1. GLI OBIETTIVI DELL'ISTRUZIONE TECNICA
L'istruzione Tecnica intende corrispondere, con la maggiore coerenza possibile, alla linea di evoluzione del sistema scolastico sia dando il suo contributo alla riconsiderazione complessiva del sistema stesso, sia operando, sul piano amministrativo quegli interventi di riassestamento in senso evolutivo del settore non più dilazionabili. Al riguardo non può non sottolinearsi come l'operare in via interlocutoria rispetto alla riforma appaia di particolare validità in quanto consente di assumere sin da ora tutte le iniziative necessarie:
D'altra parte, l'esigenza di operare alla luce ed
in funzione dello scenario definito dall'ipotesi di riforma, contenuta
sul documento del 14/01/97, richiede di intervenire con urgenza
sull'attuale situazione per evitare che l'insieme dei processi
innovativi portati avanti sulla base di spinte e finalità
non sempre aderenti a compatibilità d'insieme ed a coerenza
di obiettivi, consolidi una certa deriva verso sbocchi asistemici
incompatibili con le nuove scelte di indirizzo e che, nel contempo,
nulla hanno a che fare con la filosofia dell'autonomia che si
sta portando avanti.
Ciò premesso, appare utile considerare preliminarmente come l'Istruzione Tecnica abbia mantenuto, nel suo assetto portante, il ruolo storico di formazione in modo compiuto, sul piano dei contenuti e su quello giuridico dei tecnici intermedi destinati all'impiego o a determinate professioni liberali.
Per altrettanto lungo tempo essa è stata esclusa
da un ruolo di preparazione superiore, salvo il caso della sezione
fisico-matematica, poi liquidata da Gentile e sostituita con il
liceo scientifico.
Negli ultimi 50 anni tale situazione ha subito
profonde modificazioni in varie direzioni determinate: dalla legge
di liberalizzazione dagli accessi universitari; dallarivendicazione
da parte di più soggetti (Università, Regioni, Ordini
Professionali, Agenzie formative di varia natura) del momento
della specializzazione conclusiva e della qualificazione formale;
dalla progressiva perdita del carattere abilitante all'esercizio
professione dei titoli rilasciati dagli Istituti Tecnici.
Sul piano sostanziale, il tradizionale impegno della formazione di tecnici rifiniti è stato già all'inizio degli anni '70 rimesso in discussione in quanto già allora appariva sufficientemente chiaro che:
Ma soprattutto il tradizionale impegno dell'Istruzione
Tecnica, come dell'intero sistema formativo, è stato rimesso
in discussione dalle fondamenta prima dai limiti che esso presentava
nella formazione di un cittadino di più elevata capacità
critica e poi dal mutare della concezione stessa della formazione
professionale dopo la crisi del fordismo e l'imporsi, come principale
fattore di competitività della qualità della forza
lavoro.
Questa nuova concezione che fa parte ormai della cultura consolidata dei grandi organismi multilaterali (UE, OCSE) e delle politiche dei paesi più avanzati, e ampiamente recepita nel progetto di riforma del Governo ed è espressa, sul piano delle strategie formative:
Si è venuto consequenzialmente, nel tempo,
a modificare anche sul piano sostanziale l'intero quadro di riferimento
su cui poggiava il tradizionale assetto dell'Istruzione Tecnica
e, per molti versi, dell'intera Scuola Secondaria Superiore.
Di fronte a tale situazione il sistema scolastico nel suo complesso ha cercato di riorganizzare assetti ed obiettivi formativi attraverso varie iniziative che indubbiamente ne hanno per molti versi cambiato il volto.
Momenti centrali di questo cambiamento sono stati:
Tutte queste iniziative hanno avuto degli elementi
in comune individuabili, principalmente, nell'ampliamento della
dimensione culturale, nella predisposizione di un assetto facilitativo
dell'elevazione dell'obbligo scolastico e nello spostamento verso
l'alto dei momenti dell'approfondimento specifico.
