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PROGRAMMA DI STORIA PER IL TRIENNIO DI QUALIFICA DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI

FINALITÀ

L'insegnamento della storia è finalizzato a promuovere interesse e intrinseca motivazione per la conoscenza storica e a sviluppare la capacità di:

COGNITIVA

1. riconoscere la struttura del fatto storiografico;

2. operare con le strutture del pensiero spazio-temporale proprie della storiografia;

3. utilizzare schemi causali per spiegare fatti storici;

4. produrre informazioni mediante fonti e organizzarle in schemi e testi di tipo storiografico;

5. utilizzare gli schemi cognitivi formati con lo studio della storia per analizzare la trama di i relazioni -economiche, sociali, politiche, culturali - nella quale si è inseriti;

6. dare significato e valore alla conservazione e tutela del patrimonio storico-culturale;

FORMATIVA

7. comprendere la dimensione storica dei problemi ecologici;

8. comprendere la dimensione storica delle differenze di sviluppo dei paesi attuali;

9. ampliare il proprio orizzonte culturale attraverso la conoscenza di sistemi sociali diversi;

10. individuare e storicizzare le differenze di etnie, di nazione, di religione, di cultura, di genere;

11. comprendere i problemi della pacifica convivenza tra i popoli, della solidarietà e del rispetto reciproco;

12. capire e storicizzare l'identità come crocevia di relazioni mutevoli nel tempo e integrazione di durate;

ORIENTATIVA

13. scoprire e dare significato alla dimensione storica del mondo attuale;

14. riconoscere e analizzare gli usi sociali e politici della storia, della memoria storica e delle tradizioni;

15. scoprire e comprendere i rapporti della dimensione biografica ed autobiografica con la dimensione collettiva dei processi storici;

16. scoprire e comprendere il rapporto tra la dimensione storica del presente e le plausibili previsioni di tendenze future.

Le finalità sono raggruppate secondo la loro funzione cognitiva, formativa, orientativa.

Le finalità sopra enunciate - in particolare quelle formative - dovranno essere messe in raccordo - nella programmazione - con quelle relative ai compiti educativi "trasversali" propri dell'educazione civica, educazione interculturale, dell'educazione alla pace, alla legalità, allo sviluppo, all'immagine, alla tutela dell'ambiente, in una prospettiva che tenga conto del contesto nel quale gli allievi vivono e delle esperienze da loro vissute.

Nell'ambito delle finalità enunciate l'insegnamento dovrà essere indirizzato al chiarimento delle interpretazioni dei fenomeni storici fondate su coppie di categorie quali: "individualizzazione/massificazione", "dipendenza/indipendenza", "concordanza/opposizione", "coerenza/contraddizione".

Con l'apertura di nuove prospettive mentali e culturali l'insegnamento-apprendimento della storia dovrà concorrere al superamento di posizioni pregiudiziali quali l'"etnocentrismo", il "sociocentrismo", il "sessocentrismo" - derivanti da preclusioni e da diffidenze preconcette nei confronti di ciò che si presenta con carattere di novità o di discrepanza rispetto al già noto.

A ciascun gruppo di finalità corrispondono numerosi obiettivi. Gli obiettivi sono raggruppati secondo le funzioni cognitive e formative loro assegnate e sono disposti, per quanto possibile, in ordine di difficoltà crescente: dal riconoscimento alla produzione; dalla classificazione dei fatti alla spiegazione; dall'apprendimento al transfert. Il grande numero degli obiettivi ha lo scopo di rendere più agevole la programmazione in ordine alla loro selezione e graduazione.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Alla fine del triennio lo studente deve dimostrare di possedere le conoscenze relative ai temi trattati nei moduli di apprendimento organizzati nella programmazione e le competenze cognitive e operative che il docente può individuare scegliendo nel seguente elenco di obiettivi quelli più adatti alla sua classe, all'impostazione della mediazione didattica e alle caratteristiche degli strumenti utilizzati nel suo insegnamento. La indicazione del gran numero di obiettivi qui di seguito enunciati deve essere considerata una risorsa che permette al docente di selezionare e curricolare quelli corrispondenti alla effettiva programmazione dell'insegnamento.

L'elencazione degli obiettivi procede, per quanto possibile, con criteri di gradualità. Essa indica man mano funzioni cognitive e metacognitive, abilità di tipo operativo, intellettivo e linguistico per giungere a mete educative e formative d'ordine analitico e critico.

La puntualità dell'elencazione e la ripetuta enunciazione di taluni termini sono indirizzate a richiamare l'attenzione sulla fitta interconnessione esistente fra gli elementi didatticamente significativi e sull'opportunità di proporre ai discenti un'ampia gamma di stimoli formativi secondo criteri di adeguazione agli effettivi contesti di insegnamento-apprendimento.

Spetta agli insegnanti selezionare gli obiettivi, tararli e graduarli stabilendo condizioni, strumenti e facilitazioni delle prestazioni degli studenti. Spetta agli insegnanti programmarli in modo che alla fine di ciascun anno siano verificabili il mutamento e il guadagno cognitivo di ciascun allievo rispetto ai livelli verificati inizialmente e che alla fine del triennio si possa verificare l'approssimazione massima possibile al raggiungimento delle finalità prescritte.

1. classificare i fatti storici in ordine alle durate, alle scale spaziali, ai soggetti implicati;

2. tematizzare in modo coerente un fatto storico riconoscendo soggetti, fatti, luoghi, periodi che lo costituiscono;

3. selezionare le informazioni in coerenza con la tematizzazione stabilita;

4. individuare la rilevanza attribuita ai diversi soggetti storici (individui, soggetti istituzionali, soggetti collettivi, forze impersonali);

5. distinguere nei testi storiografici le informazioni fattuali, le concettualizzazioni, le valutazioni e i giudizi;

6. leggere selettivamente un testo storiografico, distinguendone le parti costitutive di narrazioni, di descrizioni, di argomentazioni;

7. ristabilire la coerenza temporale di un testo storiografico confuso;

8. utilizzare atlanti storici e geografici, schemi ad albero, schemi di spiegazione, tabelle, grafici allo scopo di comprendere testi storiografici;

9. schematizzare mediante diagrammi temporali la datazione, la successione, la contemporaneità, la durata, la periodizzazione dei fatti storiografici studiati;

10. schematizzare mediante diagrammi temporali le serie di fatti studiati;

11. individuare su mappe la contemporaneità delle società, delle strutture economiche e sociali, delle religioni;

12. individuare su diagrammi temporali la successione delle società, delle strutture economiche e sociali, delle religioni relative ad un medesimo spazio;

13. individuare su diagrammi temporali le durate delle società, delle strutture economiche e sociali, delle religioni;

14. individuare i periodi significativi nelle ricostruzioni storiche;

