Nota Ministeriale 9 gennaio 2001
Oggetto: La qualità nel sistema dell'istruzione e il relativo percorso
Premessa
Come è noto, da più anni il Ministero della Pubblica Istruzione e
Confindustria hanno instaurato sistematici e proficui rapporti di
collaborazione, finalizzati all'innalzamento della qualità e dell'efficienza
del sistema dell'istruzione, all'ampliamento dell'offerta formativa, alla
realizzazione di organici e puntuali raccordi e interazioni tra scuola e mondo
della produzione e del lavoro, al costante adeguamento e miglioramento dei
livelli di istruzione, in sintonia con i rapidi e continui processi di
trasformazione che caratterizzano la società in cui viviamo.
In funzione di tali finalità e per assicurare tra le parti occasioni di
confronto e modalità di consultazione stabili e programmate, con riferimento ad
alcune aree individuate come prioritarie, quali l'orientamento, l'innovazione
dei curricoli formativi, la formazione post qualifica e post diploma, la
formazione del personale direttivo e docente ecc.., sono stati stipulati tre
protocolli d'intesa sottoscritti rispettivamente: il 18 luglio 1990, il 19
aprile 1994, il 16 marzo 1998. I citati protocolli, con i quali si è dato senso
e rilevanza istituzionale a forme di cooperazione tra il sistema scolastico e il
sistema imprenditoriale, per il passato sperimentate solo in maniera episodica
ed occasionale, hanno trovato fondamento nella consapevolezza, ormai matura e
diffusa, che la scuola, per rispondere nella maniera più idonea alle attese e
aspettative della società civile, non può essere lasciata sola, ma va
adeguatamente sostenuta, indirizzata e incentivata nel suo difficile e
importante impegno.
Si è superato così, e non solo sul piano formale, un vecchio luogo comune
secondo cui la scuola doveva interessarsi e farsi carico solo dell'istruzione,
mentre l'impresa doveva preoccuparsi solo di produrre beni e servizi, e si sono
posti a confronto due mondi tradizionalmente lontani tra loro, spesso
condizionati da reciproche diffidenze e incomprensioni.
In particolare, il terzo protocollo, muovendo dai risultati conseguiti nel
settennio 1990/97 e tenendo a riferimento l'ampio processo di riforme
riguardante la scuola italiana nel suo complesso, ha posto l'accento sul ruolo
determinante dell'istruzione, vista in una dimensione europea e come fattore di
sviluppo complessivo del Paese. Inoltre ha rimarcato l'esigenza di progettare e
di attuare comuni e organiche iniziative tra sistema scolastico e sistema
produttivo, anche alla luce delle indicazioni provenienti dall'Accordo per il
lavoro del 24 settembre 1996 e dalla legge n.59/97, in materia di autonomia
scolastica.
Qualità e innovazione
Tra le aree d'intervento individuate dai citati protocolli assume
un'importanza preminente quella della qualificazione e dell'innovazione del
sistema scolastico, in considerazione dell'importanza strategica che essa
riveste ai fini dell'attivazione di servizi scolastici aperti al contributo
delle realtà produttive e alle vocazioni del territorio, e in grado di
interpretare in maniera coerente e moderna i ritmi di una società complessa,
tecnologicamente avanzata e competitiva quale è quella in cui operiamo.
In tale ottica nasce e prende consistenza la "Qualità
dell'istruzione", come metodo di lavoro recepito in apposito progetto,
attuato per la prima volta nell'anno '91/92, in alcune scuole di Mantova;
progetto che avrebbe poi trovato sempre più ampia diffusione, coinvolgendo un
numero man mano crescente di istituzioni scolastiche.
Nel 1995 il Ministero della Pubblica Istruzione elaborava un Documento di
indirizzo, trasmesso ai Provveditorati con nota del 2 agosto 1995, prot. n.
2927, con il quale si dava un assetto unitario e organico agli interventi
relativi alla "Qualità", attraverso la costituzione di un modello
organizzativo e gestionale agile, articolato e flessibile. Tale modello:
- a livello centrale prevedeva un Coordinamento nazionale, affidato inizialmente
alla Direzione Generale per l'Istruzione Tecnica e una "task-force"
con il compito di offrire supporto, consulenza e impulso alle attività e
realizzare gli occorrenti raccordi con le scuole e gli uffici interessati;
- a livello periferico era strutturato su tre poli per la "Qualità"
istituiti nelle realtà in cui le condizioni di praticabilità del progetto si
rivelavano particolarmente propizie (Milano; Mantova, Padova, Vicenza; Roma) e
su reti di scuole attivate in alcune province del Sud. Il documento forniva
anche importanti indicazioni operative finalizzate all'avvio di talune
iniziative pilota per la diffusione della cultura della "Qualità"
nella scuola, ferma restando l'autonoma competenza dei Provveditori nella
realizzazione di attività legate alla "Qualità" e in linea con le
specificità e le vocazioni dei rispettivi territori.
