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FAQ/2
Domande e Risposte su Metodologia e
Didattica
CONCORSO
SCUOLA MATERNA: BIBLIOGRAFIA
Sono una giovanissima diplomata che
ha superato la prova scritta del concorso della scuola materna. Alla metà
di maggio dovrò affrontare la prova orale e sono in grave difficoltà in
quanto, abitando in un paesino dell'entroterra pugliese, non posso
mettermi in contatto con centri o esperti che possano aiutarmi a formulare
una bibliografia adeguata, né ho la necessaria esperienza per scegliere
tra centinaia di titoli. Vorrei approfondire i seguenti argomenti:
- i bambini portatori di handicap e il processo di integrazione scolastica
e sociale
-la continuità orizzontale e verticale
-strategie di intervento e di lavoro per i bambini portatori di
handicap, organizzazione scolastica e attività individuale
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
Per l’handicap (per tutt’e due i paragrafi)
potrebbe utilizzare:
PIERA CATTANEO, Handicap e scuola
elementare-progettare l’integrazione, La scuola, Brescia
oppure
VIANELLO, BOLZONELLA, Il bambino portatore di handicap e la sua
integrazione scolastica, Ed. Juvenilia, Bergamo
Per la continuità educativa:
CALIDONI M.E P., Continuità educativa,
Editrice La Scuola, Brescia
oppure
MELINO M., Continuità educativa e formazione di base, ETHEL
EDITORIALE GIORGIO MONDADORI, MILANO
Legga anche gli articoli su www.provveditorato.starnet.it
e su http://www.edscuola.com/dida.shtml
POESIA
Vorrei, se è possibile, che voi mi
chiariste il concetto di cosa sia realmente una parafrasi e cosa
significhi commentare un testo poetico. Chiedo questa informazione perché
le mie colleghe sostengono ,contrariamente a quanto io credo, che
parafrasare un testo significhi farne il riassunto, mentre io sostengo che
fare la parafrasi consista nel tradurre in prosa un testo poetico
cercando di mantenerne inalterato il contenuto. Poiché le loro insistenze
sono state molte, vorrei da voi qualche chiarificazione in proposito.
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
L’ultima cosa che bisogna fare è fare il riassunto
o la traduzione in prosa delle poesie.
La poesia è poesia: si può cercare di capirla, analizzandola, ma non
traducendola in prosa o riassumendola.
Per l’approfondimento della problematica:
Della Casa Maurizio, Leggere e scrivere poesia
nella scuola, Editrice La Scuola, Brescia
TANZI G., Il laboratorio di poesia, Editrice La Scuola, Brescia
LAGEDER-ZUCCHINI, I modi e le forme della poesia, Editrice La
Scuola, Brescia
SAPERI
ESSENZIALI
Esistono dei documenti in cui si
tratta dei saperi essenziali per le discipline di scienze matematica e di
educazione tecnica per la scuola di base?
Sono stati già individuati i contenuti essenziali per entrambi
le discipline?
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
Sui saperi essenziali esistono solo, come documenti
ufficiali, il testo del comitato ristretto dei saggi ed il testo
complessivo dei lavori della Commissione, che può reperire su
Educazione&Scuola o nel sito del Ministro della Pubblica Istruzione e
della BDP.
Occorre attendere il Syllabus nazionale per conoscere quali saranno
gli obiettivi nazionali.
Per ora, occorre far riferimento ai vigenti Programmi didattici,
individuando gli off essenziali, intesi come atteggiamenti, capacità e
conoscenze fondamentali, che attengono alla formazione dell’uomo e del
cittadino.
TESTI
ALTERNATIVI
Insegno nel III Circolo Elementare di
Sassari. Le mie colleghe ed io fra non molto saremo chiamati ad effettuare
la scelta del libro di testo poiché l'anno prossimo avremo una prima.
Alla luce dell'esperienza di lavoro insieme maturata in questi ultimi
cinque anni, ci siamo resi conto che, in fondo in fondo, avremmo potuto
benissimo fare a meno del libro di testo adottato.
Pensiamo perciò di non adottare alcun libro per il prossimo anno
scolastico e di far ricorso a testi alternativi. Vi scrivo per chiedervi
se siete a conoscenza di recenti esperienze di questo tipo o se potreste
inviarci documentazione relativa.
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
Certamente esistono scuole nelle quali si utilizzano testi
alternativi. Provi a fare delle ricerche su INTERNET. Comunque, può
chiedere al MCE.
