse per la
produzione di un testo di arrivo sintetico e coerente.
Quanto al dettato, che coinvolge le abilità di comprensione e di
produzione, è importante che si basi su lessico noto, sia letto a
velocità normale e sia scandito per segmenti significativi.
Il consolidamento della competenza comunicativa richiede, nel biennio,
una maggior consapevolezza delle regole del sistema rispetto a quanto
appreso alla scuola media e implica un'analisi più articolata delle
componenti la comunicazione, dei meccanismi di coesione testuale, delle
differenze tra codice scritto e codice orale, delle funzioni della
lingua e della sua variabilità.
La riflessione sulla lingua - realizzata di norma su base comparativa
con l' Italiano ed altre lingue ed effettuata sulla base dei testi - non
costituisce un processo isolato rispetto alle attività che promuovono
lo sviluppo delle abilità linguistiche né si limita solo alla
presentazione di meccanismi formali, ma è volta a far scoprire
l'organizzazione dei concetti che sottendono i meccanismi stessi.
La consapevolezza della specificità della cultura straniera, in un
confronto sistematico con quella italiana, può essere raggiunta tramite
la riflessione linguistica e tramite l'analisi dei testi.
Nel primo caso si opera a livello morfosintattico (es.: sistema dei
pronomi personali, modalità del verbo ecc.) e lessico-semantico (es.
diversi modi di classificare e definire fenomeni reali e regole
sociali). Nel secondo caso l'analisi dei testi concerne le informazioni
implicite ed esplicite relative a vari aspetti e problemi della realtà
straniera.
Integrando ove possibile la grammatica formale con la grammatica
nozionale, centrata sul significato, si riesce a spiegare tutta una
serie di fenomeni linguistici che difficilmente potrebbero essere
chiariti in altro modo. Allo scopo di evitare disorientamento nello
studente è auspicabile una stretta collaborazione, soprattutto a
livello metodologico e terminologico, fra docenti di Lingua straniera e
docenti di Italiano.
Il dizionario, soprattutto monolingue, è un utile strumento di lavoro
per l'arricchimento lessicale e per il controllo della correttezza
ortografica, morfologica e della pronuncia, purché lo studente abbia
acquisito le tecniche indispensabili per una efficace consultazione.
La tecnologia mette a disposizione validi strumenti per l'apprendimento
delle lingue straniere: audioregistratore, videoregistratore,
laboratorio linguistico, elaboratore, TV ecc.. Il laboratorio
linguistico è utile per lo sviluppo delle abilità di comprensione
nonché per un corretto apprendimento della struttura fonologica della
lingua e per la acquisizione di automatismi.
L'elaboratore è un validissimo supporto per l'apprendimento della
correttezza ortografica, per lo sviluppo delle abilità di lettura e di
scrittura, per il consolidamento della competenza linguistica, per gli
interventi di recupero e per la verifica. Software flessibile, software
didattico valido e sistemi autore offrono possibilità diverse
d'intervento.
La verifica può avvalersi sia di procedure sistematiche e continue
(griglie di osservazione ecc.) sia di momenti più formalizzati con
prove di tipo oggettivo e soggettivo.
Le prove oggettive, utili per la verifica delle abilità ricettive, non
sono invece funzionali alla verifica degli aspetti produttivi della
competenza comunicativa, per la quale è consigliabile avvalersi di
prove soggettive. Le variabili da controllare in queste prove sono
numerose ed è pertanto opportuno partire da una griglia contenente una
serie di parametri che riducano l'inevitabile soggettività della loro
lettura.
Prove di tipo discreto o fattoriale - necessarie soprattutto nei primi
tempi per la verifica dei singoli elementi della competenza linguistica
- sono utili solo se vengono integrate da altre di carattere globale,
volte a verificare la competenza comunicativa dello studente in
riferimento sia ad abilità isolate (comprensione dell'orale o dello
scritto, produzione orale o scritta) sia ad abilità integrate
(conversazione, risposta a lettere, appunti ecc.).
L'analisi dell'errore è parte essenziale della verifica e rappresenta
uno strumento diagnostico fondamentale per impostare le attività di
recupero; a questo proposito è importante distinguere tra semplice
sbaglio (deviazione non sistematica dalla norma ai vari livelli sul
piano dell'esecuzione) ed errore (vera e propria lacuna nella competenza
linguistica o comunicativa)
FINALITA'
L'insegnamento
di Storia è finalizzato a promuovere e a sviluppare:
-
la
capacità di recuperare la memoria del passato in quanto tale;
-
la
capacità di orientarsi nella complessità del presente;
-
l'apertura
verso le problematiche della pacifica convivenza tra i popoli, della
solidarietà e del rispetto reciproco;
-
l'ampliamento
del proprio orizzonte culturale, attraverso la conoscenza di culture
diverse;
-
la
capacità di riflettere, alla luce dell'esperienza acquisita con lo
studio di società del passato, sulla trama di relazioni sociali,
politiche ecc. nella quale si è inseriti;
-
la
capacità di razionalizzare il senso del tempo e dello spazio;
-
la
consapevolezza della necessità di selezionare e valutare
criticamente le testimonianze.
OBIETTIVI
DI APPRENDIMENTO
Alla
fine del biennio lo studente deve dimostrare di sapere:
-
esporre in forma chiara e coerente fatti e problemi relativi agli
eventi storici studiati;
-
usare con proprietà alcuni fondamentali termini e concetti propri
del linguaggio storiografico (ad esempio,cambiamento,cesura, ciclo,
congiuntura, continuità, decadenza, progresso, restaurazione,
rivoluzione, sottosviluppo, sviluppo);
-
distinguere
i molteplici aspetti di un evento e l'incidenza in esso dei diversi
soggetti storici (individui, gruppi sociali ecc.); interpretare e
valutare, in casi semplici, le testimonianze utilizzate, distinguere
in esse fatti, ragioni, opinioni e pregiudizi, individuare
inconsistenze e incoerenze ecc.;
-
confrontare,
in casi semplici, le differenti interpretazioni che gli storici
danno di un medesimo fatto o fenomeno, in riferimento anche alle
fonti usate;
-
ricostruire
le connessioni sincroniche e gli sviluppi diacronici riferiti ad un
determinato problema storico studiato.
CONTENUTI
PRIMO
ANNO
1.
Culture della preistoria e civiltà protostoriche
a) Dal paleolitico all'uso
dei metalli: forme insediative e produttive; forme di culto.
b) Le grandi civiltà del
vicino Oriente: il delinearsi del fenomeno urbano e l'invenzione della
scrittura.
2.
Oriente e occidente: migrazioni indoeuropee e contatti
mediterranei
a) Migrazioni indoeuropee.
b) Le civiltà dell'Egeo.
Frequentazioni precoloniali e colonizzazioni nel Mediterraneo.
c) Popoli dell'Italia antica
e loro culture.
3.
Città e popoli della Grecia e dell'Italia
a) Legislazioni, tirannidi,
la società delle 'città stato' (poleis), ‘popoli’(ethne) e 'leghe'
(koinà) nel mondo greco.
b) Miti, culti, santuari
nella vita greca.
c) Origini di Roma e
periodo della monarchia. Rapporti col mondo etrusco e con gli altri
popoli d'Italia.
d) Colonie della Magna
Grecia.
4.
La grecia classica: dall'affermazione alla crisi della polis
a) Asia e impero persiano
nel confronto col mondo greco: le guerre persiane.
b) Guerra del
Peloponneso.
c) Ricerche di equilibri e
'paci comuni'.
d) Conquista macedone.
5.
La 'Res Publica' Romana dal VI al IV secolo a.c.
a)
Passaggio dalla monarchia alla repubblica. Conflitto tra patrizi
e plebei. Le XII Tavole.
b)
Organizzazione sociale e politica di Roma dall'età regia all'età
repubblicana (ordinamento centuriato,
magistrature, ordini, ceti, clientele).
c)
La religione romana arcaica.
6.
Roma verso l'egemonia in Italia
a)
Affermazione di Roma fra le diverse culture e realtà politiche
d'Italia. Evoluzione del concetto di Italia.
b)
Progressiva conquista dell'egemonia nella penisola fino al
conflitto con Cartagine.
c) Dinamiche
socio-politiche collegate.
7.
Età ellenistica
a)
Il “dopo Alessandro” dall'oriente mediterraneo all'Asia
centrale. I grandi stati ellenistici.
b)
Cultura unificante e cosmopolitica dell'ellenismo.
8.
Espansionismo romano nel Mediterraneo
a)
Roma e il mondo ellenistico. Espansione romana in Occidente e in
Oriente (differenze di intenti e di modi).
b)
Il cammino verso l'unificazione politica mediterranea sotto il
dominio di Roma. Il problema dell'imperialismo
romano.
c)
Evoluzione del sistema produttivo.
9.
Crisi della Repubblica Romana
a) Crisi
dell'Italia e delle istituzioni repubblicane (strutture militari,
agrarie, sociali, istituzionali).
b)
Età dei Gracchi, Mario e la riforma dell'esercito.
c)
La guerra sociale.
d) Lotte
civili fra capi-parte.
e)
Ottaviano Augusto e il passaggio dalla repubblica al principato.
SECONDO
ANNO
1.
Organizzazione dell'Impero
a)
Evoluzione istituzionale e amministrativa del principato.
b)
Nuovi ceti emergenti nell'impero mediterraneo.
c)
Il diritto romano.
d) Organizzazione
delle province. Processi di integrazione e limiti della romanizzazione:
le culture diversificate
delle grandi aree provinciali.
e)
Ruolo della vita cittadina.
2.
Religioni dell'impero
a)
Religioni dell'impero e fattori di trasformazione: religioni
pagane della salvezza.
b)
Il giudaismo. Il cristianesimo, la sua prima diffusione, le
persecuzioni.
3.
Crisi del secolo III e culture dei popoli esterni
a) Problemi
militari, demografici, economici; dinamiche sociali e colonato.
b)
Culture dei popoli esterni nei loro rapporti col mondo romano.
c) Contatti
con le grandi civiltà dell'Estremo Oriente (India, Cina degli Han) e
con l'Africa non romanizzata.
4.
Mondo tardoantico
a)
Dal principato alla tetrarchia.
b)
Svolta costantiniana e società tardoantica: burocratizzazione,
tendenze dirigistiche, forze centrifughe, nuovi gruppi dominanti e nuovi
centri di potere (capitali decentrate).
c)
La Chiesa e l'impero universale cristiano; emarginazione del
paganesimo e del giudaismo. Resistenze epersistenze pagane. Anacoresi
monachesimo.
5.
Occidente e Oriente nei secoli V e VI
a) Regni
romano germanici.
b)
Giustiniano e la formazione della civiltà bizantina.
c)
Invasione longobarda in Italia. Ruralizzazione dell'economia e
della società.
d)
Il papato e gli altri patriarcati; i vescovadi;
l'evangelizzazione delle campagne; monachesimi d'oriente e d'occidente.
Il latino della Chiesa. Culto dei santi.
6.
Espansione dell'Islam e mondo latino germanico
a)
Arabi e Maometto. I primi quattro califfi e le divisioni
dell'Islam. La grande espansione e la crisi del califfato.
Civiltà arabo musulmana.
b)
Gli Slavi nei Balcani.
c)
Longobardi, bizantini e papato.
d)
I Franchi dai Merovingi ai Carolingi; sviluppo delle clientele
armate.
e)
Egemonia culturale del clero; monachesimo celtico e anglosassone:
conversione dei Germani d'oltre Reno.
7.
Europa carolingia
a) Carlomagno:
conquiste militari e restaurazione dell'impero.
b)
Rapporti vassallatico-beneficiali.
c) Riforma
monetaria; rinascita degli studi grammaticali; unificazione liturgica;
riforma monastica.
d)
Economia curtense e signoria fondiaria.
e) Regno
carolingio d'Italia. L'Italia non carolingia.
f)
Dissoluzione dell'impero carolingio.
8.
Particolarismo del secolo X
a) Nuove
invasioni: Normanni, Ungari, Saraceni.
b)
Crisi dell'ordinamento pubblico carolingio e nascita di nuovi
poteri locali: I'incastellamento.
c) Impero
sassone e radicarsi dei rapporti feudali.
d)
Due nuovi stati cristiani: Polonia e Ungheria.
e) Spagna
dei califfi Omayyadi e gli inizi della riconquista.
f)
Sintomi di ripresa demografica.
g) Crisi
del papato e riforma cluniacense.
h)
Leggenda dell'Anno Mille.
9.
Rinascita della vita cittadina e riforma della chiesa
a) Dalla
signoria fondiaria alla signoria di banno.
b)
Vita cittadina in Italia e oltralpe.
c) Città
marinare e incipiente egemonia di Venezia.
d)
Impero germanico e regni particolari.
e) I
Normanni creatori di stati: regni d'Inghilterra e di Sicilia, la Russia
di Kiev.
f)
Verso la riforma della Chiesa: spinte riformatrici dall'alto e
movimenti di religiosità popolare. Gregorio VII e i “dictatus papae”.
Lotta per le investiture e sue conseguenze sulla natura dell'impero e
della Chiesa.
INDICAZIONI
DIDATTICHE
La
presentazione dei tratti salienti delle culture e delle civiltà che nel
tempo si sono susseguite o nel tempo sono coesistite e coesistono,
consente allo studente di arrivare a riconoscerne e ad apprezzarne
correttamente caratteri e valori, sapendo cogliere differenze e analogie
che intercorrono tra di esse. Lo studente può essere portato a rendersi
conto del fatto che lo studio della storia, non importa quanto remota,
ben lungi dal comportare il rischio di una fuga dal presente, offre
sussidi utili per una corretta lettura di esso, se non altro nel senso
di predisporre ad accettare il “diverso”. E' anche opportuno far
capire che il privilegio accordato alla civiltà classica nella storia
del mondo antico e alla civiltà europea nella storia contemporanea non
hanno alcun sottinteso etnocentrico, ma mirano a consentire il
riconoscimento della cultura di appartenenza come fatto prezioso di
memoria collettiva, meglio evidenziato proprio dal confronto con culture
diverse nel tempo e nello spazio.
Il confronto fra miti, leggende, diari, memorie ecc. da un lato e
ricostruzioni storiche dall'altro, è importante per far capire che il
carattere specifico della conoscenza storica risiede nel fatto di essere
fondata sull'esame critico delle testimonianze. Bisogna distinguere il
'racconto storico' dalle altre forme di narrazione, la cui attendibilità
non è riscontrabile sulle fonti. E' altresì necessario distinguere
nella trattazione di un fatto storico ben circoscritto il momento
dell'accertamento dell'accaduto, il punto di vista dello storico
narratore e le argomentazioni di cui questo si vale per coonestare la
propria ricostruzione.
