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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Dirigenti e libri di testo

 di STEFANO STEFANEL

Nell’agosto del 2007 era “divampato” il dibattito sul rincaro dei libri di testo e sul superamento del tetto di spesa stabilito dal Ministero in gran parte delle Scuole secondarie italiane. Il Presidente dell’Autorità per l’Antitrust Antonio Catricalà aveva annunciato l’apertura di un’indagine sulle Case editrici, mentre il Ministro Fioroni aveva ribadito il plauso del Ministero per i controlli e per il mantenimento del tetto di spesa. Il Presidente di Anp Giorgio Rembado si era premurato di sostenere che i Dirigenti scolastici in tutto questo non c’entrano in quanto è il Collegio docenti che nella sua sovranità delibera le adozioni. Dalle scuole invece si erano levate solo voci a testimoniare l’irrealisticità del tetto di spesa, visti i costi ordinari dei libri di testo. Mi pare che la questione nel complesso sia mal posta e che come tale necessiti di un approfondimento. Soprattutto mi sembra interessante verificare se la difesa preliminare di Rembado sia davvero calzante con la realtà dei fatti.

Tutto questo ha prodotto alcuni mesi dopo una serie di Decreti, Circolari e Note sulla questione, che chiariscono la questione, che pongono seri problemi a chi vuole tranquillamente non occuparsene e indicano un’attenzione non formale del Ministero sulla questione dei libri di testo e dei costi per le famiglie.

Cito di seguito quanto emanato dal Ministero della Pubblica Istruzione:

o       C.M. n° 9 del 15 gennaio 2008: adozione libri di testo per l’a.s. 2008/2009;

o       D.M. n° 7 del 15 gennaio 2008: prezzo di copertina dei libri di testo della Scuola primaria per l’a.s. 2008/2009;

o       D.M. n° 8 del 15 gennaio 2008: determinazione del prezzo massimo complessivo della dotazione libraria necessaria perr ciascun anno di corso della Scuola secondaria di 1° grado per l’a.s. 2008/2009;

o       Nota del 21 febbraio 2008: adozione dei libri di testo per alunni con disabilità visiva;

o       D.M. n° 28 del 22 febbraio 2008: tetto di spesa dei libri di testo per le Scuole secondarie di 2° grado;

Ritengo siano tre le questioni su cui centrare l’attenzione:

1.    qual è il limite giuridico del vincolo ministeriale sul tetto di spesa;

2.    qual è il ruolo del Dirigente scolastico in quanto Presidente del Collegio docenti e quali sono le reali potestà e capacità deliberative dell’Organo collegiale deputato alla scelta dei libri di testo;

3.    qual è il rapporto tra proposte di adozioni e costi.

Solo dall’analisi combinata dei tre argomenti da me evidenziati potrà emergere il quadro reale della situazione. E’ inoltre importante sottolineare che il dibattito sui libri di testo va aperto in questa fase dell’anno scolastico, per evitare che nell’avvio delle procedure di adozione ci si trovi davanti a scelte ormai già sedimentate. Una riflessione preliminare è dunque fondamentale per orientare le scelte del Collegio docenti e non arrivare impreparati al momento delle scelte e delle adozioni.

 Il tetto di spesa ministeriale. La prima questione da affrontare è la liceità e la tassatività del tetto di spesa ministeriale. Ritengo non ci siano dubbi sulla competenza del MEF a stabilire il tetto di spesa, visto che il Bilancio dello Stato e degli enti autonomi o non autonomi che questo bilancio contribuiscono a consolidare è sottomesso al Patto di stabilità. Che logica avrebbe un Patto di stabilità imposto agli Enti locali e che non tiene conto delle spese che possono generare inflazione? Poiché non esiste deroga superiore al 10% al tetto di spesa, la Corte dei conti potrebbe imputare alle scuole le spese ulteriori sostenute dalle famiglie. Una decisione del genere non avrebbe niente di straordinario, visto che le scuole non possono imporre nuove tasse e dunque le spese obbligatorie per le famiglie utenti devono essere contenute entro rigidi tetti di spesa. Anche nelle Regioni in cui esiste il comodato il tetto di spesa deve essere rispettato, in quanto il comodato interviene a reale sostegno delle famiglie e non come intervento a favore delle Case editrici. Le scuole sono autonomie funzionali e dunque la loro autonomia deve essere responsabile degli atti deliberati e dunque anche delle possibili responsabilità patrimoniali oggettive messe in atto.

