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Debiti e Calendario scolastico

di Francesco Butturini

 

Una lettura dei Decreti Ministeriali  22 maggio 2007 n. 42 e 3 ottobre 2007 n. 80 (per intenderci, quelli che sono stati sommariamente tradotti in “ritorno degli esami di riparazione) induce a rivedere, a mio avviso, molto di più di un recupero dei debiti formativi. Non solo perché il D.M. 80 prevede due sessioni di scrutinio (e qui si pone il problema di unico consiglio di classe che esamina e valuta) e il D.M. una serie di operazioni di  lezioni di recupero, a seguire verifiche e quindi consigli di classe per valutare il superamento o meno del debito: operazioni tutte che sconvolgono notevolmente la quotidianità e l’extra quotidianità dell’anno scolastico.

      I due Decreti, infatti, prospettano (o tacitamente prevedono) un nuovo calendario scolastico; nuove scansioni di tempi di lavoro. Mi sembra: una nuova curvatura didattica generale che deve far riflettere su come impostare tutto il sistema.

      Se a questo primo piano di lavoro e di nuove prospettive – in realtà tutte da chiarire – accostiamo il “Regolamento per l’innalzamento dell’obbligo di istruzione” (allegati compresi), mi sembra inevitabile rivedere a fondo tutto il calendario scolastico nazionale, per non ridurre questi tre interventi a recuperi – mi si consenta il gioco di parole – e togliere ad essi quindi la valenza didattica e civile che contengono.

     Che fare allora?

     Credo si dovrebbe dare più tempo alle due azioni previste nel D.M. 42: recupero e sostegno e ad esse aggiungere quanto richiedono le eccellenze presenti in tutte le realtà scolastiche.

     Infatti, se togliamo alle scuole gli spazi e i tempi di azioni integrative e complementari, riduciamo il tempo scuola a forme curriculari ridotte e poco gratificanti.

     Qualcuno potrebbe obiettare: se appare prioritaria la necessità di far saldare i debiti e sostenere i deboli, lasciamo pure che gli studenti bravi vadano avanti, vadano oltre per conto loro.

      Ragionamento, a mio avviso, profondamente errato che non considera la complessità del mondo scuola e il gusto della ricerca che ne caratterizza molti e non secondari aspetti, quotidiani e straordinari.

      Che fare allora, mi richiedo.

     Sarà semplicistico – a mio avviso non lo è – proporre un calendario scolastico differenziato fra scuole primarie e scuole secondarie, distinguendo in queste quelle di primo grado da quelle di secondo grado, magari guardando al di là delle Alpi.

       A titolo esemplificativo: le scuole primarie e le secondarie di primo grado  potrebbero mantenere le attuali date di inizio e fine per i tanti motivi famigliari che intuite.

      Per le scuole secondarie di secondo grado, si potrebbe distinguere fra il biennio divenuto obbligatorio e il triennio superiore.

      Il calendario del biennio potrebbe ridursi a 180 giorni di lezione, partendo dal 1° ottobre e terminando ai primi di giugno, per lasciare tempo alla fine del decimo anno agli esami di Stato previsti dall’art. 33 della Costituzione (oggi sono gli esami di Terza Media, ma domani, con l’innalzamento dell’obbligo saranno gli esami di fine biennio).

     Nel triennio distinguerei fra i primi due anni, con 180 giorni, inizio il 1* ottobre e termine ai primi di giugno, e l’ultimo anno di 160 giorni di lezione e 20 giorni di stages presso enti, aziende, e tempo per prepararsi autonomamente agli esami di Stato conclusivi, che dovrebbero iniziare gli ultimi giorni di giugno.

      Questo calendario delle lezioni dovrebbe essere contenuto in un calendario didattico dei docenti che inizia il 1 settembre e termina il 30 giugno, durante il quale tutti i docenti avrebbero l’obbligo della presenza settimanale di diciotto ore per le secondarie per programmazione, accompagnamento, sostegno e recupero.

     In tal modo, mi sembra si ridurrebbero i disagi che quest’anno indubbiamente appesantiranno il lavoro di tutti, sarebbe più chiara la tempistica e le modalità di recupero e di verifica sarebbero efficacemente identificate nella prima sessione di verifica di giugno e nella seconda sessione di verifica di settembre.

      Nei mesi di luglio e agosto, ogni scuola dovrebbe organizzare corsi di recupero a carico del fondo di istituto, gratuiti per gli studenti che non intendano spendere soldi in lezioni private.

      La proposta, temo, non piacerebbe molto agli enti turistici e agli albergatori, per i quali mi sembra siano stati composti molti calendari scolastici regionali, però avrebbe il pregio di semplificare e condurre a migliore efficacia il tempo scuola, che non può essere uguale per tutti e per tutte le età.


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