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UN ALUNNO, UN PORTATILE di Andrea Torrente Premessa E’ un’esperienza condotta in alcune scuole francesi e testimonia la grande attenzione posta in quel Paese alle applicazioni dell’elettronica nella didattica. Nel département delle Lande è stata posta in opera un’operazione molto interessante e, naturalmente, imponente in considerazione delle proporzioni: Þ n° 3100 alunni frequentanti la Classe 3^, distribuiti in tre Collèges delle Lande; Þ n° 3900 Computers portatili da distribuire ad alunni e docenti; Þ n° 800 docenti. Tutto ciò rappresenta non soltanto una questione di mezzi finanziari a disposizione, di équipes e di infrastrutture, ma anche di psicologia e di formazione. In un dipartimento in cui le cifre variano da un 5% ad un 60% di utilizzo dell’informatica nell’insegnamento secondo le scuole, con una frangia del 40% di colleghi recalcitranti, se non ostili, come fare accettare l’idea che uno strumento ha, forse, un ruolo da giocare nell’acquisizione di conoscenze e di competenze? Se oggi si è ancora ben lontani da poter trarre delle conclusioni, almeno proviamo ad evocare gli elementi che hanno mosso la quasi totalità dei docenti ad aderire all’operazione. Essi si dispiegano secondo due dimensioni: psicologica e materiale. La dimensione psicologica comporta: A. l’assenza di costrizione da parte dell’Istituzione per ciò che riguarda l’uso del portatile; B. il sostegno degli esperti, anche se questi rimangono vigili e sperano di poter vedere delle applicazioni innovative; C. l’adesione dei Sindacati; D. la mobilitazione del personale in grado di fornire sostegno ai docenti (Ispettori, Centro Dipartimentale di Documentazione Pedagogica, Centro Nazionale di Documentazione Pedagogica); E. la creazione di un sito, con annesso forum e con una lista di diffusione, così da rendere accessibili tutte le informazioni nella maniera più rapida; F. 250 giornate di formazione specifica rivolta a 750 docenti nel corso dell’anno scolastico 2001/02; in tali giornate i formatori, utilizzatori del computer in classe, hanno mostrato e spiegato le loro tecniche pedagogiche. La dimensione materiale prevede: v delle apparecchiature performanti (ad esempio: Portatile con Processore CELERON da 1 Gb, con almeno 256 Mb di RAM, con un HD di almeno 20 Gb); v dei programmi quali dizionario, atlante, enciclopedia, strumenti di burotica installati su tutti i portatili; v dei libri digitali che, malgrado siano in permanente evoluzione, possano rassicurare i colleghi almeno per le risorse che possono essere trovate altrove. La valutazione dell’impatto sulla pedagogia è in corso di sviluppo ma resta che dei docenti dei tre Istituti che hanno partecipato a questa sperimentazione nessuno ha gettato la spugna. E’ ovvio che il Ministero dell’Istruzione Francese compie uno sforzo enorme, ma lo fa in partenariato con gli Enti Locali, al fine di dotare le Istituzioni Scolastiche di un’attrezzatura a misura delle ambizioni della nostra società. In questa logica, molte sperimentazioni vanno di là degli usi consolidati, interessandosi, ad esempio, alle conseguenze pedagogiche dell’integrazione dei computers portatili nello strumentario elettronico delle scuole.
L’uso dell’informatica nella vita quotidiana della classe L’analisi delle pratiche correnti nel campo delle Tecnologie Informatiche della Comunicazione Educativa, conduce regolarmente a constatare che il ricorso alle nuove tecnologie provoca alcune discontinuità, da una parte con le restanti discipline insegnate e, dall’altra con il domicilio degli alunni. Fra le possibili risposte, il computer portatile presenta alcuni vantaggi:
Senza dubbio è su quest’ultimo punto che le sperimentazioni di cui si è detto presentano un notevole interesse. Il ricorso all’informatica non appare più come un evento, ma come una pratica inserita nella vita quotidiana della classe. Si tende, in tal modo, verso una forma di permanenza dello strumento che rinforza l’interesse ed, in un certo qual modo, la sua affidabilità in qualità di sussidio didattico.
