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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Direttore responsabile: Dario Cillo


 

In classe si parla di emozioni, i ragazzi rispondono

 

 

“Abbiamo parlato delle emozioni, di quando uno ha paura, o si arrossisce, come ci si sente in un posto nuovo o come si reagisce se veniamo isolati dagli amici…l’emozione che ci trasmettono i colori, i luoghi…

L’emozione è la risposta che dà il nostro corpo a qualcosa che ci accade (Chiara, 12 anni).

 

 

Jessica (15, anni): “Per me è stata un’esperienza utile perché ci ha fatto capire le ragioni del manifestarsi di determinati comportamenti e ci ha insegnato che in certi casi dobbiamo imparare a controllare le nostre emozioni, senza però reprimerle.

Sbagliando s’impara e comunque nessun uomo è un pazzo e non esistono casi irreparabili.

Per capire i comportamenti e gli atteggiamenti degli altri si deve risalire alle origini e alle cause che li hanno provocati.

 

 

Giulio (12 anni): “L’esperienza ci ha aiutato ad aprirci e a comunicare le nostre paure ,facendoci sentire più sicuri”.

 

 

Francesca (12, anni): “E’ importante la libertà di esprimere le proprie idee e di aprirsi.

Era valida anche la posizione dei ragazzi in cerchio che poneva tutti allo stesso livello”.

 

 

Michele (12, anni ): “Esperienza interessante perché fatta con una persona di grande esperienza.

Valida anche la drammatizzazione fatta dai ragazzi stessi”.

“Ho paura della mia aggressività cattiva perché non so mai quando può intervenire e sciupare tutto quello fatto con amore e pazienza (femmina, 14 anni)

 

 

In questo tema dovremo parlare delle nostre paure, ma non sono veramente paure finché non ci troviamo faccia a faccia con loro, prima sono solo cose che  o pensare di sapere come sono, almeno secondo me.

Una paura ricorrente nei ragazzi e nelle ragazze della nostra età è quella dell’insuccesso, di non riuscire ad essere accettati dagli altri per come si è veramente.

Per questo molte ragazze si nascondono dietro a una maschera ,molte volte per paura e per mostrare il loro lato più duro ,quello senza paura di niente, della persona forte e impassibile, mentre altre volte lo fanno per essere accettate.

Per colpire i ragazzi fanno di tutto per mettersi in mostra e molte volte sono ferite nell’orgoglio, però non si sfogano lì ma con la migliore amica che capisce e dà consigli.

I ragazzi per essere accettati dagli altri ragazzi si inventano storie, dicendo di avere fatto questo e quello, di essere stati con delle ragazze fantastiche, ma quando la realtà esce fuori, fanno delle figure non consigliabili.

Ci sono delle paure che accomunano ragazzi e ragazze, una è quella di perdere una persona cara, come un familiare, mentre l’altra è staccarsi o perdere l’amico/a più caro.

Per parlare delle proprie paure una persona non sempre cerca un coetaneo, ma anche qualcuno di diversa età, più grande o più piccolo a seconda dei casi e non sempre della stessa città.

I genitori vorrebbero che parlassi con loro delle tue paure, ma solo mettersi a confronto con loro, come loro ti vorrebbero, è già una paura di fallimento e di non essere come loro vogliono; quindi se i genitori pretendono molto o troppo dai figli, i figli avranno paura dell’insuccesso, perché credono di non essere come loro vogliono.

Ho paura di perdere le persone a cui voglio veramente bene come i familiari e gli amici; posso dire questo, perché ho già provato questa esperienza.

 

 

“Il tema che abbiamo sviluppato in classe sulle paure e preoccupazioni di noi studenti mi ha interessato particolarmente.

Ritengo che ognuno nel proprio intimo abbia qualcosa che lo rende teso e magari leggermente malinconico, penso questo perché personalmente pure io, che mi reputo una persona abbastanza forte, conservo dentro timori magari apparentemente stupidi ma che poi condizionano in qualche modo la mia vita.

Come prima cosa temo di perdere, a cause di morti improvvise o non, le persone a me care (i miei familiari, le mie amiche e i miei amici ed il mio ragazzo), oppure temo in luogo mostruoso di deluderli perché a mio parere sarebbe come un segno di poca gratitudine nei loro confronti, anche se in fondo non lo farei certamente con la piena coscienza di ferirli. Ma a parte tutte queste piccolissime ma allo stesso tempo enormi tradizionali paure, sento davvero una sorte di impotenza davanti al futuro, infatti sono pervasa dal timore che un giorno col crescere e con il prendere strade diverse le persone a cui ho voluto bene si scordino completamente di me e di tutto ciò che abbiamo vissuto insieme, oppure del caso contrario: cioè della possibilità che in un futuro più o meno prossimo io possa dimenticare quei particolari che nel mio passato avevano avuto un ruolo importante. Proprio per questo stupidamente tendo sempre a lasciare qualcosa (una lettera o un biglietto) di me a chiunque abbia davvero avuto in quel momento un ruolo fondamentale. Potrà apparire una paura banale ma per me è davvero impossibile non provarla, perché sarebbe davvero tragico per lamia persona venire un giorno a sapere che colui o colei con cui ho condiviso momenti speciali mi guarda con lo sguardo di chi ha soppresso tutto, questo significherebbe che non sono mai contata niente. Questa cosa non potrebbe mai succedermi perché per me il passato ha un’importanza davvero particolare, per me infatti è la causa dei nostri atteggiamenti nel presente, una sorta di patrimonio nel quale nessuno può e potrà infierire, un qualcosa che appartiene solo al diretto interessato e che nonostante i cambiamenti o le decisioni non potrà e non dovrà mai staccarsi dalla nostra memoria… insomma qualcosa di eterno e d’indistruttibile” (sesso F età 15 anni).

 

 

 

“Le mie paure sono tante ma una è la principale. Una mia paura fissa che mi tormenta tutti i giorni è la paura di essere giudicata dagli altri. Ad esempio il giorno quando mi devo preparare per andare a scuola o uscire con gli amici non so mai come vestirmi, come pettinarmi ecc. Ho sempre un’ansia che mi tormenta perché magari ho paura che mi prendano in giro o appunto mi giudicano. Fino a qualche mese fa sinceramente questa paura non l’avevo perché io mi vestivo come mi pareva senza stare a preoccuparmi di cosa dicevano gli altri; ma da quando sono venuta alle superiori vedo persone con maglie di marca, giubbotti di marca, scarpe di marca ecc. Con questo non è che io voglia imitarli o seguire la moda, ma in un certo senso siamo proprio noi ragazzi che siamo incoscienti perché se magari una persona non è vestita con abiti firmati ma è una persona intelligente, simpatica ecc. per noi non è nulla. Secondo noi ragazzi una persona conta solo se ha abiti firmati e quindi solo per l’aspetto. Anche mia mamma mi dice sempre che non devo stare dietro a tutte le mode e a tutto quello che dicono i miei amici, ma se io non facessi questo in qualche modo verrei esclusa perché, ripeto, oggi come oggi la parte che conta di una persona non è quella interiore ma l’aspetto fisico” (sesso F età 14 anni).

 


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