La norma di riferimento è contenuta nell'allegato A del DM 547 del 7
dicembre 1999:
7. In rapporto a specifiche esigenze didattiche nella scuola elementare
o a specifiche esigenze di alcune discipline negli altri gradi di scuola
il libro di testo può essere sostituito dall'adozione di idonei strumenti
alternativi.
PERCENTUALE
AREA INTEGRATIVA
Le sarei grato se mi indicasse,
magari con il riferimento legislativo del caso, qual'è l'esatta
percentuale del tempo orario curricolare da destinare all'area
integrativa.(15% oppure 30% o magari tra queste due possibilità vi è
libertà di scelta internedia)
Per quanto concerne i progetti obbligatori, dunque aderenti e coerenti con
l'area di indirizzo e/o comunque curricolare di ogni scuola, il tempo
orario necessario allo svolgimento degli stessi, deve essere prelevato
all'interno dell'area curricolare, escludendo quella dell'integrazione
oppure anche questa deve essere depurata, magari in percentuale paritaria
alla rimanente per fornire i tempi orari alla realizzazione dei progetti.
Ed infine, le ore di religione e quelle di educazione fisica, certamente
appartenenti all'area di equivalenza, devono considerarsi immuni da
qualsiasi prelievo orario oppure possono essere chiamate a contribuire in
qualche misura?
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
Massimo 15 %, come stabilito dal D.M. 179/1999,
relativamente all’orario obbligatorio delle singole discipline.
Non dovrebbe essere compresa la Religione, ma l’educazione fisica è una
normale attività curricolare.
CLASSI APERTE
Cari amici, vi sottopongo un problema personale, per il quale attendo da voi risposta
certa e conforto morale.
Capita a mio figlio (III elementare con sperimentazione in atto
"Europea") di avere dovuto cambiare,circa un mese fa, i compagni
di classe in base ad un "miglioramento" dell'offerta formativa.
Il fatto è che mio figlio, e molti altri suoi compagni, non hanno gradito
il "miglioramento", ed io personalmente credo che questo
provvedimento sia un errore educativo, anche perchè è stato attuato
all'insaputa delle famiglie (è stata poi convocata una riunione dal
Direttore Didattico, a cose fatte!!!).
Si parla di "classi aperte", citando il POF e il documento di
sperimentazione approvato dal Ministero come garanzia di legittimità del
provvedimento.
Mi chiedo:
- quale legge parla di "Classi aperte"?
- che cosa si intende per "Classi aperte"?
- nell'era dell'autonomia scolastica, questi "provvedimenti" non
andrebbero concertati con l'utenza stessa, per consentire un EFFETTIVO
miglioramento dell'offerta formativa?
PS.: riporto brani del POF:
"OBIETTIVI GENERALI
della Scuola Materna ed Elementare
1 - ORIENTARE E COMUNICARE
Presupposto comune a tutti i Docenti è di creare un clima di classe sano
e sereno che costi-tuisca la piattaforma per lo sviluppo
dell'apprendimento e per una buona comunicazione in-terpersonale.
Si intende costruire una scuola autonoma, attiva e aperta:
- AUTONOMA dove i percorsi di socializzazione e di apprendimento sono
l'espressione dei valori e delle conoscenze appartenenti alla cultura
dell'alunno, aderenti e in sintonia con i suoi bisogni, le sue aspirazioni
- ATTIVA in quanto nei percorsi formativi si utilizzano molteplici codici
di comunicazione (gestuali, motori, orali, sonori, iconici, scritti
),ossia più piste di apprendimento.
- APERTA significa che le offerte del territorio culturale e sociale sono
valorizzate dalla Scuola in modi e forme diversificati."
... e brani del documento di sperimentazione:
"Ferma restante l’unità della classe, il rispetto delle norme
relative alla sicurezza dei locali ed al numero massimo di alunni previsto
per la singola aula o locale scolastico, l’attività didattica potrà
essere attuata modificando l’assetto del contesto - classe che dovrà
corrispondere alle esigenze di metodo improntato sulla motivazione. Nell’ambito
del medesimo si potranno costituire varie tipologie di gruppi di lavoro
(piccoli - grandi e medi gruppi) che potranno offrire una varietà di
compiti di apprendimento e di metodi di valutazione garantendo però a
tutti gli alunni, anche con livelli di abilità diverse, la possibilità
di dimostrare le loro competenze in relazione agli obiettivi prefissati.
