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E-TUTOR Sabatina Ciogli
1) INTRODUZIONE L’ultimo decennio è stato caratterizzato da processi che hanno portato la rete Internet a imporsi come ambiente, risorsa e strumentazione tecnologica di cui non si può più fare a meno e che riguarda molte attività umane; anche l’attività di formazione, sia essa formale, informale o non formale è ormai pervasa e condizionata dalla rete e dai suoi mezzi. L’uso sistemico di tecnologie informatiche porta necessariamente a creare nuove figure con competenze adeguate ai settori specifici in cui si troveranno ad agire ed operare, quindi proprio per questo che deve essere formato un esperto, l’e-tutor, al quale verranno affidati compiti di coordinamento e sviluppo di apprendimenti on-line e in presenza, di guida nella scelta della personalizzazione dei percorsi. Mi è sembrato opportuno puntualizzare alcuni aspetti che riguardano quello che potrebbe essere il profilo professionalizzante attraverso l’attribuzione di competenze indicate in maniera analitica e la distinzione delle funzioni che possono essere attribuite nello svolgimento del suo compito. Pochi sono in Italia gli studi pubblicati, ci si sta accorgendo tuttavia che è necessario prendere atto dei cambiamenti e delle possibilità che la tecnologia offre nell’ambito della formazione con sistemi integrati come quello dell’Indire, quindi attrezzarsi con strumenti adeguati e indicazioni che possono essere preziose per migliorare strumenti idonei e creare nuove opportunità.
2)CHI E’ IL TUTOR
Oh, potrà il tutore tardare al
dilapidato pupillo Il termine tutor è di origine latina e deriva dal sostantivo “tutor tutoris” e questo dal verbo tueri, il significato può essere così inteso: colui che cura, che sostiene , che protegge, che dà sicurezza. La figura non è certo nuova nel panorama pedagogico anzi è stata presente sin dall’antichità e si è rafforzata dal Medioevo in poi, in particolare presso gli ordini religiosi detentori di cultura e di mezzi di trasmissione del sapere come la lettura e la scrittura. L’invenzione della stampa e la diffusione quindi di testi stampati ha permesso, dal 1500 in poi a chi lo desiderava, di leggere e quindi di informarsi autonomamente e a costi relativamente accessibili, naturalmente i forti cambiamenti economici e la necessità di accedere ad informazioni sempre più preziose per una partecipazione consapevole e remunerativa all’attività intrapresa ha fatto si che si sviluppassero forme più ampie di accesso all’educazione, quindi la creazione di scuole dove un maestro potesse insegnare a più studenti. La figura del tutor-precettore si è man mano persa, in questi ultimi tempi c’è stata una riscoperta del ruolo che può assumere il tutor in ambiti determinati come quello aziendale, universitario, scolastico, si è cercato di definirne non solo il ruolo, ma soprattutto le competenze, le funzioni, i comportamenti. Per quanto riguarda la scuola già in alcuni programmi del MIUR era prevista la figura del tutor e dell’e-tutor, basta vedere il Monfortic, formazione riguardante l’uso delle tecnologie informatiche, ed ancora il Dec leg.vo n. 59 del 2004 ne ha fatto una figura di riferimento per gli alunni e i genitori. Sicuramente la funzione tutoriale ha una sua validità e di certo può essere ritenuta utile se non addirittura essenziale nell’istruzione e nella formazione intesa nell’accezione più ampia che comprende anche l’educazione degli adulti ed in particolare, per il settore di nostra competenza, quella degli insegnanti. Si afferma nell’art.5 lettera g) della legge n. 53/2003 che “ le strutture di cui alla lettera e) curano anche la formazione in servizio degli insegnanti interessati ad assumere funzioni di supporto, di tutorato, di coordinamento dell’attività educativa, didattica e gestionale delle istituzioni scolastiche e formative” Quale ruolo può essere attribuito al e-tutor? Possiamo dire che non è solo quello di comunicatore anzi questo aspetto è diventato marginale, è necessario, infatti, che il tutor assuma per gli allievi il compito di guida “durante il processo di appropriazione di una metodologia di apprendimento differente da quello a cui sono avvezzi” , quindi “ il soggetto non va sospinto verso l’acquisizione di contenuti ma al contrario deve riuscire a padroneggiare e condurre autonomamente il proprio percorso formativo, agendo attivamente la conoscenza e non trovandosi nella condizione di subirla. (R.Maragliano Pedagogie dell’e-learning,).