I profili del Progetto Qualità
Si riassumono qui di seguito i profili caratterizzanti il Progetto Qualità, tra l'altro individuati nello stesso Documento di indirizzo sopra menzionato:
1. attribuzione all'amministrazione centrale di un preciso ruolo di programmazione, promozione, coordinamento, indirizzo in ordine alle attività da porre in essere;
2. attivazione sul territorio di momenti di aggregazione finalizzati alla individuazione, alla diffusione e allo scambio delle esperienze, alla gestione delle sinergie e delle soluzioni più appropriate;
3. autonoma responsabilità di ciascuna unità scolastica nella ricerca, analisi, progettazione e realizzazione di azioni intese ad assicurare l'efficienza e l'efficacia dei servizi erogati;
4. realizzazione nelle scuole (con il coinvolgimento potenziale di tutti i soggetti interessati) di percorsi di ricerca e d'interventi relativi all'organizzazione e all'erogazione del servizio formativo, tali da garantire il miglioramento continuo e risultati di elevato profilo qualitativo;
5. articolazione del percorso della "Qualità" in stadi o livelli (tre per la precisione), tra loro connessi e sequenziali, ciascuno con propri obiettivi.
La logica del miglioramento continuo e il costante sviluppo degli interventi
non consentono che il progetto abbia una sua effettiva conclusione e fanno sì
che la qualità divenga un continuum con finalità sempre nuove e più
impegnative.
Ovviamente la diversa organizzazione delle risorse, la sensibilità degli
operatori e le particolari situazioni presenti in ogni scuola
"autonoma" incidono in maniera rilevante sulla riuscita e
praticabilità delle iniziative e sui tempi di accesso alle fasi successive. E'
stato giustamente osservato che i dieci anni di collaborazione tra Ministero
della Pubblica Istruzione e Confindustria costituiscono un capitolo importante e
significativo della storia della scuola e dell'impresa italiana.
Tra l'altro lo dimostrano anche i risultati raggiunti, che hanno contribuito a :
- fare uscire la scuola dalla sua tradizionale autoreferenzialità e dal suo isolamento;
- far conoscere alle imprese l'organizzazione, le professionalità, le competenze del sistema scolastico;
- dare giusto risalto agli apporti del mondo produttivo, ai fini della modernizzazione della scuola;
- offrire agli operatori scolastici l'opportunità di trasferire nel proprio sistema elementi di cultura industriale e manageriale;
- avviare una fase di reciproca e proficua collaborazione basata sulla previsione e l'attivazione di una serie di iniziative e progetti intesi a meglio qualificare i servizi scolastici e formativi.
Le fasi del Progetto Qualità
Il Progetto Qualità si caratterizza essenzialmente come un percorso di
ricerca, che favorisce lo sviluppo organizzativo delle scuole teso al
perseguimento delle finalità proprie del sistema formativo e al conseguimento
degli obiettivi specifici che ciascuna istituzione si dà, nell'ambito della
propria autonomia culturale, didattica e gestionale.
Il Progetto mira al miglioramento continuo della qualità del servizio
scolastico e alla sua affidabilità, valorizzando le sinergie tra il mondo della
scuola e il mondo del lavoro, i cui operatori, nella consapevolezza delle
rispettive autonomie e specificità istituzionali, si confrontano e collaborano,
con un arricchimento reciproco, per contribuire all'innovazione del sistema
formativo e allo sviluppo di una cultura professionale e organizzativa più
fortemente orientata verso l'assunzione delle responsabilità che l'autonomia
assegna alle singole istituzioni scolastiche.
Il Progetto rappresenta un percorso appositamente pensato per le scuole le
quali, attraverso una costante analisi della realtà in cui si trovano ad
operare e dei processi che caratterizzano il servizio scolastico, progettano,
realizzano e controllano interventi per una qualificazione sempre più alta del
servizio, in un'ottica non autoreferenziale ma orientata dalla ricerca di
risposte adeguate ai bisogni degli studenti, delle famiglie e del territorio, e
di una piena valorizzazione delle esperienze e dell'impegno degli operatori
scolastici.
