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I mali della scuola
di Enrico Maranzana Mi rendo conto che il titolo è
impegnativo ma, come ogni insegnante che corregge un compito, cerco di
formulare giudizi oggettivi, comparando le elaborazioni con la dottrina. PREMESSO CHE
1.
il termine scuola è
stato sostituito dal legislatore con quello di sistema educativo, di
istruzione e formazione perché ha riconosciuto la complessità del
servizio scolastico;
2.
per governare un
sistema è essenziale definire e formalizzare un’idonea struttura
decisionale, necessità da affrontare nel rispetto dei principi e della
dottrina delle scienze dell’amministrazione; CONSTATATO CHE l’art 6 della legge 15/2009 muove in tale direzione.
Principi e criteri in
materia di dirigenza pubblica:
“Per conseguire la miglior
organizzazione del lavoro e di assicurare il progressivo miglioramento
della qualità delle prestazioni .. al fine di rafforzare il
principio di distinzione tra le
funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le
funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza .. in
modo da garantire la piena e coerente attuazione dell’indirizzo politico
degli organi di governo in ambito amministrativo”. SI CONDUCE UN’ANALISI FONDATA SUL PRINCIPIO DELLA
DISTINZIONE DELLE FUNZIONI di quanto propone il ministero in materia
d’organizzazione. Analisi molto, molto importante in quanto la
documentazione esemplificativa che si trova nella vetrina ministeriale
ha la forza necessaria a orientare e confermare i lavori delle scuole
italiane:
http://nuovitecnici.indire.it/content/index.php?action=lettura&id_m=10049&at_cod=01 Si prenda ad esempio
il documento dal titolo “Assetto organizzativo” relativo a un percorso
sperimentale volto alla definizione dei curricoli scolastici che sedici
Istituti Tecnici della regione Puglia hanno seguito. La proposta è del
tutto analoga a quelle presenti negli altri fascicoli presenti nel sito
Indire: le notazioni che saranno fatte sono generalizzabili. Nel documento si legge:
l’organizzazione - gli attori del processo. Il
dirigente scolastico ha la funzione di
·
Dirigere il processo di definizione dei processi
d’uscita;
·
Predisporre la proposta da sottoporre al Consiglio
di Istituto per la definizione degli indirizzi;
·
Approvare le proposte dei Comitati Tecnici
Scientifici e del Coordinamento dei dipartimenti;
·
Presiedere i CTS e il coordinamento dei
dipartimenti;
·
Responsabilità per lo sviluppo delle competenze. Funzioni sistematizzate nello
schema conclusivo –
Procedure progettazione curricolo: fasi e macro
attività. Comparando il modello proposto con la normativa
vigente si rileva che
1.
Il consiglio di Istituto è espropriato della
responsabilità di “Elaborare
e adottare gli indirizzi generali” [TU
297/94] in quanto si banalizza il suo intervento e lo si limita alla
mera ”approvazione delle proposte elaborate dalla dirigenza”. Si tratta della ratifica di quanto ordinariamente
avviene nella scuola: rinvenire negli ordini del giorno di un qualsiasi
Cons. di Ist. traccia della citata norma di legge, è cercare un ago nel
pagliaio.
2.
Si sovverte la
finalità del sistema scolastico che, come cardine, ha le capacità degli
studenti, capacità da promuovere utilizzando strumentalmente le
conoscenze [l’art. 2 della legge 53/2003]. Gli istituti pugliesi si sono mossi in direzione
opposta: hanno affidato ai coordinamenti dei dipartimenti disciplinari
la responsabilità di definire i profili formativi. Si tratta di un’impostazione sbagliata anche a livello
metodologico: un’attività progettuale deve aver inizio dalla definizione
dei traguardi da conseguire, espressi in termini di risultati attesi,
proseguire con la scomposizione del problema in sottoproblemi, nel
rispetto della struttura generale;
3.
Il collegio dei docenti è espropriato delle
responsabilità relative alla “programmazione
dell’attività educativa” [T.U. 297/94]
in quanto il suo intervento è circoscritto alla approvazione dei profili
elaborati dai coordinamenti disciplinari; .. potrei andare avanti, ma quanto è stato
sottolineato è sufficiente per motivare di seguente giudizio:
a)
Il riferimento dottrinale è l’organizzazione
gerarchica, modello universalmente abbandonato e sostituito da strutture
articolate, dotate d’autoregolazione [Decreti delegati 1974]. Chi pensa
che il successo di una missione spaziale dipenda dall’attività una
singola persona?
b)
Il riferimento
concettuale è la scuola di inizio novecento la cui finalizzazione era la
trasmissione delle conoscenze delle singole discipline e l’acquisizione
delle abilità necessarie al loro utilizzo. La finalità dell’istituzione scuola italiana
contemporanea, invece, è lo sviluppo e il potenziamento delle qualità
dei giovani: la chiave di volta dell’intera strutture è l’unitarietà
degli insegnamenti che si realizza facendo convergere degli insegnamenti
verso traguardi comuni e condivisi [Decreti delegati 1974];
c)
Della norma sull’autonomia che “si
sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di
educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona
umana” [DPR 275/99] non c’è traccia.
Tale omissione corrisponde al rifiuto del modello
organizzativo strutturato a tre livelli: strategico, tattico, operativo. La progettazione formativa,
al vertice della piramide, riguarda il rapporto-scuola società. Essa
consiste nell’identificare e nel puntualizzare le competenze generali
che i giovani dovranno possedere, al termine del percorso scolastico,
per interagire positivamente con l’ambiente socio-culturale in cui
saranno immersi. Non è casuale il fatto che la presidenza
dell’organismo a cui è affidata alla responsabilità sia un genitore. Le funzioni educative
hanno natura tattica. Si esercitano per promuovere nei giovani
le capacità connesse alle competenze
generali definite a livello strategico. La progettazione dell’istruzione,
trova la sua significatività nelle scelte operate
dagli organismi che guardano lontano. I lavori di classe non avranno più
come sottotraccia il libro di testo; i processi di apprendimento,
progettati congiuntamente dai docenti di tutta la scuola, saranno il
nuovo fil rouge. GENERALIZZANDO. È essenziale
·
promuovere la
professionalità del corpo docente: se riconoscesse, enunciasse e
difendesse i caratteri di un insegnamento conforme al volere del
legislatore, il rapporto di dipendenza acritica dalla dirigenza sarebbe
sostituito da quello dialogico e collaborativo;
·
difendere il
fondamento scientifico dei decreti delegati del 74 che hanno
ristrutturato l’organizzazione delle scuola in conformità ai dettami
dottrinali;
·
interagire con i parlamentari affinché non
attribuiscono
alle più svariate e più fantasiose cause il
fallimento della riforma degli organismi collegiali del 74 ma, avendo le
scienze dell’organizzazione come riferimento «certo», rimuovano le cause
della loro inefficacia. |
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