Gennaio 2002

 

Il punto sulle Riforme

Con lo svolgimento a Roma, il 18, 19 e 20 dicembre 2001, degli "Stati generali dell'Istruzione", il nuovo progetto di riforma dei cicli scolastici entra nel vivo; riassumiamo le tappe fondamentali del processo che ha portato alla nuova proposta:

  • Luglio 2001

Il 4 luglio 2001 "l'Ufficio Stampa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca comunica che, a seguito dei rilievi formulati dalla Corte dei Conti sui provvedimenti attuativi della legge 10 febbraio 2000 n.30 in materia di riordino dei cicli dell'istruzione, rilievi che intervengono in un momento che rende di fatto impraticabile il concreto avvio della riforma dal prossimo anno scolastico, il Ministro Letizia Moratti ha ritirato dalla Corte dei Conti i suddetti provvedimenti che, pertanto, non producono alcun effetto.
E' intenzione del Ministro promuovere in tempi brevi una complessiva riflessione sull'intera materia degli ordinamenti scolastici, alla quale chiamerà a partecipare famiglie e docenti della scuola italiana.
Pertanto resta confermata la normativa vigente per quanto attiene agli aspetti organizzativi e didattici per il prossimo anno scolastico.
"
Con nota 5 luglio 2001, Prot n.46/SEGR, il ministero dell'istruzione annuncia il ritiro dalla Corte dei Conti (già avvenuto venti giorni prima) del Regolamento recante norme in materia di curricoli della scuola di base, ai sensi dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275.
Il Regolamento, sul quale si era pronunciato positivamente il Consiglio di Stato (parere n. 104/2001 del 23 aprile 2001), segnalando l'irregolarità del parere negativo del CNPI perché espresso "(...) in carenza del quorum strutturale" (36 su 74 componenti) ed al di là degli "(...) indirizzi vincolanti adottati dai due rami del Parlamento" (Risoluzione n. 6-00155 - Camera e Risoluzione n. 6-00057 - Senato), aveva subito i rilievi della Corte dei Conti e della terza sezione del TAR Lazio perché emanato nella forma del decreto ministeriale senza una precedente approvazione da parte del consiglio dei ministri.
Ritirati dalla Corte dei Conti anche i decreti relativi all'innovazione della Scuola dell'Infanzia (Decreto n.91 del 21 maggio 2001), alla riduzione oraria a 32 ore settimanali di lezione per gli istituti superiori che ne hanno 40 (Decreto di modifica e integrazione del Decreto Interministeriale n.234 del 26 giugno 2000, C.M. n.3 del 5 gennaio 2001) e alla formazione universitaria degli insegnanti (Decreto Interministeriale prot.n.11304/DM del 4 giugno 2001).

Il 18 ed il 19 luglio il ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca presenta alle Camere il programma del suo dicastero; i temi centrali risultano essere:

- per l'università e la ricerca

  • libera adozione della riforma a partire dall'a.a. 2001-02 o 2003-04
  • completamento dell’autonomia universitaria
  • potenziamento del diritto allo studio anche attraverso finanziamenti privati
  • rafforzamento del ruolo e delle funzioni del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario
  • finanziamenti alla ricerca che riallineino, nel quinquennio, la spesa complessiva italiana agli standard quantitativi e qualitativi dei principali paesi europei (2% del PIL)

- per l'istruzione

  • diritto allo studio e diritto all’eccellenza attraverso la realizzazione di un sistema integrato di componenti statali e non statali
  • federalismo solidale, razionalizzazione e sburocratizzazione dell' organizzazione scolastica
  • nuovo servizio nazionale autonomo per la  valutazione del sistema scolastico
  • valorizzazione della professionalità docente
  • riforma degli organi collegiali di istituto e proroga alla costituzione (prevista per il 1° settembre) dei nuovi organi collegiali territoriali
  • riforma dei cicli scolastici

