I. Premesse generali
1. Il presente documento è un contributo di analisi e di proposta, elaborato da un gruppo di lavoro promosso della Direzione Generale in vista della sperimentazione di un'ipotesi complessiva di riarticolazione dell'offerta formativa dell'Istruzione professionale di Stato. Tale ipotesi si fonda su alcune coordinate generali dell'azione governativa, che hanno ispirato sia l'Accordo del 24 settembre 1996 ("Accordo per il lavoro") sia il documento sul riordino dei cicli scolastici presentato dal Ministro Berlinguer nella scorso mese di gennaio 1997. Esso tiene conto, in particolare, del documento predisposto dall'ufficio di Gabinetto nel mese di aprile 1997, contenente una ipotesi di sperimentazione del biennio che si richiama, in particolare, al paragrafo 2A del documento sui cicli ("La scuola dell'orientamento e la conclusione dell'obbligo scolastico").
Il quadro di riferimento generale tiene conto inoltre delle indicazioni formulate dalla "Commissione dei saggi", dei risultati acquisiti attraverso le sperimentazioni fin qui attuate e degli apporti tecnici forniti dal gruppo di lavoro interdirezionale che ha formulato nei mesi scorsi alcune ipotesi operative di attuazione della sperimentazione nei bienni degli istituti superiori.
La base di riferimenti utilizzata comprende
inoltre la legge per il conferimento di funzioni e compiti alle
regioni e agli enti locali, per la riforma delle pubbliche amministrazioni
e per la semplificazione amministrativa n. 59/1997 (in particolare
l'articolo 21, avente per oggetto il conferimento dell'autonomia
alle istituzioni scolastiche).
2. Sulla base dei citati riferimenti, l'ipotesi sperimentale qui presentata tende a sviluppare e a tradurre operativamente, in un nuovo assetto organizzativo e curricolare del biennio, una concezione della scuola secondo la quale essa non è solo la sede privilegiata per l'acquisizione di adeguati livelli di conoscenze e di competenze individuali, ma anche, in senso generale, fattore primario della crescita culturale, civile, sociale ed economica e mezzo fondamentale per la prevenzione e la riduzione del disagio e delle diseguaglianze.
In questo senso il nuovo progetto sperimentale,
che si propone di denominare "Progetto 2002", intende
concorrere a superare l'attuale modello di una scuola autoreferente,
ripiegata su se stessa, distante dal contesto sociale e dal mondo
del lavoro e della produzione, e si collega in tal modo alle idee
guida presenti nel documento governativo sul riordino dei cicli.
3. Per conseguire questi obiettivi occorre individuare e sperimentare, in tutta la scuola secondaria superiore, modelli organizzativi e curricolari flessibili, aperti, polivalenti, tutti però riconducibili ad un sistema unitario entro il quale siano consentite interazioni, opzioni, passaggi dall'uno all'altro canale formativo, possibilità di uscite e di rientri: nessun percorso di studi secondari può oggi ignorare i caratteri fondamentali del mondo contemporaneo, la rilevanza del momento operativo, l'interazione tra cultura e professionalità, le nuove competenze richieste dall'incessante innovazione tecnologica, la disponibilità al cambiamento.
L'Istruzione professionale di Stato è peraltro il settore della scuola secondaria italiana che in questi ultimi anni ha realizzato le esperienze più innovative proprio in direzione di una maggiore orientatività e flessibilità del curricolo, sia a livello strutturale (con l'inserimento dell'area di approfondimento, la modularizzazione dei programmi, le iniziative per gli adulti) sia sotto il profilo della formazione di una diffusa sensibilità e di una cultura di base naturalmente favorevole all'innovazione, cui ha concorso in modo significativo anche la partecipazione ai programmi comunitari.
Esistono dunque validi presupposti perchè
l'Istruzione professionale possa svolgere un ruolo di punta avanzata
nell'azione di rinnovamento dell'offerta di istruzione secondaria
sollecitata dal Governo e dalle forze sociali. Si tratta, in particolare,
di sperimentare la possibilità di realizzare, a partire
dal biennio, lo sviluppo di quell'offerta più flessibile,
più personalizzata ed attenta alle dimensioni operative
e pratiche - e perciò più consistente anche sotto
il profilo dei rapporti con il territorio e la formazione professionale
regionale - che ne potrebbe costituire la caratteristica distintiva.
4. Dopo il biennio sperimentale, e in coerenza con esso, la struttura del curricolo presenterà le seguenti caratteristiche :
a) una accentuata modularità dei singoli anni;
b) lo sviluppo di forme di coprogettazione e di gestione congiunta dei percorsi formativi con le Regioni, il mondo del lavoro e il territorio ;
c) il mantenimento della qualifica a conclusione del terzo anno poichè va conservato - nel quadro generale dell'offerta di percorsi di scuola secondaria - il tratto distintivo essenziale dell'Istruzione professionale che è quello di consentire un livello intermedio di qualificazione e certificazione per la fascia di utenza che chiede itinerari formativi di breve-media durata, anche se sempre aperti verso la continuazione degli studi e della formazione. Una richiesta alla quale è oggi possibile dare valide risposte anche costruendo percorsi formativi riconducibili alla prospettiva dell'educazione permanente e ricorrente.
