Dal rasoio di Ockham al paradosso della
educazione alla legalità senza le leggi
L’eclissi del Diritto e delle scelte
razionali
di
Franco Labella
“Riguardo a Economia e
Diritto, dovendo fare delle scelte, no, non ritengo siano materie
fondamentali per l'educazione alla cittadinanza e alla legalità”
.
“Potremmo superare le
polemiche sulla mancanza di arte, musica nel biennio, perché nell’asse
dei linguaggi ci possono rientrare tutte le discipline anche se a un
livello certo di non avanzata formalizzazione. Condivido pertanto la
risposta di Bruschi (“regista” della cabina di regia sui Licei) sulla
mancanza di Diritto-economia nei bienni liceali.”
Che il paradosso espresso
nella prima frase sia condiviso anche da un uomo di scuola come D’Avolio
non può che suscitare meraviglia.
D’Avolio, Dirigente scolastico ora in
quiescenza, ha conosciuto fasi anche passate dei tentativi di riforma
della scuola e quindi non avrà reazioni di rigetto se leggerà queste
altre di frasi:
“L’insegnamento
del Diritto:
-
concorre
ad integrare la prospettiva offerta dalle scienze umane e sociali,
studiate nell’indirizzo con la peculiarità delle proprie categorie
logiche e sistematiche;
-
promuove
nello studente una maggiore consapevolezza della complessità dei
rapporti sociali e delle regole che li organizzano;
-
consente di
individuare le connotazioni delle diverse formazioni operanti nella
società, cogliendone la rilevanza giuridica;
-
attiva la
riflessione sull’essenzialità del nesso fra società e ordinamento
giuridico;
-
evidenzia
le forme di solidarietà attuabili mediante l’intervento dello Stato
nei rapporti economici e sociali."
Sarebbe interessante conoscere l’opinione di D’Avolio,
fautore della trasversalità, a proposito di queste frasi che sono tratte
da quel “pericoloso” documento costituito dalle Linee di indirizzo delle
sperimentazioni Brocca.
E se poi ci spostiamo
sull’Economia, che dire? Trasversalità anche lì? E di chi? Del collega
di “Economia domestica”?
La battuta viene facile se
si pensa che qualcuno, nell’ambito dei think thank che si sono occupati
del riordino, ha evocato, non si sa bene in base a quale ragionamento,
la possibilità di inserire nel futuro Liceo delle Scienze Umane non
l’Economia Politica ma, udite udite, l’Economia Aziendale…
Riportiamo la discussione
nei termini della razionalità.
Dunque c’è la necessità
del riordino e si decide che le Discipline giuridiche ed economiche non
rientrano nel core curriculum.
Ma, in realtà, come ha
acutamente osservato Tiziana Pedrizzi qualche tempo fa, su
Sussidiario.net, non c’è stata in Italia alcuna discussione sul core
curriculum.
C’è stata la decisione, non motivata da altro
che da nobili ragioni di tagli alle spese (sic), di ridurre a 30 ore
l’orario settimanale massimo “sopportabile” dagli studenti italiani del
2000.
Il riferimento di D’Avolio a 30 come
monte ore adeguato , però, è pure sbagliato perché, per il biennio (e
la disciplina “Diritto ed Economia” nei Brocca lì viene insegnata) le
ore settimanali non sono 30 (quelle originariamente previste) bensì 27.
Sarà perché il cervello dei quindicenni
è meno “capiente” di quello dei diciassettenni, che si è arrivati a
questa importante determinazione?
Ma alle medie inferiori il monte ore
settimanale è di 29+1 ed allora manco la teoria del “cervello più
piccolo e meno capiente” funziona.
Anche qui spero si colga
l’ironia espressa a proposito di una determinazione ragioneristica che
non consente di individuare quali ambiti disciplinari siano essenziali e
quali no ma che “giustifica” una posizione paradossale come quella di
Bruschi con la quale ho aperto questo contributo.
Cerchiamo allora di capire
il perché dell’eclissi del Diritto ed anche delle scelte razionali.
In Italia l’unico tentativo di riformare la
secondaria superiore è consistito nelle sperimentazioni Brocca.
Per dare un giudizio non
tagliato con l’accetta sulle stesse, sarebbe stato necessaria una
valutazione finale dei quasi venti anni che separano le frasi di
Bruschi e D’Avolio da quelle della Commissione Brocca.
Come ha riconosciuto, con
onestà intellettuale, anche un altro componente della Cabina di Regia
che ne ha scritto su Sussidiario.net, Elena Ugolini, tale valutazione
non è stata mai fatta.
Ricordo che uno dei tratti
innovativi, rispetto al passato, delle sperimentazioni Brocca è stata
proprio l’introduzione delle Discipline giuridiche ed economiche nei
Licei.
Esse escono, già da
vent’anni, dal limbo degli istituti tecnici e professionali, per
diventare discipline presenti in tutti i Licei sperimentali compresi
Classici e Scientifici.
Ci sono poi Classici e
Scientifici tradizionali (non Brocca) che decidono di introdurre non lo
studio dell’aramaico o del marketing nei loro istituti ma, come al
Ministero sanno bene perché hanno i dati sulle cosiddette
mini-sperimentazioni, proprio il Diritto e l’Economia.
Che questa sia la
situazione lo ha riconosciuto, in un documento ufficiale e non
riservato, anche uno dei più stretti collaboratori, al Ministero, del
Ministro Gelmini.
Ci sarà stato un motivo
per cui tutto questo è accaduto?
Oppure ci toccherà di
leggere che si trattava di impiegare i docenti di Discipline giuridiche
ed economiche in esubero?
Siamo seri, per favore.