Il miglioramento della qualità del servizio, la ricerca di una maggiore
soddisfazione dei bisogni e delle attese di utenti e operatori, l'impegno
costante per garantire l'affidabilità del servizio offerto in tutti i suoi
aspetti, l'orientamento verso risultati di apprendimento crescenti per gli
studenti, tali da promuoverne in misura sostanziale il successo formativo,
rappresentano perciò gli obiettivi primari del Progetto Qualità della Scuola.
Il Progetto si sviluppa, per ciascuna scuola, in tre fasi, mediamente nell'arco
di tre anni. All'inizio, si chiede alla scuola di aderire solo alla prima fase
(della durata di un anno), anche se, nel contempo, occorre investire su una
prospettiva pluriennale per poter consolidare i risultati ottenuti e sviluppare
le capacità della singola scuola di gestire in autonomia la qualità del
servizio offerto.
La prima fase è finalizzata a far sperimentare alla scuola l'utilizzo delle
metodologie e degli strumenti della qualità; a favorire la costituzione di un
primo gruppo di operatori che acquisiscano competenze per la progettazione, la
conduzione e il controllo di interventi per la qualità del servizio; a
stimolare nell'intera scuola una forte attenzione all'efficacia e all'efficienza
del servizio offerto, sviluppando la strategia del miglioramento continuo.
La seconda fase ha come obiettivo quello di consolidare e diffondere la cultura
e il metodo della "Qualità", estendendo l'esperienza progressivamente
ai processi essenziali dell'attività delle scuole, definendo le caratteristiche
salienti dei servizi erogati e delle modalità con cui assicurare la loro
effettiva realizzazione e il necessario controllo. La scuola elabora il proprio
"sistema Qualità" e mette a punto una prima bozza (non
necessariamente completa) del "manuale della Qualità".
La terza fase impegna le scuole a riorganizzare e documentare
sistematicamente le modalità con cui i servizi sono progettati e prodotti, sino
a completo riesame, mettendole in condizione di accedere alla certificazione.
Il passaggio dalla prima alla seconda fase e dalla seconda alla terza, non
avviene automaticamente. Tutte le scuole sono invitate a compierlo, ma esso
dipende dal raggiungimento degli obiettivi della fase precedente. Tuttavia,
l'impostazione del Progetto, che consente la precisa definizione anche dei
risultati parziali relativi a ciascuna fase, permette alle scuole che dovessero
interrompere il percorso di trarre comunque vantaggio dal lavoro svolto.
Per una più approfondita conoscenza del percorso formativo del Progetto
Qualità si rinvia alla scheda allegata.
L'attualità del Progetto Qualità
L'autonomia, ponendo le istituzioni scolastiche al centro dell'impianto
educativo e formativo, ha operato una vera e propria rivoluzione nella cultura e
nel modo di essere e di funzionare del sistema scolastico.
Il nuovo corso aperto dall'autonomia, però, ha anche fatto emergere tutta una
serie di nuove esigenze e posto dei problemi che esigono risposte e soluzioni
rapide ed adeguate. In effetti, perché l'autonomia possa trovare concreta
attuazione e produrre in pieno i risultati attesi (specie nella delicata fase di
avvio e messa a regime) occorre che le scuole siano in grado di individuare e
realizzare le condizioni per promuovere le giuste sensibilità e formare le
competenze necessarie per gestire il cambiamento.
In tale ottica le stesse devono riservare attenzione costante alla qualità del
loro impegno e, in particolare, della propria offerta educativa e formativa,
utilizzando tecniche, metodologie, procedure, modelli organizzativi e operativi
rispondenti ai principi dell'efficienza e dell'efficacia e finalizzati al
miglioramento continuo.
In questo senso la "Qualità" diviene un valore aggiunto per
l'acquisizione di una cultura della progettazione, dell'organizzazione e della
gestione dei servizi scolastici, nonché di capacità professionali in linea con
le attese e i bisogni dell'utenza; valore atto a garantire un passaggio
fisiologico e non traumatico "dal vecchio al nuovo".
In considerazione dell'apporto e del contributo prezioso offerto dal Progetto
Qualità, lo stesso è stato giustamente definito un vero e proprio laboratorio
per lo studio e l'approfondimento dei rapporti tra reti di scuole e sistema
produttivo, tra autonomia gestionale e responsabilità dell'offerta formativa.
E' noto che la scuola dell'autonomia, ispirandosi nelle sue azioni ai canoni e
alle regole della "Qualità", si propone come un soggetto culturale
che attende al proprio ruolo e ai propri compiti con mentalità imprenditoriale,
capacità progettuale, spirito di iniziativa e senso di responsabilità,
razionalizzando e ottimizzando le proprie risorse e facendo sì che i risultati
siano coerenti con gli obiettivi prefissati.
