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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


Lingua, cultura e intercultura: l’italiano e le altre lingue

Intervista al presidente  Iørn Korzen

La  SILFI   è stata fondata nel 1985 allo scopo di promuovere sia gli studi di linguistica e filologia italiana sia di privilegiare l'incontro di tante italianiste e tanti italianisti operanti in Italia con le colleghe ed i colleghi che operano all'estero, in diversi paesi del mondo.

La SILFI oggi  è presente in Europa:  Italia, Danimarca, Finlandia, Malta, Svezia, Germania, Gran Bretagna, Belgio, Rep. Slovena, Spagna ma anche in Israele, Australia, Canada, Stati Uniti. Da questi paesi provengono studiose e studiosi di grande prestigio nel campo dell' italianistica internazionale. 

Il comitato scientifico è composto da:

Presidente: Iørn Korzen , Copenhagen Business School (CBS) (DK) Pagina WWW

Paolo D'Achille Università degli Studi di Roma3 (IT)

Carla Bazzanella Università degli Studi di Torino (IT) Pagina WWW

Emanuela Cresti  LABLITA  Università di Firenze

Luisa Ferretti Cuomo The Hebrew Univerity of Jerusalem (Israele)

Pura Guil Universidad Complutense de Madrid

Marco Mazzoleni SSLiMIT Forlì - Università di Bologna

Bruno Moretti Universität Bern (CH)  Osservatorio della Svizzera italiana                                                                                                                                

                                                                                                                                                      

Nel 1988 il convegno Silfi si è tenuto a Siena, poi a Cambridge, a Perugia, a Madrid, a Catania,  a Duisburg, a Roma e nel 2004 a Copenhagen con un convegno che vede la lingua italiana in rapporto alle lingue e alle culture europee ed extraeuropee.

“La SILFI, Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana, è stata fondata, in modo molto informale, all'inizio del settembre del 1985 durante un Congresso Internazionale di Linguistica Storica tenutosi a Pavia. Qualche mese dopo, l'organizzazione è diventata ufficiale. Dal 1988 si sono tenuti 7 convegni, ogni due volte in Italia e ogni due fuori dall’Italia, più precisamente a Siena nel 1988, a Cambridge nel 1991, a Perugia nel 1994, a Madrid nel 1996, a Catania nel 1998, a Duisburg nel 2000 e a Roma nel 2002. Il Comitato Direttivo consiste di 8 persone, 4 italiani (2 uomini e 2 donne) e 4 stranieri (2 uomini e 2 donne). Ognuno viene eletto per un periodo di 6 anni, e fra i membri del Direttivo si sceglie un Presidente per il biennio fino al convegno seguente che lo stesso Presidente deve organizzare. Io ho partecipato solo agli ultimi 4 convegni (sono membro del Direttivo dal 1998), ma direi che la società si è sviluppata in maniera estremamente positiva e proficua. Ai convegni si riesce a combinare un altissimo livello accademico e un’atmosfera molto amichevole e informale”.

 “Quello che si sta preparando è l'VIII convegno internazionale e il tema, Lingua, cultura e intercultura: l’italiano e le altre lingue, nasce da riflessioni sulle conseguenze linguistiche e culturali della attuale globalizzazione ed internazionalizzazione. In tali processi, in cui lingue diverse dall’inglese si trovano spinte ai margini di grandi dinamiche internazionali, ci è sembrato particolarmente importante riflettere sulla relazione reciproca tra lingua e cultura. Sono arrivate circa 80 proposte di conferenze al convegno, e degli 80 conferenzieri 45 sono italiani. Il resto viene soprattutto dagli altri paesi europei, circa 5 sono di altri continenti. Mi aspetto che una trentina si iscriverà senza voler tenere una conferenza. Fra i conferenzieri troviamo i migliori e più stimati italianisti della nostra epoca, ma anche molti giovani, fra cui dottorandi e ricercatori. La SILFI è nota come una società che dà ampio spazio anche agli studiosi alle prime armi. Fra molto poco il programma preciso sarà presentato sul sito del Convegno: http://www.cbs.dk/silfi2004/.”

“Al tema generale del Convegno, “Lingua, cultura e intercultura: l’italiano e le altre lingue”, avevamo suggerito dei sottoargomenti, fra cui per esempio: Tipologia linguistica e tipologia culturale, Lingua e potere, Influssi translinguistici, Problemi acquisizionali, Traduzioni e testi paralleli e Linguaggi settoriali a confronto. Tutti gli interventi trattano in qualche modo la relazione tra lingua e cultura e/o l’aspetto contrastivo: interlinguistico ed interculturale.”

“Le difficoltà linguistiche consistono, direi, soprattutto nella ricchezza flessiva verbale dell’italiano rispetto al danese. Il danese non coniuga i verbi nelle varie persone, e anche i tempi e i modi sono molto più limitati. Per esempio la distinzione aspettuale verbale, cioè la differenza tra il passato prossimo o remoto e l’imperfetto, non esiste in danese. Oltre a ciò, la strutturazione testuale è, ceteris paribus, molto più complessa e ipotattica in italiano che in danese, e le frasi generalmente più lunghe. Grazie all’uso molto frequente tra l’altro di forme verbali infinite e di nominalizzazioni, l’italiano esplicita molte più distinzioni pragmatiche tra diversi piani narrativi (primo piano vs. sfondo), di quanto non sia il caso in danese. “

“L’interesse per la lingua italiana è molto forte perché l’interesse per la cultura italiana è – ed è sempre stato – molto grande. 200-300 anni fa si avevano i cosiddetti “viaggi di formazione”: era costume che i giovani delle famiglie benestanti nonché artisti di ogni genere facessero viaggi e soggiorni studio (che potevano durare anni) in Italia – a volte combinati con soggiorni in Francia e/o in Germania. Lì studiavano la cultura e imparavano la lingua. L’interesse per la cultura italiana è tuttora fortissima, ma le possibilità di imparare la lingua “a casa” sono adesso molto numerose: i danesi che vogliono fare i turisti in Italia possono seguire corsi di lingua nelle scuole serali o nelle università popolari, dove non è richiesto nessun titolo di ammissione. Invece quelli che in qualche modo vogliono includere l’italiano nella loro carriera possono studiarlo al liceo – anche se il numero di licei che offrono l’italiano è ancora piuttosto limitato – e dopo all’università. Le due università di Copenaghen che offrono l’italiano, L’università di Lettere e la Copenhagen Business School, dove io sono responsabile del dipartimento di italiano, hanno entrambe circa 200 studenti di italiano e fanno corsi di italiano fino al livello di laurea e di dottorato. Ancora non si può studiare l’italiano alla scuola elementare o media.”

L’appuntamento SILFI è per il 22 e il 23 giugno 2004 presso la Copenhagen Business School.


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