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E la palla rimbalza nel micromondo…
C’è una bambina un po’ spaurita, lì, in prima fila, una brunetta sottile, delicata, grandi occhi neri, un volto spirituale, scarno, curioso, interrogativo. Settembre Entrò in classe, fra i nuovi compagni, in settembre, all’inizio delle lezioni di quinta elementare…non parlava, stringeva la mano di una mamma timida…erano sorridenti, quel sorriso che si ha quando si è titubanti, desiderosi di comprensione, di affetto, di speranza, di sospensione del giudizio sui propri eventuali errori di comunicazione, di comportamento… Bimba rumena La mia collega e io pensammo che sarebbe iniziata l’ennesima avventura per noi, e, se pure fra le difficoltà di sempre, avremmo sicuramente aperto una nuova finestrella sul mondo…non avevamo mai conosciuto una cittadina rumena…che curiosità! Lei si sedette, tranquilla, fra due compagne sorridenti e ben disposte ad aiutarla subito a parlare. Volevano conoscerla…e così, come sanno fare soltanto i bambini e le bambine, inconsapevoli del mondo, la tempestarono di domande a cui lei ancora non avrebbe potuto rispondere perché non capiva…eppure sembrava comprendere: scuoteva la chioma corvina, ammiccava dolcissima, sorrideva, in modo già diverso dal primo momento, con maggiore sicurezza, volutamente…le compagne domandavano e poi si rispondevano da sole con un “forse, volevi dire…” Che incredibile volontà di contatto! La mia collega e io le osservavamo esterrefatte: ancora una volta il miracolo dell’incontro fra bambini ci lasciava interdette per la facilità in cui avviene…non sempre ovviamente, ma, nel clima giusto, avviene! -------------------------------------------------------------------------- Lei cammina leggera, si siede senza far rumore, ascolta puntandoci addosso i suoi occhi enormi dai quali veniamo risucchiate, protende il suo collo sottile fino all’inverosimile e ci beve letteralmente. Il suo sguardo chiede permesso, chiede scusa, ringrazia, prega… Si diverte con grazia e si lascia guidare alle regole dei nuovi giochi dai 24 compagni, saltella per il corridoio con le sue amiche e torna in aula raggiante, perché in bagno ha potuto scherzare con loro… E’ determinata a imparare, a “recuperare”, a parlare, copia, senza che glielo chiediamo, pagine e pagine di lavoro delle attività del nostro scorso anno scolastico quando lei frequentava la scuola in Romania…la lasciamo fare: pensiamo sia il suo modo di cercare sicurezza… La classe, micromondo di strategie e azioni mirate per l’altro, potrebbe diventare da stimolo al macromondo? Possono i cittadini del mondo apprendere a porre domande all’altro, a sospendere il giudizio, a diventare curiosi, solidali anche di fronte alla violenza e agli errori? Oppure al cittadino straniero si chiede la perfezione, la sospensione del male che si annida in ogni essere umano del pianeta? Potrà mai la Terra diventare semplicemente terra su cui camminare liberi in cerca di riparo, di lavoro, di speranza, di compagni di viaggio nella vita? La valutazione dell’altro fatta ora di voti, di scale, di giudizi tranchant, potrà mai diventare veramente formativa anche nel macromondo? La griglia rigida dei pregiudizi di chi si considera più civilizzato dell’altro potrà mai mutarsi in luogo di comunione? La cultura potrà mai diventare CULTURA? Il clima potrà mai diventare ambiente-nido? Nido di scambio, di sostegno, di supporto, di curiosità? Per quanto tempo ancora si continuerà ad annusarsi come cani e a scansarsi se non ci si piace, se si percepisce nell’altro la difficoltà di vivere, il male pronto a riversarsi se non si è nati fortunati? Il territorio potrà mai divenire nido accogliente in cui poter chiedere e ottenere risposte di vita dignitose per tutti? Il male di uno dovrà comunque ricadere all’infinito sulla sua genia scatenando reazioni che di bene non hanno nulla, bensì rivelano l’altra faccia orrenda del male? Sì, l’altra faccia del male, quella della pretesa superiorità, dell’arroganza, della mancanza di memoria del proprio male e della propria storia di orrori…
Nel macromondo l’orrore La bambina fragile e dolce che viene da lontano ora è intimorita, così come la sua mamma quando entra in classe. Noi raddoppiamo le attenzioni e ci vergogniamo di essere una parte, anche se piccolissima, di questo “nostro mondo”. Lei ha pianto di fronte a un “errore”… e questo è accaduto il giorno dopo la tragedia di Roma…e la sua mamma ha camminato rasente la parete dei corridoi per trovare il coraggio di entrare in aula, questa volta senza più l’ombra del suo bel sorriso, a comunicare una semplice richiesta di rientro in ritardo per il giorno successivo… Ad ogni azione corrisponde una reazione… anche nel micromondo…Ebbene sì, la palla rimbalza impazzita nel micromondo dei “piccoli”! I politici, gli opinionisti, i media se ne vogliono ricordare per favore quando rilasciano dichiarazioni e prendono posizioni assolute, quando fanno della loro parola un’arma di distruzione della fiducia e della speranza di tanti?
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