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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

I FONDI DEL D.P.R. 567/96 (apertura pomeridiana delle Scuole) VANNO ATTRIBUITI A "TUTTI GLI ORDINI DI SCUOLE" E NON SOLO ALLE SUPERIORI

Come ho avuto modo di accertare, da parte del Ministero o di un funzionario (che non sarebbe difficile comunque individuare) c’è stata in questi anni una indebita attribuzione di fondi alle Scuole superiori, o almeno una ingiustificata sottrazione di risorse alle Scuole medie ed elementari ai sensi della Direttiva 133 del 1996.

Per chi non lo ricordasse, nella primavera di quell’anno il Ministro Lombardi emanò una Direttiva (la Direttiva 133 appunto) con la quale proponeva una utilizzazione piena degli spazi scolastici da parte degli studenti anche fuori dall’orario delle lezioni; parlò addirittura della domenica, sollevando un vespaio di polemiche, visto che sembrava volesse sottrarre i giovani "alla messa" (lui che era un cattolico convinto!). Si trattava in sostanza delle "attività pomeridiane degli studenti" per le quali si previde un Regolamento che in effetti fu emanato qualche mese dopo, quando a Lombardi successe Berlinguer.

Il Regolamento fu emanato in effetti il 10 ottobre 1996 e prese il nome di DPR 567. Esso prevedeva una serie di novità per lo più riferite agli studenti delle Superiori, come la costituzione del Comitato studentesco di Istituto e la Consulta provinciale degli studenti (ancora esistenti) e si indisse la "Giornata nazionale della Scuola", ben presto dimenticata!

Ma la cosa su cui vorrei richiamare l’attenzione è che sia la Direttiva 133 che il DPR 567 del 1996 parlavano chiaramente di iniziative riguardanti le "istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado".

Non si sa come, con una Circolare successiva C.M. 17/10/1996 n. 654 il Ministero attribuiva la somma di 40 miliardi per i corsi di recupero previsti dalla L.323 dello stesso anno prelevandoli dai fondi della Direttiva 133 "nelle more del perfezionamento del Regolamento …" , ma solo alle Scuole secondarie superiori. E da allora in tutte le Direttive sull’autonomia tali somme sono state inserite nei finanziamenti della L. 440/97, senza comunque alcuna specificazione. Come si può vedere infatti la prima Direttiva la 252 del 1998 parla di iniziative rivolte "agli studenti" intendendo sia quelli della scuola di base che delle superiori, ma i fondi in effetti sono stati assegnati solo e sempre alle Superiori!.

Mi chiedo come mai da sempre, vale a dire dall’emanazione del Regolamento del 1996, nessuno abbia eccepito su questo indebita "interpretazione" della Direttiva e del Regolamento.

Su questo punto credo occorra fare finalmente chiarezza e spero che qualcuno sollevi il problema a livello ministeriale, non tanto per recuperare le somme degli anni passati, ma per evitare che anche quest’anno si perpetui l’errore

Prof. Pasquale D’Avolio
Dirigente Scolastico I.C. Arta-Paularo
Udine

 

 

Direttiva 3 aprile 1996, n. 133

TITOLO I - Finalità e contenuti

Art. 1

Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado (sottolineatura mia) , nell'ambito della propria autonomia, definiscono, promuovono e valutano, in relazione all'età e alla maturità degli studenti, iniziative complementari e integrative dell'iter formativo degli allievi, la creazione di occasioni e spazi di incontro da riservare loro, le modalità di apertura della scuola alle domande di tipo educativo e culturale provenienti dal territorio, in coerenza con le finalità formative istituzionali.

 

…………………………

Circolare Ministeriale 17 ottobre 1996, n. 654

Oggetto: D.L. 20 giugno 1996, n. 323, convertito, con modificazioni, nella legge 8 agosto 1996, n. 425 (art. 5 bis del testo coordinato). (recte: "art. 3, comma 5-bis del testo coordinato")

Con la normativa in oggetto il Parlamento ha stabilito che un importo di 40 miliardi di lire, già iscritto nel capitolo 1292 dello stato di previsione di questo Ministero per il corrente anno finanziario, venga destinato all'attuazione del regolamento governativo che disciplinerà la materia della direttiva ministeriale n. 133 del 3 aprile 1996.

Nelle more del perfezionamento del regolamento di cui sopra e in attesa delle conseguenti variazioni di bilancio da adottare con decreto del ministro del Tesoro, è stato predisposto un piano di ripartizione della somma disponibile utilizzando, per i due terzi, il criterio proporzionale alla consistenza degli alunni e, per un terzo, il criterio del correttivo in base all'indice provinciale di disagio scolastico.

A codesti Provveditorati verranno assegnate dai competenti uffici centrali le somme risultanti, per ciascun capitolo di bilancio, nella colonna "assegnazione", peraltro derivante dalla somma dei due importi che le precedono.

Si prevede che tali somme saranno materialmente a disposizione delle SS.LL. entro la metà del mese di novembre p.v., ma le SS.LL. medesime sono fin d'ora autorizzate a procedere alla loro ripartizione fra le istituzioni scolastiche dell'area di istruzione secondaria di II grado (sottolineatura mia) utilizzando, in linea di massima, il criterio proporzionale alla consistenza degli alunni di ciascuna unità scolastica.

Fermo restando che gli impegni formali di spesa potranno essere assunti dalle SS.LL. dopo aver ricevuto gli avvisi di accreditamento, le comunicazioni di finanziamento consentiranno alle scuole di operare con tempestività nella realizzazione dei progetti e delle iniziative di cui trattasi.

Si allega alla presente copia del regolamento attualmente in corso di registrazione e si confida in un puntuale adempimento.

 

 

Decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1996, n. 567
(in GU 5 novembre 1996, n. 259)

modificato dal
Decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1999, n. 156

 

Disciplina delle iniziative complementari e delle attività integrative nelle istituzioni scolastiche

Art. 1 - Finalità generali

1. Le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado (sottolineatura mia), nell'ambito della propria autonomia; definiscono, promuovono e valutano, in relazione all'età e alla maturità degli studenti, iniziative complementari e integrative dell'iter formativo degli studenti, la creazione di occasioni e spazi di incontro da riservare loro, le modalità di apertura della scuola in relazione alle domande di tipo educativo e culturale provenienti dal territorio, in coerenza con le finalità formative istituzionali.

Art. 2 - Spazi e tempi per la realizzazione delle iniziative

1. Gli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado predispongono almeno un locale attrezzato quale luogo di ritrovo per i giovani dopo la frequenza delle lezioni.

 

Direttiva 29 maggio 1998, n. 252

Gli importi assegnati alla gestione delle istituzioni scolastiche per l'attuazione dei progetti di cui al punto 3), dopo aver dedotto la somma di lire 33 miliardi, da destinare all'introduzione graduale dell'insegnamento di una seconda lingua comunitaria, e la somma di lire 40 miliardi per iniziative complementari ed integrative a favore degli studenti, (sottolineatura mia) saranno ripartiti: per il 30% in parti uguali alle singole scuole, per il 35% in misura proporzionale alle dimensioni e alla tipologia delle istituzioni scolastiche medesime ed il restante 35% in misura proporzionale alla complessità dei progetti da realizzare


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