Collegio
Vescovile S. Alessandro
Bergamo
PROGETTO QUALITÀ
La nostra scuola, allinterno delle iniziative programmate per il 150° anno di fondazione, ha accettato di partecipare a un progetto nazionale di ricerca sulla qualità della scuola cattolica, finalizzato a individuare gli indicatori di qualità di una scuola cattolica e a migliorarne in tal modo il servizio. La ricerca, proposta dalla Fidae e condotta dallUniversità Cattolica di Milano (direttore della ricerca il Prof. Scurati) è caduta in un periodo particolarmente delicato della vita della scuola cattolica italiana, caratterizzato da un lato dal forte calo di iscrizioni e dalla conseguente chiusura di diversi istituti, dallaltro dalle novità legislative, non ultima quella relativa alla parità scolastica. Si cercherà in queste pagine di tracciare un po la storia della ricerca tramite le tappe e i documenti più significativi, chiarendo che tale iniziativa ha già avviato nel nostro istituto significative azioni di miglioramento della funzionalità, del servizio, della didattica e del progetto educativo; è chiaro che i risultati si vedranno col tempo, ma si auspica che il lavoro prodotto possa realmente diventare un incentivo alliniziativa per migliorare ciò che non va e una conferma e rafforzamento del positivo che già è presente nel Collegio S. Alessandro.
Un ultimo chiarimento: il progetto si è avviato nellaprile del 1996 e si concluderà alla fine dellanno solare 1997 con la pubblicazione della ricerca da parte dello staff di Milano; referenti nella nostra scuola sono stati i professori Noris, Paris e Sisana.
1^ tappa
CONVEGNO CHIANCIANO 13-16 APRILE 1996
Nella relazione introduttiva il Prof. Scurati ha dato alcune linee interpretative della proposta.
Il tema della qualità trova senso in tre motivi:
Sono importanti alcune distinzioni:
La qualità, in fondo, è ciò che noi pensiamo di noi.
Altri relatori hanno portato significativi contributi.
Si è per esempio sottolineata limportanza della dimensione europea = essere alla pari con lEuropa, attenzione che propone tre conseguenze:
E stata ribadita la centralità di alcuni concetti:
Dunque qualità = idea regolativa dellessere scuola cattolica e idea regolativa dellautonomia, dellessere scuola europea; a tal proposito non esiste una qualità assoluta, ma la qualità è sempre relativa e in relazione e deve basarsi su capacità di misurazione, interpretazione e azione.
La quantità è il principio di oggettività; è oggettivo tutto ciò che è misurabile, tramite strumenti concordati.
La qualità è soggettiva, in quanto dipende dal punto di vista dellosservatore; diventa oggettivo, in questo ambito, tutto ciò che è condiviso a posteriori, mediante strumenti e indicatori.
Autoanalisi come principio di cambiamento che genera innovazione.
Tale autoanalisi può essere normativa (dallalto, dallo stato) o provenire dalla base.
In ogni caso lautoanalisi di istituto è processo di autonomia, che rende professionisti, mettendo in atto processi decisionali in tempo reale:
Necessità dellautoanalisi, per cambiare; il controllo esterno, infatti, attualmente è solo burocratico. Si devono cambiare gli operatori, e ciò è possibile solo in autoanalisi, in quanto di fronte ad analisi esterne noi ci chiudiamo a riccio. Gli unici veri valutatori del servizio scolastico sono i docenti.
Linee guida, già applicate in paesi anglosassoni:
Si è chiarito poi il metodo proposto della ricercazione
Caratteristiche essenziali:
Emergenze significative della ricercazione:
2^ tappa
CONVEGNO MILANO GIUGNO 1996
Prima di avviare la ricerca, sono stati ulteriormente chiariti alcuni concetti fondamentali per la stessa.
Indicatori: costituiscono un metodo, che ha un suo contenuto operativo.
Finalità:
La scuola è un mondo di tipo interpretativo, poiché ci passano la cultura, le menti, le persone: La scuola produce senso per tutti, perché la scuola è un luogo globale.
Gli indicatori si costruiscono, perché ogni scuola costruisce la sua rete; dunque si lavora sul micro.
Gli indicatori sono specchi o autoprovocazioni dal proprio interno? sono precostituiti o costruiti? Gli indicatori siamo noi, sono coloro che li pensano.
Quale è il livello di immedesimazione? Non si deve solo prendere da altri, ma bisogna entrare nei panni di ciò che si vuole fare.
Attraverso gli indicatori, quali sono i livelli di apprendimento professionale che entrano in gioco? Vanno scartati gli apprendimenti stupidi, meccanici e vetrinistici. In ogni ricerca professionale sulla scuola cè sempre in gioco il docente, in quanto il "per sempre" non è dellalunno, ma dellinsegnante; è linsegnante che deve trovare il proprio miglioramento qualitativo interno.
Attenzione alla differenza fra autoreferenzialità e autoriflessività; un buon professionista è quello che applica la seconda operazione.
Anche gli indicatori partono da un livello "aggressivo" nei confronti della scuola; la scuola è passata da un livello di intoccabilità ed autoesaltazione a una fase critica e polemica. Viene messa in crisi lautoreferenzialità della scuola. La risposta seria è lautoriflessività: lindicatore risponde a tale bisogno, perché ci aiuta a uscire dalla autoreferenzialità per entrare in una dimensione autoriflessiva (analisi, critica, narrazione, descrizione, ridefinizione ecc.)
Chiarezza sui concetti-chiave:
Non esiste una qualità assoluta, ma relativa alla singola scuola. Ciò nega alla radice il discorso di competizione fra scuole. La qualità è unidea regolativa, è una tendenza che si sottopone a continue modifiche. Qualità è lautoanalisi dellistituto su criteri indicatori stabiliti dallistituto stesso; si individueranno dunque punti di forza e punti di debolezza per costruire su di essi il miglioramento. Léquipe centrale mette a punto alcuni strumenti, ne discute, risintetizza il materiale che arriva sulla applicazione degli strumenti ecc.
Come si svolge la ricerca
Ogni scuola ha uno o più referenti che organizzano il lavoro locale e tengono i collegamenti con léquipe. Obiettivi generali:
Prodotto atteso:
Modalità di lavoro
Seminari centrali
Lavoro locale:
Il primo lavoro assegnato dallo staff ai referenti è stato quello di analizzare il PEI e gli altri documenti ufficiali della scuola in base a una griglia di fattori di qualità proposta. Anche la nostra scuola ha lavorato come commissione in tal senso.
3^ tappa
CONVEGNO MILANO NOVEMBRE 1996
Si è avuta da parte dello staff la restituzione della 1^ fase del lavoro, dalla quale è emersa una prima risistemazione della mappa dei fattori di qualità; si è poi avviata la 2^ fase: dopo aver constatato e registrato il dichiarato, la scuola si è attivata per cercare di capire il percepito, cioè ciò che effettivamente lutenza avverte come presenza e assenza, al di là di quanto si dichiara nei documenti. Lo strumento proposto per tale fase è stato un questionario piuttosto complesso e articolato, dal quale fare emergere i punti di forza e di debolezza della nostra scuola.
Si riportano le modalità di somministrazione del questionario:
Dunque la 2^ fase del Progetto Qualità ha visto impegnate rappresentanze di tutte le componenti della suola (dirigenti, docenti, alunni, genitori, non-docenti, ex-allievi). La commissione sulla qualità ha letto e catalogato tutti i questionari raccolti; pur essendole concesso uno spazio di discrezione e libertà, ha cercato di lavorare nel modo più oggettivo possibile, mantenendo come criterio principale quello quantitativo legato al numero delle risposte; ha lamentato una limitata partecipazione del corpo insegnante allindagine; dalle risposte sono emersi come esiti importanti la soddisfazione degli utenti sulla Presidenza e sullordine e pulizia della nostra scuola e la richiesta generalizzata di una maggiore apertura verso la realtà scolastica e il territorio.
4^ tappa
CONVEGNO MILANO MARZO 1997
Dopo la restituzione dei risultati relativi alla lettura dei questionari (2^ fase), è stata avviata la 3^ e ultima fase della ricerca, avente come obiettivo quello di individuare, allinterno delle priorità di sviluppo delle singole scuole, gli indicatori nominali e metrici atti a definire i fattori di qualità della scuola cattolica.
Questo ultimo momento dellindagine, di competenza della Commissione qualità, è partito dallanalisi dellagito, cioè di ciò che viene effettivamente realizzato attualmente nella nostra scuola, e da lì, attraverso lindividuazione di una serie di quesiti o di dati, ha mirato a portare la scuola a realizzare effettivi e concreti interventi di miglioramento, in coerenza con quanto viene dichiarato (1^ fase) e con ciò che è percepito (2^ fase).