Rispetto a questo ultimo tema il ministro annuncia inoltre la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro presieduto dal prof. Giuseppe Bertagna (università di Bologna e Torino) e formato dai professori Giorgio Chiosso (università di Torino), Michele Colasanto (prorettore dell’università Cattolica ed ex Presidente dell’ISFOL), Silvano Tagliagambe (università La Sapienza di Roma), Norberto Bottani (ex ricercatore OCSE e direttore del dipartimento Innovazione Educativa del Cantone di Ginevra) e dal Prof. Ferdinando Montuschi (titolare della cattedra di Pedagogia Speciale e Presidente del corso di laurea in scienze della formazione primaria della III università di Roma) che, sentite tutte le componenti scolastiche, formulerà un rapporto di sintesi sulla riforma.
Tale rapporto sarà quindi sottoposto agli 'stati generali dell'istruzione' (composti da rappresentanti delle famiglie, degli studenti, dei docenti e da tecnici) i quali formuleranno, in tempo utile per l'avvio con il nuovo a.s. 2002-03, un nuovo piano di attuazione della riforma degli ordinamenti e le eventuali modifiche da apportare alla legge 30/00.
Il ministro nomina una commissione di 14 esperti (presieduta da Giacomo Elias, già presidente dell'ISO - International Organization for Standardization - e composta, fra gli altri, da Antonio Augenti, ex direttore generale del MPI, Giuseppe Bertagna, direttore de "La Nuova secondaria", Bruno Bordignon, delle Scuole salesiane, Luisa Ribolzi, docente di Sociologia dell'istruzione a Genova) che - a partire dalla prima riunione del 13 luglio 2001 - si occupa del sistema di valutazione delle scuole.

  • Settembre 2001

Il 25 settembre il ministro interviene nella 7a Commissione del Senato, in replica al dibattito svoltosi sulla sua relazione fornendo alcune informazioni circa le linee portanti della riforma della scuola e dell'università prevista dal governo. (vd. Inter.Net - Dicembre 2001).

Il consiglio dei ministri, nella seduta del 27 settembre, vara la legge finanziaria per il 2002: il testo prevede la costituzione di commissioni per gli esami di stato con solo membri interni e presidente esterno nominato dal dirigente regionale tra i docenti e i capi di istituto.

  • Ottobre 2001

Il 2 ottobre Bertagna invia una lettera (che di seguito riportiamo in estratto) alle associazioni delle famiglie, alle riviste specializzate, alle OOSS della scuola, ed alla CRUI:

(2 ottobre 2001) Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica, con decreto ministeriale n. 672 del 18 luglio 2001, ha istituito un Gruppo ristretto di lavoro presieduto da chi scrive, allo scopo "di svolgere una complessiva riflessione sull'intero sistema di istruzione e, nel contempo, di fornire concreti riscontri per un nuovo piano di attuazione della riforma degli ordinamenti scolastici, ovvero per eventuali modifiche da apportare alla legge 30 del 10 febbraio 2000.
Il Ministro, alla luce del suo discorso alle Commissioni parlamentari, ci ha chiesto di procedere a questa "complessiva riflessione" e ad una ipotesi di "un nuovo piano di attuazione della riforma degli ordinamenti scolastici" tenendo conto, per quanto possibile e se condivise, delle seguenti raccomandazioni:
- ribadire il principio che il sistema di istruzione e formazione del Paese è al servizio della società e del progresso economico, e solo se è primariamente al servizio della persona di ciascuno e mira al massimo sviluppo possibile delle capacità di tutti; in questa prospettiva va collocato l'obbligo di 12 anni di istruzione e/o di formazione per tutti; 
- valorizzare ulteriormente il ruolo e la funzione educativi della scuola dell'infanzia valutando "se e in quale modo considerare la frequenza della scuola dell'infanzia triennale, che resta non obbligatoria e curricolarmente unitaria, come possibile credito ai fini del soddisfacimento di almeno un anno dei 12 di istruzione e/o formazione obbligatoria"; ciò anche allo scopo di non lasciare "minori" sul piano della qualità della formazione iniziale e della successiva carriera i docenti che insegnano in questo grado di scuola;
- ipotizzare un'articolazione unitaria della scuola dai 6 ai 14 anni che avvalori le specificità delle età evolutive della fanciullezza e della preadolescenza sul piano degli ordinamenti, del piano degli studi e dell'organizzazione del servizio; ciò significa promuovere, nella cornice ordinamentale della scuola primaria quinquennale e della scuola secondaria di I grado triennale, un piano degli studi unitario, continuo e progressivo organizzato in cicli biennali, dove si realizzi un più efficace raccordo tra l'ultimo anno della scuola primaria e il primo della secondaria di I grado e, nondimeno, tra l'ultimo biennio della scuola secondaria di I grado e gli studi liceali o professionali successivi, al fine di stimolare una spinta qualitativa verso l'alto dell'intero sistema di istruzione e di formazione;
- eliminare la cosiddetta "onda anomala" determinata dall'attuazione della legge 30 per i gravi problemi che essa solleva anzitutto sul piano educativo e metodologico, per gli alunni, le famiglie ed i docenti, e, in secondo luogo, a livello organizzativo, edilizio, finanziario, anche per lo Stato e gli Enti locali;
-  progettare una scuola secondaria superiore di elevata qualità culturale ed educativa, prevedendo anche la possibilità di completarla con eventuali anni di specializzazione non universitaria;
- identificare la natura pedagogica, l'identità curricolare e la fisionomia istituzionale di un percorso graduale e continuo di Formazione professionale parallelo a quello scolastico ed universitario dai 14 ai 21 anni, con esso integrato a livello di funzioni di sistema e ad esso pari in dignità culturale ed educativa, abilitato a rilasciare tre titoli di studio riconosciuti sul territorio nazionale: qualifica professionale, diploma professionale secondario, diploma professionale superiore;
- predisporre piani di studio nazionali obbligatori che, mentre rispettano forma e sostanza dell'art. 8 del Dpr. 275 e delle altre leggi ordinarie e costituzionali in materia, consentano più di ora sia percorsi e completamenti personalizzati da parte delle famiglie e degli studenti, sia una maggiore verifica comparativa nazionale dei risultati;
- dar corso ai punti precedenti avvalorando l'autonomia delle istituzioni scolastiche e dei centri per la formazione professionale e facendo sempre prevalere, sia sul piano delle verifiche dell'apprendimento sia su quello del soddisfacimento dell'obbligo per tutti i giovani, di 12 anni di istruzione/formazione, i vincoli di risultato su quelli procedurali e di percorso;
- prevedere linee di formazione iniziale degli insegnanti in relazione ai cicli scolastici e di formazione professionale ipotizzati.
Il nostro Gruppo ristretto di lavoro, per adempiere al mandato ricevuto, sarebbe interessato a conoscere il vostro giudizio su tutte queste raccomandazioni oppure, a scelta, su alcune di esse. Più in particolare, domandiamo se avete già provveduto a definire orientamenti e proposte concrete di riforma degli orientamenti scolastici e della formazione professionale che tengano, in tutto o in parte, specificatamente conto dei vincoli che il Ministro ci ha chiesto di autenticare nella loro praticabilità e condivisibilità. E' gradita anche la declinazione operativa di eventuali ipotesi alternative che sarà cura del Gruppo esaminare e presentare al Ministro.
Sappiamo di chiedere uno sforzo non indifferente, ma le saremmo grati se potesse fornire risposta scritta alla nostra lettera entro e non oltre il 30 ottobre. [...]