In particolare il Progetto Brocca ha principalmente
consolidato le scelte, di particolare importanza per la qualità
del sistema, di un'area di insegnamenti comuni all'intera scuola
secondaria superiore; Progetto '92 è riuscito a ridisegnare
completamente, nella logica delle direttrici indicate, le linee
di formazione dei quadri tecnici esecutivi, ridefinendo, in qualche
misura, sia pure ovviamente in termini propositivi, anche i rapporti
tra formazione scolastica e formazione regionale, sulla base di
una strategia di intese tra i due momenti istituzionali; i progetti
assistiti dell'Istruzione Tecnica, a loro volta, hanno certamente
determinato una elevazione di qualità rispetto ai corsi
tradizionali e una non irrilevante aggregazione di vecchi percorsi
formativi.
In questo quadro di processi sperimentali, tuttavia
l'Istruzione Tecnica si è trovata a dover fare i conti
con linee strategiche non sempre conciliabili e, comunque, per
opposti motivi, non in grado, malgrado la indubbia qualità
di molti di essi e l'altrettanto indubbio balzo in avanti che
hanno fatto realizzare al settore, d rilanciarne il ruolo e di
ridefinirne gli obiettivi in rapporto alle nuove esigenze, ma
senza fargli perdere la sua identità.
In particolare, i progetti assistiti, cui peraltro
va riconosciuto il merito di aver dato alla sperimentazione dignità
di sistema, non hanno, per motivi vari, definito una scelta chiara
in favore di un canale di preparazione di più ampio respiro
alla formazione successiva, muovendosi prevalentemente lungo
la linea del mantenimento di canali di professionalizzazione
specifica nel quinquennio, periodo non più sufficiente
(a parte ogni altra considerazione), per le cose già dette,
alla formazione compiuta delle figure professionali, cui essa
si rivolge. All'opposto, le esperienze relative ai trienni legati
al Progetto Brocca, anch'esse spesso di indubbia qualità
contenutistica, spingevano verso canali licealistici per cosi
dire "disinteressati", in quanto considerati prevalentemente
per ambiti scientifico-tecnico-tecnologico, ma privi di collegamenti
con le grandi realtà della produzione e del lavoro.
Alla fine, a parte una accentuazione della perdita di identità che ne è derivata al settore, e che ha favorito altri fenomeni collaterali di sfilacciamento del sistema ne è risultata schiacciata proprio la linea di obiettivi che sembra doversi raggiungere. che è quella di un riequilibrio rivolto a:
Tutto questo richiede di:
L'obiettivo centrale è quello di creare
percorsi formativi di qualità, in grado di divenire un
reale veicolo di formazione per una classe dirigente tecnica all'altezza
dei tempi; accanto a questo, e per molti versi in esso insito,
l'obiettivo di contribuire al raggiungimento di determinate finalità
di forte rilevanza sociale.
2. L'ASSETTO FORMATIVO
La proposta di riorganizzazione viene sviluppata alla luce di quanto considerato in un quadro di insieme della scuola secondaria superiore che le direttrici del Progetto di riforma non sembrano mettere in discussione e che vede:
Volendo ora identificare le linee portanti dell'innovazione vanno considerati:
a) Le aggregazioni funzionali
La proposta tende a mantenere ferme alcune importanti
scelte che hanno caratterizzato il dibattito sulla riforma, le
grandi sperimentazioni e che ispirano lo stesso provvedimento
generale di riforma più volte citato. Essa, nel contempo,
tende a muoversi su una linea di facilitazione delle più
generali prospettive di rinnovamento, pur mantenendo le articolazioni
strutturali legate alla normativa attuale.