Eppure c’è ancora qualcuno
che parlando oggi di Diritto e Economia, ne parla ancora oggi come di
discipline tecniche da relegare in settori specialistici.
Se ne ignora la valenza
formativa e la funzione di strumento di analisi della realtà
L’art. 2 2 del
regolamento n. 132 sui Licei evoca proprio la necessità, per lo
studente, di essere in grado di analizzare la realtà ed il Diritto e
l’Economia, nel XXI secolo, non servono?
Ci sarà un motivo per cui
non c’è alcuna posizione né del mondo universitario, né del mondo
dell’impresa, né delle associazioni professionali, né delle associazioni
dei genitori che sostiene la necessità di eliminare il Diritto e
l’Economia ma esattamente il contrario?
Basta leggere quello che è
stato scritto nei Forum di Indire per rendersene conto.
Basta leggere le mozioni
dell’Assemblea Regionale Siciliana come quella degli Ordini degli
avvocati del Triveneto pubblicati sul Sole 24 ore per rendersi conto che
la scelta è una scelta non condivisa da alcuno che non siano Bruschi e ,
ahimè, D’Avolio.
E non parliamo dei
decisori politici poi.
Lo stesso Ministro Gelmini
(avviene nel 2008) si rende conto della necessità di diffondere,
nell’ambito di un più generale discorso di educazione alla legalità,
anche la cultura costituzionale nelle scuole di ogni ordine e grado.
E nel 2008, evidentemente,
il Ministro Gelmini non condivide il paradosso del suo consigliere
politico Bruschi.
Questo passaggio diventa
essenziale per valutare le giravolte della politica scolastica in
relazione alle discipline giuridiche ed economiche.
Cosa succede rispetto alla
primitiva proclamata volontà di introdurre una nuova disciplina
(materia) con valutazione autonoma come dichiarato dallo stesso Ministro
in una conferenza stampa dell’agosto 2008, conferenza stampa anche
ripresa dalle televisioni?
Accade che alle prese con
la necessità, nelle scuole superiori, di dare rigore scientifico ad uno
studio che non può essere “trasversale” ignorando la necessaria
precisione di analisi, il Ministero prima firma un protocollo di intesa
con l’Associazione Italiana dei Costituzionalisti perché “formino i
futuri docenti di Cittadinanza e Costituzione (i docenti di Filosofia e
quelli di Storia ma non quelli di Diritto) poi, e siamo solo nel 2009,
fa sapere, attraverso lo stesso Ministro che lo dichiara al Corriere
della Sera, che mai e poi mai “Cittadinanza e Costituzione” diventerà,
nemmeno alle superiori, “disciplina autonoma con valutazione autonoma”.
Che cosa è accaduto per
indurre ad un cambiamento di prospettiva di 360 gradi?
E’ accaduto che studiosi
del calibro di Galli della Loggia sul Corriere della Sera e del prof.
Dino Cofrancesco sul Secolo XIX di Genova, siano intervenuti sulla
questione “Cittadinanza e Costituzione” invocando l’abbandono di una
visione “annacquata” di “Cittadinanza e Costituzione” da non
utilizzare, per usare le parole di Galli della Loggia, in una
prospettiva da Stato etico e sottolineando la necessità di uno studio
basato anche sul rigore scientifico.
Ed allora la
“trasversalità” di D’Avolio, con tutto il rispetto, si infrange
miseramente contro gli scogli dei curricula universitari dei docenti di
Discipline giuridiche e di tutti gli altri docenti di discipline
diverse.
Il paradigma delle
competenze e della meritocrazia servono solo come slogan?
O servono anche a
determinare chi insegna cosa?
Perché, altrimenti,
trasversalità per trasversalità, siccome ho una certa competenza in
informatica, da domani chiederò di essere riconvertito, pur non avendo
alcuna laurea specifica, ad insegnare Informatica!!!!!
Come si vede, a seguire
certi discorsi si finisce in un vicolo cieco, quello di scelte non
razionali.
Qual è la prospettiva
giusta allora?
Quando vogliamo
giustificare certe scelte, anche nel settore dell’educazione, spesso ci
rivolgiamo all’estero volendo dare una patente di credibilità a cose di
cui non abbiamo consapevolezza.
Ebbene, se si guarda
all’Europa, anche stavolta stiamo andando contro corrente.
Non c’è bisogno di evocare
la Francia o la Germania per sapere che in questi Paesi posizioni come
quella di Bruschi non hanno alcuna cittadinanza.
Ci sono le famose
Raccomandazioni del Consiglio d’Europa a proposito delle competenze
civiche, ci sono le ricerche internazionali e a livello UE che attestano
la necessità di migliorare la cultura costituzionale e istituzionale
degli studenti europei.
E noi siamo qui alle prese
con il rasoio di Ockham.
Che qualcuno lo faccia
sapere che il mondo della globalizzazione del XXI secolo è un po’ più
complicato e che non fornire strumenti di analisi è una scelta suicida,
se fatta in buona fede.
E’ altro se giustificato
dal pregiudizio ideologico e dalla approssimazione di scelte non
motivate.
Note biografiche:
Franco
Labella è docente c.t.i. di Discipline
giuridiche ed economiche in un Liceo Linguistico di Napoli.
Ha lavorato in qualità di
formatore al Polo Qualità dell’USR Campania, si occupa di formazione
e nuove tecnologie.
Già
membro di AICA e di Adested-Docenti.org , è iscritto all’Albo
nazionale degli Esaminatori ECDL., si è occupato di valutazione ed
ha localizzato software americani di elaborazione e valutazione dei
test oggettivi.
Ha
fondato nel 2009 il Coordinamento nazionale dei docenti di Diritto e
Economia di cui è il Coordinatore nazionale.
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