Il metodo di lavoro applicato dalla commissione è stato il seguente:
Per ognuno dei cinque fattori sono state prodotte due schede:
Riportiamo tutte le schede di lavoro n° 2 e 3, sia della scuola Media che della Superiore, in quanto si tratta di preziosissime fotografie della nostra scuola relative ai fattori di qualità in oggetto. Viene anticipata alle schede compilate la pubblicazione di una scheda n° 2 , di una scheda n° 3 e di una scheda n° 4 in bianco, per documentare gli strumenti di lavoro che sono stati impiegati.
RICERCA F.I.D.A.E. 1996/97 "LA QUALITA NELLA SCUOLA"
SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Ordine di scuola:
FATTORE DI QUALITA: DEFINIZIONE: |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
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RICERCA F.I.D.A.E. 1996/97 "LA QUALITA NELLA SCUOLA"
SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Ordine di scuola:
FATTORE DI QUALITA: | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
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SCHEDA DI LAVORO 4 - VERIFICA INDICATORI DI QUALITA
Istituto: Ordine di scuola:
FATTORE DI QUALITA: |
AMBITO DI INDAGINE: |
INDICATORE DI QUALITA: |
LIVELLO DI MISURAZIONE: o NOMINALE o METRICO
VERIFICA ADEGUATEZZA |
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CRITERIO |
DOMANDA |
SI |
NO |
UTILITA |
I dati rilevati sono utili? | ||
COMPRENSIBILITA |
Il dato rilevalo è chiaro? | ||
VALIDITA |
Lindicatore è congruente con il fattore di qualità a cui si riferisce? | ||
COMPARABILITA |
Il dato ottenuto consente confronti nel tempo/tra diverse scuole? | ||
FATTIBILITA |
I dati richiesti sono agevolmente reperibili? | ||
NOTE:
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MODALITA DI ELABORAZIONE |
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DATI NECESSARI |
MODALITA DI CALCOLO |
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DATI RELATIVI AGLI ULTIMI TRE ANNI SCOLASTICI |
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1994/95 |
1995/96 |
1996/97 |
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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
FATTORE DI QUALITA: Apertura alla
diversità DEFINIZIONE: Apertura a forme diverse di alterità socio-culturale nella accoglienza di nuovi alunni e nella gestione dellattività educativa |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Realizzazione della educazione interculturale
verso tutti Realizzazione della educazione alla tolleranza Realizzazione di una dimensione di accoglienza Realizzazione di un ambiente multietnico Realizzazione della flessibilità organizzativa, strutturale, didattica Realizzazione di un ambiente incoraggiante |
Progetti di intercultura Presenza di alunni di nazionalità e religioni diverse Clima di rispetto, di accettazione e di accoglienza Integrazione dei percorsi didattici |
Diversificazione dovuta a diversa estrazione
familiare Incapacità di gestire la creatività dei singoli (tendenza a standardizzare) Autolimitazione dellutenza a causa dei costi elevati Mancanza di confronto politico Mentalità chiusa di molti insegnanti verso i cambiamenti della società Assenza di proposte per iniziative di volontariato Chiusura allhandicap |
Attenzione/aiuto (integrazione sociale) verso
stranieri, bisognosi, handicappati, diversi Tolleranza politica, religiosa e culturale Apertura ai problemi sociali con esperienze concrete di volontariato Incontri con la psicologa Creazione di borse di studio Realizzazione della comunità Introduzione della retta per fasce di reddito |
Realizzazione della educazione interculturale
verso tutti Realizzazione della educazione alla tolleranza Realizzazione di una dimensione di accoglienza Realizzazione di un ambiente multietnico Realizzazione di un sistema diversificato per il pagamento della retta scolastica |
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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
FATTORE DI QUALITA: Apertura alla diversità | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Realizzazione della educazione interculturale
verso tutti
Realizzazione della educazione alla tolleranza
Realizzazione di una dimensione di accoglienza
Realizzazione di un ambiente multietnico
Realizzazione di un sistema diversificato per il pagamento della retta scolastica |
Cè una prassi consolidata sulla gestione dei progetti interculturali? Cè una storia valutativa e documentata di queste esperienze?
La tolleranza rientra tra gli obiettivi dichiarati nel progetto educativo? La tolleranza rientra nella programmazione didattica? Con quale stile e con quali comportamenti?
Esistono progetti di accoglienza? Cè uno staff deputato a tale compito?
Ci sono borse di studio che favoriscano linserimento di alunni di altre culture?
Le rette sono decise da chi è responsabile del PEI? Cè un progetto per la diversificazione delle rette? |
N° alunni che hanno partecipato singolarmente
a esperienze di intercultura N° classi che hanno partecipato a scambi interculturali N° docenti che promuovono liniziativa N° di relazioni fornite su tali esperienze
N° di riferimenti espliciti alla tolleranza nel PEI N° di ore di lezione o integrazione dedicate al tema
N° di esperienze di accoglienza a inizio anno N° di esperienze di accoglienza nel corso dellanno
Quanti alunni provenienti dallestero sono stati accolti nella nostra scuola?
Indice di aumento della retta scolastica negli ultimi tre anni N° di posti gratuiti o semi-gratuiti assegnati negli ultimi tre anni |
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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
DEFINIZIONE: Impegno, collaborazione e condivisione delle scelte educative ed organizzative da parte del personale docente e non docente | ||||
PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Condivisione di valori e opinioni Raccordo tra discipline Collegamento con lambiente esterno Modalità di funzionamento dei gruppi Clima relazionale interno |
Continuità di presenza del gruppo docente Sforzo di dialogo e di tolleranza reciproca Collegialità di gruppi informali che gestiscono esperienze integrative |
Il singolo docente:
Il Consiglio di classe:
Il Collegio docenti:
La Comunità.
|
Potenziare le azioni pedagogiche comuni a
favore dei più deboli Verifiche comuni per classi parallele Migliorare la concordia e laffiatamento, per risultare credibili Favorire gli scambi di informazioni fra docenti e genitori/alunni Portare il Collegio docenti a concludere i dibattiti con delibere formalmente votate e a verificarne lattuazione |
Condivisione di valori e opinioni Raccordo tra discipline Modalità di funzionamento dei gruppi Clima relazionale interno |
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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
FATTORE DI QUALITA: Coesione del personale | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Condivisione di valori e opinioni
Raccordo tra discipline
Modalità di funzionamento dei gruppi
Clima relazionale interno
|
Ci sono gruppi di docenti che gestiscono esperienze integrative? Queste iniziative sono apprezzate e valorizzate?
Nel Consiglio di classe cè la volontà di produrre percorsi didattici coordinati? Nel Consiglio di classe cè un coordinamento sulla distribuzione del carico di lavoro settimanale degli alunni? Nella formulazione dellorario viene presa in considerazione questa finalità? Ci sono verifiche didattiche comuni per classi parallele?
Istituzionalmente sono previste figure di riferimento (coordinatori, responsabili, animatori...)? Esiste un piano di lavoro annuale? Cè comunicazione tra i gruppi e con la comunità?
Esistono momenti di incontro e di comunione? Esistono spazi e luoghi a ciò deputati? Le varie esperienze vengono socializzate? |
N° dei gruppi di docenti interessati a tali
iniziative N° dei docenti interessati a tali iniziative Periodicità delle riunioni N° delle iniziative prodotte N° di inserimenti allO.d.g. dellargomento
N° delle richieste personali accettate dalla Presidenza per la formulazione dellorario N° di iniziative di aggiornamento o di incontri per docenti della stessa disciplina
N° figure di riferimento Tempo dedicato allargomento in sede di programmazione N° relazioni fornite dai gruppi
|
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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
FATTORE DI QUALITA: Integrazione con
il sistema scolastico DEFINIZIONE: Interazione e raccordo con le altre scuole pubbliche statali e non statali e con lAmministrazione scolastica |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Attenzione allinformazione e
allintegrazione allinterno del sistema formativo locale Presenza attiva nella rete di collaborazioni tra scuole Ricerca di interazioni comuni allinterno di percorsi, esperienze, progetti Apertura alla dimensione europea Ricerca di forme comuni di valutazione (di efficienza/ef-ficacia) del sistema scolastico locale Attenzione ai raccordi fra ordini e gradi scolastici Attenzione alla dimensione distrettuale
|
Il Preside si tiene in contatto con altre scuole Scambi interculturali, sia individuali che collettivi Attività sportiva esterna Gare di matematica e fisica Comitato Studenti Cattolici Internet Ci sono rappresentanti negli organismi distrettuali |
Non cè contatto con i licei di Bergamo Non si conoscono progetti di altre scuole, neanche cattoliche Chiusura verso esperienze non cattoliche Non cè collaborazione con leditoria scolastica esterna Chiusura dovuta a autocompiacimento nostro e/o pregiudizio dallesterno Non viene seguita la realtà culturale sociale e scolastica della provincia |
Confronto fra scuole su programmi, metodi e
sistemi educativi Coordinamento su valutazione, recupero, attività integrative Presenza nelleditoria scolastica cittadina e provinciale Consolidamento dellesperienza di intercultura open day Presenza di docenti e studenti allinterno del dibattito politico-culturale Clima di collaborazione fattiva con la scuola statale, anche sul tema della parità |
Attenzione allinformazione e
allintegrazione allinterno del sistema formativo locale Presenza attiva nella rete di collaborazioni tra scuole Ricerca di interazioni comuni allinterno di percorsi, esperienze, progetti Apertura alla dimensione europea Ricerca di forme comuni di valutazione (di efficienza/efficacia) del sistema scolastico locale
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RICERCA F.I.D.A.E. 1996/97 "LA QUALITA NELLA SCUOLA"
SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
FATTORE DI QUALITA: Integrazione con il sistema scolastico | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Attenzione allinformazione e
allintegrazione allinterno del sistema formativo locale
Presenza attiva nella rete di collaborazioni tra scuole
Ricerca di interazioni comuni allinterno di percorsi, esperienze, progetti
Apertura alla dimensione europea
Ricerca di forme comuni di valutazione (di efficienza/efficacia) del sistema scolastico locale
|
Abbiamo rappresentanti allinterno del Consiglio Distrettuale? Abbiamo rappresentanti nellOsservatorio della scuola cattolica, nella Consulta dellAnimazione cristiana scuola, nellAgesc e in altre organizzazioni cattoliche? Abbiamo rappresentanti o referenti negli organi di informazione? Esistono strutture di raccordo sui temi della valutazione, della didattica e del recupero? Esiste un coordinamento tra le varie attività integrative a) con scuole cattoliche? b) con scuole statali? Se esiste, fa capo a un responsabile formalmente incaricato di ciò? Esistono progetti strutturali e sistematici? Esistono unità didattiche e spazi dedicati allunione europea? Esistono ricerche di forme comuni di valutazione del sistema scolastico bergamasco?
