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UDIR UNITà
DIDATTICHE IN RETE
Nasce la UDIR - UNITA' DIDATTICHE IN RETE, una rete di reti di docenti delle singole discipline, impegnati ad approfondire le problematiche relative alla didattica, con specifico riferimento alla elaborazione di moduli didattici ed unità didattiche. UDIR si propone di mettere a disposizione dei docenti tutti alcune ipotesi di moduli e di unità didattiche relative a specifici obiettivi formativi delle singole discipline delle scuole di ogni ordine e grado. Le unità didattiche possono essere elaborate liberamente dai docenti ed inviate alla redazione (umbertotenuta@edscuola.com) che procede al loro coordinamento ed alla loro eventuale integrazione ai fini della pubblicazione, nella quale saranno citati i nominativi di tutti i docenti che hanno contribuito alla elaborazione delle unità didattiche pubblicate. Al fine di rendere quanto più possibile organico il lavoro, la Redazione potrà proporre la elaborazione di unità didattiche relative a specifici obiettivi formativi. L’aspetto più significativo del lavoro è costituito dalla ricerca e dalla descrizione dei percorsi di apprendimento con la puntuale indicazione delle attività che gli alunni dovranno svolgere e con l’indicazione delle tecnologie educative, anche multimediali, di cui gli alunni potranno servirsi. In effetti, si intendono proporre, non lezioni frontali, ma percorsi di apprendimento fondati sull’attività di ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione (problem solving), auspicabilmente nella forma del lavoro di gruppo (cooperative learning). In questa prospettiva, l’elaborazione delle unità didattiche potrà essere effettuata agevolmente se ci si mette nella condizione del docente che non fa lezione, non spiega, non presenta, non illustra, ma organizza contesti apprenditivi nei quali gli alunni, utilizzando opportuni strumenti didattici, possano da soli pervenire alla scoperta/costruzione dei concetti, seppure con la guida dei docenti. Le unità didattiche possono essere integrate o interamente costituite da appositi software che consentano agli alunni la scoperta dei concetti. È appena il caso di evidenziare che la pubblicazione delle unità didattiche non dà diritto ad alcun compenso e che le unità didattiche pubblicate possono essere utilizzate liberamente da chiunque. Si rinvia a tutti gli articoli pubblicati su DIDATTICA@EDSCUOLA.COM L’invio delle UNITÀ DIDATTICHE dovrà essere accompagnato dalla seguente scheda:
UDIR - UNITA' DIDATTICHE IN RETE Le sigle sono sempre
riduttive. Non riescono mai ad esprimere appieno la complessità dei
contenuti cui si riferiscono. È così anche per UDIR che sta per UNITà DIDATTICHE IN RETE, ma che vorrebbe significare allo stesso tempo la pluralità degli apporti che alla formazione integrale della personalità provengono dalle diverse discipline. In
effetti, l’intento è quello di costituire una rete di esperti
delle didattiche disciplinari impegnati a promuovere la formazione
integrale della personalità, secondo il dettato costituzionale che
fa obbligo alla Repubblica di garantire a tutti i cittadini il
<<pieno sviluppo della persona umana>>
[1]
. La
piena formazione, intesa come formazione di tutte le
dimensioni della persona umana, nel rispetto delle identità
personali, sociali, culturali e professionali, costituisce il
fondamentale impegno della scuola dell’obbligo, che più
significativamente negli anni ’50-‘60 veniva indicata come scuola
per la formazione di base, Innanzitutto,
una scuola formativa, una scuola che non si limita a prendere atto
delle capacità e degli atteggiamenti di cui sono portatrici le
singole persone, ma si impegna a promuoverne la formazione,
nell’intento di assicurare a tutti i cittadini il massimo sviluppo
delle loro possibilità formative, di fare in modo che tutti i
cittadini possano sviluppare al massimo le loro potenzialità umane,
intese però non come frutto esclusivo delle dotazioni genetiche, ma
come risultato del processo di formazione che si attua attraverso
l’interazione delle dotazioni genetiche con le stimolazioni
socioculturali. Oggi
sembra si sia generalmente d’accordo che la personalità non è
predeterminata geneticamente ma si costruisce attraverso le
interazioni socioculturali che ogni individuo vive sin dalla
nascita, soprattutto nei primissimi anni di vita. Se
la personalità non è predeterminata geneticamente, grandissima è
