IMPARIAMO A RESPIRARE
Il respiro è la vita stessa. Si! Perché la vita inizia con una inspirazione e termina con una esalazione. Possiamo dunque prenderla in considerazione anche come un insieme di respiri. Forse non avete mai pensato che in una sola giornata respiriamo, quando va bene, 15.000 volte. Risulta evidente che un piccolo difetto nell’atto respiratorio viene perciò ripetuto 15.000 volte al giorno.
E’ anche troppo palese, inoltre, il collegamento che sussiste tra mente, sistema nervoso e respiro. Le tensioni, preoccupazioni, ansie e paure sono purtroppo in grado di influire sul suo ritmo. Questo, tuttavia, non deve scoraggiarci poiché è anche vero il contrario: si può partire dal respiro per aggiustare molte cose.
Nella scuola di Yoga, quando inizio un serio addestramento alla respirazione, mi armo di un metro da sarto e incomincio a misurare la differenza tra espansione e contrazione della cassa toracica dei miei allievi, sia a livello addominale, sia toracico, sia clavicolare. Ciò mi permette di capire dove, chi mi sta di fronte, è più debole e maggiormente attaccabile dalla malattia, e dove l’energia che muove con il soffio viene diretta nel suo corpo.
Alla respirazione di tipo addominale corrisponde la salute della parte bassa del corpo e della relativa vita istintuale, a quella toracica la salute della parte media e della attinente costituzione emotiva, infine a quella clavicolare la parte alta del corpo e l’aspetto intellettivo.
Affinché possiate meglio comprendere come funzioniamo, vi ricordo che la donna, per sua propria natura, ha una buona respirazione di tipo toracico-alta mentre è normalmente carente di quella bassa o addominale. L’uomo, al contrario, nasce con una buona predisposizione per la respirazione addominale ma è carente nelle altre.
I problemi della donna infatti sono soprattutto nella parte bassa del corpo, dove lei è facilmente attaccabile dai malanni (vene varicose, flebiti, intestino pigro, infiammazioni alle ovaie, mestruazioni dolorose ecc.) mentre i problemi cardiaci sono sempre stati una prerogativa dell’uomo (è sempre stato l’uomo a morire d’infarto almeno fino a prima di questo cambiamento di ruoli nella società).
Si ha ragione di ritenere che una respirazione perfetta, attiva cioè su tutti i livelli dell’apparato respiratorio, crei i presupposti per una ottima salute e renda meno attaccabili dal male. Vi segnalo, per questo, un paio di esercizi che ritengo facilissimi, al punto che si possono insegnare anche ai bambini, e che sono in grado di risvegliare sia la consapevolezza, sia il buon funzionamento di tutti e tre i livelli dell’apparato respiratorio.
Sedetevi con le gambe incrociate o sui talloni, in posizione comoda...appoggiate la mano sinistra all’imboccatura dello stomaco e mantenetela ferma...scendete con la destra davanti all’ombelico ad una distanza di due, tre centimetri dal corpo (vedi foto N.1), chiudete gli occhi e iniziate a respirare con calma visualizzando l’aria che scende prima nella parte addominale e contemporaneamente incominciate a muovere lentamente verso l’alto la mano destra, che sfiora il corpo salendo come se seguisse il riempimento progressivo dei polmoni dal basso verso l’alto fino al petto (foto N.2), poi portate la mano all’altezza della gola (foto N.3) per ottenere una saturazione completa. Trattenete l’aria a polmoni pieni, permettendo alla mano di tornare durante l’apnea al punto di partenza e lentamente iniziate a espirare con la mano che ancora si muove dal basso verso l’alto, ricordandovi così di svuotare prima l’addome poi il torace ed infine la parte alta. Quando la mano destra raggiunge di nuovo la gola, trattenete il respiro, questa volta a polmoni vuoti, e durante l’apnea spostate ancora la mano giù, davanti all’ombelico, per ricominciare inspirando... Proseguite nell’esercizio almeno per dieci minuti... poi gradualmente alzatevi in piedi.
Sistematevi, anche in questo caso, in posizione comoda, con le gambe leggermente divaricate per aumentare la stabilità. Girate il dorso delle mani l’uno contro l’altro (foto N.4) per favorire, in questa posizione lo svuotamento totale dell’apparato respiratorio. Sforzatevi leggermente per essere certi di aver successo. Tenete presente che vuotare completamente i polmoni non è sempre facile. L’ansia inconscia, legata alla sopravvivenza, ci fa sempre trattenere un po’ di aria, come se avessimo paura di non trovarne più, ma l’aria che rimane nei polmoni è viziata e per avere un totale ricambio bisogna disfarsene completamente, altrimenti sarebbe come andare ad abbeverarsi ad una sorgente d’acqua pura, utilizzando un bicchiere già parzialmente ricolmo e inquinato.
Dopo lo svuotamento, iniziate a muovere le braccia dal basso verso l’alto, portando le mani all’altezza del cuore (foto N.5) e, contemporaneamente, favorite, grazie anche alla consapevolezza, la respirazione addominale. Concentratevi quindi sul torace e muovete le braccia verso l’esterno con un ampio gesto quasi teatrale (foto N.6), promuovendo, così, il riempimento dell’apparato respiratorio a livello toracico. Infine portate le braccia verso l’alto fino a giungere le mani oltre il capo (foto N.7), con le braccia completamente distese volgendo al meglio la respirazione alta o clavicolare.
Ora iniziate a espirare con l’addome mentre portate le mani giunte davanti alla fronte (foto N.8) poi, girate le mani a libro aperto come se voleste leggere...avvicinate i gomiti (foto N.9) per permettere alle braccia scendendo di esercitare una leggera pressione sul torace la quale favorisce lo svuotamento...infine quando le mani giungono davanti al cuore giratele verso l’interno (foto N.10), con la punta delle dita verso il basso. Spostate i gomiti, questa volta verso l’esterno e lasciate scendere le braccia fino a ritrovare la posizione di partenza (foto N.11) per favorire lo svuotamento della parte alta.
Questi competenti movimenti delle braccia, come potete dedurre, facilitano il riempimento e lo svuotamento delle varie parti dell’apparato respiratorio e il ripristino di una respirazione sicuramente più completa.
Eseguite anche questo esercizio per una decina di minuti, al termine dei quali vi portate sdraiati sul pavimento nella classica posizione dello Yoga chiamata Savasana.
Rilassate bene tutto il corpo... lasciate cadere le punte dei piedi verso l’esterno e orientate il palmo delle mani verso l’alto...
Mentre agevolate l’insorgere delle migliori condizioni di rilassamento, visualizzate il flusso dell’inspirazione che partendo da un punto posto 10/15 centimetri oltre il capo, attraversa il corpo, sia all’interno, sia in superficie e scende fin sotto i piedi. L’espirazione al contrario va da 10/15 centimetri oltre i piedi a oltre il capo. Con quest’ultima pratica vi riposate e simultaneamente distribuite in modo omogeneo l’energia in tutto il corpo e vi equilibrate.
Tali esercizi si possono attuare in qualunque ambiente e condizione. Indubbiamente una esecuzione all’aperto, porta il massimo beneficio.