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L’istruzione pubblica “è finita”! Ma... non andiamo in pace! Il DL 98
/2011 assesta l’ultimo colpo, quello ferale, alla istruzione pubblica,
sforbiciando e azzerando anche su sanità, previdenza, pubblica
amministrazione, di modo che se qualcuno avesse, per caso, ritenuto che
esiste ancora una qualche forma di welfare in Italia, possa mettersi il
cuore in pace, e chi invece si fosse illuso che i nostri politici
avessero intuito la rotta per la crescita e lo sviluppo possa assopirsi
con santa pace dei sogni impossibili.
Il paese
viaggia a grandi passi verso lo sfascio e lo si vuol salvare, con il
solito leit motiv: tagli, ritagli, in orizzontale e verticale, salvando
chi già è salvato, ovviamente!
In particolare l’art. 19, in poco meno di una
pagina, mette al tappeto,
nel
giro di qualche tempo (Tremonti sospira già dal 1 settembre 2011!) 1.300
dirigenze, e migliaia di scuole: primarie e secondarie …. Non si fa
differenza. E nel calderone devono starci
tutti,
proprio
tutti,
quelli
che fanno la scuola e l’istruzione di questo paese: dal dirigente
all’ausiliario, dal preside incaricato al precario quasi esanime.
Principio di uguaglianza e di legalità, si direbbe,
che
almeno in questo caso sono stati rispettati se non fosse che ancora una
volta la zattera dei disperati da affondare resta la medesima, mentre
scafi potenti veleggiano al largo di paradisi garantiti. Tutte le
scuole dell’infanzia e le elementari, a meno che non abbiano già mille
alunni (il che è parecchio infrequente) formeranno dei mega istituti
comprensivi con le scuole medie di primo grado e viceversa, si capisce;
tutte le scuole di istruzione secondaria superiore con meno di 500
alunni, fossero pure allocate a mille metri sul livello del mare o
disperse negli arcipelaghi, andranno in reggenza a meno che…. Non via
sia un dirigente di ruolo a cui non è scaduto il contratto e vi resta
sino alla sua scadenza, ovviamente!
Ci sembra che si otterrà un bel risparmio …
in termini di formazione dequalificata
senz’altro!
Se si pensa alle masse di bambini e di giovanissimi adolescenti che
godranno di una continuità didattico – educativa forzosa in cui 1 solo
dirigente potrà , non seguire, processi complessi dei mega poli
formativi, con vicari senza esoneri dal servizio o a mezzo servizio, ed
un gruppetto di volontari che gli fanno cerchio con lacrime e sangue
portando la croce da una stazione all’altra con un fondo d’istituto
sempre più esiguo e da investire presto e subito….. se no nell’anno a
venire la mente ministeriale, più economica che formativa, toglie perché
non ridà se non quanto si è investito, o forse ancor meno. Non mettiamo
limiti all’inumana provvidenza!
E
ad asciugare il sudore del povero cristo che si cimenterà nel dirigere,
un altro gruppetto di personale ATA sempre più assottigliato e sempre
più confuso nella congerie di fastidiosissime incombenze di trasparenze
di flussi finanziari, di Cig , di Cup, di malattie private, di USL che
chiedono il rimborso, di tetti che sembrano cadere ed infissi
tremolanti, di classi sovraffollate dove si spera vi sia qualche
diversamente abile iscritto a ché il numero dei frequentanti quella
classe sia più contenuto. Ed un ottimo
risparmio saranno quelle scuole sperdute in cui, andato in pensione il
dirigente in servizio, o fuggito in altro luogo (e ben lo si comprende)
godranno di un reggente una tantum che il sudore ed il sangue se lo
asciugherà da sé che non si può pretendere che il gruppetto di buoni
samaritani si faccia anche le strade di montagne e vada per mare senza
rimborso né di benzina né di biglietto! Ma che
formazione dovremo assicurare? Che serietà di condotta è mai questa? Il
paese necessita del pareggio dei conti: giustissimo! E tutti i cittadini
dovranno partecipare e non sottrarsi proprio per il bene del paese! Ma
forse che qualcuno nella scuola ha contribuito a piene mani ad alzare il
debito pubblico dell’amata Italia? Forse che qualcuno riesce ad evadere
il peso dell’Irpef (ormai promessa al 40%!) o dell’Irap o delle altre
trattenute alla fonte? Sarebbero magie da commercialisti Avatar! Forse
ce ne sono, anche, ma non nelle pubbliche amministrazioni.
Paga la scuola ed i pubblici dipendenti con i
funzionari la cui fede nell’istituzione scuola comincia a vacillare
sotto le ripetute botte prese giorno
dopo giorno, pagano i più deboli ed i
giovani che restano senza prospettive di sviluppo e con una formazione
sempre più carente: non si fa scuola a zero euro! Non c’è paese europeo
illuminato che questo non l’abbia ben chiaro. A noi italiani resta
invece oscuro. Ottimizzare i tagli si dice, fare di due euro duemila
euro di efficienza ed efficacia. Davvero,
anche a nome di tanti colleghi e di tanti che continuano a lavorare
nella formazione, mi sento di dire che cristi ci hanno ridotto ma che
diversamente dall’Onnipotente a cui solo, ormai parrebbe noi ci si possa
rivolgere, non riusciamo né riusciremo a fare miracoli! E non avremo
pace!
Eliana Romano
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