In tale logica, che segna il radicale superamento della visione tradizionale
della scuola, intesa come terminale di un sistema burocratico, autoreferente e
ligio soprattutto agli aspetti formali del proprio ruolo, si può comprendere
quanto incidano, rispetto ai risultati, le risorse umane, la qualità
dell'impegno, l'organizzazione e i metodi di lavoro.
Il Progetto Qualità può, in particolare, costituire un utile ausilio per
taluni profili dell'autonomia, quali: il superamento della separazione tra
tempo-scuola e tempo-lavoro e della rigidità dei percorsi formativi, la
valorizzazione delle vocazioni del territorio, la capacità progettuale,
l'utilizzo dei crediti formativi.
In coerenza con tali premesse va riservata anche specifica cura alla formazione
e all'aggiornamento dei dirigenti dell'amministrazione scolastica, nel senso
dell'acquisizione di una sensibilità e di una cultura della
"Qualità", come peraltro già positivamente sperimentato negli anni
decorsi. I percorsi della "Qualità" si rivelano, altresì, importanti
in funzione dell'attuazione della riforma dell'amministrazione nelle sue
articolazioni centrali e periferiche, concorrendo a propiziare un passaggio non
traumatico da una cultura di mera gestione ad una cultura di progetto, di
processo e di verifica, attenta ai raccordi tra gli obiettivi preventivati, gli
investimenti realizzati e gli esiti raggiunti.
In effetti, fare "Qualità" vuol dire, in senso generale,
responsabilizzare, rivedere i processi operativi, attivare e aggiornare le
competenze, utilizzare al meglio le risorse finalizzandole ad un miglioramento
continuo, avere una visione dinamica e dialettica del proprio ruolo, ecc: il
tutto con mentalità e sensibilità aperte alle più ampie collaborazioni e
interazioni con le realtà esterne.
Muovendo dalle suesposte considerazioni, appare di tutta evidenza l'attualità
del Progetto Qualità, che presenta le caratteristiche e i requisiti perché gli
operatori scolastici interpretino ed attuino nel senso giusto le profonde
innovazioni che stanno interessando il mondo dell'istruzione e della formazione.
Le riforme in atto e i nuovi scenari
L'ampio processo di riforme in atto, entro il quale l'autonomia assume un
ruolo e un'importanza preminente, ha dato ulteriore forza e attualità al
progetto. Ciò in quanto profonde innovazioni che, a partire dalla seconda metà
degli anni 90, stanno interessando il sistema scolastico, per trovare compiuta
attuazione, devono essere gestite e sostenute da competenze professionali e
servizi scolastici di elevato profilo e in grado di produrre risultati
qualitativamente apprezzabili.
La società in cui viviamo, assai complessa, tecnologicamente avanzata,
caratterizzata dalla crescita accelerata delle conoscenze e dalla pervasiva
diffusione (spesso in tempo reale) di informazioni, soggetta alle regole della
globalizzazione e della mondializzazione, per essere competitiva, vincere le
sfide provenienti da altre realtà e contesti e guardare con fiducia al proprio
futuro deve porre la scuola tra le sue priorità assolute e investire in
istruzione e formazione.
Questo significa poter fare affidamento su un sistema scolastico e formativo
capace di fornire servizi qualificati, di creare competenze e abilità solide e
aggiornate, di sviluppare senso critico e mentalità imprenditoriale, di
consentire scelte responsabili e consapevoli: e ciò per l'intero arco della
vita, superando la tradizionale concezione di un tempo - scuola legato ad un
periodo definito e limitato.
Sappiamo che la formazione ha assunto un'importanza fondamentale nel modo di
essere e di agire delle moderne comunità, sì da costituire non solo un fattore
determinante di crescita umana, civile e culturale, ma anche di produzione e di
espansione delle capacità e delle risorse produttive. La formazione
rappresenta, insomma, quel valore aggiunto di cui disporre per orientare e
riorientare le politiche e le strategie del lavoro e dell'occupazione e
propiziare cicli di ripresa economica.
In questi ultimi anni (in particolare dal '96 in poi) è stato prodotto uno
sforzo straordinario volto alla realizzazione di una riforma complessiva del
sistema scolastico e formativo ed è stato varato un programma assai impegnativo
di iniziative mirate all'innalzamento della qualità dell'offerta formativa e
degli apprendimenti e all'espansione dei tassi di scolarizzazione. E' noto che
il nostro sistema scolastico, impostato su un modello rigido, di tipo
gerarchico, ligio ad un ruolo di preminente elaborazione e trasmissione di
saperi e conoscenze, non aperto alle esperienze del fare e del saper fare, era
rimasto sostanzialmente immutato nel suo impianto e nelle sue linee di fondo per
oltre 50 anni ed aveva ormai perduto quella forza e vitalità necessarie per
poter far fronte all'ampiezza e alla celerità dei cambiamenti e alle
accresciute e mutevoli attese e necessità di un'utenza sempre più vasta,
differenziata ed esigente.