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Quante persone della nostra scuola sono impegnate come rappresentanti a vario titolo negli organismi scolastici del territorio?
Con quale frequenza la nostra scuola è al centro dellattenzione dei mass media locali? Quanti corsi di aggiornamento aperti ad altre scuole sono stati organizzati dalla nostra su tali temi?
Quante ore sono dedicate in un anno nella nostra programmazione al tema dellEuropa unita? |
RICERCA F.I.D.A.E. 1996/97 "LA QUALITA NELLA SCUOLA"
SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
FATTORE DI QUALITA: Funzionalità
sviluppo professionale DEFINIZIONE: Opportunità formative e di crescita professionale per il personale della scuola |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Mappa bisogni formativi dei docenti Monte ore aggiornamento/ monte ore attività di docenza Miglioramento attività professionale
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Iniziative personali di aggiornamento Iniziative di aggiornamento dei docenti promosse dalla scuola Relazioni sullAnnuario di corsi di aggiornamento frequentati dai singoli La suola informa sulle proposte di aggiornamento presenti sul territorio Iniziativa della scuola cattolica di Bergamo per la formazione dei neoassunti |
Non esiste una mappa dei bisogni formativi dei
docenti e una conseguente programmazione collegiale delle iniziative di aggiornamento Non cè lobbligo contrattuale di partecipare a corsi daggiornamento esterni alla scuola Mancanza di incentivi di varia natura al miglioramento dellattività professionale Non esiste un progetto di formazione differenziata rivolta a eventuali figure di staff (promotori attività integrative, tutors ecc.) |
Trovare modalità di incentivazione
allaggiornamento Definire la mappa dei bisogni formativi dei docenti (per tutti, per anzianità, per materie affini, per percorsi curricolari ecc.) Capacità e volontà di programmare laggiornamento su base pluriennale preparare le figure di staff |
Mappa bisogni formativi dei docenti
Miglioramento attività professionale Miglioramento della funzionalità organizzativa
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RICERCA F.I.D.A.E. 1996/97 "LA QUALITA NELLA SCUOLA"
SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
FATTORE DI QUALITA: Funzionalità sviluppo professionale | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Mappa bisogni formativi dei docenti
Miglioramento attività professionale
Miglioramento della funzionalità organizzativa
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Esiste unindagine sulle priorità formative indicate dai docenti? Esiste un percorso specifico di formazione per i neoassunti?
La scuola richiede attestazioni o autocertificazioni di frequenza a corsi di aggiornamento esterni? Cè la volontà di ottimizzare le risorse docenti specializzandole su un unico ciclo (biennio o triennio)? Quali incentivazioni sono offerte per sollecitare la formazione professionale?
E ipotizzato il ricorso a figure di staff per migliorare la funzionalità organizzativa?
|
Quanti docenti attualmente in servizio hanno potuto usufruire di tale opportunità?
Quante ore di aggiornamento collegiale sono state organizzate allinterno della scuola? Quanti docenti attualmente lavorano contemporaneamente sia nel biennio che nel triennio? In quale percentuale? N° di insegnanti inviati a corsi residenziali ed esonerati temporaneamente dallinsegnamento
Quante sono attualmente le figure di staff? |
RICERCA F.I.D.A.E. 1996/97 "LA QUALITA NELLA SCUOLA"
SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
FATTORE DI QUALITA: Successo
scolastico interno DEFINIZIONE: Risultati formativi accertati dalla scuola |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Fenomeni di abbandono scolastico Fenomeni di bocciatura Regolarità corso di studi Tassi di insufficienze Valori medi giudizi/voti
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Consapevolezza del problema recupero-sostegno e produzione di documenti orientativi e operativi Svolgimento sistematico di attività curricolari ed extra-curricolari di recupero e sostegno Assenza di corsi preparatori ad esami di idoneità e assenza degli esami medesimi Produzione di un documento collegiale sugli obiettivi educativi e didattici e sulla prassi valutativa Test dingresso e iniziative di accoglienza |
Assenza di una riflessione collegiale sul
fenomeno dellabbandono scolastico e dei trasferimenti in corso danno Scarsa coerenza, nella valutazione finale, fra profitto, maturazione umana e potenzialità Utilizzo solo di una fascia ristretta di voti Significato diverso attribuito al medesimo voto da parte dei singoli docenti Scarsa volontà di valutare gli esiti didattici ed educativi delle classi in uscita Carenza di indicazioni ad alunni e famiglie sul riorientamento o sulla ripetenza in caso di bocciatura |
Analisi attenta del fenomeno
dellabbandono scolastico e dei trasferimenti in corso danno da parte del
Collegio docenti e dei Consigli di classe interessati Individuazione degli indicatori relativi alla maturazione umana e alle potenzialità culturali e personali Revisione delle modalità e dei tempi di attuazione del recupero Chiarire meglio la differenza fra votazione e valutazione Riflettere sugli esiti delle classi in uscita Impegno del Consiglio di classe a definire indicazioni di riorientamento in caso di bocciatura Attivare azioni specifiche in conseguenza dei test dingresso |
Fenomeni di abbandono scolastico Fenomeni di bocciatura
Valori medi giudizi/voti Iniziative di recupero e sostegno
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RICERCA F.I.D.A.E. 1996/97 "LA QUALITA NELLA SCUOLA"
SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)
FATTORE DI QUALITA: Successo scolastico interno | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Fenomeni di abbandono scolastico
Fenomeni di bocciatura
Valori medi giudizi/voti
Iniziative di recupero e sostegno
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Esiste una "banca dati" sul fenomeno dellabbandono scolastico? I dati sono conosciuti? I dati sono oggetto di riflessione e del Collegio dei docenti? Il Consiglio di classe è interpellato ufficialmente prima della concessione di un nullaosta?
Viene data lopportunità alle famiglie di ascoltare dal consiglio di classe le motivazioni di una bocciatura?
Cè un documento del Collegio docenti in cui sono declinati gli indicatori sulla maturazione umana e sulle potenzialità culturali e personali? Si valorizzano nella valutazione finale le competenze culturali extrascolastiche? Il Collegio docenti attua iniziative per informare alunni e genitori sul valore collegiale e pedagogico della valutazione? Il collegio docenti attua iniziative per informare alunni e genitori che il voto è uno degli elementi della valutazione? A settembre viene dedicata una riunione per una valutazione globale didattico-educativa sulle classi diplomatesi nellanno precedente?
