Ipertestualità Aperta
CritLink Mediator Per La Collaborazione In Rete

Seminario-Laboratorio del prof. Davide Suraci

20 marzo 1999

Corso di aggiornamento (Piano di Aggiornamento Nazionale, autorizzazione del Ministro P.I. del 16.06.1998)

REALTÀ VIRTUALE, COOPERAZIONE REALE:

Strumenti ed esperienze per il lavoro cooperativo in rete

Gruppo Nazionale Informatica - Movimento di Cooperazione Educativa

Patrocinanti: Università degli Studi di Macerata, Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane, Comune di Macerata, IRRSAE Marche presso ITAS "Matteo Ricci"

Macerata, 19-20-21 marzo 1999



Sistemi di insegnamento: "dalla lezione frontale alla partecipazione ai processi di apprendimento"

Comunità di ricerca e di apprendimento-conferimento

Quadro Generale delle Abilità nella Società dell'Informazione

Ipertesti "chiusi" : perché la loro "vita" è breve. Pregi e difetti.

Ipertesti "aperti"cosa sono e il loro impiego nella didattica.

CritLink Mediator : "centro di annotazione globale". Potenzialità e possibili impieghi nella didattica.

Spiegazione delle caratteristiche di CritLink Mediator e dimostrazione del suo funzionamento on-line.

Proposta operativa: Elaborazione di un ipertesto "aperto" con CritLink Mediator.

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Il crescente coinvolgimento dei soggetti dell'apprendimento nell'impiego delle reti interattive ha aggiunto nei sistemi di insegnamento la nuovissima prospettiva dell'informazione distribuita, che tende a far diventare molto meno "statiche" rispetto al passato tutte le informazioni, anche attraverso i "mediatori" tradizionali.
In passato l'origine delle fonti era relegata nei libri di testo, negli appunti dell'insegnante, nella sua preparazione culturale e metodologica; adesso tutto questo non è più sufficiente in quanto l'informazione è diventata risorsa "altamente rinnovabile" e, quindi, suscettibile di continue modifiche, precisazioni, evoluzioni.
In un siffatto quadro d'insieme, estremamente mutevole, dovuto alla ridondanza di informazione, ci si deve chiedere, ancor prima di progettare la collaborazione in rete, come possano essere adeguate le metodologie didattiche tradizionali affinché tengano conto dell'eccedenza del "fattore" informazione.
La lezione "frontale", da sola, riuscirà a soddisfare queste nuove esigenze ? Adesso che la disponibilità di risorse informative si è accresciuta non siamo forse "obbligati" ad aggiornamenti più frequenti, trovandoci tutti nella condizione di soggetti in apprendimento ? Oppure lo siamo sempre stati e ce ne accorgiamo solo adesso perché sollecitati maggiormente dalle dimensioni assunte dall'informazione-comunicazione "distribuita"?

L'informazione-comunicazione "distribuita" sta generando dei problemi fino a poco tempo fa sconosciuti nelle metodologie didattiche tradizionali:

- generale incapacità "culturale" a gestire il flusso, enorme, delle informazioni;
- mancanza di strumenti critici necessari per valutare la loro veridicità;
- la necessità di uscire dagli schemi tradizionali per riproporre l'apprendimento sotto una nuova luce.


Tutto questo ci deve far riflettere profondamente sul nostro ruolo di mediatori dei processi di apprendimento e sulla necessità di un coraggioso, inderogabile, adeguamento di rotta.



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È ormai un dato di fatto che, da molto tempo, il "picco" dei livelli di apprendimento-conferimento nelle nostre scuole è in "crisi". Ciò è vero non solo fra i soggetti in fase di apprendimento, per i quali le motivazioni dell'apprendere non sono quasi mai sufficienti a stimolare la discussione critica e il senso di partecipazione ( se vogliamo, "autoconsapevole"), ma anche fra i docenti. La necessità di "uscire dagli schemi obsoleti" è oggi più pressante in quanto la cultura dell'informazione-comunicazione distribuita sta muovendo verso direzioni inedite.

Quali abilità dovranno possedere i soggetti in una società fondata sull'informazione e sulla comunicazione e in continua, rapidissima, evoluzione ?

Impiegare quindi l'informazione-comunicazione distribuita secondo un'
etica della condivisione come "strategia" per conseguire obiettivi di bene comune ?

Rimodellare dunque la natura e gli obiettivi del gruppo-classe affinché siano funzionali alle "
comunità di ricerca e di apprendimento-conferimento" per favorire la nascita dei processi creativi ?