la responsabilità di tutte le agenzie formative, a cominciare dalla
famiglia e dal contesto socioculturale. In
particolare, la scuola ha la responsabilità di assicurare,
attraverso i suoi interventi intenzionali e sistematici, le migliori
condizioni per rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno
sviluppo della persona umana, offrendo a tutti gli alunni
l’opportunità di vivere esperienze formative ricche ed efficaci. Occorre
che la scuola promuova il massimo sviluppo delle possibilità
formative, rivolgendo però la sua attenzione a tutte le dimensioni
della personalità, da quella motoria a quella emotivo-affettiva,
sociale, morale, religiosa, estetica, linguistica, cognitiva ecc. Occorre
che la scuola promuova la formazione al massimo livello di tutte le
dimensioni della personalità. La
formazione è piena anche e soprattutto quando nessuna delle
dimensioni costitutive della personalità viene trascurata, perché
la personalità si configura come integrazione delle sue diverse
dimensioni, le quali interagiscono l’una con l’altra e lo
sviluppo o l’atrofia di una di esse coinvolge anche le altre. Purtroppo,
nel passato la scuola ha privilegiato la dimensione cognitiva,
sacrificando, tra le altre, la dimensione motoria, la dimensione
emotivo-affettiva, la dimensione sociale, la dimensione musicale. Occorre
recuperare il significato integrale dell’educazione, che <<piena>>
non è se non raggiunge i più alti livelli, ma <<piena>>
non è se non riguarda tutte le dimensioni costitutive della persona
umana. In
tale prospettiva, la scuola si impegna, a promuovere
l’acquisizione non solo delle conoscenze, ma anche e soprattutto
delle capacità e degli atteggiamenti motori, emotivo-affettivi,
sociali, morali, religiosi, linguistici, cognitivi ecc.
LA
VALENZA FORMATIVA DEGLI APPRENDIMENTI DISCIPLINARI Gli
strumenti che la scuola utilizza per promuovere la formazione sono
soprattutto le discipline di studio. Attraverso le discipline la
scuola promuove, non solo l’istruzione, ma anche l’educazione,
la formazione di atteggiamenti e di capacità. Non
si tratta di aggiungere nuove discipline e nuove attività quanto di
utilizzare le discipline di studio in una prospettiva che risulti
eminentemente formativa, in quanto intesa a far maturare soprattutto
capacità ed atteggiamenti. In
tale prospettiva, si impone forte l’esigenza di individuare gli obiettivi
formativi relativi alle singole dimensioni della personalità
che possono essere perseguiti attraverso gli apprendimenti
disciplinari. La
domanda che i docenti delle singole discipline debbono porsi non è
solo “quali conoscenze gli alunni debbono apprendere”, ma
è anche e soprattutto “quali atteggiamenti e quali capacità
gli alunni possono maturare attraverso lo studio della Matematica,
della Storia, della Geografia, della Lingua ecc.”? Il
primo impegno dei docenti è quello di definire il quadro organico
degli obiettivi formativi (atteggiamenti, capacità e conoscenze
essenziali)
[2]
che attengono alla formazione integrale
della personalità dei singoli alunni. Le
mete formative non possono rimanere vaghe, frammentarie,
disorganiche, come spesso si riscontra nei documenti programmatori.
In effetti è molto scarsa nella scuola la consapevolezza chiara e
approfondita delle precise finalità formative da perseguire. Ogni
docente è impegnato a far acquisire soprattutto le conoscenze
della sua disciplina, ma anche quando si impegna a promuovere
l’acquisizione di atteggiamenti e di capacità, egli
opera indipendentemente dagli altri docenti, come se la formazione
motoria o la formazione matematica ecc. ecc. non incidesse
profondamente sulla formazione di tutte le altre dimensioni della
personalità. L’isolamento operativo dei docenti delle singole
scuole è l’espressione più evidente dell’assenza di un quadro
organico, integrato, quanto più possibile completo degli obiettivi
formativi che i docenti delle singole discipline debbono perseguire
interagendo l’uno con l’altro, nella piena consapevolezza che la
personalità è un sistema integrato
[3]
e che ogni disciplina ha una valenza
formativa che va al di là degli angusti confini in cui solitamente
la si rinchiude. Solo
la delineazione di un quadro organico, sistematico, completo degli obiettivi
formativi a lungo termine, da perseguire nell’intero corso
della scuola dell’obbligo, può consentire ai singoli docenti di
individuare l’apporto che la sua disciplina può assicurare al
perseguimento dei singoli obiettivi formativi.