 Il Collegio docenti. Nell’opinione di Rembado si vede ancora profonda un’idea di scuola degli adempimenti che con la governance non ha molto a che vedere. Poiché il Dirigente scolastico ai sensi del d.lgs 165/2001 è il responsabile legale dell’istituto e il responsabile dei risultati del servizio, a lui compete certamente la gestione del rapporto tra Patto di stabilità statale e tetto di spesa per i libri di testo. Se un Collegio docenti decidesse di far adottare la Divina Commedia in un’edizione numerata a 800 € a copia il Dirigente scolastico potrebbe limitarsi a dire che lo ha deciso il Collegio e dunque lui non può fare niente? Esistono precise potestà e capacità deliberative del Collegio docenti e su queste il Dirigente scolastico deve operare la sua azione di Presidente dell’Organo collegiale e di responsabile dell’istituto[1]. Laddove esiste una potestà deliberativa deve anche esserci una capacità deliberativa: ciò vuol dire che se un Organo collegiale ha dei poteri non può esercitarli in forma arbitraria e non rispondente alle norme. Il Patto di stabilità è un fattore fondante e contabilmente sensibile del Bilancio dello Stato a cui la Pubblica amministrazione deve sottostare, anche nella sua articolazione di Organo collegiale.

La procedura che il Dirigente scolastico dovrebbe seguire ritengo sia la seguente:

a)                           comunicare con circolare scritta che non verranno poste in votazione proposte di adozione che comportino un superamento del tetto di spesa ministeriale incrementato del 10%;

b)                           precisare nell’o.d.g. dei Consigli di classe che le adozioni devono essere collegiali e rispettare il tetto di spesa;

c)                            non portare in votazione al Collegio docenti le proposte che superano il tetto di spesa invitando per iscritto i docenti a formularle in modo corretto;

d)                           uniformare le classi che non si uniformano a quelle che invece si sono uniformate.

Ritengo tutto possa essere risolto con i punti a) e b), ma sono certo che tra i compiti del Dirigente scolastico c’è anche quello di impedire che il Collegio docenti deliberi in maniera illegittima. Ricordo che poi è il Dirigente tramite la segreteria che immette i dati in sistema, è il Dirigente che pubblica all’albo gli elenchi da lui firmati, è il Dirigente che informa le famiglie, è il Dirigente che viene chiamato a rispondere e a dare spiegazioni dall’Ufficio Scolastico Regionale. Pertanto laddove l’Organo collegiale crea per il Dirigenti possibili problemi attraverso un’azione illegittima quest’azione deve solo essere impedita.

In questo senso mi pare estremamente corretta la Nota del 25 febbraio 2008 del Ministro Fioroni secondo cui “la scuola italiana farà, come sempre, tutta la sua parte per dimostrare che è possibile conciliare la qualità dell’insegnamento con costi sostenibili per le famiglie. (…) Non credo, infine, che ne potrà risentire la libertà di insegnamento: ne risentirà, e finalmente in modo positivo, la libertà e il diritto di ricevere un’istruzione che, è bene ricordarlo, non può diventare un lusso per pochi.” A commento della dichiarazione del Ministro sul sito del Ministero è comparso anche un comunicato stampa che si conclude con una chiara presa di posizione: “Il Ministero ha anche attivato un sistema di rilevazione delle adozioni dei libri di testo, in modo tale da poter tempestivamente controllare gli eventuali sforamenti dei limiti di spesa da parte delle scuole. Il mancato rispetto dei tetti di spesa sarà tempestivamente contestato alle scuole inadempienti.”