Il Collegio docenti è disponibile a pensare e assumere iniziative flessibili di recupero, anche a seguito della legge sullautonomia (per es. studio pomeridiano collettivo assistito da un docente)? |
Media degli alunni che nel corso del
quinquennio abbandonano la nostra scuola N° degli alunni che abbandonano classe per classe
Media di alunni bocciati per ogni anno di corso Media di alunni bocciati per ciclo (biennio e triennio)
Voto medio di ciascuna classe nello scrutinio finale Cfr. fra voto medio al termine del primo quadrimestre e voto finale per ciascuna classe
Tempi dellanno in cui si sono concentrati i recuperi Media di ore di recupero per materia |
RICERCA F.I.D.A.E. 1996/97 "LA QUALITA NELLA SCUOLA"
SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Partecipazione
dellutenza DEFINIZIONE: Coinvolgimento di famiglie e studenti nella definizione della proposta formativa della scuola e sostegno al ruolo educativo della famiglia |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Occasioni di incontro e di crescita familiare Sostegno alle famiglie Funzionamento organi collegiali Autonomia degli studenti Modalità di informazione sulla proposta formativa Condivisione scelte educative |
Ci sono molteplici iniziative, anche di un certo spessore, per coinvolgere genitori e studenti | I genitori non condividono il percorso
educativo della scuola Latteggiamento dei genitori è spesso distruttivo Linterazione fra scuola e genitori è solo "formale" E molto diffuso lastensionismo dei genitori Gli studenti partecipano volentieri solo alle attività sportive Le attività formative proposte dalla scuola sono spesso "improvvisate" |
Esplicitare con più fermezza ai genitori gli obiettivi educativi Puntare sulla qualità dei genitori nei Consigli di classe Stimolare i genitori con progetti concreti e più coinvolgenti Ipotizzare percorsi didattici che aiutino gli alunni a cogliere "il positivo" della scuola |
Occasioni di incontro e di crescita familiare Sostegno alle famiglie Funzionamento organi collegiali Autonomia degli studenti Modalità di informazione sulla proposta formativa Condivisione scelte educative |
RICERCA F.I.D.A.E. 1996/97 "LA QUALITA NELLA SCUOLA"
SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Partecipazione dellutenza | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Occasioni di incontro e di crescita familiare
Sostegno alle famiglie
Funzionamento organi collegiali
Autonomia degli studenti
Modalità di informazione sulla proposta formativa Condivisione scelte educative |
La scuola propone occasioni di incontro con le
famiglie? Riguardano questioni esclusivamente didattiche? La scuola predispone progetti di sostegno educativo alla famiglia? Esistono riferimenti espliciti nella programmazione? Esiste una collaborazione attiva fra Consiglio di classe e rappresentanti dei genitori. Esistono esperienze didattiche che mettono al centro, da protagonisti, gli alunni? La proposta formativa avviene solo in entrata o è sottoposta a verifica anche in itinere? Esistono strumenti per rilevare una presa datto effettiva delle scelte educative della scuola da parte dei genitori? |
N° incontri proposti dalla scuola per le
singole classi N° incontri di carattere extra-didattico
N° progetti di sostegno educativo alla famiglia N° di riferimenti espliciti nella programmazione
N° progetti elaborati in comune fra Consiglio di classe e rappresentanti dei genitori N° esperienze didattiche autogestite dagli alunni
N° incontri in entrata N° incontri di verifica in itinere N° strumenti per rilevare una presa datto effettiva delle scelte educative della scuola da parte dei genitori.
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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Continuità
educativa e orientamento DEFINIZIONE: Modalità di raccordo tra i diversi ordini di scuola e di supporto alle scelte scolari e post-scolari |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Informazioni sulle opportunità future Interventi mirati di orientamento Test attitudinali/strumenti per lorientamento Esperienze di lavoro Esperienze di volontariato Coinvolgimento degli ex-alunni nelle iniziative di continuità/orientamento Congruenza tra aspettative dei genitori e consigli dei docenti Comunicazione tra ordini di scuola Collaborazione tra ordini di scuola |
Il lavoro della psicologa è proficuo e
corretto Alla fine del ciclo delle medie si elabora un profilo attitudinale dellalunno |
Non cè collegamento di senso fra
attività didattica quotidiana e orientamento; sono settori che procedono in modo separato Si confonde lorientamento della persona-individuo con la scelta scolastica del dopo-obbligo Il giudizio finale di orientamento è poco chiaro e condiviso in modo difforme dal Consiglio di classe Gli indirizzi per la scelta scolastica del dopo-obbligo vengono forniti tardivamente
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Corsi daggiornamento degli insegnanti sul significato dellorientamento Maggiore collaborazione fra psicologa e Consiglio di classe Far conoscere maggiormente il mondo del lavoro Anticipare la consegna della documentazione sullindirizzo scolastico futuro Evitare di ridurre lorientamento a puro indirizzo scolastico |
Informazioni sulle opportunità future Interventi mirati di orientamento Test attitudinali/strumenti per lorientamento
Esperienze di lavoro
Congruenza tra aspettative dei genitori e consigli dei docenti
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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Continuità educativa e orientamento | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Informazioni sulle opportunità future
Interventi mirati di orientamento
Test attitudinali/strumenti per lorientamento
Esperienze di lavoro
Congruenza tra aspettative dei genitori e consigli dei docenti
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La psicologa incontra i ragazzi a livello di classe? La psicologa incontra i ragazzi a livello individuale? La psicologa è presente nei consigli di classe?
Gli interventi di orientamento sono predisposti dalla psicologa o sono il frutto di uno scambio psicologa-Consiglio di classe?
Come sono somministrati i test attitudinali? Sono obbligatori o liberi?
Sono progettate esperienze concrete di lavoro allinterno del percorso di orientamento?
Sono programmati incontri di verifica fra Consiglio di classe e genitori sul tema dellorientamento? |
N° incontri della psicologa a livello di
classe N° incontri della psicologa a livello individuale N° di presenze della psicologa nei Consigli di classe
N° delle occasioni di incontro fra Consigli di classe e psicologa per singola classe (vedi O.d.g.)
N° alunni che accedono ai test N° alunni che non accedono ai test
N° esperienze concrete di lavoro allinterno del percorso di orientamento
N° incontri di verifica fra Consiglio di classe e genitori sul tema dellorientamento per 3^ media |
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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Efficienza
servizi amministrativi DEFINIZIONE: Funzionalità della gestione amministrativa in rapporto ai compiti educativi dellIstituto |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Celerità dei servizi Trasparenza delle procedure Informatizzazione dei servizi Flessibilità orari Definizione dei ruoli Collegamento con altre scuole |
Lamministrazione è affidata a persone competenti e diligenti | La scuola non è indipendente nelle sue scelte
dallOpera S. Alessandro Il costo della retta è troppo elevato Gli stipendi degli insegnanti sono troppo bassi Non è razionalizzata lubicazione degli ambienti scolastici Si spendono troppi soldi per dettagli non influenti; si spende troppo poco per la didattica Eccessivo risparmio rispetto al riscaldamento |
Indipendenza economica della scuola
dallOpera S. Alessandro; richiesta formale al Vescovo Impostare la retta per fasce di reddito Livellare gli stipendi a quelli statali Modificare lubicazione delle aule della scuola media Razionalizzare le spese non a scapito della didattica Riscaldare gli ambienti
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Ambiti elaborati tutti ex-novo Indipendenza amministrativa della scuola Adeguatezza delle rette Retribuzione del personale Razionalizzazione di ambienti e spese
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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Efficienza servizi amministrativi | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Indipendenza amministrativa della scuola
Adeguatezza delle rette
Retribuzione del personale
Razionalizzazione di ambienti e spese
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Esistono ipotesi progettuali per lindipendenza amministrativa della scuola dallOpera S. Alessandro? Sono mai state prese in considerazione?
Esistono ipotesi progettuali per una proposta di rette per fasce? Sono mai state prese in considerazione?
Si è mai discusso sulladeguamento degli stipendi a quelli statali?
Esistono ipotesi progettuali per una razionalizzazione degli ambienti (ubicazione aule della scuola media)? Sono mai state prese in considerazione? |
N° ipotesi progettuali (vedi verbali
Consiglio di Istituto) N° ipotesi progettuali prese in considerazione (vedi verbali Consiglio di Istituto)
N° ipotesi progettuali (vedi verbali Consiglio di Istituto) N° ipotesi progettuali prese in considerazione (vedi verbali Consiglio di Istituto)
N° di riferimenti nei verbali (Consigli di classe, Collegio docenti, Consiglio di Istituto)
N° ipotesi progettuali (vedi verbali Consiglio di Istituto) N° ipotesi progettuali prese in considerazione (vedi verbali Consiglio di Istituto) |
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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Inserimento nel
contesto sociale DEFINIZIONE: Inserimento attivo e responsabile degli studenti nel contesto sociale, politico e religioso in cui vivono |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Forme di impegno nellambito
dellIstituto Forme di impegno in campo religioso Forme di impegno in campo sociale Forme di impegno in campo politico Forme di impegno in campo culturale |
Raccolta di offerte in Avvento e Quaresima per
le Missioni diocesane Momenti di preghiera gestiti dagli alunni in Avvento e in Quaresima Ritiri spirituali in Avvento e in Quaresima |
Non cè collegamento fra scuola ed
associazioni di volontariato Le esperienze culturali extra-scolastiche sono improvvisate e sporadiche Il momento religioso si limita alla preghiera e ai ritiri spirituali in Avvento e in Quaresima Si relega il "religioso" al solo ambito "spirituale"; mancano esperienze concrete di solidarietà allinterno della didattica |
Progetto scuola-Caritas diocesana di durata annuale Progetto scuola-associazioni culturali (teatro, musica, arte) di durata annuale Esperienze nel settore del volontariato diocesano (casa di riposo, settore handicap) Inserire un percorso di esperienza di volontariato allinterno della programmazione didattica relativa allorientamento (almeno per la 3^ media) |
Forme di impegno nellambito dellIstituto Forme di impegno in campo religioso Forme di imp egno in campo sociale
Forme di impegno in campo culturale |
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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Inserimento nel contesto sociale | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Forme di impegno nellambito
dellIstituto
Forme di impegno in campo religioso
Forme di impegno in campo sociale
Forme di impegno in campo culturale |
Esistono "progetti collegiali" di
impegno nellambito dellIstituto? sono solo sporadici? sono mai stati avviati?