In conseguenza, per quanto riguarda infatti l'assetto verticale:
Ciò premesso, sul piano degli equilibri formativi generali, le scelte di cui si parlava investono:
Tale area permette in questo importante momento da un lato, un assetto di insegnamento atto a facilitare notevolmente l'azione orientativa e, dall'altro di dare dimensione culturale e spessore ad una professionalità di base di ben maggiore robustezza rispetto al passato, sulla quale si possono innestare specializzazioni di livello qualitativo adeguato alle speranze del sistema produttivo.
A questa bipartizione si aggiunge una terza "area di approfondimento" (già adottata in termini quantitativi, per la verità più ampi, per l'istruzione Professionale), che dovrebbe rappresentare uno spazio da riempire con funzioni:
b) Gli ambiti disciplinari.
Sono articolati, secondo uno schema in qualche misura
tradizionale, in: Umanistico-Sociale, Scientifico, Tecnico, Operativo.
La composizione dei primi due non può che essere:
Il terzo ed il quarto hanno:
ciascun settore. L'ambito tecnologico partecipa, all'area comune;
Tali ambiti, pur assumendo nella configurazione standard, un equilibrio definito, si caratterizzano per un aspetto a "geometria variabile" nel senso che, pur entro precisi limiti, (rapporti percentuali e quantità orarie complessive) il loro dimensionamento viene messo a punto, a livello d'istituto, in relazione al livello socioculturale medio dell'utenza, all'accentuazione o meno di determinati obiettivi che si intende raggiungere ed alle prevalenti necessità di privilegiare variamente certe aree di conoscenza rispetto ad altre (anche per singoli anni scolastici).
In ordine ai vari ambiti va rilevato:
Ambiti Umanistico e Scientifico
Costituiscono il cuore dell'area di equivalenza presente
nell'intera scuola secondaria superiore, e si esprimono attraverso
discipline comuni o analoghe. In ogni caso i contenuti e le metodologie
didattiche che devono essere rapportati agli obiettivi formativi,
intermedi e finali, alle scelte didattiche, alle specificità
dell'utenza, ossia a tutti quegli elementi di variabilità,
aperti al settore, al territorio, all'utenza e all'esigenza fondamentale
che anche queste aree, nell'Istruzione Tecnica, partecipino alla
costruzione di una concreta cultura professionale.
Ambito tecnico
E' quello che caratterizza le nuove articolazioni deit'tstruzione Tecrnca. Al riguardo è bene considerare che questo ambito tende a rapportarsi alle aree produttive non solo perquanto già detto, ma anche per bilanciare, nella stessa visibilità rispetto all'opinione pubblica, quell'inevitabile tasso di genericità che seguirebbe alla aggregazione delle vecchie articolazioni. Esso si esprime:
Da rilevare è il definirsi di nuovi flussi
di coerenza con le articolazioni universitarie e, nel complesso,
con la formazione post-secondaria.
L'Istruzione Tecnica viene articolata in pochi grandi
contenitori denominati licei per enfatizzare, in particolare,
l'accentuazione della propedeuticità agli studi successivi
ma che potrebbero mantenere la tradizionale denominazione di "istituto"
o assumerne un'altra ancora (ad es. agenzia o centro d'istruzione
tecnica).
Ambito Operativo
Strettamente legato agli obiettivi dell'ambito tecnico,
l'ambito operativo verrebbe ad esprimere, con questa nuova denominazione,
un'attività di lavoro che non si risolve esclusivamente
nel discorso delle abilità tecnologiche, ma che contribuisca
alla formazione della professionalità attraverso l'acquisizione
di tecniche di approccio logiche, quali le tecniche progettuali,
diretta a rafforzare "l'intelligenza operativa" del
giovane.
La stessa "pratica di lavoro" riorganizzata
in chiave di rappresentazione reale o simulata dei processi produttivi
investe una logica di superamento delle cosiddette "attività
di laboratorio", che con tutta buona volontà nessun
ragazzo è mai riuscito ad unificare in una visione
aggregata.
Nella fase iniziale l'Ambito operativo partecipa
all'area comune per la parte che investe l'apprendimento delle
tecniche multimediali.
