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LE T.I.C.E. (Tecnologie Informatiche della Comunicazione Educativa) NEL CUORE DELLA “DOCUMENTAZIONE” di Andrea Torrente
Preambolo Il nuovo contesto posto in essere da Internet, non cambia il ruolo fondamentale che la documentazione ha assunto ormai nel contesto delle Istituzioni Scolastiche: assicurare una mediazione fra le risorse documentarie e gli utenti delle medesime, in funzione dei loro bisogni. Il possesso dei meccanismi di ricerca sul WEB e la costituzione di Biblioteche Digitali rappresentano i due strumenti più adatti. Gli strumenti di gestione documentaria dei Centri di Documentazione di Istituto, dove questi sono stati costituiti, sono stati fra i primi programmi informatici introdotti nelle scuole. Essi hanno fornito le prime occasioni di utilizzare in maniera pertinente, per la pedagogia, delle applicazioni informatiche complesse che ponevano in opera delle banche dati condivise e delle funzionalità di rete. Tuttavia, da quando Internet ha preso un posto di rilievo nelle società della comunicazione, è su di un terreno più vasto che devono situarsi le evoluzioni della documentazione e delle tecnologie che essa utilizza.
Un nuovo orizzonte “documentario” Nell’ambito della “documentazione”, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno apportato molteplici sconvolgimenti e la creazione di una nuova ottica documentaristica, con diverse caratteristiche. v Un allargamento delle frontiere Passando dal perimetro relativamente chiuso di un Centro di Documentazione d’Istituto a quello del grande Internet mondiale, ci si situa in maniera irreversibile in un universo vastissimo, aperto, dai contorni non facilmente delimitabili. v Una moltiplicazione delle fonti di informazione Il WEB ha permesso a numerosissimi attori, ben al di là del mondo degli editori tradizionali, di pubblicare qualsiasi cosa e di mettere in linea informazioni e documenti di ogni genere. v Una trasformazione della nozione stessa di documento Gli aspetti positivi, come la messa in opera dei legami ipertestuali in maniera generalizzata, che soltanto il WEB poteva consentire, non compensano gli effetti negativi: sparizione del documento a vantaggio della pagina HTML, strutturazione assente o inadatta, mancanza di professionalità nella messa in linea. v Un impatto molto forte sul pubblico Sia i docenti che gli alunni non sono stati mai messi di fronte a tali strumenti d’informazione e ad una tale moltitudine di risorse utili. v Delle pratiche nuove indotte dal WEB I mezzi d’accesso a quest’informazione (navigazione, zapping, ricerca), sono direttamente indotti da queste nuove tecnologie. In fondo, è tutto il mondo documentaristico che si è trasformato. Il ruolo della documentazione è più che mai quello di porsi come mediatore fra questa mole immensa di documenti e gli utilizzatori potenziali di queste risorse, i quali hanno ancora più bisogni di prima.
La ricerca su Internet Proprio a causa della loro novità, ci si è in un primo tempo soffermati sulle tecnologie di ricerca del WEB. Esse sono del tutto differenti da quelle degli strumenti documentari tradizionali. Con i contenuti del WEB, non si tratta di lavorare con un “fondo documentario” dai contorni conosciuti o anche semplicemente immaginati, ma di farsi carico di un universo completamente aperto e senza limiti precisi. La logica dei “legami ipertestuali” sulla quale riposa il WEB, permette teoricamente di mettere in relazione tutti i contenuti in linea. Appoggiandosi su questi legami, i grandi motori di ricerca tentano di proporre dei servizi che coprono l’integralità del WEB, anche se si sa che essi ci arrivano molto parzialmente. Il WEB, al momento attuale, non avrebbe potuto svilupparsi senza questi motori, i quali, per molti internauti, ne costituiscono l’unico punto d’ingresso…. Che cosa differenzia in maniera significativa gli strumenti di ricerca del WEB e quelli che si utilizzano nelle banche dati documentari o nei programmi di gestione dei fondi documentari? Come i contenuti del WEB hanno per natura una forma digitale, i motori di ricerca si basano sul contenuto testuale del “documento primario” o, almeno, delle pagine che lo costituiscono. I programmi documentari, si basano principalmente su dei dati descrittivi, individuati dai documentaristi partendo dal documento primario, che si chiamano oggi “metadati”, che si potrebbero qualificare come informazioni secondarie. Secondo i casi, la ricerca verte sulle parole presenti nel documento, o su delle informazioni strutturate che descrivono il documento (titolo, autori, parole-chiave, data di pubblicazione, ecc.). La ricerca dell’intero testo è, comunque, diventata un riferimento inevitabile, anche se si conoscono i difetti ed i limiti. I metodi che si basano sulle notizie descrittive non sono rimessi in discussione per la loro pertinenza, ma non possono svilupparsi in proporzioni comparabili con il WEB, poiché essi richiedono un lavoro di produzione di un’informazione supplementare su ciascun documento, che necessita molto spesso dell’intervento umano.
