Dalle
scintille della Gelmini le ceneri della scuola
Leggo le anticipazioni
dell'ampia intervista rilasciata dal ministro Gelmini al mensile
Tuttoscuola, che la pubblicherà integralmente nel numero di
settembre. Queste parole, come quasi sempre accade, hanno il pregio di
stimolare in me la "scintilla" della riflessione.
"Entro sei mesi intendo
definire le regole per la carriera dei docenti. Vorrei farlo con il
coinvolgimento dei sindacati e delle associazioni professionali. Apriamo
un tavolo, sono aperta a consigli, suggerimenti, proposte, non ad una
contrattazione sindacale. Se dopo sei mesi si sarà pervenuti a una
soluzione condivisa bene, altrimenti il Governo andrà avanti per la
propria strada prendendosi tutte le responsabilità. E' una cosa troppo
importante, un passaggio fondamentale per arrivare a quella
valorizzazione dei docenti che tutti vogliamo".
La ministra
vuol sempre coinvolgere tutti(?) basta che non si intavoli
una contrattazione sindacale verso la quale è allergica; i
sindacati infatti sono inutili, fanno perdere solo del
tempo, si possono accettare solo come associazioni di libero
pensiero che, al massimo della loro funzione, possono
esprimere un'opinione gratuita e ininfluente. Che ci sia poi
un art. 39 della Carta Costituzionale che ne sancisca il
valore di legittimità e che questo sia alla base dell'art.
1321 del Codice Civile, per la ministra pare significhi
nulla o poco più.
Il governo dopo una spruzzatina di
democraticità per salvare, più che altro, le apparenze non
la sostanza, andrà avanti perché (udite, udite!) è una cosa
troppo importante arrivare alla
valorizzazione
dei docenti. Si spera, prima o poi, che qualcuno dica alla
dottoressa Gelmini che nessuna valorizzazione degli
insegnanti appare credibile in un contesto di immiserimento
della scuola pubblica alla quale, con i suoi tagli, vengono
a mancare anche i soldi per comprare la carta igienica.
C'è
poco da "valorizzare" con il numero degli alunni per classe
sempre in crescita, il numero degli insegnanti sempre in
diminuzione, l'aumento dei disabili e dei bambini starnieri
nelle classi, la cacciata dalla scuola di forze fresche e
competenti quali sono i precari, la riduzione dei servizi e
dei fondi a disposizione della scuola e della didattica ecc.
ecc. |
"Se ci si vuole arrivare,
sei mesi sono più che sufficienti, non perderò e non farò perdere questo
treno alla scuola. Del resto siamo tutti d'accordo, ritengo, sul fatto
che la qualità della scuola è data prima di tutto dalla qualità delle
persone che la rappresentano. Ebbene dobbiamo essere tutti consapevoli
che se la carriera resta quella che è, o mi lasci dire quella che non
è, non avremo mai le migliori risorse sulle nostre cattedre. Dobbiamo
attrarre verso l'insegnamento le risorse migliori, i cervelli più
brillanti, quelli in grado di accendere la scintilla della conoscenza
nei nostri studenti. Come farlo? Discutiamo di questo".
Si, ministra
capostazione, la prego, non faccia perdere quel treno che
sicuramente sarebbe perso tenendo dietro all'illusione di
fare una legge ordinaria che regoli la materia da parte
dell'inutile Commissione Aprea (sua collega di partito e di
governo), dell'inutile Commissione Israel, dell'inutile
Parlamento, con le sue lungaggini fatte di audizioni,
discussioni, mediazioni, emendamenti, consultazioni ecc.
Basta un decretino magari da approvare e convertire in legge
con la fiducia e voilà, il gioco è fatto.
Se lei
ministra ritiene, in base alle sue dottissime analisi, che
la qualità o non qualità della scuola è data unicamente
dalla "carriera" degli insegnanti mi sa tanto che ha
sbagliato ministero. Doveva fare il ministro della difesa o
della burocrazia.