In effetti, il modello italiano, a differenza di quanto era avvenuto già
intorno agli anni 80 in molti paesi europei, era rimasto chiuso in una sua
dimensione di autoreferenzialità, non aveva saputo trovare i necessari
equilibri tra il momento cognitivo e quello applicativo e operativo e non aveva
creato le condizioni idonee per costruire rapporti ed interazioni stabili con il
sistema economico e col mondo produttivo. Una delle negatività più evidenti di
tale modello era stata la netta separazione (per non dire contrapposizione) tra
istruzione e formazione professionale, con la conseguenza che quest'ultima era
stata relegata in una posizione subalterna e aveva costituito un'alternativa di
ripiego, da utilizzare solo in maniera residuale in costanza di alcune patologie
negative (evasione scolastica, dispersione, insuccessi, abbandoni ecc…).
I punti nodali e critici, su cui intervenire per far fronte e superare gli
inconvenienti sopra rappresentati e per assicurare al sistema dell'istruzione
flessibilità, modernità, competitività, in linea con le esigenze di sviluppo
culturale, sociale, economico del Paese, sono stati recepiti in una serie di
interventi di riforma, attraverso i quali sono stati ridisegnati e modificati in
senso globale l'impianto, l'organizzazione e la gestione del sistema scolastico
e formativo. Tali interventi hanno riguardato in particolare:
· l'autonomia scolastica (art. 21 della legge n. 59 del 15 marzo 1997 e
relativi provvedimenti di attuazione);
· l'innalzamento dell'obbligo di istruzione (legge n. 9 del 20-1-1999);
· l'obbligo formativo sino a 18 anni (art. 68 della legge n. 144 del
17-5-1999);
· la riforma degli esami di stato conclusivi dei corsi di scuola secondaria
superiore (legge n.425 del 10-12-1997 e relativi provvedimenti di applicazione);
· il riordino dei cicli scolastici (legge n.30 del 10 febbraio 2000);
· la formazione tecnico superiore integrata (legge n.440 del 18-12-1997);
· l'educazione degli adulti (O.M.n.307 del 2-7-1997);
· la definizione di una nuova architettura dell'amministrazione scolastica
nella sue strutture e articolazioni centrali e periferiche (L.15 marzo 1997,
n.59, D.Leg.vo 30 luglio 1999 n. 300);
· la nuova determinazione e distribuzione delle funzioni e dei compiti volti a
garantire il servizio dell'istruzione, in relazione ai diversi livelli e
competenze territoriali: nazionale, regionale, comunale (D.Leg.vo n.112 del
31-3-1997).
Le riforme sopra richiamate, destinate nel loro complesso a modificare
radicalmente le linee portanti e l'organizzazione del nostro sistema scolastico,
per trovare effettiva e compiuta attuazione debbono essere percepite e vissute
con consapevolezza culturale e richiedono l'utilizzo di professionalità,
tecniche, metodologie, procedure, modelli rispondenti ai principi della
qualità, dell'efficienza e dell'efficacia.
In effetti, l'autonomia, al di là del disegno e della previsione normativa, ha
possibilità di affermarsi e diffondersi concretamente solo a condizione che le
istituzioni scolastiche la vivano in maniera attiva, convinta e partecipata e la
sostengano con un impegno forte finalizzato al miglioramento continuo del loro
prodotto e con spirito e capacità progettuali e imprenditoriali. E' fondato
ritenere, che i problemi connessi potranno trovare graduale e soddisfacente
soluzione unicamente attraverso l'individuazione e l'utilizzazione di strumenti
rispondenti alle particolari situazioni e necessità.
Tra tali strumenti un'importanza rilevante assumono indubbiamente la cultura e
il percorso della "Qualità".
Nuovi profili di impianto e organizzativi del Progetto Qualità
L'ampio e articolato processo di modernizzazione e di riordino del sistema
scolastico avviato negli ultimi anni e in corso di definizione, richiede
l'adozione di interventi di adeguamento di alcune linee portanti e profili del
Progetto Qualità.
Tale esigenza è stata, tra l'altro, recepita nella Direttiva Generale
sull'azione amministrativa relativa all'anno 2000 che, nell'allegato A, al
paragrafo 7, espressamente fa carico alla Direzione Generale per l'istruzione
professionale (cui è attualmente affidato il coordinamento delle iniziative
relative ai rapporti Scuola - Confindustria, e, in particolare, alla Qualità
dei servizi scolastici) di "proseguire nell'azione di adeguamento,
potenziamento e diffusione del Progetto Qualità".