Esistono progetti di collaborazione con la Caritas diocesana? Se ne è mai parlato?
Sono mai stati proposti percorsi didattici di educazione alla solidarietà? Sono mai stati presi in considerazione? Esistono progetti concreti di collegamento con le associazioni di volontariato sul territorio? Esistono progetti scuola-associazioni culturali? Sono collegiali o sono gestiti dal singolo insegnante?
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N° dei progetti collegiali N° dei progetti sporadici N° dei progetti avviati
N° progetti di collaborazione N° riferimenti nei verbali del Collegio docenti
N° ipotesi di percorsi didattici di educazione alla solidarieta (cfr. verbali Collegio docenti) N° ipotesi prese in considerazione N° progetti di collegamento con associazioni di volontariato (cfr. verbali collegio docenti) N° progetti esistenti N° progetti collegiali N° progetti dei singoli insegnanti |
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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Adeguatezza
risorse umane DEFINIZIONE: Stabilità, competenze professionali e consapevolezza educativa del personale direttivo, docente, non docente operante nella scuola |
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PROPOSTA DELLO STAFF |
ASPETTI DI QUALITA |
ASPETTI DI NON QUALITA |
AZIONI DI MIGLIORAMENTO |
AMBITI SELEZIONATI DALLA COMMISSIONE |
Stabilità/mobilità dei docenti (religiosi e
laici) Curriculum professionale e di vita dei docenti e del personale direttivo e non docente Partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento Pubblicazioni-attività di formazione come esperti Rapporti con allievi, genitori e colleghi |
La stabilità del personale è abbastanza
garantita Le competenze professionali degli insegnanti sono garantite Il rapporto allievi/genitori/colleghi è abbastanza buono |
Le competenze professionali degli insegnanti
sono valutate, ma non sempre si è attenti al grado di consapevolezza pedagogica; ci si
forma troppo poco in merito alla didattica La partecipazione ai corsi di aggiornamento è sporadica e personale; la scuola non li promuove in modo programmato e sistematico Non sempre si da spazio allinsegnante per espletare le sue competenze personali; prevalgono i programmi e le scadenze Non si veicolano le competenze dei singoli in unottica pluridisciplinare Esistono spesso rivalità fra i colleghi |
Corsi di aggiornamento sulla didattica Inserire allinizio dellanno, nella programmazione, modalità e tempi dei corsi di aggiornamento; stabilirne lobbligo per tutti gli insegnanti Creazione di progetti pluridisciplinari strutturati sulle competenze dei singoli insegnanti |
Stabilità/mobilità dei docenti (religiosi e
laici) Curriculum professionale e di vita dei docenti e del personale direttivo e non docente Partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento
Rapporti con allievi, genitori e colleghi |
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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI
Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore
FATTORE DI QUALITA: Adeguatezza risorse umane | ||
AMBITI DI INDAGINE |
INDICATORI NOMINALI |
INDICATORI METRICI |
Stabilità/mobilità dei docenti (religiosi e
laici)
Curriculum professionale e di vita dei docenti e del personale direttivo e non docente
Partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento
Rapporti con allievi, genitori e colleghi |
Ci sono insegnanti che cambiano sede alla fine
dellanno? I motivi sono tecnici (chiamata nella scuola statale) o di dissenso?
Nella scelta degli insegnanti si prendono in considerazione solo gli aspetti relativi alle competenze? Cè attenzione al curriculum vitae? Si valuta il curriculum pedagogico?
Sono proposti corsi daggiornamento durante lanno? Comprendono il tema della didattica? Gli insegnanti vi partecipano? Cè obbligo di partecipazione?
Comè il clima fra i colleghi? Cè rivalità o collaborazione? Quale rapporto esiste fra genitori e docenti? Tra docenti e alunni? |
N° insegnanti che hanno cambiato sede alla
fine dellanno (negli ultimi tre anni) N° insegnanti passati alla scuola statale N° insegnanti che hanno abbandonato per dissenso
N° colloqui fra Preside e potenziali neoassunti
N° di riferimenti nei verbali (Consigli di classe, Collegio docenti, Consiglio di Istituto)
N° corsi di aggiornamento in un anno N° corsi di aggiornamento dedicati alla didattica N° insegnanti che vi hanno partecipato N° documenti attestanti lobbligo di partecipazione |
5^ TAPPA
CONVEGNO CONCLUSIVO MILANO GIUGNO 1997
Lo staff ha convocato per lultima volta i referenti nazionali, per tirare alcune conclusioni sul lavoro svolto. Il primo momento ha riguardato la restituzione dellultima fase del lavoro.
Sono stati considerati i contributi di 82 istituti: 59 superiori, 52 inferiori, 31 elementari, 13 materne
Le aree di ricerca sono state le seguenti:
175 contributi sul contesto - 2°
112 sulle risorse
178 sui processi a livello di scuola - 1°
56 sui processi a livello di classe
79 sugli esiti
I Fattori maggiormente considerati:
2° integrazione con il sistema scolastico
3° qualità immagine esterna
2° funzionalità sviluppo professionale
3° adeguatezza risorse materiali
2° assistenza crescita individuale
3° continuità educativa/orientamento
2° ampiezza opportunità apprendimento
2° successo scolastico interno
Dunque le attenzioni prevalenti sono andate su Contesto, Processi a livello di scuola ed Esiti
Sono poi stati fornito alcuni spunti critici sulla qualità e la complessità del lavoro. Sono emerse le seguenti osservazioni:
Criteri usati per la formulazione:
Problemi incontrati per la individuazione degli indicatori:
Utilizzo del materiale nelle singole scuole
Si è passati infine alla verifica nei gruppi sullesperienza, che ha dato, almeno nel nostro gruppo, i seguenti esiti:
Nella sintesi conclusiva il prof. Scurati ha fatto i seguenti rilievi
Si è così chiuso il lavoro sulla qualità, o meglio, si è chiusa la fase attiva nazionale; ogni singola scuola dovrà ora operare per lapplicazione del ricco materiale raccolto e per lattivazione di quegli interventi utili a migliorare la propria opera didattico-educativa. Si riporta, in conclusione, la relazione finale stesa dalla Commissione del S. Alessandro e inviata come ultimo contributo allo staff di Milano.
Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo
RELAZIONE FINALE
Bergamo, 3 luglio 1997
Valutare lesperienza relativa al Progetto Qualità significa sforzarsi di uscire dal ruolo di protagonista-ricercatore della stessa e provare a guardarla nella sua complessità con occhio critico e distaccato.
Lo sforzo richiesto mi porta innanzitutto a individuare alcune caratteristiche generali del cammino compiuto, per poi spingermi a segnalare alcuni elementi significativi di positività e di negatività del percorso.
La prima caratteristica che rintraccio è la fatica della chiarezza e la pazienza nel cercarla: da Chianciano si è tornati a casa con la sensazione di avere in mano qualcosa di grandioso e di importante, ma difficile a comunicarsi a chi, più o meno incuriosito, ti chiedeva informazioni . Voglio dire che limpianto della ricerca è risultato subito chiaro, mentre non altrettanto è stato per lobiettivo da raggiungere, per le ricadute sulla singola scuola e per il metodo (a tale proposito ritengo che siano stati assai utili gli incontri intermedi e i lavori di gruppo). Mi pare di poter dire che fino a marzo 97 (avvio della 3^ fase della ricerca) una nebbia, ora fitta, ora simile a foschia autunnale, ha avvolto sistematicamente il progetto, facendoti talvolta intravedere qualcosa per poi togliertelo immediatamente; devo anche ammettere che in questa caligine persistente si è generata una punta di orgoglio pionieristico da parte dei referenti e dei membri della commissione. Poi, allimprovviso, la coltre oscura si è squarciata, svelando un limpido orizzonte, tutto da costruire, inventare e immaginare.
Unaltra caratteristica evidente di tutto il cammino è stata la voluta e opportuna programmazione a tappe: si è proceduto un poco alla volta, un passo dopo laltro, senza il rischio che qualcuno corresse più veloce degli altri, limitando al massimo il pericolo che certuni restassero indietro e troppo distanziati. Ogni tappa del percorso è stata accuratamente presentata, motivata, avviata, sostenuta, controllata, restituita. Tale gradualità di procedimento ha fatto sentire i referenti a proprio agio, coinvolti e attivi, protagonisti ma nello stesso tempo controllati e guidati.
