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In classe si parla di emozioni,
i ragazzi rispondono
“Abbiamo parlato delle emozioni, di quando uno ha
paura, o si arrossisce, come ci si sente in un posto nuovo o come si
reagisce se veniamo isolati dagli amici…l’emozione che ci trasmettono i
colori, i luoghi… L’emozione è
la risposta che dà il nostro corpo a qualcosa che ci accade (Chiara, 12
anni). Jessica (15,
anni): “Per me è stata un’esperienza utile perché ci ha fatto capire le
ragioni del manifestarsi di determinati comportamenti e ci ha insegnato
che in certi casi dobbiamo imparare a controllare le nostre emozioni,
senza però reprimerle. Sbagliando
s’impara e comunque nessun uomo è un pazzo e non esistono casi
irreparabili. Per capire i
comportamenti e gli atteggiamenti degli altri si deve risalire alle
origini e alle cause che li hanno provocati. Giulio (12
anni): “L’esperienza ci ha aiutato ad aprirci e a comunicare le nostre
paure ,facendoci sentire più sicuri”. Francesca
(12, anni): “E’ importante la libertà di esprimere le proprie idee e di
aprirsi. Era valida
anche la posizione dei ragazzi in cerchio che poneva tutti allo stesso
livello”. Michele (12,
anni ): “Esperienza interessante perché fatta con una persona di grande
esperienza. Valida anche
la drammatizzazione fatta dai ragazzi stessi”. “Ho paura
della mia aggressività cattiva perché non so mai quando può intervenire
e sciupare tutto quello fatto con amore e pazienza (femmina, 14 anni)
In questo tema dovremo parlare delle nostre paure,
ma non sono veramente paure finché non ci troviamo faccia a faccia con
loro, prima sono solo cose che
o pensare di sapere come sono, almeno secondo me. Una paura
ricorrente nei ragazzi e nelle ragazze della nostra età è quella
dell’insuccesso, di non riuscire ad essere accettati dagli altri per
come si è veramente. Per questo
molte ragazze si nascondono dietro a una maschera ,molte volte per paura
e per mostrare il loro lato più duro ,quello senza paura di niente,
della persona forte e impassibile, mentre altre volte lo fanno per
essere accettate. Per colpire
i ragazzi fanno di tutto per mettersi in mostra e molte volte sono
ferite nell’orgoglio, però non si sfogano lì ma con la migliore amica
che capisce e dà consigli. I ragazzi
per essere accettati dagli altri ragazzi si inventano storie, dicendo di
avere fatto questo e quello, di essere stati con delle ragazze
fantastiche, ma quando la realtà esce fuori, fanno delle figure non
consigliabili. Ci sono
delle paure che accomunano ragazzi e ragazze, una è quella di perdere
una persona cara, come un familiare, mentre l’altra è staccarsi o
perdere l’amico/a più caro. Per parlare
delle proprie paure una persona non sempre cerca un coetaneo, ma anche
qualcuno di diversa età, più grande o più piccolo a seconda dei casi e
non sempre della stessa città. I genitori
vorrebbero che parlassi con loro delle tue paure, ma solo mettersi a
confronto con loro, come loro ti vorrebbero, è già una paura di
fallimento e di non essere come loro vogliono; quindi se i genitori
pretendono molto o troppo dai figli, i figli avranno paura
dell’insuccesso, perché credono di non essere come loro vogliono. Ho paura di
perdere le persone a cui voglio veramente bene come i familiari e gli
amici; posso dire questo, perché ho già provato questa esperienza. “Il tema che
abbiamo sviluppato in classe sulle paure e preoccupazioni di noi
studenti mi ha interessato particolarmente. Ritengo che
ognuno nel proprio intimo abbia qualcosa che lo rende teso e magari
leggermente malinconico, penso questo perché personalmente pure io, che
mi reputo una persona abbastanza forte, conservo dentro timori magari
apparentemente stupidi ma che poi condizionano in qualche modo la mia
vita.
Come prima cosa temo di perdere, a cause di morti
improvvise o non, le persone a me care (i miei familiari, le mie amiche
e i miei amici ed il mio ragazzo), oppure temo in luogo mostruoso di
deluderli perché a mio parere sarebbe come un segno di poca gratitudine
nei loro confronti, anche se in fondo non lo farei certamente con la
piena coscienza di ferirli. Ma a parte tutte queste piccolissime ma allo
stesso tempo enormi tradizionali paure, sento davvero una sorte di
impotenza davanti al futuro, infatti sono pervasa dal timore che un
giorno col crescere e con il prendere strade diverse le persone a cui ho
voluto bene si scordino completamente di me e di tutto ciò che abbiamo
vissuto insieme, oppure del caso contrario: cioè della possibilità che
in un futuro più o meno prossimo io possa dimenticare quei particolari
che nel mio passato avevano avuto un ruolo importante. Proprio per
questo stupidamente tendo sempre a lasciare qualcosa (una lettera o un
biglietto) di me a chiunque abbia davvero avuto in quel momento un ruolo
fondamentale. Potrà apparire una paura banale ma per me è davvero
impossibile non provarla, perché sarebbe davvero tragico per lamia
persona venire un giorno a sapere che colui o colei con cui ho condiviso
momenti speciali mi guarda con lo sguardo di chi ha soppresso tutto,
questo significherebbe che non sono mai contata niente. Questa cosa non
potrebbe mai succedermi perché per me il passato ha un’importanza
davvero particolare, per me infatti è la causa dei nostri atteggiamenti
nel presente, una sorta di patrimonio nel quale nessuno può e potrà
infierire, un qualcosa che appartiene solo al diretto interessato e che
nonostante i cambiamenti o le decisioni non potrà e non dovrà mai
staccarsi dalla nostra memoria… insomma qualcosa di eterno e
d’indistruttibile” (sesso F età 15 anni). “Le mie
paure sono tante ma una è la principale. Una mia paura fissa che mi
tormenta tutti i giorni è la paura di essere giudicata dagli altri. Ad
esempio il giorno quando mi devo preparare per andare a scuola o uscire
con gli amici non so mai come vestirmi, come pettinarmi ecc. Ho sempre
un’ansia che mi tormenta perché magari ho paura che mi prendano in giro
o appunto mi giudicano. Fino a qualche mese fa sinceramente questa paura
non l’avevo perché io mi vestivo come mi pareva senza stare a
preoccuparmi di cosa dicevano gli altri; ma da quando sono venuta alle
superiori vedo persone con maglie di marca, giubbotti di marca, scarpe
di marca ecc. Con questo non è che io voglia imitarli o seguire la moda,
ma in un certo senso siamo proprio noi ragazzi che siamo incoscienti
perché se magari una persona non è vestita con abiti firmati ma è una
persona intelligente, simpatica ecc. per noi non è nulla. Secondo noi
ragazzi una persona conta solo se ha abiti firmati e quindi solo per
l’aspetto. Anche mia mamma mi dice sempre che non devo stare dietro a
tutte le mode e a tutto quello che dicono i miei amici, ma se io non
facessi questo in qualche modo verrei esclusa perché, ripeto, oggi come
oggi la parte che conta di una persona non è quella interiore ma
l’aspetto fisico” (sesso F età 14 anni).
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