In effetti, il mutato ruolo e i nuovi compiti della scuola dell'autonomia, la
nuova architettura del sistema dell'istruzione con conseguente diversa
distribuzione di competenze tra Ministero e uffici scolastici, il consistente
trasferimento di funzioni dallo Stato alle regioni e agli enti locali, ai sensi
della legge n.59/97 e del D.L.vo n. 112/98, l'introduzione dell'obbligo
formativo sino a 18 anni, l'approdo verso momenti di integrazione tra istruzione
e formazione professionale, sono segni eloquenti di una trasformazione radicale
e globale che va ad incidere su assetti, modelli e procedure consolidati e, per
la parte che qui rileva, su aspetti caratterizzanti e modalità di gestione del
Progetto Qualità.
Questo non significa che il Progetto, specie negli ultimi tempi, non abbia avuto
una significativa evoluzione nel senso di una maggiore flessibilità e
adattabilità ai mutati contesti e di una migliore rispondenza ai bisogni e alle
attese del sistema formativo nel suo complesso. Tale evoluzione, propiziata tra
l'altro dal terzo protocollo tra Ministero e Confindustria e da una sempre più
ampia e avvertita sensibilità e attenzione ai temi della "Qualità",
si è tradotta, in particolare, in una più puntuale e funzionale interazione
tra il Coordinamento nazionale, gli uffici scolastici, i servizi territoriali
per la "Qualità" (poli, reti, ecc.) e le scuole, nella ricerca dei
tempi e delle modalità più idonei di approccio e di diffusione della
"Qualità" di base, in una più mirata assistenza alle scuole, nella
valorizzazione della funzione strategica dei comitati d'intesa costituiti a
livello locale, ecc.
Questo è stato possibile grazie ad alcune iniziative rivelatesi particolarmente
valide sia in termini di attualizzazione che di diffusione e conoscenza del
progetto, quali:
- la costituzione di un Sito Web presso il Ministero, al fine di alimentare un circuito di comunicazioni interattive che vedesse coinvolti soggetti, istituzioni, organismi a vario titolo interessati al discorso della "Qualità";
- la elaborazione di un modello di formazione a distanza sui principi basilari della "Qualità";
- la produzione e distribuzione nelle istituzioni scolastiche di una serie di sussidi cartacei e multimediali particolarmente apprezzati;
- la diffusione del regime delle intese col mondo della produzione e del lavoro;
- la identificazione e formazione di referenti provinciali per la "Qualità";
- la realizzazione di importanti progetti in materia di ricerca quali-quantitativa sui risultati ottenuti, di disseminazione sul territorio di esperienze di collaborazione tra scuola e industria, di formazione di tutor a sostegno degli stages;
- l'attuazione di programmi di formazione sulla "Qualità" rivolti ai dirigenti amministrativi.
Tutto questo, però, non è sufficiente, atteso che occorre, come sopra
accennato, che il Progetto si raccordi in maniera puntuale alla nuova
configurazione e alle funzioni che il disegno complessivo di riforma assegna
rispettivamente all'amministrazione centrale e periferica, alle scuole e alle
realtà territoriali.
Ciò significa dar vita ad un modello agile, flessibile, basato su
un'articolazione non gerarchica, ma di tipo modulare, aperta a varie opzioni
organizzative e operative, nonché ad una serie di apporti convergenti e tra
loro complementari; un modello che, a livello centrale, trovi collocazione nella
nuova dimensione dipartimentale e in un quadro di attribuzioni distribuite per
aree e, a livello periferico, si strutturi entro i nuovi ambiti istituzionali e
di competenze spettanti agli uffici scolastici regionali, alle unità
territoriali, alle istituzioni scolastiche, alle regioni, agli enti locali.
A fronte della nuova architettura e delle nuove funzioni che il Ministero si
accinge ad assumere, il servizio per la "Qualità" dovrà perciò
liberarsi da residue forme dirigistiche e da aggravi derivanti dall'esercizio di
compiti di gestione e, nel contempo, rafforzare il proprio ruolo strategico e le
proprie capacità di governo, di indirizzo, di promozione, di programmazione, di
supporto. In effetti, dovrà:
- attivare e curare rapporti e interazioni, sul piano nazionale, con altri soggetti istituzionali, organismi a vario titolo interessati e coinvolti;
- realizzare intese e collaborazioni con le parti sociali ed espressioni rappresentative del mondo della produzione e del lavoro;
- definire la "mission" e le priorità relative al sistema nel suo complesso;
- elaborare criteri guida e modelli organizzativi per la progettazione e l'attuazione di iniziative di carattere generale;
- emanare istruzioni e indicazioni utili per la gestione di temi e problematiche di valenza nazionale, ecc. .