3) LE COMPETENZE E sempre difficile delineare le competenze perché spesso non si è d’accordo sul significato da attribuire al termine, L. Lelli afferma che “ può ritenersi competente colui che nel settore in cui opera, evidenzia una adeguata padronanza delle conoscenze di fondo, dei processi di svolgimento delle attività , delle abilità necessarie per perseguire consapevolmente le mete verso le quali si tende, dei meccanismi logici e funzionali di comprensione, analisi sintesi, valutazione, inferenza, deduzione”.(Annali dell’istruzione. Lessico della riforma Roma 2002). Tenendo presente questa definizione è sembrato opportuno enucleare le seguenti competenze che sicuramente non risulteranno esaustive , ma che tuttavia consideriamo irrinunciabili per uno sviluppo e un esito positivo dei compiti assegnati: · Padronanza della materia oggetto del corso/i, credo che la conoscenza approfondita delle tematiche sia propedeutica per qualsiasi tipo di attività e per il successo di tutte le iniziative connesse. · Competenze metodologico-didattiche sia della conduzione di gruppi in apprendimento in aula che online, i due ambiti presuppongono comportamenti diversi. Siamo abituati ad un insegnamento di tipo “classico” in cui il docente si assume il compito di trasmettere le conoscenze che il discente deve saper fare sue e, quindi, al bisogno ritrasmetterle. La diffusione delle tecnologie, il loro uso hanno completamente stravolto il modo di apprendere: l’apprendimento non è più lineare, , ma prevede l’utilizzo di più “intelligenze” tenuto conto della simultaneità degli stimoli e della relativa elaborazione. · Cooperazione costante: se il ruolo del docente e-tutor è quello, come si dirà successivamente di “facilitatore dell’apprendimento” egli stesso sarà costantemente “presente” come fosse un partecipante. · Sarà quindi gestore della collaborazione tra i corsisti facilitandone i rapporti e la continua integrazione fino ad ottenere una inclusività positiva. · Altra competenza importante è quella di saper moderare i flussi comunicativi sia quelli degli altri che i propri, infatti diventano faticose e non produttive comunicazioni lunghe ripetitive e ridondanti, quindi gli interventi devono essere calibrati e rispondenti alle reali necessità manifestate o sottese. · Si può interagire con gli altri solo se si è pienamente padroni di tutti i mezzi di cui si dispone. · La competenza più importante che deve essere messa in campo è quella di assicurare coerenza a elementi disparati di conoscenza che ogni corsista porta con sé, quindi il lavoro più delicato è proprio quello di lavorare in maniera tale da costituire una rete di saperi utili e condivisibili da tutti.
4) LE FUNZIONI Come per le competenze è anche qui necessario condividere il significato della parola “funzione” prendiamo la definizione che ne dà il dizionario dell’Enciclopedia Italiana “attività svolta abitualmente o temporaneamente in vista di un determinato fine, per lo più considerata nel complesso del sistema sociale, burocratico ecc.” o ancora “compito affidato o assunto sia da parte di persone singole sia di organismi o istituzioni in un determinato ambiente o contesto”. La seconda sembra in questo momento più consona al compito affidato al docente tutor, questi non deve assumere la veste e i comportamenti dell’insegnante caratterizzato dal possesso e dalla trasmissione del sapere, anzi deve avere una caratteristica professionale fatta di esperienza, sapienza, disponibilità ad accompagnare l’allievo/i nell’apprendimento. Le funzioni, secondo Maragliano sono le seguenti: motivazione, animazione, coordinamento organizzazione, comunicazione, sostegno. Certamente non è semplice da parte del e-tutor mantenere costantemente un atteggiamento che comprenda nella sua totalità tutte le funzioni elencate, pur tuttavia tenuto conto di quanto già scritto sulle competenze la sua forza e le sue abilità devo trovare un giusto equilibrio perché si raggiungano gli obiettivi prefissati che possono sicuramente coincidere con le stesse funzioni.