15. usare carte storiche per individuare localizzazione, contestualizzazioni, distribuzioni, relazioni spaziali dei fenomeni storici;

16. mettere le conoscenze di fatti storici in relazione con le conoscenze dei contesti sociali entro i quali essi si svolsero;

17. mettere le conoscenze di fatti storici in relazione con le conoscenze dei contesti istituzionali entro i quali essi si svolsero;

18. comprendere che la conoscenza dei contesti è indispensabile per capire i fatti storici;

19. mettere le conoscenze di fatti storici in relazione con le conoscenze dei contesti ambientali entro i quali essi si svolsero;

20. riconoscere la funzione della localizzazione dei fatti storici ai fini della comprensione del loro svolgimento;

21. riconoscere la funzione della distribuzione spaziale di oggetti e di fenomeni nello svolgimento dei fatti storici;

22. riconoscere il modo in cui il contesto spaziale ha influito sullo svolgimento di un fatto storico;

23. riconoscere la funzione delle relazioni spaziali nello svolgimento dei fatti storici;

24. individuare i termini di problemi storici relativi alle ricostruzioni di fatti studiati;

25. costruire un modello di una spiegazione storiografica;

26. individuare su diagrammi temporali le relazioni tra i fenomeni in modo da costruire gli schemi di spiegazione temporalizzati;

27. individuare cicli, congiunture, periodizzazioni con funzioni esplicative;

28. individuare la funzione degli eventi nelle ricostruzioni dei processi storici e nelle spiegazioni storiche;

29. produrre oralmente e per iscritto testi descrittivi di strutture spaziali, demografiche, economiche, sociali, culturali;

30. dare organizzazione temporale alle informazioni e alle conoscenze in modo da costruire intrecci narrativi sensati;

31. usare con proprietà i concetti interpretativi fondamentali appresi nello studio dei fatti storiogra fici;

32. elaborare un testo argomentativo relativo ad una spiegazione storiografica;

33. utilizzare le testimonianze allo scopo di produrre informazioni - dirette e, specie, inferenziali - attendibili relativamente ad un tema;

34. realizzare ricerche storiche strutturate didatticamente dall'insegnante;

35. produrre un breve testo di tipo storiografico con le informazioni prodotte;

36. riconoscere nelle interpretazioni divergenti, che gli storici danno di un medesimo fatto o fenomeno, le differenze in ordine alle ricostruzioni fattuali, alle concettualizzazioni, alle problematizzazioni e spiegazioni, all'uso delle fonti e degli operatori temporali impiegati;

37. riconoscere le funzioni e il valore dei musei, degli archivi, dei monumenti e dei centri storici;

38. distinguere gli aspetti storici di fenomeni ecologici attuali;

39. problematizzare le differenze di condizioni di vita, di religione, di cultura di individui e di gruppi umani;

40. spiegare in termini storiografici le differenze di condizioni di vita, di religione, di cultura di individui e gruppi umani studiati;

41. spiegare in termini storiografici i livelli di sviluppo attuali di paesi diversi;

42. distinguere le durate storiche degli elementi di identità dei gruppi umani attuali;

43. distinguere le durate differenti delle componenti del contesto ambientale e sociale nel quale si svolge la vita dello studente;

44. distinguere le durate differenti dei fenomeni che costituiscono il mondo attuale;

45. individuare le relazioni tra i fenomeni di differente durata costituenti il mondo attuale;

46. riconoscere il rapporto tra ricorrenze civili e memoria dei fatti storici;

47. riconoscere nei riti e nelle tradizioni la funzione di trasmettitori di memoria;

48. riconoscere la funzione dei riferimenti storici nei discorsi sul presente;

49. utilizzare la strumentazione spazio-temporale propria alla storiografia per ricostruire il passato personale in rapporto col passato sociale;

50. elaborare serie cronologiche di dati riguardanti i fenomeni del presente in proiezioni plausibili verso il futuro;

51. individuare le strategie e le tecniche di lettura e studio adeguate alla struttura e alle caratteristiche del testo storiografico scolastico;

52. organizzare le procedure più congrue allo studio di testi storiografici esperti.

CONTENUTI

L'articolazione dei contenuti

Gli argomenti storici sono individuati secondo un doppio criterio di selezione e di organizzazione dei temi e secondo una duplice scala temporale. Il programma li organizza in due gruppi, uno sulla storia dei periodi preindustriali, l'altro sulla storia otto-novecentesca. Nel loro insieme i due gruppi disegnano due itinerari indirizzati a far costruire la conoscenza delle radici remote e di quelle prossime del mondo attuale. Tra le radici prossime si sono privilegiate le rivoluzioni settecentesche e i susseguenti processi di mutamento che hanno prodotto i caratteri differenziali del mondo attuale rispetto al mondo preindustriale. Ma il mondo attuale si costituisce anche di aspetti che si sono formati attraverso processi che risalgono a tempi più lontani e che hanno trasmesso i loro effetti fino al tempo presente, perciò l'intero primo anno è destinato al loro insegnamento-apprendimento.

La proposta di selezione e organizzazione dei contenuti per il primo anno punta a creare le condizioni per il recupero e la ristrutturazione delle conoscenze sulla storia delle età preindustriali. Lo scopo è quello di formare, innanzitutto, le conoscenze dei quadri strutturali di lunga durata come quelle riguardanti le radici remote del mondo attuale. Essi si formano mediante una trattazione di modelli, di tipologie di forme che hanno caratterizzato - coesistendo e sovrapponendosi - il mondo nell'epoca dell'antichità mediterranea, il mondo nell'epoca dell'Europa medievale, il mondo nell'epoca dell'Europa moderna.

Inoltre altre trattazioni potrebbero riguardare i processi di formazione o i processi di mutamento - nel caso che gli insegnanti ritenessero percorribile anche tale direzione. Perciò potrebbe diventare elemento fondamentale del percorso formativo l'analisi delle spiegazioni che gli storici hanno elaborato allo scopo di rendere intellegibile la formazione o la trasformazione di strutture economiche, sociali, culturali.

L'insegnamento di tali temi punta ad ottenere la formazione di una cultura storica costituita dalla conoscenza delle descrizioni di grandi strutture, dalla conoscenza della loro formazione o dissoluzione e dalla conoscenza di situazioni del mondo in alcune fasi della storia.

La cultura storica potrebbe risultare formata dalla conoscenza dei contesti di tutte le storie possibili, da mappe cognitive fondamentali disponibili ad integrare altre conoscenze, ad esempio quelle da incontrare in altri istituti dagli studenti trasmigranti.

Infine la cultura storica potrebbe sostanziarsi di conoscenze che rendono più visibili e comprensibili le relazioni tra aspetti demografici, economici, sociali, politici e culturali.

L'acquisizione di tali conoscenze mediante procedimenti operativi dovrebbe generare un gruppo di strumenti e schemi concettuali di ampia utilizzazione.