Il gruppo classe diventerà
così un’occasione di crescita delle competenze sociali ed una risorsa
educativa ed operativa..
Si desidera a tale scopo
evidenziare l’importanza che ha in una siffatta organizzazione ben
modulata, la contemporaneità degli insegnanti, che possono meglio creare
le opportunità didattiche corrispondenti agli stili individuali degli
allievi e positive transazioni ( si parla naturalmente di contemporaneità
compatibilmente alla complessità organizzativa della struttura scolastica
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
>Le classi aperte sono previste dall’articolo 2 (per
la scuola elementare) e dall’art.7 (per la scuola media) della Legge
517/1977 e, ora, dal Regolamento dell’autonomia scolastica.
LEGGE 517, ART. 7
Al fine di agevolare l’attuazione del diritto allo
studio e la piena formazione della personalità degli alunni, la
programmazione educativa può comprendere
attività scolastiche di integrazione anche a carattere interdisciplinare,
organizzate per gruppi di alunni della stessa classe o di classi diverse,
ed iniziative di sostegno, anche allo scopo di realizzare interventi
individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni….
Le attività di cui al primo comma dei presente articolo si svolgono
periodicamente in sostituzione delle normali attività didattiche e fino
ad un massimo di 160 ore nel corso dell'anno scolastico, con particolare
riguardo al tempo iniziale e finale dei periodo delle lezioni, secondo un
programma di iniziative di integrazione e di sostegno che dovrà essere
elaborato dal collegio dei docenti sulla base di criteri generali indicati
dal consiglio di istituto e delle proposte dei consigli di classe.
Esse sono attuate dai docenti delle classi nell'ambito dell'orario
complessivo settimanale degli insegnamenti stabiliti per ciascuna classe.
Regolamento dell’autonomia scolastica
Art. 4
2. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche
regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole
discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi
di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche
possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e
tra l'altro:
d) l'articolazione modulare di gruppi di alunni
provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso;
Per l’anno scolastico 1979/2000, il Decreto Ministeriale
19 luglio 1999, n. D.M. 179/1999 prevede che
Art. 1 ter
1. Le istituzioni scolastiche sono autorizzate a
sperimentare, in particolare:
c) articolazione flessibile del gruppo classe, delle
classi o sezioni, anche nel rispetto del principio dell’integrazione
scolastica degli alunni con handicap (normativa di riferimento: Legge n.
517/1977, Legge n. 148/1990, art. 14 Legge n. 104/1992; artt. 5, 7, 10,
126, 128, 167, 491 del D. Lgs, 297/1994; art. 2 Legge. n. 352/1995).
Dalla predetta normativa si evince che le classi
aperte sono "classi" che di tanto in tanto, con frequenza
più o meno assidua, vengono aperte per costituire gruppi di alunni
provenienti da classi parallele oppure da classi verticali, ciascuno dei
quali:
a) persegue particolari obiettivi (diversi da quelli
che debbono perseguire tutti gli alunni della classe)
oppure
b) segue percorsi apprenditivi diversificati in base
ai livelli, ai ritmi ed agli stili di apprendimento degli alunni che
fanno parte del gruppo.
Ne consegue che le classi aperte non prevedono la
definitiva abolizione delle classi per tutte le attività oppure che si
proceda ad un nuovo raggruppamento degli alunni in classi diverse da
quelle di provenienza.
Peraltro, nella formazione delle classi, anche iniziali,
appare opportuno che vengano rispettati i criteri della continuità
educativa, tenendo presenti i precedenti raggruppamenti degli alunni, al
fine di salvaguardare la continuità dei rapporti sociali degli alunni.
CALENDARIO SCOLASTICO: VARIAZIONI
>Nel nostro collegio docenti di
qualche giorno fa è stata presentata una mozione : aggiungere due giorni
di vacanza in più a quelle di Pasqua, e precisamente i giorni 18 e 19
aprile (pur così facendo ci resterebbero sempre 201 giorni di lezione,
escludendo anche i due giorni di sospensione che ci saranno in maggio in
occasione dei referendum).
La motivazione addotta è questa: a causa delle elezioni regionali, le
scuole sedi di seggio (come la nostra) saranno chiuse nei giorni 15,16 e
17 aprile e probabilmente molte famiglie approfitteranno di questo per
"allungare" le vacanze di Pasqua.
La proposta è stata approvata a maggioranza, col parere contrario della
Preside, che la ritiene illegittima, nella convinzione che si tratti di
"interruzione arbitraria di pubblico servizio".