Giuseppe Bertagna

L'11 ottobre il ministro interviene, in replica, in 7a Commissione Senato segnalando che la Legge finanziaria 2002:

  • assegna al ministero dell'Istruzione (insieme a quello dell'Interno) più risorse che agli altri dicasteri
  • non agisce sull'orario di lavoro dei docenti, quanto sul rispetto dello stesso
  • stabilizza il personale della scuola a seguito dell' eredità negativa degli anni precedenti
  • prevede specifici finanziamenti per l'università e per l'edilizia di settore

Di seguito l'intervento del ministro:

1. Il quadro generale: La legge finanziaria per il 2002 sconta una negativa situazione di partenza della finanza pubblica, gravata da un deficit superiore di 25 mila miliardi alle previsioni, cui si è aggiunta l'incertezza determinata dalla crisi internazionale e, ora, dalla guerra appena iniziata nella quale siamo coinvolti per la nostra appartenenza all'alleanza NATO.
Questa incertezza rende impossibile fare previsioni circa l'evoluzione dell'economia, quanto meno di qui alla fine dell'anno, ma certamente comporta, quanto meno ad oggi, un contesto economico-finanziario restrittivo. A ciò si devono aggiungere i vincoli del Patto di stabilità europea.
Questo ha costretto il Governo a rinviare gli investimenti necessari a rilanciare lo sviluppo e, oltre al rinvio degli investimenti, tutti i Ministeri hanno dovuto subire consistenti tagli, sia nel bilancio di assestamento 2001, sui beni e servizi, sia sul bilancio di previsione 2002.
2. La scuola, l'università e la ricerca: Il nostro Ministero non ha subito tagli, come qui ho inteso da alcuni di voi, ed anzi ha avuto un incremento di risorse, sia pure contenuto, insieme al solo Ministero dell'Interno. 
Segno, questo, della consapevolezza del Governo, oltre che di non poter rinviare le misure di sostegno delle situazioni di più forte svantaggio sociale, di non poter privare di investimenti la scuola; si tratta infatti di investimenti nelle risorse umane e nel futuro.
3. Le scelte della legge finanziaria per la scuola: Ove si tenga conto dell'attenzione avuta per la specificità della scuola, nel senso anzidetto, le soluzioni proposte con il complesso delle disposizioni contenute nell'articolo 13, concernenti l'organizzazione scolastica, sono coerenti, e anzi costituiscono il logico sviluppo della riforma introdotta nel corso della passata legislatura. Riforma che ha profondamente modificato l'assetto organizzativo dell'amministrazione delineando un quadro di riferimento del tutto nuovo e diverso rispetto a quello configurato dal precedente ordinamento.
Si è trattato quindi di proporre, con la legge finanziaria, un complesso di norme che hanno alla loro radice, sia per quanto concerne la sede delle responsabilità decisionali e di gestione, sia per quanto riguarda l'oggetto stesso di tali responsabilità, i principi di sussidiarietà, di autonomia e di flessibilità organizzativa. 
Un'applicazione concreta di tali principi è stata proprio quella di configurare gli uffici scolastici regionali quali centri di responsabilità amministrativa e quindi titolari diretti di allocazioni di risorse nello stato di previsione della spesa, in modo da consentire un'attività di gestione più aderente e flessibile rispetto alle specificità locali e pertanto più vicina ai bisogni degli utenti. 
Ulteriore applicazione è stata quella di decentrare le decisioni in materia di determinazione e di ripartizione degli organici e di conferimento delle supplenze, di razionalizzazione della spesa. 
Concordo peraltro con l'appunto di richiamare i criteri dettati dalle norme vigenti per la definizione degli organici, cui dovranno attenersi anche i direttori regionali e i capi d'istituto. 