Quanto sopra, in stretto collegamento con gli altri servizi centrali a vario
titolo interessati (ad esempio, quelli preposti a compiti specifici in materia
di comunicazione e informatizzazione), nonché con le nuove articolazioni
dell'amministrazione scolastica periferica.
Anche sul piano locale il servizio per la "Qualità" dovrà collocarsi
ed operare nel contesto di nuove strutture e di nuove coordinate.
Gli uffici regionali, come è noto, sono destinati a diventare il cuore vivo e
pulsante del nuovo impianto del sistema scolastico.
Essi, in quanto titolari di compiti di governo e di gestione in materia di
istruzione e dotati di forte autonomia e legittimazione organizzativa e
operativa, attenderanno ad un ruolo di fondamentale importanza anche per la
parte relativa all'attuazione del Progetto Qualità e alla migliore
qualificazione dei servizi scolastici e formativi; tale ruolo si esprimerà,
nelle sue linee essenziali, attraverso la ricognizione delle esigenze, la
programmazione degli interventi, la pianificazione delle risorse, la produzione
di azioni di compensazione e di equilibrio tra le diverse situazioni, la
realizzazione di iniziative di promozione e di supporto, la stipulazione di
convenzioni, l'attivazione di collaborazioni con le espressioni del mondo della
produzione e del lavoro rappresentative dei livelli territoriali, la
elaborazione e gestione di progetti di particolare interesse, ecc: il tutto in
un quadro di rapporti e di interlocuzioni con il Ministero, con le regioni e gli
enti locali, nel contesto di una struttura reticolare avente come punti di snodo
le unità amministrative subregionali, nonché col supporto di
un'informatizzazione diffusa e di una organizzazione dei procedimenti
amministrativi coerente con le nuove attribuzioni.
Dal canto loro le suindicate unità territoriali avranno, sempre con riferimento
alla "Qualità", come principali compiti quelli di offrire alle scuole
servizi, competenze, consulenze, modelli, casi esemplari ecc. e di raccordarsi e
di interagire con le singole scuole, con le autonomie locali, con le espressioni
significative del sistema economico e produttivo.
Non si tratterà, pertanto, di unità aventi funzioni meramente burocratiche e
decentrate, ma di organismi di supporto alle scuole dell'autonomia, preposti
all'erogazione di servizi e volti a creare le migliori condizioni di efficacia e
di efficienza nel funzionamento delle attività scolastiche.
Nella fase di avvio e di transizione gli uffici scolastici provinciali
continueranno, ovviamente, ad occuparsi delle iniziative relative alla Qualità,
facendo in modo che le esperienze realizzate non vadano disperse, ma siano
opportunamente trasferite e utilizzate nell'ambito delle nuove competenze
territoriali.
L'autonomia delle istituzioni scolastiche costituisce, come è noto, l'asse
centrale su cui imperniare la nuova architettura del sistema scolastico.
Conseguentemente, anche la cultura e la diffusione degli interventi legati alla
qualità dei servizi scolastici dovranno trovare il loro punto di riferimento
forte e assorbente nelle istituzioni scolastiche.
In tale ottica ciascuna unità scolastica al suo interno dovrà autonomamente
attrezzarsi e operare costituendo, ad esempio, un comitato di programmazione,
progettazione e di indirizzo per la "Qualità", uno o più gruppi di
lavoro a seconda delle fasi e dell'ambito di espansione del progetto stesso, ecc….
Le reti di scuole daranno poi alle iniziative per la "Qualità" forza
aggregante e valore propositivo, convogliando, razionalizzando e finalizzando
nelle giuste direzioni le attività poste in essere nelle singole scuole e
fungendo da moltiplicatore delle esperienze più rilevanti. Perché
l'investimento sulla "Qualità" possa rimanere in linea con gli
obiettivi da raggiungere e sortire gli esiti desiderati, occorrerà sia a
livello regionale che subregionale e di singole istituzioni scolastiche,
selezionare, utilizzare e impiegare le professionalità e le competenze più
idonee sul piano tecnico-giuridico, formativo, didattico, metodologico ecc.,
anche superando le tradizionali divisioni tra momento amministrativo -
gestionale e momento didattico - formativo.
