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Gentile Signora Ministro, Tutta la questione riguardante l’innalzamento dell’obbligo di istruzione e il cammino verso la Strategia di Lisbona 2010, a mio avviso, andrebbe inserita nel più ampio contesto iniziato nel 1974\75 con le mini e maxi.sperimentazioni ex art. 2 e 3 del DPR 419/74. Come tutti sappiamo,è successo di tutto e di più: cose belle, bellissime, altre meno belle. È comunque un grande patrimonio che non è mai stato correttamente e fruibilmente censito. Ha solo fatto paura e impressione: compresi i ministri che si sono da allora succeduti a viale Trastevere. Non so se ci sarà il tempo per un serio censimento dei fatti accaduti in questi trentacinque anni. Io posso parlare dell’esperienza che, insieme con altre poche scuole, vive il mio liceo facendo parte del Progetto Autonomia: cinquantadue delle mie 61 classi lo vivono attivamente (se si vuole dare un’occhiata, ecco l’indirizzo: www.liceomaffei.edu ). In sunto: 20 h area dell’equivalenza; 8 h area di indirizzo; 2h committenza locale e 20% quota di variabilità. Ne abbiamo ricavato il Liceo Classico della Comunicazione; Il Liceo Classico delle Lingue Straniere; il Liceo Linguistico … e centinaia di nuovi iscritti e ottimi risultati all’università e nel lavoro. Dodici anni permettono qualche consuntivo. Il perno sta nel sistema delle compresenze e nell’ambito disciplinare Linguaggi non Verbali e Multimediali: due fattori che consentono nuova didattica ed un passaggio meno difficoltoso verso le competenze Lisbona 2010. Ci sono collaterali tanti problemi di ogni ordine e tipo, compresi quelli economici: - indispensabile la stabilità del dirigente - necessaria la stabilità del corpo docente - obbligatorietà della formazione in servizio (ho letto appena oggi l’ultima integrazione in proposito sul CCNL) - disponibilità ampia di spazi ed aule speciali (nel mio Liceo funzionano regolarmente sei laboratori informatici, tre di Fisica, tre di Scienze, tre laboratori linguistici, tre biblioteche e un archivio storico) - necessità di reperire fondi con i contributi delle famiglie e con quelli delle banche, donazioni ecc. (stiamo costituendo una fondazione ad hoc … e i revisori guardano perplessi!). Però, alla fine, tutto funziona. A patto che il dirigente (cioè il sottoscritto) non vada mai in ferie ( formalmente, ora sarei in ferie…!), il suo staff sia altamente professionale e numeroso. Ma, soprattutto, che il progetto sia chiaramente condiviso, secondo i processi di collegialità diffusa e reale (comitato didattico, dipartimenti disciplinari, gruppi di ricerca e, alla fine, ratifica del collegio). Perché tutto questo? Cosa manca? Prima di tutto mancano - una vera autonomia delle I.S.A. - una forte selezione dei dirigenti - una forte selezione dei docenti - una forte selezione dei direttori SGA - una forte selezione di tutto il personale scolastico - un finanziamento chiaro, sicuro, dichiarato, prevedibile con un bilancio di previsione serio (veramente ad ottobre e non marzo o aprile) - un sistema scolastico chiaramente improntato all’efficienza/efficacia, con sicure verifiche e valutazioni di risultato. Inoltre: - sburocraticizzare servendosi veramente di Internet - semplificazione del sistema (servono gli U.S.P.? funzionano gli U.S.R.?) - obbligo di progetto per l’assunzione degli incarichi dei dirigenti - stabilizzazione delle assunzioni dirette dei docenti - esaurimento reale del precariato Ecco, mi sembra che senza le strutture scolastiche generali, sia ancor più precario pensare e parlare di decennio d’obbligo. Dove si appoggia? Chi lo conduce? Chi lo governa? Come si governa? Sto esagerando?
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