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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Una visione europea per un’attuale scuola dei servizi amministrativi:
la gestione delle risorse umane nelle istituzioni scolastiche dell’autonomia

di Giacomo D’Alterio

Il punto focale nel gestire le risorse umane consiste nel creare un gruppo di lavoro, che operi con motivazione.

La motivazione si ottiene non soddisfacendo i cosiddetti bisogni igienici, quali:

il cibo, l’abitazione, la retribuzione, il senso di sicurezza, il rapporto con i colleghi di lavoro, ma soddisfacendo altresì i bisogni motivanti quali, l’auto - affermazione, l’auto stima, la carriera, lo status sociale, la responsabilità, ecc..

Quindi, l’aspetto retributivo come fattore motivante esterno non è determinante nella motivazione.

La comunicazione deve essere fondamentale per il coinvolgimento e la motivazione del personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario, tutti devono quindi essere resi partecipi di ciò che sta accadendo intorno a sé.

Nella comunicazione il feed-back è determinante, in quanto questo consente il ritorno d’informazioni necessarie per capire come meglio organizzare l’istituzione scolastica.

Tutti fanno parte integrante di un meccanismo, che per funzionare ha bisogno dell’impegno costante di tutto il team di lavoro, in quanto la scuola viene intesa come comunità sociale nella quale si creano saldi e forti rapporti personali.

L’obiettivo è di sviluppare all’interno del gruppo uno “spirito di corpo”, un senso di appartenenza, un’identità comune per creare una squadra vincente, che possa operare in termini di efficacia, efficienza ed economicità.

La squadra deve essere come un “otto di regata”, in cui l’imbarcazione è la scuola, che deve raggiungere tre obiettivi particolari, che sono i seguenti:

1)     rimanere a galla;

2)     muoversi;

3)     arrivare prima degli altri, che significa essere più competitivi rispetto agli altri.

La valutazione delle prestazioni con la conseguente ricompensa, il cosiddetto sistema  premiante, deve essere visibile nei confronti del gruppo sociale.

La partecipazione al processo formativo ed educativo deve essere costante e coerente con la strategia posta in essere dalla dirigenza scolastica e dagli organi collegiali.

Lo sviluppo delle risorse umane implica di conseguenza la crescita del dirigente stesso.

Le risorse umane devono essere messe al centro del Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.), in quanto le persone e soltanto queste sono in grado di sviluppare l’innovazione didattica e il successo formativo ed educativo in un’ottica strategica di Ricerca & Sviluppo.

Quindi è necessario a seconda delle capacità e degli obiettivi da raggiungere e perseguire, individuare le risorse umane più adatte al raggiungimento di questi e stabilire tempi ottimali per raggiungere gli stessi.

Inoltre, bisogna sempre tenere presente gli interessi particolari e le aspettative dei singoli individui. Ad esempio, un impiegato più propenso verso le relazioni esterne può essere meglio utilizzato nel front office, cioè in tutte quelle mansioni inerenti il rapporto con l’esterno e le relazioni con il pubblico (utenza, enti vari, ecc.), mentre coloro i quali sono più introversi e timidi possono essere meglio utilizzati nel back office, cioè in quelle attività all’interno dell’ufficio stesso (uso del computer, ecc.).

I rapporti di stima e di fiducia devono essere una costante nel rapporto tra la dirigenza e i collaboratori, i quali devono grazie alla comunicazione e alla partecipazione essere inseriti in un contesto ambientale favorevole e ottimale. Devono sentirsi a casa loro, ma soprattutto devono trovare il gusto e il divertimento in quello che fanno e ciò è possibile soltanto nel momento in cui tutti gli operatori scolastici svolgono con passione e con amore il proprio ruolo di contesto (staff – line).

La crescita professionale di un dirigente scolastico e/o di un direttore dei servizi generali ed amministrativi passa inevitabilmente attraverso tre fattori determinanti e decisivi, quali:

1)     le esperienze lavorative;

2)     le esperienze formative;

3)     le esperienze sociali.

Nelle prime abbiamo, l’affiancamento con un dirigente senior con funzioni di tutor, la sostituzione temporanea del dirigente e/o del direttore, la job rotation, ossia la rotazione degli incarichi, nelle seconde ritroviamo la partecipazione e la frequenza a master, a corsi di formazione interni ed esterni, a convegni, a clinic, a corsi di specializzazione o di laurea.

Nelle esperienze sociali infine, troviamo la partecipazione a conferenze pubbliche, a riunioni, lo svolgimento di attività di formatore o la partecipazione ad associazioni di volontariato o altro.

Gli obiettivi e la motivazione dei singoli individui devono essere un tutt’uno con quelli dell’istituzione scolastica autonoma per la quale lavorano, compito principale del dirigente scolastico è quello quindi, di far emergere queste motivazioni con intelligenza, ingegno, immaginazione e creatività.


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