L'ambito operativo, in ogni caso, va, per lo meno
in un prossimo futuro, mantenuto nella scuola non essendovi nel
nostro paese, per cultura imprenditoriale e per profonde differenziazioni
di sviluppo produttivo, condizioni reali per un sufficiente sviluppo
degli stage aziendali.
Anche qui, tuttavia, all'autonomia dei singoli ~
è lasciata la capacità di equilibrare risorse interne
e risorse esterne.
c) Le articolazioni.
Nella definizione dei cinque "contenitori"
nei quali viene articolata dal presente progetto la nuova offerta
formativa dell'Istruzione ne Tecnica secondo le linee indicate
precedentemente a proposito dell'ambito tecnico, si è cercato
di individuare, nel modo più trasparente possibile, anche
per rendere più facile l'orientamento delle famiglie e
dei giovani i grandi ambiti produttivi e professionali cui si
rivolge l'azione formativa di ciascuno di essi.
Nel contempo si ribadisce una scelta in direzione
di una forte potenzialità di tali strutture a recepire
o ampliare nuovi possibili campi di professionalità a settori
in espansione o in trasformazione.
Questi i contenitori:
Liceo Tecnico per le produzioni biologiche e le
risorse naturalistiche
Assorbe la preparazione di base di tradizionali settori
come l'agricoltura (peraltro oggi scarsamente attraente se presentata
come esclusivo percorso di studi) e di nuove aree, quali lo sfruttamento
delle risorse marine e montane ed attività legate alla
salvaguardia chimico-biologica del territorio.
Liceo Tecnico per le produzioni industriali ed
i servizi tecnici.
Sposta l'ottica sulla crescente importanza delle
conoscenze orizzontali alle diverse aree produttive che, nei rapporti
già avuti con gli imprenditori, emerge come la preoccupazione
prevalente delle aziende.
Liceo Tecnico per le costruzioni, le infrastrutture
territoriali e la salvaguardia urbanistica.
Qui converge la formazione di base, legata a tradizionali
percorsi (geometri, periti edili) e nuove figure richieste dalla
mutata organizzazione produttiva e dalle nuove tecnologie di settore,
in una chiave di maggiore accentuazione, da un lato, delle capacità
logico-matematiche, e dall'altro, della sensibilità verso
le problematiche degli assetti urbanistici e del settore edilizio.
Liceo Tecnico per le attività gestionali.
Costituisce la base formativa di tutta una serie
di attività legate all'area dei servizi o se si vuole del
terziario avanzato, sempre più caratterizzata da logiche
operative ed esigenze tecnologiche largamente comuni.
Liceo Tecnico per la salute individuale e collettiva.
Costituisce la base per la formazione sia nelle tradizionali
attività del settore, sia nelle varie forme di assistenza
collettiva ed individuale (anziani, handicappati, etc.), sia in
tutte quelle attività legate all'igiene ambientale.
Ciascun liceo tecnico si articola, nell'ambito del
triennio, in indirizzi corrispondenti a grandi blocchi di competenze
operative, nell'ambito delle quali sono possibili convergenze
attraverso progetti d'istituto.
d) La linea didattica
L'azione di compattamento e di riconsiderazione dei contenuti e degli obiettivi dell'Istruzione Tecnica, o, se si vuole, la "licealizzazione" necessaria per ridare sostegno e qualità alla formazione di una "intelligenza" tecnica nel nostro Paese, richiede di essere definita in un quadro di grande elasticità della gestione dei contenuti e della didattica per vari ordini di motivi:
A tal fine sono previsti:
Saranno sperimentate formule organizzative diverse
dalla classe, anche per facilitare reali possibilità di
utilizzo dei crediti formativi e consentire, specie nella formazione
permanente, percorsi personalizzati.