La terza peculiarità evidente del progetto, che però rischia purtroppo di inficiarlo e di renderlo vano, è stata (ed è ancora) la fatica delle "scuole cattoliche" a sentirsi "scuola cattolica": da Chianciano allultimo incontro milanese si è verificata la distruttiva presenza, sfociata in problema e talvolta in incomprensione, dellantinomia fra una visione globale e nazionale di scuola cattolica, nella quale tutti gli istituti si possano identificare e riconoscere, e il peso elefantiaco delle congregazioni che, arroccandosi nel loro carisma, hanno sempre frenato e boicottato ogni discorso relativo alla costituzione di reti di scuole e di superamento del proprio particolare specifico. Questo, ritengo, si prospetta come il vero problema per il futuro della scuola cattolica in Italia.
Passando allanalisi degli aspetti positivi della ricerca, segnalo innanzitutto lacquisizione di un metodo di lavoro (partire dallesistente, analizzare, ricercare, selezionare, raccogliere e unificare, relazionare ecc.), esportabile anche ad altre iniziative e problemi; strettamente connessa a questo aspetto cè la valorizzazione del lavoro di équipe in una scuola italiana che, se ufficialmente sventola la bandiera della collegialità, in realtà tende troppo spesso a centrarsi sulliniziativa del singolo; molto positivo è stato anche lobbligo per gli istituti di una autoanalisi per fare emergere il bene e il male e per programmare iniziative concrete di miglioramento, tali da produrre significative innovazioni nellorganizzazione strutturale come nella quotidianità del lavoro. Ho segnalato solamente alcuni aspetti particolarmente brillanti; in generale individuo una positività globale della proposta, individuabile soprattutto nel metodo scientifico, serio, meticoloso e di interesse collettivo, ma tale da avere significative ripercussioni e concrete conseguenze anche nelle singole scuole.
Si deve a questo punto fare onestamente cenno anche a qualche negatività; ritengo a tal proposito di dovere innanzitutto segnalare il problema dei tempi di lavoro, poco adeguati ai ritmi imposti dallanno scolastico; il problema è emerso soprattutto nella 3^ fase, che avrebbe avuto bisogno di tempi più generosi e rilassati, per risultare ancor più efficace e puntuale di quanto già non sia stata e, soprattutto, per consentire un più proficuo confronto allinterno dei Collegi docenti, dei Comitati studenteschi e dei Comitati dei genitori.
Un secondo rilievo riguarda la terminologia, le definizioni e il lessico utilizzati dallo staff nei vari documenti e non sempre chiari, talvolta generici, talvolta stretti o limitati. In particolare si deve rimarcare come il questionario della 2^ fase sia risultato adeguato solo per alcune componenti soggette allindagine (nello specifico, tale strumento è risultato particolarmente difficile per i genitori e per il personale non docente); forse tale strumento doveva essere differenziato, sia negli ambiti di analisi sia nel lessico.
Circa il documento conclusivo, ritengo che i limiti di compilazione che léquipe si è imposta (massimo 8 ambiti di indagine per ogni fattore, massimo 3 indicatori per ogni ambito) risultino troppo stretti e facciano correre il rischio di perdere la ricchezza del lavoro delle singole scuole, specie per quanto concerne quei fattori di qualità particolarmente "gettonati". Non condivido invece il timore, emerso nellultimo incontro di Milano da parte di alcuni colleghi, che dai risultati del percorso, fotografati nel documento finale, non emerga la vera e autentica immagine della scuola cattolica, a causa del fatto che alcuni fattori di qualità, ritenuti scontati e dunque non analizzati dalle scuole, non sono apparsi con il dovuto rilievo in tale documento. A mio avviso il positivo è già noto a tutti (carisma compreso), dunque non è necessario che venga nuovamente ribadito; interessa invece soprattutto il problematico e il non scontato (non a caso le scuole, nella loro libera individuazione delle azioni di miglioramento, hanno lavorato soprattutto su tali aspetti) e questo è ciò che dovrà emergere, se non vogliamo ricadere nellerrore dellautoreferenzialità, vizio spesso sottolineato negli incontri, fin dai tempi di Chianciano.
Unultima riflessione va spesa circa la Fidae, meritevole promotrice della ricerca; auspico che essa sappia valorizzare la novità del lavoro riconoscendo ai singoli ricercatori (e non solo agli Istituti) un attestato di riconoscimento (si è trattato, in fin dei conti, di un lavoro che ha occupato delle persone per più di un anno! Ricordo che ogni corso di aggiornamento, anche il più futile, rilascia ormai un attestato di partecipazione); auspico anche che la Fidae sappia dare la giusta risonanza ai risultati dellindagine, riunendo a convegno i collaboratori, consegnando loro il "prodotto", diffondendolo con adeguata risonanza sul territorio nazionale, indicando percorsi adatti ad applicare il lavoro e a renderlo utile anche per quelle scuole che non hanno potuto parteciparvi.
Chiudo con un sentito ringraziamento ai membri dello staff, che hanno seguito il cammino con pazienza (spesso notevole) e con professionalità, trasformando relazioni di lavoro in rapporti di amicizia e di stima. Un grazie anche al mio Preside, che mi ha consentito di partecipare a questa esperienza, molto arricchente sul piano professionale e utile a rafforzare il senso di appartenenza alla realtà della scuola cattolica e del mio Istituto.
Lucio Sisana
Giornate di verifica dellanno scolastico 1996-97
Relazioni dei gruppi dei docenti
- 31 MAGGIO 1997PRIMA GIORNATA DI VERIFICA
RELAZIONE GRUPPO A
Tema: Coesione del personale
Coordinatore: Lucio Sisana
Segretaria: Nicoletta Scarpellini
Presenti: Don Giuseppe Arnoldi (1ª parte), Augusto Balestra, Don Pietro Biaggi, Don Giuseppe Bolis, Roberto Calzana, Guglielmo Clivati, Patrik Crotti, Maria Grazia Guerrini, Mariangela Ferrari, Chiara Moretti, Augusto Morosini, mons. Achille Sana (2ª parte), Tiziana Togni
Assenti: Maria Ester Cottarelli, Camillo Fumagalli, Fernando Noris
Lincontro ha preso in esame tre attenzioni fondamentali:
Lettura delle schede di lavoro
Sono stati letti i due documenti; il coordinatore ha chiarito come si è arrivati alla loro stesura, precisando che tutto ciò che è riportato nel documento (a) è quanto è stato scritto nei questionari, quanto invece è riportato nel documento (b) è frutto del lavoro della commissione; ha invitato i presenti a muoversi su due linee di indagine:
Nella lettura dei documenti non sono emersi problemi particolari; il coordinatore ha fornito allassemblea anche alcuni dati, precisamente:
Attingendo dallanalisi condotta dalla commissione nella fase 1 del progetto, il coordinatore ha ricordato che la nostra scuola nei documenti ufficiali, a proposito della coesione del personale, dichiara:
Analisi del tema della coesione da un punto di vista didattico, tecnico e organizzativo
Sono emersi i seguenti spunti di riflessione.
Analisi del tema della coesione da un punto di vista delle relazioni e dellarmonia
Si sono fatte le seguenti constatazioni:
Proposte
Nella discussione sono state avanzate parecchie proposte, che vengono riassunte al termine della relazione per consentire un più diretta presa di coscienza delle linee di intervento da attuare per il miglioramento della voce "coesione del personale". Ognuna di queste proposte rimanda, naturalmente, alle analisi precedenti. Divideremo lelenco in due categorie:
Proposta conclusiva sarà quella relativa alla ristrutturazione del Collegio docenti.
Proposte tecniche
Proposte sulla "relazione"
Premesso che risulta difficile individuare azioni di miglioramento concrete sui rapporti interpersonali, se non quella di continuare a ricordarci vicendevolmente limportanza del rispetto e della stima reciproca o quella di cercare di controllare il proprio carattere, si ritiene comunque opportuno avanzare qualche proposta:
Ristrutturazione del Collegio docenti
Da tutti i ricchi contributi offerti dai membri del gruppo si ritiene di avanzare la seguente proposta di ristrutturazione:
La commissione ritiene di aver lavorato con serenità e giudizio e presenta questo contributo ai colleghi, proponendolo come spunto per ulteriori riflessioni e per auspicabili decisioni.
RELAZIONE GRUPPO B
Tema: Funzionalità sviluppo professionale
Coordinatore: Domenico Gualandris
Segretaria: Chiara Chiozzini
Presenti: Alessandro Balestra, Daniela Belloli, Franco Campana, Laura Cavagna, Emilia Denti, Eugenio Donadoni, Virgilio Gallizioli, Barbara Piazza, Marta Recalcati, don Guido Resmini, Maria Luisa Rück, Giuseppina Zizzo.