Le soluzioni proposte relativamente alle prestazioni dei docenti non toccano la disciplina dell'orario contrattuale, che resta impregiudicata, ma si pongono nell'ottica di una più razionale utilizzazione del predetto personale, nel rispetto delle disposizioni contrattuali vigenti. Le ore aggiuntive verranno compensate come lavoro straordinario, secondo quanto previsto dal C.C.N.L. vigente. 
Sulla questione dell'insegnamento della lingua straniera occorre dire che, a fronte dei piani di finanziamento pluriennale realizzati per la formazione dei docenti di lingua straniera nella scuola elementare, si è riscontrato che le competenze acquisite dai predetti docenti non sono state e non vengono pienamente utilizzate. Si rende pertanto necessario che vengano date precise indicazioni al riguardo. 
Quanto al tema specifico delle supplenze occorre precisare che certamente non è questa - e cioè la legge finanziaria oggi in esame - la prima volta nella quale quel tema si è posto. Si può però dire al riguardo, così come del resto per l'altra questione relativa all'orario, che le soluzioni proposte sono ispirate ai principi di autonomia e responsabilità, per cui le decisioni sono affidate alle scuole stesse, al fine di assicurare loro la flessibilità necessaria, senza che entrino più in gioco automatismi con effetti distorsivi. Il Governo comunque è disponibile a introdurre correttivi che rendano ad esempio la norma relativa alla sostituzione del personale assente meno drastica nel suo impatto applicativo. 
Sulla valorizzazione del personale docente, da conseguire attraverso il reinvestimento dei risparmi preventivati, siamo sempre stati consapevoli che la soluzione effettivamente più congrua ed opportuna sarebbe quella di destinare a quel fine l'intero ammontare dei risparmi stessi. Peraltro, questa soluzione si porrebbe del resto nel solco del perseguimento degli obiettivi di qualità tracciati già dalla legge n.440 del 1997. Peraltro devo mettere in evidenza che risorse per il comparto della scuola sono state specificatamente previste nella legge finanziaria, in aggiunta alle risorse previste per tutto il pubblico impiego.
Relativamente alla proposta concernente la diversa composizione delle commissioni degli esami di Stato, siamo aperti a correttivi emendativi come quello di limitare il suo ambito applicativo alle scuole pubbliche e a quelle paritarie. Devo anche chiarire che ovviamente stiamo predisponendo rapidamente un disegno di legge che riformi l'intera materia.
4. Il finanziamento delle Università: La legge finanziaria ha previsto, oltre ad un modesto ma significativo incremento del fondo per il finanziamento ordinario, uno stanziamento di cassa superiore per 1000 miliardi a quello di competenza. Il differenziale verrà riassorbito nei prossimi cinque anni. 
5. L'Organico: Un'ultima fondamentale annotazione in materia di personale della scuola.
L'art. 40 della legge finanziaria 1998 prevedeva una riduzione del personale del 3% nel biennio 1998/1999, con un risparmio previsto di 1900 miliardi. La legge finanziaria del 2000 prevedeva una ulteriore riduzione dell'1% con riferimenti espliciti a riduzioni delle supplenze brevi. A fronte di queste misure vi è stato invece un incremento di personale docente di 55.000 unità, di 94.000 ATA e un incremento incontrollato di supplenze. Questa è la situazione che noi abbiamo ereditato e le disposizioni contenute nell'art. 13 sono finalizzate a fornire gli strumenti per l'inizio di un effettivo governo della spesa del personale scolastico nonché per l'inizio di una riqualificazione della spesa, finora prevista ma mai attuata.