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L'elaborazione degli ipertesti di tipo chiuso si è affermata per prima nella didattica legata alle nuove tecnologie. Se è vero che essa può stimolare negli allievi molta curiosità per il fatto di sentirsi partecipi di un processo elaborativo, d'altra parte non si differenzia affatto dalle classiche "ricerchine" se non per la forma con cui è presentato l'ipertesto (a parte l'elaborazione e l'impiego degli ipertesti da parte di insegnanti e/o progettisti didattici per finalità di apprendimento di abilità elementari). Terminato il lavoro, magari "cristallizzato" in un iridato CD-ROM, esso è destinato a rimanere "lettera morta", nel senso che non sarà poi tanto diverso da un blocco di appunti ben rilegato o da una videocassetta.
Quale migliore apprendimento può far conseguire un "percorso di lavoro" del genere ?
In quale contesto didattico e in quale momento del percorso formativo si dovrebbe inserire la fase della realizzazione di un ipertesto chiuso ?
E ancora: può un ipertesto chiuso far nascere delle nuove domande nei soggetti in apprendimento attuali e futuri ?
È in grado di sollecitare (sia contestualmente che in differita) nuova discussione critica ?
Consente all'informazione di essere relazionabile?
È possibile modificare e ampliare un ipertesto chiuso senza possedere alcuna dimestichezza con gli strumenti informatici ?
Lo spirito di "cooperazione" che l'ipertesto chiuso può generare nelle sue fasi di realizzazione è un "fatto nuovo" che si ripercuote positivamente sulla relazionalità interna/esterna al gruppo-classe oppure, terminata l'esperienza, esso si spegne ?
In definitiva, può l'ipertesto chiuso considerarsi uno strumento destinato a migliorare la didattica in generale e i processi di apprendimento ?
Se è vero che l'ipertesto chiuso riesce a incuriosire i soggetti in apprendimento, a farli avvicinare a un computer e a suggerir loro un'organizzazione più efficace ed efficiente del lavoro individuale e di gruppo nella gestione e organizzazione dei materiali, d'altra parte bisogna constatare la sua limitatezza per le considerazioni dianzi esposte. Quindi l'esperienza dell'ipertesto chiuso può essere utile se essa è rivolta a far comprendere meglio il funzionamento dei meccanismi che hanno portato alla sua realizzazione (articolazione di un processo di assemblaggio di informazioni).





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Gli ipertesti "aperti", per contro, hanno una natura che non prevede "cristallizzazione" dei contenuti, in quanto essi si prestano ad essere aggiornati (obbedendo alla vera, intrinseca e potenziale, componente etica della collaborazione cui predispone la rete) e tramandati affinché possano essere liberamente (e positivamente) fatti crescere come "memoria collettiva".
La possibilità di "modificare" un testo elettronico (un qualunque testo presente in rete) con una facilità disarmante è oggi alla portata di tutti: la possibilità di "aprirlo" senza limiti, arricchirlo di contenuti e di riferimenti ipertestuali consente di personalizzare il testo a livelli tali che il documento di un qualunque autore può diventare secondario rispetto alle integrazioni, domande, rafforzamenti di tesi effettuati da altri. E il diritto d'autore ? La risposta è che la rete ha una sua natura che tende ad "allontanare" chi non ha nulla da condividere con gli altri. Certo, potremo continuare a usare la rete come un televisore, un giornale nelle cui rubriche si fanno solo domande ma, alla fine, se usata in tal modo, non costituirà mai una motivazione in più per apprendere e rielaborare dei nuovi percorsi di conoscenza che aiutino a conseguire una maggiore autonomia individuale e collettiva.
Il poter partecipare direttamente ad un processo rielaborativo unico mediante contributi frutto di scelte consapevoli non dovrebbe restituire ai soggetti in apprendimento quel "salutare" pizzico di protagonismo in grado di rinnovare le motivazioni dell'apprendere ?
Il sentirsi partecipi e consapevoli del proprio processo di auto-apprendimento inserito in un'ottica collaborativa, superando in questo la prospettiva metacognitiva, non rafforzerebbe forse il senso e il peso della
discussione critica come mezzo per indagare nei temi di tutte le scienze umane ?

