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COLLABORAZIONEA chi il compito?Certo, la vita è più serena se la compagnia di coloro con i quali lavoriamo ci piace. Certo, includere gli insegnanti nelle decisioni riguardo la scuola è preferibile al fargli accettare le direttive unilaterali di un dirigente scolastico. Certo, progetti ben pensati possono essere di invito a che gli insegnanti mettano il naso fuori dalla loro classe e si interessino di più alla scuola. Questo però, non fa della scuola una scuola collaborativa. Una scuola collaborativa è il luogo in cui c’è un processo sistematico in cui si lavora assieme per analizzare ed avere un impatto sulla pratica professionale tale da migliorare i risultati individuali e collettivi. Il ruolo della dirigenzaTra i dirigenti sembra diffusa l’idea che la scuola possa migliorare spingendo i singoli insegnanti a crescere professionalmente sviluppando i loro interessi personali. Questo si traduce spesso nell’offerta di un potpourri di corsi di formazione e aggiornamento che riflettano i diversi interessi individuali. Ciò può essere importante, ma non è sufficiente; certo non è sufficiente per incrementare la capacità di risolvere i problemi di una comunità scuola, che sono comuni ed hanno bisogno di strategie comuni, sviluppate dal lavoro di gruppo, nel contesto specifico di quella scuola. Bisogna riconoscere che una cultura collaborativa non si attua invitando ed incoraggiando gli insegnanti a lavorare insieme. La struttura e la cultura della scuola dovrebbero risuonare con il messaggio che la collaborazione non è a discrezione dell’individuo, è la norma in cui funziona quella scuola. Il dirigente dovrebbe: 1. assicurarsi che i singoli gruppi si focalizzino sulla didattica
2. insistere affinché ogni gruppo si dia delle nome, o protocolli, che chiariscano il suo impegno; 3. insistere affinché ogni gruppo sviluppi e persegua una finalità misurabile, ottenibile, chiara come tempi e come risultati ed allineata ai fini della scuola; 4. fornire ogni gruppo dei dati e delle informazioni indispensabili per misurare l’impatto delle sue iniziative; 5. monitorare i gruppi, sollecitarne il feedback, celebrarne i progressi ed i successi, affrontare gli individui che non onorano l’approccio collaborativo, e che non sono preparati a cambiare. Vd. Rick DuFour, Leading edge: 'Collaboration lite' puts student achievement on a starvation diet, in Journal of Staff Development, Summer 2003 (Vol. 24, No. 3); anche, Leading edge: The best staff development is in the workplace, not in a workshop, Journal of Staff Development, Spring 2004 (Vol. 25, No. 2). Il ruolo dell'insegnanteCerto, pochi tra noi hanno da ridire sul fatto che la nostra professione sia ‘solitaria’. Separati, nelle nostre classi, rincorrendo orari e scadenze, non ci sembra pesare il fatto che raramente lavoriamo con i nostri colleghi su quello che è l’insegnare e l’apprendere. Non sarebbe più gratificante, più giusto e più efficace se gli insegnanti collaborassero in gruppi? E se nel gruppo i membri non fossero necessariamente uguali, ma fossero, invece, dei professionisti che hanno raggiunto livelli differenti di conoscenza, esperienza e responsabilità? Un ruolo importante spetterebbe all’insegnante leader di gruppo. Un insegnante in grado di: 1. incoraggiare l’interazione (incoraggiare, sostenere, riconoscere i successi; organizzare incontri regolarmente; formare i gruppi di pari…)2. facilitare l’apprendimento dei colleghi (indicare letture, o altre risorse; organizzare ed anche tenere workshop – ad esempio lo studio di lezione o come si fa un gruppo di riflessione pratica - o corsi; contattare altri corpi professionali…)3. facilitare la messa in pratica del fare appreso (aiutare nella presentazione delle lezioni; suggerire aree di approfondimento e di ricerca; istigare pratiche di esplorazione nel fare…)Come posizionare un insegnante con questo ruolo nella gerarchia della scuola? Vista l’influenza che deve giocare sui colleghi è difficile vederlo in una nicchia tra la dirigenza ed il corpo insegnante. Non potrebbe avere una posizione di autorità, ma dovrebbe essere in grado di esercitare un forte ascendente, tale da controbilanciare:
Cos’è una lesson study? La lesson study è un modello di sviluppo collaborativo tra docenti finalizzato a migliorare la progettazione e la presentazione di una lezione. Per la prima volta sviluppato in Giappone, lo studio di lezione, mette gli insegnanti nella condizione di:
Al centro del processo dello studio di lezione c’è la “lezione di ricerca”. Un piccolo gruppo di insegnanti inizia a lavorare assieme per sviluppare una lezione o una unità didattica. Uno degli insegnanti, poi, espone la lezione in classe mentre gli altri assistono ed osservano. Segue poi una discussione del gruppo di insegnanti sull’efficacia della lezione e se ne apportano le debite modifiche. Il processo richiede più prove sinché il risultato non è ottimale. Lavorare collaborativamente in questa maniera offre una soluzione sia all’isolamento, sia al fatto che l’attenzione del gruppo non si focalizza sull’insegnante, ma su ciò che viene insegnato. Sembra essere uno strumento di promozione interna della qualità degli insegnanti e dell’insegnamento. Gruppo di riflessione praticaQuesta è una pratica che può essere iniziata da un insegnante esperto e poi condivisa a turno.
Si chiude la sessione tirando le conclusioni, e sintetizzandole. L’incontro successivo inizierà proprio con la sintesi di queste conclusioni. |
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