Attraverso il confronto tra le diverse ricostruzioni di uno stesso fatto
si può condurre lo studente a comprendere che tale diversità è
riconducibile non solo ai differenti orientamenti metodologici culturali
e ideali o, più semplicemente, alle propensioni soggettive, spesso
storicamente datate, degli storici, ma che in più casi essa riflette
anche un ampliamento ed un approfondimento oggettivi delle conoscenze in
materia. Perciò la possibile compresenza di diverse e spesso anche
contraddittorie interpretazioni dello stesso fatto non è frutto di
arbitrarietà, ma rispecchia la difficoltà insita nell'esercizio del
'mestiere di storico' e non giustifica quindi l'insorgere di un
atteggiamento di scetticismo nei confronti della possibilità di
conoscere il passato anche più lontano e meno documentato e il passato
anche più recente per il quale la documentazione diventa disponibile
solo col trascorrere degli anni. Allo studente vanno presentate le
ragioni che possono motivare la diversità delle opinioni fra gli
storici. Esse sono da cercare sia nella varietà degli orientamenti
metodologici culturali e ideali sia nel diverso peso che viene
attribuito, a seconda dei casi, all'una o all'altra categoria di
testimonianze (ad esempio, alle testimonianze archeologiche rispetto a
quelle linguistiche, nella ricostruzione dei grandi movimenti migratori
dell'antichità o, per la storia contemporanea, ai documenti riservati
rispetto alla pubblicistica).
Nella presentazione degli snodi fondamentali della storia (ad esempio,
per quanto riguarda la storia antica e altomedievale, l’espansione di
Roma in Occidente e in Oriente, o l’espansione arabo-musulmana nel
bacino del Mediterraneo; per la storia contemporanea la formazione degli
imperi coloniali o l'avvento dell'era nucleare) è necessario
distinguere i diversi aspetti (politici, sociali, culturali, economici,
religiosi, ambientali ecc.) di un evento storico complesso e le
relazioni che intercorrono fra essi. Va messa in evidenza la diversa
incidenza e l'interazione di distinti soggetti storici (gruppi sociali,
singoli individui, etnie, nazioni, stati) nello svolgersi di avvenimenti
di grande importanza, anche utilizzando risultati e concetti derivati da
altre scienze sociali, in particolare la geografia, il diritto e
l'economia.
Il linguaggio della storiografia attinge largamente e più di altre
discipline al linguaggio comune, ma alcuni termini che esso usa
(continuità, cesura, decadenza ecc.) hanno un significato tecnico
specifico. Di questo linguaggio, che comprende concetti, espressioni,
descrizioni di mutamenti storici attraverso modelli (ad esempio,
continuità/cesura, rivoluzione/restaurazione, decadenza/ progresso,
ciclo/congiuntura) lo studente deve essere guidato a servirsi in modo
corretto. Può risultare utile a tale scopo valorizzare
l'interrogazione, il dialogo, il confronto e la discussione in gruppo.
Un punto importante dello studio della storia va certamente individuato
nel saper cogliere le relazioni che intercorrono fra i diversi fenomeni
storici e i tempi più o meno lunghi (lunga, media, breve durata) in cui
sono osservati. A questo proposito si può far notare che la cronologia
utilizzata per la storia politica non si adatta di per sé a tutti gli
altri aspetti della vicenda umana (ad esempio, per la storia antica, la
cronologia che scandisce le trasformazioni culturali avvenute in età
preistorica è a maglie molto più larghe di quella che registra la
successione delle varie civiltà protostoriche del vicino Oriente, e la
cronologia di queste ultime è molto più approssimativa di quella della
guerra del Peloponneso) e che queste differenze non dipendono solo dallo
stato delle fonti, ma anche dalla natura dei fatti studiati e dalla
velocità maggiore o minore con cui avvengono i cambiamenti nei
differenti campi (ad esempio, per la storia contemporanea, mentre la
prima rivoluzione industriale si è estesa ai vari paesi europei in
tempi diversi, i moti del '48 hanno interessato vari paesi a distanza di
giorni o di settimane). Analogamente, un altro punto importante va
individuato nel saper cogliere le relazioni che intercorrono fra i
diversi fenomeni storici e gli spazi più o meno estesi (ambito locale,
regionale, continentale) in cui sono analizzati. Per rendere evidente
questa connessione è vantaggioso servirsi di sussidi cartografici,
ricorrendo caso per caso a scale rappresentative diverse.
FINALITA'
Il
corso di Diritto e di Economia promuove e sviluppa:
-
la comprensione della realtà sociale attraverso la
conoscenza dei principali aspetti giuridici ed economici dei
rapporti sociali e delle regole che li organizzano;
-
l'acquisizione di competenze nell'uso del linguaggio
giuridico e di quello economico, anche come parte della competenza
linguistica complessiva;
-
la consapevolezza della dimensione storica della norma
giuridica e delle teorie economiche per capire le costanti e gli
elementi di relatività e di dipendenza rispetto al contesto
socioculturale in cui si è inseriti;
-
l'educazione civile, civica e socio-politica attraverso
l'esperienza, fatta anche nella scuola, di 'vivere in relazione con
gli altri’ in una prospettiva di rispetto, di tolleranza, di
responsabilità e di solidarietà.
Riferimenti
generali
L'introduzione
dell'insegnamento di Diritto ed Economia nei primi due anni
risponde ad una esigenza di formazione del cittadino in quanto
tale e non ha funzione strettamente propedeutica al successivo studio
triennale di indirizzo.
L'insieme delle finalità elencate caratterizza il corso non come
giustapposizione di due discipline, ma come integrazione di esse in una
serie di tematiche che partono da realtà vicine agli studenti e si
sviluppano - senza contraddire la logica intrinseca di ciascuna
disciplina - fino ad arrivare a problematiche istituzionali.
OBIETTIVI DI
APPRENDIMENTO
Alla
fine del corso lo studente deve dimostrare di essere in grado di:
-
riconoscere, spiegare e utilizzare il linguaggio economico e
il linguaggio giuridico necessari ad ogni cittadino;
-
individuare le essenziali categorie concettuali del diritto e
dell'economia;
-
interpretare il testo costituzionale identificando:
- le radici storiche, le matrici culturali ed i valori ad esse sottesi,
la strutturazione formale ed il funzionamento reale
della Costituzione;
- le
istituzioni in cui si articola l'ordinamento giuridico dello Stato;
-
conoscere i settori di attività prevalenti sul territorio e
i fondamentali operatori del sistema economico;
-
descrivere il ruolo dello Stato nell'economia;
-
consultare in modo autonomo i testi e le fonti giuridiche ed
economiche;
-
confrontare soluzioni giuridiche e modelli economici con
situazioni reali;
-
distinguere tra il valore cogente della norma positiva e la
storicità delle soluzioni giuridiche, nonché tra le potenzialità
e i limiti degli schemi interpretativi dei sistemi economici.
CONTENUTI
DIRITTO
-
Origine e funzioni del diritto:
istituzioni e norma nell'evoluzione storica della società.
-
Giustizia e diritto.
-
Soggetti, oggetti e relazioni nell'esperienza giuridica.
-
L'affermarsi dei diritti umani. Uguaglianza formale, partecipazione
e uguaglianza sostanziale. Qualità della vita e diritto
all'ambiente.
-
Dallo Stato di diritto allo Stato sociale. Problemi e prospettive.
-
Caratteri e principi fondamentali della Costituzione italiana.
-
La Costituzione della Repubblica: sviluppo della persona tra libertà
e solidarietà; diritti del cittadino nei rapporti civili,
etico-sociali, economici e politici. Approfondimento dei seguenti
temi: famiglia, scuola, lavoro, ambiente.
-
L'ordinamento dello Stato italiano: organi costituzionali e loro
principali funzioni. Le autonomie locali con riferimento allo
Statuto della Regione di appartenenza.
-
Stato italinao e Organizzazioni internazionali.
ECONOMIA
-
Il problema economico. Rapporto tra società umana,
ambiente e risorse. Origine ed evoluzione dei sistemi
economici moderni.
-
Descrizione del sistema economico.
-
Famiglie:
reddito, consumo, risparmio.
- Imprese: produzione, scambio,
investimenti.
- Stato: servizi
pubblici e tributi.
- Resto del Mondo:
importazioni ed esportazioni.
-
Produzione e mercati. Strutture,
processi produttivi, tecnologie. Il ruolo dell'innovazione. I
prezzi, coordinamento dello scambio e ripartizione del reddito.
-
Il reddito nazionale: nozione e
componenti; indici quantitativi e qualità della vita.
-
Processi di crescita e squilibri
dello sviluppo. Occupazione e disoccupazione. Evoluzione storica
dell'intervento dello Stato nell'economia.
-
Integrazione economica europea.
-
Sviluppo e sotto sviluppo.
Interdipendenze internazionali. Ambiente e sviluppo sostenibile.
-
Economia e giustizia. L'indirizzo
costituzionale.
INDICAZIONI DIDATTICHE
Una
corretta impostazione didattica di questo insegnamento si configura come
un percorso che:
-
motiva allo studio delle due
discipline partendo dall'interesse dell'adolescente per i problemi
del contemporaneo e della vita associata;
-
prende lo spunto da situazioni che
rientrano nell'esperienza individuale, familiare e sociale dello
studente;
-
passa, attraverso approssimazioni
successive, da una fase descrittiva del fenomeno a progressive
concettualizzazioni e generalizzazioni;
-
risale in seguito a sistemazioni,
individuazioni di categorie generali, formulazioni di principi,
enunciazioni di tendenze, inquadramenti storici complessivi;
-
applica i principi ricavati a
situazioni nuove rispetto a quelle di partenza;
-
utilizza al massimo documenti e
testi originali, da affiancare ai manuali
-
(Costituzione,
I conti degli Italiani);
-
valorizza l'aspetto problematico ed
il dibattito socio-culturale e politico sempre in atto rispetto alle
discipline trattate.
Per
la verifica degli apprendimenti è opportuno servirsi, oltre che di
forme orali, anche di esercitazioni scritte opportunamente strutturate
(test, questionari, prove oggettive) o libere (saggi, relazioni,
riassunti, schemi).
FINALITA'
L'insegnamento
di Geografia concorre a promuovere:
-
la
comprensione della realtà contemporanea attraverso le forme
dell'organizzazione territoriale, intimamente connesse con le
strutture economiche, sociali culturali;
-
la
capacità di cogliere le dinamiche globali delle società umane, la
pluralità dei loro esiti possibili, le responsabilità delle scelte
necessarie;
-
la
comprensione del ruolo delle società umane nell'organizzazione
dell'ambiente, la comprensione del significato dell'ambiente
naturale e della complessità di quello artificiale;
-
la
responsabilità, la partecipazione, la creatività, la
consapevolezza e l'autonomia di giudizio di fronte ai grandi temi
della gestione dell'ecosistema, dei rapporti tra i popoli e le
regioni, dell'organizzazione del territorio;
-
l'accettazione della varietà delle condizioni locali
(naturali, tecnologiche, culturali ed economiche) e la
consapevolezza della loro interdipendenza in sistemi planetari;
-
l'identità
personale e collettiva, la solidarietà con gli altri gruppi, la
comunicazione interculturale con la consapevolezza della
particolarità della propria condizione ambientale;
-
la
padronanza del linguaggio cartografico e della geo-graficità come
parte della competenza linguistica generale.
OBIETTIVI Dl
APPRENDIMENTO
Lo
studente al termine del corso deve dimostrare di essere in grado di:
-
usare un linguaggio geografico appropriato;
-
leggere e interpretare criticamente carte geografiche e
tematiche a scala diversa;
-
leggere e interpretare criticamente grafici, plastici e
fotografie;
-
consultare atlanti e repertori;
-
ricercare, analizzare ed elaborare informazioni di interesse
territoriale e tradurle efficacemente dal linguaggio verbale e
numerico in quello grafico e cartografico;
-
rappresentare carte mentali di un territorio che siano
congruenti con gli schemi geografici progressivamente acquisiti;
-
analizzare a grandi linee un sistema territoriale,
individuandone i principali elementi costitutivi, fisici e
antropici, e le loro più evidenti interdipendenze;
-
individuare i fattori che influiscono sulla localizzazione di
attività economiche;
-
confrontare l'assetto territoriale di spazi diversi;
-
applicare le abilità strumentali e metodologiche acquisite
all'analisi di un territorio ancora non conosciuto o di semplici
casi regionali nuovi;
-
leggere attraverso categorie geografiche gli eventi storici e fatti
e problemi del mondo contemporaneo.
CONTENUTI
1.
Il sistema uomo-ambiente e le sue articolazioni
Nucleo
tematico
Gli uomini, per soddisfare le proprie
esigenze, si organizzano in gruppi sociali ed elaborano sistemi di
conoscenza con i quali trasformano l'assetto originario degli
ecosistemi. Alla varietà naturale si aggiunge la varietà dell'opera
umana nel tempo, da cui nasce l'articolazione territoriale.
Temi
significativi:
a) ecosistemi in rapporto a tipi di clima;
b) il coinvolgimento dell'uomo nei flussi di energia, nel ciclo
dell'acqua e in quello alimentare;
c) popolamento, dinamica demografica, densità di popolazione;
d) relazioni tra culture, tecnologie e uso delle risorse.
2.
Gli spazi rurali nell'economia tradizionale
Nucleo
tematico
Le comunità dotate di tecnologie
semplici non trasformano incisivamente gli ambienti, non posseggono
insediamenti complessi, vivono in piccoli gruppi e con gravi problemi di
sopravvivenza. Deforestazione, dissodamento, regolazione delle acque
sono opere di trasformazione che consentono la sedentarizzazione del
gruppo, l'aumento della densità della popolazione e della produzione,
la possibilità di sopravvivenza.
Temi
significativi:
a)
tipi di paesaggio rurale,
b)
agricoltura di sussistenza,
c)
il villaggio agricolo,
d)
il ruolo della città tradizionale, luogo di mercato e delle
comunicazioni.
Situazioni per la scelta dei casi di
studio: latifondo e microfondo, agricoltura di zone umide e aride,
paesaggi a campi aperti e chiusi, economia tradizionale della montagna,
le piantagioni, le problematiche della fascia intertropicale, con
riguardo alla povertà, alla sottoalimentazione e alle malattie
endemiche.
3.
Gli spazi industriali
Nucleo
tematico
La disponibilità di nuove fonti di
energia, tecniche di manifattura e trasporto, offerte dalla rivoluzione
industriale, accentuano le capacità di trasformare l'ambiente. La
popolazione aumenta e si concentra, si stabiliscono relazioni su scala
mondiale, che producono nuove specializzazioni regionali e trasformano
la divisione internazionale del lavoro.
Temi
significativi:
a) la città industriale,
b) le zone minerarie,
c) le infrastrutture di comunicazione,
d) le fonti di energia.
Situazioni
per la scelta dei casi di studio: paesaggio dei bacini carboniferi,
prime concentrazioni industriali, città industriale e quartieri operai,
nodi di traffico ferroviario e portuale; le conseguenze della
rivoluzione industriale nelle aree coloniali e nel Terzo Mondo.
4.
Città, aree metropolitane e reti urbane
Nucleo
tematico
L'evoluzione tecnologica e della
gestione dell'informazione produce più intense relazioni tra i centri,
l'espansione del modo di vita urbano e la formazione di vaste aree
metropolitane. In esse si svolge gran parte delle attività di servizio
e di gestione.