Se il Consiglio di Istituto, che si riunirà fra alcuni giorni, approvasse
la mozione, saremmo nella legalità o ha ragione la nostra Preside?
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
>Il D.M. 179/1999 prevede che
Art. 1 ter
1. Le istituzioni scolastiche sono autorizzate a
sperimentare, in particolare:
a) adattamento del calendario scolastico (normativa di
riferimento: artt. 7, 10 e 74 del D. Lgs. 16 aprile 1994, n. 297; art. 1
Legge 8 agosto 1995, n. 352 e O..M. n. 262 del 19 aprile 1997);
b) flessibilità dell’orario e diversa articolazione
della durata della lezione, nel rispetto del monte annuale orario
complessivo previsto per ciascun curricolo e per ciascuna delle discipline
ed attività comprese nei piani di studio, fermi restando la distribuzione
dell’attività didattica in non meno di cinque giorni settimanali e il
rispetto dei complessivi obblighi di servizio dei docenti previsti dai
contratti collettivi (normativa di riferimento: artt. 7, 10, 129, 167 D.
Lgs. n. 297/1994; Legge 8 agosto 1995, n. 352; C.C.N.L. del 1995 e O.M. n.
266 del 21 aprile 1997);
Art. 1 quater
1. Ai fini della sperimentazione prevista dal presente
decreto, e in particolare della flessibilità dell’orario, il monte ore
annuale minimo delle singole discipline e attività è calcolato sulla
base di trentatré settimane. Esso pertanto non può essere inferiore al
numero di ore settimanali di lezione previsto dal vigente ordinamento per
ciascuna disciplina moltiplicato per trentatré, salvi restando gli
effetti delle eventuali compensazioni tra le discipline di cui all’art.
1 bis, lettera b), del presente decreto."
Il che significa che, fermo restando il numero annuale dei
giorni di lezione, che non può essere modificato, si possono fare tutte
le variazioni, compresa quella di aggiungere due giorni alle vacanze
pasquali, salvo il corrispondente recupero.
MUSICA
Sono una insegnante di musica. Da poco tempo
organizzo laboratori musicali nelle scuole materne e non avendo molta
esperienza con bambini di questa età trovo difficoltà a realizzare una
programmazione che possa essere efficace. Mi rivolgo a Voi con la speranza
di poter ricevere dei consigli anche su testi e corsi di aggiornamento che
mi possano aiutare a svolgere al meglio il mio lavoro.
RISPONDE: VINCENZO PETROSINO
Le
attività sonore e musicali occupano uno spazio rilevante nella vita del
b. Si è ben consapevoli quanto il mondo circostante – caratterizzato da
una consistente,caotica e prevaricante presenza di stimolo sonori –
interpelli il b. che, a sua volta, tende a dare risposte più o meno
adeguate.
L’intervento
formativo, perciò, già a cominciare dalla scuola materna, deve creare
molteplici opportunità di concreto incontro con la dimensione sonora e
con il linguaggio musicale con lo scopo di “comprenderlo”,
“fruirne”, “usarlo”, “organizzarlo”.
1.
Una prima preoccupazione del docente incaricato dell’educazione
musicale, dovrà essere rivolta ad organizzare uno spazio fisico,
sufficientemente ampio, come contesto
significativo di apprendimento capace di offrire ai b. alcuni punti di
riferimenti per l’esplorazione ,la manipolazione, l’invenzione,
l’organizzazione, diretta e concreta, di suoni e rumori, la fruizione
attiva, con il corpo, il movimento della musica.
2.
I materiali sonori montessoriani, lo strumentario monotonale ORFF
(cembali, sonagli, legnetti sonori, triangoli, tamburi con battenti…),
ma anche, ed inizialmente, barattoli di latta, di diversa forma e
dimensione, vuoti o riempiti di sabbia, sassolini, semi e quant’altro
capace di produrre “eventi sonori” possono costituire la dotazione di
base, da arricchire gradualmente. Si dovrebbe evitare, inizialmente, di
inflazionare l’attenzione dei bambini con troppi, diversi strumenti.
3.
