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I pensieri di Natale sono in parte volti a mondi irripetibili, a nostalgie (proiezioni su ciò-che-non-torna) tese a ri-evocare il tempo; ma la maggior parte sono in-tensionati, pro-tesi al Natale venturo, all’anno che verrà. Ci attende un anno difficile, forse terribile; ma anche un anno magnifico.
Un anno difficile……L’ennesima crisi economica sarà presa a pretesto per spostare ulteriormente ricchezza dai quasi-poveri ai ricchi; per sottrarre ai primi il “salario indiretto” (espressione del grande Ugo La Malfa) consistente in servizi sociali in materia sanitaria, scolastica e pensionistica. In tutto il mondo, l’unica cosa simile sarà un peggioramento delle condizioni di chi vive del proprio lavoro. I miliardari (in euro o in rubli o in dollari), passate allo Stato le perdite, continueranno a danzare sulla pancia dell’ex ceto medio, la nuova “classe proletaria” dei giovani, dei pensionati e dei lavoratori dipendenti. A Santarcangelo come a Pechino le strade continueranno a riempirsi di Porsche Cayenne, macchinoni da un litro al chilometro da parcheggiarsi rigorosamente sui marciapiedi, tanto le multe son pagate solo dagli sciocchi. Peraltro, chi consuma questi prodotti non paga le multe, nè le tasse e continuerà a non assolvere ai suoi doveri. Questo perchè (Crouch) siamo ormai in postdemocrazia, in un’epoca neototalitaria in cui il consenso viene fabbricato a seconda del denaro e della capacità di produzione di leggi utili di cui si dispone. Questo perchè siamo nella stagione del non-pensiero, di pensieri tele-comandati, semplificati, stereotipati, esecutivi, applicativi. Nella scuola molto ci tenterà alla rinuncia alla relazione (con i numeri che ci aspettano….) e al conoscere in cambio della produzione di competenze ostensibili, ben figuranti sugli schermi del sistema informativo globale.
……un anno magnifico. Sì, non ci crederete ma sarà un anno magnifico, poichè ciò che davero vale non sarà distrutto, essendo eterno. Nelle famiglie angosciate dalla mancanza o dalla precarietà del lavoro o dall’ipersfruttamento, ogni genitore continuerà comunque ad avere un sorriso per l’altro e per i propri figli. Resteranno per fortuna i Maestri, in un contesto storico differente e diverso ma con fedeltà alla perenne missione magistrale indicata da Giovanni Gentile, nella suprema dignità della Cattedra. “Maestro solo” o meno, gli insegnanti davvero Maestri reggeranno comunque il confronto con la più dura realtà (più alunni, stranieri, disagio, stress famigliare da precarietà economica, handicap) delle classi venture. La scuola continuerà nonostante tutto a offrire un orizzonte epistemologico e storico insieme (Dario Antiseri), affidabile almeno quanto fallibile e incerto, per l’intelligenza dell’essere attraverso le vie dell’esistere pedagogico: offrire conoscenze e saperi (conoscenze in atto) di qualcuno, essenziali in quanto lasciano essere anziché trasmettere statuti di ciò che la cultura dà per essente; conoscenze e saperi offerti da qualcuno a qualcun altro, da volto a volto. Se il conoscere che si impara a scuola non fosse in primo luogo interpretativo dell’essenziale sarebbe chiacchiera, addestramento a mere competenze, introduzione al culto del Nulla, alla rassegnazione, alle prestazioni anonime e dunque insensate. I ragazzi hanno bisogno di un volto che –insieme ad altri volti- racconti dell’Intero. Hanno bisogno di segni essenziali di indicazione; non possono essere lasciati nel nichilismo della frammentualità ma nemmeno nella rarefazione del conoscere. Gli insegnanti e chiunque abbia un ruolo educativo devono aver modo di detenere uno spazio proprio, per dire qualcosa di proprio nella relazione con gli altri, per essere se stessi anche grazie ai colleghi consentendo agli alunni di attuare il loro essere nella pienezza dell’ambiente pedagogico. Un anno magnifico: sapremo ripensare alle strutture dell’istruzione come a luoghi per la formazione integrale di tutto l’uomo; costituirvi un punto di forza nella coscienza di un soggetto intero proteso all’Intero e, lasciando perdere l’infatuazione ipermoderna per la “competenza” (qualità molto apprezzata nei muli dell’orvelliana Animal farm), condurre la nave nelle direzione indicata dalla essenziale direzione di senso: l’atto puro della educazione all’ indifferenziata capacità di conoscere.
Sarà, l’anno magnifico in cui la luce degli occhi della nostra donna ci condurrà a nuovi pensieri, in cui il suo cuore darà forza nelle difficoltà e coraggio nelle decisioni. Anche se perdenti agli occhi del mondo, con Lei accanto saremo sempre vincitori. Lo sguardo della donna che ci ama sottrae l’uomo al secolo, lo rende eterno; stringerle la mano significherà sempre non essere trascinati via dalla contingenza, ancorarsi a ciò che assolutamente vale, sospinti nella luce, verso il mondo venturo. Con Lei al fianco, nessuna paura, solo speranze e una ragione assoluta per rendere ogni giorno un grazie al Destino. |
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