Se, dunque, venissero dotati di conoscenze di sfondi integratori, ma anche di schemi concettuali e di modelli di concettualizzazione, gli studenti potrebbero disporre di pre-conoscenze e di quadri di riferimento utili alla comprensione della storia otto-novecentesca e delle permanenze tuttora vitali. Inoltre la mediazione didattica su indicata e le caratteristiche delle conoscenze storiche da far studiare ed apprendere potrebbero favorire il soddisfacimento di un'altra esigenza di una cultura storica condivisa. Esse potrebbero agevolare la comunicazione sociale non solo grazie ai punti di riferimento comuni ma specialmente perchè mettono in atto la condivisione di modalità di pensiero, di strutture mentali, di modi di rendere intellegibili la realtà nei suoi aspetti temporali. Insomma, al di là della fornitura a tutti di alcune conoscenze sul passato, quello che può costituire un patrimonio comune è la capacità di vedere le cose secondo una razionalità comunicabile e comprensibile perchè fondata su strutture cognitive e schemi condivisi.

I ANNO

1. AVVIO ALLO STUDIO DELLA STORIA

a) Per motivare allo studio della storia. Le immagini di storia degli studenti. L'uso della storia. La storia come discorso. Narrazioni storiche e narrazioni non storiche. Preconoscenze e schemi cognitivi degli studenti. Le strutture temporali degli studenti. Pratiche di studio della storia. Presentazione del programma e delle modalità di lavoro.

2. AVVIO ALLO STUDIO DELLE RADICI REMOTE DEL MONDO ATTUALE

a) Per motivare allo studio della storia del mondo preindustriale. Le immagini delle storie dei periodi preindustriali. L'uso delle storie dei periodi preindustriali. Preconoscenze e schemi cognitivi degli studenti. Le strutture spazio-temporali degli studenti e la ricostruzione del passato personale. Presentazione del programma e delle modalità di lavoro.

b) Il mondo attuale come mondo storico. Descrizioni delle civiltà attuali negli aspetti demografici, economico-sociali, politici e culturali che derivano dal passato. Descrizioni degli aspetti modernizzatori delle civiltà attuali. Rilevazione e rappresentazione grafica delle stratificazioni delle durate degli aspetti delle civiltà attuali. Un questionario per lo studio del passato remoto.

3. POPOLAMENTO DELLA TERRA, AMBIENTI, CULTURA, MATERIALE

La diffusione dell'uomo sul pianeta Terra. Gli aspetti distributivi della popolazione nel mondo. Le determinanti ambientali ed alimentari dell'andamento demografico. Le tecniche, le forme di energia, le culture materiali.

I predetti argomenti vanno tematizzati in periodi esemplari quali, ad esempio:

a) il periodo dell'ominazione e dell'occupazione di nicchie ecologiche differenti;

b) il periodo delle rivoluzioni agricole;

c) il periodo della formazione dei grandi imperi;

d) il periodo delle esplorazioni geografiche della prima età moderna;

Le grandi migrazioni.

Analisi, a scopo esemplificativo, di una o alcune delle grandi emigrazioni: dei popoli indoeuropei, dei popoli germanici, delle popolazioni arabe, delle popolazioni europee e di quelle africane durante il colonialismo moderno.

4. LE FORMAZIONI ECONOMICHE E SOCIALI

ANTICHITÀ

a) Preistoria. Società tribali, ambienti, risorse dal paleolitico al neolitico. Economie e società di "raccolta". Le prime società agricole.

b) La civilizzazione neolitica. Le città inde, mesopotamiche, cinesi; le città greche; le città mesoamericane; l'impero romano.

c) Le economie e le società schiavistiche. Modi di produzione. Rapporti di produzione. La villa. Stratificazione sociale. Guerre, economia, società. Poteri politici e schiavismo.

MEDIOEVO

d) La società feudale. Signoria fondiaria e signoria di banno. Le gerarchie di funzioni e di potere. Le città europee medievali.

ETÀ MODERNA

e) L'economia-mondo capitalistica. Gerarchie economiche e spaziali. Forme di produzione e rap orti di produzione. La divisione territoriale del lavoro. Forme moderne di lavoro schiavistico e coatto. La funzione dello stato moderno. La funzione delle guerre. Le congiunture.

f) L'antico regime economico e sociale. La vita materiale nelle campagne e nelle città. Modelli di famiglia. L'economia di sussistenza. I cicli economici e le crisi cicliche. I privilegi e le libertà di ceti, di corporazioni, di comunità.

5. LE ORGANIZZAZIONI POLITICHE E GIURIDICHE

ANTICHITÀ

a) La struttura delle città-stato. Forme oligarchiche e forme democratiche di governo. Cittadini e schiavi. Nascita della politica. Nascita del diritto.

b) L'organizzazione politica e giuridica dell'impero romano. L'organizzazione delle provincie. La romanizzazione. Le culture diversificate delle grandi aree provinciali. Il ruolo della vita cittadina. I ceti dominanti. L'esercito.

MEDIOEVO

c) Le organizzazioni territoriali dell'Europa medievale. Impero, monarchie, feudi, comuni. Le istituzioni e l'organizzazione dei poteri.

ETÀ MODERNA

d) Le organizzazioni territoriali dell'Europa moderna. Stati nazionali e stati regionali: particolarismi ed accentramento. Istituzioni e organizzazione dei poteri.

6. LE VISIONI DEL MONDO

ANTICHITÀ

a) Le religioni delle società arcaiche. Forme e aspetti della creatività religiosa dell'uomo arcaico. Le rappresentazioni totemiche. L'animismo. Cerimonie di iniziazione. I miti e i tabù. Il pensiero magico. b) Religioni del mondo classico. Riti agrari. Riti funerari. Culti pubblici e culti privati. Religione e famiglia. Religione e guerra. Rapporto tra istituzioni religiose e istituzioni politiche.

c) Il giudaismo. La Bibbia e gli altri testi religiosi. La diaspora. Tabù alimentari e digiuno. Prescrizioni rituali. Riti. Norme del diritto e del costume. Norme morali. Il messianesimo. La concezione del tempo e della storia. Concezione dei rapporti uomo-donna.

d) Il cristianesimo. Le origini. La chiesa e l'impero universale cristiano. Vecchio e nuovo testamento. La concezione del tempo e della storia. Concezione del rapporto uomo-donna.

e) L'induismo. Criteri per stabilire superiorità e inferiorità sociale. Gerarchia e interdipendenza delle caste. Rapporti tra potere religioso e potere politico. La concezione della divisione del lavoro.

f) Il buddismo. La concezione del destino dell'uomo e del dolore. Diffusione missionaria e carattere "universale".

g) Il confucianesimo. L'etica confuciana. Concezione dei rapporti sociali e regole di comportamento. Concezione della famiglia. Concezione dello stato. Funzione degli studi nella vita sociale. Il confucianesimo come pratica e ideologia di governo.