Temi
significativi:
a) ruolo della città nella organizzazione regionale,
b) urbanizzazione degli spazi regionali,
c) formazione delle aree metropolitane e delle megalopoli,
d) la terziarizzazione e la specializzazione dei centri all'interno
delle reti urbane;
e) il paesaggio e la
differenziazione interna delle città;
f) le città del Terzo Mondo.
Situazioni
per la scelta dei casi d i studio: quelle richiamate nei temi
significativi, avendo riguardo alla qualità della vita e alle
condizioni sociali nelle diverse dimensioni urbane, e adottando il
metodo comparativo.
5.
Gli spazi extraurbani
Nucleo
tematico
Gli
spazi interposti nelle maglie della rete di città si organizzano con
funzioni complementari a quelle urbane; l'evoluzione dei modi di vita e
la diffusione di tecnologie indotte dalla cultura urbana modificano le
forme tradizionali del territorio rurale.
Temi
significativi:
a)
l'agricoltura specializzata,
b)
le aree per il tempo libero,
c)
l'industrializzazione diffusa.
Situazioni
per la scelta dei casi di studio: la monocoltura, il grande allevamento
e le loro connessioni con l'industria agro-alimentare; le risorse e le
aree turistiche; le riserve e i parchi naturali; le aree della piccola
impresa e dell'artigianato.
6. Gli squilibri
territoriali
Nucleo
tematico
L'intensità
e la qualità dello sviluppo creano disparità tra luoghi e si
manifestano a scale diverse (intraurbana, regionale, nazionale e
internazionale).
Temi
significativi:
a) lo spopolamento delle campagne,
b) i ritardi nell'industrializzazione,
c) il problema demografico (denatalità, boom, migrazioni),
d) l'esplosione urbana,
e) il sottosviluppo (Nord e Sud del mondo).
Situazioni
per la scelta dei casi di studio: quelle idonee a mostrare le diverse
scale a cui si manifestano gli squilibri: montagna intera, Mezzogiorno,
aree deboli del Mediterraneo, casi di sottosviluppo, indicando le loro
connessioni con aree sviluppate.
7. Gli squilibri
ambientali
Nucleo
tematico
L'intensità
delle trasformazioni imposte all'ecosistema e la riduzione degli spazi
di ulteriore espansione hanno evidenziato i limiti del prevalente tipo
di organizzazione del territorio. L'umanità ha organizzato gli ambienti
tendendo a migliorare le proprie immediate possibilità di
sopravvivenza, innescando inconsapevolmente anche processi che hanno
portato, e portano a lungo termine, degli effetti non desiderati. Si
pone perciò il problema di rendere le forme di organizzazione antropica
dell'ambiente compatibili con quelle naturali o comunque stabilizzate.
Temi
significativi:
a) l'inquinamento,
b) lo smaltimento dei rifiuti,
c) la limitatezza delle risorse,
d) la desertificazione,
e) le grandi calamità indotte dal cattivo uso dell'ecosistema,
f) il bilancio energetico.
Situazioni
per la scelta dei casi di studio: quelle di particolare rilievo locale,
avendo riguardo a fatti che abbiano suscitato l'interesse dell'opinione
pubblica.
Note
generali
I contenuti si articolano in una serie
di “nuclei tematici”, enunciazioni sintetiche di una problematica da
sviluppare con la trattazione di alcuni (due o tre) “temi
significativi” scelti tra quelli indicati.
La trattazione dei temi significativi si accompagna - tranne che per il
primo nucleo tematico - all'esame di casi di studio esemplari, da
scegliere, con la guida delle indicate “situazioni per la scelta dei
casi di studio”, in base all'ambiente in cui opera la scuola,
all'attualità, alla sensibilità del docente.
Il nucleo tematico iniziale, grazie anche a numerose prove di ingresso
opportunamente scandite e finalizzate soprattutto all'accertamento di
prerequisiti, consente la ricapitolazione e la prima sistematizzazione
delle conoscenze e delle abilità acquisite dallo studente nella scuola
media; i risultati delle stesse prove vengono utilizzati inoltre per la
progettazione di calibrati interventi di recupero e di rinforzo.
L'attuazione di tale nucleo ha quindi importanza fondamentale per la
strategia didattica e richiede temi adeguati.
Per ogni nucleo tematico il numero dei casi di studio va rapportato, da
un lato, all'esigenza di giungere ad una ragionevole generalizzazione e,
dall'altro, alla necessità di consentire non un arido e frammentario
studio descrittivo, ma un concreto approfondimento del modo in cui
funziona un territorio, dei principali fattori in gioco e della
complessità di motivazioni che stanno alla base dei cambiamenti
territoriali
Nella scelta dei casi di studio è naturale privilegiare tematiche
riguardanti l'Italia, la Comunità Europea, il bacino del Mediterraneo.
Ciò tuttavia non deve far dimenticare l'apertura a questioni attinenti
aree extraeuropee, soprattutto se esse sono significative per mettere in
risalto la specificità dei fenomeni considerati e per sviluppare
comparazioni.
Nello svolgimento dell'intero programma va posta attenzione anche alle
implicazioni sociali ed alle tensioni ambientali provocate dalle varie
modalità di organizzazione del territorio.
In relazione alle diverse identità degli indirizzi di studio il docente
ha la possibilità di scegliere tra i temi proposti quelli ritenuti più
adatti e più motivanti per gli studenti ed eventualmente può
aggiungerne altri dello stesso tipo, tenendo conto di possibili e utili
collegamenti con le altre discipline del curricolo.
INDICAZIONI
DIDATTICHE
La
finalizzazione formativa della Geografia nel biennio e la natura e
articolazione delle unità tematiche indicate presuppongono il
superamento d'una modalità organizzativa dei contenuti di tipo
piattamente regionale o astrattamente generale e richiedono invece un
approccio didattico problematico, concettuale e paradigmatico.
E' importante valorizzare, sul piano apprenditivo, il continuo e
necessario riferimento alla collocazione spaziale e al valore dei
luoghi, così come alla spiegazione generale di fatti e oggetti
d'interesse geografico, che sono costanti acquisite nella moderna
dldattica della disciplina e contribuiscono ad arricchire e ispessire la
carta mentale dello studente.
I singoli nuclei tematici vanno visti come scansioni didattiche d'un
percorso unitario, che si propone di far scoprire la coesistenza e
l'interconnessione spaziale di temi e problemi oltre che di singoli
elementi d'interesse geografico.
Va sottolineata l'utilità di concetti (densità di popolazione,
insediamenti, mobilità spaziale, reti urbane e di comunicazioni,
regione, impatto ambientale ecc.), che, attraversando i nuclei tematici,
consentono collegamenti e confronti didatticamente fruttuosi per una
comprensione e interpretazione sintetica e critica della realtà
territoriale alle diverse scale.
Per ogni nucleo, I'esemplificazione e l'utilizzazione di casi concreti,
pur focalizzata sul vicino direttamente osservabile e su singole realtà
degli spazi italiano, comunitario e mediterraneo, deve peraltro
consentire anche l'esame di situazioni molto diverse a scala mondiale.L'itinerario
didattico qui proposto si basa - oltre che sui casi di studio -
sull'analisi geografica dell'intero territorio inteso come geosistema.
-
Si possono utilizzare tecniche
didattiche del seguente tipo:
-
lettura e interpretazione di carte
a varia scala e di altre rappresentazioni sintetiche del territorio;
-
elaborazione di dati statistici;
-
costruzione di carte tematiche e di
altre rappresentazioni grafiche; - correlazioni grafiche,
cartografiche e statistiche;
-
grafici, statistiche e altre
semplici tecniche quantitative; - uso di simulazioni e giochi;
-
lettura e interpretazione di
diapositive, film, videocassette, fotografie (terrestri e aeree),
rilevazioni da satellite capaci di informare sulle strutture, gli
usi e i significati delle varie forme territoriali.
Fondamentale
è la promozione dell'osservazione diretta e l'indagine sul terreno, da
condurre attraverso lezioni all'aperto ed escursioni di studio secondo
la metodologia geografica tradizionale.
Utile il ricorso a colloqui e interviste sulla base di questionari
elaborati in classe, anche al fine di un confronto tra vicino e lontano
e tra qualitativo e quantitativo.
Accanto ad atlanti e carte murali non va trascurato l'uso del
calcolatore per l'archiviazione e l'elaborazione, anche cartografica, di
dati e come strumento di esercitazioni interattive.
L'operatività dell'itinerario indicato consente frequenti verifiche.
Ad integrazione delle tradizionali interrogazioni orali vanno
considerate soprattutto le prove oggettive (a risposta fissa, a scelta
multipla, corrispondenze, completamenti ecc.), ma anche la stesura di
brevi relazioni, commenti a fotografie, interpretazione di grafici e
carte, discussioni generali e di gruppo.
Se gli obiettivi operativi risultano ben definiti, graduati e
concatenati, verifiche implicite derivano dalla stessa continuità
apprenditiva degli studenti. Verifiche numerose e diversificate
facilitano la valutazione di tale continuità, rendendo più oggettiva
l'attribuzione periodica e finale di un giudizio e consentendo
l'accertamento in itinere non solo della congruità e coerenza degli
obiettivi definiti nell'ambito della programmazione, ma dell'intero
processo curricolare.
FINALITA'
L'insegnamento
di Matematica (con Informatica) promuove:
-
lo
sviluppo di capacità intuitive e logiche;
-
la
capacità di utilizzare procedimenti euristici;
-
la
maturazione dei processi di astrazione e di formazione dei concetti;
-
la
capacità di ragionare induttivamente e deduttivamente;
-
lo
sviluppo delle attitudini analitiche e sintetiche;
-
l'abitudine
alla precisione di linguaggio;
-
la
capacità di ragionamento coerente ed argomentato;
-
la
consapevolezza degli aspetti culturali e tecnologici emergenti dei
nuovi mezzi informatici;
-
l'interesse
per il rilievo storico di alcuni importanti eventi nello sviluppo
del pensiero matematico.
RIFERIMENTI
GENERALI
La
matematica, parte rilevante del pensiero umano ed elemento motore dello
stesso pensiero filosofico, ha in ogni tempo operato su due fronti: da
una parte si è rivolta a risolvere problemi ed a rispondere ai grandi
interrogativi che via via l'uomo si poneva sul significato della realtà
che lo circonda; dall'altra, sviluppandosi autonomamente, ha posto
affascinanti interrogativi sulla portata, il significato e la
consistenza delle sue stesse costruzioni culturali.
Oggi queste due attività si sono ancor più accentuate e
caratterizzate. La prima per la maggiore capacità di interpretazione e
di previsione che la matematica ha acquistato nei riguardi dei fenomeni
non solo naturali, ma anche economici e della vita sociale in genere, e
che l'ha portata ad accogliere e a valorizzare, accanto ai tradizionali
processi deduttivi, anche i processi induttivi. La seconda per lo
sviluppo del processo di formalizzazione che ha trovato nella logica e
nell'informatica un riscontro significativo.
Sono due spinte divergenti, ma che determinano, con il loro mutuo
influenzarsi, il progresso del pensiero matematico.
Coerentemente con questo processo, l'insegnamento della matematica si è
sempre orientato, e continua ad orientarsi, in due distinte direzioni:
da una parte 'leggere il libro della natura' e matematizzare la realtà
esterna; dall'altra simboleggiare e formalizzare i propri strumenti di
lettura attraverso la costruzione di modelli interpretativi. Queste due
direzioni confluiscono, intrecciandosi ed integrandosi con reciproco
vantaggio, in un unico risultato: la formazione e la crescita
dell'intelligenza dei giovani.
Le finalità indicate sopra concorrono, in armonia con l'insegnamento
delle altre discipline, alla promozione culturale ed alla formazione
umana di tutti i giovani.
In un corso di studi ad indirizzo tecnico l'insegnamento deve inoltre
confermare l'orientamento dei giovani per questo tipo di studi,
potenziare e sviluppare le loro attitudini e dare le necessarie
conoscenze per seguire proficuamente e senza traumi gli studi
scientifici o tecnici a livello superiore.
OBIETTIVI Dl
APPRENDIMENTO
Alla
fine del biennio lo studente deve dimostrare di essere in grado di:
-
individuare proprietà invarianti per trasformazioni
elementari;
-
dimostrare
proprietà di figure geometriche;
-
utilizzare consapevolmente le tecniche e le procedure di
calcolo studiate;
-
riconoscere e costruire relazioni e funzioni;
-
matematizzare semplici situazioni riferite alla comune
esperienza e a vari ambiti disciplinari;
-
comprendere e interpretare le strutture di semplici formalismi
matematici;
-
cogliere analogie strutturali e individuare strutture
fondamentali;
-
riconoscere concetti e regole della logica in contesti
argomentativi e dimostrativi;
-
adoperare i metodi linguaggi e gli strumenti informatici
introdotti;
-
inquadrare storicamente qualche momento significativo
dell'evoluzione del pensiero matematico.
CONTENUTI
Tema 1 -
Geometria del piano e dello spazio
-
Piano
euclideo e sue trasformazioni isometriche. Figure e loro proprietà.
Poligoni equiscomponibili; teorema di Pitagora.
-
Omotetie
e similitudini del piano. Teorema di Talete.
-
Piano
cartesiano: retta, parabola, iperbole equilatera.
-
Coseno
e seno degli angoli convessi. Relazione fra lati ed angoli nei
triangoli rettangoli
-
Esempi
significativi di trasformazioni geometriche nello spazio.
Individuazione di simmetrie in particolari solidi geometrici.
Tema 2 - Insiemi
numerici e calcolo
-
Operazioni,
ordinamento e loro proprietà negli insiemi dei numeri naturali,
interi, razionali.
-
Valori
approssimati e loro uso nei calcoli elementari. Introduzione
intuitiva dei numeri reali. Radicali quadratici ed operazioni
elementari su di essi.
-
Il
linguaggio dell'algebra e il calcolo letterale: monomi, polinomi,
frazioni algebriche.
-
Equazioni
e sistemi di primo e di secondo grado. Disequazioni di primo grado.
Tema 3 - Relazioni e
funzioni
-
Insiemi
ed operazioni su di essi. Prime nozioni di calcolo combinatorio.
-
Leggi
di composizione ed individuazione di particolari strutture. Prodotto
cartesiano. Relazioni binarie: relazioni d'ordine e di equivalenza.
Applicazioni (funzioni).
-
Funzioni
x ax + b, x ax2 + bx + c, x a/x e loro
grafici.
Tema 4 - Elementi di
probabilità e di statistica
-
Semplici
spazi di probabilità: eventi aleatori, eventi disgiunti e ‘regola
della somma’.
-
Probabilità
condizionata, probabilità composta. Eventi indipendenti e ‘regola
del prodotto’.
-
Elementi
di statistica descrittiva: rilevazione di dati, valori di sintesi,
indici di variabilità.
Tema 5 - Elementi di
logica e di informatica
-
Logica
delle proposizioni: proposizioni elementari e connettivi, valore di
verità di una proposizione composta.
-
Inferenza
logica, principali regole di deduzione.
-
Variabili,
predicati, quantificatori.
-
Analisi,
organizzazione e rappresentazione di dati, costruzione strutturata
di algoritmi e loro rappresentazione.