I
PERCORSI FORMATIVI Ma, seppure essenziale,
non basta individuare e delineare il quadro organico degli obiettivi
formativi da perseguire. Quello che maggiormente si richiede è la
messa a punto dei percorsi formativi attraverso
i quali gli obiettivi formativi possano essere efficacemente
perseguiti da tutti gli alunni. La
nuova scuola, la scuola dell’autonomia, è la scuola del successo
formativo, è la scuola della piena formazione da assicurare a
tutti gli alunni, in quanto è la scuola dell’efficacia e
dell’efficienza. La
scuola dell’autonomia non può non organizzarsi in modo che gli
alunni, tutti gli alunni, perseguano e conseguano gli obiettivi
formativi che attengono alla loro piena, integrale ed originale
formazione di uomini, di cittadini e di lavoratori. Occorre
che in tutti gli operatori scolastici si accresca la consapevolezza
che il diritto all'educazione ed all'istruzione non è il diritto
alla frequenza della scuola, ma è il diritto ad apprendere ed a
formarsi. La
scuola deve creare le condizioni perché tutti gli alunni riescano
ad apprendere ed a formarsi. In
tale prospettiva si impone <<l’esigenza di migliorare
il processo di insegnamento e di apprendimento>> (Art.
1, D.P.R. 275/1999). Da
molto tempo l’attenzione degli operatori scolastici è
prevalentemente, se non esclusivamente, rivolta alle problematiche
di carattere organizzativo e non si indirizza invece agli aspetti
metodologico-didattici. Se
è importante delineare le mete formative, è
altrettanto urgente delineare i percorsi formativi,
gli itinerari di apprendimento, le metodologie educative e
didattiche
[4]
. In tale prospettiva, si impone l’esigenza che i docenti delle singole scuole, ma anche i docenti delle diverse scuole opportunamente collegati in rete, si impegnino a ricercare, individuare, progettare e sperimentare i percorsi formativi più efficaci. Al
riguardo, è appena il caso di evidenziare che non esistono leggi e
principi definiti e definitivi, assoluti, validi per sempre e in
tutte le situazioni. Ciò
non significa che i percorsi di apprendimento non vadano sempre
messi a punto tenendo presenti alcuni essenziali criteri
orientativi. L’attività
didattica non può essere predeterminata meccanicisticamente secondo
le pretese di una didattica prescrittiva, ma non può essere nemmeno
spontaneistica, abbandonata al caso, affidata all’improvvisazione. Esistono
criteri socio-psico-pedagogici e metodologico-didattici
che possono aiutare a delineare più che a definire precisi percorsi
apprenditivi e formativi. Ai
docenti incombe l’onere di ricercare, individuare e tracciare tali
percorsi, nelle loro linee essenziali. In
tale prospettiva, si pone la costituzione di una rete di docenti che
si impegnano a mettere a punto ipotesi di itinerari di apprendimento
fondati sui processi della ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione
(problem solving)
[5]
, auspicabilmente attraverso il lavoro di
gruppo (cooperative learning)
[6]
. L’impegno
precipuo di UDIR è
quello di delineare i percorsi apprenditivi (Unità
didattiche, anche coordinate in Moduli didattici)
nelle loro linee essenziali, con specifico riferimento agli obiettivi
formativi, alle attività ed alle tecnologie educative,
ai criteri ed agli strumenti di verifica.
Nei Percorsi apprenditivi (unità didattiche) assume particolare rilevanza la chiara delineazione:
a)
degli obiettivi
formativi in termini di atteggiamenti, capacità
e conoscenze essenziali;
b)
degli itinerari di
apprendimento, costituiti dalle attività che gli alunni
debbono svolgere a livello concreto, iconico o simbolico, perché
possano pervenire al conseguimento degli obiettivi formativi;
c)
delle tecnologie
educative che gli alunni più che i docenti debbono
utilizzare per perseguire gli obiettivi formativi;
d)
dell’azione di
guida che i
docenti debbono svolgere a sostegno degli alunni impegnati a
perseguire gli obiettivi formativi, auspicabilmente lavorando in
piccoli gruppi;
e)
dei criteri e
degli strumenti di verifica da utilizzare.