Gli ipertesti "aperti", per loro natura, hanno una "genetica" la cui "ereditarietà" è possibile solo se viene alimentata da volontà legate da interessi e obiettivi comuni. È corrente il luogo comune che la multimedialità dovrebbe insegnare a integrare e a esprimere risorse informative di varia natura. Nel far questo, molto spesso, si corre il rischio di perdere di vista l'obiettivo di fondo: migliorare le condizioni dell'apprendere insegnando ad utilizzare razionalmente le risorse di rete, sia come fruitori che come erogatori. Non avrebbe senso, infatti, usare le risorse senza rinnovarle. La multimedialità "cristallizzata" in un CD-ROM ne è il classico esempio.Essa assume invece un significato molto importante dai molteplici risvolti, quando rimane "aperta"; quindi, non fine a sè stessa ma suscettibile di divenire essa stessa il "luogo" e il "mezzo" che renda i soggetti fruitori-rielaboratori autoconsapevoli dell'apprendere e del conferire. Questo costituirebbe un passo in avanti di non trascurabile entità, soprattutto se si considera che di veri e propri processi di rielaborazione costruttiva all'interno della scuola italiana non se ne sente parlare ormai da moltissimi anni.







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L'inventore di CritLink, Ka-Ping Yee, aveva sedici anni nel 1997 quando presentò per la prima volta a Doug Engelbart (l'inventore del mouse) e a Eric Drexler (il maggior esperto mondiale in nanotecnologie) il suo software. L'idea, ritenuta "rivoluzionaria" dagli "storici" (sarebbe stato d'accordo anche il prematuramente scomparso Jon Postel) della filosofia della collaborazione in rete , avrebbe il suo maggiore punto di forza nella possibilità di abbattere il muro fra l'autore e i lettori, dando a questi ultimi la possibilità di "espandere" il testo e di divenire, a loro volta, promotori di "nuove prospettive" forse nemmeno immaginate dell'autore. Se osserviamo bene il funzionamento di CritLink ci accorgiamo che esso può rendere "qualunque cosa" che sia pubblicata in rete suscettibile di essere ampliata, integrata, supportata, nonché resa generatrice di nuove domande. Se osserviamo ancora meglio, ci accorgeremo che mentre sono moltissimi i testi elettronici (e-text) presenti in rete, non lo sono altrettanto gli ipertesti propriamente detti. Piuttosto esiste un insieme di ipertesti chiusi (relazionati al loro interno - grosso limite - ma del tutto privi di connessioni con ipertesti di contenuti simili) che assomigliano molto a dei documentari e che risentono moltissimo dei vincoli imposti dall'autore.
Un vero ipertesto (quello aperto) è il frutto della maturazione di un percorso di
apprendimento-conferimento (individuale e/o collettivo) fondato sul superamento della lezione frontale (l'insegnante è visto qui come "autore") all'interno di un gruppo-classe a favore di una comunicazione maieutica che aiuti gli allievi (e i docenti-facilitatori) a porre e a porsi domande nonché a relazionare tali processi anche all'esterno del gruppo-classe. In contrapposizione agli ipertesti chiusi, quelli aperti hanno il grande vantaggio di possedere il requisito della relazionabilità dei contenuti, nel senso che questi vengono svincolati dalla "staticità" caratteristica dei testi cartacei, diventando "contenuti dinamici" e quindi annotabili, aggiornabili a discrezione.




Suggerimenti pratici

Scrittura collaborativa.

Progetti di ricerca, strutturazione, organizzazione, distribuzione delle informazioni.

Orientamento alla navigazione in rete.

Studio delle lingue straniere attraverso i documenti di rete e loro traduzione-annotazione.

Annotazione di documenti giuridici sul web.

Annotazione di documenti scientifici sul web.

Annotazione di testi letterari sul web.

 

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GUIDA ALL'USO DI CRITLINK SUITE.  

Premessa.   CritLink Suite è un software server costituito da tre elementi specializzati.
 

CritLink Mediator (Ka-Ping Yee), la vera e propria interfaccia che permette all'utenza di annotare qualsiasi testo o ipertesto presente in rete. Attualmente può rendere "aperti" quasi tutti i documenti presenti nelle reti. In una delle prossime edizioni di questo software sarà risolto il problema dell'accessibilità ai documenti attraverso alcuni tipi di "firewall".In ogni caso, tale problema è presente, allo stato attuale, in una percentuale inferiore al 10% della totalità dei siti in rete.

CritMap (Terry Stanley), che consente la visualizzazione dinamica dei legami ipertestuali, dei documenti di partenza e di quelli collegati.È costituito da una serie di applet che permettono di "muoversi" nella gerarchia dei documenti.

CritMail (Peter McCluskey), software che trasforma gli archivi e-mail in documenti web. Presenta il grande vantaggio di poter quotare direttamente ogni parola e/o concetto presente in un archivio di mailing-list.In certi casi si può assistere al "quoting" ipertestuale "in diretta".