-
Automi
finiti, alfabeti, parole e grammatiche generative. Sintassi e
semantica. Prima introduzione ai linguaggi formali.
Laboratorio di
informatica
Utilizzazione
di un linguaggio di programmazione, analisi di problemi e loro soluzione
sia con linguaggi di programmazione sia con l'utilizzazione di un
opportuno 'ambiente informatico'.
COMMENTO
AI SINGOLI TEMI
Tema 1 - Geometria
del piano e dello spazio
Lo
studio della geometria nel biennio ha la finalità principale di
condurre progressivamente lo studente dalla intuizione e scoperta di
proprietà geometriche alla loro descrizione razionale e rappresenta
come tale una guida privilegiata alla consapevolezza argomentativa. A ciò
il docente può pervenire adottando un metodo che, facendo leva sulle
conoscenze intuitive apprese dallo studente nella scuola media, proceda
allo sviluppo razionale di limitate catene di deduzioni; è tuttavia
necessario che ogni ipotesi o ammissione cui si fa ricorso sia
chiaramente riconosciuta e formulata in modo esplicito, quali che siano
le ragioni che inducono ad assumerla tra i punti di partenza del
ragionamento.
Al docente compete poi l'impegno di avviare la fase euristica su
processi di assiomatizzazione partendo da semplici situazioni assunte
nei vari campi. Ciò nella prospettiva di familiarizzare gli studenti
col metodo ipotetico-deduttivo e pervenire negli eventuali studi
successivi alla costruzione di un sistema di assiomi per la geometria
elementare. A tal fine è bene programmare, in un quadro di riferimento
organico, una scelta delle proprietà (teoremi) delle figure piane da
dimostrare, utilizzando la geometria delle trasformazioni oppure
seguendo un percorso più tradizionale.
Un traguardo importante dello studio della geometria è il piano
cartesiano, come modello del piano euclideo. Con la sua introduzione
sono disponibili, per la risoluzione dei problemi geometrici, sia il
metodo della geometria classica che quello della geometria analitica, e
lo studente va stimolato ad usare l'uno o l'altro in relazione alla
naturalezza, alla espressività e alla semplicità che essi offrono nel
caso particolare in esame. La rappresentazione della parabola e
dell'iperbole equilatera va effettuata rispetto a sistemi di riferimento
scelti opportunamente.
Il coseno e il seno di un angolo sono introdotti, limitatamente agli
angoli convessi, in relazione allo studio delle proprietà dei triangoli
e per le necessità proprie delle altre scienze; lo studio delle
funzioni circolari è rinviato al periodo successivo.
Gli elementi di geometria dello spazio hanno lo scopo di alimentare e
sviluppare l'intuizione spaziale. E' in facoltà del docente presentare
prima la geometria piana e poi quella dello spazio, oppure fondere, in
relazione agli argomenti comuni, le due esposizioni.
Tema 2 - Insiemi
numerici e calcolo
I
numeri naturali, interi, razionali, già noti agli studenti, sono
ripresi in forma più sistematica; si può pervenire ai vari ampliamenti
a partire da effettive necessità operative, mettendo in luce la
permanenza delle proprietà formali e della relazione d'ordine.
L'esposizione può anche essere arricchita con l'illustrazione
dell'evoluzione storica dei concetti di numerazione e di numero.
Il numero reale va introdotto in via intuitiva, come processo
costruttivo che può nascere sia da esigenze di calcolo numerico, sia da
un confronto fra grandezze omogenee. E'
importante premettere esempi di calcolo approssimato, in cui porre
l'accento sulla significatività delle cifre, anche al fine di far
vedere come il risultato del calcolo possa essere illusorio in assenza
di una corretta valutazione dell'errore.
Il docente deve programmare lo sviluppo da dare al calcolo letterale per
abituare lo studente alla corretta manipolazione di formule, sempre
sostenuta dalla comprensione delle procedure da seguire. Si sottolinea,
a questo proposito, l'inopportunità del ricorso ad espressioni
inutilmente complesse, tenendo presente che la sicurezza nel calcolo si
acquisisce gradualmente nell'arco del biennio. E' invece opportuno fare
osservare che un'espressione algebrica è interpretabile in modo
naturale come uno schema di calcolo che può essere illustrato da un
grafo; si può anche collegare il calcolo letterale ai linguaggi formali
introdotti negli elementi di informatica.
Lo studio delle equazioni, delle disequazioni e dei sistemi va connesso
alla loro rappresentazione sul piano cartesiano, con relative
applicazioni a problemi di varia natura; nella risoluzione e sufficiente
considerare le soluzioni nell'insieme dei numeri reali.
Nel presentare argomenti tradizionali di algebra è opportuno evitare di
dare carattere di teoria ad argomenti che si riducono a semplici
artifizi e di fornire classificazioni e regole distinte in situazioni in
cui valgono gli stessi principi generali.
Tema 3 - Relazioni e
funzioni
Il
docente, dopo aver riorganizzato le conoscenze sugli insiemi che gli
studenti hanno già acquisito nella scuola media, deve aver cura di
stabilire opportuni collegamenti tra le nozioni logiche e quelle
insiemistiche: connettivi logici ed operazioni tra insiemi, predicato
con un solo argomento e sottoinsiemi dell'insieme universo, predicati
binari e relazioni ecc..
Lo studio del calcolo combinatorio si limita alle disposizioni,
permutazioni, combinazioni e loro proprietà principali; il docente può
approfittarne, tra l'altro, per abituare lo studente a dimostrazioni di
tipo algebrico.
Dall'esame delle relazioni d'ordine, delle proprietà formali negli
insiemi numerici, delle composizioni di isometrie e dall'esame di altri
esempi, il docente può arrivare, attraverso il riscontro di analogie
strutturali, ai concetti di gruppo, di anello, di campo e di strutture
d'ordine, senza tuttavia dare alla trattazione una sistemazione teorica,
che viene rinviata ai successivi studi.
Alla nozione di relazione d'equivalenza va associata quella di insieme
quoziente, con varie esemplificazioni (direzione di rette, classi di
resti ecc.).
Il concetto di funzione, fondamentale per stabilire relazioni di
dipendenza, consente di visualizzare leggi e fenomeni in connessione
interdisciplinare con altri ambiti.
L'introduzione delle funzioni x ax+b, x ax2+bx+c,
x a/x trova un naturale collegamento con la rappresentazione
della retta, della parabola e dell'iperbole equilatera nel piano
cartesiano; analogamente la nozione di zeri di tali funzioni trova
collegamento con la risoluzione delle corrispondenti equazioni.
La nozione di grafico di una funzione va illustrata anche su esempi
diversi, osservando che non è necessario attendere il possesso degli
strumenti del calcolo differenziale per avere un'idea qualitativa
dell'andamento di funzioni definite da semplici espressioni. In questo
contesto l'impiego del calcolatore può essere importante, purché lo
studente abbia consapevolezza del carattere approssimato delle
rappresentazioni ottenute.
Tema 4 - Elementi di
probabilità e di statistica
Lo
studio delle probabilità, da un lato, sviluppa un corretto approccio
alla analisi di situazioni in condizioni di incertezza, dando strumenti
per trattare razionalmente le proprie informazioni e assumere decisioni
coerenti e, dall'altro, fornisce nuovi ambiti in cui è possibile
svolgere interessanti esempi di matematizzazione.
Per il consolidamento di una mentalità probabilistica che orienti lo
studente anche nei giudizi della vita corrente, sono essenziali un avvio
ragionato alle varie definizioni di probabilità ed una ricca
esemplificazione tratta da situazioni reali.
Lo studio delle probabilità costituisce inoltre un contesto in cui la
formalizzazione e l'astrazione possono far pervenire ad una
strutturazione assiomatica della teoria. Nella soluzione dei problemi è
bene utilizzare una molteplicità di strumenti quali il calcolo
combinatorio, i diagrammi di Eulero-Venn e grafi di vario tipo.
I contenuti della parte di statistica costituiscono l'occasione per una
messa a punto più rigorosa e formalizzata di concetti e di strumenti in
parte già conosciuti, suggerendone una più consolidata
familiarizzazione attraverso applicazioni a problemi e contesti di tipo
interdisciplinare. Particolare importanza riveste l'analisi e
l'interpretazione dei dati presentati in varie forme, da quelle
tabellari a quelle grafiche o a quelle più sintetiche, per mettere lo
studente in grado di fruire correttamente e criticamente delle
informazioni statistiche che a vario tipo gli pervengono.
Tema 5 - Elementi di
logica e di informatica
Gli
elementi di logica non devono essere visti come una premessa
metodologica all'attività dimostrativa, ma come una riflessione che si
sviluppa man mano che matura l'esperienza matematica dello studente. Fin
dall'inizio bisogna abituare lo studente all'uso appropriato del
linguaggio e delle formalizzazioni, a esprimere correttamente le
proposizioni matematiche e a concatenarle in modo coerente per
dimostrare teoremi, mentre solo nella fase terminale del biennio si può
pervenire allo studio esplicito delle regole di deduzione. Così, ad
esempio, si può osservare che la risoluzione delle equazioni si basa
sull'applicazione di principi logici che consentono di ottenere
equazioni equivalenti o equazioni che sono conseguenza logica di altre.
Le riflessioni linguistiche e logiche acquistano una caratteristica
operativa nello sviluppo della parte di programma relativa
all'informatica e ai linguaggi di programmazione. Ciò consente, tra
l'altro, di cogliere le differenze tra il piano linguistico e il piano
metalinguistico, tra il livello sintattico e il livello semantico,
particolarmente evidenziate dalla pratica al calcolatore. Va dato
opportuno risalto alle analogie e alle differenze che intercorrono tra
il linguaggio naturale e i linguaggi artificiali, tra il ragionamento
comune e il ragionamento formalizzato.
L'introduzione di elementi di informatica avvia lo studente alla
costruzione di modelli formali di classi di problemi che conducano
all'individuazione di una corretta ed efficiente strategia risolutiva.
Per questo è determinante abituare lo studente, partendo dal concetto
di informazione, a individuare dati e relazioni tra di essi e a
descrivere i processi di elaborazione che consentono di pervenire alla
soluzione con mezzi automatici.
Durante l'attività di programmazione lo studente deve essere condotto a
riconoscere ed utilizzare consapevolmente i tipi di dati e le loro più
elementari strutture, nonché le regole di costruzione degli algoritmi
(sequenza, selezione, iterazione). In tale attività si devono
evidenziare continuamente le analogie e le differenze tra gli 'oggetti'
matematici e le loro rappresentazioni informatiche.
La riflessione sulla formalizzazione di un processo favorisce la
acquisizione dei concetti di automa e con ciò la possibilità di
riconoscere l'aspetto logico-funzionale di alcune realtà (i linguaggi
formali, I'elaboratore, altri sistemi automatici).
I contenuti proposti trovano il loro naturale sviluppo nell'integrazione
con l'attività di laboratorio.
Laboratorio di
informatica
L'attività
di laboratorio, distribuita lungo tutto l'arco del biennio, integra gli
elementi di contenuto dei vari temi e costituisce essa stessa un momento
di riflessione teorica. Essa consiste in:
-
analisi di problemi e loro soluzione informatica attraverso sia la
costruzione di un programma e il controllo della sua esecuzione, sia
l'utilizzazione di programmi già disponibili e di software di
utilità; in quest'ultimo caso l'utilizzazione di tali 'ambienti'
abitua lo studente ad operare consapevolmente all'interno di sistemi
dotati di regole formali e con limiti operativi;
-
esplorazioni
e verifiche di proprietà matematiche, rappresentazioni grafiche e
calcoli, come momenti che concorrono al processo di apprendimento
della matematica.
INDICAZIONI
DIDATTICHE
Non
ci si può illudere di poter partire dalla disciplina già confezionata,
cioè da teorie e da concetti già elaborati e scritti, senza prendersi
cura dei processi costruttivi che li riguardano. E' invece importante
partire da situazioni didattiche che favoriscano l'insorgere di problemi
matematizzabili, la pratica di procedimenti euristici per risolverli, la
genesi dei concetti e delle teorie, l’approccio a sistemi assiomatici
e formali. Le fonti naturali di queste situazioni sono il mondo reale,
la stessa matematica e tutte le altre scienze. Ciò lascia intravedere
possibili momenti di pratica interdisciplinare, prima nella scoperta e
nella caratterizzazione delle diverse discipline in base al loro oggetto
e al loro metodo, poi nel loro uso convergente nel momento conoscitivo.
Dei processi di matematizzazione esistono modelli storici esemplari in
grado di illustrarne anche le intrinseche difficoltà: si pensi alla
matematizzazione pre-euclidea in ambito geometrico e al suo difficile
rigoroso approdo euclideo-hilbertiano, al sistema formale
dell'aritmetica, delle teorie riguardanti i numeri reali, alla logica,
alla probabilità ecc.. In tal senso proprio la riflessione sul ruolo
dei modelli e del linguaggio matematico in fisica e nei sistemi
complessi della biologia e della sociologia fa cogliere la portata di
questo riferimento anche per la didattica della matematica.
Il problema didattico centrale che si pone al docente nelI'attuazione
dei programmi risiede nella scelta di situazioni particolarmente idonee
a far insorgere in modo naturale congetture, ipotesi, problemi. Per una
pratica didattica così finalizzata, offrono prioritaria ispirazione i
risultati delle ricerche in campo storico-epistemologico, in quello
psico-pedagogico, nonché in quello metodologico-didattico.
La scelta delle situazioni e dei problemi rientra in un quadro più
vasto di progettazione didattica che si realizza attraverso la
valutazione delle disponibilità psicologiche e dei livelli di partenza
dei singoli studenti, l'analisi e la determinazione degli obiettivi di
apprendimento, l'analisi e la selezione dei contenuti, l'individuazione
di metodologie e tecniche opportune, l'adozione di adeguate modalità di
verifica. Questa progettazione sostiene il lavoro didattico, favorisce
la collocazione dei contenuti nel quadro del sapere scientifico,
permette di individuare con più chiarezza la loro importanza e la
difficoltà del loro apprendimento.
Il programma si articola in cinque temi. A questi si aggiunge un
laboratorio di informatica, con valore operativo trasversale rispetto ai
temi.Non é prevista una scansione annuale dei contenuti.L'ordine con
cui sono proposti i cinque temi non è da interpretare come ordine di
svolgimento. Si suggerisce che il docente li sviluppi in modo integrato,
partendo da situazioni o contesti che ne mettano in luce le reciproche
relazioni e connessioni, nel rispetto dell'identità caratteristica
degli argomenti. Ferma restando per tutti l'acquisizione dei contenuti
indicati, è necessario che il docente produca esemplificazioni,
situazioni e applicazioni tendenzialmente orientate secondo le esigenze
e gli interessi preminenti dei vari indirizzi di studio.
I linguaggi di programmazione, gli algoritmi risolutivi dei problemi e
l'aspetto operativo offerto dai calcolatori si possono utilizzare come
occasioni per valorizzare nuovi accessi all'astrazione, modalità più
dirette e distinte di familiarizzazione con i linguaggi formali.