 Rapporto tra proposte di adozione e costi. Nelle scuole esiste la errata percezione che la scelta del libro di testo legata alla libertà di insegnamento sia intangibile e che si debbano adottare solo i libri di testo proposti dalle Case editrici. Il concetto di materiale alternativo anche on line, di libri acquistati e usati collettivamente, di libri predisposti dai docenti non trova molta cittadinanza. I Curricoli d’istituto presupporrebbero anche la redazione di testi legati a quei Curricoli: la logica, invece, è ancora quella dei programmi e i programmi sono imposti dalla Case editrici, anche se poi questo sfocia nel mare di fotocopie didattiche che ogni insegnante impone: spesso sono più le pagine fotocopiate che quelle studiate sul libro di testo e molto spesso libri di testo anche ben fatti vengono usati solo in forma marginale. Alcune scuole hanno scelto la strada della divisione dei libri di testo in libri obbligatori (fino al raggiungimento del tetto di spesa) e libri consigliati (oltre quel tetto di spesa). Dove c’è il comodato la situazione è semplificata in quanto non  si adottano i libri che già sono stoccati in istituto. In altri casi si è proceduto ad adozioni alternative on-line. In altri casi ancora si sono fatti comprare i libri a gruppi di alunni in modo che per certi libri si adottasse una turnazione nell’uso. Ma nella maggior parte dei casi i Collegi docenti e i loro Dirigenti si sono ampiamente disinteressati del concetto di “tetto di spesa”, anche se la Corte dei conti ha cinque anni di tempo per verificare questo tipo di deliberazione. Ritengo sia necessario che i Dirigenti scolastici abbiano una maggiore considerazione degli utenti e dei loro diritti economici, anche perché sono certo che una delle cose più aberranti sarebbe permettere che – di fatto – le autonomie funzionali introducano nuove “tasse” per i cittadini.

La competenza sulla gestione della delibera del Collegio docenti per le adozioni dei libri di testo e quindi del tetto di spesa è totalmente del Dirigente scolastico, che non è il notaio o il segretario del Collegio docenti, ma il Presidente responsabile dell’ordine del giorno, della redazione delle delibere, della loro attuazione, del rispetto sostanziale e non formale delle norme, della personalità giuridica della scuola che sono chiamati a dirigere.

TETTI DI SPESA – A.S. 2008/2009

SCUOLA PRIMARIA

Classe

Libro della prima classe

Sussidiario

Sussidiario dei linguaggi

Sussidiario delle discipline

Religione

Lingua straniera

Totale

1a

€ 9,87

 

 

 

€ 6,05

€ 2,99

€ 18,91

2a

 

€ 13,82

 

 

 

€ 4,46

€ 18,29

3a

 

€ 19,76

 

 

 

€ 5,95

€ 25,71

4a

 

 

€ 12,78

€ 15,86

€ 6,06

€ 5,95

€ 40,66

5a

 

 

€ 15,50

€ 18,50

 

€ 7,44

€ 41,44

Totale

€ 9,87

€ 33,58

€ 28,28

€ 34,36

€ 12,12

€ 26,80

€ 145,00

 

SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO

Classe 1^ : € 286,00;
Classe 2^: € 111,00;
Classe 3^: € 127,00

SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO

Tipologia di scuola

I

II

III

IV

V

Liceo Classico

320

181

370

305

315

Istituto Magistrale

310

170

300

230

240

Liceo Scientifico

305

210

310

280

300

Liceo Artistico

260

170

250

190

200

Istituto d’Arte

270

145

198

170

155

Istituto Tecnico Aeronautico

270

175

305

220

145

Istituto Agrario (*)

290

170

295

280

185

Istituto Tecnico Commerciale

290

170

280

240

220

Istituto Tecnico Attività Sociali

290

150

290

240

190

Istituto Tecnico Industriale

305

160

300

245

215

Istituto Tecnico Nautico

310

200

300

250

230

Istituto Tecnico Geometri

270

170

310

265

220

Istituto Tecnico Turismo

310

200

300

250

210

Istituto Professionale Agricoltura

270

155

200

180

140

Istituto Prof. Comm./Tur.

245

150

220

180

130

Istituto Prof. Servizi Sociali

250

145

180

180

120

Istituto Prof. Servizi Alberghieri

295

155

190

215

130

Istituto Prof. Industria e Art.

240

140

160

170

125

* L’istituto tecnico agrario comprende un sesto anno di corso per il quale viene stabilita la spesa di € 90,00.

 

[1] Stefano Stefanel, Potestà e capacità deliberativa del Collegio docenti, su Pais, n° 5, settembre 2005

 


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