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Adolescenza. Occhio alle emozioni
Un’esperienza, unica in Italia, condotta in scuole
pubbliche (97/98-2006/7) ispirata agli ultimi risultati delle
neuroscienze sul cervello emotivo, con studenti di 12/16 anni.
Sono
entrata a scuola fra gli
adolescenti: una massa colorata, vociante, corpi dondolanti su zeppe
altissime. Gli zaini rigonfi
i capelli immobili e lucidi
per il gel. Si sentivano le ultime musiche
i cellulari squillare e ho percepito in loro il grande desiderio
di emergere collettivo e confuso ma forte come l’odore del loro sudore o
delle scarpe sportive appena tolte. Poi le voci si sono
abbassate la grande massa si è rapidamente scomposta e ricomposta in
piccoli gruppi nelle aule. Ora sono tanti
volti, tanti occhi in cui mille espressioni promettono tanto ,se
riusciamo a ritrovarci a riconoscerci nella comunicazione. Quante aggressioni le emozioni (fondamentali nella comunicazione)di questi ragazzi. hanno sopportato in silenzio durante la crescita! Gli
ingorghi nelle vie della comunicazione per gli “stop” alle emozioni
potrebbero avere bloccato
la
conoscenza
di sé ,la loro socializzazione e
quindi la crescita e l’
autostima. dipendente dal benessere emozionale e non dalla perfezione. E proprio in quelle aule dove siamo entrati insieme,
dove gli sguardi chiedono… "Ho sognato che ero in difficoltà ,angosciata. Volevo
chiedere aiuto, ma la voce non usciva". Siamo in una classe
mista,seconda media , 25 studenti ,per un incontro e all’improvviso
una studentessa accenna a questo
sogno.. Non è facile chiedere aiuto e questa grave difficoltà,
di solito ha radici molto
lontane Da quando ,forse
un’educazione non rispettosa ha messo il silenziatore alle sue risposte. Con grande rispetto
ma senza più attendere si è iniziato con loro, con gli
adolescenti, un dialogo perché prendessero coscienza dei loro
comportamenti e risorse utili a fuggire o a evitare una situazione
pericolosa o minacciosa . Per informarli
di uno spazio psicologico che ci separa dagli altri e che va gestito sia
che si voglia aprirsi, sia che
non lo si voglia Che abbiamo un
si e un no che
possiamo usare in mille modi e che la bugia creativa è un mezzo di
difesa. E che non c’è
bisogno della “maschera”, perché se diminuiamo la rigidità difensiva,
che ci permette una sola possibilità il nostro corpo e la nostra mente
avranno mille modi di mostrarsi adattandosi alle varie situazioni. E poi sempre importantissima
la conoscenza e la rivisitazione delle
emozioni che, uniscono mente e corpo,
per trarne serenità e profitto nella vita relazionale così intensa in
questi anni
E soprattutto che
in questo dialogo
loro
fossero i diretti
interlocutori . Siamo finiti così, nel bel mezzo di una rivoluzione,
nel corso della quale i confini fra materie rigidamente scolastiche e la
moda, le emozioni, la musica, lo sport, l’arte, il trucco, tanti aspetti
sociali etc… si sono disciolti per fare posto alla più vasta
interdisciplinarietà. Che accadesse nella scuola era veramente un sogno:
i cervelli si sgranchivano dopo anni
di separazioni e divisioni che avevano arrestato le potenzialità
cognitive-emotive. Il dialogo che ne è seguito
è stato travolgente I ragazzi hanno anche ampliato il programma
preparato,perché le loro domande ,le loro riflessioni i loro disagi
,avendo dilatato noi il
concetto di "normalità" , si allargavano a gran parte della loro vita. Si è parlato
del soggetto bloccato in una difesa passiva e silente e del soggetto che
dichiara guerra al mondo sempre e comunque (il bullo) I ragazzi stessi li
hanno individuati fra loro e quando uno studente alla fine degli
incontri alla domanda: "Ti sono piaciuti? Non capita sempre, ma se
è avvenuto, si ripeterà. Quando la natura completa la
maturazione sessuale
con la produzione di
estrogeni e testosterone e conseguenti e profondi cambiamenti
morfologici, dotando della capacità di riprodursi, ne deriveranno
pressanti richieste psicologiche: un’identità più precisa, nuove
relazioni con il proprio corpo e con gli altri. Se un soggetto non è ben radicato nel corpo,a causa di
cattiva gestione o blocco delle
emozioni ,. proprio nell’adolescenza può prendere il sopravvento
l’attività mentale e la
massima capacità di astrazione che li rende così insicuri e
soggetti a gravissime turbe
psicologiche. Per questo spesso
danno molta importanza a
come appaiono... E’ essenziale,
quando arriverà l’adolescenza, che i ragazzi abbiano già coscienza di sé
e non si affidino
ad altri per sapere chi sono o, nei casi peggiori
a sostanze tanto ingannevoli quanto dannose etc… C’è
da augurarsi che la loro esigenza di conoscersi
e sperimentarsi, silenziosa o fragorosa ,trovi sempre attenzione
, dialogo e informazioni corrette sulle nuove conoscenze
neuroscientifiche. Poi prenderanno in mano “le redini “della loro vita e
fare le loro esperienze, purché
rimanga sempre
aperto il dialogo con se stessi, con gli altri e con l’ambiente. Piano, piano impareranno a gestire il "nuovo e meraviglioso corpo". Anche se volessero soggiornare più a lungo nell’infanzia, come da programma naturale, si troveranno proiettati nel futuro. Adriana Rumbolo * Il disegno è stato eseguito da due studentesse di 15 anni dopo 2 incontri, per sottolineare le adeguate corrispondenze tra mente, cervello e comportamento. Bibliografia
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