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Per gli insegnanti
Tutte le componenti della scuola devono essere sollecite e coerenti contro il bullismo.
La scuola, sia nelle sue componenti fisiche, sia nel Regolamento d’Istituto, deve dimostrare con chiarezza un coinvolgimento immediato a supporto dell’insegnante che ha il compito di mantenere – o ripristinare – un clima libero da abuso in classe.
Fuori dalla classe:
Un buon insegnante:
Bisogna sviluppare una certa sensibilità riguardo l’abuso verbale. Se la nostra reazione è più chiara quando l’abuso è fisico, non sempre siamo capaci di saper dare il giusto peso all’abuso verbale. Bisognerebbe sempre fare attenzione all’effetto che le parole hanno sul destinatario. Alcune parole, quelle che fanno riferimento alla razza o alla disabilità, per esempio, non dovrebbero mai essere tollerate. Il commento gentile ed umoristico è uno dei fenomeni tipicamente umani, e, a volte, nomignoli che sembrano pesanti, sono il simbolo dell’accettazione di un gruppo e dell’appartenenza ad esso. L’importante è fare caso a come il destinatario del commento o del nomignolo reagisce. Se si nota che i commenti, o nomignoli colpiscono profondamente la persona a cui sono diretti, è tempo di agire. Come minimo bisognerebbe far notare quanto danno, quel ‘piccolo divertimento’ stia causando. Un’ulteriore accortezza che possiamo usare, come insegnanti, è quella di non cadere nell’etichettamento. Né bullo, né vittima dovrebbero essere delle etichette. Le parole ‘bullo’ e ‘vittima’ incidono sull’autostima dell’individuo a cui sono destinate. In particolare, mentre ‘vittima’, richiama un certo margine di responsabilità nell’accaduto - sarebbe, forse, più opportuno usare la parola ‘bersaglio’ -, la parola ‘bullo’, potrebbe scatenare il bisogno di adottare un comportamento che ne sia all’altezza – se vogliamo che i nostri sforzi a cambiare un comportamento così dannoso siano efficaci, dobbiamo anche credere che il ‘bullo’ sia capace di cambiare il suo comportamento per il meglio -.
Anche in classe si può insegnare ad essere assertivi. Insegnare ai bambini ad essere assertivi si può fare dandogli la possibilità di allenarsi –allenarsi tanto, soprattutto se hanno sofferto l’esperienza del bullismo - in un clima rilassato e protetto. Si può giocare al gioco “cosa accade se…?”
Monitoraggio giornaliero Strategie pro-attive □ Dare ascolto ai genitori □ Stabilire modi di monitoraggio precisi per rassicurare i genitori □ Stabilire una data entro la quale un passo preciso verrà intrapreso □ Prestare attenzione alla disposizione dei posti in classe □ Tenere un diario degli episodi di cui siete a conoscenza, e dei loro sviluppi □ Aumentare la supervisione durante gli intervalli nei corridoi, nei cortili… □ Incoraggiare la scuola tutta a parlare ed essere consapevole del fenomeno □ Formare una coscienza comune perché essere testimoni sia una responsabilità, un’occasione di crescita… □ Riconoscete che la pressione dei coetanei è un fattore chiave. La pressione del gruppo a modificare un comportamento aggressivo è sempre un aiuto prezioso □ Notare che, una volta che uno studente testimone ha agito attivamente dinnanzi ad un episodio di bullismo, gli sarà più facile intervenire anche in occasioni successive □ Prima si inizia ad imparare ad provare empatia, meglio si riesce □ Promuovere comportamenti pro-attivi non è semplice, particolarmente per gli studenti di scuola superiore. Dire direttamente come i ragazzi dovrebbero comportarsi nel caso fossero testimoni di bullismo non funziona, anzi, a volte può essere controproducente. Bisogna che l’influenza dell’insegnante sia più sottile e indiretta. Vd: Maines e Robinsn 1992; Rigby e Bagshaw, 2003. |
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