School Day
2002
Intervento del Presidente della Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi
Roma, 18 settembre 2002
Care ragazze e cari ragazzi,
Buon anno scolastico a tutti voi, ai vostri
insegnanti, alle vostre famiglie. Ci ritroviamo per la terza volta su
questa straordinaria terrazza di Roma, della nostra capitale, su un
monumento che sta diventando uno dei punti centrali dell'incontro di
ogni italiano con la città eterna.
La riscoperta del Vittoriano è legata a questo
appuntamento con voi, ormai tradizionale. Insieme riaprimmo ai
cittadini questo storico monumento tre anni fa, dando inizio a una
consuetudine annuale di riflessione sul futuro della nostra scuola e,
dunque, della nostra Nazione, degli italiani, in Patria e all'estero.
E voglio rivolgere subito un saluto e un augurio
alle scuole italiane nel mondo; a quelle che ho visitato, da
Montevideo a Buenos Aires e Rosario, da Pola e Fiume a Bratislava e a
tutte quelle che non ho ancora potuto visitare.
Esse svolgono un lavoro di grande valore per tutti
noi. Non solo tengono vivo in tanti Paesi il legame delle comunità di
origine italiana con la lingua e la cultura della madre Patria, ma
rispondono anche al bisogno di conoscenza che dell'Italia c'è tra gli
altri popoli.
Un anno fa, ci ritrovammo qui pochi giorni dopo la
tragedia dell'11 settembre. Quel giorno nessuno di noi potrà mai
dimenticarlo.
E' stato un duro, drammatico richiamo al pericolo
che incombe su tutti noi per la presenza nel mondo di forze che
cercano di prevalere predicando l'odio, praticando la violenza.
La consapevolezza della gravità del pericolo del
terrorismo ci rende ancor più impegnati nel compito di far affermare
nelle coscienze dei giovani quei valori dello spirito che sono
l'essenza costitutiva della natura umana, la base della convivenza
civile, dell'incontro e del dialogo fra culture diverse.
L'istruzione è il motore dello sviluppo; deve
assicurare processi formativi innovativi che offrano al mondo del
lavoro, insieme alle figure tradizionali, le nuove professionalità
richieste nella società di oggi, nel solco della nostra grande
tradizione umanistica.
Occorre continuare nel lavoro da anni avviato per
favorire l'aggiornamento della scuola, secondo quei principi di
garanzia del diritto all'istruzione e all'equità sociale che sono
propri della sua funzione pubblica.
Il sistema scolastico nazionale ha contribuito più
di ogni altro alla costruzione di una Patria unita, alla educazione e
alla formazione di cittadini consapevoli, al miglioramento di noi
italiani.
La sua insostituibile funzione va rafforzata in un
momento storico caratterizzato dall'arrivo in Europa di tanti
lavoratori stranieri, che portano con loro altre lingue, culture,
religioni, e che hanno la necessità della scuola come luogo che li
faccia divenire partecipi, attraverso i loro figli, dei principi e dei
valori della nostra civiltà basata sul dialogo e sulla consapevolezza
dei diritti e dei doveri.
Lo studio della storia, della filosofia, della
scienza, della letteratura, dell'arte, é strumento fondamentale
dell'educazione civica. Questo è il senso più profondo
dell'insegnamento della cultura classica, della civiltà cristiana,
dell'umanesimo, della filosofia e delle letterature europee.
Prendete familiarità con i classici della nostra
cultura! Leggete Dante e Leopardi; approfondite la storia della nostra
indipendenza nazionale, del nostro glorioso Risorgimento, la sua
continuità ideale con la Resistenza, con la democrazia costruita con
la Repubblica e la sua Costituzione.
E' importante che, per decisione del Ministro
Moratti, questa giornata di inaugurazione dell'anno di studi sia
dedicata alla solidarietà. L'impegno contro l'esclusione sociale deve
essere rafforzato. E' bene che il nostro sistema scolastico si
interroghi e trovi risposte sull'abbandono del percorso formativo da
parte di un numero troppo elevato di ragazze e ragazzi. La scuola
italiana può e deve riconquistarli all'istruzione, alla formazione.
Voglio ora leggervi un passo di una lettera che mi
ha colpito. E' la lettera dei ragazzi del carcere minorile di Nisida.