IL MINISTRO
Tullio De Mauro
Allegato
Scheda illustrativa del percorso della Qualità
Il progetto Qualità presenta un percorso flessibile, dinamico, di tipo processuale, aperto a contributi ed apporti sempre nuovi, finalizzato al miglioramento continuo .
Prima di intraprendere tale percorso è necessario che le scuole maturino un reale e consapevole interesse alla gestione del progetto e siano interessate a vivere fino in fondo l’esperienza della Qualità: è questa una condizione indispensabile per il successo dell’iniziativa.
Ciascuna scuola coinvolta deve costituire un gruppo di lavoro composto dal dirigente scolastico, docenti, personale non docente, genitori e studenti, col compito di decidere in ordine alle scelte operative da adottare per realizzare un’offerta formativa e dei servizi scolastici sempre più idonei ed efficienti.
Il percorso formativo del progetto prevede tre fasi:
Il percorso può essere implementato attraverso moduli di arricchimento su tematiche inerenti la Qualità.
Fase 1
I fondamenti della qualità
Obiettivi:
Modello formativo
Il modello formativo si basa sulla metodologia tipica del progetto dell’imparare facendo e del lavorare su compito reale.
La fase, scandita su moduli (preferibilmente 4), richiede in totale circa 30 ore di formazione(relazione + lavoro di gruppo);
il primo modulo – "Organizzazione e responsabilità" – affronta le seguenti tematiche: lo scenario europeo, il contesto italiano, la presentazione del corso, i servizi e le risorse richieste, il processo decisionale e le responsabilità, l’analisi dell’organizzazione dell’istituto, i punti di forza e di debolezza;
il secondo modulo – "Il progetto" – ha per tema la progettazione, il controllo e la valutazione dell’impatto; l’applicazione operativa degli strumenti progettuali;
il terzo modulo – "Gestione e controllo di processo" – riguarda l’organizzazione del lavoro in team, le strategie per la comunicazione e la condivisione;
il quarto modulo – "La valutazione" – affronta i temi della valutazione del percorso(strumenti per la verifica e l’autovalutazione), la customer satisfaction.
Fase 2
Il metodo della qualità: dall’analisi ai progetti di miglioramento
Obiettivi:
Modello formativo
La fase si articola su moduli (preferibilmente 5), per un totale di circa 50 ore di formazione;
il primo modulo è costituito dal contratto formativo con la presentazione del percorso (ruoli, compiti, tempi e costi), del modello di riferimento – norme ISO 9000 – e la definizione dei concetti chiave della "Qualità";
il secondo modulo – "Gli indirizzi di miglioramento" – riguarda la progettazione delle azioni per l’attuazione degli indirizzi di miglioramento e degli strumenti per la progettazione;
il terzo modulo – "Valutare, progettare, valutare" – ha per tema il monitoraggio dei risultati, la revisione della programmazione, la verifica e valutazione del percorso e delle competenze acquisite;
il quarto modulo – "La mission della scuola" – partendo dalla domanda del cliente perviene alla mission della scuola. Viene analizzato il processo di erogazione del servizio secondo le norme ISO 9000;
il quinto modulo – "Check up della scuola" – prevede l’analisi della qualità della scuola attraverso l’individuazione dei punti di forza e di debolezza e la rilevazione della customer satisfaction.
Fase 3
Il sistema qualità
Obiettivi:
Modello formativo
Il modello, sempre strutturato in moduli, chiama in causa l’impegno diretto dei Gruppi Qualità ai fini della descrizione dei processi e procedure.
La fase è impostata su moduli (preferibilmente 6) per un totale di circa 50 ore di formazione;
il primo modulo – "La politica della Qualità nella scuola" – riprende i concetti di mission, finalità e obiettivi, le norme ISO e il Sistema Qualità;
il secondo modulo – "I servizi e la loro documentazione" – affronta il tema delle specifiche di servizio e di controllo con la relativa redazione, facendo sempre riferimento alle norme ISO 9000;
il terzo modulo – "Il processo e le procedure" – ha per tema la descrizione e revisione delle procedure relative alla verifica e valutazione delle stesse con eventuali azioni correttive.
il quarto modulo – "Il piano della Qualità" – porta alla definizione delle indicazioni per la gestione, la comunicazione e l’approvazione della politica della Qualità da parte di tutti gli utenti della scuola;
il sesto modulo – "La pianificazione della Qualità" - costituisce la parte conclusiva del percorso e permette alle scuole, ormai autonome dal punto di vista formativo, di elaborare strategie per il miglioramento continuo e per un eventuale processo di certificazione.
Moduli di arricchimento
Per ciascuna delle fasi sopra descritte sono previsti dei moduli di arricchimento che servono ad approfondire alcune tematiche, quali, ad esempio: