Guida al Referendum Elettorale
Vuoi un maggioritario più radicale
oppure preferisci mantenere il proporzionale?
Domenica 21 maggio puoi scegliere
a cura del prof. Eugenio Donadoni
Collegio
Vescovile S. Alessandro
Bergamo
La posta in gioco
Uno dei referendum di domenica 21 maggio si propone di abrogare la quota di deputati (sono 155) eletta con il sistema proporzionale. Ma il fine è più ambizioso. I promotori del referendum si propongono di rendere la nostra vita politica simile a quella delle grandi democrazie anglosassoni dove, dopo ogni elezione, c'è un vincitore che governa fino al termine del mandato e uno sconfitto che controlla l'operato della maggioranza. In Italia questo sarebbe reso impossibile dall'esistenza di tanti piccoli partiti che, con i loro balletti fra maggioranza e opposizione, renderebbero incerta la vita dei governi e vanificherebbero la volontà degli elettori. La sopravvivenza di questi partiti è garantita dalla quota proporzionale, quindi, secondo i referendari, deve essere abrogata.
È bene che si sappia che questo referendum è già stato sottoposto alla volontà degli elettori, ma è stato invalidato perché non ha partecipato al voto la maggioranza degli elettori.
Sintesi della legge in questione
Per eleggere i 630 deputati della Camera l'Italia viene divisa in 27 parti o circoscrizioni elettorali che, di solito, si identificano con le regioni. Ad ognuna di queste viene assegnato un numero di deputati proporzionale alla popolazione: un deputato ogni 90.123 abitanti.
Per esempio alla Lombardia (divisa in tre circoscrizioni) ne spettano 98, 42 di questi spettano alla circoscrizione Lombardia 2 di cui fa parte anche la provincia di Bergamo. A questo punto bisogna sapere che il 75% dei deputati viene eletto con il sistema maggioritario e il 25% con il sistema proporzionale, quindi nella nostra circoscrizione saranno rispettivamente 32 e 10. I 32 deputati della quota maggioritaria vengono eletti in altrettanti collegi elettorali uninominali, 8 dei quali sono in Bergamasca: 1 a Bergamo e gli altri 7 nella provincia. Ad esempio, nelle elezioni del 1996 i ciascuno dei collegi della Bergamasca si erano presentati solo tre candidati: uno per la Lega, uno per il Polo e uno per l'Ulivo. In ciascun collegio ha vinto il candidato che ha ottenuto un solo voto in più degli altri (il Polo ha vinto a Bergamo e la Lega negli altri sette collegi della provincia). A questo punto si tratta di eleggere i 10 deputati della quota proporzionale che spettano alla nostra circoscrizione. Qui non è possibile spiegare come perché ci vorrebbe troppo spazio (cfr. la lezione: Come si elegge la Camera dei deputati). Basti sapere che se il referendum venisse approvato questi deputati dovranno essere eletti pure loro con il sistema maggioritario come viene illustrato in un altro articolo di questa lezione.
Non è possibile trovare un compromesso?
Certo se si vuole un maggioritario spinto il punto di riferimento è rappresentato dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti dove in nessuna elezione è lasciato nessuno spazio al proporzionale. Non dimentichiamoci però che in Italia rimangono, oltre le elezioni politiche, tante altre elezioni (quelle amministrative) nelle quali viene ancora lasciato un largo spazio per il proporzionale, per non parlare delle prossime elezioni europee che da noi si svolgeranno con il più rigido sistema proporzionale. Quindi se si vuole un'integrazione fra proporzionale e maggioritario il punto di riferimento potrebbe essere la Germania. Faccio riferimento al Bundestang, la Camera tedesca eletta a suffragio diretto, nella quale la metà dei seggi è assegnata con il sistema maggioritario, mentre l'altra metà con il sistema proporzionale, ma solo a quelle liste che abbiano conseguito almeno il 5% dei voti. É il cosiddetto sbarramento che ha giocato un ruolo notevole nella semplificazione degli schieramenti politici consentendo la loro riduzione da una dozzina ai tre attuali.
SÌ o NO: questo è il problema
Magari sei ancora incerto fra il Sì e il No e vuoi decidere all'ultimo momento leggendo il quesito direttamente sulla scheda nel segreto della cabina elettorale? Allora devi sapere che il quesito in questione è composto da 2.250 parole per un totale di 136 righe di una pagina in formato A4. L'unica scelta da fare è di documentarsi per tempo e di presentarsi al voto con le idee già chiare.
Conseguenze del referendum
Se vincono i NO cosa succede?
Resta tutto come prima. Ci sarà una scheda per eleggere 475 deputati con il sistema maggioritario e un'altra per eleggere i rimanenti 155 con il sistema proporzionale.
Se invece vincono i SÌ?
Verrà abolita la scheda per il proporzionale. Resterà solo la scheda per il maggioritario che servirà per eleggere anche i 155 deputati che prima venivano eletti con il sistema proporzionale.