e) Le terminalità e le certificazioni
Appare ora essenziale sottolineare il quadro delle
terminalità ipotizzate. Al riguardo, come s'è già
avuto modo di accennare, il rafforzamento qualitativo della formazione
rende non più possibile mantenere le tradizionali terminalità
nel quinquennio in cui storicamente si definisce in Italia il
ciclo lungo. In tale periodo l'Istruzione Tecnica non può
più fornire integralmente la formazione conclusiva e specializzante
necessaria ai quadri intermedi, né d'altra parte appare
più funzionale alle esigenze del mercato e dei giovani
costruire un sistema caratterizzato in partenza da specifiche
terminaliità di cui nessuno è in grado di garantire
la reale spendibilità.
Questo, tuttavia, non significa che l'Istruzione
Tecnica rinuncia a svolgere un ruolo importante anche nell'acquisizione
in sede sia di formazione iniziale, sia di formazione permanente,
di terminalità settoriali e cioè di acquisizioni
formative atte a consentire un più diretto impegno in determinati
settori produttivi.
Tuttavia, mentre in passato l'Istruzione Tecnica proponeva un quadro di terminalità specialistiche definite attraverso percorsi "regolamentari" predeterminati senza particolari raccordi con le richieste di mercato, oggi essa:
In ordine a quest'ultimo punto, per individuare un
possibile ruolo dell'Istruzione Tecnica appare utile distinguere
tra terminalità specialistiche primarie e secondarie:
1) le terminailtà primarie, nelle quali si
collocano le terminalità specialistiche legate alla formazione
dei quadri intermedi, cessano anche formalmente di avere luogo
al termine del quinquennio e si spostano a livello successivo
alla formazione di base acquisita con la maturità tecnica.
Il problema è di vedere quale può essere
il ruolo dell'Istruzione Tecnica e dell'intera Scuola Secondaria
Superiore nella formazione post-diploma.
Attualmente la situazione degli interventi post-diploma (a parte i corsi di laurea) può essere sintetizzata come segue:
Nel complesso comunque allo stato attuale ed alla
luce dello stesso quadro giuridico relativo alla formazione e
all'accesso al lavoro per il quale, salve le professioni regolamentate,
non esistono vincoli giuridici con riferimento alle qualifiche
professionali, l'istruzione Tecnica, dotandosi di un nuovo assetto
caratterizzato da forte elasticità dell'ordinamento
e dell'organizzazione didattica e, nel contempo da un rafforzamento
della tradizionale autonomia delle sue istituzioni, può
svolgere una importante attività in ordine alla formazione
post-diplorna nella quale si concentrano anche le ternimalità
conclusive per la formazione dei quadri intermedi.
Resta fermo che questo ruolo:
2) le terminalità secondarie, sono fortemente
legate all'autonomia delle singole istituzioni.
Lo spostamento a livello post-diploma dell'obiettivo
formativo principale non esclude la possibilità di mantenere
obiettivi secondari e terminalità di minore livello ma
che ugualmente definiscono una finalizzazione settoriale, legata
alle esigenze produttive del territorio. L'interesse si rivolge
in particolare, anche nella necessaria attenzione alle indicazioni
comunitarie, alla grande area della microimprenditorialità,
i cui assetti produttivi pure tecnologicamente avanzati esprimono
spesso esigenze diverse dalle aziende di media e grande dimensione.
Al riguardo va tuttavia premesso che occorre tenere conto delle esigenze:
a) che i corsi dell'Istruzione Tecnica non si allontanino, come caratteristiche e qualità d'insegnamento, dalla logica di formazione dei quadri intermedi evitando di porsi in concorrenza con l'istruzione professionale, cui compete la formazione dei quadri tecnici esecutivi e che, come ciclo corto punta a traguardi intermedi nell'ambito del quinquennio;
Il nuovo assetto formativo, per l'elasticità che lo caratterizza, pur assicurando la coerenza complessiva del sistema, consente un insieme di variabilità in grado di dar luogo a valide terminalità secondarie:
Si rinvia per quanto riguarda le possibili convergenze
formative alle indicazioni fornite con riferimento a ciascun liceo
tecnico.