MEDIOEVO

h) L'islamismo. Il rapporto dell'islam con l'ebraismo e il cristianesimo. I riti e i tabù. Concezione del rapporto uomo-donna. La famiglia. Rapporto tra religione e diritto. Religione e stato. Religione e guerra. Religione e istruzione.

ETÀ MODERNA

i) Il protestantesimo. Le differenze tra le diverse riforme. Gli ordinamenti disciplinari e culturali. L'istituzione matrimoniale e il divorzio. Concezione dei rapporti uomo-donna. Mentalità religiosa e comportamenti economici.

l) La visione laica. Idea di tolleranza, individualismo, razionalismo, nuove concezioni scientifiche, utilitarismo, cosmopolitismo.

7. IL MONDO ATTUALE TRA PASSATO E FUTURO

Le continuità, le rotture, le specificità. Le identità come eredità e differenze. I problemi che hanno radici remote.

II ANNO

8. LE RIVOLUZIONI ALL'INIZIO DELL'ETÀ CONTEMPORANEA

a) Il mondo alla metà del Settecento. L'antico regime europeo. I domini coloniali europei. Le organizzazioni politiche nel mondo non europeo. Le religioni e le concezioni scientifiche. I modi di produzione e la cultura materiale.

b) Rivoluzioni culturali: la rivoluzione scientifica; l'illuminismo, diffusione di nuovi modelli comportamentali.

c) La rivoluzione americana. La costituzione. Il modello di stato federale. Istituzioni e diritti politici.

d) La rivoluzione francese.

e) La rivoluzione industriale inglese fra metà '700 e metà '800.

STORIA CONTEMPORANEA

9. LE TRASFORMAZIONI ECONOMICHE E SOCIALI NEL MONDO DURANTE L'800

a) Il mondo nella prima metà dell'800. L'eredità del secolo XVIII e delle rivoluzioni. Permanenze e mutamenti nelle strutture demografiche, tecniche, produttive, sociali, politiche e culturali.

b) Lo sviluppo industriale nel mondo dell'800. Le congiunture e i tempi differenziali dell'industrializzazione nel mondo.

c) La società industriale ottocentesca. Ascesa della borghesia e nascita del mondo borghese. I nuovi soggetti storici: imprenditori e proletariato. Le donne nel mondo borghese e le donne proletarie. La permanenza dell'aristocrazia e del mondo contadino. Diritti politici e forme di rappresentanza politica.

d) Formazione di imperi coloniali e modificazioni della carta geopolitica mondiale. Le civiltà extraeuropee colonizzate. L'economia nell'età dell'imperialismo.

e) Lo sviluppo industriale italiano e le sue conseguenze. La questione eridionale. L'emigrazione. La società italiana del primo '900.

10. LE TRASFORMAZIONI POLITICHE E SOCIALI IN EUROPA DURANTE L'800

a) I mutamenti politici nel lungo periodo. Nazionalismi e nascita di stati nazionali. Modelli di regimi politici e di meccanismi elettorali. Il Risorgimento e la formazione dello stato italiano.

b) I movimenti di opinione, i movimenti sindacali, i movimenti politici nel lungo periodo. Il conflitto sociale. Il movimento operaio. Il movimento femminista. Nascita dei partiti di massa.

c) I mutamenti politico-culturali. Le nuove visioni del mondo: liberalismo, socialismo. Lo sviluppo dell'istruzione. Stampa e opinione pubblica.

11. LA DISSOLUZIONE DELL'ORDINE EUROPEO

a) Il mondo all'inizio del '900. Permanenze e mutamenti nelle strutture demografiche, produttive, sociali, politiche e culturali.

b) La I guerra mondiale. Novità della guerra: carattere mondiale e di massa; le nuove tecnologie; espansione dell'intervento dello stato nei confronti dell'economia e della società.

c) Il mondo del dopoguerra. Il bilancio della guerra: le perdite umane, i costi economici, i costi sociali. La nuova mappa geopolitica mondiale. Le tensioni internazionali. La congiuntura economica. I conflitti sociali.

III ANNO

12. LA FORMAZIONE DI REGIMI DITTATORIALI E TOTALITARI IN EUROPA

a) La rivoluzione russa e la formazione del regime socialista sovietico. Collettivizzazione della terra e sviluppo dell'industria pesante. La nuova struttura economica e la nuova struttura sociale. Lo stalinismo.

b) Il fascismo. Da movimento a partito a regime dittatoriale. La repressione delle opposizioni.

c) Il nazismo. Società e stato. Persecuzione delle opposizioni e delle minoranze etniche. L'"ordine nuovo" nazista. I campi di sterminio.

13. LE CONGIUNTURE ECONOMICHE TRA LE DUE GUERRE MONDIALI

a) Modelli di economia: economie di mercato, pianificate, miste. Lo sviluppo economico degli USA.

b) La grande crisi del 1929. Forme di interdipendenza economica nell'economia mondiale capitalistica. Alcune risposte alla crisi. Il New Deal statunitense. Le socialdemocrazie scandinave. Le tendenze dell'economia tra il 1929 ed il 1939.

c) L'economia italiana tra le due guerre.

14. LA SECONDA GUERRA MONDIALE

a) Il mondo alla vigilia della II guerra mondiale. Permanenze e mutamenti rispetto al mondo del primo '900.

b) La II guerra mondiale. L'"ordine nuovo" tedesco e l'"ordine nuovo" giapponese. Il coinvolgimento delle popolazioni civili. Le ideologie in conflitto. La resistenza come fenomeno internazionale. Uso bellico dell'energia nucleare. L'espansione dell'intervento pubblico sull'economia.

c) Il mondo nel secondo dopoguerra. I costi umani, economici, sociali e culturali della guerra. Conseguenze politiche della disponibilità bellica dell'energia atomica. Il bipolarismo, la formazione dei blocchi, l'equilibrio del terrore e la "guerra fredda".

d) La ripresa economica europea: la ricostruzione e il piano Marshall. Cicli e congiunture economiche. Le grandi trasformazioni. Interdipendenza planetaria delle economie nazionali.

15. LA FORMAZIONE DELL'ITALIA REPUBBLICANA

a) La nascita della Repubblica italiana. La Costituzione. I meccanismi elettorali. Le istituzioni.ù b) La ricostruzione e lo sviluppo nel dopoguerra. Il piano Marshall. Caratteristiche e congiunture dello sviluppo italiano.

c) L'organizzazione politica e lo sviluppo istituzionale. Conflitti sociali e conquista dello stato sociale. Le congiunture sociali.