  • Novembre 2001

Alle commissioni per il Riordino dei Cicli (presieduta da Bertagna) ed a quella sulla Valutazione (presieduta da Giacomo Elias) il ministro affianca:

  • la "Commissione sulla deontologia professionale del personale docente", presieduta dal cardinale Ersilio Tonini (presidente onorario) e da Plinio Sacchetto (avvocato dello Stato): Paola Zeman (avvocato dello Stato), Carmela Lo Giudice (direttrice generale ufficio scolastico dell'Umbria), Roberto Leoni (ispettore tecnico), Rosario Drago (consigliere ministro), Massimo Tocci (dirigente MIUR), Giancarlo Cappello (dirigente scolastico), Carla Xodo e Giuliano Piazzi (docenti universitari), Giuseppe Savagnone (docente, direttore del Centro diocesano per la pastorale della cultura e dell'Ufficio regionale per la cultura, l'educazione, la scuola e l'università della Conferenza Episcopale Siciliana, già componente del Comitato nazionale per la Bioetica e della Commissione di studio per il programma del riordino dei cicli di istruzione), Alessandra Cenerini (presidente ADI), Marco Rossi Doria (maestro di strada), Emilio Brogi (AN), Carlo Cerofolini (FI), Luciana Lepri (Fondazione Nova Spes), Valeria Marcon e Gianni Mereghetti (docenti), Maurizio Salvi (AGE);
  • il "Gruppo di lavoro per la semplificazione normativa del MIUR", presieduto dal Sottosegretario di Stato sen. Maria Grazia Siliquini e coordinato dal Consigliere della Corte dei Conti Giovanni Rossi: Gabriella Palmieri, Silvio Criscuoli, Antonio lo Bello, Enzo Martinelli, Francesco de Sanctis Michele Calascibetta, Domenico Croce, Mauro Zilli, Rosario Drago, Antonia Borrello, Antonio Campanelli, Leonardo Nardella, Paolo Di Persio, Mario Perrini, Francesco Pezzuto, Roberto Di Masi, Rosina Caruso, Sandro Aldisio, Angelo De Vita, Giovanni Gaeta, Antonio Petrolino, Giuseppe Russi, Rosella Tabarelli, Carlo Di Michele, Giuseppe Arganese, Giovanna Di Ciancia e Paola Perlini;
  • la "Commissione per l'applicazione della legge sulla parità tra scuola statale e non statale", coordinata da Mariolina Moioli (consigliere ministro): Gianfranco Garancini (docente dell’Università statale di Milano, giurista e notista di "Avvenire"), don Guglielmo Malizia (pedagogista Università Salesiana), Enzo Meloni (presidente AGeSC), Franco Nembrini (responsabile scuola della Compagnia delle Opere), Luisa Ribolzi (docente di Sociologia dell’educazione a Genova), Attilio Oliva (ex responsabile scuola di Confindustria), Pier Giorgio Cataldi (Istruzione media non statale MIUR), Domenico Croce (dirigente ufficio legislativo MIUR), Mario Dutto (direttore generale ufficio scolastico della Lombardia, ex direttore generale istruzione Media non statale), Nicola Rossi (docente Economia, Università di Roma - Tor Vergata), Maria Paola Tinagli (già componente Commissione di studio per il programma del riordino dei cicli di istruzione).

Il governo presenta un PdL di Riforma degli Organi Collegiali della Scuola, mentre si preannuncia un disegno di legge per la riforma degli esami di Stato.

Cominciano ad emergere (vd. anche la lettera aperta indirizzata dal ministro ai docenti l'8 novembre 2001) dati più precisi sulla proposta di riforma dei cicli che emerge dalla commissione presieduta da Giuseppe Bertagna.

Ha inizio il dibattito intorno alla lettera inviata da Bertagna il 2 ottobre 2001 alle associazioni delle famiglie, alle riviste specializzate, alle OOSS della scuola, ed alla CRUI; queste le linee essenziali della proposta di riforma:

  • obbligo ai 18 anni, con possibile credito di un anno per chi ha frequentato la scuola dell'infanzia (triennale e non obbligatoria)
  • scuola di base della durata di 8 anni, con conseguente eliminazione della cosiddetta 'onda anomala'
  • articolazione differenziata del quadriennio dell'obbligo successivo e del successivo triennio (in alternativa alla scelta universitaria) in due percorsi paralleli:
    • scuola secondaria superiore (con una riduzione a nove discipline curricolari) alla quale potrebbe far seguito una eventuale specializzazione non universitaria
    • formazione professionale settennale (su tre livelli graduali: qualifica professionale, diploma professionale secondario, diploma professionale superiore)
  • valorizzazione dell'autonomia delle Scuole e dei CFP e di percorsi didattici personalizzati da parte di studenti e famiglie
  • Dicembre 2001

Si svolgono a Roma - fra il 18 ed il 20 dicembre - gli 'Stati Generali dell'Istruzione", secondo le modalità previste e comunicate alle Camere dal ministro, il 18 ed il 19 luglio 2001, nel corso della presentazione del programma del suo dicastero.

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