L’ambiente e le proposte didattiche
potrebbero prevedere due o più punti di riferimento, anche fisici,
in cui far condurre esperienze, spontanee e guidate, di incontro con i
suoni e la musica. Un primo
punto di riferimento, un angolo o una parte dell’aula, che si potrebbe
chiamare l’albero dei suoni
oppure la casa dei suoni (qui
la fantasia non conosce vincoli), deve caratterizzarsi per la più ampia
possibilità di manipolare oggetti sonori semplici (scatole di latta,
trombette giocattolo, scatoloni del detersivo).Tutto deve essere alla
portata del bambino, lasciandogli la possibilità di inventare e costruire
altri strumenti sonori,di creare liberamente “composizioni”, di
sperimentare altre sonorità con strumenti che gradualmente andranno ad
arricchire l’angolo (gusci di noci di cocco,campanelli, coperchi di
metallo di diverso diametro, tubi di cartone,tubi di plastica…) Un modo
questo per lasciare libero spazio all’interesse dei b. verso determinati
strumenti, per poi integrarli, sostituirli, arricchirli, modificarli. Una
occasione per cominciare ad organizzare in famiglie gli strumenti, per
tentare prime forme spontanee di invenzione musicale,di riproduzione del
mondo sonoro… Un secondo punto
di riferimento potrebbe essere costituito dalla casa
della musica, una sorta di grande cartone, a forma di casetta, dove
accedere per ascoltare, magari da un riproduttore di cassette, liberamente
o su proposta degli insegnanti, musica ed eventi sonori: suoni naturali,
versi di animali, rumori della strada, le voci degli stessi bambini,
frammenti musicali… Insomma un ambiente “favoloso”
in cui entrare, sbirciare, da cui uscire… Questo movimentare
dentro, intorno e fuori della scatola, con la regia dell’insegnante, può
creare interessanti situazioni di gioco sotto l’aspetto acustico ed
evocativo, come stimolanti attività motorio-musicali (interpretare
frammenti musicali con il corpo, imitare suoni, rumori, voci), suggestive
attività di invenzione scenica (favole, storie, racconti). Un terzo
spazio di riferimento va sicuramente costituito dal carrello
della musica sui cui sistemare veri e propri strumenti musicali
integrati ed arricchiti da quegli strumenti “inventati e costruiti”
che si sono rivelati interessanti. Una ipotesi questa che si muove su uno
sfondo integratore da costruire, modificare, arricchire e che consente di
ampliare, gradualmente, la presenza della musica in relazione agli
interessi dei b. e all’accorta regia didattica dell’insegnante intesa
a far vivere e rivivere esperienze musicali che accompagnino, ad esempio,
la visione di un video sugli animali, una messinscena, un “racconto
raccontato”, un esercizio ritmico, il momento della merenda, la recita
di una poesia, la rappresentazione di paesaggi sonori… Un essenziale
spunto di lavoro che, per motivi di spazio, è ovviamente sintetico e non
esaustivo. Non è inutile ribadire, comunque, che le esperienze musicali
vanno fatte vivere concretamente, manipolando, producendo, esplorando,
inventando eventi e materiali sonori, piuttosto che farle subire.
4.
Spunti operativi più organici possono essere rinvenuti in :
-
Betti-Dragoni,
Crescendo in musica, Juvenilia
-
Neulichedl,
Obiettivo suono, Juvenilia
-
Pescetopococcodrillo,
Tre favole in musica, Teatro Giocovita, 1986
-
Zucchini,
Suoni e musica nella scuola dell’infanzia, La Nuova Italia
5.
Circa le iniziative di formazione, sarebbe utile conoscere la Sua
provenienza per poter offrire un adeguato orientamento. In ogni caso
qualche informazione è possibile passarla. Sebbene pensato per la scuola
elementare, il Progetto MUSE, a cura del CEDE di Frascati, diffuso su
supporto multimediale, costituisce un adeguato ed efficace strumento di
formazione, oltre ad offrire una ricca messe di spunti operativi. Il
centro studi “M. Di Benedetto” di Lecco, poi, promuove stimolanti
iniziative oltre a curare un ricco sito internet (http://www.csmdb.it/musicheria)
che potrà consultare direttamente. Interessante l’iniziativa di
formazione per insegnanti della scuola di base, promossa nel prossimo
giugno dall’Accademia musicale “J. Napoli” di Cava dei Tirreni (SA)
(Corso Umberto 1° Cava dei T. - tel 089/349878). Sono previsti
laboratori: °strumentario ORFF, °musica d’insieme,° direzione di
coro).
DIDATTICA BREVE
Potrei avere una risposta chiara, esemplificata e
concisa su cosa si intende per "didattica breve". Sono una
docente precaria, molte volte si sente parlare di questa nuova
metodologia, ma non sempre le idee a riguardo sono corrette e concordanti.