In
estrema sintesi UDIR è
costituita da gruppi di docenti collegati in rete che mettono a
punto i percorsi apprenditivi relativi alle discipline che insegnano
lavorando in gruppo nell’ambito delle singole scuole o in rete.
Si possono costituire anche diversi gruppi disciplinari, collegati in rete, su tutto il territorio nazionale.
Ci
si propone di coordinare i vari gruppi nelle forme che saranno
ritenute le più opportune e di pubblicare gli itinerari di
apprendimento messi a punto su Metodologia&Didattica
(Http://www.edscuola.com/dida.html
).
Tutte le attività previste hanno carattere gratuito, compresa la pubblicazione delle risultanze dei lavori della rete.
BIBLIOGRAFIA Si
rinvia, in particolare, agli articoli specifici pubblicati in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM
[1]
<<Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono
eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza,
di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del
Paese>>(Art. 3 Cost.).
[2]
In merito cfr.: TENUTA U., I
contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens,
habilis, sapiens, in RIVISTA DELL’ISTRUZIONE, MAGGIOLI,
RIMINI, 1998, N. 5; TENUTA U., Atteggiamenti
Capacità Conoscenze ; Conoscenze
Capacità Atteggiamenti , in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM
[3]
<<Grande importanza va attribuita all’interazione fra i
linguaggi della mente e i linguaggi del corpo, che abbatte la
tradizionale barriera fra processi cognitivi e emozioni, facendo
emergere un’idea di persona come sistema integrato, alla
cui formazione e al cui equilibrio dinamico concorrono la
componente percettivo-motoria, quella logico-razionale e quella
affettivo-sociale. Ne consegue un’impostazione del-la didattica
volta a favorire l’integrazione tra le diverse matrici di cui si
compone l’esperienza quotidiana, riconoscendo pari dignità al
segno di scrittura, all’immagine, al suono, al colore, all’animazione>>
(Documento dei saggi sui
saperi essenziali).
[4]
Il metodo méthodos ¾dal
greco meta (lungo) e hodós (strada) = <<la
strada che si percorre>>¾ è il cammino da percorrere per raggiungere una meta. Scrive il
Vergnano che il metodo <<è
l'insieme di principi, regole, operazioni, pratiche che si
adottano e seguono consapevolmente in vista del conseguimento di
un fine>> (VERGNANO
I., Il problema della società educativa, Paravia, 1975, 92.1.).
[5]
In merito al Problem solving
cfr.: MOSCONI G., D'URSO V. (a cura di),
La soluzione di problemi. Problem-solving, Giunti-Barbèra,
Firenze, 1973; KLEINMUNTZ B.(a cura di), Problem
solving Ricerche, metodi, teorie, Armando, Roma, 1976; DUNCKER
K., La psicologia del
pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1969; WERTEIMER
M., Il pensiero produttivo,
Giunti-Barbèra, Firenze, 1965; DORNER D., La
soluzione dei problemi come elaborazione dell’informazione, Città
Nuova, Roma, 1988. Pe la problematica dell’ermeneutica, cfr:
GENNARI M., Interpretare
l’educazione. Pedagogia, semiotica, ermeneutica, La Scuola,
Brescia, 1992; MALAVASI P., Tra
ermeneutica e pedagogia, La Nuova Italia, Firenze, 1992. [6] In merito cfr.:.Johnson, D.W. et al., Apprendimento Cooperativo in Classe, Edizioni Erickson, Trento, 1997; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., Discutendo si impara. Interazione sociale e conoscenza a scuola, NIS, Roma, 1991; PONTECORVO C. (a cura), La condividione della conoscenza, La Nuova Italia, Firenze, 1993; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., (a cura), I contesti sociali dell’apprendimento.Acquisire conoscenze a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, LED, Milano, 1995; Rinaldo Rizzi (a cura), Formazione come pratica cooperativa, Coopedit MCE, Ronchi L., 1997. |
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