Quindi bisognerà creare altri 155 collegi uninominali?
Sarebbe la soluzione più ragionevole, ma non sarà possibile. Infatti il referendum è soltanto abrogativo, quindi bisognerà usare la legge così come risulta modificata dal referendum senza introdurvi dei cambiamenti.
Quindi come verranno eletti questi 155 deputati?
Bisogna rifarsi ai 475 collegi uninominali da ognuno dei quali è uscito un solo deputato eletto con il sistema maggioritario. Naturalmente in ogni collegio uninominale i candidati sono più di uno. Ebbene, i 155 deputati che restano dovranno essere eletti fra i candidati perdenti dei collegi uninominali.
Però non è ancora chiaro come
Per chiarirlo è bene scendere nel concreto e fare l'esempio della circoscrizione Lombardia 2 della quale fa parte anche la provincia di Bergamo. A questa circoscrizione spettano 42 deputati: 32 eletti in 32 collegi uninominali e 10 da eleggere con il sistema proporzionale.
A questo punto cosa succede?
I 10 deputati prima eletti con il proporzionale saranno invece scelti fra i candidati perdenti dei 32 collegi uninominali che abbiano ottenuto più voti.
Ma questo è ingiusto! Non tutti i collegi hanno un uguale numero di elettori, perciò i candidati perdenti dei collegi più popolosi sarebbero avvantaggiati rispetto a quelli meno popolosi.
Sarebbe certamente ingiusto, ma non è così che si procede. Infatti risulteranno eletti non i 10 candidati perdenti che nei 32 collegi hanno ottenuto più voti, ma coloro che hanno ottenuto le migliori percentuali di voto.
Come si fa per calcolare la percentuale di voto?
Si moltiplica per 100 i voti ottenuti da ciascuno dei candidati di un determinato collegio uninominale e il prodotto viene diviso per il numero complessivo dei votanti dello stesso collegio. Questo verrà fatto per tutti i candidati dei 32 collegi uninominali della circoscrizione Lombardia 2. I 10 candidati perdenti che abbiano conseguito la migliore percentuale di voto risulteranno eletti.
Alcune conseguenze curiose
É possibile che nello stesso collegio uninominale vengano eletti tre candidati?
L'ipotesi è possibile, anche se piuttosto remota.
Mettiamo il caso che bisogni sostituire per morte o per dimissioni uno dei deputati eletti in questo modo, bisognerà tornare al voto?
Non sarà necessario, basterà riprendere in mano la graduatoria delle percentuali di voto redatta in precedenza e prendere il candidato che occupa l'undicesimo posto (nel caso della nostra circoscrizione elettorale).
Non potrà darsi il caso che il candidato che si trova all'undicesimo posto non sia dello stesso partito di quello dimissionario o defunto?
In effetti è probabile che questo succeda. Anzi, è addirittura possibile che in conseguenza di questa sostituzione si vada incontro anche ad un cambiamento delle maggioranze parlamentari.
Ma in questo caso non si rispetta più volontà dell'elettore!
L'obiezione è seria, ma bisogna tener conto di quanto la Costituzione oggi rende possibile. Basti pensare alle decine di parlamentari che hanno abbandonato lo schieramento per il quale erano stati scelti dagli elettori e sono passati dalla parte degli avversari.
Maggioritario va bene, ma quale?
Non esiste un solo sistema elettorale maggioritario. In Italia, ad esempio, ne sono già in vigore di due tipi. L'uno è quello adottato per l'elezione del 75% di deputati e senatori, ma anche per l'elezione dei sindaci nei comuni fino a 15.000 abitanti e, da quest'anno, dei presidenti delle giunte regionali nelle regioni a statuto ordinario. In questo caso viene eletto il candidato che ottiene la maggioranza semplice dei voti, anche un solo voto in più rispetto al secondo. Questo sistema maggioritario è conosciuto anche come uninominale secco o a turno unico.
L'altro tipo di maggioritario viene adottato per l'elezione dei sindaci nei comuni sopra i 15.000 abitanti e per l'elezione del presidente della provincia. In questo caso viene eletto il candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, vale a dire la metà più uno della somma dei voti ottenuti da tutti i candidati. Nel caso che nessun candidato ce la faccia, i due candidati che hanno ottenuto più voti si ripresentano due settimane dopo per una nuova votazione, il cosiddetto ballottaggio. Vince il candidato che ottiene più voti. Questo sistema maggioritario viene anche detto a doppio turno.
Simulazione
Secondo una simulazione realizzata dai referendari vi proponiamo quali sarebbero stati i risultati elettorali del 1996 alla Camera dei deputati se si fosse applicata la legge senza la quota proporzionale.
L'Ulivo passerebbe da 288 a 307 (+19), il Polo da 246 a 259 (+13), la Lega da 59 a 43 (-16), Rifondazione da 35 a 19 (-16).