Apporto dei “metadati” La ricerca dell’intero testo comporta dei servizi inestimabili, ma essa è povera dal punto di vista documentario. Sarebbe auspicabile che essa si arricchisse degli elementi semantici che costituiscono i metadati, prodotti automaticamente da strumenti adatti o manualmente da diversi attori. Gli strumenti di ricerca del WEB possono migliorarsi basandosi sia sul testo intero, sia sui metadati. E’ la scommessa del WEB semantico che alcuni studiosi sognano da qualche anno. Perciò, è necessario che l’informazione secondaria (i metadati, appunto) sia essa stessa disponibile sul WEB, e sia anche facilmente rintracciabile dai motori di ricerca. Possono contribuire a tale scopo diverse categorie di metadati: Ø Ogni documento contiene in sé delle informazioni secondarie. Il titolo, la data, il nome dell’autore e numerose altre informazioni hanno un forte significato e sono utilizzati nella ricerca se sono compresi dagli strumenti informatici come cosa diversa dalle semplici parole del testo. Ma, per servirsi di questi metadati intrinseci a ciascun documento, occorre che prima di tutto questi elementi si identifichino bene nel testo. E’ uno spettacolo veramente desolante che, sovente, i documenti pubblicati oggi sul WEB siano messi in linea senza l’indicazione della data, del diritto d’uso, oppure siano disposti su pagine HTML mal collegate fra loro……. Occorre, egualmente, che questi elementi siano correttamente identificabili. Le tecniche di strutturazione dei documenti esistono da diverso tempo, grazie in particolare a XML. Tuttavia la sua generalizzazione non avviene ancora. Sarebbe un elemento di professionalizzazione dell’edizione su Internet che gli attori della documentazione devono promuovere. Ø Altre informazioni possono essere prodotte dall’autore o dall’editore del documento al momento in cui esso è pubblicato sul WEB: sono i metadati contenuti nel documento. Essi possono riprendere alcuni dati già evocati, ma possono anche andare più lontano nella descrizione e nell’informazione sul documento: “A chi è destinato?”, “A cosa può servire?”, “Come può essere utilizzato?” Per i documenti pedagogici queste informazioni sono di primaria importanza e non possono essere, molto spesso, ritrovate automaticamente da un motore nel contenuto testuale del documento stesso.
Biblioteche digitali e Centri di Documentazione virtuali Gli strumenti di ricerca hanno come fine quello di condurre gli utenti verso i documenti. In una pratica documentaria, non ci si accontenterà di ciò. Bisognerà anche condurre i documenti verso gli utenti, in funzione dei loro bisogni e dello status di appartenenza. Costituire dei fondi documentari, selezionare dei documenti e assicurare le condizioni della loro messa a disposizione fanno parte delle attività documentaristiche fondamentali, che è opportuno trasporre nel contesto delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Con il digitale, costituire un fondo documentario non significa raccogliere dei documenti digitali in uno stesso sito, ma organizzare l’accesso ad un insieme di risorse ben definito, garantendo le condizioni di utilizzazione di questi contenuti. Fra le risorse del WEB possiamo citare dei portali come Educazione & Scuola che giocano già questo ruolo. Al momento attuale, le fonti digitali di documenti pedagogici o che interessano il mondo dell’educazione, incrociano parzialmente il WEB, come ci mostrano i diversi motori di ricerca. § Ci sono, innanzi tutto, i contenuti digitali prodotti dagli editori, normalmente accessibili in dei siti ad accesso riservato. § Le istituzioni e le comunità educative producono numerosi documenti e risorse educative, ma questi contenuti sono sovente mescolati ad altre informazioni all’interno dei siti WEB le cui strutture sono differenti. § Ci sono anche dei documenti in dei siti personali, di solito siti di istituzioni scolastiche, degli intranet di scuole o di gruppi disciplinari di insegnanti. Come raccogliere i documenti che interessano il nostro pubblico in dei servizi di documentazione ad hoc? Secondo un approccio documentaristico, le risorse documentarie raccolte dalle istituzioni scolastiche o dalle collettività territoriali che ruotano attorno al mondo dell’educazione, devono essere associate agli altri documenti posseduti per formare una sorta di Centri Virtuali di Documentazione, adatti ai diversi tipi di pubblico del sistema educativo. L’esempio dell’insegnamento superiore e del mondo della ricerca, con le pubblicazioni scientifiche, è interessane ed istruttivo. Le Università e le comunità di ricercatori costituiscono delle biblioteche digitali con la loro produzione: pubblicazioni, tesi, articoli, dispense per le lezioni, ecc. Per assicurare l’interoperabilità fra questi serbatoi di documenti, esse utilizzano degli standard aperti del tipo OAI-PMH (Open Access Initiative-Protocol for Metadata Harvesting) che consente di mettere a disposizione e di scambiarsi i metadati descrittivi delle loro risorse. A partire da queste risorse, che rappresentano già in sé stesse delle vere biblioteche digitali, sono possibili ulteriori sviluppi: altri soggetti potranno costituire dei siti tematici o disciplinari, dei motori di ricerca specializzati e dei centri virtuali di documentazione. Questi siti non conterranno i documenti, ma assicureranno un servizio di accesso adatto ad un pubblico e ad un obiettivo prefigurato, pur rispettando l’origine di ciascun documento ed anche le condizioni di accesso per le risorse che saranno, eventualmente, a pagamento. E’ attraverso procedure analoghe che si prenderà in esame la costituzione di servizi di accesso organizzato a risorse digitali per l’educazione, appoggiandosi su delle fonti molteplici che includano gli editori, le istituzioni e tutte le altre comunità che operano nel campo dell’educazione. Tutto ciò presuppone, ovviamente, che queste fonti si appoggino su degli standard comuni e su delle regole comuni di interoperabilità. Ma si attende anche un progresso nella tecnologia che aiuti a costruire degli strumenti innovativi che possano tener conto del contesto dell’educazione. Essi devono essere parametrabili, in funzione delle politiche documentaristiche degli istituti e dei livelli del pubblico degli utenti. Gli spazi digitali di lavoro potranno essere uno strumento per personalizzarli ed adattarli ai bisogni e alle abitudini di ciascuno. Partecipare alla definizione delle politiche documentaristiche in materia di risorse digitali, porre in opera ai diversi livelli queste politiche basandosi sulle tecnologie adatte, sono tante funzioni che discendono dai fondamenti della documentazione. |
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