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Eccellenza, parola seducente .. nulla più
“Quando
mi è stato chiesto per la prima vola di presentare il festival di
Sanremo ho pensato a due cose, immediatamente. La prima è stata la mia
professoressa di filosofia, perché io a scuola ero un asino, non
studiavo mai e lei ogni volta che mi interrogava mi prendeva in giro. Io
volevo fare l’attore da ragazzino e mi diceva: «Venga Bizzarri alla
lavagna che vuol far l’attore». Ecco volevo dire alla mia professoressa
di filosofia che sto presentando il festival di Sanremo”,
messaggio concluso da un eloquente gesto del braccio. Si tratta di uno dei tanti,
emblematici esempi che mostrano come la scuola eluda il mandato
ricevuto. Questo si sostanzia nella «progettazione
e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e
istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati .. alle
caratteristiche specifiche dei soggetti».
[DPR 275/99]; norma del tutto coerente con la finalità del sistema
scuola che ha il compito di «promuovere
l'apprendimento .. per raggiungere elevati livelli culturali e
sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze
e
abilità,
generali
e
specifiche,
coerenti
con
le attitudini e le scelte personali»
[legge n°53/2003]. L’apprendimento è un processo volto alla promozione di capacità
che il corpo docente, razionalmente, devono governare
L’apprendimento non si insegna … l’apprendimento si promuove
L’apprendimento è inversamente proporzionale allo spazio
riservato alle parole del docente nell’attività di classe
I nuovi regolamenti di
riordino danno consistenza ai tre enunciati. Essi affermano che la
progettazione dell’insegnamento è da fondare su:
“L’uso
costante del laboratorio nell’insegnamento delle discipline scientifiche”
[licei]; “metodologie finalizzate
a valorizzare il metodo scientifico e il pensiero operativo”; [ist.
tecnici]; “la
valorizzare di stili
d’apprendimento induttivi” [ist. professionali].
Il DPR, inoltre, affermando che
“lo
studio delle discipline
deve essere caratterizzato
da una
prospettiva sistematica, storica e critica”
e che gli studenti devono “praticare
i metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari”
[regolamento licei], innova il tradizionale concetto di disciplina.
Esso
non sarà più ancorato a quanto depositato nei sacri testi ma dovrà
essere sostituto da un’immagine dinamica che evolve a partire dagli
specifici problemi che lo specialista
nel tempo ha affrontato, prosegue con la focalizzazione dei procedimenti
utilizzati per la risoluzione delle questioni poste, per giungere alla
formalizzazione e alla sistematizzazione degli argomenti che hanno dato
risposta agli interrogativi iniziali. La nuova conoscenza sarà il
trampolino di lancio verso nuove ricerche. Una metafora rinforza il concetto espresso: le
discipline sono dei folletti che saltellano per il mondo e le conoscenze
sono le loro tracce. Il loro spirito vitale risiede nell’energia, nella
curiosità, nella determinazione e nella vivacità del loro carattere.
Quale meraviglia manifestano quando percepiscono nuovi problemi, quanta
attenzione dimostrano quando ne circoscrivono l’ambito. E che dire della
precisione che esibiscono quando scavano per trovare la soluzione e dei
trilli di gioia che accompagnano la cattura di nuove questioni. La ricaduta sull’attività di classe di questa visione
può essere apprezzata se si considera che gli studenti, coinvolti nella
ricerca della soluzione di uno specifico problema disciplinare, agiscono
sorretti da un’autentica, intrinseca motivazione. Non meno importante è
la considerazione che, quando uno persona applica metodi disciplinari,
esibisce comportamenti produttivi, espressione di competenze: la
finalità istituzionale. Questo l’ambito entro cui
nasce il problema della promozione delle eccellenze, definito dal
ministro nell’art. 1 del D.M. 27/7/2010:
«Per
l’anno scolastico 2010/2011, è definito il programma nazionale di
promozione delle eccellenze, come riportato nell’allegata tabella A,
contenente i diversi ambiti disciplinari dei percorsi di istruzione
secondaria superiore, le competizioni nazionali e internazionali, nonché
olimpiadi e certami, ed i rispettivi soggetti proponenti, interni ed
esterni all’Amministrazione scolastica, al fine di riconoscere i
risultati elevati raggiunti dagli studenti delle relative scuole statali
e paritarie».
La tabella A elenca le gare, divise per macro-settori, a cui gli
studenti possono accedere per mostrare le proprie qualità, quali ad
esempio la capacità di “guardare al futuro”, “progettare”, essere
innovativi, interpretare” …
Si tratta di un’impostazione priva di fondamento
logico-professionale. La norma non tende, come dichiarato, a promuovere
l’eccellenza ma si limita a ricercarla. La strategia proposta per la sua
identificazione, inoltre,
delega a terzi la specificazione sia dei
caratteri delle “eccellenze”, sia dei criteri per la loro misurazione.
Fatto ancora più sorprendente è il rifuggire le responsabilità connesse
all’ideazione di dispositivi atti a riportare la didattica e il governo
dei processi di apprendimento nell’alveo istituzionale: siamo di fronte
a un’abdicazione. |
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