In conclusione il nuovo assetto formativo dell'Istruzione Tecnica include nel suoi obiettivi, in ordine di priorità le seguenti terminalità:
1) maturità tecnica comprendente una qualificazione professionale di base per grandi aree produttive;
In ogni caso, al termine di ogni anno del corso di studi, va rilasciata una certificazione parziale dei risultati conseguiti, quale attestazione di credito anche per diversi contesti formativi.
La certificazione va rilasciata anche in cas6 di
esito negativo dei risultati finali, con riferimento limitato
a quelle discipline per le quali è stato ottenuto un giudizio
positivo. Deve infatti riconoscersi, anche in questi casi, la
possibilità di poter fruire di quei crediti formativi sia
in prosecuzione del percorso scolastico ove ciò sia reso
possibile dall'organizzazione dell'insegnamento, sia in caso di
passaggio ad altro tipo di formazione sia infine a possibili ulteriori
esami di idoneità.
f) L'orientamento
In questa sede il problema dell'orientamento, che indubbiamente è centrale nella filosofia del Progetto generale di riforma, viene posto prevalentemente in chiave di orientamento professionale e considerato in relazione alle facilitazioni di assetto che l'Istruzione Tecnica può dare per pervenire ad un tasso di maggiore coerenza tra:
Al riguardo la linea di approccio che il progetto s'è posto, indipendentemente da tutte le possibili iniziative generali e specifiche che potranno essere assunte, è stata quella di:
Il conseguimento di tali obiettivi può essere sostenuto da un insieme di scelte d'assetto quali:
g) La formazione linguistica
Appare utile, pur se la sede può apparire impropria, sottolineare qui la linea che si intende seguire in materia di insegnamento delle lingue straniere, tenuto conto che:
D'altra parte in presenza di un rinnovamento della
scuola italiana necessariamente contrassegnata da gradi di autonomia,
anche curricolare delle istituzioni scolastiche esistono le premesse
per offrire alle scuole un modello di formazione linguistica caratterizzato
da forte flessibilità in modo che le singole istituzioni
lo possano attuare adattandolo ai bisogni sia del territorio sia
degli studenti. Infatti, nel settore delle lingue, gli Istituti
devono poter offrire una formazione articolata che ricorra ai
tempi e ai modi non tradizionale perché il curricolo disegnato
dal Ministero non può dilatarsi oltremisura e sarà
troppo affollato di discipline per prevedere in tutti i casi la
presenza di più lingue straniere.
Lo studio di una lingua straniera ha finalità
sia formative (flessibilità, accettazione dell'altro, riflessione
cognitiva ecc.) sia strumentali. La presenza della lingua curricolare
si prefigge ambedue le finalità e l'insegnamento sarà
impostato dal docente in modo da raggiungerle entrambe; le esigenze
di tipo puramente strumentale, invece, cioè la necessità
di acquisire padronanza sufficiente per interagire con interlocutori
stranieri comunicando in modo efficace, possono trovare soddisfazione
in altre modalità di apprendimento.
Per questo si propone un'offerta di formazione linguistica
flessibile, personalizzata, in larga misura modulare e multimediale
attivabile da singoli Istituti Tecnici anche facoltativamente
e in autofinanziamento su orario aggiuntivo. Molti Istituti Tecnici
già dispongono e, in conseguenza del nuovo progetto di
diffusione tecnologica, tutti disporranno sempre più, di
risorse tecnologiche all'avanguardia; hanno, inoltre, un corpo
di docenti particolarmente in grado di utilizzarle in modo produttivo.
Possono perciò costituire una risorsa di formazione linguistica
non solo per gli studenti, ma per il territorio in cui sono collocati.