4)NETIQUETTE “Netiquette” vuol dire che anche in rete è opportuno usare le norme che si usano nella vita quotidiana nel rispetto degli altri, della loro libertà e delle loro esigenze, norme quindi di buona educazione nell’interazione tra i soggetti che utilizzano la comunicazione tecnologica. Ho trovato su un sito le regole principali di netiquette, in inglese le ho tradotte in italiano, ma metto tutte e due le versioni per maggiore chiarezza, sembrano affermazioni quasi ovvie, tuttavia non noce ripetere che occorre tenere determinati comportamenti anche in ambienti come quelli di rete.
THE CORE RULES OF NETIQUETTE The Core Rules of Netiquette are excerpted from the book Netiquette by Virginia Shea. Click on each rule for elaboration. Rule 1: Remember the Human Rule 2: Adhere to the same standards of behavior online that you follow in real life Rule 3: Know where you are in cyberspace Rule 4: Respect other people's time and bandwidth Rule 5: Make yourself look good online Rule 6: Share expert knowledge Rule 7: Help keep flame wars under control Rule 8: Respect other people's privacy Rule 9: Don't abuse your power Rule 10: Be forgiving of other people's mistakes
LE REGOLE PRINCIPALI DEL NETIQUETTE Le regole principali del netiquette sono state estratte dal libro del “Netiquette” di VirginiaShea. Regola 1: Rispettare gli altri Regola 2: Comportarsi “online” nello stesso modo in cui ci si comporta nella realtà Regola 3: Sapersi orientare nel Cyberspace Regola 4: Rispettare i tempi e la “bandwidth” delle altre persone Regola 5: Essere gentili online Regola 6: Condividere la conoscenza ( del mezzo) Regola 7: Aiutare a tenere sotto controllo le dispute Regola 8: Rispettare la privacy degli altri Regola 9: Non abusare del tuo potere Regola 10: non arrabbiarti per gli errori degli altri Tratto dal sito www.Albion.com
INDICE · INTRODUZIONE · CHI E’ · E-TUTOR: COMPETENZE. · FUNZIONI (per obiettivi) · COMPORTAMENTI (netiquette)
SITOGRAFIA www.indire.it www.apprendereinrete.it www.mondoscuola.it www.altrascuola.it www.itd.ge.cnr.it/ www.formare.erickson.it www.studiotaf.it
BIBLIOGRAFIA R.Maragliano (a cura di)Pedagogie dell’e-learnig Editori Laterza Bari 2004 Il testo, molto chiaro e di grande attualità, affronta in maniera completa il sistema dei media ,il suo continuo variare nel tempo, nello spazio, nei diversi contesti di vita, di cultura e d’uso. Visto però lo sviluppo avutosi in questi ultimissimi tempi della tecnologia informatica prevale l’esame di quelle che possono essere le possibilità di insegnamento e di apprendimento e-learning M.Terraschi, S.Penge Ambienti digitali per l’apprendimento. Anicia Roma 2004 Annali dell’Istruzione, Lessico della riforma n. 4-5 Le Monnier Roma 2002
ARTICOLI R.Baldascino E-learnig per la formazione dei docenti: dalla teoria alla Comunità di pratica www.formare.erickson.it R.Bencivenga Le comunità di pratica e la comunicazione informale www.studiotaf.it C. Camere Il Tutor e la gestione delle dinamiche interattive.www.studiotaf.it P.Cuppini Il piano nazionale per la formazione del personale della scuola www.formare.erickson.it M.Faggioli ,La formazione a supporto dell’innovazione, L’educatore. Aprile 2004, n. 19 M.Furno:Tutor-corsisti:un rapporto di difficile gestione www.formare.erickson.it C. Camere Il Tutor e la gestione delle dinamiche interattive. |
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