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Dal mio primo messaggio del 2000 :” Un modesto contributo” all’ultimo,quasi un commiato del Dicembre 2004 “La scuola vascello fantasma” sono trascorsi due anni di eventi personali e pubblici. La delusione per una battaglia impossibile per la scuola (…consola il fatto che le battaglie impossibili siano proprie degli “eroi”…) e la constatazione che il “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli Italiani” del mio concittadino Leopardi è dannatamente attuale, mi spingono a richiedere ospitalità per un messaggio in extremis dedicato a chi ancora opera all’interno dell’amministrazione scolastica e ne soffre per la percezione di non poterne essere convenientemente “distaccati”. La “politica” ahimè determina ancora i ritmi e le pause (forse di più queste ultime) di un processo di “rivoluzione” che forse non si è mai avviato se non nella pratica volontaria della scuola militante che non ha goduto dei meritati “imprimatur” legislativi. Le riforme sono al palo dell’avvicendarsi delle “cancellazioni” e dei rinvii da un governo all’altro. La scuola del “buonsenso” non ha prodotto alcun risultato.Forse perché non siamo il popolo del buonsenso e già Leopardi l’aveva intuito… Sembra che “tutto cambi perché nulla cambi”. Sono uscito dall’amministrazione scolastica dopo aver tentato di offrire alla “burocrazia” il mio bagaglio di esperienza e di entusiasmo chiedendo solo di acquisire una identità e di potermi riconoscere all’interno dell’apparato per meglio lavorare. La risposta non c’è stata,o meglio, è stata la medesima laconica di ogni probabile “cattiva burocrazia”,guidata dalla probabile “cattiva politica” che si perpetua nel praticare spoil system,clientela e investiture di “semper fideles” avendo giurato che così non sarebbe avvenuto….. I fatti sono nelle cose che accadono e che si possono leggere,intuire,constatare giorno per giorno… Non percepisco un riavvio del dibattito, non colgo fermenti di idee per la scuola….e da idealista “libertario” me ne rammarico.. Da un osservatorio meno “implicato” vedo ancora più nitido e temo rigurgiti di demagogia . Riprendo per un po’ la mia autobiografia che è al tempo stesso storia di un microcosmo di scuola e vita,non per nostalgia ma per una amore ancora non domato verso un mondo che mi ha visto nascere e crescere al suo interno. Ho abbandonato la “trincea” troppo tranquilla di una “dirigenza anomala” priva anche della gratificazione di conoscere il proprio autentico ruolo che è stato ed è l’affanno di presidi e docenti “prestati” all’amministrazione,i cosiddetti”comandati” (si è persa l’origine del “dominus”….). Questi ancora oggi considerati dei peones che, nella maggior parte delle situazioni,in tutte le regioni e al centro, hanno retto la parte “nobile” della burocrazia scolastica (l’autonomia,la formazione,l’offerta formativa,l’integrazione scolastica,la partecipazione studentesca,le “mille educazioni”…) sovente sono “licenziati” o costretti all’abbandono, nella migliore delle ipotesi con un timido ringraziamento. La gratifica arriva invece puntuale,con le dovute,formali investiture, per molti oscuri “candidati della politica” non sempre portatori di meriti scientifici. Il “ disegno della nuova rotta” annunciato nel mio pamphlet di due anni fa è già tracciato ma mi sorprendo ogni tanto a voltarmi indietro per cercare di comprendere la sordità dell’apparato che, sopravvivendo a sé stesso, si accontenta della forma per annunciare solamente la sostanza o cristallizzarla nell’intento malcelato di cancellare indistintamente tutto ciò si ritiene politicamente scorretto generando uno status quo che sembra comodo per tutti. Il risultato è che la scuola resta uguale a sé stessa da decenni,che l’ultima riforma degna di questo nome risale a Gentile (!?) che le trasformazioni visibili sono ancora solo tecnicistiche ,economiche ed aziendaliste perché tuttosommato sono il prodotto della stessa area ideale seppure collocata per il gioco politico in due diverse sponde…. Ora il mio impegno è diverso ma sempre dedicato alla scuola: sono tornato(spes ultima dea) al primo amore dell’architettura per la cultura e la didattica dove spero di fornire,come una specie di “architetto condotto” un ricettario di idee più attuale anche se modesto, teso a curare il “locus” dell’apprendere e dell’educare,azioni che almeno godano dello stimolo di un ambiente pensato ad hoc,flessibile e “vivo” ,dove si possa continuare a realizzare “facendo” le riforme “sottili”, almeno nella sicurezza,se possibile nell’ estetica ( opposta semanticamente al suo contrario “anestetica”) e nel comfort. Non è un peccato ricordare ogni tanto che,se è vero che proprio in Italia vi sono esempi condivisi di scuola all’avanguardia nel mondo sotto tutti i profili,(cfr l’ultimo numero de L’Espresso… )forse se ne potrebbe fare tesoro! Concludo questa mia riflessione”,perdonatemi,ricca di memorie biografiche (ma altrimenti non potrebbe essere) e a tratti pungente,per auspicare uno scatto di orgoglio in chi ha a cuore le sorti e il futuro dei nostri figli,delle nostre città, del nostro paese e per invitare la “scuola del buonsenso” a riprendere le fila del racconto…”
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