Assenti: Paola Bernini, don Stefano Maffioletti, Cristina Sonzogni,
Dopo aver dato lettura delle schede di lavoro 4a e 4b, seguendo il cammino danalisi della nostra realtà sui parametri da esse proposti, sono emerse le seguenti riflessioni:
a) Necessità di differenziazione tra percorsi di aggiornamento didattico-formativi comuni che ci permettano di fare evolvere il mestiere di insegnante a professione e aggiornamento riguardante le singole discipline. In questi ambiti si sente il bisogno di unapertura verso lesterno e di confronto con le diverse realtà presenti sul territorio.
b) Dal tentativo di descrivere una mappa dei bisogni formativi, si evidenzia la mancanza di una figura di riferimento che chiarisca questi bisogni (vengono sottolineate le diverse necessità di aggiornamento per i neo-assunti e per i neo-laureati), con funzione organizzativa e coordinante. Tale figura di staff si pone come filtro intermedio tra preside e docenti per agire in modo capillare su aspetti della didattica o nellaccettazione dei principi formativi della scuola.
c) Emerge chiaramente il bisogno di una programmazione dei corsi di aggiornamento secondo scelte contestualmente motivate, raccolte dalle proposte formulate da ogni singolo docente nella relazione finale.
d) Si chiede che, attraverso opportune documentazioni, venga offerta la possibilità di rendere partecipi i colleghi interessati delle proprie esperienze daggiornamento.
e) Sottolineando che larricchimento personale del docente attraverso la partecipazione a corsi di aggiornamento dovrebbe significare un miglioramento nella qualità del lavoro della scuola, si nota limportanza di trovare una corretta formula di incentivazione allaggiornamento: si propone la retribuzione delle spese vive inerenti alla partecipazione ai corsi preventivati e proposti agli organi di competenza.
1. Definire la mappa dei bisogni di arricchimento professionale, rilevati attraverso uno strumento che già esiste: la relazione finale, nella quale ogni docente dovrà inserire in un apposito paragrafo le proprie eventuali esigenze su temi di carattere essenzialmente pedagogico e psicologico, non direttamente legati alla propria disciplina.
2. Individuare, in sede di programmazione per fasce di materia, un tema che contribuisca allaggiornamento e allo sviluppo professionale in un settore specifico ritenuto utile rispetto agli obiettivi didattici fissati.
3. Attraverso una relazione rendere partecipi i colleghi delle proprie esperienze di aggiornamento.
4. Incentivare economicamente i corsi di aggiornamento, approvati in sede di programmazione, mediante specifiche contribuzioni che coprano le spese realmente sostenute.
5. Valorizzare le figure di staff che già esistono (vicepresidi, direttore spirituale, psicologa) perché insieme con il preside, possano concordare ogni anno un piano di aggiornamento sulla base delle proposte formulate nelle relazioni finali, nelle programmazioni per area o attraverso altri sistemi di monitoraggio che raccolgano le effettive esigenze dei docenti.
SECONDA GIORNATA DI VERIFICA - 2 GIUGNO 1997
RELAZIONE GRUPPO A
Tema: Successo scolastico interno
Coordinatore: Lucio Sisana
Segretaria: Nicoletta Scarpellini
Presenti: Don Giuseppe Arnoldi, Augusto Balestra, Don Giuseppe Bolis, Roberto Calzana, Guglielmo Clivati, Maria Ester Cottarelli, Maria Grazia Guerrini, Mariangela Ferrari,
Assenti. Camillo Fumagalli, mons. Achille Sana
Il lavoro del gruppo sul tema "successo scolastico" si è articolato in tre momenti fondamentali :
Analisi dei documenti
Non sono emerse particolari difficoltà o perplessità
Riflessioni
La fase della riflessione si è articolata nei seguenti punti :
Labbandono scolastico
La valutazione
Proposte
Sono state avanzate le seguenti proposte :
Abbandono scolastico
La valutazione
Viene proposto uno schema di valutazione, premettendo che la valutazione è da intendere come un voto finale complessivo del Consiglio di classe:
Concludendo, si ribadisce la delicatezza del tema della valutazione; tale aspetto richiede confronti e disponibilità al dialogo e al chiarimento da parte di tutti gli insegnanti.
RELAZIONE GRUPPO B
Tema: Apertura alla diversità
Coordinatore: Domenico Gualandris
Segretaria: Chiara Chiozzini
Presenti: Alessandro Balestra, Paola Bernini, Laura Cavagna, Emilia Denti, Virgilio Gallizioli, don Stefano Maffioletti, Marta Recalcati, don Guido Resmini.
Assenti: Daniela Belloli, Cristina Sonzogni.
Analisi dei documenti
Dopo aver letto le schede elaborate dalla Commissione Qualità e verificato che dai grafici illustrativi dei questionari lapertura alla diversità appare come una delle priorità di sviluppo indicate da tutte le componenti scolastiche, il coordinatore invita il gruppo a riflessioni non vincolate dalle linee proposte, sia per la vastità del tema sia per permettere suggerimenti più spontanei.
Indica una linea di lavoro su tre principali specificità del tema:
- apertura della diversità nel momento in cui si accolgono nuovi studenti;
- apertura durante le azioni didattico-educative verso tutti gli studenti presenti;
- apertura verso lesterno con azioni di volontariato.
Riflessioni
I contributi dei singoli docenti sono raccolti nei seguenti punti e ordinati secondo uno schema che si può riassumere nei seguenti azioni:
- accettare la diversità;
- accertarne linserimento
- guidare levoluzione allinterno del piano didattico-educativo del ciclo di studi.
a) Pur non trovando nel PEI e in altri documenti che costituiscono il dichiarato della nostra scuola alcune azioni riguardanti tale tema, si sottolinea che lapertura alla diversità dovrebbe essere implicita ed attuata nel rispetto della stessa definizione di scuola cattolica.
b) Qualificante è il momento della formazione delle classi: è stata ribadita la necessità di una maggior conoscenza da parte dei docenti (in particolare dei Consigli di Classe del primo e del terzo anno) dei criteri seguiti.
c) Il limite della retta scolastica rappresenta un ostacolo non indifferente: la proposta di introduzione di fasce di reddito, condivisa nella sostanza, non è stata discussa, anche perché è argomento più di interesse di genitori e studenti, componenti chiamate a discutere della stessa priorità di sviluppo.
a) Non si dovrebbe mai parlare di tolleranza, ma di dialogo ed ogni docente non può essere estraneo a questa proposta formativa.
b) Il compito primario del docente resta quello didattico educativo ed è in questo ambito che deve sviluppare la propria azione.
c) Il progetto di Intercultura prevede che studenti stranieri siano accolti nella nostra scuola: viene proposta una minore rigidità nella frequenza delle singole materie, dando allo studente la possibilità di passare da una classe allaltra per favorire lapprendimento di alcune discipline.
d) Le attività religiose sono spesso vissute dai ragazzi in modo passivo: bisognerebbe ridare la possibilità ai ragazzi di operare alcune scelte per permettere, soprattutto nelle classi più avanzate, che si manifestino anche alcune diversità di fede.
a) Viene evidenziata la necessità di una preliminare sensibilizzazione dei genitori e degli studenti di quelle classi in cui si accolgono ragazzi con vari problemi: a tal proposito si sottolinea che il diverso non è solo quello che appare con evidenza.
b) Si dovrebbero individuare forme per permettere che la diversità si diriga spontaneamente verso la nostra scuola, favorendo azioni di incontro e di coinvolgimento sul territorio; si è ritenuta molto efficace lidea di borse di studio per studenti extracomunitari.
c) Il corpo docente dovrebbe contribuire alla formazione di una coscienza politica e civile negli studenti per educare alla convivenza di idee e alla nascita di un senso critico.
Conclusioni
Le tre azioni si realizzano solo se la formazione dei docenti (oggetto di una delle priorità di sviluppo) non esula da tale proposta di sviluppo: la scuola non si potrà mai dichiarare pronta allapertura al diverso se i docenti non vengono coinvolti pienamente anche dal punto di vista della preparazione professionale.
a) Non sono state formulate proposte finali operative: le indicazioni emerse nelle riflessioni si dovranno infatti confrontare ed inserire nel più ampio dibattito svolto anche dai genitori e dagli studenti.
b) Alcuni aspetti di non qualità e le conseguenti azioni di miglioramento non sono stati presi in considerazione per mancanza di tempo: in particolare non è stato discussa lazione di miglioramento che invitava ad unapertura ai problemi sociali con esperienze concrete di volontariato.
RELAZIONE GRUPPO C
Tema: Integrazione con il sistema scolastico
Coordinatore: Fernando Noris
Segretaria: Giuseppina Zizzo
Presenti: don Pietro Biaggi, Chiara Moretti, Augusto Morosini, Tiziana Togni, Franco
Campana, Eugenio Donadoni, Barbara Piazza, Maria Luisa Rück.