Origini. Una versione pubblica di questo software risiede attualmente sul server del Foresight Institute di Palo Alto,CA. L'area messa a disposizione per sperimentare CritLink Mediator è pubblica, tuttavia ciò non garantisce la perennità della conservazione dei documenti ivi pubblicati o resi ipertestuali.Comunque e' possibile prelevare la suite (di pubblico dominio, osservando le disposizioni per il suo utilizzo stabilite dal suo autore, Ka-Ping Yee) direttamente a: http://crit.org/http://crit.org/critlink.html e installarla su server proprietario definendo delle aree pubbliche e/o aree private (per gruppi ristretti).

Impiego. Accedendo alla pagina http://crit.org/ vi troverete davanti, nella testata, una barra di navigazione. In essa, nella finestra che contiene l'indirizzo del server sul quale risiede CritLink, compare anche il percorso-file della directory del documento visualizzato, esistono, a partire da destra, dei pulsanti:


Attenzione! I pulsanti riportati nelle barre di navigazione presenti in queste pagine non sono attivi, ad eccezione del pulsante "comment".



"Comment" - attivato (cliccarvi sopra), aprirà una finestra che vi consentirà l'immediata pubblicazione delle vostre proposte, domande, integrazioni inerenti ai contenuti.
               

Come si usa questa finestra:
 

1. indicate i vostri nome e cognome, email e titolo del link che vorrete inserire al documento-madre.

                         

2. Nella finestra potrete inserire direttamente il testo in oggetto oppure (per i piu' esperti) direttamente il vostro documento in HTML.

                         

3. Ci sono due opzioni: pubblicare il link all'intero documento (coarse-grained), piu' grossolano - oppure un link specificatamente ipertestuale (fine-grained) alla parola o concetto che, nel documento-madre avrete ritenuto degni di ulteriore approfondimento.Per scegliere una di queste due opzioni e' sufficiente cliccare sul pulsante appropriato. Optando per un link "fine", dovrete inserire nella casellina affianco al pulsante la parola presente nel documento-madre (o frase da collegare al vostro documento).


3.bis. I links di tipo specificatamente ipertestuale, una volta pubblicati, sono caratterizzati dai simboli- marcatori   , (destro e sinistro) i quali circondano la parola o la frase oppure possono riguardare anche l'intero capitolo o paragrafo. Il colore viola sta ad indicare un link generico. Un simbolo come questo che segue    specifica che è possibile effettuare un link direttamente in corrispondenza di un'ancora (paragrafo o capitolo) presente in un documento.

Altri tipi di link sono meno "generalisti" e si possono usare quando desideriamo fare riferimento a domande, supporti di tesi, commenti, risultati o conclusioni.


3.ter. Un browser che supporti il "balloon help" permette (è sufficiente fermare il cursore del mouse su uno dei marcatori ) di far comparire un "aiuto a fumetto" nel quale è leggibile il tipo di link, il nome dell'autore e il titolo dell'integrazione che egli ha effettuato.Cliccando su uno dei marcatori si stabilisce il collegamento immediato con il nuovo documento.



3. quater.
Le caselline "monitor" e "cookies" sono attivate di default . Ricorderanno a CritLink di avvertirvi ogni volta che avviene un aggiornamento e di ricordare i vostri dati per il riempimento della finestra di pubblicazione.

 

4. A questo punto, vi sono altre due opzioni area pubblica ("public area") o area privata ("private area"). Scegliete la PRIMA dato che il CritLink Server non offre aree private.

                         

5. Per ultimo,nella casellina affianco all'opzione "public area",vi viene chiesto di inserire un nome di assegnazione per la vostra pagina [default filename] - inserite solo un nome che sia attinente ai vostri contenuti (al limite potrete mettere il vostro nome) - non usate caratteri maiuscoli o "speciali".
 

5. bis. Le caselle "for user" e "with password" possono essere lasciate in bianco, a meno che altri non siano stati da noi autorizzati a impiegare la password per modificare la pagina madre. Se desiderate il download automatico della pagina, attivare l'opzione "just download to me".               

6. Cliccate sul pulsante "go!" all'interno della finestra di composizione e la vostra pagina sarà in rete collegata ipertestualmente col vostro (attinente) documento.
 