16. LE TRASFORMAZIONI GEOPOLITICHE DEL MONDO

a) La decolonizzazione. Neocapitalismo e neocolonialismo. Sviluppo e sottosviluppo. Formazione dello stato d'Israele e questione palestinese. Nuove grandi migrazioni.

b) La costruzione dell'unità economica e politica dell'Europa occidentale.

c) Fine dei regimi socialisti dell'Europa orientale. Fine del bipolarismo. Nuovi conflitti nazionali.

17. IL FUTURO DEL MONDO

a) Società di massa e nuovi consumi. Il problema della gestione delle risorse mondiali: questione ambientale, esplosione demografica e limiti dello sviluppo.

b) I nuovi tecnosistemi. Lo sviluppo dei sistemi di comunicazione.

18. UN MODULO DI STORIA SETTORIALE

Uno dei moduli deve essere svolto mediante l'organizzazione di temi di storia settoriale pertinente a ciascuno degli indirizzi professionali: storia dell'agricoltura - storia dell'abbigliamento e della moda - storia dell'industria - storia dell'impresa - storia del commercio - storia dell'alimentazione - storia dell'editoria e della grafica - storia dell'assistenza. Tale modulo deve permettere allo studente di riconoscere l'attinenza della conoscenza storica al campo professionale nel quale può svolgersi il suo destino biografico e di utilizzare la conoscenza storica allo scopo di dare più senso all'attività professionale.

INDICAZIONI DIDATTICHE

La tematizzazione

Per ogni tema è stata suggerita un'articolazione in sottotemi allo scopo di segnalare plausibili rilevanze tematiche. Inoltre la mappa tematica di riferimento può rendere chiara un'impostazione che tende a contrastare una caratteristica negativa per l'apprendimento: l'intermittenza tematica derivante dalla tendenza ad aderire allo svolgimento cronologico di una pluralità di fatti.

Si suggerisce che lo svolgimento di ogni tema avvenga senza interpolazioni di altri temi fra i diversi segmenti tematici e periodali in cui esso può essere suddiviso.

Ad es., le indicazioni sul nazismo suggeriscono che il tema non venga trattato in più punti distanziati dalle conoscenze di fatti interpolati per esigenze di rispettare l'avanzamento cronologico, ma propongono di affrontarlo nella sua intera parabola. In questo caso le conoscenze dei fatti correlati possono essere oggetto di apprendimento precedente in un'attività strutturata (ad es., la formazione del regime socialista) oppure possono essere apprese come sottotemi nella misura funzionale all'esigenza di costruire le mappe presupposte dalla comprensione del fenomeno nazista.

Le indicazioni, però, non sono nè esaustive nè immodificabili. Nel rispetto del criterio di accorpamento tematico l'insegnante può integrare o modificare la struttura tematica delle conoscenze storiche che intende svolgere.

Il numero complessivo dei temi è eccedente rispetto alle possibilità di realizzazione: tale eccedenza ha lo scopo di lasciare agli insegnanti margini di scelta e di manovra nella strutturazione dei moduli. Spetta agli insegnanti, infatti, la responsabilità della programmazione modulare e la calibrazione del numero dei temi che compongono ogni modulo in rapporto alle potenzialità di apprendimento della classe.

L'organizzazione modulare

Le unità tematiche sono state raggruppate secondo un'organizzazione modulare. I moduli sono da intendersi come sequenze di unità tematiche destinate ad essere trasformate dagli insegnanti in sequenze di unità didattiche nella loro programmazione e in sequenze di unità di apprendimento per gli studenti.

La sequenza deve costruire un percorso conoscitivo e formativo integrato, autonomo, sufficiente, flessibile, ma aperto ad altre integrazioni:

- integrato, in quanto, all'interno del modulo ciascun tema costituisce una mappa di conoscenze capace di rendere più agevole la comprensione e l'assimilazione dei temi seguenti;

- autonomo, perchè, pre-conoscenze (cioè le conoscenze presupposte) e conoscenze funzionalial tema centrale sono fornite all'interno del modulo nella misura funzionale alla comprensione del tema; - sufficiente, nel senso che esso è impostato allo scopo di far acquisire, "una volta per sempre", capacità operatorie (di uso di schemi mentali) e abilità operative (a saper usare strumenti cognitivi) determinate in rapporto con le potenzialità formatrici delle unità tematiche. All'interno dell'insieme modulare sono ricorrenti schemi cognitivi, concettualizzazioni e operazioni cognitive essenziali per l'apprendimento di ciascuna unità conoscitiva;

- flessibile, sul piano didattico, in quanto ciascuna unità tematica potrebbe essere affrontata con tipi di mediazioni didattiche diverse; - aperto ad altre integrazioni, in quanto ogni modulo fonda le domande e le motivazioni a portare oltre la conoscenza del passato.

Lo scopo dell'organizzazione modulare è quello di formare un sapere coerente e integrato su un'area tematica e di consolidare obiettivi che vengono investiti ricorrentemente nelle unità della sequenza. Essa consente di economizzare il tempo di insegnamento in quanto nello svolgimento modulare le prime unità possono fondare schemi e mappe di conoscenze la cui acquisizione può rendere più fluido e rapido di lavoro sulle altre unità.

Una unità tematica potrebbe essere trattata modularmente con una sequenza in 6 fasi: a) tematizzazione; b) formazione di pre- conoscenze sul presente; c) sommario dei mutamenti nel passato; d) grafico temporale con la cronologia dei fatti essenziali; e) sviluppo di uno o più sottotemi come casi di studio; f) nesso fra conoscenza del passato e conoscenza del presente.

Per quanto riguarda la programmazione curricolare la sequenza dei temi suggerita nel programma risponde ad uno dei possibili ordini logici e cognitivi, ma le strategie didattiche potrebbero essere orientate a concepire sequenze diverse, altrettanto adeguate a costituire le mappe cognitive concatenate per formare altri percorsi modulari.

I temi e la cultura storica

Per i periodi dall'antichità all'età moderna i temi sono adatti a far raggiungere, con un'economia di informazioni, i seguenti obiettivi:

- rendere riconoscibile un periodo,

- far acquisire il senso delle lunghe permanenze,

- far acquisire il senso della complessità delle grandi formazioni storiche economiche, statali, culturali, - formare un sapere integrato (un sistema di conoscenze) sui contesti storici.

Lo studio dei processi recenti di formazione del mondo attuale si apre con le conoscenze sulle rotture rivoluzionarie che inaugurano la nuova età. Esse vanno innestate sulla conoscenza dei principali caratteri del mondo alla metà del Settecento da organizzare con modalità descrittive e mediante intensivo ricorso alla cartografia storica. Per i periodi ottocentesco e novecentesco sono indicati come portanti alcuni dei temi ai quali viene assegnato il compito di fare da "focus" per molteplici argomenti.