Il lavoro del gruppo ha preso in esame alcune argomenti desunti dalla scheda introduttiva:
1. rapporto con altre scuole e altri Enti
2. conoscenza reciproca (documenti di programmazione)
3. possibilità e limiti di una azione di coordinamento
4. il problema delle modalità per far conoscere la " vera" realtà del Collegio
5. l'idea di una scuola " aperta".
É stato anche guidato da una attenzione nei confronti delle conseguenze che potrebbero derivare dalla Legge Bassanini sull'autonomia scolastica, dai movimenti organizzativi interni all'Opera S. Alessandro, dalla prevista emanazione del progetto di legge sulla parità, dalla più generale idea riformatrice dei cicli scolastici.
La trattazione delle problematiche interne alla nostra Scuola è stata condotta sulla base di esperienze riferite come significative, o di proposte che si sono ritenute praticabili per l'immediato futuro.
Lettura delle schede:
Dalle indicazioni sulle Azioni di miglioramento sono scaturite le seguenti constatazioni:
Confronto tra scuole su programmi, metodi e sistemi educativi
1. Positive, anche se episodiche e individualisticamente gestite, sono le esperienze di un rapporto con le iniziative di altre scuole o Enti:
- USL, per progetto salute. Al di là del buon lavoro effettuato, è stata una occasione per fare conoscere fuori dal Collegio la sua realtà, soprattutto fra i docenti della scuola statale;
- Progetto Velia, attività di studio, scavo, archeologia;
- Progetto Gare Matematica e Fisica: organizzate presso la nostra Scuola ha incontrato il rifiuto di qualche scuola cittadina (Mascheroni, Lussana) . Buoni i contatti tra i docenti interessati
- Progetto Intercultura (si veda più avanti)
- Progetto Aggiornamento. Unico è stato il recente episodio del corso di aggiornamento aperto a tutte le scuole su Storia e Storiografia. E' una esperienza che andrebbe ripetuta e ampliata.
- Positive anche tutte le varie partecipazioni a Convegni e Concorsi, documentati in Annuario, anno per anno.
Coordinamento su valutazione, recupero, attività integrative.
2. Di maggiore difficoltà si è presentata la seconda riflessione, quella del confronto su programmi e metodi. La questione prioritaria ha riguardato la necessità o la convenienza di definire in precedenza la propria identità al riguardo, prima di avviarsi a un confronto con gli altri.
Non sono del resto apparse chiare, dagli interventi prodotti, le modalità operative di questo auspicato, e certamente utile, coordinamento.
Si è proposta l'acquisizione dei documenti quali la Carte dei Servizi delle varie scuole, il Progetto Educativo, la programmazione educativa di istituto e, se possibile, le programmazioni curricolari. È stata sottolineata la difficoltà di tali acquisizioni, ma anche la loro parziale fattibilità soprattutto se gestita tramite rapporti personali tra colleghi più che istituzionali. Certamente più facile si dovrebbe presentare il percorso rivolto al coordinamento con le scuole cattoliche, con le quali si potrebbero strutturare percorsi disciplinari più omogenei. La cosa rimarrà però a livello di auspicio se non si attiveranno iniziative gestite collegialmente dai dirigenti delle varie scuole cattoliche (ad esempio, con corsi di aggiornamento disciplinare, materia per materia, o di materie per area)
Intanto si potrebbero utilizzare tutte le occasioni di incontro anche per chiarire la "vera" identità professionale dei docenti della nostra scuola, che, ancora per ragioni che riconducono alla immagine "chiusa" della scuola, non sempre sono conosciuti come validi; in tanti casi la loro professionalità è stata una sorpresa per i colleghi della scuola statale.
3. Gli altri aspetti relativi al coordinamento (valutazione, recupero, integrazione...) sono stati analizzati a partire dalla necessità di definire sempre meglio lidentità della nostra scuola e la sua prassi operativa, attraverso una maggiore flessibilità, una maggiore attenzione alle possibili integrazioni migliorative condotte anche sulla base della conoscenza di quanto avviene in altre scuole.
Da questo punto di vista la partecipazione del Collegio alla ricerca nazionale sulla qualità nella scuola ha già aperto un orizzonte di grandi possibilità nuove. Anche le prospettive della autonomia, e, se arriverà, della legge sulla parità, intensificheranno l'obbligo o la convenienza per ogni azione di coordinamento. Del resto pare che già la legge Bassanini configuri unità scolastiche di 1.200 alunni, da gestire all'interno di un inevitabile coordinamento sul territorio.
Presenza nell'editoria scolastica cittadina e provinciale
4. Si ravvisa l'opportunità di nominare un referente per tutte le problematiche della comunicazione giornalistica sui mass media cittadini e provinciali. L'aspetto di relativa meraviglia sta nella constatazione che, pur trattandosi di mezzi a proprietà o controllo ecclesiastico, resta così difficile e non sistematico l'approdo su tali mezzi delle notizie sulla vita della nostra scuola.
Si tratta certamente di un problema che un più efficace coordinamento potrebbe risolvere; anche con una maggiore disponibilità da parte di chi viene invitato di volta in volta a prestare collaborazioni (ad esempio, una volta al mese La Nostra Domenica dedica un intero inserto al mondo della scuola: non sempre è agevole reperire materiale da pubblicare).
Va anche divulgata l'opportunità per i nostri studenti di partecipare alla redazione delle diverse testate giornalistiche giovanili (Bergamo Giovani, NC...)
Esperienza di Intercultura
5. Molti sono stati gli aspetti positivi sottolineati, in maniera diversa a seconda che ne siano state interessate intere classi o siano state esperienze solo individuali.
Sulle prime, i pareri favorevoli hanno riguardato: conoscere altre realtà scolastiche culturali sociali; coesione della classe; effetti culturali valutabili non solo nel breve periodo. Tali aspetti positivi compensano alcuni limiti che hanno prodotto deconcentrazione e mancanza di continuità nel quotidiano lavoro scolastico (soprattutto in coincidenza con un mese di aprile già ridotto del suo). L'esperienza è certamente da conservare e da estendere, cercando di scegliere un periodo dell'anno più opportuno; cercare di riversare su tutta la scuola il dato costruttivo dell'esperienza; nutrire fiducia sul valore di acquisizioni culturali di respiro più ampio, anche non immediatamente valutabili.
Sulle seconde, i pareri favorevoli hanno riguardato: lacquisizione di maggiore sicurezza di sé della persona coinvolta (maturazione personale, apertura alla diversità). E stata valutata più positivamente l'esperienza dei 12 mesi piuttosto che quella dei 6, di più difficile integrazione. Aspetti di miglioramento: interpellare il Consiglio di Classe per favorire le fasi precedenti e quelle del rientro; studiare bene modalità contenuti e tempi dell'eventuale recupero di taluni aspetti del programma della scuola italiana.
É stato tuttavia rimarcato che la validità di tale esperienza - di vita e di scuola - non deve essere valutata positivamente solo e per quanto integrabile nel nostro sistema scolastico: probabilmente consegue risultati non così facilmente verificabili. Probabilmente una apertura europea o mondiale si favorisce anche con iniziative come Intercultura.
Open day
6. Sono state riferite esperienze di iniziative e di auto-presentazione di altre scuole.
Per favorire la conoscenza della nostra scuola e il contatto con la sua realtà vanno indivuate strategie da scegliere tra:
- Incontri con le famiglie e gli alunni preiscritti, con presenza di docenti
- Incontri serali a invito rivolti a possibili utenti
- Giornate festive con scuola aperta, con disponibilità dei docenti ad essere presenti
- Studiare iniziative di accoglienza anche dopo l'inizio d'anno, con appuntamenti sistematici per famiglie e alunni
- Identificare un interlocutore privilegiato nei parroci dei nostri alunni (invito al Collegio, con iniziative anche conviviali): favorire la conoscenza della scuola, favorire la conoscenza degli alunni. Ma anche intrattenere rapporti sistematici con le altre scuole cattoliche (borse di studio, contatti di collaborazione/consulenza, apertura alle iniziative ecclesiali, contatti con gruppi e movimenti...)
Si è constatato che si conosce poco e male la realtà del Collegio, anche e soprattutto forse, in ambito cattolico.
Sarà opportuno studiare e proporre un progetto complessivo sulle modalità di presenza del Collegio presso la pubblica opinione e nell'ambiente ecclesiastico.
Occorrerà anche prevedere uno stanziamento in bilancio per tutte le iniziative legate all'accoglienza.
Una forma di accoglienza particolare e quotidiana potrebbe essere quella di tentare una forma di "inizio giornata" sul tipo di quella sperimentata durante la Quaresima e l'Avvento: perché non estenderla a tutto l'anno? Un pensiero, una riflessione, due minuti per incominciare una giornata di lavoro (a gruppi, a classi, a biennio, triennio...) Aspetto da studiare. La realtà di riferimento da cui partire è il numero dei partecipanti alla messa giornaliera.
Per i rimanenti due punti, (presenza dei docenti nel dibattito politico e culturale; e clima di collaborazione con la scuola statale) si rinvia alla riflessione assembleare.