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CURIOSITA'
DataBase di Fisica
http://library.thinkquest.org/C005214
Ciao a tutti, mi chiamo Federico ed ho partecipato all'edizione 2000 del concorso ThinkQuest. Ho deciso di raccontare le possibili esperienze che si possono fare affinchè altre persone che si accingono a prendervi parte, sappiano cosa devono aspettarsi.
Comincio col dire che, a differenza di altri concorsi, in questo si lavora parecchio. Praticamente bisogna progettare un intero sito web partendo da zero. Bisogna essere autori anche degli argomenti del sito: come già saprete essi possono essere scelti in un contesto di quattro aree possibili. Personalmente mi sono occupato dell'area scientifica. Elemento fondamentale del concorso è il gruppo. I responsabili di ThinkQuest si sono preoccupati di fare incontrare i partecipanti affinchè gli stessi potessero comporre un team: a questo scopo hanno creato la chat. Da diverso tempo era in vigore anche la 'message board' dove chiunque poteva lasciare un messaggio sul tipo di compagno che stava cercando e che tipo di sito intendesse realizzare; da due anni ormai quest'ultima istituzione, con grande disappunto degli stessi partecipanti, è stata abolita.
Queste premesse sono necessarie perchè io racconti la mia esperienza.
Mi trovavo un giorno a navigare sul sito di ThinkQuest e attratto dalla chat sono entrato. Non era la prima volta che chattavo ma speravo che fosse quella buona per incontrare qualcun altro interessato a formare un team per parlare di fisica. L'ho incontrato e ci siamo messi a discutere sul da farsi. Dico subito che non era italiano ma polacco e la sua conoscenza di inglese lasciava un pò a desiderare, sebbene, a detta sua, nella sua scuola lui era quello che parlava meglio questa lingua: mi sono chiesto fin dove arrivasse la conoscenza dell'inglese dei polacchi!; ma non scrivo questo brano per esporre costui e la sua cerchia a pubblico ludibrio. Io ero l'unico elemento straniero poichè tutti gli altri membri del gruppo (compresi i coach) erano della sua stessa scuola.
Non sto a farla lunga: nessuno del gruppo, a parte il sottoscritto, ha prodotto una sola pagina per il sito. Capisco che non è il massimo della collaborazione, ma mi sono ritrovato a fare tutto il lavoro da solo.
Sarebbe stata un'esperienza del tutto negativa se non mi fosse venuta la voglia di dimostrare a queste persone inerti che cosa si potesse fare; ho sviluppato l'intero progetto del sito ed ho individuato i temi che esso avrebbe dovuto trattare. Mi sono reso conto che il modo migliore per fare qualcosa bene e subito è attingere, anche solo in parte, al lavoro altrui. Mi sono ispirato ad un famoso sito di fisica per progettare una specie di motore di ricerca su tutte le risorse che si possono trovare in rete su questa materia.
Ho così costruito il mio sito dalla A alla Z in circa tre mesi, arrivando persino a scrivere di persona gli script e le applet Java. Il risultato lo potete vedere a quest'indirizzo: http://library.thinkquest.org/C005214/
Pensavo che poche persone si sarebbero interessate al mio lavoro, sia perchè si trattava (e si tratta) di un sito interamente realizzato da un dilettante, sia per la generale osticità della materia. Ma mi sbagliavo. Il sito detiene attualmente una media di 90 accessi al mese, arrivando a totalizzarne 200 in poco più di due mesi e a raggiungere nello stesso periodo 20 Paesi diversi.
Il concorso volgeva ormai al termine e bisognava presentare almeno una prima bozza consistente del proprio lavoro, e così ho fatto anch'io. Durante la chiusura dei server (è la prassi) per permettere ai giudici di svolgere le operazioni di valutazione, ho avuto modo di migliorare in maniera incredibile un sacco di pagine. Il lavoro di ritocco è fondamentale per garantire un sito gradevole, anche su segnalazione degli utenti. Questi ultimi stanno crescendo ultimamente e partecipando sempre più attivamente alle varie possibilità offerte loro dal mio sito. Mi è capitato il caso di un giornalista americano che mi ha chiesto spiegazioni scientifiche su un caso molto particolare. In America viene organizzata una gara dove alcune auto senza motore vengono lasciate cadere giù da una collina, sotto il solo intervento della pendenza e della forza di gravità. Questo tizio mi chiedeva quale fosse la distribuzione ottimale del peso per garantire prestazioni migliori e quali materiali si dovessero adoperare per ridurre l'attrito con il suolo e con l'aria. La risposta prevede la conoscenza di semplici principi di meccanica e di fluidodinamica e quindi non ho avuto alcuna difficoltà a fornire tutte le delucidazioni del caso. Pochi giorni fa ho ricevuto per posta elettronica l'articolo pubblicato sul giornale americano ed il ringraziamento per il contributo offerto dal mio sito.
Consiglio quindi vivamente a tutti di puntare sull'interattività del proprio sito con gli utenti, perchè sarà soprattutto la loro attenzione a fornire le maggiori gratificazioni.
Concludo ringraziando il prof. Giuseppe Fortunati per l'assiduo supporto con il quale ha seguito e fornito consigli a tutta la comunità italiana di partecipanti e per la grande disponibilità dimostrata.
Federico Grasso
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