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Introduzione al quadro di riferimento mentale globale
dr.
Gianni Rinaudo
Il quadro di riferimento è un tracciato, un modello, una rappresentazione mentale, simbolica e concettuale dell’universo; è un modo di pensare ed interpretare l’universo (cosmovisione) e rappresentarlo in un insieme di pensiero. Si fa riferimento ad esso ogni qual volta si pensa una realtà. E’ uno strumento della dinamica mentale che ci aiuta a pensare la realtà, poichè una cosa ben diversa è sentire e “palpare” la realtà, dal pensarla. Pensare è riassumere la realtà nella mente, mettere ordine nell’universo confuso che essa è per ottenere una visione coerente ed unitaria. Avere introiettato ad esempio un quadro di riferimento dicotomico o mitico può essere d’inciampo alla crescita mentale complessiva, personale ed altrui. Per dare chiarezza alla mente, essere in salute mentale, è necessario scoprire l’ordine delle cose, la loro organizzazione, i loro meccanismi, le strutture e i loro funzionamenti. La mente è come un laboratorio dove si fanno condensazioni, distillazioni, metamorfosi. Essa fa manipolazioni simboliche della realtà, come in un giuoco di specchi produce miniature. I quadri di riferimento più importanti sono quelli che stanno alla base dell’educazione, della comunicazione e delle strutture della società (Waldemar de Gregori, Proporzionalismo o caos, San Paolo 2002). Coscienti o no, si usano concetti relativi ai diversi quadri di riferimento esistenti. L’inserimento di questi concetti nella mente, il modo di usarli, formano la struttura mentale. Questa determina ciò che si percepisce della realtà ed il come la si percepisce. L’uomo dipende dai concetti (clichès mentali) ereditati (teorie, principi, credenze, dottrine) di cui la mente è ripiena. In un percorso di formazione, specie se reticolare, è indispensabile conoscre e far coscientizzare i pilastri della struttura mentale, dei partecipanti attori, al fine di:
- emancipare la mente degli individui dalla conduzione di coloro che, nel tempo remoto e recente, ma sempre col fine di eterocondurre, anche con la migliore intenzione, continuano a condizionarne i passi attraverso “la voce” della coscienza condizionata; - discernere le leggi che reggono la vita del macro e micro cosmo, per distinguerle dalle interpretazioni personali, tramandate, diffuse, normatizzate, addirittura dogmatizzate , al solo fine di plasmare didatticamente coscienze docili alla conduzione; - assumere la conduzione della vita personale e di gruppo, in libertà, oltre i pregiudizi, verso un cammino di superamento personale.
Il superamento del paradigma cartesiano – al di là delle affermazioni teorica - è tale nella misura in cui si assume un quadro di riferimento globale nell’agire, pensare, essere cronologico, simbolico e logico.
La teoria dell’organizzazione umana, TOU - di A.Rubbo Muller, antropologo brasiliano, laureatosi ad Oxford nel 1946 - viene pubblicata per la prima volta nel 1958 in Brasile ed è stata complessificata successivamente dal Prof. Waldemar de Gregori fondatore della cibernetica sociale proporzionalista.
Analizzare e pianificare secondo la TOU permette di considerare la complessità della realtà, in quanto ogni sistema è uno più gli altri 13, tautologia. Tutti i sistemi hanno la medesima importanza. In ogni iniziativa o altro che si pianifica ed analizza vi è’ il sistema centrale, asse e di conseguenza gli egemonici ecc… Il solo elenco dei 14 sistemi sociali è la seconda dimensione della TOU, bisogna ancora considerare la prima dimensione, ovvero le categorie aristoteliche e la terza dimensione ossia le mete. In tal modo si rappresenta compiutamente il quadro di riferimento globale, che poi bisogna praticare in ogni situazione perché la sua caratteristica è la morfogenicità: genera forme nuove oltre che analizzare ogni micro e macro realtà. |
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