La verifica dell'apprendimento deve essere strettamente correlata e
coerente, nei contenuti e nei metodi, con il complesso di tutte le
attività svolte durante il processo di insegnamento-apprendimento. Non
può quindi ridursi ad un controllo formale sulla padronanza solo delle
abilità di calcolo o di particolari conoscenze mnemoniche; deve invece
vertere in modo equilibrato su tutte le tematiche e tenere conto di
tutti gli obiettivi evidenziati nel programma. A tal fine il docente può
servirsi di verifiche scritte e orali.
Le verifiche scritte possono essere articolate sia sotto forma di
problemi ed esercizi di tipo tradizionale sia sotto forma di test;
possono anche consistere in brevi relazioni su argomenti specifici
proposti dal docente o nella stesura (individuale o a piccoli gruppi) di
semplici programmi costruiti nell'ambito del laboratorio di informatica.
Le interrogazioni orali sono utili soprattutto per valutare le capacità
di ragionamento e i progressi raggiunti nella chiarezza e nella proprietà
di espressione.
Nel corso delle verifiche scritte è giustificato l'uso degli stessi
sussidi didattici utilizzati nell'attività di
insegnamento-apprendimento (calcolatori tascabili, strumenti da disegno,
e, se ritenuto opportuno, manuali e testi scolastici).
L'insegnamento
di Scienze della Terra si propone di far acquisire:
-
la
consapevolezza dell'importanza che le conoscenze di base delle
scienze della Terra rivestono per la comprensione della realtà che
ci circonda, con particolare riguardo al rapporto tra salvaguardia
degli equilibri naturali e qualità della vita;
-
la
comprensione degli ambiti di competenza e dei processi di
costruzione delle conoscenze specifici delle scienze della Terra,
anche nel contesto di problematiche pluridisciplinari;
-
la
comprensione delle relazioni che intercorrono tra le scienze della
Terra e le altre discipline scientifiche, anche in riferimento alle
attività umane;
-
la
consapevolezza del carattere sistemico della realtà geologica ai
diversi livelli di scala;
-
il
consolidamento e lo sviluppo della capacità di lettura del
territorio nei suoi aspetti naturali ed antropici, attraverso
l'applicazione consapevole dei processi di indagine caratteristici
delle scienze della Terra;
-
la
comprensione dell'importanza delle risorse che l'uomo trae dalla
Terra, anche in rapporto ai problemi conseguenti all'utilizzazione
di quelle esauribili e di quelle rinnovabili;
-
la
consapevolezza della necessità di assumere atteggiamenti razionali
e lungimiranti per interventi di previsione, prevenzione e difesa
dai rischi geologici, nell'ambito della programmazione e
pianificazione del territorio;
-
un
atteggiamento di riflessione critica sull'attendibilità
dell'informazione diffusa dai mezzi di comunicazione di massa
nell'ambito delle scienze della Terra, con particolare
discriminazione tra fatti, ipotesi e teorie scientifiche
consolidate.
OBIETTIVI DI
APPRENDIMENTO
Al
termine del corso lo studente deve
dimostrare di essere in grado di:
-
utilizzare
in modo appropriato e significativo un lessico geologico
fondamentale, commisurato al livello di una divulgazione scientifica
generica;
-
utilizzare
le conoscenze acquisite su litosfera, atmosfera e idrosfera per
impostare su basi razionali i termini dei problemi ambientali;
-
raccogliere
dati (sia tramite osservazioni e misurazioni dirette, sia mediante
consultazioni di manuali e di testi) e porli in un contesto coerente
di conoscenze e in un quadro plausibile di interpretazione;
-
individuare
in modo corretto, nell'esame di fenomeni geologici complessi, le
variabili essenziali, il relativo ruolo e le reciproche relazioni;
-
comprendere
sia la funzionalità esplicativa sia i limiti dei modelli
interpretativi di fenomeni geologici complessi;
-
individuare
categorie per caratterizzare oggetti geologici (rocce, minerali,
fossili ecc.) sulla base di analogie e differenze;
-
riconoscere
nella realtà quanto raffigurato da illustrazioni e carte e
viceversa;
-
prospettare
procedure di indagine per acquisire conoscenze su fenomeni geologici
semplici;
-
descrivere
i possibili effetti dei fenomeni sismici e vulcanici sul territorio
e i comportamenti individuali più adeguati per la protezione
personale;
-
descrivere
i principali problemi inerenti la risorsa acqua e il suo uso su basi
razionali;
-
raccogliere
ed elaborare dati per caratterizzare le condizioni climatiche della
regione di residenza e individuare le relazioni esistenti fra tali
condizioni, l'idrografia, le forme del rilievo, lo sviluppo di suoli
e le coperture vegetali;
-
descrivere
le più evidenti caratteristiche geomorfologiche della regione di
residenza, riferendole in modo appropriato agli agenti responsabili
del modellamento del paesaggio, e individuare le eventuali
modificazioni prodotte o indotte dall'intervento umano
sull'ambiente;
-
distinguere,
nell'ambito di semplici situazioni geologiche che possono assumere
carattere di rischio, quali eventi siano prevedibili e quali
imprevedibili, quali siano naturali e quali determinati o indotti
dalle attività umane;
-
inquadrare
le attività sismiche, vulcaniche e tettoniche in un contesto più
ampio di dinamica terrestre;
-
distinguere
tra risorse esauribili e risorse rinnovabili e descrivere le
possibili conseguenze sull'ambiente dello sfruttamento delle risorse
materiali ed energetiche.
-
Gli
obiettivi da 1. a 8. sono trasversali a tutti i contenuti; gli
obiettivi da 9. a 15. sono riferiti a contenuti specifici.
CONTENUTI
1.
Le scienze della Terra
-
Gli
ambiti di studio: litosfera, idrosfera, atmosfera.
-
Le
conoscenze geologiche come supporto ai processi di decisione.
-
I
modi di produzione della conoscenza delle scienze della Terra.
2.
Manifestazioni della dinamica terrestre: vulcani e terremoti
-
Vulcani:
distribuzione e tipologia dell'attività vulcanica.
-
Attività
vulcanica e uomo: risorse energetiche e rischio vulcanico.
-
I
prodotti del consolidamento dei fusi: dalle rocce effusive al
processo magmatico.
-
Attività
sismica e uomo: rischio sismico.
3.
Idrosfera e atmosfera
-
Acque
marine e acque continentali; serbatoi e flussi a diversi valori di
scala.
-
L'acqua
come risorsa: distribuzione, accumulo e sfruttamento.
-
L'atmosfera
come sistema dinamico.
-
L'acqua
nell'aria.
-
Il
ciclo dell'acqua.
-
Tempo
meteorologico e clima.
-
Il
motore della dinamica atmosferica e del ciclo dell'acqua: posizioni
reciproche Terra-Sole e flusso energetico Sole-Terra.
4.
Il modellamento della superficie terrestre
-
L'effetto
degli agenti atmosferici e dell'acqua superficiale sui materiali
rocciosi; degradazione, erosione, trasporto, sedimentazione.
-
Dai
sedimenti al processo sedimentario.
-
I
processi morfogenetici e il paesaggio come risultante sistemica.
-
Suolo
e protezione del suolo.
-
L'attività
antropica come fattore predisponente e determinante di processi
superficiali.
-
I
rischi geomorfologici e idrogeologici.
5.
Dai fenomeni ai modelli
-
La
dinamica globale e la teoria della tettonica a placche.
-
Processi
tettonici ai diversi livelli di scala.
-
La
dinamica globale e il problema dell' interno della Terra.
-
I
dati sismici, gravimetrici e chimici per la costruzione del modello
della struttura interna della Terra.
6.
Il passato della terra
-
Dal
tempo storico al tempo geologico.
-
Principi
e criteri per la ricostruzione della storia della Terra.
-
L'evoluzione
della Terra e l'evoluzione dei viventi.
7.
Le risorse minerarie
-
Processi
di concentrazione dei materiali utili.
-
Problemi
legati allo sfruttamento delle risorse non rinnovabili.
-
Problemi
ambientali legati allo sfruttamento delle risorse minerarie.
INDICAZIONI DIDATTICHE
La
scelta degli obiettivi ha privilegiato gli aspetti metodologici e si è
orientata non solo all'acquisizione di conoscenze, ma anche alla
riflessione sui modi di conseguirle. Dal punto di vista della strategia,
gli obiettivi tendono a suggerire una metodologia di insegnamento
motivante e coinvolgente.
I contenuti sono presentati secondo una sequenza consigliabile, anche se
non vincolante. Nell'affrontare i contenuti si ritiene opportuno, in
linea di massima, privilegiare i problemi connessi alla realtà locale o
nazionale. Alla scelta e alla strutturazione dei problemi è essenziale
dedicare la massima attenzione, perché da un lato sia garantita
l'adeguatezza sul piano cognitivo e, dall'altro, sia favorito il
contributo della spinta proveniente dagli interessi degli studenti,
componente essenziale della motivazione all'apprendimento.
E' importante che gli itinerari didattici prendano avvio da una
situazione problematica creata da:
presentazione di fatti e fenomeni dal vero o tramite sussidi didattici;
E'
necessario analizzare i problemi in modo critico, distinguendo fra
osservazioni, fatti, ipotesi e teorie. Agli studenti bisogna chiarire,
per i singoli argomenti, la motivazione della scelta e il livello di
scala a cui si colloca il fenomeno trattato. L'articolazione degli
argomenti richiede l'inquadramento in un contesto strutturato che faccia
emergere i capisaldi concettuali e le metodologie proprie delle scienze
della Terra (il carattere sistemico della realtà geologica ai diversi
livelli di scala, il tempo geologico, la ciclicità di molti fenomeni
geologici, il fondamento empirico della conoscenza, il principio
dell'attualismo). Bisogna inoltre tenere presente di trattare i vari
fenomeni geologici in correlazione con i fenomeni biologici, dando il
giusto rilievo all'identificazione delle loro reciproche connessioni.
In questo quadro va favorito il coinvolgimento diretto degli studenti in
attività svolte individualmente o a gruppi, comprendenti la raccolta,
il più possibile autonoma, di informazioni, I'esecuzione di rilevazioni
e misure, I'individuazione di criteri di classificazione, I'ordinamento
dei dati (tabulazione, costruzione di grafici, semplici elaborazioni
statistiche ecc.).
Il lavoro di campagna è un'attività di particolare interesse
metodologico; evidenzia come il primo grande laboratorio sia il
territorio. Per la costruzione delle conoscenze è fondamentale
l'osservazione dei fenomeni. Tuttavia, poiché la lunghezza dei tempi
geologici non consente all'osservazione la possibilità di percezione
delle variazioni verificatesi nel tempo, si rende opportuna
l'integrazione con modelli teorici e pratici. Questi ultimi richiedono
una struttura logica e concettuale adeguatamente predisposta.
Le attività pratiche offrono occasione per esercitarsi nell'uso di
alcuni procedimenti caratteristici dell'indagine scientifica e
costituiscono un valido mezzo di coinvolgimento degli studenti.
Non si può ovviamente ignorare l'opportunità di ricorrere a mezzi
audiovisivi per illustrare fenomeni difficilmente accessibili
all'osservazione diretta.
Per procedere alla verifica degli apprendimenti, oltre alle interazioni
verbali (interrogazioni, discussioni), sono indispensabili esercizi
scritti di relazione e descrizione sulle attività pratiche; sono anche
utili forme scritte di analisi e sintesi di brani di libri di testo e di
articoli di riviste e giornali. Tutto ciò serve a verificare la capacità
di esporre con linguaggio rigoroso e appropriato gli argomenti studiati.
FINALITA'
Finalità del corso di
Biologia sono le seguenti:
-
la comprensione graduale, secondo il punto di vista
scientifico, dei problemi di fondo, metodologici e culturali, posti
dalle caratteristiche peculiari del fenomeno vita;
-
l’acquisizione di alcune conoscenze essenziali ed
aggiornate in vari campi della biologia, che vanno dalla biochimica
e dalla genetica alla fisiologia, alla patologia e alla ecologia;
-
l’acquisizione di determinate conoscenze sulla specie
umana, in salute e in malattia;
-
la strutturazione, in un quadro di rigorosa scientificità,
delle informazioni di tipo biologico possedute dagli studenti;
-
l'introduzione all'uso delle espressioni scientifiche proprie
della biologia, chiarendo il significato dei singoli termini e
stimolando l'arricchimento linguistico.
RIFERIMENTI GENERALI
Dato
costitutivo della struttura del corso è che la biologia possiede, su
basi metodologiche e storiche, una caratterizzazione scientifica propria
e distinta, che deve la sua ragione fondamentale alla peculiarità del
fenomeno vita.
In molti campi della biologia si è avuto recentemente un grande
sviluppo. Innovazioni biotecnologiche interessano la medicina,
l'agricoltura, l'alimentazione e la produzione industriale, con effetti
di profondo cambiamento sulla vita umana e sull'ambiente. L'acquisizione
di conoscenze biologiche aggiornate stimola la partecipazione a tali
processi di cambiamento e favorisce la formazione di coscienze vigili ed
attente agli equilibri biologici ed ambientali, in vista di un effettivo
miglioramento della qualità della vita.
Le conoscenze sulla specie umana favoriscono inoltre il processo di
formazione della propria personalità e di un positivo rapporto con gli
altri e con l 'ambiente.
Non può trascurarsi il fatto che molti risultati della ricerca
biologica vengono interiorizzati da parte dei giovani, spesso in modo
disordinato, attraverso i mezzi di comunicazione di massa e i discorsi
quotidiani; grandi sono quindi i rischi di superficialità e di
manipolazioni ascientifiche ed acritiche. La scuola ha il compito di
intervenire per assicurare un apprendimento della biologia che
acquisisca e mantenga carattere di rigorosa scientificità anche
nell'espressione linguistica.
OBIETTIVI DI
APPRENDIMENTO
Lo
studente alla fine del corso deve dimostrare di essere in grado di:
-
rilevare, descrivere, rappresentare, spiegare le
caratteristiche fondamentali degli esseri viventi, ai diversi
livelli: molecolare, cellulare, organismico, ecosistemico;
-
rilevare le caratteristiche qualitative di strutture
biologiche anche attraverso l'uso di semplici dispositivi di
osservazione;
-
rilevare ed elaborare le caratteristiche quantitative di
strutture e processi biologici attraverso l'uso di semplici
strumenti di misurazione e di elaborazione dati;
-
comunicare i risultati riguardanti le caratteristiche
studiate attraverso forme di espressione orale, scritta, grafica;
-
spiegare ed usare autonomamente i termini specifici della
biologia;
-
descrivere il rapporto tra strutture e funzioni ai diversi
livelli di organizzazione;
-
descrivere gli aspetti unitari fondamentali dei processi
biologici;
-
individuare le caratteristiche funzionali fondamentali della
cellula e riconoscerle negli organismi pluricellulari;
-
indicare per alcune funzioni fondamentali le corrispondenze
tra processi ai livelli cellulare ed organismico e processi al
livello molecolare;
-
descrivere e spiegare diversi criteri per la classificazione
biologica;
-
descrivere la specie come fondamentale categoria tassonomica;
-
ricostruire il percorso filogenetico dei vertebrati fino alla specie
umana;
-
descrivere i caratteri distintivi della specie umana;
-
individuare i più semplici meccanismi di regolazione omeostatica e
riconoscere la differenza fra salute e malattia;
-
descrivere
le relazioni tra i cicli biologici ed i grandi cicli della natura;
-
individuare
le interazioni tra mondo vivente e non vivente, anche con
riferimento all'intervento umano;
-
valutare autonomamente l'impatto delle innovazioni tecnologiche in
ambito biologico ed ambientale.