Nel primo anno prevale la scala del lungo periodo e delle lunghe permanenze (molte delle quali tuttora persistenti) che è possibile individuare nell'antichità, nell'età medievale, nell'età moderna. Invece, la scala temporale del medio e breve periodo prevale per la storia settecentesca, ottocentesca e novecentesca, poichè la tematizzazione riguarda alcuni dei processi che hanno plasmato man mano la fisionomia del mondo attuale negli ultimi due secoli.

Le unità d'avvio e di chiusura dei percorsi di apprendimento

Lo studio si apre con due moduli mirati a fondare il senso dello studio della storia e a promuovere le motivazioni e i requisiti iniziali. Il modulo di apertura, diretto ad avviare allo studio della storia, ha la delicata funzione di creare le condizioni più favorevoli per un bilancio delle competenze acquisite e delle attitudini cognitive e affettive degli allievi rispetto al rapporto col passato, col tempo e con la storia insegnata. Il suo scopo è quello di favorire l'ambientamento degli studenti, la loro favorevole disposizione allo studio della storia e l'attrezzatura mentale di partenza per ridurre il disagio dell'apprendimento.

Al modulo di avvio allo studio delle radici remote del mondo attuale è affidato, invece, l'obiettivo di fondare le conoscenze di base e il questionario per la motivazione allo studio. Nel loro insieme i due moduli dovrebbero dare il senso di un approccio nuovo allo studio della storia.

La indicazione dello svolgimento di due unità di apertura va integrata esplicitamente nella programmazione e non deve essere considerata come attività facoltativa. Dalla realizzazione delle unità dipende, infatti, la formazione dell'atteggiamento più conveniente allo studio della storia. Ciascuno dei due itinerari di studio riguardanti le radici remote e quelle prossime del mondo attuale si conclude con un modulo sul rapporto tra storia e futuro del mondo. Esso deve permettere di sperimentare l'utilità delle conoscenze storiche e delle competenze allo scopo di interpretare i possibili sviluppi della situazione attuale. Potrebbe essere lo strumento efficace per far acquisire consapevolezze sulle tendenze future della civiltà e un'attitudine a interrogarsi su di esse. Ad esso si può assegnare, perciò, lo scopo di contribuire alla formazione del pensiero temporale incoraggiando l'orientamento conoscitivo verso il futuro.

I temi di storia preindustriale

Il popolamento

Gli studi delle società preistoriche, dell'antichità, dell'età medievale e moderna si identificano in gran parte con lo studio degli spostamenti di popolazioni a fini di insediamento e di conquista. Le migrazioni sono state il principale strumento del popolamento di continenti e di territori. Occupando ambienti e nicchie ecologiche differenti gli uomini si sono diversificati ed hanno creato culture nuove. I movimenti delle popolazioni sono all'origine di processi di meticciato, di contaminazione, di acculturazione attraverso i quali le culture si sono diffuse e si sono modificate dalla preistoria in poi. Il rapporto tra popolazioni e ambienti si è realizzato mediante tecniche e culture materiali perciò tali aspetti fanno parte integrante del tema che dovrà essere esplorato mediante cartografia storica e descrizioni dei contesti e dei modi di vita che in essi si sono sviluppati. All'unità sono assegnati gli scopi della conoscenza delle fasi del popolamento della terra e delle sue modalità, la comprensione dell'interdipendenza fra il numero degli uomini, gli ambienti, le tecniche, la consapevolezza delle questioni demografiche.

Le formazioni economiche e sociali e le organizzazioni politiche e giuridiche

Lo studio delle forme che diverse società hanno dato per lunghi periodi alle strutture economiche, sociali e politiche deve provvedere gli studenti non solo delle conoscenze dei processi di formazione che possono rinviare alle radici delle forme attuali ma anche di griglie concettuali e di modellizzazioni indirizzate alla loro comprensione più profonda mediante l'applicazione di schemi cognitivi adatti alla comparazione.

I temi indicati come visioni del mondo

In coerenza con lo scopo di far conoscere le strutture delle formazioni economiche sociali, si deve proporre lo scopo di far conoscere gli schemi mentali che sono anch'essi elementi costitutivi di lunga permanenza delle formazioni economiche sociali: l'insieme delle concezioni che influenzano non solo i rapporti col sovrannaturale e i modi di organizzarli in riti e in quadri istituzionali, ma anche la maniera di modellare pratiche sociali, i rapporti uomo-donna, i rapporti con la natura, le concezioni del corpo, i rapporti tra sfera religiosa e sfera politica, l'istituzione matrimoniale, i rapporti tra popoli, la guerra, la concezione dei rapporti economici, la concezione del lavoro, della funzione della donna e del bambino, le norme morali che ne derivano...

Il complesso di tali elementi viene qui designato come visione del mondo (con altro termine, si potrebbe chiamare mentalità collettiva). "Ogni civiltà trae luce dalla visione del mondo che adotta e fa propria". "In ogni età una certa rappresentazione del mondo e delle cose, una mentalità collettiva e predominante, anima e permea l'intera massa della società. Questa mentalità, che ispira gli atteggiamenti, orienta le scelte, rafforza i pregiudizi, indirizza i movimenti della società, è un fenomeno peculiare di civiltà" (F. Braudel, Il mondo attuale, vol. I Le civiltà extraeuropee, Torino 1966, p. 40). Della visione del mondo così concepita la religione dominante è la principale plasmatrice anche se in concorrenza con altre fonti di formazione di schemi mentali. "Da questo punto di vista, la religione è l'elemento più forte nel cuore delle civiltà: è contemporaneamente il loro passato e il loro presente. Questo è valido, sia detto innanzitutto, per le civiltà non europee" (Braudel, cit.)

Accanto alle visioni religiose del mondo e in dialettica con loro emerge una visione laica che è all'origine di processi di mutamenti mentali tuttora in corso: il suo studio è essenziale per la comprensione della pluralità di concezioni in concorrenza nel mondo attuale.

La mediazione didattica

Occorre mettersi nella prospettiva di un insegnamento capace di:

- attivare continuamente l'operatività degli studenti;

- organizzare le loro operazioni di apprendimento; - tenere sotto costante osservazione e valutazione formativa i risultati, le difficoltà, il disagio, l'adesione degli studenti...;

- formare un sapere come insieme di conoscenze correlate;

- formare le capacità a saper pensare secondo le modalità del pensiero storico. In questa prospettiva i modi, le forme, gli strumenti della mediazione didattica devono essere applicati in modo da incidere in tre direzioni:

1) allo scopo di rendere più abbordabili i testi;

2) allo scopo di attrezzare gli studenti ai compiti dell'apprendimento;

3) allo scopo di guidare l'apprendimento lungo un percorso di operazioni cognitive e di applicazioni operative.

I testi vanno analizzati, smontati nei loro elementi costitutivi e ristrutturati per ottenere il grado di leggibilità più adatto agli allievi ai quali essi vengono proposti.