Valutare per accompagnare meglio L’operazione si pone in un situazione non abituale a causa dell’ampiezza del dispositivo. Infatti, durante l’anno scolastico 2001/02, tre Collèges hanno sperimentato l’utilizzo del portatile in tutte le classi terze, prima che questa dotazione fosse estesa alle terze classi delle trentadue scuole del département. Per facilitare l’acquisizione della padronanza dello strumento e suscitare, nel contempo, la riflessione pedagogica, è stato posto in essere dal Rectorat di Bordeaux il seguente sistema d’accompagnamento: · il C.A.T.I.C.E (Centre Académique aux techniques d’information et de communication pour l’enseignement), che mette tre docenti a disposizione delle scuole per fornire un aiuto ai docenti; · delle azioni di formazione dei docenti, organizzate partendo dall’analisi dalle loro necessità. Questa operazione consente di apprezzare, in tutta la sua dimensione, l’impatto di un’utilizzazione quotidiana dello strumento sugli apprendimenti degli allievi. Ovviamente, delle équipes d’Ispettori sono state incaricate di monitorare e valutare gli esiti di questa sperimentazione.
Il miglioramento della concentrazione In maniera generale, gli studenti hanno dato prova di una qualità d’attenzione e di concentrazione superiore a quelle che osserviamo abitualmente. In tal modo il clima delle classi è più calmo, anche se, talvolta, ne risentono gli scambi collettivi. Tutti gli allievi hanno fatto presente che l’utilizzazione dei portatili ha comportato parecchio lavoro supplementare, sia perché i docenti richiedono più spesso l’effettuazione di lavori di ricerca, sia perché una padronanza imperfetta dello strumento provoca, di conseguenza, una notevole perdita di tempo. Da questo punto di vista si distinguono due categorie d’allievi: a) – alcuni si sentono più motivati dalle nuove possibilità offerte dall’informatica (gestione delle cartelle, scrittura alla tastiera più ludica di quella manoscritta, ma sicuramente più chiara); b) – altri considerano l’utilizzazione dei portatili una costrizione che disturba notevolmente il loro lavoro: essi trovano molto difficile ascoltare il professore, scrivere alla tastiera e capire nello stesso tempo; essi giudicano faticoso leggere un testo direttamente sul monitor (parecchi ricopiano a casa su di un quaderno le lezioni).
Attenzione alla pratica della lingua Lo sviluppo d’attività che si limita al completamento di un testo (cosiddetti esercizi a buchi) è un rischio notevole perché condurrebbe ad un impoverimento dell’attività dell’alunno e, particolarmente, al lavoro di produzione scritta. Ora, numerosi studiosi sono concordi nell’affermare che l’uso del trattamento del testo – ad esempio il correttore ortografico – costituirebbe un mezzo per rinnovare le pratiche della scrittura. Inoltre, numerosi docenti ed allievi hanno constatato che un ricorso troppo sistematico ai computer crea una barriera fisica fra il gruppo degli allievi e l’insegnante, rischiando di compromettere lo svolgersi di una buona comunicazione. E’ necessario che l’accesso al computer si faccia a ragion veduta, in conformità ad una progressione pedagogica che risponde ad obbiettivi precisi, in maniera da tendere verso una buona ripartizione nel tempo ed evitare di ingenerare una fatica supplementare (sul piano della visione o della postura).