CONTENUTI
-
Peculiarità della vita. Diversità
degli organismi viventi e loro divenire. Interazioni tra mondo
vivente e non vivente. Adattamento. Le comunità biologiche.
-
Caratteristiche unitarie dei
fenomeni biologici. Teoria cellulare. Le cellule: strutture e
funzioni. Cellule procariotiche ed eucariotiche. Pluricellularità.
-
Materiali di costruzione delle
cellule. Biomolecole. Metabolismo cellulare. Il flusso dell'energia
per la vita. Il progetto biologico e la sua codificazione.
-
Ciclo di divisione cellulare.
Riproduzione e differenziamento. Trasmissione dei caratteri
ereditari. Cromosomi e geni. Variabilità del patrimonio ereditario.
Distribuzione dei geni nelle popolazioni.
-
Evoluzione biologica. Criteri per
la classificazione biologica. La specie e le altre categorie
tassonomiche. Filogenesi dei vertebrati. La specie umana. Il ciclo
biologico dell'uomo. L'omeostasi, le sue alterazioni ed i concetti
di salute e di malattia.
-
L'ambiente come sistema complesso.
Ecosistemi: strutture e funzioni. Le attività umane e l'ambiente.
Tutela della vita umana e dell'ambiente.
Nota
I contenuti indicati per il corso sono
suddivisi in sei gruppi.
In
sede di programmazione essi possono essere sviluppati secondo gli
itinerari didattici ritenuti più opportuni dal docente. Una corretta
impostazione metodologica è richiesta per garantire costantemente la
organicità e la coerenza nella trattazione di tali contenuti, che sono
da considerarsi fondamentali.
Le osservazioni che seguono riguardano, nell'ordine e separatamente, i
sei gruppi di contenuti.
-
La natura vivente viene trattata
inizialmente in modo globale, privilegiando il momento osservativo,
alfine di far acquisire allo studente un'adeguata immagine della
realtà biologica nel suo complesso.
-
E' opportuno chiarire i rapporti di
interdipendenza tra gli organismi e i livelli trofici.
-
Prima di trattare delle
caratteristiche unitarie della vita, è opportuno introdurre alcuni
principi generali di metodologia scientifica applicata alla
biologia, con qualche riferimento alla storia della medesima.
-
Per la comprensione dei fenomeni
biologici a questo livello si devono fornire opportune informazioni
e si deve ricorrere ad appropriati modelli per superare i problemi
legati all'eventuale mancanza di adeguate conoscenze chimico-fisiche.
-
Trattando della trasmissione del
progetto codificato nella sequenza DNA-RNA-proteine, si può
eventualmente introdurre il concetto di informazione biologica.
-
A questo livello, la trattazione
del differenziamento si limita a rendere evidente, attraverso esempi
opportunamente scelti, come le cellule si modifichino in rapporto a
funzioni specializzate.
-
E' opportuno limitare la
trattazione della distribuzione dei geni nelle popolazioni al
contenuto della legge di Hardy-Weinberg e al suo significato in
rapporto alle teorie evolutive.
-
Può essere interessante trattare,
prima di sviluppare i contenuti di questo gruppo, i problemi
dell'origine della vita.
-
Presentando la specie umana, è
significativo sottolineare la continuità filogenetica con gli altri
vertebrati e al tempo stesso mettere in evidenza il peculiare
adattamento umano e lacultura.
-
Trattando del ciclo biologico della
specie umana, si possono dare informazioni sulla sessualità e sulla
procreazione e si possono illustrare le modificazioni dell'organismo
alle vari età.
-
Con riferimento alla regolazione
omeostatica si possono trattare i sistemi di difesa naturale contro
le malattie.
-
Si possono infine inserire
indicazioni di igiene personale sociale, con particolare riguardo
alle tossicodipendenze.
-
La discussione di problemi ampi e
delicati, connessi alla trattazione di alcuni degli argomenti
sopraindicati, quali la sessualità e le tossicodipendenze, dovrebbe
comunque rientrare in un progetto educativo globale che preveda il
coinvolgimento responsabile dell 'intero Consiglio di classe e delle
famiglie, nel rispetto del grado di maturazione psico-fisica dei
singoli studenti.
-
E' possibile prospettare un quadro
sistemico ampio degli organismi viventi nell'ambiente, nel quale si
inserisce la specie umana con una peculiarità dovuta alla sua
evoluzione culturale.
Va sottolineato il grande potenziale di trasformazione dell'ambiente
acquisito dall'uomo attraverso lo sviluppo tecnologico, con cenni
alle biotecnologie.
Non dovrebbe trascurarsi, a proposito delle innovazioni
tecnologiche, un richiamo alle prospettive ed ai problemi, anche
etici, posti dal loro sviluppo.
INDICAZIONI
DIDATTICHE
L'apprendimento
dei principali metodi e dei risultati della ricerca biologica, anche se
proporzionato evidentemente all'età degli studenti e alle scelte di
indirizzo, deve sempre essere condotto su basi rigorosamente
scientifiche. In particolare va messo in evidenza il procedimento
caratteristico delle scienze sperimentali, che prevede una continua
interazione tra elaborazione teorica e verifica empirica. Anche
l'apprendimento va raggiunto sia attraverso la trattazione teorica sia
attraverso semplici sperimentazioni. Un'attenzione alla visione storica
dello sviluppo della biologia può offrire l'opportunità di metterne
meglio in evidenza i problemi di fondo, metodologici e culturali.
La complessità dei fenomeni
biologici richiede adatte procedure di osservazione, di misurazione, di
impianto delle sperimentazioni e di analisi dei risultati, differenziate
per i diversi livelli di organizzazione degli esseri viventi. Da ciò
deriva l'importanza di una impostazione anche sperimentale
dell'insegnamento, mediante l'uso diretto e programmato del laboratorio
da parte degli studenti. Alcuni semplici strumenti, tra cui un
microscopio e un elaboratore di dati, sono già sufficienti a consentire
l'esecuzione di esperienze su contenuti fondamentali del programma.
E' molto importante guidare gli studenti a osservare fenomeni biologici
direttamente sul territorio, evidenziando la interdipendenza tra i
fenomeni osservati e le componenti abiotiche del territorio stesso. A
tale scopo sono utili le visite guidate in parchi naturali e in aree
protette.
Gli studenti vanno sollecitati a intraprendere attività di indagine e
guidati nelle operazioni di raccolta, ordinamento, rappresentazione,
elaborazione e sistemazione dei dati di cui vengono in possesso e nella
interpretazione di essi in base a semplici modelli esplicativi. La
comunicazione dei risultati raggiunti può essere fatta attraverso
grafici, disegni e modelli materiali.
Il corso è suddiviso in sei gruppi di contenuti, che possono essere
percorsi con flessibilità, sempre perseguendo la organicità e la
coerenza nella strategia didattica utilizzata. Qualsiasi essa sia, si
ritiene necessario che il docente ne faccia partecipi gli studenti che,
in tal modo, possono riconoscersi nel processo.
Gli strumenti che possono essere usati per la verifica del
raggiungimento degli obiettivi si possono ricondurre ai seguenti.
Test per la verifica di obiettivi specifici relativi a segmenti
curricolari limitati: essi permettono di saggiare in tempi brevi il
livello di acquisizione di contenuti e il possesso di abilità semplici,
e quindi di individuare le capacità non acquisite per le quali
progettare interventi di recupero.
Interrogazioni, intese come discussioni aperte anche all'intera classe,
relazioni scritte e orali, questionari, per la verifica di obiettivi
relativi a più ampi segmenti curricolari: essi permettono di valutare
l'acquisizione di contenuti più vasti e il grado di raggiungimento di
obiettivi più complessi; inoltre diventano occasione di confronto
interno sulla formazione culturale raggiunta attraverso gli argomenti
trattati.
Schede e relazioni del lavoro compiuto, per la verifica delle attività
di tipo sperimentale condotte in laboratorio o nel territorio: esse sono
impostate includendo, in successione logica, la descrizione del
materiale di sperimentazione, la raccolta e la elaborazione dei dati
sperimentali, I'interpretazione del fenomeno studiato, la progettazione
di ulteriori sperimentazioni.
FINALITA’
L’insegnamento
della fisica concorre, attraverso l’acquisizione delle metodologie e
delle conoscenze specifiche della disciplina, alla formazione della
personalità dell’allievo, favorendo lo sviluppo di una cultura
armonica e di una professionalità polivalente e flessibile.
Tale insegnamento, in stretto raccordo con le altre discipline
scientifiche, si propone di favorire o sviluppare:
-
la
comprensione dei procedimenti caratteristici dell’indagine
scientifica e la capacità di utilizzarli;
-
l’acquisizione
di un corpo organico di contenuti e metodi finalizzati ad
un’adeguata interpretazione
della natura;
-
la
comprensione delle potenzialità e dei limiti delle conoscenze
scientifiche;
-
l’acquisizione
di un linguaggio corretto e sintetico;
-
la
capacità di analizzare e schematizzare situazioni reali e di
affrontare problemi
concreti anche al di fuori dello stretto ambito disciplinare;
-
l’abitudine
al rispetto dei fatti, al vaglio e alla ricerca di un riscontro
obiettivo delle proprie ipotesi
interpretative;
-
l’acquisizione
di atteggiamenti fondati sulla collaborazione interpersonale e di
gruppo;
-
la
capacità di “leggere” la realtà tecnologica;
-
la
comprensione del rapporto esistente fra lo sviluppo della fisica e
quello delle idee, della tecnologia, del sociale.
Al
termine del biennio, gli allievi dovranno avere anche acquisito la
consapevolezza del valore culturale della fisica, essenziale non solo
per la risoluzione di problemi scientifici e tecnologici, ma soprattutto
per il contributo alla formazione generale della loro personalità.
OBIETTIVI
D’APPRENDIMENTO
Alla
fine del biennio gli allievi dovranno essere in grado di:
-
analizzare
un fenomeno o un problema riuscendo ad individuare gli elementi
significativi, le relazioni, i dati superflui, quelli mancanti, e
riuscendo a collegare premesse e conseguenze;
-
eseguire
in modo corretto semplici misure con chiara consapevolezza delle
operazioni effettuate e degli strumenti utilizzati;
-
raccogliere,
ordinare e rappresentare i dati ricavati, valutando gli ordini di
grandezza e le approssimazioni, mettendo in evidenza l'incertezza
associata alla misura;
-
esaminare
dati e ricavare informazioni significative da tabelle, grafici ed
altra documentazione;
-
porsi
problemi, prospettare soluzioni e modelli;
-
inquadrare
in un medesimo schema logico situazioni diverse riconoscendo
analogie o differenze, proprietà varianti ed invarianti;
-
trarre
semplici deduzioni teoriche e confrontarle con i risultati
sperimentali;
-
utilizzare
o elaborare semplici programmi da verificare con l'elaboratore, per
la risoluzione di problemi o per la simulazione di fenomeni.
-
lo
scopo d’ introdurre gli allievi al concetto
di energia.
CONTENUTI
I
contenuti sono presentati secondo una suddivisione per temi:
-
l’equilibrio
ed i processi stazionari,
-
il
movimento,
-
la
propagazione della luce,
-
l’energia
: sue forme, conservazione e trasformazione,
dettata
dalla omogeneità dei concetti portanti, pur se applicati ad argomenti
riguardanti anche settori diversi della fisica.
Lo spazio dedicato a ciascun tema e l’ordine proposto possono essere
diversi a giudizio degli insegnanti nel contesto del piano di lavoro
programmato, essendo anche possibile ritornare sugli stessi temi secondo
un processo di approfondimento a spirale. La programmazione annuale
definirà il grado di approfondimento degli argomenti previsti dal
programma senza per altro trascurare alcuno dei quattro temi.
Durante lo svolgimento dei singoli temi deve essere prevista la lettura
di pagine a carattere storico per meglio evidenziare come siano state
modificate le teorie scientifiche con il progredire delle conoscenze e
con l’acquisizione di nuove metodologie.
Tema
nº 1 - L'equilibrio ed i processi stazionari
Il
tema è articolato in quattro parti per permettere agli allievi un
approccio più organico con concetti che di regola, nelle trattazioni,
trovano collocazione in momenti successivi: in meccanica, in termologia
e in elettricità.
-
Le
forze e l'equilibrio in meccanica
-
Concetto
di forza, sua rappresentazione vettoriale e sua misura statica;
-
vari
tipi di forza: peso, forza elastica, attrito e resistenza in un
fluido, forza
gravitazionale fra due corpi, forza di Coulomb, forza di Ampère;
-
statica
del punto materiale (composizione di forze);
-
statica
del corpo rigido, corpi appoggiati e leve (la bilancia);
-
energia
potenziale per la forza peso, concetto di lavoro;
-
statica
dei gas, legge di Boyle;
-
statica
dei liquidi, pressione idrostatica, legge di Archimede;
-
pressione
atmosferica.
-
L’equilibrio
termico
-
Conduttori
e isolanti termici (esperimenti sulla propagazione del calore);
-
equilibrio
termico e concetto di temperatura, dilatazione, termometri e scale
termometriche (costruzione di un termometro a gas o a liquido);
-
quantità
di calore e sua misura;
-
stati
di aggregazione ed equilibrio fra diverse fasi;
-
misure
del calore di cambiamento di stato.
-
L'equilibrio
elettrostatico
-
Fenomenologia
elementare, potenziale elettrostatico, condensatori.
-
Processi
stazionari
-
Flusso
stazionario di un fluido in un condotto, velocità, portata,
relazione fenomenologica tra
differenze di pressione e portata; viscosità;
-
corrente
elettrica continua, conduttori lineari e non lineari; circuiti
logici;
-
magnetismo:
fenomenologia elementare;
-
effetto
magnetico di una corrente elettrica, amperometro, voltmetro;
-
memorie
magnetiche e a semiconduttori.
-
Il
tema si propone di offrire agli allievi situazioni:
-
confrontabili
concettualmente;
-
storicamente
affrontate in modo parallelo;
-
trattate
da capitoli della fisica che nella loro sistemazione tradizionale
appaiono molto
distanti (esempio
flusso di un fluido, di calore, di elettricità)
La
trattazione parallela di tali argomenti permette al docente di
evidenziare come spesso uno stesso schema logico possa inquadrare
situazioni profondamente diverse da un punto di vista puramente
fenomenologico ma descrivibili con formalismi uguali o analoghi.
Il docente dovrà quindi condurre gli allievi ad evidenziare in questo
contesto analogie e differenze, proprietà varianti ed invarianti.
