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Bocconipentita Nadia Scardeoni Palumbo
Sono una Bocconi-pentita. Mi sono iscritta nel 62 e ho frequentato svogliatamente , senza arte nè parte, 3 anni di Lingue e Letterature straniere. La passione artistica mi pervadeva dalla più tenera infanzia e rosicchiava le migliori energie agli altri studi compreso quello delle lingue. Facevo inoltre parte di un nutrito gruppo di studenti-pendolari, sonnacchiosi viaggiatori dell'interland milanese e lombardo. Spesso per non fare una vita da marziani e ritornare a casa in ore decenti...lasciavamo l'università verso le cinque del pomeriggio, quindi alcuni insegnamenti erano per noi infrequentabili. Dal serpeggiare dei nostri disagi si alzò un venticello di opposizione verso una delle regole più ferree : l'obbligo di raccogliere 20 firme di presenza ai corsi per poter sostenere gli esami. Dopo varie confabulazioni, una bella mattina, lo ricordo come se fosse ieri, attaccammo un cartello alla statua di Luigi Bocconi, chiedendo, non essendo obbligati a risiedere a Milano, l'abolizione delle firme di frequenza. Era un cartellone bianco 60 X 90 con una scritta semplicissima a pennarello. Fu definito atto di insubordinazione grave, vandalico, offensivo del prestigio dell'Università che avevamo l'onore di frequentare. Il 68 era ancora lontano ma coltivo dentro di me la certezza che anche noi, uno sparuto drappello di studenti " non del tutto" privilegiati, della più prestigiosa Università privata del norditalia abbiamo contribuito ad aprire il capitolo della "contestazione". Ciao Bocconi.....scusami se ti contesto ancora oggi, dopo 40 anni......dalle paginette di Interlinea ma....mi hai educato "TU".......facendomi tradurre, sillaba dopo sillaba, "Animal farm" di G. Orwell!!!!
Verona 19 ottobre 2001 |
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