Potenzialità nelle discipline L’approccio a certi documenti (estratti musicali, carte o archivi) è facilitato dall’uso del digitale. Nelle scienze sperimentali, il ricorso a delle simulazioni consente di realizzare delle esperienze che non potrebbero essere immaginate in classe per delle ragioni di fattibilità o di sicurezza. In geometria, compare una nuova forma d’attività per l’allievo grazie a dei programmi di visualizzazione, la cui utilizzazione conduce a domande interessanti stimolate dalle affermazioni lanciate dal programma. La pratica interdisciplinare è rinforzata, se si pensa in particolare alle capacità di cui dispone in materia di ricerca documentale. Le osservazioni hanno mostrato che un’altra occupazione dello spazio resta da inventare per poter instaurare nuovamente una buona comunicazione. Un buon uso del videoproiettore, eventualmente accoppiato ad una lavagna interattiva, aiuta a ri-centrare gli scambi, a distinguere le fasi del lavoro collettivo da quelle della ricerca individuale. In ogni caso, l’intrusione del portatile rileva il bisogno di una riflessione più ampia sulla didattica d’ogni disciplina. La macchina obbliga a suggerire la domanda: “quali sono gli obbiettivi prioritari della disciplina che insegno?” In tal modo, appare chiaramente che la visione ingenua di una formazione “chiavi in mano”non corrisponde affatto ai problemi posti, i quali vanno largamente di là dalla padronanza tecnica di uno strumento. Il lavoro in gruppo, che sembra svilupparsi qui in maniera più regolare, consentirà di progredire su questa strada, e condurrà ulteriormente ad una mutualizzazione degli approcci e delle risorse.
Il portatile utilizzato come un libro è votato all’insuccesso Numerosi docenti delle Landes hanno atteso con interesse l’arrivo dei manuali digitali, anche se la maggior parte di essi si è dichiarata delusa dai prodotti ricevuti, trattandosi, almeno per il momento, di repliche delle opere cartacee senza alcun supplemento d’interattività. Questa percezione pedagogica del problema tradisce una certa concezione del ruolo assegnato all’informatica nell’insegnamento. Allorché l’accesso alle risorse documentali attraverso Internet, o alle enciclopedie digitali, è un’acquisizione essenziale, la disponibilità di programmi di simulazione offre possibilità che non hanno nessun punto in comune con quelle consentite dall’uso della lavagna tradizionale, il solo pensare all’utilizzazione del portatile come un sostituto del libro è mera follia. Le migliori risorse saranno quelle concepite dai docenti stessi in funzione degli obiettivi didattici che vorranno prefigurare. E’ stata fornita un’assistenza tecnica adeguata, quale la piattaforma ARGOS (www.ac-bordeaux.fr/argos/) proposta nell’Académie di Bordeaux, per facilitare la collocazione in linea delle risorse, consentendo anche di conservare una certa interattività produttiva fra l’insegnante ed i suoi allievi. Per poter riuscire nell’intento è necessario abbandonare gli schemi classici: una pedagogia dogmatica non ha bisogno di un portatile per ciascun allievo. E’, al contrario, necessario passare ad una pedagogia più aperta, veramente centrata sull’attività del discente.
Risultati e prospettive Per garantire la coerenza di tutta l’operazione, è necessario avere una visione complessiva, al fine di assicurare la migliore continuità possibile fra i vari gradi d’istruzione (primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado, università), ponendo la riuscita pedagogica al centro dell’attenzione e dell’azione. Tutto il dispositivo, in fondo, vede come premessa indispensabile la realizzazione del progetto di scuola. In tale ottica è fondamentale vedere i benefici apportati dal dinamismo e dalla buona volontà dei gruppi d’insegnanti che spendono la propria energia e la propria inventiva per “inventare un nuovo modo di insegnare”. Inoltre, la concertazione posta in opera dai vari partecipanti all’operazione ha consentito la riuscita degli alunni nella scuola ed anche al di fuori di essa. Tenendo in debito conto i cambiamenti suscitati dalla presenza dei portatili nella prassi didattica quotidiana, è naturale che la loro integrazione si faccia secondo dei canoni di prudente progressività, avvalendosi di una riflessione pedagogica a diversi livelli (attorno a ciascuna disciplina, in seno alla classe, all’interno dell’istituto scolastico). Soltanto così l’innovazione dovuta all’introduzione delle Tecnologie Informatiche della Comunicazione Educativa sarà portatrice di risultati apprezzabili e duraturi. |
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