Si sottolinea il fatto che una trattazione parallela di fenomenologie
diverse, ma concettualmente analoghe, permette un notevole risparmio sia
di tempo che concettuale, rispetto alla trattazione classica delle
stesse.
Il tema non richiede che gli allievi abbiano già acquisito padronanza
di concetti definibili attraverso funzioni variabili nel tempo, è
sufficiente perciò una limitata capacità di astrazione e l'impiego di
semplici conoscenze di geometria e di algebra.
Il concetto di lavoro è considerato strettamente legato alla condizione
di equilibrio quindi didatticamente introducibile partendo dal concetto
di energia potenziale del campo gravitazionale (forza-peso). Procedendo
per analogie si può introdurre operativamente il potenziale
gravitazionale e quello elettrico.
Tema
nº 2 - Il movimento
-
Sistemi
di riferimento;
-
legge
oraria e sua rappresentazione grafica;
-
velocità,
accelerazione (esempi di moti significativi);
-
le
leggi della dinamica ed applicazioni;
-
quantità
di moto, energia meccanica e la loro conservazione;
-
urti
elastici ed anelastici;
-
il
moto dei pianeti.
Lo
svolgimento di questo tema
richiede particolari capacità di astrazione per la necessità d’
introdurre concetti come la velocità e l'accelerazione istantanee. Si
raccomanda pertanto un ampio riferimento a diagrammi e rappresentazioni
geometriche nelle discussioni teoriche e l'uso di filmati per integrare
gli esperimenti di laboratorio.
Il tema si presta particolarmente all'utilizzazione del computer nello
studio del moto dei corpi.
La trattazione degli urti elastici e anelastici richiede esperienze di
laboratorio che ne evidenzino la fenomenologia in due dimensioni.
La conservazione della quantità di moto si presta in modo particolare
per mostrare agli allievi l'importanza e la necessità dei principi di
conservazione nell'indagine fisica.
Tema
nº 3 - La propagazione della luce
-
Propagazione
rettilinea della luce, riflessione, rifrazione;
-
Lenti
sottili;
-
Ipotesi
corpuscolare ed interpretazione corpuscolare delle leggi
dell'ottica
geometrica;
-
Studio
quantitativo e fenomenologico delle onde sulla superficie di un
liquido
-
diffrazione
ed interferenza della luce;
-
scomposizione
della luce e misura delle lunghezze d'onda.
Si
consiglia di giungere ad individuare le leggi dell'ottica geometrica
attraverso esperimenti sulla propagazione di pennelli di luce e quindi
di mostrare come le leggi di Cartesio
siano interpretabili in termini corpuscolari.
Prima di avviare lo studio delle onde, che a questo
livello è bene sia limitato all'aspetto fenomenologico anche se
quantitativo, si mostreranno all'allievo fenomeni ottici chiaramente non
interpretabili in termini corpuscolari (fenomeni di diffrazione e
interferenza). Si potranno mostrare agli allievi spettri sia continui
che a righe, ottenuti per dispersione o attraverso reticolo a
trasmissione.
La misura della lunghezza d'onda
potrà anche limitarsi alla stima per mezzo dell'esperimento di Young
dell'ordine di grandezza per luce di vari colori.
Il tema si propone di far studiare agli allievi una teoria organica
(teoria corpuscolare della luce) e di far comprendere come sia possibile
costruire una successiva teoria in grado di "spiegare"
fenomeni già interpretati e altri non interpretabili con la prima
teoria.
Tema
nº 4 - L'energia: sue forme, conservazione e trasformazione.
Si consiglia all'insegnante di condurre gli allievi a riconoscere le
varie forme di energia e di mostrare sperimentalmente alcuni semplici
esempi di processi di trasformazione visti come processi di
trasferimento di energia.
Nell'esame di tali esperienze è importante mettere in luce la
conservazione dell'energia come invariante comune a tutti i fenomeni
studiati.
INDICAZIONI DIDATTICHE
La
fase iniziale del processo di insegnamento-apprendimento della fisica ha
una funzione di raccordo con le conoscenze e le abilità già acquisite
dagli allievi negli studi precedenti.
Dopo aver valutato il livello degli allievi per quanto riguarda le
conoscenze prerequisite, si cercherà di omogeneizzare il gruppo classe
facendo ricorso ad opportune strategie di recupero
mediante l'osservazione di fenomeni e l’ esecuzione di misure e
facili esperimenti che richiedano premesse teoriche elementari e che
riguardino alcune proprietà dei corpi. Si potranno effettuare, in
relazione alle diverse esigenze, misure di:
L'analisi
dei fenomeni, approfondita con il dibattito in classe ed effettuata
sotto la guida dell'insegnante, dovrà gradualmente e con continuità
sviluppare negli allievi la capacità di schematizzare fenomeni via via
più complessi e di proporre modelli.
L'individuazione delle grandezze fisiche in gioco e la valutazione degli
ordini di grandezza saranno utili per creare un ulteriore collegamento
con le conoscenze già acquisite nella scuola secondaria di primo grado.
Nel quadro del programma, la scansione concreta degli argomenti secondo
una sistemazione razionale della
disciplina, il ricorso al laboratorio ed agli strumenti di calcolo o
elaborazione dovranno essere articolati secondo un preciso piano di
lavoro programmato all’inizio dell’anno scolastico. Inoltre la
progettazione degli interventi didattici deve tener conto delle esigenze
di coordinamento con quelli delle altre discipline, in particolare della
matematica.
Per quanto riguarda la metodologia dell’insegnamento appaiono
fondamentali tre momenti interdipendenti, ma non subordinati
gerarchicamente o temporalmente:
-
l’elaborazione
teorica che, a partire dalla
formulazione di ipotesi o principi deve gradualmente portare gli
allievi a comprendere come
si possa interpretare e unificare
un ‘ampia classe di fatti empirici e avanzare possibili
previsioni;
-
la
realizzazione di esperimenti
da parte del docente e degli allievi, singolarmente o
in gruppo, secondo un’attività di laboratorio variamente
gestita (riprove, riscoperte,
misure) e caratterizzata da una continua ed intensa mutua
fertilizzazione tra teoria e
pratica, con strumentazione semplice e talvolta raffinata e
con gli allievi sempre
attivamente impegnati sia nel seguire le esperienze
realizzate dall’insegnante, sia nel
realizzarle direttamente, sia nell’elaborare le relazioni
sull’attività di laboratorio;
-
l’applicazione
dei contenuti acquisiti
attraverso esercizi e problemi che non
devono essere intesi come un’automatica applicazione di
formule, ma come
un’analisi critica del fenomeno studiato e come uno
strumento idoneo ad educare gli
allievi a giustificare logicamente le varie fasi del processo
di risoluzione.
Per quanto riguarda l’attività di verifica e di valutazione, i
docenti dovranno prestare particolare attenzione alla valutazione di
tipo formativo. Gli errori commessi dagli allievi durante il
processo d’apprendimento potranno così fornire preziose
informazioni per la scelta di ulteriori e/o diversificati interventi
didattici, finalizzati anche all’attività di recupero.
Attivita’
di laboratorio
L’attività
di laboratorio deve essere vista prevalentemente come attività diretta
degli allievi e armonicamente inserita nella trattazione dei temi
affrontati di volta in volta. Allo
stesso modo dovrà essere prevista una corretta utilizzazione degli
strumenti di calcolo e di elaborazione e si dovranno individuare i
momenti più opportuni e gli spazi necessari per tale attività
didattica.
A titolo indicativo si segnalano due possibili utilizzazioni
dell’elaboratore:
-
costruzione
diretta da parte degli allievi di programmi per la rielaborazione
dei dati raccolti in laboratorio e per la risoluzione di problemi;
-
utilizzazione
di programmi di simulazione anche precostituiti che valgano a
visualizzare le leggi e i modelli interpretativi dei vari
fenomeni esaminati.
Il
metodo sperimentale e la teoria della misura devono rappresentare un
riferimento costante durante tutto il corso e saranno affrontati non
separatamente dai problemi fisici concreti, ma come naturale conseguenza
dell'attività teorica e di laboratorio. Quest'ultima sarà condotta
normalmente da piccoli gruppi di studenti sotto la guida dell'insegnante
mediante l'esecuzione di semplici misure, esperimenti, ed attraverso la
rappresentazione e l’elaborazione dei dati sperimentali che, in
particolare, devono riguardare:
-
valore
medio, precisione di una misura ed errori;
-
sistema
di misura S.I.;
-
posizione
dei corpi nello spazio, sistemi di coordinate;
-
vettori,
loro uso e composizione;
-
rappresentazione
grafica di relazioni che caratterizzano alcuni semplici fenomeni.
Con
l'attività di laboratorio gli allievi devono:
-
sviluppare
la capacità di proporre semplici esperimenti atti a fornire
risposte a problemi
di natura fisica;
-
imparare
a descrivere, anche per mezzo di schemi, le apparecchiature e le
procedure utilizzate
e aver sviluppato abilità operative connesse con l’uso degli
strumenti;
-
acquisire
flessibilità nell’affrontare situazioni impreviste di natura
scientifica e/o tecnica;
-
imparare
ad osservare spontaneamente le più comuni norme antinfortunistiche.
L’uso del materiale
audiovisivo dovrà integrare, ma non sostituire, l’attività di
laboratorio che è da ritenersi fondamentale per l’educazione al
“saper operare”.
Le
indicazioni programmatiche che seguono sono state concepite per un corso
biennale che preveda per ciascun anno un impegno di circa 90 ore (3 ore
settimanali), di cui una congrua parte dedicate ad attività
sperimentali degli allievi.
Le indicazioni programmatiche, strutturate su quattro grandi blocchi
tematici, prevedono preliminarmente la trattazione degli aspetti più
legati al percorso storico-logico della disciplina e sviluppano poi
gradualmente aspetti che coinvolgono modelli interpretativi di maggior
complessità concettuale, sempre adeguati comunque all'età degli
allievi.
La scelta di privilegiare l'approccio disciplinare secondo un percorso
storico (trattazione della cosiddetta chimica classica) vuole costituire
anche motivo per stimolare approfondimenti di carattere culturale che
consentano di riflettere sull'evoluzione del pensiero scientifico e
delle sue connessioni con la realtà. Questo, insieme ai necessari
riferimenti a temi economici, tecnologici e sociali, deve contribuire
alla piena comprensione del valore culturale e del carattere pervasivo
della chimica nel mondo contemporaneo.
L'intendimento è quindi quello di proporre un curricolo che sia
sufficiente per chiusura di un ciclo scolare (la chimica per il
cittadino) e al contempo sia base per successivi approfondimenti di
tematiche che coinvolgono in misura maggiore o minore problemi chimici
in ambiti di specifico interesse settoriale e/o professionale.
L'ordine di proposizione delle tematiche non può essere considerato
opzionale in quanto sottende un logico sviluppo della disciplina.
Lo schema proposto tiene conto dello svolgimento dei programmi delle
altre discipline scientifiche ma i raccordi specifici con queste materie
sono demandati all'autonoma, attenta programmazione dei Consigli di
classe.
FINALITA'
Il
corso ha come finalità generale l'inquadramento dei fenomeni chimici,
partendo ove più possibile dall'esperienza quotidiana degli studenti,
per tendere ad un'opera di razionalizzazione delle esperienze e delle
conoscenze.
Pertanto tende a sviluppare:
-
attitudine
ad un lavoro di indagine sistematica e di confronto fra idee;
-
capacità
di correlare i processi chimici esaminati nelle diverse occasioni
con altre situazioni reali nelle quali siano in gioco le stesse
variabili e gli stessi principi;
-
capacità
di formulare ipotesi di interpretazione dei fenomeni relativi a
processi di prevalente contenuto chimico, traendone conseguenze ed
individuando procedure di verifica;
-
atteggiamenti
razionalmente critici nei confronti delle informazioni, opinioni e
giudizi su fatti relativi alla chimica, forniti dai mezzi di
informazione.
OBIETTIVI DI
APPRENDIMENTO
Al
termine del corso gli allievi devono essere in grado di:
-
riconoscere che un miscuglio è costituito da componenti
diversi, ciascuno dei quali risponde in modo specifico alle tecniche
di separazione;
-
effettuare, sulla base di tecniche conosciute, la separazione
dei componenti un miscuglio fino ad ottenere sostanze pure,
riconoscendo che l'operazione ha termine quando si riscontra l'invarianza
delle proprietà dei componenti ottenuti;
-
classificare le sostanze pure sulla base dello stato di
aggregazione, prevedendone il comportamento al variare della
temperatura e, per i gas, anche della pressione e riconoscendo per
questi ultimi l'uniformità di comportamento;
-
riconoscere che una trasformazione chimica è caratterizzata
dalla comparsa e simultanea scomparsa di sostanze, avviene a
differenti velocità e scambia energia con l'ambiente;
-
enunciare i principi di conservazione che regolano le
reazioni chimiche e i criteri che consentono di definire elementi e
composti;
-
correlare la legge delle proporzioni multiple
all'ipotesi atomica;
-
riconoscere la differenza fra atomi e molecole mediante il
principio di Avogadro, partendo dalla costanza dei rapporti di
combinazione dei gas;
-
riconoscere che la combinazione degli atomi è determinata da
regole di valenza ed utilizzare il concetto di valenza per
rappresentare semplici processi chimici mediante formule e schemi di
reazione;
-
utilizzare il comportamento chimico delle sostanze per
riconoscerle e per organizzarle in categorie, riferendosi , per
quanto è possibile, a quelle di uso comune;
-
utilizzare la nomenclatura chimica per contraddistinguere le
principali categorie di composti inorganici: ossidi, idrossidi,
acidi, sali;
-
utilizzare il concetto di mole per definire la concentrazione
delle soluzioni e per evidenziare le relazioni tra trasformazioni
chimiche ed equazioni che le rappresentano, risolvendo semplici
problemi stechiometrici;
-
descrivere
la struttura degli atomi in termini di protoni, neutroni ed
elettroni, distinguendo queste particelle subatomiche in base alla
massa ed alla carica e collocandole opportunamente all'interno
dell'atomo;
-
utilizzare
la sequenza delle energie di ionizzazione per i primi 18 elementi
per prevedere la distribuzione degli elettroni sui diversi livelli
energetici individuati con la notazione 1s, 2s, 2p, 3s, 3p;
-
interpretare
la classificazione degli elementi sulla base della periodicità
delle proprietà fisiche e chimiche;
-
descrivere
le interazioni fra atomi in termini di legami forti (covalente,
polare, ionico e metallico) e tra molecole in termini di legami
deboli (legame idrogeno, forze di Van der Waals);
-
descrivere
la geometria di semplici molecole ricorrendo al modello VSEPR;
-
classificare
i processi chimici in base agli scambi energetici determinati
sperimentalmente in casi semplici;
-
illustrare
il ruolo dell'energia di attivazione e dei fattori di disordine
nelle reazioni, correlando la velocità di reazione con le variabili
che la influenzano;
-
riconoscere
da un punto di vista fenomenologico le situazioni di equilibrio cui
pervengono i sistemi chimici, naturali e non, definendo in modo
assiomatico Kc e utilizzandola in semplici casi;
-
definire,
utilizzando la teoria di Bronsted-Lowry, acidi e basi, studiandone
le interazioni in casi semplici e definendo una scala di pH mediante
l'uso di indicatori;
-
costruire
sulla base delle interazioni metallo/soluzioni acquose (acide e
saline) una scala elettrochimica di reattività, utilizzandola per
prevedere l'andamento di semplici processi redox (pile,
elettrolisi);
-
correlare
le caratteristiche dell'atomo di carbonio con la varietà e il
numero dei composti organici, definendo le strutture e le principali
isomerie di questi mediante il modello VSEPR;
-
riconoscere
che i diversi comportamenti chimici dei composti organici sono
imputabili alla presenza di gruppi funzionali caratteristici.
