Saper scrivere
Intervista a Francesco Bruni
di Nunzia Latini
Molti professori lamentano la scarsa capacità di scrittura degli studenti. Dalla scuola media inferiore all'università non c'è una vera e propria continuità nel migliorare questa abilità produttiva. Un fenomeno nuovo, da qualche anno a questa parte, è la proliferazione dei laboratori di scrittura, seminari di scrittura creativa, corsi di scrittura professionale. Il tutta Italia ce ne sono tantissimi, per tutti i gusti, organizzati da enti e da associazioni più o meno conosciute. Se la situazione nella scuola media superiore un po' sta cambiando, anche per la tipologia del nuovo esame finale di Stato, il problema riguarda soprattutto lo studente universitario, che almeno fino a poco tempo fa, non scriveva se non la tesi di laurea, incontrando non poche difficoltà. Oggi, molto sta cambiando. E' una frase sfruttata troppo ma chiara e vera. Lo Abbiamo chiesto al prof. Francesco Bruni, ordinario di storia della lingua italiana, si è occupato di storia linguistica italiana, di lingua letteraria, di italiano professionale. È socio ordinario dell'Accademia della Crusca e componente del Comitato esecutivo di IcoN (Italian Culture on the Net), nonché presidente del SIS. Il Servizio d'italiano scritto, è un'associazione che nasce circa due anni fa per promuovere soprattutto la competenza testuale, con un gruppo di discussione veramente attivo online.
Ma davvero gli studenti universitari e neo laureati italiani non sanno scrivere?
Non porrei il problema in questo modo, se cioè gli studenti sappiano o non sappiano scrivere. A parlare s'impara al di fuori e prima della scuola, a scrivere si impara a scuola e non altrove (naturalmente, la scuola può servire anche a migliorare l'oralità). I programmi della media inferiore prevedono le quattro abilità del parlare, ascoltare, leggere, scrivere, ma resta da verificare il rapporto fra i programmi e la variegata realtà della scuola in Italia. In generale, direi che la scuola non cura abbastanza l'italiano, e quindi non meraviglia che gli studenti non conoscano la lingua in modo soddisfacente, cioè non elementare.
Quali difficoltà si riscontrano tra i partecipanti ai corsi di italiano scritto?
Le difficoltà sono di ordine linguistico ma riguardano soprattutto la costruzione del testo, anzi dei diversi tipi di testo. Si tratta di un argomento che in questa sede può essere solo menzionato. Aggiungo solo che il sistema formativo dovrebbe cambiare, se si vogliono raggiungere risultati migliori con uno sforzo minore.
Sta cambiando l'università, cambierà anche la didattica: ci saranno più opportunità per esercitarsi?
Con ritardo, l'università sta finalmente prendendo qualche iniziativa per rimediare al problema. Oltre ai corsi di italiano scritto, la riforma del sistema universitario dovrebbe incoraggiare una pratica più ampia della scrittura, e non solo in sede di esame finale, ma anche durante le lezioni.
Non potrebbe essere un servizio Nazionale universitario?
Forse sì, purché non si formi un carrozzone (tanto costoso quanto inefficiente), del quale non si sente il bisogno.