Il ricorso alla multimedialità e a canali telematici potrà dunque dare risposte efficaci in una pluralità di situazioni e precisamente consisterà nell'offrire:
3. GLI OBIETTIVI SOCIALI
La creazione di un assetto finalizzato a raggiungere gli obiettivi formativi istituzionali nell'ambito della proposta di riordino dei cicli scolastici costituisce il dato centrale della presente proposta.
Contestualmente non possono non essere tenuti presente,
nella progettazione del nuovo sistema, un complesso di altri obiettivi
(per molti versi funzionale a quello principale) aventi una forte
rilevanza sociale e/o collettiva. Si fa riferimento a due blocchi
di problematiche: il superamento degli squilibri socioculturali
e la valorizzazione delle eccellenze; la capacità di recepire
nuove problematiche socialmente rilevanti.
3.1 Il superamento degli squilibri socioculturali
territoriali e individuali oltre che esprimere la riconferma di
un ruolo sociale storico per settori come l'Istruzione Tecnica
e l'Istruzione Professionale, si pone, in quanto fattore di efficienza
e di efficacia della scuola, come funzionale agli obiettivi prioritari.
Va anzitutto considerato per dare il giusto valore al quadro delle possibilità di intervento ipotizzate:
Ciò premesso, l'insieme strutturale delle opportunità che potrebbero collegarsi al nuovo assetto dell'Istruzione Tecnica può essere così definito:
Tale insieme di possibili spazi operativi consente
alle istituzioni scolastiche nella loro ampia autonomia di adattare
l'organizzazione dell'insegnamento alle esigenze degli allievi
e facilitare gli interventi preventivi e successivi utili a limitare
la caduta scolastica o il suo carattere definitivo.
b) sul piano della organizzazione della didattica e della regolamentazione dei risultati vanno considerati:
Sotto tale profilo si prevede:
3.2 Gli elementi che consentono, in particolare nel piano di organizzazione della didattica di intervenire per azioni di riequilibrio culturale, consentono di operare interventi integrativi a favore delle c.d. eccellenze, dei ragazzi cioè che si segnalano per le particolari capacità di apprendimento e per un costante alto rendimento.
Tali interventi, peraltro dovrebbero essere diretti
anche a facilitare il ricorso alla possibilità, già
prevista dall'attuale ordinamento scolastico, di accedere
anticipatamente a classi successive agli esami conclusivi.
3.3 La necessità per l'Istruzione Tecnica di i recepire blocchi di conoscenze, aventi particolari interessi sociali e collettivi. Trattasi di esigenze di varia natura, di livello nazionale o locale, espressioni di valori permanenti o contingenti al cui soddisfacimento la scuola è chiamata sempre più spesso a contribuire.
Di tali esigenze il presente progetto tiene strutturalmente
conto nel senso di averne o recepito gli obiettivi a livello di
definizione delle professionalità o di prevedere in modo
fisiologico la possibilità di recepimento.
Appare utile, con riferimento a queste due categorie evidenziare:
a) il recepimento in modo organico nella definizione e nei contenuti delle professionalità, delle competenze attinenti la salvaguardia dell'ambiente: tale scelta appare in modo evidente negli obiettivi;
In realtà esso investe obiettivi e contenuti
del quadro formativo nel suo complesso di tutti i licei tecnici,
nel senso che tutto1'insegnamento del settore deve
portare ad una professionalità che anche sul piano tecnico
si ispiri al rispetto almeno di alcune fondamentali esigenze di
salvaguardia dell'ambiente.
b) la possibilità di inserire, secondo le
formule che ciascun istituto potrà valutare conoscenze
attinenti problemi di particolare valore o interesse sociale.
Tali inserimenti sono resi possibili o comunque facilitati attraverso:
Va tuttavia al riguardo considerato che inserimenti
del genere debbono essere collocati progettualmente nell'attività
didattica solo in presenza di una loro reale utilità formativa,
autonomamente valutata dagli organi d'istituto.