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
È estremamente difficile "definire", soprattutto per gli
altri.
È preferibile "ricercare" e "costruirsi una
definizione".
Perciò La invito a fare una ricerca su INTERNET, con qualsiasi motore di
ricerca (ad esempio; Virgilio), utilizzando l’opzione Ricerca avanzata
"Frase esatta", indicando appunto la frase "didattica
breve".
Troverà abbondantissimi materiali che Le consentiranno di farsi un’idea
adeguata della DB.
Comunque, Le indico il seguente sito: http://kidslink.bo.cnr.it/irrsaeer/db/db0.html
ESPERTO
MULTIMEDIALITA'
Avrei bisogno di sapere se negli ultimi concorsi
svolti per tutti i gradi di scuola, dalle materne alle superiori, è stata
prevista una prova, seppur facoltativa, di Informatica, finalizzata a
verificare la competenza dell'aspirante insegnante a padroneggiare il
linguaggio della multimedialità .
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
Mi pervengono diverse richieste del genere.
È stata sperimentata la figura dell’operatore tecnologico. Il Piano
della multimedialità prevede la valorizzazione dei docenti competenti
nelle tecnologie multimediali.
Nella scuola si avrà sempre bisogno di tali esperti, ma è lasciato alle
singole scuole individuare le modalità di utilizzazione dei docenti in
tale prospettiva.
Comunque, nelle prove dei concorsi ancora non è prevista una prova
specifica, come, ad esempio, per le lingue straniere nella scuola
elementare.
DIDATTICA MODULARE E MODULI DIDATTICI
Sono un'insegnante di Ed.Tecnica. Mi
saprebbe dire cosa si intende per "didattica modulare" e farmi
un esempio per favore nel campo della mia disciplina?
Vorrei ricevere esempi o materiale di
percorsi modulari pluri-multidisciplinari per il triennio finale del liceo
scientifico con l'indicazione di finalità e obiettivi intermedi
e finali.
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
È una terminologia nuova, spesso equivoca, comunque
imprecisa, indefinita.
Didattica modulare potrebbe
significare tante cose: una didattica flessibile, e quindi un’organizzazione
didattica flessibile, quale quella prevista dal Regolamento dell’autonomia
scolastica.
Ma credo che i due insegnanti vogliano riferirsi ai moduli didattici.
Ci si riferisce, non all’organizzazione modulare della scuola elementare
prevista dalla L. 148/1990, ma alla articolazione della programmazione in moduli
didattici.
La descrizione dei moduli didattici la può trovare nel saggio di Gaetano
Domenici "Modularità e didattica" (CERINI G., CRISTANINI
D., A scuola di autonomia, Tecnodid, Napoli, 1999, pagg. 127-134)
oppure alla voce moduli didattici del prezioso DIZIONARIO DI
SCIENZE DELL’EDUCAZIONE, edito da ELLE DI CI- L.A.S.- S.E.I., di cui si
riporta l’incipit:
Il termine modulo (dal lat. modulus, diminutivo
di modus, misura, regola, modello) nell’ambito didattico viene
utilizzato di recente per indicare un insieme di esperienze di
apprendimento (costruite generalmente in forma di unità didattica),
riferite ad una disciplina o ad alcune discipline di studio, con l’indicazione
precisa degli obiettivi da raggiungere, dei prerequisiti e della durata
complessiva di svolgimento. A volte viene usato come sinonimo di unità
didattica.
Ogni m.d. è un micro-curricolo, quindi include, in rapporto ai soggetti
alunni a cui è destinato, gli elementi essenziali costitutivi quali:
obiettivi - contenuti - procedimenti/attività - mezzi - momenti e
modalità della verifica.
La caratteristica di un m. è la possibilità di combinarlo variamente
con altri, in relazione con le competenze o qualificazioni previste: la
durata dello svolgimento di un m. spesso viene a coincidere con la
periodicità interna assunta (trimestre, o quadrimestre e più), si
parla così di corsi o insegnamenti modulari, o di organizzazione per m.
Data la diversa componibilità dei m. la modularità viene utilizzata
soprattutto nell’ambito della formazione professionale ove gli utenti
possono essere, in partenza, di livello diverso di preparazione e aver
bisogno di uscire al termine di un m. e di rientrare per proseguire la
qualificazione più elevata attraverso altri m. La realizzazione di ogni
m. avviene secondo una Procedura ritenuta ormai indispensabile che si
chiama algoritmo didattico la cui sequenza risulta in grandi
linee:
a) assicurazione dei prerequisiti (con pre-test/analisi della
situazione/prove d’ingresso);
b) realizzazione;
c) verifica (post-test) il cui risultato determina la scelta didattica
successiva, cioè o passare al successivo m., o integrare e correggere
con un’unità didattica di sostegno.