                       

7. In quel preciso istante viene ricevuto nella propria casella di posta un messaggio di benvenuto e una password riservata che permette di modificare ulteriormente il documento originario, ferma restando la possibilità per coloro che volessero effettuare delle integrazioni, proposte, ecc., di annotare ulteriormente i vostri contenuti.Contestualmente, compare a video una finestra di messaggio che avverte dell'avvenuta pubblicazione e che rinvia direttamente all'URL del documento pubblicato. Una volta aperto, la barra di navigazione comparirà come segue, con in più il pulsante "delete"



                         

8. Pulsante "delete" . Se in un secondo momento intenderete "rimodellare" o cancellare i contenuti del vostro documento-madre, sarà sufficiente cliccare su "delete" ; inserite la password assegnata e ripetete le medesime operazioni da 1. a 6. conservando , se lo riterrete opportuno, lo stesso nome di assegnazione del file di cui al punto 5.

9. Pulsante "map" . Se avete un modem abbastanza veloce (almeno un 28.8) e se la rete non sarà lenta in quel momento, potrete visualizzare una vera e propria "mappa concettuale dinamica" cliccando su "map". Vi comparirà una struttura ramificata con i titoli dei documenti collegati tra loro che potrete muovere semplicemente rilasciando il click del mouse su uno dei titoli. La struttura può essere "ruotata", così modificando la prospettiva e la gerarchia dei links.

                           

10. Con queste operazioni la vostra pagina sarà diventata una parte del centro di annotazione globale, pronta a trasformare la sua priorità rispetto ad altre pagine a seconda del "valore" dei contenuti che gli "annotatori" singolarmente (o collettivamente) vi avranno immesso.Ogni volta che un componente della comunità di annotazione globale aggiunge un contributo (non sarà per essi necessaria la password), l'autore (o gli autori) vengono avvisati contestualmente dell'avvenuto aggiornamento via email. In ogni caso, e' possibile disattivare questa funzione attraverso la brevissima istruzione visualizzabile con il pulsante "monitor" .

11.
Per annotare qualunque pagina presente sul web con le stesse modalità descritte, è sufficiente far precedere l'URL che interessa dall'indirizzo del server su cui è installato CritLink. In questo caso, http://crit.org/http://www.nomesito.dominio.                         

 

La "barra" di navigazione sottostante compare sempre alla base della pagina del documento-madre e di quelli ad esso collegati.Mantiene la traccia di tutti i collegamenti fra i documenti correlati e permette di giungere ad essi attraverso i links sottolineati.

Ask Altavista.. consente di risalire al documento-madre da tutti i documenti ad esso collegati.

   


AVVERTENZE!!!!


a) La maggior parte degli errori di visualizzazione delle pagine deriva dall'uso di sorgente HTML proprietario (vedi la maggioranza degli editor HTML più noti sul mercato), che non rispetta gli standard del W3C Consortium in merito alle specifiche HTML standard. Pertanto si consiglia di utilizzare HTML puro e conforme o semplicemente del testo non formattato.


b) Sopratutto se il centro di annotazione è pubblico, chiunque potrebbe effettuare delle annotazioni utilizzando il vostro indirizzo di posta elettronica.Per eliminare le integrazioni non pertinenti è sufficiente utilizzare "delete" presente nella barra di navigazione della pagina "abusiva".


c) Quando si attribuisce un nome al [default filename] .html, accertarsi che sia in caratteri minuscoli, escludendo i caratteri speciali.



 

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- Quadro Generale delle Abilità nella Società dell'Informazione -

 

1) Abilità nella ricerca delle informazioni;

2) abilità nella selezione delle informazioni;

3) abilità nella produzione di nuova, oggettiva, informazione;

4) abilità nel relazionare l'informazione preesistente con quella nuova;

5) abilità nel socializzare l'informazione (apprendimento-conferimento)




Indice | Comunità di ricerca e di apprendimento-conferimento

 


L'autorizzazione alla pubblicazione di tutti i grafici e dei marchi relativi al software CritLink Mediator è stata gentilmente concessa dall'autore Ka-Ping Yee in data 11/03/1999.



Links

Istituto di Ricerca sulle Nanotecnologie: Foresight Institute di Palo Alto,CA

Per prelevare CritSuite : http://crit.org/ http://crit.org/critlink.html

Per sperimentare l'apertura di una pagina annotabile: http://crit.org

Regole per un corretto HTML: W3C Consortium

In memoria di Jon Postel (il "guru" delle reti). http:// www.domainhandbook.com/postel.html

"Area Saperi Fondamentali " - la 1ª Rubrica Interattiva - Annotabile On-Line http://www.edscuola.com/cover.html


Davide Suraci 1999

 

 

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