Sono andato a trovarli poche settimane fa.
Mi hanno accolto con queste parole: "Qui a
Nisida è vero che ci manca la libertà - e la libertà è tutto - ma
ci offrono la scuola, i corsi di formazione professionale e tante
altre cose. In poche parole ci insegnano a vivere bene e
onestamente".
E così continuavano: "Se noi avessimo avuto
prima tutte queste attenzioni e soprattutto la cura che per noi
dimostrano gli educatori e gli insegnanti dell'Istituto, non diciamo
che ci saremmo salvati tutti, ma una buona parte di noi ne sarebbe
uscita vincente". Queste parole che ho voluto citarvi ci aiutano
a pesare bene il valore che hanno per la società la scuola, lo
studio, la formazione.
Proponetevi di avviare in ogni città d'Italia, con
il vostro entusiasmo, iniziative concrete per ridurre l'esclusione
sociale, coinvolgendo soprattutto le scuole dei quartieri disagiati. E
coinvolgere significa avere un animo e una mente aperti al dialogo,
disponibili a comprendere esigenze, aspirazioni, condizioni, stati
d'animo degli altri, disponibili ad aprirsi agli altri.
L'altro tema su cui impegnarsi è la cittadinanza
europea. La formazione di un senso di appartenenza all'Europa e alle
sue istituzioni non sostituisce la cittadinanza nazionale ma ne è
naturale sviluppo; rafforza il richiamo ai doveri della cittadinanza e
la tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini nelle singole
realtà nazionali.
L'Europa, cari ragazze e ragazzi, è la vostra
avventura. E' un'avventura di vita e di ideali, di conoscenza e di
comportamenti.
E' importante che vi teniate informati sul lavoro
di costruzione delle istituzioni europee, che cominciate a conoscerne
finalità e funzionamento.
Ma per voi è altrettanto importante studiare altre
lingue oltre all'italiano e imparare a usarle; avere consapevolezza,
pur sommaria, del pensiero e delle espressioni culturali delle altre
nazioni d'Europa; conoscere il mondo; parlare con i vostri coetanei.
Ci vogliono nuove iniziative, come l'"Erasmus", anche per le
scuole superiori e per le scuole medie. Così si costruisce la comune
identità del futuro e si va incontro alla vostra domanda di
esperienza.
Le donne e gli uomini che, quasi sessant'anni fa,
scrissero la Costituzione repubblicana e sognarono l'Unione Europea
crearono le basi per legare cittadini e istituzioni in un patto utile
e positivo.
Da una parte la Repubblica si prende cura dei suoi
cittadini. Si impegna - sono parole della Costituzione - a
"rimuovere gli ostacoli di ordine economico che, limitando di
fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno
sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese"; si impegna a promuovere le condizioni che consentono a
ciascuno di scegliere "l'attività o la funzione che concorra al
progresso materiale o spirituale della società".
Dall'altra parte, la Repubblica ha bisogno di
cittadini istruiti, che si prendano cura delle istituzioni nazionali
ed europee.
La scuola è il luogo fondamentale per realizzare
tutto questo e dunque deve essere "aperta a tutti"; e i
"capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi" debbono
poter, è ancora la Costituzione, "accedere ai gradi più alti
dell'istruzione".
Ho fatto distribuire a ciascuno di voi una copia
della nostra Costituzione. Leggetela, discutetene tra voi. E' un testo
bello e moderno. Vi raccomando in particolare la lettura attenta dei
primi dodici articoli: affermano i principi fondamentali, i diritti
inviolabili dell'uomo come singolo e come partecipe della società.
La democrazia italiana si fonda sull'amor di
Patria, sul lavoro, sui diritti e sui doveri dell'uomo, sull'identità
di una Nazione che ha nella promozione della cultura, nella difesa del
territorio e del patrimonio artistico le sue secolari radici.
Voglio salutarvi richiamando il dodicesimo
articolo, con il quale si chiude la parte introduttiva della
Costituzione repubblicana: è dedicato alla nostra bandiera, al
tricolore. Il tricolore racchiude in sé la nostra identità, la
nostra libertà, la nostra unità nazionale, i valori tutti che
abbiamo ereditato e che gelosamente custodiamo. E' il simbolo di
quanto più prezioso abbiamo.
Viva l'Italia!
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