-
Obiettivo
specifico dell'attività di laboratorio è l'acquisizione della
capacità di:
progettare semplici esperimenti, stendere il relativo protocollo,
individuare ed assemblare la strumentazione necessaria, rilevare i
dati e riportarli in forma di grafici e tabelle.
CONTENUTI
Tema
nº 1 - Struttura e trasformazioni della materia
-
Sistemi
omogenei ed eterogenei: principali tecniche di separazione
(filtrazione, cristallizzazione, distillazione, cromatografia, ecc.
).Le soluzioni. Caratterizzazione delle sostanze pure. Stati di
aggregazione e passaggi di stato. Leggi dei gas.
-
Concetto
di trasformazione chimica (in particolare decomposizione e sintesi)
e suo impiego per caratterizzare elementi e composti. Conservazione
della massa e dell'energia.
-
Leggi
dei rapporti ponderali di combinazione e teoria atomica daltoniana.
-
Legge
dei rapporti volumetrici di combinazione. Principio di Avogadro.
Teoria molecolare.
-
Tipi
di elementi più comuni e loro caratteristiche essenziali: metalli,
non-metalli, semimetalli. Concetto di valenza.
-
Tipi
di composti essenziali e loro caratteristiche: ossidi, idrossidi,
acidi, sali. La nomenclatura chimica.
-
Concetto
di mole come unità di misura della quantità di materia e del
numero di particelle.
Una
delle maggiori difficoltà dello studio della chimica a questo livello
scolare è costituita dalla impossibilità di giungere alla conoscenza
della struttura dei corpi materiali attraverso lo studio degli aspetti
morfologici. Tale studio, pertanto, di solito non viene preso in
considerazione, mentre, specie se riferito a sostanze e a trasformazioni
che fanno parte della vita quotidiana, può costituire per gli allievi
lo spunto per porsi domande, affrontare problemi, cercare modelli
interpretativi e in definitiva per avvicinarsi alla metodologia di
indagine propria della disciplina.
L'indagine macroscopica, effettuata facendo riferimento a semplici
esperimenti di laboratorio, porta ad una sicura acquisizione del
concetto di sostanza pura, cui seguono i concetti di elemento e composto
raggiungibili attraverso opportuni esempi di reazioni chimiche. Queste,
inizialmente, vanno quindi considerate soprattutto come strumenti
operativi e solo in un secondo momento si procederà al loro studio
sistematico. Quando gli allievi, anche attraverso l'attività di
laboratorio, saranno in grado di riconoscere con sufficiente sicurezza
analogie e differenze di proprietà e comportamenti fra reagenti e
prodotti, sarà possibile passare all'indagine sugli aspetti
quantitativi che consentono di introdurre modelli e teorie
interpretative della struttura particellare della materia.
L'esame di un certo numero di elementi comuni consente di evidenziare
l'esistenza di due modalità essenziali di comportamento, riconducibili
rispettivamente al carattere metallico e a quello non metallico. E'
piuttosto agevole introdurre come conseguenza le classi dei composti
derivati da tali elementi, partendo dai composti binari (ossidi,
alogenuri) per giungere a composti più complessi.
A questo punto è naturale introdurre la nomenclatura chimica, tenendo
presente che accanto alla nomenclatura IUPAC di immediata comprensione
sarà bene fornire ancora anche indicazioni su quella di uso comune.
Sotto il profilo teorico la reattività fra gas è particolarmente
importante dal punto di vista chimico (volumi di combinazione, principio
di Avogadro, ecc. ). La difficoltà di affrontare questo tema a livello
sperimentale semplice può essere superato facendo ricorso a films e ad
opportuno software didattico. Il concetto di mole, proposto come
riferimento ad un certo numero di atomi e molecole, può essere
consolidato attraverso lo svolgimento di esercitazioni numeriche
riferite a semplici calcoli stechiometrici.
Tema nº 2 - Atomi,
molecole e loro interazioni
-
Le
principali particelle subatomiche: protone, neutrone, elettrone e le
loro proprietà di massa e di carica. Assetto elementare del nucleo.
Numero atomico, numero di massa. Concetto di isotopo.
-
Energia
di ionizzazione e affinità elettronica: definizione e significato.
Distribuzione degli elettroni: livelli energetici dedotti dalle
energie di ionizzazione per i primi 18 elementi.
-
Caratteristiche
periodiche delle proprietà fisiche e chimiche degli elementi. Uso
della tavola periodica moderna.
-
Elettronegatività.
Legami fra atomi: covalente, polare, ionico. Cenni sul legame
metallico (modello del gas di elettroni).
-
Le
interazioni fra coppie di elettroni e i modelli molecolari.
-
Interazioni
fra molecole: legame ad idrogeno e forze di Van der Waals.
Un
primo collegamento fra atomi e cariche elettriche può essere
evidenziato sperimentalmente tramite esempi di elettrolisi, mentre films
e software didattici possono consentire di giungere ad un modello
semplice della reciproca disposizione delle particelle subatomiche.
Va tenuto presente che a questo livello di scolarità introdurre il
modello atomico ad orbitali è non solo poco ragionevole, ma anche
superfluo didatticamente. E' invece necessario che gli allievi, dopo
aver affrontato il concetto di periodicità delle proprietà degli
elementi, si abituino ad usare la tavola periodica moderna, anche se la
piena comprensione della sua forma deve essere rimandata a corsi di
chimica di livello superiore.
Analogamente, pur se la conoscenza dei vari tipi di legame chimico è
indispensabile anche in un primo corso di chimica, non sempre sono
possibili giustificazioni adeguate: a questo livello è quindi
sufficiente considerare la diversa tipologia dei legami come la
conseguenza delle differenze di elettronegatività degli atomi che
interagiscono o di interazioni prevalentemente elettrostatiche.
Per la disposizione spaziale degli atomi nelle molecole (geometria
molecolare) il modello delle repulsioni fra coppie di elettroni nello
strato di valenza (VSEPR) rappresenta uno strumento concettualmente
semplice ed efficace.
Molto opportuno è infine cercare di far comprendere, almeno a livello
intuitivo, quali rapporti intercorrono fra geometria molecolare,
reattività e caratteristiche di alcune sostanze semplici e comuni.
Tema nº 3 - Il governo
delle trasformazioni chimiche
-
Processi
eso ed endometermici come modo di cedere e immagazzinare energia
chimica: calore di soluzione, di neutralizzazione e di reazione in
generale.
-
I
parametri che determinano la velocità dei processi chimici. La
funzione dei catalizzatori.
-
L'equilibrio
chimico come invarianza delle macroscopiche osservabili. La costante
di equilibrio (Kc): sua definizione e significato. Uso della Kc per
prevedere l'effetto dei fattori esterni sull'andamento dei processi
chimici elementari.
-
Le
reazioni acido-base (secondo Bronsted-Lowry). Acidi e basi nella
vita quotidiana. La scala pH.
-
La
reattività sulla base delle interazioni metallo/ione. Scala dei
potenziali (limitatamente ai metalli).
-
Concetto
di ossido-riduzione in termini di scambio di elettroni. Previsione
dell'andamento di processi redox elementari. Esempi di pile e di
processi elettrolitici.
-
Semplici
aspetti termodinamici delle reazioni: concetti introduttivi e
spontaneità delle reazioni.
All'inizio
dello studio sistematico delle reazioni chimiche particolare importanza
riveste una puntualizzazione sugli aspetti relativi agli scambi di
energia con l'ambiente, anche al fine di rendere consapevoli gli allievi
dell'incidenza economica che tali scambi hanno per l'uomo. Altrettanto
utile è il far acquisire la consapevolezza che la diversa velocità con
la quale decorrono differenti reazioni è fondamentale per i diversi
ambiti in cui tali reazioni avvengono (biologico, industriale, ecc. ).
L'approccio all'equilibrio, a questo livello, può avvenire solo
attraverso l'osservazione degli aspetti macroscopici di una reazione e
la determinazione sperimentale dei valori di alcune grandezze. Molto
utile può rivelarsi il ricorso a films e a software didattici. Nella
trattazione dei fattori che influenzano l'equilibrio è bene porre in
evidenza l'importanza che essi rivestono per le reazioni che avvengono
nei sistemi biologici e in genere nei processi naturali. Per la
trattazione degli equilibri acido-base e redox dovranno essere continui
i riferimenti a situazioni che ricorrono comunemente nella vita
quotidiana. Il concetto di pH a questo livello non dovrebbe essere
introdotto facendo ricorso ai logaritmi, ma basato piuttosto su una
scala costruita mediante l'uso di indicatori acido-base.
E' possibile pervenire ad
una scala qualitativa della tendenza relativa ad ossidarsi e a ridursi
delle specie chimiche tramite semplici esperimenti di laboratorio (es.
Impiego di lamine metalliche immerse in soluzioni di ioni di diverso
tipo).
L’approccio
termodinamico, finalizzato all'acquisizione di un primo, elementare,
livello di comprensione del concetto di spontaneità di una reazione,
non dovrebbe esser limitato a considerazioni sul raggiungimento dello
stato di minima energia.
E' necessario far presente, in termini molto semplici, che tutti i
sistemi materiali tendono a conseguire stati di maggior disordine e che
questa tendenza è connaturata nelle particelle materiali che, a causa
del numero elevatissimo e del moto di cui sono animate, tendono
spontaneamente a costituirsi in stati disordinati.
Tema nº 4 - Principi
generali di chimica del carbonio
-
Il
carbonio nel sistema periodico.
-
I
legami fra atomi di carbonio e la geometria conseguente.
-
Le
principali situazioni di isomeria e il modello VSEPR.
-
I
gruppi funzionali come determinanti le caratteristiche chimiche
delle principali categorie di composti organici: alogeno derivati,
alcoli, fenoli, composti carbonilici, acidi, ammine, esteri e
ammidi.
-
Le
principali categorie di macromolecole: poliesteri e poliammidi.
E'
opportuno far comprendere preliminarmente l'evoluzione del significato
dell'aggettivo “organico” per ribadire che composti e reazioni
organiche devono essere inquadrati alla luce dei principi generali
precedentemente studiati e che l'opportunità di una trattazione
sistematica separata non è condizionata da problematiche concettuali,
ma dal gran numero e varietà dei derivati del carbonio. L'insegnante
dovrà porre ogni cura nel far comprendere il nesso esistente fra
proprietà delle sostanze e caratteristiche strutturali e geometriche,
limitando all'essenziale gli aspetti descrittivi e soprattutto evitando
una elencazione esaustiva (e quindi di necessità, puramente formale)
delle molteplici categorie di composti organici.
Ove più possibile, riferimenti alle funzioni svolte da molti composti
organici nei sistemi biologici, all'interesse e all'importanza economica
di altri sotto il profilo tecnologico e industriale devono, viceversa,
rappresentare un aspetto non marginale della trattazione.
INDICAZIONI
DIDATTICHE
Lo
studio della chimica nella scuola secondaria superiore è rimasto per
troppo tempo svincolato da qualsiasi riferimento alle esperienze
quotidiane degli alunni. E' necessario che i docenti utilizzino, in
tutte le occasioni che lo consentono, riferimenti a sostanze e processi
facenti parte dell'esperienza diretta degli alunni in modo da aumentare
in loro motivazioni ed interesse per la chimica che viene in questo modo
colta nei suoi aspetti di scienza che aiuta alla comprensione e
modificazione della realtà.
L'impiego del laboratorio dovrà tener conto di questo fondamentale
aspetto e pertanto non si richiedono per l'attività sperimentale
apparecchiature sofisticate, ma, senza cadere nella banalità, sarà
opportuno ricorrere a strumentazione semplice, utilizzabile dagli alunni
in piena rispondenza ed osservanza delle norme di sicurezza.
A questo scopo il primo approccio al laboratorio dovrà prevedere una
accurata illustrazione delle principali norme di prevenzione degli
infortuni. Questa costituirà anche occasione per esaminare aspetti del
comportamento di alcune sostanze e di familiarizzare con il corredo di
base del laboratorio.
Si raccomanda, ogni volta che sia consentito, l'impiego del mezzo
informatico per la elaborazione e presentazione dei dati sperimentali.
Per quanto riguarda la nomenclatura chimica si suggerisce l'impiego
sostanziale di quella IUPAC, senza dimenticare che per le sostanze
ternarie (acidi e sali) di più comune uso sono raccomandabili i nomi
tradizionali.
Gli obiettivi 2 e 4 prevedono che l'allievo sia in grado di utilizzare
le più semplici tecniche di separazione nel caso di miscugli binari e
che, una volta isolate le sostanze pure, le sappia caratterizzare sulla
base dello stato di aggregazione in s.t.p. (c.n.). L'obiettivo 11
prevede che lo studente utilizzi la mole per risolvere problemi
applicati a semplici reazioni di sintesi e decomposizione con strumenti
matematici elementari (proporzioni, equazioni di I grado).
Nell'affrontare i temi della struttura della materia si raccomanda di
non superare i limiti imposti dal curricolo, evitando ogni sconfinamento
verso modelli complessi sia per gli aspetti matematici sia per quelli
concettuali. Di qui la preoccupazione di non superare i primi 18
elementi, sufficienti a dare un panorama adeguato della struttura
atomica. L'impiego della notazione s e p per contraddistinguere i
livelli energetici vuole avere lo scopo di non introdurre notazioni che
in seguito potrebbero essere modificate; d'altronde la notazione non
implica un necessario riferimento agli orbitali.
Per quanto riguarda il legame chimico, l'esame sarà limitato ai casi
fondamentali, utili per una prima e significativa comprensione della
struttura della materia. In questa prospettiva la geometria molecolare
sarà affrontata esclusivamente attraverso il modello VSEPR.
Il tema “trasformazione chimica” sarà centrato sugli aspetti di più
semplice comprensione: il calore di reazione, gli aspetti macroscopici
dell'equilibrio e della cinetica, evitando qualsiasi riferimento ad
interpretazioni cinetico-corpuscolari.
La presentazione della chimica del carbonio non va vista come argomento
a sé stante, ma dovrà integrarsi con tutte le tematiche previste nel
curricolo. Questo significa che, ove possibile, si dovranno utilizzare
esempi di composti organici nel presentare argomenti di chimica generale
e viceversa valorizzare temi generali nella presentazione di composti
organici.
Per questi ultimi si raccomanda l'impiego di modellini molecolari per
facilitare l'apprendimento da parte degli allievi dei temi della
geometria e dell'isomeria
|