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GERARCHIA O ORIZZONTALITA’ DELLA RICERCA… Quali scuole saranno "attrezzate" domani in modo che ogni persona facente parte dell’istituzione , sia essa docente di prima nomina o di vecchia data o operatore scolastico, divenga, ancor prima delle alunne e degli alunni, un ricercatore, un apprendista e al tempo stesso un esperto? La scuola autonoma sarà in grado di proporre prima agli adulti, poi alle studentesse e agli studenti, un modello di continua ricerca orizzontale? Saranno i corsi d’aggiornamento organizzati da qualcuno per qualcun altro (che spontaneamente e gratuitamente vi aderisce) a fare della scuola un luogo in cui tutte/i possano costruire un sapere didattico, metodologico…pensato insieme e poi condiviso? Le/i docenti saranno domani messe/i nella condizione, dalle scelte di politica organizzativa e contrattuale, di fare ricerca dentro le loro scuole? O non saranno piuttosto lasciate/i al loro destino come produttori individuali e individualisti di qualche sapere metodologico-didattico acquisito gratuitamente? Le scuole in cui noi lavoriamo ci consentono di innovare ricercando? Siamo aiutate/i dall’organizzazione del nostro servizio a scambiarci in qualche modo idee, competenze, dubbi, timori, risoluzioni ai problemi…? C’è unità di intenti fra docenti, personale ATA, famiglie, ecc…? Quando si avvia un progetto, che vedrebbe la collaborazione di tutte le componenti anche in termini di aiuto concreto come spostare arredi, sollevare pesi, spostare attrezzature, magari in tempi brevi e senza richieste snervanti di permessi, lettura di mansionari, ecc…le persone collaborano? Quali riunioni, quali compiti, quali tempi sono realmente utili e necessari per qualificare la scuola tutta? L’autonomia sarà in grado di far sentire veramente a tutti l’importanza dell’opera di ognuna/o? Le responsabilità educative e organizzative saranno equamente distribuite? Il sogno di molte/i sarebbe quello di vedere la realizzazione in tempi brevi, prima di andarsene dalla scuola per raggiunti limiti di età, di un quotidiano scolastico in cui si parli fra docenti di cultura pedagogica e di "problemi" da risolvere e affrontare, di esperienze positive, di conquiste e sconfitte didattiche, senza gerarchie, senza tempi ristretti, senza insegnanti di serie A e serie B, nella consapevolezza che ogni persona è una risorsa, che ogni pensiero pedagogico nuovo reso realtà è da condividere. Molte/i vorrebbero una scuola che faccia della PACE non soltanto una bandiera rivolta all’esterno, bensì una professione di fede nei rapporti interpersonali, senza la solita continua proposta di organizzazioni un po’ maschili che vedono al centro qualcuno più esperto di un altro, più in carriera di qualcun altro e che lasciano ai margini le/i docenti "normali" come se fossero una manovalanza senz’anima e testa. Tutto ciò che stiamo vivendo nelle scuole, a cominciare dalla gestione e organizzazione dei corsi FOR TIC (si pensi anche soltanto alla "svista" del non aver tenuto conto degli orari di lavoro delle docenti di scuola elementare e dell’infanzia in servizio anche il pomeriggio: qualcuno si era mai accorto che esse/i lavorano anche nelle ore pomeridiane?) , alle detrazioni di una percentuale di stipendio quando si sta a casa in malattia, alla assoluta mancanza di possibilità di intervento delle scuole tutte nei processi di riforma e nel dibattito per "scrivere"il codice deontologico o per ripensare lo stato giuridico del personale, ecc…tutto ciò (e altro) fa pensare che la nostra categoria di lavoratori e lavoratrici sia assolutamente considerata un insieme di imbecilli da bistrattare impunemente, senza capacità di proporre alternative, di riflettere sulla condizione e i bisogni della scuola. Ciò rattrista, allontana mille miglia molte persone dall’ impegnarsi con intelligenza ed entusiasmo a fare della scuola una comunità "ricercante", e la ricaduta negativa di tale sistema che umilia è sul lavoro di classe che sembra spesso ripresentare la stessa obsoleta gerarchia dall’alto al basso: l’orizzontalità della ricerca è una condizione che rischia di divenire ogni giorno più lontana, così come il cambiamento in positivo delle modalità di approccio all’altra/o sia dentro sia fuori della scuola. Il sapere dovrebbe essere costruito insieme, alla pari, per essere condiviso e interiorizzato, ma si continua a riprodurre, prima tra gli adulti, poi fra gli adulti e le studentesse e gli studenti, il modello universale della gerarchia sia nelle scelte di politica scolastica sia di quella generale.
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