II - Obiettivi e condizioni della
sperimentazione
5. Il documento predisposto dal Gabinetto
del Ministro definisce gli obiettivi fondamentali da perseguire
nel biennio sperimentale di scuola secondaria superiore e fissa
le condizioni, definite "paletti progettuali", che devono
essere rispettate dalle scuole per poter costruire i nuovi percorsi
formativi da sottoporre a sperimentazione. Se ne offre qui una
sintesi, evidenziando gli aspetti che toccano più direttamente
l'Istruzione professionale
OBIETTIVI | "PALETTI PROGETTUALI" |
1. Maggiore equivalenza nella formazione generale in tutti i curricoli del biennio; | a) Presenza, nel biennio, di un'area di sostanziale equivalenza, fra le varie tipologie scolastiche che investa circa i due terzi dell'orario; |
2. Sufficiente definizione dell'identità di ciascun tipo di biennio; | b) Limite del tetto orario medio settimanale (individuato, per l'Istruzione professionale in 34 ore); |
3. Introduzione di elementi di flessibilità e di personalizzazione dei modelli e dei percorsi curricolari sulla base delle possibilità offerte dalla legge n.59/1997; | c) Computo degli spazi orari disciplinari su base annuale; |
4. Definizione di un'area di approfondimento.in tutti gli ordini e indirizzi (per l'IPS si tratta di rivisitare l'esperienza già realizzata) |
d) Presenza all'interno di questo tetto orario di uno spazio per la committenza locale e per l'approfondimento;
e) Presenza di una quota di variabilità reciproca fra le discipline (realizzata negli IPS attraverso bande di oscillazione attorno alle configurazioni standard degli orari) f) Accettazione di una logica degli standard disciplinari; g) Identificazione degli standard generali per le discipline inserite nei quadri orario; h) Mantenimento, nei limiti del possibile, delle denominazioni più diffuse per i vari ambiti disciplinari; i) Apertura verso possibili accorpamenti disciplinari, nella prospettiva della modularità; |
l) Definizione in particolare nell'ambito dell'istruzione tecnica e professionale, di aree formative a larga polivalenza per settori omogenei; | |
m) Apertura verso il sistema dei debiti e dei crediti formativi; | |
n) Introduzione di uno spazio disciplinare per le problematiche relative alla comunicazione multimediale. |
Tra gli obiettivi più innovativi del progetto si segnala il superamento degli attuali elementi di rigidità e di separazione della struttura e degli ordinamenti scolastici, volto a facilitare il passaggio tra diverse tipologie di scuola o da un indirizzo ad un altro. Anche l'auspicato raccordo tra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale regionale e il mondo della produzione e del lavoro rappresenta un significativo elemento di novità per l'ordinamento scolastico italiano.
III - L'organizzazione dei curricoli sperimentali
6. Le esperienze già maturate nell'Istruzione Professionale contengono già molti elementi presenti nella proposta sopra illustrata; al tempo stesso, attraverso la sua realizzazione, sarà possibile consolidare alcuni dei traguardi conseguiti, e - contemporaneamente - verificare le condizioni per il miglioramento dell'offerta formativa, anche mediante una più accentuata interazione/integrazione, fin dall'avvio del percorso formativo (e quindi con finalità prevalentemente orientative), con il territorio, con il sistema della formazione professionale e delle imprese.
Nel quadro dell'istruzione secondaria superiore, l'ipotesi qui presentata ben si presta a sperimentare progetti che richiedano flessibilità curricolare e organizzativa e che siano finalizzati a rivedere:
7. Nella presente ipotesi qui presentata il curricolo prevede un monte ore settimanale di 34 ore ed è costituito da tre aree che, nell'ambito dell'esercizio dell'autonomia scolastica, possono anche interagire, come indicato graficamente nella parte seconda del presente documento:
1. Area di equivalenza, finalizzata ad assicurare, in tutti gli indirizzi, una preparazione culturale di base solida e polivalente (occupa i 2/3 circa dell'orario totale);
2. Area di indirizzo, differenziata nei diversi indirizzi, ma permeabile per eventuali inserimenti attraverso passaggi "guidati" che facilitino la transizione, nei casi di riorientamento degli allievi rispetto alle scelte iniziali;
3. Area di approfondimento e di integrazione, per realizzare interventi intesi a rafforzare, specificare o finalizzare il curricolo, anche sulla base delle vocazioni e delle opportunità offerte dal territorio ; questa area è inoltre utilizzabile per interventi di riequilibrio culturale, e per la valorizzazione delle situazioni di eccellenza.
Si sottolinea la notevole rilevanza
che assume la riduzione dell'orario dalle 40 ore, rigidamente
distribuite nel corso della settimana, alle 34 ore medie settimanali,
che potranno essere distribuite in modo flessibile nel corso dell'anno
sulla base del Progetto di Istituto. La complessità del
progetto, che comporta attività di interazione col territorio
e di cooperazione didattica, anche transdisciplinare, richiede
in ogni caso la piena disponibilità di tutte le risorse
umane previste per il funzionamento delle classi di ordinamento.
E' evidente che il minore carico orario delle attività
previste nel curricolo viene bilanciato, in termini di efficacia
dell'azione formativa, dalla migliore qualità dell'azione
didattica e dai più incisivi modelli organizzativi.
8. La presente ipotesi tiene conto
del fatto che, in questa prima attuazione, gli allievi provengono
direttamente dalla terza media e non hanno potuto quindi ricevere
quei "primi esemplificativi contatti" orientativi rispetto
alla scelta degli indirizzi, previsti nel primo anno della "scuola
dell'orientamento".