Se lei poi
voleva far sapere al mondo che abbiamo circa un milione di
incompetenti e scansafatiche dietro le cattedre delle nostre
scuole, mentre i migliori, i cervelli brillanti che sanno "accendere
la scintilla della conoscenza" (ma chi gliel'ha messa in
bocca questa espressione che sa tanto di vacuo pedagogese?
Che fa, comincia a cedere al linguaggio dei pedagoghi
sessantottini?) sono tutti fuori e aspettano solo il suo
miracolo per entrare trionfanti nella scuola e portare la
luce, questo lo sapevamo già, perché lei non si lascia mai
sfuggire l'occasione per giudizi così gentili e così fondati
sulla sua nota, comprovata e certificata competenza
scientifica, pedagogica e didattica, nei confronti di quel
circa un milione di disgraziati che quotidianamente,
nonostante il suo (mal)governo della scuola, devono fare il
meglio che possono, e non è poco. |
"Io dico che prospettare un
percorso in cui chi dà di più può raggiungere uno status e dei
riconoscimenti anche economici di tutto rispetto possa rendere più
appetibile una professione che è in se stessa affascinante, ma che oggi
presenta troppi fattori disincentivanti per i giovani più motivati. Mi
chiedo se ci può essere oggi qualche giovane brillante e ambizioso che
possa essere attratto dalla prospettiva di entrare in ruolo a 40 anni
per guadagnare 1.300 euro al mese. Lo chiedo ai sindacati, ci può essere?
Lo dico chiaramente: l'insegnamento non può essere una professione di
serie B, non può essere il ripiego nel caso non siano andate bene altre
strade o per chi vuole conciliare un impiego a mezzo servizio con altri
impegni. Oggi in troppi casi, non nascondiamolo, è così".
Cara ministra,
ha ragione questa volta. Finalmente arriva al dunque.
Entrare in ruolo a 40 anni per guadagnare 1.300 euro è
veramente degradante. E lei cosa fa? Per evitare loro questo
degrado caccia tutti i precari che sono sopra e, per evitare
errori, anche quelli al di sotto dei 40 anni.
E poi, guardi
che è inutile fare domande al sindacato su questa materia,
la risposta, questa sì semplice semplice, la può dare lei e
il suo governo. Basta portare gli stipendi dai 1.300 a 2.000
euro e inquadrare in ruolo i precari che hanno maturato
titoli, servizio e diritti su posti vacanti. Chi glielo
impedirebbe? Questo lo può fare anche con un decretino,
questa volta i sindacati non si opporranno e nessuno la
criticherà.
Poi, per
evitare che il circa milione di insegnanti si deprima per
essere considerato da lei incompetente e scansafatiche,
incapace di "accendere la scintilla della conoscenza"
nemmeno con un accendisigari, stanzierà risorse importanti
per la formazione, la ricerca e la sperimentazione in
servizio, visto che non li potra licenziare e sostituire
tutti in un colpo solo.
Intanto
sappia bene che le scuole, senza un soldo di budget, e i
pochi insegnanti rimasti continuano a tirare avanti come
somari (non da somari!) con la soma imposta dal suo governo,
sempre più pesante, ingiusta ed intollerabile. Fino a quando?
Sappia che anche i somari, nonostante la loro proverbiale
pazienza e docilità, come le formiche, alla fine si
incazzano.
Se poi
ha un po' di pazienza, per sapere come una maestra fa quello
che può nella situazione da lei creata con i suoi tagli,
legga questa preziosa testimonianza, ed è solo uno dei tanti
esempi della sua "nuova" scuola tutta cultura, qualità.
Pensi come si sente valorizzata questa insegnante.
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20090904204938
Oppure della
situazione nelle scuole medie di Torino.
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/51671/
Oppure legga
la situazionedelle scuole superiori e degli insegnanti
di Bologna.
http://bologna.repubblica.it/dettaglio/Scuola-e-caos-per-lora-di-religioneChi-non-la-segue-resta-senza-prof/1710977
Ecc., ecc.
tanto nelle altre città e paesi d'Italia la situazione non è
diversa. |
5 settembre 2009
Cosimo De Nitto
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