Sulla base dell'analisi dei testi vanno individuate le conoscenze extratestuali e le capacità operatorie che la comprensione dei testi presuppone: esse vanno formate in anticipo rispetto ai compiti dell'apprendimento.

Affinchè la comprensione si realizzi al meglio e affinchè nell'apprendimento si sviluppino le capacità cognitive e le abilità operative, i compiti dell'apprendimento vanno strutturati mediante trafile di opportuni esercizi da far eseguire sui testi.

Perciò agli insegnanti è raccomandato:

1) un largo ricorso agli strumenti della mediazione quali schemi e immagini da proiettare con lavagna luminosa, immagini diapositive, videoregistrazioni, in modo che l'oralità della comunicazione sia integrata e sostenuta e ritmata da mezzi visivi;

2) il perseguimento di un ampio impiego, da parte degli studenti, di strumenti operativi quali i diagrammi ad albero, le tabelle, i diagrammi concettuali, gli schemi di spiegazione, e - in modo particolare ed intensivo - i diagrammi temporali e le carte di contemporaneità.

Insegnare ad apprendere

L'abitudine al lavoro di costruzione del sapere storico autonomo e responsabile è uno degli obiettivi importanti dell'insegnamento della storia: perseguirlo richiede che l'insegnante abitui ciascun allievo a padroneggiare le tecniche e le abilità di studio più adatte alle conoscenze storiche. La trasformazione dei testi mediante schemi ad albero, diagrammi di flusso, diagrammi testuali e concettuali, tabelle a doppia entrata, diagrammi temporali, carte di contemporaneità, schedature tematiche, riscritture... è l'attività che richiede l'esercizio di abilità operatorie di largo spettro e la riflessione degli allievi sugli aspetti metacognitivi del loro studio. Le competenze costruite mediante le operazioni suddette oltrepassano il quadro di applicazione scolastico in quanto, una volta sviluppate, sono una dotazione che può essere utilizzata anche nelle occorrenze della vita adulta.

La formazione del pensiero temporale

La storia è la disciplina che si connota per l'inevitabile strutturazione temporale delle conoscenze che la compongono. Essa fornisce il terreno più consono allo sviluppo delle coordinate temporali degli studenti. Essa riesce a potenziare le capacità di comprensione della realtà a condizione che diventi l'ambito disciplinare utile allo sviluppo delle capacità di organizzare temporalmente le informazioni e di analizzare le strutture temporali date. La coordinazione temporale dei fenomeni e l'analisi dei loro rapporti temporali allo scopo sia della ricostruzione dei fatti sia della spiegazione sono le attività cognitive basilari per comprendere i mutamenti e il rapporto presente-passato. La capacità di analisi e di critica della struttura temporale dei testi è a fondamento della capacità di critica dei discorsi sul passato.

Per tali motivi la formazione del pensiero temporale deve costituire lo sfondo integratore di tutte le disparate unità tematiche e gli obiettivi della formazione temporale devono essere inclusi in ogni programmazione e in riferimento ad ogni unità didattica. Il pensiero temporale si manifesta rispetto ai testi mediante operazioni di riconoscimento di ordinamenti delle informazioni secondo le modalità denominate di volta in volta successione, contemporaneità, periodo, durata, ciclo, congiuntura, periodizzazione, lunga durata, passato, presente.

Gli strumenti per rendere operativi gli organizzatori temporali degli studenti e per stimolarne lo sviluppo sono le rappresentazioni grafiche delle strutture temporali delle informazioni (cronogrammi e carte di contemporaneità): esse devono essere costruite ricorrentemente e intensivamente.

In nessun caso ci si può contentare solo della padronanza linguistica della terminologia temporale.

I diagrammi temporali

Il mezzo principale di costruzione delle coordinate temporali e dell'analisi dei testi e delle conoscenze storiche è l'uso dei diagrammi temporali e delle mappe di contemporaneità. Intese come rappresentazioni abbreviate e sinottiche di informazioni che sono sequenzializzate e sparpagliate in porzioni di testo, esse servono a dare lo schema della struttura temporale, a riorganizzare informazioni connettibili ma lontane nel testo, a sistemare organicamente le conoscenze apprese in diversi tempi scolastici. La efficacia formativa dell'uso dei diagrammi temporali si dispiega solo a due condizioni: 1) che siano gli allievi a costruire i diagrammi e a farne l'analisi; 2) che la costruzione e l'uso siano metodici, ricorrenti, regolari fino a diventare abitudinari nello stile cognitivo di ciascun studente.

La realizzazione di una didattica imperniata sull'uso dei diagrammi temporali esige che agli allievi siano insegnate le abilità di costruzione dei diagrammi e chiariti gli scopi del loro uso.

Il pensiero spaziale nella formazione storic

Lo spazio è, come il tempo, "un operatore soggettivo. Ciò che chiamiamo spazio geografico è un insieme di operazioni logiche che la nostra mente compie per dare un ordine agli oggetti che percepiamo sulla superficie della terra e su cui eventualmente operiamo" (V. Vagaggini, Le nuove geografie, Herodote, Genova-Ivrea, 1982). L'applicazione del pensiero spaziale alla comprensione dei fatti storici consiste nel dare rilievo e significato sia alla localizzazione e alle relazioni spaziali fra i diversi fatti che compongono il fatto storico tematizzato sia al rapporto fra soggetti, fatti e contesti ambientali: perciò, comprendere che tali elementi sono indispensabili alla ricostruzione dei fatti e alla loro spiegazione deve essere considerato un traguardo importante della formazione storica.

Il rapporto presente/passato

Conviene che ogni insieme modulare si apra con una partenza dal presente e si chiuda con un ritorno al presente.

Partire dal presente vuol dire formare conoscenze su aspetti del mondo attuale che costituiscano, da una parte, alcune delle conoscenze presupposte nel testo, dall'altra, la base del questionario da rivolgere allo studio del passato. Ripristinando il senso della tensione cognitiva così come si pone nella ricerca storica, la partenza dal presente agevola la comprensione del testo, motiva allo studio della conoscenza storica, rende percepibile lacorrelazione tra conoscenza del passato e conoscenza del presente.

Il ritorno al presente implica che il sapere appreso, le capacità operatorie e le abilità operative sviluppate nello studio vengano messi in gioco allo scopo di rendere più efficace la comprensione di aspetti del mondo attuale. La evidenziazione dei rapporti presente/passato e la utilizzazione della conoscenza storica allo scopo di compiere operazioni di comprensione della realtà attuale è un modo per assicurare la costanza dell'interesse e per provare l'utilità della storia.

La formazione della cultura storica

Oltre alle capacità operatorie e alle abilità operative l'insegnamento deve mirare alla formazione di una cultura storica formato da un complesso di ricostruzioni di fatti, di problematizzazioni, di spiegazioni. Di essa fanno parte integrante la padronanza di concetti interpretativi e quella del linguaggio storiografico.

