BLOCCO DELLA RIFORMA DEI CICLI E NUOVI CURRICOLI

Umberto Tenuta

 

In vista del preannunciato blocco della riforma dei cicli, tutti sono disorientati, soprattutto per quanto attiene all’attuazione dei Nuovi Curricoli.

Al riguardo, sembrano opportune alcune considerazioni.

Innanzitutto, il testo in circolazione dei Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo) non è il testo definitivo che il Ministro De Mauro avrebbe emanato. Si tratta di un testo provvisorio, anche se presumibilmente molto vicino a quello che sarebbe stato il testo definitivo.

Comunque, è da ritenere che, con la preannunciata sospensione dell’attuazione della riforma dei cicli, sia rinviata anche l’emanazione dei relativi curricoli.

La conclusione dovrebbe essere che, almeno per il prossimo anno scolastico, non andranno in vigore, né la riforma dei cicli, né i Nuovi Curricoli.

Quindi che fare?

A questa domanda si può fondatamente rispondere che la sospensione della Riforma dei cicli e dei Nuovi Curricoli non incide sull’attuazione della Riforma dell’autonomia di cui al D.P.R. 275 dell’8 marzo 1999 (Regolamento dell’autonomia scolastica), entrato pienamente in vigore il 1° settembre 2000.

Le scuole, tutte le scuole, continueranno ad attuare il Regolamento dell’autonomia scolastica (RAS).

Orbene, il RAS offre le indicazioni che consentono di affrontare la situazione attuale: <<Fino alla definizione dei curricoli di cui all'articolo 8 si applicano gli attuali ordinamenti degli studi e relative sperimentazioni, nel cui ambito le istituzioni scolastiche possono contribuire a definire gli obiettivi specifici di apprendimento di cui all'articolo 8 riorganizzando i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze>>(Art. 13).

Continuano ad avere vigore i Programmi didattici vigenti, ancora non abrogati:

v Orientamenti educativi del 1991 per la scuola materna

v Programmi didattici del 1985 per la scuola elementare

v Programmi didattici del 1979 per la scuola media

Al riguardo, però, occorre tenere presente la precisazione che <<le istituzioni scolastiche possono contribuire a definire gli obiettivi specifici di apprendimento di cui all'articolo 8 riorganizzando i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze>>.

Dei Programmi didattici restano in vigore solo gli obiettivi formativi, da definire in termini di <<obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>> (Art.. 8, lett. b).

Con l’autonomia cessano di avere vigore le indicazioni metodologico-didattiche e contenutistiche.

Precisa, infatti, l’art.. 8 del ras che <<Il Ministro della pubblica istruzione… definisce… per i diversi tipi e indirizzi di studio:a) gli obiettivi generali del processo formativo; b) gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>>.

Il Ministro della pubblica istruzione definisce solo gli <<obiettivi generali>> e <<gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>>. Il resto è lasciato all’autonomia delle singole istituzioni scolastiche.

Molto probabilmente saranno date indicazioni in ordine alla Quota nazionale ed alla Quota riservata degli obiettivi formativi, magari prorogando le indicazioni di cui alla D.M 234 del 26 giugno 2000.

Ma per quanto attiene agli <<obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>> , le singole istituzioni scolastiche dovranno desumerli dai Programmi didattici ancora in vigore.

Al riguardo, non sembra proprio che la situazione sia allarmante.

In effetti, come ha precisato lo stesso Ministro della pubblica istruzione, le differenze tra "vecchi" Programmi didattici e Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo) non sono granché rilevanti.

Tutti hanno sempre rilevato e sostenuto la sostanziale attualità dei "vecchi" Programmi didattici, soprattutto di quelli del 1985 e del 1991, i quali ultimi peraltro venivano riconfermati anche dal testo dei Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo).

Quindi, ora i docenti debbono impegnarsi un lavoro di traduzione del testo dei "vecchi" Programmi didattici in <<obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>> , magari con un occhio al testo dei Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo) che, seppure non entrati in vigore, possono costituire un utile orientamento.

Al riguardo, però, noi avevamo più volte affermato - e lo avevamo fatto anche in una nostra Lettera al Ministro della pubblica istruzione (1) - che in una scuola che, come quella dell’autonomia, si muove all’insegna della personalizzazione educativa, che è personalizzazione, sia dei percorsi formativi che degli obiettivi formativi, assumono rilevanza solo gli obiettivi formativi a lungo termine, quelli che gli alunni dovrebbero raggiungere al termine dell’intero corso di studi.

In tal senso, in altra sede (2) abbiamo precisato che nel POF vanno indicati appunto solo gli obiettivi formativi a lungo termine, lasciando poi ai docenti la loro scansione in obiettivi formativi a breve termine ed in obiettivi formativi a breve termine, anche in riferimento ai Piani educativi personalizzati dei singoli alunni.

Ai fini della individuazione degli obiettivi formativi a lungo termine da indicare nel POF possono risultare utili, non solo gli ancora vigenti Programmi didattici, ma anche i Piani di studio della scuola superiore e programmi dei primi due anni –Le proposte della Commissione Brocca (3) che offrono specifiche indicazioni in ordine agli obiettivi generali (obiettivi formativi a lungo termine).

In sintesi, occorre rimboccarsi le maniche e mettere a punto la lista degli <<obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>> (4). Se ne consiglia la definizione per il lungo termine nel POF e la definizione a medio termine nella Programmazione didattica annuale, lasciandone ai docenti la scansione in obiettivi a breve termine nelle singole unità didattiche.

Al riguardo, cogliamo anche in questa sede l’occasione per evidenziare l’esigenza che gli <<obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>> siano espressi in termini di atteggiamenti, di capacità e di conoscenze essenziali (5).

Un’impresa certamente impegnativa ma non impossibile!


Note

1 Pubblicata nella rubrica IL DIALOGO.

2 UMBERTO TENUTA, Il Piano dell’offerta formativa - Moduli e unità didattiche - La programmazione nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, 2001, con CD-ROM .

3 Piani di studio della scuola superiore e programmi dei primi due anni –Le proposte della Commissione Brocca, STUDI E DOCUMENTO DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, N. 56, Le Monnier, Firenze, 1991; Piani di studio della scuola superiore e programmi dei trienni –Le proposte della Commissione Brocca, STUDI E DOCUMENTO DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, N. 59-60, 61, Le Monnier, Firenze, 1992.
Sono reperibili in Rete: Programmi Brocca biennio e Programmi Brocca triennio

4 Utili indicazioni abbiamo dato in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM

5 In merito cfr.:
· UMBERTO TENUTA, I contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens, habilis, sapiens, in RIVISTA DELL’ISTRUZIONE, MAGGIOLI, RIMINI, 1998, N. 5
· Umberto Tenuta,Obiettivi Formativi e Competenze in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM