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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Temi il burnout?

Individualmente puoi provare questo:

Riguardati! Come insegnante sei una risorsa preziosa:

q       Pensa i tuoi studenti, il tuo lavoro e te stesso in modo positivo. Se vuoi trovare problemi, ne esistono in abbondanza, ma ti incateneranno se ne fai il tuo obbiettivo primario. Evita di rimanere coinvolto nei discorsi di corridoio quando si limitano alla lamentela sugli studenti o sulle classi.

q       Prova a coltivare il tuo entusiasmo. I soli risultati fortuiti degli insegnanti entusiasti superano quelli pianificati degli insegnanti freddi, noiosi ed annoiati.

q       Ridi. Uno dei grandi benefici del lavorare nella scuola è che gli alunni sono buffi, a volte intenzionalmente, a volte no. Ridi con i tuoi alunni –non di loro, ma con loro-.

q       Introduci attività fisica nella tua routine quotidiana. E bada alla tua dieta. Ti sembrano consigli troppo semplici? E allora perché non lo fai? Prova solo a pensare che quando lo stress aumenta, il tuo organismo schiaccia un interruttore vecchio 2 milioni di anni: il riflesso di attacco o fuga. Se mentre il tuo cervello ancestrale si organizza per attaccare o fuggire tu torni a casa e ti collassi davanti alla TV, un giorno dopo l’altro sottrai al tuo organismo il movimento di cui ha bisogno ed a cui si è preparato.

q       Impara a riconoscere e controllare lo stress professionale. Prova, anche, a prestare attenzione a come respiri. Respira in maniera controllata: consentiti una piena, lenta espirazione, per ottenere un’altrettanto completa piena e lenta ispirazione. Concentrandoti su una respirazione controllata, porterai il tuo organismo a lavorare sotto l’egida del sistema nervoso parasimpatico (che comanderà calma e riposo) anziché lasciarlo in balia di quello simpatico (che comanda la produzione di adrenalina per il riflesso di attacco o fuga). Ricorda che queste tecniche, come quelle di stress management, o di rilassamento, o lo yoga e la meditazione hanno bisogno di tempo e di impegno per essere efficaci.

q       Datti qualcos’altro a cui mirare. Un progetto eccitante, un viaggio... Anche un hobby è utile, soprattutto quando è un progetto che impegna il tuo cervello a lavorare in una direzione diversa da quella professionale. Stiamo parlando di un hobby vero e proprio, cioè di un’attività abituale e non di quella del disperato “anche i piatti li ho lavati …e mò che faccio?”.

q       Ricorda: non sei MAI soltanto un insegnante.

Da un punto di vista strutturale si può provare:

a collaborare e scambiare esperienze, idee con i colleghi. Molti di noi hanno relazioni molto superficiali con i colleghi. Raramente collaboriamo. Bisognerebbe dare uno spazio ed un tempo formale alla collaborazione, stabilendo anche i modi per implementarla. Strumenti come internet potrebbero essere impiegati meglio e di più, per iniziare e mantenere modi di collaborazione tra insegnanti anche lontani.

ad osservare a-criticamente i tuoi colleghi, ed offriti per consentire ad altri di fare lo stesso. Non sei lì per criticare, solo per osservare. Questa interazione potrebbe servire due propositi: 1) stabilire un rapporto professionale con il collega che osservi, o ti osserva; 2) provvede un’opportunità per imparare e confrontare.

ad interagire con la dirigenza e l’amministrazione. La mentalità “noi” contro “loro” è sempre foriera di stress e burnout. Una buona relazione ed un certo grado di coinvolgimento con dirigenza ed amministrazione è essenziale.

a fare un’analisi personale di quello di cui hai bisogno per essere un insegnante soddisfatto ed appagato. In primo luogo, averne un’idea chiara dei tuoi obiettivi facilita l’individuazione di ciò che la struttura dovrebbe offrire per consentirti di lavorare al meglio. In secondo luogo, se alcuni auspicabili cambiamenti sono impossibili, avere un’idea chiara delle responsabilità, ti aiuta a ristrutturare le tue aspettative.

a parlare di più. L’isolamento accelera il processo del burnout. Cerca di fare gruppo con i colleghi che ti sembrano più vicini al tuo punto di vista. Il collegio dei docenti, inoltre, dovrebbe essere il luogo adatto per dire, e, se occorre per ribadire, quelle che sono le tue idee, rispetto al tuo lavoro, nella tua scuola.

a dire di no. Già ai primi segni di burnout impara ad essere un po’ egoista. Impara a dire di no e non fare marcia indietro. Riconosci il senso di colpa che provi e poi lascialo andare.

SE TEMI DI PERDERE IL CONTROLLO, NON ESITARE, CHIEDI AIUTO PROFESSIONALE.


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