Il sapere

Non è tanto importante aumentare il volume globale delle conoscenze da far apprendere, quanto, piuttosto, identificare le conoscenze che permettono di formare un reticolo di mappe cognitive capace di coprire l'essenziale degli aspetti del mondo attuale nei suoi rapporti con la storia.

Il sistema di conoscenze non è creato con espedienti narrativi deputati a creare una finzione di continuità cronologica, ma con raccordi che si impongono sul piano cognitivo: connessioni e integrazioni concettuali, comparazioni, schemi concettuali che si trasferiscono da una conoscenza all'altra.

La formazione dei concetti interpretativi

È parte costitutiva notevole delle conoscenze storiche l'uso di concetti interpretativi che sintetizzano un grande volume di informazioni, di significati, di valutazioni e di schemi cognitivi. Essi non possono essere ridotti ad una definizione lessicale. Essi devono essere acquisiti in modo da rendere immuni gli studenti dal pericolo di anacronismo nel loro uso e da renderli capaci di critica dell'uso altrui. Si raccomanda di far operare gli studenti con una schedatura che agevoli lo sviluppo dei concetti storicizzati, cioè resi pertinenti ai diversi contesti storici, e la rilevazione degli elementi costanti e di quelli differenziatori nei concetti che vengono applicati a molteplici contesti.

L'educazione al linguaggio storiografico e l'educazione linguistica

Poichè l'apprendimento viene guidato attraverso operazioni sul testo, l'insegnante può mirare obiettivi che appartengono sia al campo della formazione storica sia a quello della formazione delle competenze linguistiche. Essi possono essere formulati in termini generali nel modo seguente:

1) consapevolezza del carattere testuale delle conoscenze storiche;

2) miglioramento della competenza a decodificare la struttura temporale dei discorsi e a strutturare temporalmente discorsi sul passato;

3) consapevolezza delle ambiguità del linguaggio storiografico;

4) arricchimento della terminologia.

Il primo obiettivo comporta che si sviluppi la capacità di misurare i gradi di validità di un discorso sul passato non solo sulla base della validità degli elementi fattuali utilizzati ma anche sulla tenuta logica della struttura del testo.

Il secondo obiettivo implica il trasferimento delle competenze temporali formate in campo storiografico al campo della comprensione e della costruzione di testi linguistici d'altro genere.

Il terzo obiettivo implica che la comprensione profonda e specifica della conoscenza storica si costruisca sull'attribuzione alle parole di significati pertinenti ai contesti.

Gli ultimi due obiettivi comportano sia la capacità di aderire meglio al senso dei testi della civiltà letteraria del passato sia quella di comprendere i testi che rappresentano aspetti del mondo attuale.

La ricerca storico-didattica

La formazione delle strutture di pensiero di tipo storico può intensificarsi mediante l'impegno degli studenti in ricerche storico-didattiche che comportino l'esperienza di costruzione di conoscenze storiche da integrare a quella di studio e comprensione delle costruzioni altrui.

La ricerca è l'attività didattica meglio calibrata per il raggiungimento di obiettivi non perseguibili altrettanto bene con lo studio:

1) lo sviluppo delle capacità inferenziali nella lettura delle fonti;

2) l'applicazione di organizzatori e schemi cognitivi in funzione di elaborazione di informazioni di base;

3) la conoscenza delle procedure metodologiche;

4) la consapevolezza della storicità del territorio in cui la scuola è ambientata.

Esperienze di ricerca storico-didattica possono realizzarsi compatibilmente con lo svolgimento dell'insegnamento delle conoscenze, poichè c'è la possibilità di creare le condizioni appropriate:

a) l'adozione di un modello di ricerca che semplifichi le operazioni e riduca i tempi di lavoro scolastico;

b) la disposizione di materiali preventivamente strutturati e correttamente dimensionati

Per essere motivanti, abbordabili, dimensionabili opportunamente, i temi delle ricerche devono riguardare aspetti della storia locale e/o della storia del settore di attività nel cui ambito gli studenti vanno acquisendo la formazione professionale (storia dell'agricoltura, storia dell'alimentazione, storia della tecnologia, storia dell'abbigliamento ecc.).

La storia locale

La storia locale è un campo tematico molto conveniente per far concepire agli studenti il rapporto fra processi storici locali e processi storici generali e per far percepire che i soggetti sono implicati in molteplici storie: perciò è opportuno che almeno uno dei temi della programmazione annuale sia svolto in rapporto col passato del territorio nel quale vivono gli studenti.

La storia settoriale

Dare la percezione che il settore di attività al quale gli studenti si dedicano è dentro la storia e che studiarne il passato è una chiave per percepire se stessi come soggetti della storia può essere, invece, il motivo per impostare uno dei moduli sulla storia settoriale. Esso permette di stabilire relazioni concettuali tra i campi di studio professionalizzanti e la storia in modo che le mappe concettuali apprese in quei campi possano essere utilizzati nella comprensione delle conoscenze storiche. Inoltre permette di dare spessore temporale e concettuale allo sviluppo del campo professionale e di porlo in prospettiva.

La valutazione

Al raggiungimento degli scopi dell'insegnare ad apprendere, dello sviluppo delle competenze cognitive degli studenti, del miglioramento degli schemi concettuali e della comprensione delle conoscenze storiche possono concorrere anche atteggiamenti e pratiche valutative degli insegnanti. Essa perciò deve essere considerata non come un'attività esterna e posteriore ai processi di apprendimento, ma come una delle risorse della mediazione didattica.

Le pratiche valutative devono essere ricorrenti e formative: volte non solo a conoscere i livelli di profitto, ma pure a comprendere gli stili cognitivi dello studente, a rilevare le risorse malamente sfruttate, a individuare le origini delle sue difficoltà di apprendimento, le ragioni della sua mancanza di motivazione, le carenze di capacità operatorie, di abilità operative, di abilità di studio. Intese nel modo detto, le pratiche valutative possono fornire elementi di conoscenza dei bisogni cognitivi e affettivi del singolo studente e della classe e possono essere alla base di interventi didattici volti a soddisfare i bisogni rilevati.

Esse, perciò, non devono limitarsi a uno o due momenti di un quadrimestre e devono realizzarsi mediante un'ampia gamma di strumenti: interrogazioni dialogate; test oggettivi da usare secondo scopi valutativi diversi; composizioni scritte di differente struttura su parole-chiave; osservazioni dello svolgimento di esercizi e dell'uso di strumenti operativi; questionari che richiedano di compiere sul testo determinate operazioni mentali secondo le procedure operative apprese (selezione, tabulazione, rappresentazione grafica di relazioni...), costruzione di cronogrammi, modelli, mappe; prove sulla tematizzazione e gerarchizzazione; costruzione sulle competenze metacognitive...

Tale elenco va tenuto presente anche nella preparazione delle prove finali dell'esame di qualifica.