Altre indicazioni bibliografiche:
- DOMENICI G., Manuale dell’orientamento e della didattica modulare,
Laterza, Roma, 1998
- I Programmi didattici della scuola media del 1979
- STUDI E DOCUMENTI DEGLI ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, LE
MONNIER, FIRENZE:
N. 22- L’EDUCAZIONE TECNICA NELLA SCUOLA MEDIA;
N. 23 L’EDUCAZIONE TECNICA NELLA SCUOLA MEDIA;
N. 85 L’ISTRUZIONE TECNICA TRA VECCHIA NUOVA AUTONOMIA
Per la scansione degli obiettivi formativi, cfr.
Umberto Tenuta, Obiettivi: come districarsi, in http://www.edscuola.com/dida.html
Per maggiori precisazioni sugli obiettivi formativi, cfr
UMBERTO TENUTA, I contenuti essenziali per la formazione di base: homo
patiens, habilis, sapiens, in RIVISTA DELL’ISTRUZIONE, MAGGIOLI,
RIMINI, 1998, N. 5
Fra poco uscirà su Metodologia&Didattica un articolo specifico
dal titolo:
Moduli e unità didattiche
(Umberto Tenuta)
Nell’articolo saranno specificamente presentati i
significati delle unità didattiche e dei moduli didattici
anche in prospettiva interdisciplinare.
Comunque, si possono fare delle ricerche sul WEB sotto le voci Moduli
didattic, unità didattiche.
CONCORSO MAGISTRALE: BIBLIOGRAFIA
Sono un aspirante maestro di scuola
elementare che, dopo aver sostenuto la prova scritta del concorso
magistrale, spera (non costa nulla) di essere ammesso all'orale.
Volendo approfondire i punti
1.2.2."Centralità del bambino nel processo di apprendimento.
Diversità e uguaglianza. Valorizzazione delle diversità personali,
socio-ambientali, culturali ed etniche e convivenza democratica",
2.2.1. "Didattica delle discipline. Specificità e collegamenti. Gli
ambiti disciplinari e l'unitarietà dell'insegnamento"
3.3. "Organizzazione e funzionamento della scuola elementare italiana
nel vigente ordinamento; conoscenza della 148/90 e successive disposizioni
applicative. Organico funzionale di circolo",
gradirei alcuni utili suggerimenti bibliografici.
Per quanto riguarda lo studio dei problemi didattici relativi ad una o
più discipline, mi piacerebbe focalizzare l'attenzione sulla lingua
italiana e sull'educazione al suono e alla musica. E' possibile inserire
quest'ultima, essendo un'educazione e non una disciplina, nel programma
per l'orale? Se sì, potrebbe segnalarmi, anche in questo caso, per
entrambe le materie da me scelte, preziosi testi da consultare?
Vorrei che mi fugasse un ultimo dubbio. Ho sentito parlare di una prova
che accerti competenze sul PC. Le risulta?
Potrebbe segnalarmi alcuni utili links didattici e preziosi indirizzi
e-mail?
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
Per ora solo alcune indicazioni:
LINGUA ITALIANA: Serafino Ghiselli, La lingua italiana nella scuola
elementare, La Scuola, Brescia
EDUCAZIONE AL SUONO E ALLA MUSICA (va bene!): Franco Vaccaroni e Antonio
Giacometti, L’educazione al suono e alla musica nella scuola elementare,
La Scuola, Brescia,
I PROBLEMI DELLO SVILUPPO: Renzo Vinello; Professione insegnante –
Psicologia, sociologia e didattica, Edizioni Junior, Bergamo
LE PROBLEMATICHE DIDATTICHE DEI PROGRAMMI DEL 1985:
Umberto Tenuta, L'attività educativa e didattica nella scuola
elementare - Come organizzare l'ambiente educativo e di apprendimento, La
Scuola, Brescia.
Umberto Tenuta, Individualizzazione – Autonomia e flessibilità dell’azione
educativa e didattica, La Scuola, Brescia, 1998.
Non mi risulta ancora pubblicato un testo aggiornato di legislazione.
Non è ancora prevista la prova PC.
Da Metodologia&Didattica (www.edscuola.com/dida.html)
può collegarsi a Spazio Didattica (www.provveditorato.starnet.it).
Veda inoltre http://www.freeweb.org/scuole/didatticamente/didmente.htm
CALCOLATORE SCIENTIFICO NELLA SCUOLA
Spero possiate aiutarmi nella mia
ricerca.
Ho appreso che in Europa esistono delle chiare normative sull'argomento
inoggetto: In Francia, Germania a Norvegia l'utilizzo del
calcolatore scientifico grafico è parte essenziale di un approccio nuovo
all'insegnamento, in altre nazioni, quali il Portogallo, l'utilizzo non è
obbligatorio ma suggerito e consigliato dall'autorità competente.
La ricerca che sto conducendo invano è trovare quali riferimenti
giuridici, leggi DM norme circolari..., sono state prodotte in Italia in
relazione all'argomento per le scuole Medie Inferiori e Superiori.
Potete aiutarmi ?
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
Non so se esiste in Italia una normativa in materia,
ma penso di no, perché i nostri Programmi didattici per le scuola
secondaria sono ancora quelli del 1923, tranne i Programmi didattici
sperimentali che le varie scuole hanno adottato e nei quali hanno potuto
fare riferimento alle tecnologie educative, quali appunto il calcolatore
scientifico.
Nella rivista L’INSEGNAMENTO DELLA MATEMATICA E DELLE SCIENZE INTEGRATE
(E-MAIL: frosi@filippin.it), vol.
22° -n. 6 novembre-dicembre 1999, si trova un resoconto del Prof. Luigi
Tomasi del Liceo Scientifico Statale "G. Galilei" di Adria
(Rovigo) (e-mail: Iscienti@hatria.it)
su un’esperienza di Cabri e CabriJava in cui si fa riferimento al TI-92.
Al predetto professore potrà richiedere più precise informazioni.
Se Le può interessare, io ha prodotto un Calcolatore lineare TENUTA
presso la casa editrice NUOVA DIDATTICA, che forse ancora circola (si
tratta di un calcolatore che utilizza i numeri in colore, per la scuola
elementare, che quindi non ha nulla a che fare con il calcolatore
scientifico, se non come suo progenitore a livello di scuola elementare).
In conclusione, credo che in Italia non esista una disciplina giuridica.
Veda comunque anche i Piani di studio Brocca.
Concorsone e insegnanti di religione
Sono un'insegnante di religione nella
scuola superiore, vorrei sapere se il concorso per l'incremento
stipendiale coinvolge anche la nostra categoria.
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
Il requisito per partecipare al
"Concorsone" è quello di essere insegnanti di ruolo da almeno
10 anni.
Gli insegnanti di religione non sono insegnanti di ruolo e quindi non
possono partecipare. Ma il problema andrebbe affrontato, per il futuro.
E' un diritto imparare?
Mio figlio frequenta la terza
elementare,purtroppo ha un'insegnante che non e' in grado di fare il suo
mestiere.
Noi genitori,dopo aver seguito tutta la trafila non siamo arrivati a
nessun risultato.
Possiamo fare uno sciopero perche' qualcosa si smuova? Grazie
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
Sì, imparare è un diritto.
Lo garantisce anche il Regolamento dell’autonomia scolastica di cui al
DPR 275/1999, nel momento in cui stabilisce che la scuola dell’autonomia
è funzionale al successo formativo di tutti gli alunni.
Peraltro, la Legge di riforma dei cicli scolastici approvata di recente
sancisce, all’articolo 1, che la scuola coopera con i genitori.
Che fare, quindi, nel suo caso?
Innanzitutto, parlare con il docente interessato.
Nel caso non si ottenga un risultato positivo, parlare con gli altri
docenti, corresponsabili del modulo, magari assieme rappresentanti dei
genitori nei consigli di interclasse.
Ove, anche questi colloqui non sortiscano gli effetti desiderati, parlare
con il Dirigente scolastico, il quale sicuramente si farà carico del
problema.
VALUTAZIONE Dirigenti scolastici
Gradirei sapere se ci sono pagine sul
web che possono aiutare alla compilazione della scheda di autovalutazione
dei presidi (o che comunque ne parlino). Inoltre vorrei sapere se c'è la
possibilità di scaricare dal web il modulo per il concorso che si doveva
tenere il 4 aprile.
RISPONDE: UMBERTO TENUTA
I Sindacati e le Associazione di categoria forniscono
opportuna consulenza, anche attraverso il web.
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